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Suola piatta

Aperto da alex, Ottobre 01, 2013, 12:45:33 AM

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alex

Nell'uomo, il "piede piatto" deriva dal cedimento dell'arco plantare - una robusta struttura osteoarticolare, muscolare  e legamentosa che mantiene  le varie ossa del piede in posizione tale che il peso sia sostenuto principalmente dai cuscinetti plantari costituiti dal tallone, dall'area delle teste metatarsali, e in grado minore dal margine esterno del piede.

Nel cavallo esiste un "arco" nello zoccolo, ma, soprattutto in corrispondenza della punta, tale arco è completamente osseo: la suola riproduce l'arco costituito dalla superficie inferiore dell'osso triangolare. A meno di una frattura ossea, questo è un arco che "non cede", e la cui concavità è costante nel tempo, e abbastanza simile in profondità in tutti i cavalli; per la precisione, è quasi costante l'altezza dell'arco, non la sua forma; cosicchè negli zoccoli grandi l'arco appare più aperto, in quelli piccoli più chiuso.

Fra la suola e l'osso vi è un sottile strato di tessuto vivo, il corion, di spessore pressochè costante. Quindi: se la suola è di spessore uniforme, la concavità della suola riproduce esattamente quella dello "stampo" osseo che vi sta sotto.

Se la concavità manca, non essendo possibile alcuna variazione della concavità dell'osso, può significare solo una cosa: che lo spessore della suola varia, e precisamente che è più spessa al centro, e più sottile ai margini.

Questa condizione ha due estremi: suola normalmente spessa al centro, e sottilissima ai margini; oppure, suola di spessore normale ai margini, e suola più spessa del normale al centro.

Il primo dei due casi è certamente, seriamente anormale e comporta inevitabilmente sensibilità dello zoccolo: la suola è sottile e flessibile proprio dove riceve il massimo della pressione. L'effetto di un assottigliamento della suola potete verificarlo voi stessi su un vostro polpastrello: vi sarà capitato di "tagliar via" una fettina di strato corneo del polpastrello, senza arrivare "al sangue"; il polpastrello diventa sensibilissimo, e pressioni normali creano un notevole fastidio, e addirittura dolore. I vostri piedi, in cui lo strato corneo, sempre protetto dalle scarpe, è ben più sottile di quello di chi cammina sempre scalzo, vi rende sensibilissimi a ogni sassolino quando andate scalzi.

Sul secondo caso (suola molto spessa al centro) le opinioni divergono. Qualche "scuola" barefoot ritiene che sia un disastro perchè una suola spessa riduce l'elaterio; non solo, qualcuno ritiene che "prema" dolorosamente sulle strutture profonde. Queste scuole di pareggio barefoot suggeriscono di asportare la suola eccessiva, dopo accertato che lo spessore è realmente anormale, per ridare al fondo del piede la giusta concavità. Ci vanno quindi giù duri di coltellino.

Altri ritengono che sia un grave errore, anche perchè la suola non sta "ferma", ma scorre verso la punta: togliere qualcosa al centro dello zoccolo significa ridurre la quantità di materiale corneo che si sposterà in avanti e darà spessore al margine della suola - il punto più delicato e importante. Io sono di questa opinione, e da molto, molto tempo il coltellino, sulla suola, lo uso pochissimo; negli ultimi tempi, non lo uso affatto.

E' curioso rilevare che questa differenza di opinioni è vecchissima, come è vecchissima la scoperta dell'elaterio e della sua utilità; alcune scuole di mascalcia del 1800 si distinguono da altre scuole dello stesso periodo, proprio perchè le une ritenevano che fosse utile, per favorire l'elaterio, assottigliare la suola ("pulirla") fino al punto da sentirla leggermente morbida e comprimibile con la pressione di un pollice; le altre si opponevano a tale pratica.

Io ho l'impressione che la diatriba non sia affatto finita, e che ancora oggi anche fra i maniscalchi ve ne siano alcuni che "scavano nella suola", altri che la rispettano come "cosa sacra". Lo stesso vale per i pareggiatori. Da quello che vedete durante la ferratura o il pareggio del vostro cavallo, che "stile" vi pare di vedere? Se la suola, a pareggio finito, perfettamente liscia, lucida, morbida, quasi "grassa" come fosse di cera... il pareggio della suola è del "primo tipo"; se invece è opaca, dura, leggermente irregolare, allora il pareggio è "del secondo tipo", e la suola non è stata quasi toccata.






La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

fede.spin

Io sono sicuramente orientato verso il secondo approccio, quello particolarmente conservativo sulla suola.
A onor del vero, devo dire che su nessuno dei miei cavalli mi sono trovato ad avere una situazione di suola troppo spessa al centro, mentre il problema dello spessore troppo ridotto sotto la punta mi è ben noto.
In ogni caso, a meno di non riscontrare evidenti segni di fastidio, credo che non toccherei la suola nemmeno se riscontrassi uno spessore eccessivo al centro.
Anche il mio coltello tende a fare ruggine...

Ipparco

Premesso che sono della scuola "se posso non toccarla è meglio", aggiungo alcune considerazioni:
- occorre distinguere chiaramente tra suola e barre (cosa non sempre banale all'occhio del profano). Mi capita spesso, soprattutto al primo pareggio di zoccoli trascurati, di dover eliminare 2-3 cm di barre in eccesso tutt'attorno al fettone. Uno che mi vedesse "scavare" potrebbe pensare che sto togliendo chili di suola, mentre invece si tratta di un'altra struttura, con un comportamento diverso, che se lasciata a sè stessa potrebbe creare problemi;
- come per il fettone, talvolta occorre togliere della suola morta per motivi igienici piuttosto che meccanici. Questo vale soprattutto per cavalli stabulati in box, o in paddock poco puliti;
- in caso di rimodellamenti ossei potenzialmente si può avere una suola piatta anche in presenza di spessore di suola uniforme (anche se di solito sarà troppo sottile a causa di danni vascolari al corion);
- una suola sana, spessa e ben incallita su certi terreni diventa liscia e lucida, alla pari del bordo distale della muraglia. Giusto per confondere un po' le idee ;)
- il piede equino sano ha un arco dalla punta ai talloni che ne aumenta la capacità di assorbimento elastico;
- Ramey ritiene che suola e barre facciano da "fine corsa" all'espansione dello zoccolo, e che questa corsa dovrebbe essere di circa un cm in senso verticale. In base al tipo di terreno più o meno compatto su cui vive e lavora il cavallo, suola e barre tenderanno ad assumere conformazioni differenti nella zona circostante il fettone. Quando si pareggia bisognerebbe valutare anche questo aspetto prima di prendere delle decisioni su cosa togliere e cosa lasciare. Togliere troppo potrebbe togliere sostegno verticale al piede, oppure viceversa lasciando troppo si potrebbe non lasciargli sufficiente spazio per avere una normale espansione.

Diciamo che prima di toccare la suola, bisogna come minimo assicurarsi che il cervello sia collegato..
Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
"La semplicità è la sofisticazione finale"
Leonardo da Vinci

francobelmonte

"Suola piatta" é un segno che di per se non aiuta molto. Visto che una suola piatta può essere molto fine, e più fine procedendo verso la periferia, come è stato detto, oppure un'altra piatta ma spessa a causa del materiale sovrapposto alla così detta suola vera.
Nel primo caso le lacune collaterali al fettone sono scarsamente profonde, nel secondo assai profonde. La profondità delle lacune e la forma della suola ci informano sul suo spessore o meglio sulla distanza delle strutture interne dal piano di appoggio. 
Una suola uniformemente concava in ogni sua parte è la "normalità".
Quando la parte periferica della suola diventa piatta e la concavità si riduce alla parte via via più centrale abbiamo una suola via via  più sottile rispetto alla precedente. La profondità delle lacune è in relazione inversa all'estensione della parte piatta. Intoccabile.
Al contrario se la suola inizia a perdere concavità e la profondità delle lacune aumenta è in atto un deposito e non si tratta del solito materiale di esfoliazione di varia densità a seconda della stagione o della gestione. Qui il piede sta perdendo progressivamente le sue caratteristiche meccaniche. Oltre alla profondità delle lacune guardiamo all'insieme. Utilizzando le tenaglie e appoggiando un becco sulla parete ed uno all'interno della lacuna la soprasuola cede secondo una linea di minore resistenza e la concavità é ristabilita. La parete risulta di conseguenza molto lunga, a pareggio finito il piede é considerevolmente più basso. Non dico di farlo, ci vuole una certa esperienza. Ma quando serve, non farlo lascia uno zoccolo di proporzione inappropriata assoggettando a forze devastanti articolazioni, tendini e tutto i resto. Per un esempio pratico: Under the horse - negative palmar angle di Pete Ramey.
Usando le parole di Pete, quando sono perso ed impaurito mi appoggio a qualche cosa di concreto. Le lacune collaterali al fettone sono lì ad informarmi sulla realtà dei fatti permettendomi di proseguire.