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i cavalli si affezionano o no?

Aperto da Ally, Settembre 07, 2015, 02:44:42 PM

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Natural Trainer

Kimimela purtroppo no fino a poco tempo fa lavoravo in un centro ippico e mi appoggiavo a loro quindi il problema non si poneva ora sono freelance, devo ancora organizzarmi con sito foto e video. Purtroppo lavorando da solo faccio molta fatica a stare dietro a tutto. Ma intendo farlo presto e appena posso intendo mostrali perchè non sopporto chi parla di teoria senza fatti :P

Kimimela

ti capisco...pero' un sito aiuterebbe a conoscerti meglio e ad aumentare I client, sempre che tu ne abbia bisogno eh  ;D
La Medicina (Canto Apache)
"Il vento e' la mia medicina che spazza via le pietre dalla mia mente. La pioggia e' la mia medicina che lava le mie ossa stanche.
Il mio cavallo è la mia medicina, e quando cavalco il ritmo del suo passo dentro mi accende"

Natural Trainer

è sicuramente vero infatti intendo farlo e si ne ho bisogno soprattutto di questi tempi :P

Lux

se si cerca di coltivare una vera relazione con loro stando attenti ai bisogni e alle necessità, lavorando bene da terra oltre che in sella, giocando con loro (cosa spesso trascurata) allora io credo davvero che si formi un legame che nessuno possa negare.

Natural Trainer, quoto tutto quello che hai scritto ed in particolare questa frase.
Ti piacerebbe condividere con noi qualcosa in più? Quali sono secondo te i bisogni e le necessità? Quale lavoro da terra e giochi sono utili ai fini della relazione?

Silvia_Jimbo

Anche a me interessa tanto, soprattutto approfondire giocando con loro (cosa spesso trascurata)
grazie !

manu

Quando sono andata con Miky e Tony per scegliere la puledra pensavo: speriamo che non siano troppo piccoli, altrimenti cosa gli faccio fare intanto che aspetto di poterla montare? "Beata ignoranza".... dopo la mia permanenza all'Estancia l'ultima delle mie priorità è montare! Mi stò divertendo un sacco a fare tante belle cosine, e non solo in tondino o in campo ma il mio lavoro da terra comincia da quando la vado a prendere dal paddok, quando la striglio ed anche quando giriamo per tutto il maneggio (anche se a volte mi prendono per pazza  :icon_eek:). Inoltre Etolie collabora molto volentieri e mi stà dando delle grandi soddisfazioni.

Miky Estancia

Manu, che dire....  :love4: :love4: :love4: :love4: :love4: :love4: :love4: :love4:
Etoile non poteva trovare persone migliori, ne sono molto felice!
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

alex

Citazione da: manu - Novembre 18, 2015, 03:26:00 PM
ma il mio lavoro da terra comincia da quando la vado a prendere dal paddok, quando la striglio ed anche quando giriamo per tutto il maneggio

Mi piace sottolineare questa frase .... il lavoro a terra non esiste, o meglio: consiste in ogni attimo che condividiamo con il cavallo, senza stargli  in groppa. Lo richiede il principio della coerenza
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Natural Trainer

I bisogni e le necessità dei cavalli sono stati ben definiti dall'etologia. Sono:

  • Sicurezza
  • Comodità
  • Relazione
  • Cibo
Spesso si studiano questi concetti, si conoscono le nozioni teoriche, ma non si pensa alle ricadute pratiche. Il cavallo ha bisogno prima di tutto di sentirsi sicuro: in natura la sicurezza è data da due fattori il branco (insieme si proteggono, hanno meccanismi sofisticati per percepire i pericoli e cominicare velocemente, ecc) e il leader (nel branco in genere sono due, almeno secondo gli studi che conosco io: una femmina che si occupa della gestione interna del branco oltre che guidare il branco durante gli spostamenti alla ricerca di acqua e cibo; un maschio che si occupa principalmente della sicurezza). Questo significa che un cavallo chiuso in un box da solo senza contatti con gli altri sarà molto più stressato di uno in paddok vicino o meglio con altri. Significa anche che prima di poter chiedere qualcosa al cavallo dobbiamo farci accettare in qualche modo all'interno del suo branco e diventarne il leader (uso questa parola perchè per essere leader bisogna ottenere la fiducia dell'altro, a differenza del dominante che lo fa con la forza, è una differenza piccola ma sostanziale).
La comodità è in assoluto il bisogno più usato nell'addestramento, anche se non sempre nel modo più corretto (andrebbe unito alla relazione). I cavalli vogliono starsene fermi a mangiare erba e oziare tutto il giorno senza fare nulla. Potendo farebberro questo, gli unici momenti di movimento sono i giochi e gli spostamenti per trovare risorse.
La relazione è il bisogno spesso più sottovalutato. I cavalli sono animali da branco hanno bisogno di interagire con gli altri è veramente una cosa di cui non possono fare a meno. ecco perchè farli vivere dove non possono toccarsi e annusarsi è sbagliato (so che non è sempre ossibile, ma è così). Quello che però dobbiamo capire è che questo bisogno può tornare molto comodo anche per noi: loro vogliono relaizionarsi anche con noi se diamo loro modo di capire che non siamo una minaccia e siamo disposti a lasciarli esprimere. Questo bisogno di relazionarsi rende la vita molto più semplice a chi si avvicina ad un cavallo a patto di essere in grado di capirlo.
Il cibo per i cavalli è dato quasi per scontato perchè salvo siccità o periodi molto particolari l'erba esiste ovunque. Ecco perchè dare un premio in cibo per premiare il cavallo come si fa con un cane non ha senso. L'unica cosa per cui può essere utile e che masticare provoca decontrazione e quindi relax.
Per quanto riguarda il gioco, fa parte della relazione e in natura è un momento fondamentale perchè attraverso il gioco i puledri imparano moltissime cose che saranno utii in futuro. E resta comunque presente anche nei cavalli adulti. A livello addestrativo purtroppo lo si considera poco perchè ci poniamo sempre nella condizione di fare richieste e svolgere esercizi più o meno complicati anche da terra. Nel gioco in realtà dovrebbe esserci libertà di espressione. è un aspetto che io stesso sto cercando di approfondire solo ora dopo uno stage che mi ha un pò illuminato a riguardo. I giochi sono gli stessi che puoi veder fare a due caavalli in natura: si inseguono a vicenda, corrono insieme, uno manda via l'altro e viceversa. Cose di questo tipo si possono fare in libertà e rendono per il cavallo la relazione più interessante e gratificante. Si tratta di attività fatte insieme che implicano movimento di entrambi e senza che ci siano delle vere e proprie richieste da parte nostra.
Spero di aver risposto purtroppo l'argomento è complesso e in parte non ancora del tutto chiaro per me, ma sto cercando di approfondirlo perchè su i miei cavalli, uno in particolare, ha avuto risultati incredibili

Bubba

Non vorrei dire una banalita', ma credo che quelli che hai elencato non siano i bisogni primari, non in quest' ordine almeno.
Per vivere ha bisogno di cibo.
Per restar sano di cibo e movimento.
Per essere felice/ appagato/equilibrato tutto il resto ( importantissimo ).
E' doveroso curare e concentrarsi sugli aspetti da te elencati , dando prima per scobtato cge cibo e movimento siano gia' di ottima qualita'.
Mettere il cibo al quarto posto nei bisogni potrebbe essere interpretato male.
Scusate l' intrusione :horse-embarrassed:

alex

Eh no Bubba.... parliamo di ecologia del cavallo naturale; un cavallo che mettesse in cima alle priorità il fattore "cibo" si trasformerebbe rapidamente in "cibo" lui stesso; infatti resterebbe a brucare mentre si avvicina un leone affamato.  :horse-wink:
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Luna di Primavera

non per riaprire una polemica ma io (e non solo io) non sono mica tanto sicura di questa affermazione:

e il leader (nel branco in genere sono due, almeno secondo gli studi che conosco io: una femmina che si occupa della gestione interna del branco oltre che guidare il branco durante gli spostamenti alla ricerca di acqua e cibo; un maschio che si occupa principalmente della sicurezza).

per esempio questa è una bella storia, di un gruppo ampio di cavalli (circa 100 capi) che si è trovato nei guai: https://www.youtube.com/watch?v=w_BLSHl3EXU

a parte la bella storia, ma come fa in un gruppo così ampio a esserci UNA femmina e UN maschio a occuparsi di tutto?
può essere convincente in un gruppo piccolo (e infatti è uno schema sociale che funziona nei lupi e negli elefanti) ma se ci fate caso nei grandi gruppi di erbivori (zebre, gnu, antilopi bufali etc) lo schema sociale è più simile allo stormo di uccelli o al banco di pesci. 

guardate qui. si radunano sulla sponda... aspettano... non è che c'è un capo o una capa che decide.. a un certo punto è la "coscienza collettiva" del branco che decide, e si va: https://www.youtube.com/watch?v=5XBxE_A0hVY

e sinceramente il cavallo mi sembra più simile allo gnu che al lupo o all'elefante.

poi, la questione leadership con l'uomo funziona, è innegabile.. ma ciò avviene perché il cavallo per sua natura (come gli gnu appunto) tende a evitare conflitti e preferisce essere collaborativo. anche questo aspetto a mio parere riconduce alle regole sociali ancestrali di quieto vivere del "grande branco".

ho detto la mia  :angel5:




I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

alex

#72
In effetti, essendo l'etologia "scientifica", anche a me piacerebbe avere un riferimento a una ricerca scientifica che parli delle "due leadership" nei branchi di cavalli (che hanno una struttura molto complessa, fatta, da quel che ho capito, da unità sociali elementari (harem e "bachelors group") vagamente e dinamicamente unite in "super-branchi" che però si riuniscono solo in circostanze molto particolari, alcune delle quali così stressanti che non penso ci sia il tempo e la possibilità di stabili e al loro interno alcuna gerarchia.

Quindi.... mi tocca chiedere il titolo e l'autore di articoli scientifici, o in subordine di trattati scientifici, dove queste leadership sono documentate e descritte. Devo rileggerlo, ma nell'unico testo di riferimento che ho letto (The equid ethogram) questa cosa non l'ho mica trovata; tuttavia l'etogramma equino è solo uno degli elementi con cui descrivere l'etologia sociale dei cavalli.

Ovviamente, come riferimento scientifico sull'etologia del cavallo, i vari maestri e istruttori di equitazione, e ci metto pure il mio amato Rashid, sostenitore della "passive leadership", non hanno la minima autorevolezza; esprimono loro opinioni, rispettabilissime, ma non è etologia. Dal punto di vista del pensiero scientifico sono "dilettanti allo sbaraglio"  :horse-wink:

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Natural Trainer

Avete ragione errore mio lo faccio comunemente anche se so che è sbagliato, avevo inteso branco in senso di gruppo famigliare, è una semplificazione molto schematica che uso spesso per spiegare a chi non ne sa nulla e purtroppo a volte mi dimentico io stesso di cambiare terminologia. Chiedo venia, è vero la struttura del branco è assai complessa e sinceramente non mi sono spinto così addentro nello studio, conosco le dinamiche a grandi linee, ma non abbastanza per poterne parlare. Quello che volevo descrivere era il gruppo familiare tipo e anche qui è abbastanza semplificato, perchè in realtà in un gruppo familiare, a quanto so, ci possono essere anche due o tre stalloni che si occupano di difendere il branco (anche se in realtà il leader resta uno, quello che sceglie le femmine più in alto nella scala gerarchica). Per quanto riguarda la femmina a quanto so resta una, di solito quella più esperta. Questo è quello che so io, faccio fatica alex a recuperarti i riferimenti scientifici, perchè sono cose che ho messo insieme leggendo da più fonti nel corso del tempo, ma posso provare se vuoi. 

Luna di Primavera

ne dico un'altra delle mie, basata sull'osservazione dei classici micro-gruppi che possiamo vedere in giro (da 3 a 8 elementi in paddock sufficientemente grandi).

qui è evidente che c'è invece una forma di scala gerarchica, un cavallo/a dominante che per es. scaccia gli altri, poi cavalli in varie posizioni relative e infine un reietto/a che è l'ultima ruota del carro.

ma se questa gerarchia non fosse basata tanto sulla leadership, quanto sul carattere del singolo individuo?
ci sono cavalli più prepotenti, altri più gregari e remissivi. ci sono cavalli coraggiosi e sicuri di sé e altri paurosi. quello che prende le iniziative e quello che si adegua. ci sono simpatie e antipatie anche fra loro.

ipotesi: non potrebbe darsi che in gruppi ristretti e condizionati dall'uomo (fornitura di cibo e acqua, riparo, isolamento degli stalloni e castrazione, recinzioni, assenza di pericoli...) le dinamiche fra i singoli (ossia chi scaccia chi, chi sta con chi) siano determinate da questi aspetti "caratteriali" più che da presunte necessità di leadership del "branco"?

I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming