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Il tocco magico

Aperto da raffaele de martinis, Gennaio 15, 2016, 09:56:32 AM

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raffaele de martinis

Citazione da: raffaele de martinis - Gennaio 15, 2016, 09:42:04 AM
Già, le sentiment e le tact:
considerando queste due espressioni, la prima empatica, la seconda semiempatica, deduciamo che sono qualità innate o quasi innate, come: il fascino, il carisma, l'intuito ecc- ecc.

http://calmoinavantiedritto.blogspot.it/2011/03/8-tom-bass.html

Dunque, fare scuola di relazione è come andar a fare scuola di talento, una mi... scusate la scimmia che ho sulla spalla mi suggerisce - ... una sciocchezza.

La relazione, o meglio, il convivere con gli animali fin da bambini sviluppa l'empatia, il vostro affezionatissimo è empatico forse proprio per quello, infatti, ho percepito il disagio di una persona attraverso questo freddo schermo che sto guardando e  - pur ribadendo che la utante mi stava pesantemente sui... sulle scatole - volevo ovviare alla sua penosa situazione, tentativo fallito per uno spiacevole incidente.

Dunque, chi propone queste tecniche vuol solo spillar valsente alla lallista, a meno che, non dica che assieme ai suoi dettati - la poareta - non stia almeno 8 ore il giorno assieme alle amate bestiole... forse a 42 anni è un pò e tardi sarebbe stato opportuno cominciar da piccine... ma è già qualcosa, e comunque le fruitrici del cavallo sono soddisfatte.

Le giolive alle quali interesasse continuare a cognoscere la mia posizione, possono continuare a leggerla in questo topico, sapendo che devono sorbirsi il mio stile, altrimenti vadano a sollazzarsi nel topico già precedentemente aperto dal vostro affezionatissimo.

... ah dimenticavo: se fate interventi provocatori e/o offenzivi o inutilmente OT li trasferisco delicatamente nella pattumiera.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

Il bel intervento di Nicola ci ha portato fuori tema, infatti, l'empatia con l'intervento di Vito non c'entra una beatissima.

Per spiegarci il pereché i due lalli a distanza di una trentina d'anni si sono immobilizzati bisogna ricorrere ad altre spiegazioni che forse Alex aveva elaborato...
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

PokerFace

io conosco anche il NON tocco magico.
quando alleno i cavalli nel corridoio, quest ultimo è fatto da fettuccia bianco/rossa dei cantieri. la spezza perfino un gattino. eppure....
e non centra niente la corrente elettrica (ricordo di un paddock elettrificato in cui non sono stati mai messi)...

alex

Devo verificare sperimentalmente.... non ho le idee chiare sul fatto se sia un comportamento riflesso o un comportamento appreso. In prima approssimazione lo metto vicino a quella cosa più semplice: se Asia non ha voglia di essere "catturata" in box, continua a spostarsi; se riesco ad appoggiarle la longhina sul collo, si ferma, anche se in realtà nulla la trattiene, come se pensasse  "ormai mi ha preso: pazienza"; e questo è quasi certamente appreso.

La descrizione della cattura col "tocco magico" è molto precisa, dovrei riuscire a riprodurla bene.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

M'ha preso, m'ha preso, m'ha preso penza la gioliva Asia appena si sente la orda sulla collo, sulla groppa, perché lo penza?

Perche si è imbozzolata in una lieta abitudine: quando sente addosso il cuoio, sa che è a disposizione del suo occhialuto padrone.
Come il lallo non distingue la differenza tra il getto d'acqua, la corda, la mano, per lui è toccamiento e basta; così non distingue la differenza tra la sella, la capezza, la corda, una volta che lo sente si mette a disposizione.

Io ho Silent Boy un lallo assai nevrile, quasi un PSI; la mattina si fa delle corse pancia a terra e salti e scalciate e non è esattamente un polledro: ha olltre 20anni.
Poi lo chiamo, lo prendo per la capezza, a volte tenta di tirare, io faccio il "braccio forte" e subito cede  e mi segue come un agnellino al pascolo, perché si comporta così?

Assioma di L'Hotte, lui sa che se tirasse veramente si scontrerebbe con la catena, dunque, non ci tenta neppure, anche se sarebbe bastato uno strattone neanche troppo deciso per liberarsi perché la catena non c'è.

Poi c'è un altro fattore che Vito conosceva a sua scajola, la querencia, ora dovrebbo spiegare cos'è la querencia, il termine lo scoprii leggendo: Morte nel Pomeriggio, romanzo di Ernesto che tutte voi avete sicuramente letto...





... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

nyna

Querencia è spagnolo.
Si dice che un cavallo ha "querencia"-nostalgia e voglia di tornare- dei posti a lui conosciuti (scuderia, prato, ecc)
È questa la definizione che sai tu Raffaele?

raffaele de martinis

#6
Si in effetti vuol dire anche quello, ma Hemigway prende questa palabra dal gergo dei toreri, dei matador, premesso che "odio: la corrida i palii (compreso quello di siena) i combattimenti dei cani dei galli dei pesci dei lalli ecc. ecc.

La Morte nel Pomeriggio, Moby Dick, Zanna Bianca pur descrivendo terribili crudeltà sugli animali si emendano per il loro valore letterario.

Dunque, la querencia è inteso come territorio, il toro stabilisce un suo territorio/una sua querencia  nell'arena, il rorero deve individuarla, e farlo sortire da quella sua casa immaginaria, altrimenti se fosse lui ad entravi sicuramente sarebbe incornato... deve portalo a combattere in territorio neutro.

A volte il toro - oltre la querencia principale - ne stabilisce altre secondarie, più difficili da identificare pertanto più pericolose.

Questa situescion collima con lo "spazio vitale" che tutti gli animali hanno uomo compreso, lo sottolineo, ma chi mi conosce sa che quando dico animali includo l'uomo, un primate con pochi peli... una scimmia nuda per dirla alla Morrris.

Voi tutte potete verificare il vostro spazio vitale, quando state in autobus e siete costrette ad un contatto troppo da accosto con estranei, vi sentite in imbarazzo e ne avete fastidio, mentre, accettate la vicinanza con amici, parenti, amanti... ogni categoria ha la sua distanza ideale che istintivamente mantiene.

A proposito di Morris, vi consilio: Il Comportamento Intimo - Feltrinelli editore, dove  - tra l'altro - è ben descritto questo fenomeno

Potremmo dilungarci sulla territorialità, ma torniamo al nostro lallo...

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

... dunque, Orlando - lo stallone fuggitivo - malgrado che era con me da circa tre anni: lo accudivo, lo montavo regolarmente, lo avevo assistito durante una colica piuttosto brutta, mi chiamava quando mi vedeva - in quella situescion -  non si sarebbe mai fatto prendere da me in così breve tempo.

Vito, un perfetto sconosciuto per quel lallo, ma vecchio cavallaro lo prese in 3 minuti, ora, avreste dovuto capire che quello che voi chiamate: relazione, collaborazione, amicizia, amadrinado non è altro che il risultato della combinazione di questi due elementi: assioma di L'Hotte, imbozzolamento di JDO - chapeau a tuttiedue.

Miliardi di uomini di cavalli - nei millenni - hanno usato/usano - a loro scajola -  questi sistemi che noi. per convenzione, sintetizziamo con quelle due denominazioni; ovviamente, il rapporto uomo cavallo esiste ma non è personale e se lo è, è molto labile.

Potete ripetere facilmente l'esperimento di Fillis tra di voi, fate con una vostra amica quello che io propongo al mio allievo cavallaro, che ormai è pronto, prontissimo a recepire quanto gli dico.

Do appuntamento ad Alex per due giorni nelle mie scuderie (un vecchio capannone) e gli dico: guarda quello che faccio da lontano ma non intervenire.
Dopo di chè gli lascio cavallo e capannone, bene, il lallo che ho da 16 anni, preso selvaggio dalle foreste dei Nebrodi, se Alex si comporterà come me, non si accorgerà neanche della sostituzione; dirò di più, se  gli spiego i trucchi, il lallo farà tutti i sollazzi e le esibizioni di "alta squola" che ha imparato da me, dirò ancora di più: se spiego al giolivo patologo la tennica, lo porterà a mazzetta al galoppo a fare gimkane, e, se vuole, con un pò di confidenza la bestiola farà le stese hose col collare.

Ora, voi siete ragasse intelligenti, rispondete a questa domanda: come mai, solo oggi - dopo millenni di convivenza - vogliono insegnarci (a pagamento) a diventare tutti lallorelazionisti?
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Nicola

E così Raffaele il ritroso é finito tra le mie braccia a sua Scajola come ama dire lui.

Dice che son fuori tema e poi mi cita amorevolmente.

Io dico: per suonare la ciaccona ci vuole un musicista e lui mi risponde dicendo che sono fuori tema.

Poi racconta di come é fatto lo spartito e della tecnica violinistica. Giusto.

Ma poi dice, ebbene io e Vito che siamo violinisti abbiamo suonato la ciaccona a distanza di anni uno dall'altro e millanta altri musicisti lo hanno fatto prima di noi.

Ma tutti erano musicisti!

Perbacco allora la storia dell'empatia fila. Se traduco empatia con l'essere musicista il ragionamento fila.

Sbaglio?

Chi oggi insegna la ciaccona alle ragasse spesso nemmeno é musicista.
Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

raffaele de martinis

Hai perfettamente ragione, l'equivoco nasce da una mia cattiva interpretazione del significato di empatia che assimilavo allo scambio reciproco di emozioni, ho verificato che - invece - è questo:

In psicologia, la capacità di porsi in maniera immediata nello stato d'animo o nella situazione di un'altra persona, con nessuna o scarsa partecipazione emotiva.

Che vuoifare, la mia scarsa cultura emerge... d'altronde lo ripeto sempre che sono un cavallaro leggermente ripulito.
Faccio ammenda, comunque Vito e il vostro affezionatissimo applicarono semplicemente un sistema empirico vecchio di chissà quanto.

Non posso dire di Vito, ma io, quando vidi il lallo che scappava, capii la situazione (è empatia?) ma del lallo me ne fregavo altamente, tant'è che appena lo presi (per fortuna aveva la capezza) andai subito via, avevo da fare.

Scoprii successivament che era un akal teké e lo chiamavano Pugacioff o Gorbacioff non ricordo bene...
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Nicola

La definizione é calzante con l'atteggiamento di tutti i buoni cavalieri e uomini di cavalli.

Fattene una ragione,  rientri nella categoria suddetta tuo malgrado  ;D
Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

raffaele de martinis

Mi piacerebbe capire, perché non ho capito.

Detta a brutto muso: io credo che non esista la relazione come la predicano i coltivatori di lalliste, ma che ci sono persone che mettono in relazione i lalli con loro e non vice versa.

E sono: i cavallari, i cavallerizzi, gli uomini di lalli, i grandi cavalieri... e gli addetti ai mercati di lali da macello.
Costoro fanno relatione con: le sentiment e con la lunga et  continua consuetudine coi lalli.

Sei mai stato al mercato di Montichiari? O a quello di Modena nel giorno deputato alla compravendita di lalli?

Hai visto come si comportano gli addetti col "bestiame"?
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Nicola

#12
Citazione da: raffaele de martinis - Gennaio 16, 2016, 04:55:51 PM
Detta a brutto muso: io credo che non esista la relazione come la predicano i coltivatori di lalliste, ma che ci sono persone che mettono in relazione i lalli con loro e non vice versa.

Ti seguo e provo a spiegarmi meglio.

Un cavallo libero di scegliere vivrebbe in un branco di suoi simili agendo coerentemente con il suo istinto di conservazione, ma in una forma di relazione empatica (io credo anche emotiva, ma per il momento non prendiamo in considerazione questo aspetto)  con il suo branco ma anche con la natura che lo circonda.

Cos'è in definitiva l'empatia? La consapevolezza di condividere una sorta di comune destino, anche "con nessuna o scarsa partecipazione emotiva". Il destino comune non deve  mica essere "felice", giusto? Può prevedere sofferenza e morte.

Ora, il cavallo che viene sottoposto ad un processo di domesticazione non perde, di per sé, la sua empatia, e la sua empatia è, ne sono certo, interspecifica. Nel suo dna è scritto che in natura esiste il puma in grado di ucciderlo, pur tuttavia la relazione empatica tra cavallo e puma a mio modo di vedere esiste certamente. Entrambi riconoscono la legittima coerenza dell'esistenza di entrambi, senza giudizio etico alcuno.

Tutte  le persone che citi, cavalieri, cavallari, commercianti, mercatari, se non altro per prolungata contiguità sviluppano la loro empatia. I più sensibili ed intelligenti di loro, certamente rapiti dal fascino incredibile che la creatura cavallo suscita, anche senza che si sviluppi in loro un moto d'affetto, riconoscono nel cavallo una creatura "degna" di stare al mondo.

Perdona, cerco di usare una terminologia evocativa, perché non ho altro mezzo espressivo più efficace.

Ciò che contesti nei relazionisti è che spesso essi, come moltissimi esseri umani, hanno perduto molto della loro capacità empatica, e cercano di surrogare questa perduta capacità con un tentativo di relazione  addestrativo/affettiva certamente ipocrita, perché nega la possibilità di sofferenza e morte.

Sono  astruso?


Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

Nicola

Proseguo.

Un cavaliere, se è tale, anche se non prova affetto per la sua cavalcatura, è capace di empatia, quindi riconosce nel cavallo la dignità e la dignità porta al rispetto.

Il rispetto non implica di non adoperarsi per perseguire i propri fini (sportivi, professionali, ...) ma di prendersi carico della sofferenza e della fatica che il perseguimento di quei fini cagioneranno al cavallo.

Il tatto equestre è la somma di esperienza, tecnica ed empatia.

Da qui la scelta di tutti gli uomini di cavalli indirizzata verso "la linea di minore resistenza". 
Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

raffaele de martinis

... continua, l'assioma di L'Hotte è vicino.
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