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Dove imparare a cavalcare?

Aperto da addasfero, Settembre 22, 2015, 11:22:12 PM

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Kimimela

Citazione da: silviasco - Settembre 24, 2015, 01:13:41 PM
Eppure, quante volte in passeggiata l'ultimo tratto al ritorno è l'unico momento in cui un cavallo "da passeggiata" accetta di galoppare con quel sacco di patate sulla schiena?  :firuu:
Reminiscenze delle mie uscite da inconsapevole principiante... :icon_rolleyes:
eh...infatti non si galoppa mai verso casa  :horse-wink: e' proprio quello li il momento in cui un cavallo ti puo prendere la mano.
quando portavo fuori la gente in passeggiata non si galoppava MAI sulla strada del ritorno nemmeno su insistenti richieste
La Medicina (Canto Apache)
"Il vento e' la mia medicina che spazza via le pietre dalla mia mente. La pioggia e' la mia medicina che lava le mie ossa stanche.
Il mio cavallo è la mia medicina, e quando cavalco il ritmo del suo passo dentro mi accende"

Luna di Primavera

.. più che altro non definirei questo tipo di esperienze "equitazione"  :icon_rolleyes:  :laughter-485:
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

bionda

#17
Citazione da: Luna di Primavera - Settembre 24, 2015, 02:55:14 PM
.. più che altro non definirei questo tipo di esperienze "equitazione"  :icon_rolleyes:  :laughter-485:

Sì, vabbè... ma anche il cavallaro ha il suo perchè... Conosco persone (anche signore eh) che magari montano da 40 anni, le vedi in sella e fanno pietà, ci parli e sono ignoranti come caprette,  non hanno mai imparato a montare decentemente, perchè non gliene è mai importato niente. Però vanno ovunque senza paure, accettano qualche caduta, si divertono e, alla fine, combinano più loro di me o di te.
"Entschuldige, mein Tier, ich werde schon noch dahinterkommen"
Udo Bürger
"Scusami, mio animale, prima o poi ci arriverò"

Luna di Primavera

mi riferivo all'esperienza del galoppo provato durante una fuga in campagna.
magari sopravvivi anche, ma definirla equitazione... non direi.

e c'è una profonda differenza tra quello che dici tu:
Citazione da: bionda - Settembre 24, 2015, 10:15:34 PM
non hanno mai imparato a montare decentemente, perchè non gliene è mai importato niente. Però vanno ovunque senza paure, accettano qualche caduta, si divertono e, alla fine, combinano più loro di me o di te.

e fare l'ippotrasportato nella passeggiatina in gruppo dove il cavallo praticamente non ti calcola e si limita a seguire quello davanti.
anche questa non la definirei equitazione.

e non lo dico perché sono snob, lo dico perché io ero convinta di saper montare quando in realtà ero poco più che ippotrasportata. quando ho incontrato un cavallo (il mio) che mi ha messa alla prova mi sono resa conto di essere lontana anni luce dall'equitazione.
nella pratica lo sono ancora ma almeno più consapevole ahahahah

I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

alex

#19
Ovviamente ci sono tre situazioni del tutto diverse.

La prima è quella di chi monta in sella e fa una passeggiatina in gruppo facendosi portare dal cavallo senza guidarlo; il cavallo fa il suo lavoro di trasportare il peso morto, seguendo gli altri cavalli e tenendo d'occhio anche il conduttore del "trenino". Questi cavalli devono essere addestrati a ignorare, quanto più possibile, il peso morto che ippotrasportano. Chi monta così merita la definizione (non offensiva) di ippotrasportato; similie a quella del passeggero di un veicolo guidato da altri.

La terza è quella di un cavaliere che in rettangolo, e in campagna, ha pieno controllo del cavallo (di qualsiasi cavallo), non solo: lo sa condurre con eleganza e leggerezza, affrontando qualsiasi situazione senza alcuno sforzo apparente come fosse un prolungamento del suo stesso corpo. Questo è il cavaliere che pratica l'equitazione (l'arte di montare)

La seconda è il  cosiddetto "cavallaro", o "passeggiatore"; in sella al proprio cavallo va dovunque, a qualsiasi andatura concessa dal terreno, da solo o in gruppo, ma dal gruppo può separarsi e prendere un'altra strada in qualsiasi momento; non è elegante, nè il suo cavallo ha il divieto di prendere piccole iniziative, come guardare di qua e di là, proporre cambi di andatura, segnalare la sua preferenza per una direzione o l'altra ad un bivio, perfino chiedere di brucare un cespo d'erba invitante (orrore!!!!) ma accetta, con poca resistenza, di assecondare chi lo monta  se gli viene chiesto. In presenza di un ostacolo sul suo cammino, il cavallaro (soprattutto se lo aspettano molti, molti chilometri) non cerca di saltarlo, ma lo aggira, proprio come farebbe il cavallo di sua iniziativa percorrendo lo stesso cammino. Questo è, secondo me, "andare a cavallo" (la pratica di montare).



La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Luna di Primavera

giusta analisi, ma secondo me c'è anche un aspetto un tantino più trasversale che differenzia l'ippotrasportato da chi "monta", o prova a montare.
ed è il tentativo di instaurare un dialogo A DUE col cavallo.

hai ragione che il cavallo che ippotrasporta è bene che non dialoghi troppo con l'ippotrasportato, che farebbe solo danni!

ma sia il cavallo del "passeggiatore" che il cavallo del "cavaliere", volendo usare questo distinguo, devono non solo ascoltare ma anche parlare col proprio umano.
ecco, secondo me questo - intendo lo sviluppo di un dialogo costruttivo in cui entrambi parlano e ascoltano - è il primo passo per potersi riferire al concetto di equitazione.
poi c'è a chi riesce bene-benissimo e a chi male-malissimo, chi la usa per farci le arie alte e chi per farci trekking, ma secondo me è questo il vero "cuore" della questione.
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

Silvia_Jimbo

Stavo rispondendo ma in sostanza Luna mi ha anticipato.

A grandi linee le 3 distinzioni di Alex possono essere palusibili, ma all'interno di esse ci sono mille variabili, tutte basate sul dialogo del binomio.

Esempio banilissimo: una persona con il suo cavallo si dedica maggiormente all'agonismo, una qualsiasi disciplina. Ipoteticamente, se guardiamo questa persona montare in campo, rientra nei "cavalieri". Magari, prova dopo anni ad uscire in passeggiata,  e per le prime volte ( nuova situazione di per il binomio) si trova a fare l'ippotrasportato (per ambientazione del binomio stesso). Oppure, può trovarsi  nella situazione di "cavallaro" perchè alla prime esperienze il dialogo deve ancora istaurarsi come binomio ( cavallo che cambia andatura non richiesta, rifiuti).

Se non conosciamo la storia della persona, ma lo vediamo in compagnia nella sua prima uscita in camapgna,  lo etichettiamo erroneamente come ippotrasportato o cavallaro..

quindi,in buona sostanza,  non è giusto (come in tutti gli ambiti, non solamente equestri) "etichettare"..

Kimimela

No ti sbagli. Se una persona e' cavaliere in campo non potra' mai essere ne ippotrasportato ne cavallaro.
Io credo che se si ha una buona padronanza del cavallo in campo, la si ha anche fuori, affrontando ovviamente situazioni diverse.
Puo' essere un po'spaesato ma improvvisato direi di no
La Medicina (Canto Apache)
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Silvia_Jimbo

ma no Kimi, secondo me c'è un range moooolto variabile e un arco temporale molto stretto: per un cavaliere può capitare di essere ippotrasportato o un momentaneo cavallaro.
certo è che se è un cavaliere, alla seconda uscita esce il cavaliere.  :horse-wink:

A livello di binomio bisogna darsi il tempo.

Kimimela

Io ho avuto modo di frequentare cavalieri e quando sono usciti in campagna con la sottoscritta erano straniti si, e anche un po' intimoriti, ma erano pur sempre cavalieri.
Poi ovviamente non prendi un cavallo che non e' mai uscito in vita sua...gli dai dei cavalli gia abituati alla campagna
poi certamente ci sono tante varianti
La Medicina (Canto Apache)
"Il vento e' la mia medicina che spazza via le pietre dalla mia mente. La pioggia e' la mia medicina che lava le mie ossa stanche.
Il mio cavallo è la mia medicina, e quando cavalco il ritmo del suo passo dentro mi accende"

silviasco

#25
Le categorie di Alex non comprendono un'altra fattispecie: la persona che tecnicamente è al livello del "cavallaro" (non proprio ippotrasportato, ma ancora lontano anni luce dal cavaliere), ma che non ha il,"bonus" del cavallo proprio. Costui monta cavalli da scuola di vari livelli(non più, o non solo, quelli del tutto "finti"), ma non può compensare le proprie carenze con l'affiatamento del binomio. Rispetto al cavallaro/passeggiatore di Alex ha un po' di adattabilità in più, si arrangia come può a seconda del cavallo, della sella e dei finimenti che si ritrova, mentre il cavallaro come descritto da Alex può andare in crisi a montare un cavallo diverso dal proprio (oppure, se è un cavallaro bravo, no...)

Tornando al tema delle galoppate sulla via del ritorno, ricordo ancora il mio sgomento e frustrazione quando in un agriturismo in Scozia feci una lunga passeggiata accompagnata da una guida (solo io e lui quindi), e non ci fu verso per me di ottenere il galoppo dalla mia cavalcatura, la quale, per cercare di star dietro alla guida che galoppava davanti, fece il trotto più allungato che io abbia mai sentito (e io che dando gambe pensavo: ora romperà al galoppo... Ora romperà al galoppo...  :icon_eek:). Ed era pure la strada del ritorno! Ma la cavalla era ben addestrata, e fece eroicamente il suo dovere, poveretta. Dopo la mia lunga carriera di ippotrasportata, e anche qualche ciclo di lezioni (in un posto dove per farmi galoppare mi facevano passare una crocetta da cui il cavallo usciva magicamente al galoppo  :icon_rolleyes:), non avevo ancora imparato che il galoppo si chiede in un modo specifico (e non con un gambegambe un po' più frenetico del solito). In quel luogo fra i libri disponibili per gli ospiti c'era "centered riding"della Swift. Sfogliandolo per curiosità, mi si aprì un mondo, e lo divorai; compresi un bel po' di cose che sto ancora cercando il modo di applicare...
Ma io rientro nella categoria dei cavallari senza cavallo, e la strada sarà mooooollllto lunnnnnnnggga...  :icon_rolleyes:

Wild

Citazione da: silviasco - Settembre 25, 2015, 12:53:38 PM
Le categorie di Alex non comprendono un'altra fattispecie: la persona che tecnicamente è al livello del "cavallaro" (non proprio ippotrasportato, ma ancora lontano anni luce dal cavaliere), ma che non ha il,"bonus" del cavallo proprio. Costui monta cavalli da scuola di vari livelli(non più, o non solo, quelli del tutto "finti"), ma non può compensare le proprie carenze con l'affiatamento del binomio. Rispetto al cavallaro/passeggiatore di Alex ha un po' di adattabilità in più, si arrangia come può a seconda del cavallo, della sella e dei finimenti che si ritrova, mentre il cavallaro come descritto da Alex può andare in crisi a montare un cavallo diverso dal proprio (oppure, se è un cavallaro bravo, no...)


Presente... la maglietta sta un po' stretta, ma bisogna sopravvivere :chewyhorse:
"Quando accarezzi un cavallo metti il cuore nella tua mano" Pat Parelli

Luna di Primavera

massì dai, mi pare ovvio che le "categorie" sono molto liquide. nulla in equitazione è bianco o nero, ci sono SEMPRE millemila sfumature.

OT
la "richiesta di galoppo", intesa come "metto le gambe asimmetriche e il cavallo capisce il comando e parte per presa d'equilibrio" è difficile da insegnare alle prime lezioni, perché - al di là del comando in sé - presuppone una serie di cose che il principiante normalmente non ha: un buon controllo dello spostamento del proprio peso, una buona gamba precisa e ferma, mani sensibili che non intralciano, capacità di sentire/seguire il garrese che si alza, capacità di mettere un buon trotto corretto nelle transizioni a salire etc.

per cui coi principianti si usano trucchetti come la crocettina o la partenza gambe gambe in curva, e si ottiene il galoppo per perdita d'equilibrio.
nulla di male, eh, intanto si impara a galoppare e poi col tempo si correggerà la partenza, imparando il galoppo per presa d'equilibrio.

fine OT
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I. Fleming