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Il ginocchio: perno del mondo o semplice snodo?

Aperto da raffaele de martinis, Gennaio 22, 2019, 08:27:19 PM

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milla

Caro Raffaele condivido il vaffa alle mie (fortunatamente ex) cape, capette e bici, da mesi sono felicemente autodidatta e cerco di lavorare mettendo in moto i miei due vecchi neuroni.
Stamattina ho provato.
Le gambe le tengo morbide, non so se sono fascianti o come asciugamani ma stanno lì tranquille pronte ad intervenire se necessario, sono a contatto leggero con il costato.
Non premo sulle staffe e non tengo le gambe come se fossi su un chopper.
Ho provato a stringere le ginocchia ma così facendo il sedere non sta più ben aderente alla sella ma si solleva leggermente (effetto molletta da bucato) e tutta la gamba diventa rigida, per non parlare del famoso appoggio sull'alluce con le suole che guardano in fuori, mi pareva di avere le gambe ad x, ginocchia ancora più strette e piedi lontanissimi, una schifezza totale.

milla

Sally Swift nel suo libro sostiene che in sella ci si deve mantenere come quei bambolotti di plastica con la base tonda appesantita da un pezzetto di ferro che, per quanto tu li inclini, non rovesci, anzi tornano sempre in piedi grazie al peso nella base, la mia sensazione in sella è proprio quella.
Che poi scusa se tu dovessi montare senza sella o anche semplicemente senza staffe che fai? Stringi le ginocchia? Ma voli per terra di sicuro
Comunque fai icchè tu voi, io fo icchè mi garba.

raffaele de martinis

Mi hai convinto!

Domani mi ordino il libro della Sally e me lo studio a fondo.
La teoria del bambolotto assai mi garba.

Oliveira e JDO, non capirono un hazzo o forse - purtroppo per loro - non ebbero l'occasion di cognoscere la nostra beneamata Sally, se l'avessero avuta, certamente avrebbero rivisto le loro puttanete che hanno inquinato la buona equitation.

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

milla


raffaele de martinis

Le gambe devono essere piazzate in una maniera che oggi, purtroppo, non si insegna più.
Infatti, le ginocchia devono essere incollate alla sella.
Questo permette di affinare l'azione delle gambe e assicura una corretta posizione del dorso.
Per il Maestro il tocco delle gambe è di una importanza pari a quello delle mani.


Quelle sovra sono palabras di Nuno Oliveira riguardo l'assetto in sellla.
Il Maestro non fa altro che confermare ciò che da Xenophon a JDO è stato detto e ridetto.
Però, a voi, attentissime al minimo sgarro del vostro affetionatissimo, è sfuggito quel: ... oggi, non si insegna più.

Infatti, abbiamo Segreto che si attacca coi polipacci, milla che si mette in sella alla "Ercolino sempre in piedi", quell'altra si piazza colle gambe attaccate dietro la panza dello lallo, quell'altra ancora fascia colle gambe il lallocostato come un asciugamano bagnato... ognuna fa per se et è stupefacente che ciascuna è felicissima della sua maniera di montare, salvo poi denunciare pubblicamente i suoi ploblemi col pelosetto, o a scassarsi regolarmente le gengive sulle barriere al primo rifiuto dello lallo.

Tutte ste puttanete, però, hano avuto il merito di farmi rivedere il video "patrimonio della cavallinità" del Maestro portoghese et sto penzando di riprendere una mia vecia fissa.
Ma questa nulla a a che fare co sto topico, peretanto vela espongo da altra parte.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

nala

Buongiorno Raffaele, questo topic mi sta molto a cuore perché aihmè, le gambe sono per me croce senza delizia!
Cosa mi è stato insegnato da un vecio, come simpaticamente vi definite: coscia aderente alla sella e dal ginocchio in giù come se non esistesse, nel senso che rimane neutro e staccato dal costato fino a che non serva. Posizione né avanti né dietro, resta lì dove cade naturalmente ma appunto staccato. Niente peso sulle staffe e, dulcis in fundo, caviglia piegata verso l'interno in modo che la suola esca in fuori. La punta in direzione della spalla del cavallo.
Ora, coscia e ginocchio ok, ce la posso fare. Dal ginocchio in giù staccato dal costato e morbido ok, anche qui ce la faccio. La caviglia ( o peso sul pollicione come indichi tu) non ci riesco. Le punte dritte pure pure ma la posizione del piede verso l'interno proprio non riesco a tenerla.   
MI rendo conto che così riesco a dare comandi lievi ed ottenere reazione perché mantenendo la parte sotto staccata e neutra, nel momento in cui chiedo qualcosa basta solo accostare lievemente al costato e il cavallo esegue più prontamente, che sia un avanzamento o flessione o alt, ed i  quel caso l'accostamento della gamba sarà in un determinato punto del costato ( altezza sottopancia, poco dietro etc). 
Ma quanto è importante tenere la caviglia in quel modo? O il peso sul pollicione per capirci? O forse lo tengo e non me ne accorgo perché viene naturale stringendo le ginocchia e staccando il polpaccio?  :dontknow: Trovi la strada sia quella giusta o ci sono ulteriori osservazioni da parte tua che mi possano dare ulteriori spunti?  :horse-smile:





BigDream

Citazione da: raffaele de martinis - Gennaio 31, 2019, 01:53:20 AM


Infatti, abbiamo Segreto che si attacca coi polipacci, milla che si mette in sella alla "Ercolino sempre in piedi", quell'altra si piazza colle gambe attaccate dietro la panza dello lallo, quell'altra ancora fascia colle gambe il lallocostato come un asciugamano bagnato... ognuna fa per se et è stupefacente che ciascuna è felicissima della sua maniera di montare, salvo poi denunciare pubblicamente i suoi ploblemi col pelosetto, o a scassarsi regolarmente le gengive sulle barriere al primo rifiuto dello lallo.



Ma perché devi dire ca**e? I problemi che ognuno ha col cavallo possono anche NON essere legati alla posizione della gamba. Onestamente, di cosa dice tizio e caio me ne frega poco, perché sul cavallo ci sono io e devo essere io a dover trovare il modo giusto di montare quel cavallo. Se serve tenere la gamba in modo X bene, se serve tenerla in modo Y bene uguale. Non esiste solo il bianco e il nero, esistono milioni di cavalli diversi che hanno ricevuto addestramenti diversi, che hanno caratteri/sensibilità/gusti diversi e quindi bisogna imparare a montarli nel modo giusto.

Infatti son belle le parole, ma poi cosa ne sappiamo di come montate nella realtà? Chi dice che monta solo in un certo modo, ecco vorrei vederlo dal vivo, magari su un cavallo diverso da quelli che monta di solito, per vedere se si ostina con le sue credenze oppure se, guarda un po', si deve adattare al cavallo che ha sotto il culo.

E qui chiudo.

milla

Beh Dream non ha torto, non è detto che gli eventuali problemi che ciascuno di noi ha con il proprio cavallo siano legati alla posizione delle gambe.
A proposito delle gambe staccate dal costato mi viene in mente che qualche Maestro (forse Museler o Licart, non ricordo ) diceva che si deve sentire il calore del costato del cavallo attraverso lo stivale.
Ovviamente l'immagine è solo per dare l'idea, non mi mettere disegnini di Lalli a mo' di scaldino o stufetta eh Zio Raffae!

raffaele de martinis

#38
Le punte dritte pure pure ma la posizione del piede verso l'interno proprio non riesco a tenerla. 

Non è grave.
Forse potrebbe aitarti il calzare completamente la staffa (come facevano i caprillioni), poi se aquisirai, la "spinta" del ginocchio verso la sella, (perché di questo si tratta) prova a tornar alla "normale" calzatura  :icon_eek:.

Altro punto di ancestrale accezione, di consolidata consuetudine è che la gamba propulsiva deve agir vicino la cinghia.

Il peso deve gravare "nel" talon, non importa se la punta è su, giù, orizontal!

In haso di sgroppate, stoppate, rifiuti, ecc. non esitar a buttar le gambe avanti e sostenerti sulle staffe, molto meglio che afferrarsi coi polipacci... ovviamente, se sei senza staffe, l'unico sistema in quei casi è attaccarsi coi polipacci, coi talloni, coi malleoli, colle falangi, falangine e falangette... tutto fa brodo per tenersi in sella.

PS. il tuo affetionatissimo, ha speso 20ani per tentar di fare il contrario di quelo che ho appena detto, per adeguarsi ai nuovi inzegnamenti dell'equitazione, per corriggere il suo assetto cavallaro che gli stava tanto ben...  :dontknow:
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

nala


Forse potrebbe aitarti il calzare completamente la staffa (come facevano i caprillioni), poi se aquisirai, la "spinta" del ginocchio verso la sella, (perché di questo si tratta) prova a tornar alla "normale" calzatura  :icon_eek:.

Ok, ci proverò

Altro punto di ancestrale accezione, di consolidata consuetudine è che la gamba propulsiva deve agir vicino la cinghia

io semplicemente accosto il polpaccio leggermente dietro la cinghia, ma un ticchietto dietro, se voglio una spinta in avanti. La tengo ad altezza cinghia quando devo invece richiedere flessione nelle girate, se sento che sta per cadere sulla spalla interna nelle girate, per richiedere lo spostamento delle spalle ( o per una piroette ), insomma in tutto ciò in cui è necessario richiedere lo spostamento degli anteriori.
Leggermente dietro la cinghia per richiedere invece tutto ciò che ha a che vedere con i posteriori, il loro spostamento o avanzamento, compreso quindi alt e passi indietro. 
Tutto questo lo chiedo al momento e poi torno a staccare il polpaccio a risposta ottenuta. Mi fai qualche osservazione/consiglio? Il mio vecio lo tartasso ma ricevere altre osservazioni a volte diventa davvero illuminante proprio perché le cose vengono dette in modo diverso.

In haso di sgroppate, stoppate, rifiuti, ecc. non esitar a buttar le gambe avanti e sostenerti sulle staffe, molto meglio che afferrarsi coi polipacci... ovviamente, se sei senza staffe, l'unico sistema in quei casi è attaccarsi coi polipacci, coi talloni, coi malleoli, colle falangi, falangine e falangette... tutto fa brodo per tenersi in sella.

ah ah E lì la tentazione di incollarsi a morsa con i polpacci c'è, e mica solo con i polpacci!  :firuu: