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Un Ufficiale di Cavalleria - prefazione a cura di RdM.

Aperto da raffaele de martinis, Novembre 19, 2012, 11:00:57 PM

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raffaele de martinis

Un Officier de Cavalerie - Général Alexis L'HOTTE: 1825-1904

Beatrice Scheda e Raffaele de Martinis presentano in italiano: i souvenirs del Generale.

Già dal titolo - semplice ed elegantissimo - "Un Ufficiale di Cavalleria" - il Generale, modestamente minimizza la sua enorme figura di cavallerizzo di talento e di militare di altissimo rango, stranamente di (relative) larghe aperture mentali: intelligente, innovativo, "rivoluzionario", impose col suo "pugno di ferro" importantissime direttive all'equitazione francese.

In questa autobiografia non vi è alcun cenno alla politica, alla religione, alle sue imprese di guerra, alle relazioni personali; nulli sono i riferimenti alle problematiche di cui fu protagonista, ai suoi interventi e alle sue scelte che di fatto condizionarono l'equitazione francese e che hanno avuto ripercussioni fino ai giorni nostri.

Per conoscere meglio il Generale bisogna attingere dagli scritti di Decarpentry, di Saint-André, di Ollivier, ecc. E' riservatissimo sopratutto sui suoi sentimenti e i suoi trasporti verso il gentil sesso ;  avendo letto l'autobiografia e le cronache che lo riguardano e una frase buttata là dal colonnello de Saint-André, ho il forte sospetto che L'Hotte fosse omosessuale (qui lo dico e qui lo nego).
Comunque sia, quest'aspetto non ci riguarda: il Generale, quali fossero stati i suoi gusti sessuali, è un grande dell'Equitazione.

In compenso, il Generale nei suoi "souvenirs" disegna una serie di splendidi ritratti dei grandi Cavallerizzi che dominarono l'epoca d'oro dell'Equitazione francese, tra i quali campeggiano in assoluto i suoi due maestri:  Baucher, il genio che stravolse l'equitazione che oggi chiamiamo "classica" e d'Aure:  il Cavaliere, il "centauro" per eccellenza.  Inoltre mi è rimasta molto impressa - tra le figure dei cavallerizzi da lui tratteggiate - quella del comandante Rousselet: l'ecuyer, che duecento anni fa "parlava ai cavalli" a dimostrazione che - in equitazione - "nulla di nuovo c'è sotto il sole".

Oltre che allievo fu amico sincero di Baucher e di d'Aure, dai quali fu considerato il loro miglior allievo...un po' come se un chitarrista fosse stato il "miglior allievo" di Andrés Segovia e il "miglior allievo" di Django Reinhardt , prendendo il meglio dai due genii ed eguagliando il primo in esecuzione classica ed in secondo in virtuosismo jazzistico.

Ho fatto quest'esempio mirabolante per sottolineare le qualità equestri del Generale;  inoltre, L'Hotte era dotato di un enorme carisma personale che, unito ad un'autorità naturale indiscussa ed indiscutibile, hanno fatto dire all'allora colonnello de Saint-André, storico del "Cadre Noir""Se mai c'è stato un "Grand Dieu" a Saumur questi fu il generale L'Hotte"...ma chi era/chi è "le Grand Dieu" a
Saumur ??

La ripresa dei cavallerizzi del Cadre Noir viene chiamata: - La "Ripresa degli Dei" o anche la "Messa Nera".
Questi termini vennero forgiati dalla "respectueuse insolence" degli allievi ufficiali della Scuola di Cavalleria, che dicevano e cantavano e scrivevano che i loro istruttori di equitazione montassero a cavallo "come degli dei", che il loro maneggio fosse "l'Olimpo"; dunque è naturale che l'ecuyer en chef fosse chiamato: le "Grand Dieu"...il "Padreterno".


Il "Padreterno - Il Pugno di Ferro - Il Sommo Taciturno - La luce sotto lo stajo."
Così veniva chiamato il Generale, sono "ngiurie" che svelano una parte della sua personalità che si potrebbe sintetizzare con due aggettivi: - "autoritaria e riservata, riservatissima".

Detto perché era considerato il "Padreterno" vediamo perché era chiamato: - "Il Pugno di Ferro" (Le Gant de Fer).

Mi ripeto: - "Il generale L'Hotte, è stato - probabilmente - il cavaliere più brillante e più completo di tutti i tempi":  a cavallo, sicuramente, aveva una mano leggera, delicata ed esperta.

Una "buona mano", deve essere di velluto quando il cavallo sta agli ordini, ma deve diventare di ferro quando ci sono delle disobbedienze; così per tre volte il Generale ha infilato la "sua mano di velluto" in un "guanto di ferro" per orientare il destino della Scuola di Cavalleria di Saumur e dunque di tutta l'Equitazione francese.

Come lui stesso dirà:  "i principi di D'Aure e quelli di Baucher, saranno seguiti a seconda dell'equitazione scelta:  da campagna per il primo, artistica per il secondo":  dunque nessuna commistione, nessuna fusione.

La prima volta che il Generale impose il suo "pugno di ferro", lo fece, nel 1864, appena nominato "Cavallerizzo Maggiore" a Saumur, in sostituzione del comandante Guerin.

Questi era stato schiacciato tra due eminentissime personalità:  quella del conte D'Aure che lo aveva preceduto e quella del generale L'Hotte che gli sarebbe succeduto.

Guérin  prese il comando del maneggio con appena il grado di capitano, fu segnalato dallo stesso conte D'Aure, che malgrado conoscesse la sua propensione per Baucher - l'acerrimo nemico - non esitò a proporlo come suo successore perchè convinto delle capacità dell'uomo e del cavallerizzo.

Guérin era troppo alto per l'equitazione, malgrado ciò fu un abilissimo cavaliere ed un eccellente addestratore.
Mantenne il metodo d'Aure del suo ex comandante, certamente il più adatto alla equitazione militare ma vi aggiunse quelle tecniche di Baucher che riteneva più semplici ed applicabili per cavalieri di media bravura.

Non tentò una vera e propria fusione organica tra i due metodi, nella realtà la commistione tra le due scuole era a percentuale variabile, si prendeva un po' più dell'una o dell'altra a seconda delle circostanze e della capacità dell'istruttore.

Preso il comando del maneggio, L'Hotte rigetta la posizione conciliante di Guérin :  il Generale si considera principalmente un militare e pertanto la sua responsabilità era di formare dei cavalleggeri per i quali era ampiamente sufficiente la pratica della bassa scuola; e aggiunge, riferendosi alle difficoltà di applicazione pratica del metodo Baucher:  "Non tutti possono andare a Corinto"...dunque: siccome non a tutti è dato di andare a Corinto, meglio negare l'autorizzazione a chiunque... ragionamento radicale ma indubitabilmente efficace.

Il "Pugno di Ferro" si fece sentire...Baucher - il suo amato e riverito Maestro - fu radiato dalla scuola, il Generale raccomandò la concisione, la praticità, il lavoro all'aperto, perfino il passage fu vietato nelle riprese degli istruttori.

Però, lui stesso ed alcuni dei suoi aiutanti si dedicarono a praticare il sistema di Baucher , ma solo coi loro cavalli personali.

L'immediato successore di L'Hotte fu il comandante De Ligneres, d'Aurista convinto che incrementò in quella direzione il dictat di L'Hotte anche perchè si era in guerra e dunque fu privilegiata l'equitazione da campagna, la più efficace e semplice possibile.

Ma quando De Ligneres fu sostituito da Dutilh, le "Gant de Fer" battè di nuovo forte il suo pugno per evitare la aborrita fusione.

Dutilh, era entrato a Saumur a 17 anni come aiuto trombettiere : per soli suoi meriti e a prezzo di grandi sacrifici divenne ecuyer en chef...Dutilh, voleva abbattere lo steccato tra l'equitazione di maneggio e quella di campagna, l'una doveva essere complementare all'altra, una visione moderna che però a quel tempo fu bloccata da L'Hotte in persona.

Guardate se quanto predicava non fosse modernissimo: - lui cominciava il lavoro con l'incollatura bassa in distensione in modo che il dorso si impegnasse a sostegno del garrese, e i posteriori "andassero sotto", questo permetteva - nella seconda fase - di rilevare l'incollatura - la premessa necessaria per l'alta scuola - senza problemi e con il giusto equilibrio muscolare per poi tornare ad allungarla quando era richiesta la velocità in campagna o nello sport.

La dimostrazione vivente era Tripolien un grigio pomellato, il suo cavallo preferito che primeggiava sia nei percorsi di caccia che nella esibizione del grand passage in maneggio.

Ma il Generale vegliava, nel frattempo era diventato "Comandante della Scuola di Cavalleria", dunque diretto superiore di Duthil, quando si accorse della cosa si incassò come un bufalo cafro, chiamò il capo cavallerizzo e gli fece un terribile cassiatone:  "...questa non è vera equitazione militare! Questo non è il metodo D'Aure ! Stai tentando una inopportunissima fusione!"

Il povero Dutilh, era nel giusto, la strada che stava cercando di tracciare era quella buona, ma come opporsi alla autorevolezza di L'Hotte ?

Per la seconda volta il passage fu escluso dalle riprese dei cavallerizzi e il Generale impose di nuovo il metodo d'Aure.

Dutilh, scoraggiato ed umiliato, andò in depressione...in meno di due anni - forse per questo - morì.

La terza volta che il Generale impose la sua autorità fu quando - alla morte di Dutilh - si prospettò la candidatura alla successione di James Fillis:  baucherista eccentrico capace della più estrosa "equitazione di fantasia".
Dava molto impulso ai suoi cavalli ma era tacciato di usare la brutalità per ottenere quella eccezionale spinta in avanti.

Era raccomandato da - nientepopodimenochè - Clemanceau, il potentissimo futuro presidente del consiglio, che era stato suo allievo e suo grande estimatore, nonchè autore - si dice - della stesura dei testi di Fillis in francese che come sappiamo era inglese d'origine.

Ebbene L'Hotte se ne stracatafotteva dei politici, lui non poteva sopportare che a Saumur, come comandante del Maneggio, fosse nominato:  un baucherista, sia pur esso eccentrico, un civile avulso dalle problematiche peculiari dell'esercito...ma sopratutto: - un cavallerizzo inglese ! :Surprise:

Dunque, il Generale impose il comandante Pietou d'aurista convinto...la sua linea era – ancora una volta - rispettata.

In seguito, allentata la pressione del "pugno di ferro", pian piano l'equitazione superiore riprese il suo posto a Saumur ma comunque circoscritta alle riprese dei cavallerizzi o fatta a titolo personale.

Riguardo quest'atteggiamento di L'Hotte, vediamo come la pensa il generale Decarpentry,  uno dei massimi esperti di Equitazione:

"Le conseguenze della adozione del metodo Baucher nell'esercito sarebbero state molto probabilmente disastrose, a fronte di qualche sporadico successo ci sarebbero stati certamente tanti fallimenti.
Il Generale prese quelle sue decisioni in quanto "Ecuyer en chef a Saumur", dunque indirettamente responsabile dell'istruzione equestre dell'intera cavalleria francese.
Posso supporre che, se si trovasse - oggi – a capo della squadra francese di dressage, giudicherebbe i suoi cavalieri certamente "capaci di andare a Corinto", dunque consentirebbe loro l'accesso al metodo Baucher per pervenire - con esso - alla leggerezza che è il marchio indispensabile della vera arte equestre."


Pour la petite histoire: si deve a L'Hotte l'adozione della elegantissima divisa nera che diverrà il simbolo del Cadre Noir : infatti, a quel tempo la divisa ufficiale della scuola era blù scuro, forse era nero il lampion (il bicorno), invece L'Hotte - con i suoi cavallerizzi - prese l'abitudine di andare vestito "tout de noir", mentre gli istruttori militari portavano un Kepì con una banda azzurra cielo...ecco come nacquero: "le Cadre Noir" e "le Cadre Bleu".

In seguito L'Hotte sostituì nell'uniforme di gala - che conservava i pantaloni chiari - gli stivali flosci con quelli rigidi verniciati.

Probabilmente si devono a lui anche le modifiche delle "arie alte" della "ripresa dei saltatori":  la corvetta classica diviene una pesata molto sollevata, praticamente una cabrata; la groppata si trasforma in una violenta scalciata controllata e la capriola è resa più agevole, più naturale facendo si che il cavallo ripiombasse a terra prima con gli anteriori e poi coi posteriori invece che coi quattro arti contemporaneamente come continuano a fare a Vienna.

Tutto ciò allo scopo di dimostrare che per i saltatori l'equilibrio sulle anche classico non era necessario e poteva esser sostituito dall'equilibrio orizzontale dell'equitazione militare per eseguire i "salti di scuola", naturalmente nella versione riveduta e corretta di Saumur.

Benchè da decenni la cavalleria francese usasse la sella inglese, era prescritto che i militari trottassero seduti; il tenente L'Hotte,  avendo capito i vantaggi del trotto sollevato - dando prova di spirito di iniziativa e di indipendenza faceva trottare il suo plotone "all'inglese" in occasioni non ufficiali, .

Il trotto sollevato, leggero, detto a quel tempo "trotto all'inglese" fu adottato dall'esercito francese grazie alla decisione di L'Hotte che per imporlo  - a causa dell'ottuso conservatorismo militare -
dovette aspettare alcuni decenni e i gradi di Generale e la funzione di Comandante della Scuola e la presidenza del Comitato di Cavalleria,...nient'altro ??

C'è da dire che il nostro dal punto di vista strettamente militare, il nostro non partecipò ad epiche campagne di guerra, di rimarchevole, sappiamo che fu impegnato a mantenere l'ordine pubblico durante il 48 a Parigi.
Si scontrò con la politica, coi potenti di turno a causa di certi suoi atteggiamenti non graditi o - più probabilmente - male interpretati dai vincitori di turno, ma tutto sommato ne uscì bene forse perché - a causa della sua consolidata fama di cavallerizzo - godeva di una grande considerazione ai massimi livelli istituzionali in tutte le nazioni europee.





Questa presentazione ha come fonti le opere di:
Decarpentry - de Saint-André - Ollivier e...Internet.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...