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La monta millepiedi e il soffio dello stivale

Aperto da alex, Novembre 22, 2018, 02:27:49 PM

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Zarathustra

Si, concordo. Si potrebbe insegnare la partenza al galoppo intonando "Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte".
Però entrano in gioco due fattori rilevanti: la più o meno diretta "comprensibilità" dell'aiuto per il cavallo, e la "facilità" nel darlo.

Comprensibilità: per insegnare l'aiuto "Fatti mandare dalla mamma", dato per assodato che cantandogliela egli non parte al galoppo,  devo intermediare i collegamenti mentali, partendo da un aiuto facilmente comprensibile, e associandoci il segnale prescelto. L'aiuto più "facile" da comprendere è quello istintivo, cioè quello che, naturalmente, spinge il cavallo a fare quella data cosa: nel caso del galoppo è l'istinto di fuga, che è istintivamente provocato dalla frusta, senza alcuna spiegazione precedente.
Una volta associato il segnale (Fatti mandare dalla mamma) come segno premonitore dell'arrivo della frusta, il cavallo partirà appena sentirà le prime note. Ripetendo, la reazione "scende" a livello istintuale fino a bypassare il ragionamento, diventa un riflesso condizionato.

Facilità: per i cavalieri stonati, per quelli senza voce, per quelli che semplicemente non possono sapere se è "Fatti mandare dalla mamma" oppure "Una rotonda sul mare", questo comando è problematico. Allora qualcuno ha pensato che, poichè noi per l'appunto ci dividiamo in due gambe al di sotto del bacino, e sempre per l'appunto il cavallo ha il corpo cilindrico che le nostre gambe abbracciano per consentirci di stare su, POTEVA essere "funzionale", nonchè più semplice, usare come segnale l'aumento di pressione delle gambe, magari disposte in un certo modo (anch'esso coerente con la fisiologia del movimento che andavamo a chiedere), ed ecco che è stato scelto questo comando. Essendo stato scelto a livello globale (quanto meno nell'ambito di una data disciplina), è diventato un aiuto "standard", quindi in linea di massima ciascuno di noi quando monta un cavallo sconosciuto, CONFIDA che sia stato addestrato in questo modo, come le auto in genere hanno quasi tutte i comandi disposti in maniera standard.

Si fa per divagare.

BigDream

Citazione da: max - Novembre 27, 2018, 11:10:26 AM
Le "richieste adeguate" non sono altro che la messa in opera di richieste le più simili possibile a chi, prima di te, ha condizionato quel cavallo. Un po' come se si volesse illudere il cavallo che sulla sua schiena c'è proprio il suo addestratore.

C'è chi passa una vita a trovare quelle richieste adeguate... per poi cambiare cavallo, maneggio e istruttore e scoprire che è tutto da rifare. No, non è tutto da rifare, è che cambiando cavallo e addestratore i condizionamenti sono stati dati in modo anche solo leggermente diverso e il principiante deve ricominciare da capo, deve di nuovo riuscire ad "imitare" un altro addestratore per farsi di nuovo capire dal cavallo... ad esempio a capire come farlo partire al galoppo, eppure nell'altro maneggio riusciva bene con tutti. Mai successo? Mai notato?

Allora, anziché spendere anni nel diventare "esperti imitatori" (cioè cavarsela con ogni cavallo già addestrato del circondario), tantovale imparare da subito le "leggi" del condizionamento e fare da soli. Tanto è tutto un "bluff", tanto non esistono "richieste adeguate", esistono solo le idee di chi ha addestrato per primo quel cavallo.

Altrimenti i paralimpici senza braccia e gambe come fanno? La monta all'amazzone come fanno? Michel Robert che monta seduto al contrario come fa? Eppure lo fanno e i cavalli vanno... perché ripeto: non esistono "richieste adeguate", esistono solo i condizionamenti dati (e vale anche per gli umani, che con riluttanza abbandonano le idee a cui sono stati condizionati). Quindi casomai esistono solo "sequenze di condizionamento messe in atto in modo adeguato".

MA, dato che volente o nolente in sella si fa SEMPRE dell'addestramento, anche sbagliando, non agire secondo queste "leggi di base" ci si espone al classico rischio di confondere l'animale. Ecco spiegato come mai, ogni tanto, l'istruttore/addestratore deve tornare lui in sella per "ristabilire le cose". Primo perché il cavallo immediatamente lo riconosce, e secondo perché in caso di disobbedienza utilizza (istintivamente o ragion veduta) quelle leggi.

Direi che non si poteva dire meglio. Aggiungerei solo che bisogna considerare anche un altro fattore: ci sono cavalli più ben disposti, con cui quindi è più facile lavorare o per restare in tema, "condizionare", e altri meno. Ovviamente un cavaliere o addestratore con esperienza otterrà il risultato in entrambi i casi, ma sicuramente anche lui farà più o meno fatica a dipendenza del soggetto.

milla

Ma siamo un po' ot o è una mia impressione?
Io sono ancora in attesa della spiegazione di Raffaele che, come sempre, dice che abbiamo le idee confuse, parliamo solo di bischerate e poi, se qualcuno, realmente interessato, chiede spiegazioni, si eclissa...e poi ha il coraggio di lamentarsi se i mod o gli adm non gli rispondono, in Toscana c'è il detto "cencio dice male di straccio".