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La "Parola Contraria": la mia.

Aperto da raffaele de martinis, Aprile 24, 2013, 02:32:51 AM

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alex

Adesso si ragiona.

L'unico comportamento etologico di un cavallo di fronte a un "leader", lungi dall'obbedirgli, è quello di allontanarsi. E il suo comportamento non prevede contenimento, il cavallo è sempre libero di allontanarsi - perlomeno, fino alla distanza oltre la quale prevale il terrore di restare solo.

Qual'è l'unica situazione in cui invece i cavalli stanno molto volentieri vicini, molto vicini,  e molto volentieri si muovono insieme, fino a sorprendenti andature "a specchio", muovendo gli arti in sincronia? Ed è evidente che la cosa gli piace?

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

#2476
Ma è del tuttto evidente che il lallo sta in branco... ma questa è squola elementare, non mi ci soffermo neppure...

L'homo sfrutta l'istinto di fuga del lallo: un lallone da tiro che si scaglia contro le cinghie, un PSI che è lanciato a 70all'ora in pista, un lipizzano che fa ciambella, il saltatore che passa le barriere, il lallo da dressage che allunga il trotto lo fanno perché vogliono "scappare" rispondono con la fuga a segnali convenzionali, che - stranamente - sono: terribil voce, frusta et suono inquietante... la rana, sapete pereché la rana "inquieta" i lalli?

Quando un polledro in fase di doma scappa è un ottimo segno, vuol dire che la base c'è, si tratta di modularla/affinarla/contenerla a seconda delle liete esigienze che la destinatione del lallo impone.

Il Generale - vado a memoire - fa una precisa rapportazione tra quello che chiama "flessibilità delle molle" (addestramento e ginnastica opportuna) e impulso (istinto di fuga), nel lallo da corsa l'impulso prevale e di parecchio, nel lallo di campagna è accompagnato da una certa "flessibilità", nel lallo di squola impulso e flessibilità delle molle devono essere perfettamente equilibrati-

Tutte noi sappiamo che il lallo infame, più infame che ci sia è quello "ramingo" cioé quelo che sotto le gambe, sotto la frusta invece di avanzare arretra... in questo haso il cavagliere è assolutamente impotente, meglio levarci mano besti così possono esser aggiustati solo da giente veramente esperta.

Calme, en avant, et droit.
Questo motto è la quintessenzia dell'equitatione e dovrebbe esser scritto per legge all'ingresso di ogni cavallerizza.

Ma ci sono - come già disssi - altre due qualità filogenetiche che l'homo sfrutta per maneggiare il lallo, la premiera  è la memoria, il lallo ricorda tutto anche cose per noi inzignificanti e quando ha imparato qualhosa non la dimentica più.
Una volta, conobbi una signora che lavorava in un circo di periferia, anni prima aveva venduto un suo cavallo ad un mio conoscente il quale lo usava solo per passeggiata e qualche volta lo faceva impennare, in occasione di una fiera, quel circo venne in paese e la signora volle rivedere il lallino, ricordo il nome:  Ringo,  ebbene, ai comandi della ragassa il lallo - dopo anni - rifece tutte le figure classiche del suo repertorio tra li quali il camminare su due zampe per almeno una diecina di metri, la signora era emozionata ma non sembrava che l'animale ricambiasse lo stesso sentimiento, eppoi bastava cognoscere quei comandi e il bestio avrebbe risposto uguale anche se a darli fosse stato pincopallo...
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Rispettosamente dissento.

Se il movimento in avanti fosse sempre collegato all'istinto di fuga, e quindi alla paura, come potrebbe il cavallo essere calmo?

Io ho una ipotesi alternativa - ti prego di prenderla in considerazione. Io suppongo che in determinate circostanze, e con adeguate tecniche, il movimento in avanti possa sfruttare piuttosto il naturale piacere di muoversi del cavallo, più che l'istinto di fuga e quindi la paura. Ovvio che se la doma e l'addestramento vengono fatte in base a una filosofia fondata sull'istinto di fuga del cavallo, un addestratore questa alternativa non la vedrà e non la sperimenterà MAI, per quanto lunga sia la sua esperienza; e così pure i suoi allievi; e se anche la vedessero, non la riconoscerebbero o la negherebbero; ma questo non significa affatto che questa possibilità non esista.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

alex

PS: non dico che la filosofia basata sulla paura e quindi sull'istinto di fuga non sia efficace, sarei ciecosordo se lo dicessi.... semplicemente vorrei riflettere se questa filosofia è l'unica possibile.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

PokerFace

l'avevo scritto quando raccontavo di quel cavallo infame che mi ero preso in doma (che adesso è bravo buono bello e pacioccone, ma non è piu da me).
il cavallo non reagiva, nemmeno alle scudisciate.
stava fermo o, peggio, ti attaccava.

ho risolto proprio usando quello di cui parla alex, e cioè la voglia di muoversi del cavallo.
l'ho chiuso in box.
l'unico modo che aveva di muoversi era con me sopra.

l'avevo scritto nel topicone "can che abbaia non morde"

raffaele de martinis

#2480
Care ragasse siete avanti, state anticipando.

Il lupo cerca la preda col fiuto questo ha reso possibol la selezione dei cani mollecolari.

Una reazione del lupo quando avverte la preda vicina è di irrigidirsi, da cui i cani da ferma, da punta.

Avvicinarsi di soppiatto, questo fanno i lupi quamdo individuano un branco di caprioli e cercano di circondarlo, da cui si è evoluto il comportamiento dei cani da pastore che circondano il gregge, questo istinto è stato talmente esaltato che prevale anche sull'atto finale che sarebbe quelo di attaccare e uccidere.
In effetti il compito di quei cagnoli non è facile, da soli devono "circondare" la mandria, infatti, li vediamo correrre come passi per occupare tutte le positioni che normalemente sarebbero  divise tra un intiero branco di lupi.

I lupi inseguono le prede da cui le mute di levrieri e altri cani da seguito come i famosi botoli della caccia alla volpe iglese.

Spartirsi il cibo, è un normale comportamento dei lupi che una volta tornati nelle tane rigurgitano il cibo a favor degli immaturi, da cui si è seletionata la razza dei cani da riporto... potrei continuare la citazione raccontando  :icon_eek: degli specializzati nella specializzazione: cani da attacco, da difesa, da tana, da bovaro, da guardia, da compagnia, da grembo ecc.

Dunque, se nel cane è stato possibol selezionare - utilemente - tutte queste attitudini quali attitudina l'homo ha seletionato a suo vantaggio nello lallo?

Caro Alex tu dissenti - sia pur rispettosamente - con Desmondo Morris, con l'evidenza, nonché con le esperienze fatte coi lalli da corsa... istintivamente i lalli tendono a superarsi quando scappano, pereché?

E' evidente che stare in ultima fila a chiudere il gruppo in fuita è la positione la più perigliosa, ma c'è di più, gli allenatori di PSI da corsa hanno rimarcato che a volte ci sono dei soggetti che... quì chiedo la conzulenza di Carodubbio.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

grinta

leggo sempre con grande trasporto tutto quello che Lei scrive , e queste delucidazioni sui cani mi sembrano interessanti ,ma c'è qualche imperfezione .
non tutti i cani discendono diretti dai lupi , ma in tre generi: Otocyon, Vulpes , lupus .
dalla miscelanea spesso dei tre , si genera il cane moderno , ma qui poi sarebbe da scriverci un libro , ognuno ha la sua teoria più o meno valida .
comunque le ultime teorie spingerebbero per comportamento a ricercare l'origine in progenitori quali lupo e sciacallo , che hanno sia stili di caccia che comportamenti diversi .
del cane si sfrutta :
attitudine e comportamenti venatori propri istintivi .
dinamiche del branco ,e difesa del territorio occupato  con tutto ciò che comporta .

il cane riporta , non per sfamare il cucciolo , ma perchè prima mangia il capobranco , se ci considerasse cuccioli , col piffero che ci riporterebbe la fagiana , invece sa che , in caso lui mangiasse per primo , gli arriverebbero morsi e grignate di denti dal capobranco , e quindi corre festoso e felice verso di noi , ci lascia il pezzo grosso e si tiene il contentino .

dei pastori , si sfruttano 2 caratteristiche :
quella predatoria , che è il moto perpetuo e mirato del cane mirato a spingere in un determinato punto il gregge , ma non per circondarlo , bensi per farlo arrivare dritto nelle fauci del boia , che completerà il lavoro , che di solito è sempre la coppia dominante , nel nostro caso , il boia sarà la porta della stalla o il recinto .

la seconda caratteristica invece è quella di protezione del branco . e del territorio i pastori tipo il maremmano/abruzzese proteggono il gregge perchè ne fanno parte fin da piccoli , è la loro famiglia , cosi come i cani a guardia del nostro giardino proteggono con le unghie e con i denti il territorio entro le loro pisciatine cosi come farebbe un lupo o uno sciacallo .
poi l'uomo ha mischiato le varie attitudini per rendere perfetta questa macchina chiamata cane .

per quanto riguarda i cani da volpe di derivazione inglese , Botolo non va bene come termine , sono si piccoli e tozzi , ma si rivelano molto capaci di offendere e per nulla innocui !

avrò sicuramente sbagliato qualcosa , vista la mia scarsa memoria , ogni correzione sarà vista come insegnamento!
cordialmente , Lorenzo.

segreto

Complimenti per la concisa chiarezza, Grinta/Lorenzo.

Segreto

grinta

A mio modesto avviso, in tutte le forme di addomesticamento , l uomo sfrutta la naturale propensione di ogni animali nella scelta del male minore, credo che anche per il cavallo sia così, si ribella , poi si piega capendo che alla fine quello è il male minore la via più semplice . Sfruttando le caratteristiche morfologiche creiamo il soggetto adatto al tipo di lavoro , sfruttando i riproduttori più collaborativi , dovremmo creare figli che capiscono prima la direzione verso il male minore .
Ma io di cavalli ci capisco poco , quindi mi rimetto in ascolto aspettando una legnata sulle dita !

segreto

Non credo ci sia qualcuno così imbecille da ritenersi autorizzato a dare bacchettate sulle dita ad analisi razionali e prive di secondi fini.

Segreto

raffaele de martinis

#2485
Care ragasse, quelo che scritto sui hani non è farina del mio sacco, ma faccio riferimento a scritte di Danilo Mainardi, Kondrad Lorenz e Desmond Morris, tre "cretini" specialisti sull'argomenta, dunque, sono loro che dicono - eventualmente - sciuocchezze.

Tornando alla selezione del lallo, abbiamo ben documentata quella del Re dei Cavalli, il PSI.

300 anni di selezione fatta esclusivamente dal palo d'arrivo hanno prodotto questa meraviglia.
Siccome il parametro che si cercava era la velocità, tutti gli altri effetti collaterali son stati trascurati, peretanto i PSI sono generalemente molto nevrili e a volte squilibrati mentalemente che tradotto vuol dire che è stata esaltata assieme alla velocità anche l'apprensione verso il pericolo, la reattività
e la prontezza nel darsi alla fuga.

Come dicievo, chiudere il branco in fuga è periglioso, dunque i cavalli competono istintivamente nella corsa, ma anco stare in testa al gruppo ha dei svantaggi: pericolo di cadute, finire in bocca ad altri predator, trovare obstacoli improvvisi... dunque, la positione ideale in una fuga è nel mezzo del plotone, è capitato - dunque - che lalli di grandi mezzi, pur avendo la possibilità e sotto la frusta non superano/non vogliono superare l'avversario in corsa (Tesio - chapeau!) questi soggetti non vengono messi in razza, vicieversa, è molto apprezzato ed è stato selezionato nei PSI il "killer instinct" cioè quella "forza di volontè di stare avanti" che - a parità di forze - fa si che uno vincie e l'altro perde, questo spiega perché alcuni lalli, in genero molto insanguati vogliono stare davanti in passeggiata, danno di matto se stanno dietro, ma, una volta mesi a capofila si tranquillizzano immediatamente.

Gli altri parametro filogenetico sfruttabile è - come ho detto - la memoria et lo facto che il lallo è abitudinario, non gli gustano le novità, non ama gli imprevisti, si sente rassicurato dalla routine e si affetiona caparbiamente alle sue abitudini.

Tutti i grandi cavallerizzi, da sempre, usano queste haratteristiche dell'animala per l'addestramento in "dolcezza", in leggierezza.

Voi tutte avete letto: Addestrare è Facile - JDO - ed. Belin 2007 - euri 19.50 ebbene questi sono gli euri meglio spesi per un librello equestre dove tra l'altro il Nostro...
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Ok, per i PSI galoppatori ammetto che si sfrutti l'istinto di fuga. Ma da quanto dicevi sembrava che la cosa fosse generale - che lo stesso "essere in avanti" derivasse dall'istinto di fuga. Dimostrare la verità di una affermazione generale sfruttando la verità di un caso particolare, se non erro, è un artificio noto e previsto da "L'arte di avere ragione", se avessi tempo mi piacerebbe collezionare alcune discussioni e ragionamenti di questo foro mettendoli in parallelo con quel libercolo.....

Fra l'altro una delle tecniche è quella di far finta di NON cogliere alcune affermazioni significative emerse nella discussione, ma di spostare il discorso. Vorrei un tuo commento su quanto ha affermato Poker, sul fatto di sfruttare il piacere di muoversi. Di me puoi dirlo, ma di Poker non puoi dire che "non sa di cosa parla"  :horse-wink:
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis



Citazione da: raffaele de martinis - Agosto 31, 2016, 02:21:43 AM
... L'homo sfrutta l'istinto di fuga del lallo: un lallone da tiro che si scaglia contro le cinghie, un PSI che è lanciato a 70all'ora in pista, un lipizzano che fa ciambella, il saltatore che passa le barriere, il lallo da dressage che allunga il trotto lo fanno perché vogliono "scappare"...

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

grinta

ora capisco il riferimento alla scimmia nuda ....  comunque io non ho mai parlato di sciuocchezze , bensì di imperfezioni , probabilmente dovute all'interpretazione .

l'argomento da voi dibattuto mi interessa molto , dovendo decifrare una psi un po balenga , ne approfitterò per capire e carpire la chiave di lettura di queste bestie , perché si sa che , le case si costruiscono dalle fondamenta , cosi credo anche i cavalli .

per ora resto abbastanza convinto che questa sia il fargli capire "il male minore" , il piacere di muoversi è il minor male rispetto alla noia del box ; da solo non lo posso fare , ma ne ho una gran voglia , quindi pur di farlo mi carico sulle spalle il tizio con il cap  , sennò mi tocca star qui chiuso e sto male .

cosi come quando in branco scappano , stare nel mezzo è il male minore , dietro si piglian morsi , davanti si casca in un burrone o in bocca al lupo (che non è di buon augurio ) .

smentitemi velocemente , perché è in questo modo che sto cercando di abituare a cose nuove la mia psi  , naturalmente per fargli scegliere il male minore , gli devo far vedere il brutto ed il bello .

alex

#2489
@Raffaele: Che questa sia la tua rispettabile opinione, sulla base di un'esperienza e di lunghe letture a cui nemmeno posso sognare di avvicinarmi, lo so; mi piacerebbe che ti venisse un piccolo dubbio....  :horse-wink:

Intanto puoi riaspondermi a questa domanda: come fa un cavallo a essere spinto dall'impulso alla fuga e al tempo stesso a restare calmo?

@Grinta: secondo me il "modello fuga in branco" è fuorviante. Preferisco il modello "gruppo di cavalli che partono insieme al galoppo per il puro piacere di farlo". Chiunque abbia visto un gruppo di cavalli in un ampio pascolo sa che succede, che è "naturale", e che l'atteggiamento dei cavalli dimostra uno stato d'animo totalmente diverso da quello della paura. Certo, lo fanno solo quando ne hanno voglia.... e per me buona equitazione è proprio saper fargli venire la voglia.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.