Cavallo Planet - Forum Per gli appassionati di equitazione inglese e americana... e di cavalli.

Club House => Zona Neutra => Topic aperto da: alex - Dicembre 24, 2015, 08:53:32 AM

Titolo: Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: alex - Dicembre 24, 2015, 08:53:32 AM
"Non so con quali armi verrà combattuta la terza guerra mondiale ma la quarta verrà combattuta con clave e pietre".

Bella frase, suggestiva, di Einstein, scienziato non del tutto stupido, che interpreta un possibile futuro; un futuro in cui indietro si torna, eccome. E giusto, è ragionevole, ipotizzare anche questo tipo di futuro? E in quel caso, cosa sarà indispensabile all'Homo che è stato poco sapiens? Che attrezzi salvare? Io penso che gli animali domestici più utili siano fra le cose da salvare; ma ci sono anche altre prospettive di futuro, che suggeriscono di non "buttare via" quelli che oggi, a noi pasciuti uomini occidentali, sembrano ferri vecchi del passato.

Vogliamo parlarne - focalizzandoci sugli equidi, tutti, cavalli leggeri e pesanti, asini, muli?

Beninteso: da parte di noi  cantanti, incoraggiare a parlarne è un atto di altruismo; la cosa riguarda i non cantanti, noi abbiamo il privilegio di essere personalmente liberi dal futuro; potremmo anche fare spallucce....
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: Bubba - Dicembre 24, 2015, 10:06:15 AM
Sono l' unica che non ga capito sta cosa dei cantanti?  :horse-scared: scusate l' ot
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: alex - Dicembre 24, 2015, 10:53:48 AM
E' una battuta fatta nel titolo di un topic precedente, Mule, muli  e cantanti.... i "cantanti" sono i "Vecchioni" del forum... quelli  di noi  che sono diversamente giovani.
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: Bubba - Dicembre 24, 2015, 11:51:44 AM
Grazie!  :horse-smile:
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: Miky Estancia - Dicembre 24, 2015, 12:00:31 PM
(http://i520.photobucket.com/albums/w325/estancia18/Mobile%20Uploads/FB_IMG_1450892929236_zpsbidgcom0.jpg) (http://s520.photobucket.com/user/estancia18/media/Mobile%20Uploads/FB_IMG_1450892929236_zpsbidgcom0.jpg.html)

Questi dati li ho trovati sui cartelloni esposti presso l'HN di Besancon, l'anno scorso.

Forse non si vedono bene le cifre riportate nello schemino in alto; le riscrivo:

Tipo di coltivazione       Paesi in via di sviluppo    Paesi sviluppati
Manuale                                      26%                                     7%
Trazione animale                       52%                                   11%
Mezzi meccanici                        22%                                   82%



Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: alex - Dicembre 24, 2015, 12:08:55 PM
Grazie Miky, questo manifesto è proprio quello da cui volevo iniziare. Chi ha seguito il dibattito ecologico degli ultimi decenni avrà sentito parlare della cosiddetta "sostenibilità". E' un concetto molto controverso, alcuni ritengono che sia una prospettiva praticabile, ma ci sono voci estremamente critiche; non perchè non ci sia la necessità di un ripensamento profondo della "produzione" in senso lato, ma perchè la discussione teorica sullo  "sviluppo sostenibile" potrebbe essere stata una manovra per prendere tempo e non fare nulla anzi: tenere occupati i teorici e gli ambientalisti "ragionevoli" a chiacchierare a vuoto smorzando le polemiche e alzando la nebbia (temporanea ma efficace) su alcuni seri problemi riguardanti il nostro "sviluppo" e il suo destino. Un po' come adesso avviene sulle "energie rinnovabili".

Da quel manifesto manca un dato: la produzione dei tre gruppi. Il gruppo meccanizzato produce moltissimo.
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: Miky Estancia - Dicembre 24, 2015, 12:24:20 PM
https://www.google.it/url?sa=t&source=web&rct=j&url=http://www.fectu.org/Italienisch/Agricultura%2520Biologica.pdf&ved=0ahUKEwirkKrIrfTJAhVGuhQKHa9cDIEQFghNMA4&usg=AFQjCNGBtC81peMywBxV2cc3D5mDPWe0Jw&sig2=FpJD8n_0v2OSvhdx_UUepA


Qui, si possono trovare notizie molto interessanti.....
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: raffaele de martinis - Dicembre 24, 2015, 01:32:25 PM
Fino a quando non ci sarà il disastro la vedo dura a tornare indietro.
Lavorare con gli animali lo si faceva per necessità, lo si fa ancora per necessità in alcune parti del globo, e certamente ci saranno dei personaggi che per ragioni loro lo fanno pur non avendone necessità ma sono pochissimi, il resto è mera rappresentanza, propaganda.

La giornata del carrettiere, del contadino - quando si lavorava colle bestie - cominciava alle 3/4 la mattina e terminava dopo il tramonto del sole, gli animali  mangiavano mentre lavoravano, i "cristiani" si fermavano alle 11:  almeno mezzo kilo di pasta era la razione normale per i carrettieri, uno sfilatino da mezzo chilo con olive o formaggio o sarde salate o pomodoro per il contadino, eppure quella gente era tutt'ossa ma con una forza bestiale... campavano poco, vita media era di 50/60 anni, negli anni trenta e quaranta del secolo scorso, oggi è di 84 anni, ma si punta ai 120, Berlusconi è sicuro di arrivarci.
Anche i lalli erano vecchi a 12/13 anni, oggi a quell'età cominciano a dare qualche risultato, che dire?
Voi che non l'avete vissuta quell'epoca, ne vedete il lato romantico, un pò come per i cow boy... figura che tante di noi vorrebbero romanticamente emulare:

cosa c'è di romantico addormentarsi in sella per la troppa stanchezza? 
Cosa c'è di romantico nel non poter scendere da cavallo perché il freddo ci ha anchilosati?
Cosa c'è di romantico nello stare un paio di mesi senza farsi un bagno come si deve?
Cosa c'è di romantico mettere la propria biancheria su un nido di formiche rosse in modo che queste la disinfestino dagli allegri e numerosissimi pidocchi? ...
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: alex - Dicembre 24, 2015, 02:02:19 PM
L'agricoltura, in origine, era attività produttiva primaria - utilizzando unicamente suolo, acqua, e energia solare, forniva in modo duraturo un "prodotto", senza alcun bisogno di apporti esterni, nè di energia, nè di concimi chimici, nè di fitofarmaci.

Il prodotto lordo veniva innanzitutto utilizzato per il sostentamento degli agricoltori e dei loro animali; il sovrappiù serviva ad alimentare uomini e animali lontani dalla campagna. Il prodotto lordo era comunque piuttosto basso (sia per l'impossibilità di apporti significativi di energia e di fertilizzanti estranei al sistema, che per la necessità vitale di non impoverire, con un eccessivo sfruttamento, la naturale fertilità del suolo), e quello netto, disponibile per il sistema non agricolo, ancora inferiore, perchè molto di quel prodotto lordo era destinato al sostentamento dei numerosissimi agricoltori e dei loro numerosi capi di bestiame. Ognuno degli agricoltori produceva poco, pochissimo; poco più del minimo per sopravvivere; talora, in periodo di carestia, di meno.

Nonostante queste limitazioni, potevano sorgere civiltà e grandi città, come Roma; ma si arrivava al limite del sistema; e infatti, mi pare di aver letto che il crollo di Roma può essere interpretato anche come il risultato di una crisi alimentare non più rimediabile.

La "rivoluzione agricola" è avvenuta quando si sono potute utilizzare grandi quantità di energia (petrolio) e di fertilizzanti da giacimento (guano) o da sintesi (prodotti consumando petrolio e carbone) e sostituendo il lavoro umano e animale con quello delle macchine agricole. La produttività per agricoltore si è centuplicata; le campagne si sono spopolate, perchè un solo potente trattore, condotto da un uomo solo, faceva il lavoro di centinaia di uomini e di decine di animali.

Il manifesto riprodotto da Miky è molto interessante, perchè dimostra che miliardi di persone vivono ancora in quell'epoca e praticano quel tipo di agricoltura. Anzi: si vede che milioni di persone non hanno nemmeno fatto il primo passo - quello di utilizzare la trazione animale come energia; l'energia è quella delle braccia degli uomini.
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: raffaele de martinis - Dicembre 24, 2015, 08:45:35 PM
Piccolo particulare, quelle genti fanno parte dei paesi da dove le persone scappano e che darebbero la vita... la danno... danno anche quella dei loro bambini pur di  abbandonare le loro bestie e i loro lavori bestiali.
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: roberto. - Dicembre 25, 2015, 07:41:39 PM
non bisogna dar retta alla tv, ma a cio che è la realtà. I miei 4 nonni sono morti cosi : 85,92,95,95 anni
marchigiani, contadini mezzadri, cioè la terra non erala loro ma di un padrone, cioe davvero poveri. Casa senza bagno interno fino a meta anni 50. Per spostarsi bicicletta , bue con carretto, cavallo. Gli animali tiravano aratro e altri lavori in campagna. D inverno(parole sue) si lavorava poco, piu che altro dar da mangiare alle bestie e poi si stava insieme e si faceva manutenzione e si mangiava.Zero stress, zero scadenze, zero bollette ,tasse, zero equitalia,zero cose da pagare. Si faceva tuttoin casa(lui faceva bene anche le corde ne ho ancora una credo). Formaggio,salumi, conserve....aria buona ,vino, caccia. Vivevano due famiglie in una casa. Dallasua bocca paroel che dicono che era meglio. C era lapromessa di un futuro migliore che non èarrivat in realta...forsesi fameno fatica(iolavoroedilizia e hodei dubbi su questo), ma lavita forse si assaporava di piu. POi come tuttele cose ci sono lati buoni o cattivi e bisogna saper coglierli. Però io sono certo delbisogno di una vita sostenibile. Questo falsoprogresso emondo tinto di rosa non serve anulla.....il meglio è nel semplice......torniamo indietro con intelligenza ed esperienza di adesso.....ci dicono che ora èmeglio ma chi lo dice....chi cera ci dice che era meglio prima e io credo a loro....poi ripeto ogni cosa ha lati buoni e brutti....e labravura è nel fare il meglio.....
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: alex - Dicembre 25, 2015, 08:05:39 PM
Forse non dovremmo chiederci come il nostro modello di sviluppo, e coloro che l'hanno "assaggiato", possono tornare indietro. Non funziona così. Nell'evoluzione delle specie, se una specie imbocca una falsa strada evolutiva, non riesce a tornare indietro fino al bivio errato  che ha preso. Penso sia lo stesso nell'evoluzione delle culture e delle civiltà. Però questa nostra civiltà consumistica e distruttiva, evidentemente impossibile da sostenere a lungo, potrebbe fare una cosa: esaminare spietatamente se stessa, descrivere la propria esperienza perchè i suoi errori non vengano ripetuti, lasciare la documentazione di quello che ha fatto di buono per una eventuale, prossima civiltà umana, profondamente diversa. Noi, temo, siamo spacciati comunque. Siamo evidentemente una civiltà in fase di declino. Indietro  (dal declino) non si torna.

Nei geni di molti animali domestici, e di molte specie domestiche di vegetali,  soprattutto di quelli rustici, il "testamento vivente" che potremmo regalare alla civiltà futura, in un gesto di altruismo umano.
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: silviasco - Dicembre 25, 2015, 11:51:16 PM
Io sono convinta che si tornerà tranquillamente "indietro" (che stupidaggine, poi, nessuno realmente può tornare indietro, il tempo va sempre e solo in avanti!), ma insomma, che torneremo ad usare la trazione animale non appena il costo del petrolio (e del gasolio agricolo) sarà salito abbastanza. E ciò avverrà, non sappiamo bene quando, ma prima o poi avverrà di certo. Perché il petrolio, lo sanno tutti ma tutti lo dimenticano con estrema facilità, è una materia prima non rinnovabile. Ossia, finirà. E prima di finire, diverrà scarsa. E quando sarà evidente la sua scarsità, il suo costo sarà esorbitante, e parecchie persone si ingegneranno per farne a meno (parecchie altre si scanneranno brutalmente per accaparrarsene le ultime gocce). E allora, in quell'epoca che i più giovani di noi probabilmente vedranno coi propri occhi, verrà davvero riscoperto il valore della trazione animale e di chi la sa utilizzare al meglio. E probabilmente, a quel punto i Paesi "sottosviluppati" che erano "rimasti indietro" alla trazione animale saranno avvantaggiati di un bel po'. E con loro, chi nei Paesi industrializzati ci avrà visto lungo e avrà continuato a credere e a sviluppare attrezzi adatti alla trazione animale, unitamente alle competenze necessarie per utilizzarli (cosa assolutamente indispensabile: un fuso è un attrezzo banalissimo, ma quanti di noi sanno usarlo per filare? Figurarsi i finimenti e attrezzi e addestramento per lavoro agricolo!)
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: silviasco - Dicembre 25, 2015, 11:59:03 PM
Per la cronaca aggiungo: il problema dei consumi energetici in agricoltura è già un argomento "caldo" nelle politiche di sviluppo rurale, e già adesso gli agricoltori avrebbero difficoltà a campare se non potessero avere i sussidi per l'acquisto del gasolio agricolo (e i fondi europei per l'acquisto dei macchinari). La scarsa diffusione della trazione animale, al momento, è motivata essenzialmente dalla scarsa consapevolezza della problematica e delle moderne soluzioni tecniche che rendono la trazione animale una opzione realmente interessante, e non solo per romanticoni new age. Io sono molto positiva e fiduciosa che basterebbe una buona campagna informativa nelle campagne (perdonate il gioco di parole) per ampliare rapidamente questa piccola nicchia che attualmente è in Italia la trazione animale in agricoltura.
E nel mio piccolo intendo anche impegnarmi in tal senso.
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: raffaele de martinis - Dicembre 26, 2015, 12:01:37 AM
Una volta avevi accennato alla decrescita felice che comprendeva anche il riutilizzo degli animali da lavoro, concetto intelligente, da me subito bocciato proprio per questo: è intelligente, dunque,  fuori della portata delle nostre oligarchie, ma che che ci riporta a Russell e al suo direttorio mondiale "illuminato"... all'utopia!

A questo punto, forse è meglio accelerare per andare a schiantarsi il prima possibile/che la disinfestazione cominci il prima possibile e sperare che i sopravvissuti - credo che ci si fermerà prima di arrivare alle clave e alle pietre - trovino il modo di stabilire una sorta di convivenza compatibile col pianeta, che li riporterà implacabilmente al buon Bertrand e al modello organizzativo degli insetti sociali, che - stranamente - zompettavano lietamente su questo pianeta al tempo dei dinosauri, e zompetteranno ancora quando l'uomo, nella forma e nell'organizzazione attuale - inevitabilmente - si sarà estinto...
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: carodubbio - Dicembre 26, 2015, 12:21:44 PM
Ma , da piccolo nel periodo estivo i miei genitori impegnati con una attività stagionale mi mandavano a volte a casa di zii, non è che ricordo bene ma di sicuro ricordo che; lo zio andava per i campi con una slitta trainata dal bestiame, al mattino facevo la caccia al tesoro con le uova delle galline , per colazione pane fatto a casa con marmellata di prugne fatte a casa, come succo di frutta pera fatta sempre a casa messa in bottiglie di gazzosa  riciclate dopo il loro uso, facevo il bagno in un fusto ci cemento alto 1,5metri adibito a cisterna a cielo aperto per ogni uso.

Sono ricordi bellissimi di una infanzia spensierata, ma dalle mie parti un detto dice ; con questo tipo di vita ci mangi ma non ci bevi.
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: Alexis85 - Dicembre 26, 2015, 12:51:50 PM
ora abbiamo uno strumento in piu': la scelta. mia nonna (nata nel 1915) scappo' dalla poverta' contadina di un piccolo paese nelle murge per vivere in una grande citta' dove ha messo su famiglia. A quell'epoca assieme alle bestie ci dormivano e mangiavano , il pane era tenuto sotto chiave, avevano un paio di scarpe per l inverno e uno per l'estate. non capiva come facessero a piacermi i cavalli e gli animali in generale, li associava alla poverta' che aveva vissuto, per lei erano solo ... bestie. oggi, nel 2015, mio cognato ha deciso di utilizzare 1 degli 8 ettari di terra di famiglia abbandonati da tempo per fare una piantagione: i lavori stanno procedendo. Per lui e la moglie lavorare la terra e' una cosa che appassiona e li realizza (e lo hanno sempre fatto, sanno benissimo i sacrifici che comporta), fanno fatica , ma sono contenti. mia nonna avrebbe pensato "ma chi te lo fa fare?"

cosa e' cambiato? sono cambiate le possibilita' perche una volta lavorare la terra era una costrizione, non avevi alternativa. ora e' diventata UNA SCELTA. ben venga.
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: alex - Dicembre 26, 2015, 04:32:43 PM
Un bravo agronomo potrebbe forse progettare una "fattoria autosufficiente", che produca (tanto o poco non importa) alimenti anche per uomini fuori della fattoria, senza aver bisogno di alcun apporto di energia o di materia dall'esterno.

E' un compito improbo. Pensiamo solo a una cosa: alla grande superficie che serve. Gli uomini mangiano, ma anche gli animali mangiano; un cavallo che lavora sodo ha bisogno di vari chili di cereali al giorno, oppure può lavorare molto meno, a solo fieno. In entrambi i casi, una bella superficie della fattoria deve essere dedicata alla coltivazione di quello che serve per nutrire gli animali.

Un'altra parte del terreno dovrebbe essere destinata a bosco, una superficie tale da fornire costantemente tutta la legna necessaria senza impoverirsi.

Tolta la superficie a bosco, tolta quella a prato o comunque destinata all'alimentazione animale, ciò che resta dovrebbe produrre abbastanza per non morire di fame, e per avere un sovrappiù da vendere per procurarsi tutto ciò che serve.

Beninteso, in questo scenario non ci sarebbero ricchi cittadini disposti a spendere enormità per una verdurina biologica..... a parte il fatto che tutto sarebbe biologico com'era un tempo, perchè non ci sarebbe il denaro per acquistare nè concimi di sintesi, nè tantomeno fitofarmaci, il cibo da produrre sarebbe quello "di sostanza": cereali, legumi, verdure sostanziose come le patate o simili.



La vedo durissima.


Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: raffaele de martinis - Dicembre 26, 2015, 04:53:24 PM
Strano... hai dimenticato: i polli, i conigli, i maiali, le pecorelle, le caprette, per non parlar di cani e gatti.

Forse non lo sai ma i polli, le galline, si tenevano libere attorno la hasa rurale anche perché sono ottime come guardia antivipere... ricordo benissimo che una volta scovarono un nido di questi simpatici serpentelli,; fu uno spettacolo vederle correre: alcune coi viperotti in becco, le altre a cercar di rubarglieli!
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: Bubba - Dicembre 26, 2015, 05:12:55 PM
Discorsi simili li avevo trovati su un altro forum ( non di cavalli). Pisso fare il nome?
Comunque si discuteva sia di vivere in autosufficienza e permacultura( che non avevo mai sentuto prina) che come reagire in caso di catastrofe. Era riportato un link allo scritto di un signore cge raccobtava la sua esperienza dyrante la guerra in Jugoslavia , di cone da un giorno all' aktro niente elettricita', polizia, negozi.. di cosa pissano diventare le persone quando hanno fame e di come lui e buona parte della sua famiglia sono sopravvissuti ( comnciava tipo.. quando accadono ste cose i deboli muoiono subito. Gli altri combattono) .
Scenari apocalittici a parte, piu' che salvare gli animali da lavoro io salverei le piante, le sementi, le conoscenze.
Moltissime varieta' di grano sono scomparse petche' e' posdibile coktivare solo quelle registrate. Credo che sia lo stesso per fagioli ecc..
Il mese scorso ho chiesto a mio padre di esser presente quando da l' orto, per capire come funziona. Abbiamo le sementi " di famiglia" ( chissa' a quando risalgono!) ma io da sola non le saprei curare.
Mio papa' si e' messo a ridere. L' orto e' fatica ( ok, provo lo stesso).

Le mucche indigene qua son scomparse, una frisona manco entra per la porta della stalla vecchia.
I cavalli pero' non li hanno mai usati. Troppo impervio. Disboscavano a mano. Ancge 8 uomini per spostare i tronchi.
Fatica fatica. Se si va a decrescere torniamo alla selezione naturale pure noi.
Io non ho la forza ma nemmeno la piu' pallida idea di come funzioni.
Mi sono " allevata" il lievito madre, giusto percge' credo sia una cosa che " sta bene imparata".
Avessi le galline, non so come macellarle. Non parliamo di come procurare loro mais e frumento.
Tralascio la macellazione delle galline, tento la salvaguardia delle sementi.

Tra parentesi, un agriturismo locale organizzava la giornata dei semi, dove appunto.ci si scambiava questi tesori clandestini scampati alla burocrazia. Chissa' se la faranno ancora.

Intervento un po' confuso, spero se ne capisca comunque il senso
Titolo: Re:Indietro non si torna: agricoltura sostenibile
Inserito da: carodubbio - Dicembre 26, 2015, 07:52:36 PM
Ho un conoscente che dopo aver lavorato  per diversi anni nel settore cavalli da corsa, si è rimesso a lavorare in campagna, ma il padre ha terreni suoi, attrezzi suoi, da una vita che lavora la terra ha solo una misera pensione e una casa + i vari attrezzi per lavorare la terra, se il figlio dovesse partire da zero non solo non beve , ma nemmeno ci mangia lavorando la terra.

La concorrenza nel settore è spietata, ti puoi salvare solo nel settore biologico altrimenti sei fuori mercato con i prezzi di quello che produci.

Certamente si può fare, come si può anche vivere facendo il barbone.