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Le "Questioni" del capitolo XI

Aperto da alex, Aprile 24, 2013, 11:36:51 PM

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alex

Qui si comincia a ragionare.... unicuique suum:occasion14:

Mi incuriosisce il concetto dei vantaggi della totale libertà di incollatura sul salto, per la somiglianza con alcune idee di Caprilli (se ho capito bene). A che anni risale la stesura di questo capitolo?
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

Alberto

Sicuramente nel periodo in cui Caprilli faceva i suoi esperimenti altre persone stavano cercando le stesse risposte. Come sempre accade, in tutti i campi, però l'onore delle grandi invenzioni tocca ad uno solo. Nel caso in questione è toccato a Caprilli indicare la strada che porta ad impiegare il cavallo liberandogli l'incollatura e la schiena anche se in realtà il tutto è stato portato a compimento da alcuni dei suoi allievi più dotati.
E' quindi più che logico che "questo stile di monta" sia chiamato Caprilliano o anche Italiano visto che Caprilli era Italiano. In America, paese che maggiormente coltiva il sistema, lo chiamano Forward Riding System, spiegando immediatamente che non si tratta altro che di un sistema basato sulle intuizioni del Capitano Caprilli.
Personalmente non sono in alcun modo nazionalista ma non ci vedo niente di male a chiamarlo sistema Italiano perché in effetti di questo si tratta.    Il fatto che il sistema si sia sviluppato in ambito militare è stata sicuramente un arma a doppio taglio che se da una parte ha permesso ad alcuni cavalieri di raggiungere vette altissime ha dall'altra parte impedito la pratica di altre tecniche quando necessario.
E' evidente che gli equilibri e le posture necessari per   galoppare in aperta campagna sono diversi da quelli che servono per muoversi negli spazi ristretti di un rettangolo di addestramento e viceversa.

Per rispondere alla domanda di Alex io posso solo dire che il fatto che il cavallo possa esprimere al massimo le potenzialità quando è libero di utilizzare il proprio corpo è del tutto ovvio e naturale e chiunque lo può intuire facilmente e d'altra parte e così anche per tutti gli altri animali, uomo compreso.
Purtroppo è altrettanto evidente che se si utilizza un cavallo che può saltare oltre due metri in percorsi da un metro e cinquanta è possibile vincere anche se si bloccano il collo e la schiena.
Se io facessi una maratona insieme ad alcuni ragazzi del Kenia è ovvio che loro vincerebbero anche con le mani legate dietro la schiena, ciò non toglie che con le braccia libere correrebbero meglio.

Naturalmente un esecuzione perfetta, ad esempio di un percorso di salto ostacoli, presuppone l'esistenza di una serie di condizioni che raramente si verificano. Prima fra tutte un assetto perfetto e sciolto che pochi cavalieri oggi hanno. Rimane il fatto che tutti i libri, di qualunque scuola essi siano, indicano come posizione ideale del cavaliere sul salto  la stessa identica posizione e che a tutt'oggi l'unico sistema che permette di raggiungere lo scopo è il sistema Caprilliano.
   

raffaele de martinis

Dato per scontato che Caprilli ha aperto le porte al giusto modo di saltare, combattendo una lunga battaglia contro l'equitazione itagliana...fosse stata per lei seguiremmo ancora le regole di Paderni - oggi ma per lo vero da molti anni - nessuno più dei grandi cavaglieri da s.o. salta attenendosi al sistema di Caprilli originale.

Questi sono fatti, per il resto possiamo avere opinioni differenti.


... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...