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Incidenza dei fattori ambientali

Aperto da Ipparco, Luglio 14, 2012, 09:06:59 PM

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Ipparco

Visto che se ne parlava, penso sia interessante approfondire un po' questo aspetto.
La zona geografica in cui ci si trova incide a mio avviso in maniera determinante sui risultati che ci si può aspettare, o sulle difficoltà che si devono affrontare per migliorare i risultati.
La zona geografica determina tra le altre cose:
-Clima
-Terreni
-Orografia
-Alimenti disponibili (flora spontanea vs coltivata)
-Valori nutritivi di suddetti alimenti
-Disponibilità di spazio
-Aspetti culturali
-Aspetti economici
(aggiungete voi quelli che sicuramente mi sarò dimenticato)

Tutti questi elementi possono incidere positivamente o negativamente sugli zoccoli, in modo diretto o indiretto.
Mi pare ovvio che se qualcuno fosse così fortunato da potersi comprare 2-300 ettari di deserto del Nevada, probabilmente avrebbe risolto in maniera egregia il dilemma su come gestire gli zoccoli dei propri cavalli: sbattendoli in mezzo al loro "paddock" e dimenticandoseli.
All'estremo opposto potremmo mettere gli abitanti della Florida, o della Camargue: acquitrini e paludi in ogni angolo. Solo il mare aperto può essere meno adatto per tenerci dei cavalli ed aspettarsi che abbiano buoni piedi capaci di lavorare duramente.
Cosa potrebbe fare un "floridiano"? Drenare, bonificare, asciugare, ghiaiare ecc. Quanto costa? Chi se lo può permettere? E quando piove per 10 giorni di fila che succede?
Analogo discorso si può fare per l'aspetto alimentare: qui in Emilia trovare dei campi che non siano seminati a medica è raro. Trovare del fieno di prato in ballini sta diventando impossibile. Aggiungiamoci che i terreni alluvionali (leggi: argilla), già poveri di minerali di loro natura, sono stati sfruttati almeno per cinquant'anni con un'agricoltura intensiva, che li ha ulteriormente impoveriti sotto questo aspetto. Qui da noi quasi ogni cavallo manifesta sintomi di carenze o sbilanciamenti minerali. Zinco e rame, importantissimi per pelo e unghie sono virtualmente assenti nella dieta di molti cavalli delle mie zone.
In compenso l'acqua è durissima, e sballa costantemente il rapporto Ca/P, anche a cavalli che mangiano discrete quantità di cereali (ricchi di fosforo e poveri di calcio).
Chi ha la fortuna di vivere in aree con terreni più "antichi" probabilmente ha meno difficoltà a reperire alimenti con un buon contenuto di minerali, in rapporti più bilanciati.
I prezzi dei terreni poi variano selvaggiamente da zona a zona: qui intorno a Modena l'ettaro di terreno agricolo supera tranquillamente i 25'000 €. A Bucarest un ettaro si compra per 1'000 €. In Puglia mi è stato detto che vale sui 5'000 €. Quindi, a parità di disponibilità economiche, la capacità di acquisto può variare enormemente. Data la mia disponibilità, sto valutando l'acquisto di qualche ettaro di Sahara algerino.

Penso non ci sia bisogno di continuare. Sulla base di questi ragionamenti, mi pare chiaro che occorre essere molto flessibili ed adattabili nell'applicazione della "teoria barefutta", proprio perchè le condizioni, da zona a zona, possono essere molto diverse.
Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
"La semplicità è la sofisticazione finale"
Leonardo da Vinci

alex

Non a caso, il ferro sembra essere comparso nella umida Europa centrale, per opera dei Celti. Non nel Medievo: parecchio prima. I Romani li hanno incontrati, ma verosimilmente li hanno ritenuti una cosa da barbari, e non li hanno copiati.  :icon_rolleyes:

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

piciopacio

Nessuno lo dice ma il bravo barefutto dovrebbe sferrare solo d'estate, non ci credete ?

alex

It depends.... se abita in Canada forse dovrebbe fare l'inverso. Là il terreno è duro d'inverno e molle d'estate.

Più semplicemente, il bravo barefutto se ne sbatte delle scommesse e delle competizioni, co sè stesso e con chiunque altro  ("vediamo fin dove arriva il cavallo con gli zoccoli senza protezioni") e caso a caso, giorno per giorno, ora per ora decide qual'è la protezione necessaria per il piede del proprio cavallo; e ha la possibilità di cambiare le cose anche dieci volte di seguito in una giornata (nulla impedisce di portarsi dietro le scarpette e metterle/toglierle, in una lunga passeggiata, a seconda dei terreni, andature eccetera eccetera). Il bravo barefutto è un uomo libero.



La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

piciopacio

Veramente mi riferivo al fattore climatico, al caldo o meglio alla mancanza di umidità...lo zoccolo è metereopatico (osservazione personale)...dei terreni ce ne fottiamo.

piciopacio

Questo scrisse Ipparco in altro posto, eravamo ot, riconduco la questione in questo topico perché quì è attinente

Concettualmente, a volte è difficile distinguere con certezza un adattamento da una mera conseguenza di una serie di fatti o condizioni. Non è possibile affermare con certezza che il piede del mustang sia un "adattamento" o non piuttosto una mera conseguenza del suo stile di vita, così come non lo si può dire dei piedi di un cavallo che viva in box.
Diciamo che il piede del mustang ha alcune caratteristiche che ci "piacciono", così come le hanno i mustang nel complesso, e che quindi quello sembra essere un buon modello di riferimento.
Quello che ho potuto vedere io su cavalli che sono passati da una gestione a paddock a una in box, a mio parere è più plausibilmente un degrado che non un adattamento, degrado dovuto principalmente al maggior contatto del piede con le deiezioni rispetto alla situazione iniziale, e in minor misura alla mancanza di movimento, al fondo meno abrasivo, al mancato utilizzo di parte dell'energia ingerita ecc.
Perchè lo ritengo un degrado? Perchè il corno che costituisce la superficie plantare dello zoccolo diventa, in condizioni ottimali o quasi, una superficie dura, lucida e compattissima, adatta a resistere all'azione meccanica delle asperità del terreno, mentre su cavalli che vivano in ambienti poco puliti, o su fondi troppo soffici ed igroscopici, come la maggior parte delle lettiere, la superficie plantare perde questa resistenza.
Data la funzione di protezione che deve svolgere il corno, un degrado delle sue proprietà meccaniche, a mio avviso è da vedere come un peggioramento, un deterioramento, appunto, delle sue prestazioni.
Una modificazione dei piedi in funzione dell'ambiente e del terreno può sicuramente avere anche una componente di tipo "adattativo", ma la mia opinione è che in questo caso non debba cambiare tanto la consistenza dell'unghia, quanto piuttosto la sua geometria.
Possono comunque esserci delle eccezioni a questo ragionamento, e un esempio molto interessante è quello che fa Ramey quando cerca di spiegarsi il perchè del tarlo e della stessa laminite: potrebbero essere dei meccanismi di difesa del cavallo contro una lunghezza eccessiva degli zoccoli qualora l'animale si trovi improvvisamente in un rigoglioso "eden" erboso in cui venga meno l'esigenza di spostarsi continuamente in cerca di cibo. In questo caso, la possibilità di "sbarazzarsi" in fretta dell'unghia di troppo facendola spezzare in grossi pezzi potrebbe essere utile.
Si tratta comunque di meccanismi che richiedono più di pochi giorni per attuarsi, di solito, e anche per questo penso che quello che succede nella maggior parte dei casi quando si mette un cavallo in box sia a tutti gli effetti un deg
rado dovuto a fattori ambientali.

Caro Ipparco tutti sti ragionamenti hanno senso se inquadrati in un contesto più ampio, già feci notare a qualcuno la metereopaticità dello zoccolo lallino.

Ho constatato che - a parità di governo e di logistica - d'inverno i piedi dei lalli sono morbidi, d'estate duri.

La stessa relativa differenza dovrebbe esistere tra i lalli che vivono nelle zone aride nord africane e quelli che vivono nelle zone umide nord europee.

Caro Ippi, sicuramente hai trattato piedi di asini e muli, certamente non hai potuto fare a meno di notare la differenza di forma e di consistenza che esiste con quelli del loro cugino lallo.

Sono giuste codeste mie tre considerazioni ? Se si, continuo il ragionamento altrimenti è inutile.







Ipparco

CitazioneCaro Ippi, sicuramente hai trattato piedi di asini e muli, certamente non hai potuto fare a meno di notare la differenza di forma e di consistenza che esiste con quelli del loro cugino lallo.
Non solo consistenza e forma, ma spesso cambia addirittura il comportamento delle varie strutture. La suola degli asini ad esempio tende a non esfoliare ma ad accumularsi, probabilmente proprio per poter affrontare gli ambienti estremi in cui vive l'asino.

Le tue considerazioni sono senz'altro giuste, anche se con dei piccoli distinguo: ci sono "trucchetti" per evitare che d'inverno l'unghia si ammorbidisca al punto da creare problemi (ad esempio l'uso generoso di ghiaia e altri materiali drenanti), e spesso i piedi dei cavalli che vivono stabilmente in ambienti umidi sono più morbidi ma assumono dimensioni maggiori, con un fettone che diventa più importante in percentuale rispetto agli zoccoli tipici dei climi aridi. Questo è un altro esempio di quei casi in cui è difficile decidere se si tratta di adattamento o mera conseguenza. Però su un piede più grande, a parità di peso dell'animale, la pressione  (e quindi il consumo e il rischio di traumi) diminuisce, ripristinando un certo equilibrio..
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piciopacio

Citazione da: alex - Luglio 14, 2012, 10:11:18 PM
Non a caso, il ferro sembra essere comparso nella umida Europa centrale, per opera dei Celti. Non nel Medievo: parecchio prima. I Romani li hanno incontrati, ma verosimilmente li hanno ritenuti una cosa da barbari, e non li hanno copiati.  :icon_rolleyes:

La presunta nascita del ferro inchiodato, in epoca antecedente i Romani non ha riscontro se non nel fatto che il ferro da lallo - essendo piccolo e relativamente pesante - affonda facilmente in strati più profondi quindi più antichi, e dunque falsa facilmente la sua datazione.

Si son trovati ferri - in Irlanda - che secondo questo metro risalirebbero quasi all'epoca di Xenophon, il che non è possibile.

alex

Molte notizie su "ferri fra i Celti" si trovano su un testo che mi ha segnalato proprio piciopacio: Horse shoes and horse shoeing: their origin, history, uses, and abuses. Vecchiotto, ma liberamente consultabile.

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

piciopacio

L'idea che i romani non apprezzassero qualcosa di buono ed utile, come la ferratura inchiodata, quando l'incontravano, è una simpatica escortanata, riportata anche da Fleming.

Invece è molto probabile che singoli maniscalchi abbiano provato - in epoca romana - ad inchiodare l'ipposandalo con risultati inizialmente disastrosi, probabilmente la sperimentazione per raggiungere la ferratura inchiodata fu lunga e laboriosa e come tutte le novità volle del tempo per attecchire bene.


piciopacio

Comunque, la domanda era: - perché i lalli hanno i piedi più morbidi d'inverno ?

E in subordine: - perché l'asino, e dunque anche il mulo, ha una struttura di piede differente da quella dello lallo ?

Le ragioni sono di una lapalissiana evidenza, risparmiatemi il sermoncino !!


alex

Dopo la tua spiegazione del perchè Rousselet usò il cordoncino di seta per Chasseur (ossia perchè il cordoncino di seta è più convincente, ossia più "severo", dell'imboccatura che il cavallo usava: spiegazione a cui io non sarei arrivato mai e poi mai  :horse-scared:) rinuncio in partenza a tirare a indovinare il tuo pensiero.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

piciopacio

Mi vergogno a scrivere delle banali ovvietà,  :embarrassed2:

Lo zoccolo lallino cambia alle variabili climatiche: - caldo - duro; umido - molle per adattarsi ai cambiamenti del suolo dove si trova.
Se il lallo avesse lo zoccolo sempre duro, l'unghio, d'inverno - agendo sul mollo - crescerebbe fuori misura; se l'avesse sempre mollo, d'estate - camminando sul duro - i suoi piedini si consumerebbero velocemente che in un paio di settimane non potrebbe fare più un passo.

Detto questo, (esperienza diretta) il bravo barefutto dovrebbe fare due pedicure, uno estivo e un'altro invernale, o meglio, uno per l'umido l'altro per il secco; alla stessa maniera il gestore del lallo scalzo dovrebbe adattare i suoi comportamenti e le sue richieste alla stagionalità.

Degli asini e dei muli estivi et invernali parlerò dopo...credo di aver trattato l'argomento, devo avere lo scritto da qualke parte.





piciopacio

Ecco come cominciai ad occuparmi di clima e barefutterìa: -

...in primo luogo bisogna osservare i piedi. Come infatti una casa avrebbe scarsa utilità se avesse splendidi fastigi e fondamenta inefficienti, così un cavallo d'arme, non servirebbe a niente se avesse una struttura perfetta e i piedi scadenti......e dal rumore – dice Simone – si riconosce il cavallo dotato di buoni piedi, e dice bene: - come un cembalo infatti rimbomba sul terreno lo zoccolo cavo."

Queste parole, scritte 2500 anni fa, sono di un'attualità stupefacente e per il cavallo in generale e per noi barefutti in particolare; rileggendole, da un po' di tempo ho cominciato a far attenzione al suono degli zoccoli di Oddo.
Lui abita/abitava in un box situato in fondo ad un capannone lungo circa 30 metri, ci sono altri due cavalli, i box sono dieci, frutto di un remoto insano tentativo del rag. Gu...ta di creare un centro ippico – per sua fortuna - abortito sul nascere.

Oddo rientra da solo dal pascolo, lo lascio libero, e, con il suo trotto energico,  raggiunge il suo sito ignorando gli altri due cavalli.
I suoi piedi – in quell'ambiente chiuso - schioccano sull'incementato come le nacchere di un flamenquero sivigliano o meglio schioccavano, perché da quando ha cominciato a piovere, da quando l'aria si è umidificata, il suono è diventato morbido felpato sembra che il morello abbia indossato le "babbucce"...perché?

Trovo che voi barefutti "ufficiali" diate troppa importanza ai tagli e ai pareggiamenti, vi sforziate troppo ad elencare i presunti danni della odiata ferratura e – per contro - spendete pochissima considerazione verso i fattori essenziali che fanno un piede "really hardned", il clima è uno di questi...

alex

Lo immaginavo, e lo temevo.

Attenzione: questo post è ad alto contenuto teorico- a molti sembrerà intollerabile. Saltatelo a piè pari se non siete disponibili a penetrare nei significati reconditi della parolina "perchè".

Quando il mio professore di biochimica chiedeva: perchè quella tal sostanza / quel tale ormone aumenta in queste circostanze? (mettiamo: perchè il tasso di insulina aumenta quando aumenta la glicemia?)

Chi rispondeva "il tasso di insulina cresce per abbassare il tasso di glucosio nel sangue" riceveva una sfuriata e veniva cacciato istantaneamente. Erano le poche circostanze in cui il prof. De Bernardis - un vero signore - perdeva le staffe.

La risposta che lui voleva non era "filosofica", "finalistica". La biologia non funziona così. Lui voleva che fosse ben chiaro il mebccanismo biologico che lega l'aumento del tasso glicemico all'aumentato rilascio di insulina. Quale recettore viene attivato? Quale mediatore intracellulare, quale meccanismo biochimico scatta? Perchè e dove questo meccanismo si inceppa, in quali circostanze biochimiche? Questo è il "perchè" che conta, in biologia.

Perchè un seme interrato germoglia? Non certo "per produrre una nuova pianticella"! Ma perchè il seme è fatto in modo che in certe condizioni succeda qualcosa di fisico-chimico che avvia il processo.

Perchè l'umidità modifica lo zoccolo? Perchè il materiale di cui è fatta la muraglia è fatto in un certo modo; ha certe caratteristiche chimico-fisiche eccetera. Questo è il "perchè". Che queste caratteristiche siano "utili" per adattare il piede al suolavoro, è il risultato dell'evoluzione; ma mica sempre queste caratteristiche raggiungono il risultato auspicato.... non sono finalizzate al risultato attuale: sono statisticamente utili.  Può benissimo capitare che siano dannose, in alcuni casi. Non ha importanza: statisticamente sono più utili che dannose. Quindi il piede non modifica forma-consistenza per adattarsi al terreno, proprio come il seme non germina  per produrre una pianticella.

Non mi è mai sfuggito il suono del piede, e lo uso correntemente per giudicare lo zoccolo.... anch'io apprezzo Senofonte. :-)
E anche Virgilio accenna al suono degli zoccoli sani, in pochissime parole, ma "quelle giuste".





La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.