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Ripetizioni

Aperto da alex, Febbraio 03, 2019, 10:32:39 AM

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Luna di Primavera

Citazione da: alex - Febbraio 03, 2019, 10:32:39 AM
Si possono fare benissimo 10 partenze al galoppo al minuto, che sono la bella cifra di 100 in 10 minuti e di 1000 in 10  sessioni da 10 minuti.

mi sono persa.

se fai 3 partenze e il cavallo te le azzecca tutte e 3, dov'è il vantaggio addestrativo di farne 100? non è questo che stiamo discutendo?
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

BigDream



Citazione da: nala - Febbraio 11, 2019, 02:58:57 PM
Alex, allora non ho capito io il tuo punto. Pensavo si parlasse di ripetizioni di un esercizio, non di "densità" di richieste molto alta.
Trovo siano due cose diverse. In una sessione di lavoro in piano io posso chiedere tante cose, posso chiedere un'appoggiata, poi subito dopo un galoppo in circolo, poi di nuovo un'appoggiata per poi cambiare nuovamente con qualcos'altro. Insomma, creare una varietà di richieste tale da tenere l'attenzione del cavallo sempre alta e non annoiarlo. A patto ovviamente che sia io che il mio cavallo sappiamo fare tutte queste cose.
Un conto è insegnare al mio cavallo, ad esempio, il piaffe da terra o comunque una cosa del tutto nuova che non conosce. Ecco, lì per me vale l'approccio già scritto svariati post prima e condiviso con Micky, Tony, Milla, Big

Cara Big, anche io ho un cavallo che si annoia facile quindi devo sempre inventare i draghi per variare il più possibile. Anche perché poi oltre ad annoiarsi ( e sbuffa proprio) inizia ad anticiparmi , e non voglio che sia lui a fregare me, ma semmai io a cogliere in castagna lui ;)
Scherzo, però per rendere lo spirito con cui cerco di lavorare con lui. Nulla per scontato e una sorta di gioco a chi sta più vigile :) :)
E posso dirti che anche montando altri cavalli, di base c'è sempre una risposta di disattenzione e noia se non si crea una varietà e se si persiste con la ripetizione. Magari c'è il cavallo che te lo dice apertamente, ma magari c'è quello più timido che semplicemente si spegne, stacca proprio la spina. 
Questi i miei riscontri.
   

Concordo nala. Il mio invece non mi anticipa per niente, piuttosto direi che cerca di svignarsela: è troppo pigro per anticipare alcunché ahah

nala

Citazione da: Luna di Primavera - Febbraio 11, 2019, 03:12:30 PM
Citazione da: alex - Febbraio 03, 2019, 10:32:39 AM
Si possono fare benissimo 10 partenze al galoppo al minuto, che sono la bella cifra di 100 in 10 minuti e di 1000 in 10  sessioni da 10 minuti.

mi sono persa.

se fai 3 partenze e il cavallo te le azzecca tutte e 3, dov'è il vantaggio addestrativo di farne 100? non è questo che stiamo discutendo?

Ma non solo. Rischi che dopo un po' il cavallo inizi a non capire più il perché di tutto e a fartele sempre peggio. La loro mente è molto semplice e le nostre richieste devono avere sempre un fondamento di coerenza e logicità, mica sono motorini. Se gli fai fare un tot di partenze al galoppo e le prime te le fa bene, che senso ha per lui fargliene fare 100 in 10 minuti? Fisicamente possono tranquillamente reggere, ma mentalmente lo sclero è dietro l'angolo. Ma sclererei anche io, pensa che palle

alex

Chi di voi fa musica? Fatta una scala al piano bene, non ne fate altre? La ripetizione crea circuiti neuromuscolari "rapidi", necessari per qualsiasi attività motoria che non ammette ritardi.

Inoltre ripeto per l'ultima volta: il mio calcolo è puramente teorico, non è affatto un incoraggiamento a ripetere continuamente lo stesso esercizio; sottolinea solo come con una monta "densa" di richieste si ottenga facilmente un numero sorprendente di ripetizioni, cosa impossibile o quasi con una monta "poco densa".
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Miky Estancia

Mmmmmm.....mi viene in mente una fase del lavoro agricolo....la raccolta tra i filari...
Cavallo attaccato ad una slitta o un carretto: due/tre/quattro passi e alt, due/tre/quattro passi e alt e così  fino alla fine del filare per depositare tutte le cassette con la verdura sulla slitta o carretto. Il tutto, solitamente a voce, visto che le manine sono impegnate ad alzare e posare le cassette. Sembrerebbe na noia mortale, un inno allo sclero, e invece lo fanno senza nessun problema...
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

nala

Micky, la vedo diversa la tua situazione.  C'è una motivazione, un senso a ciò che si fa che è chiaro nella mente dell'umano e che  assume significato anche per l'equino. Spirito di collaborazione in un intento che diventa comune.
Mio nonno lavorava con i cavalli nei campi e mi racconta ancora oggi di quanto possa rendere appagato un cavallo che si è reso utile all'uomo.
Io tutto questo senso non lo trovo nella ripetizione fine a se stessa di un esercizio nonostante il cavallo esegua bene.






nala

Non so se sono riuscita a rendere il mio pensiero che, ci tengo a dirlo, è solo il mio pensiero.
Poi le cento partenze al galoppo è una cosa che ho letto dopo e alla quale mi sono agganciata anche se, credo, Alex abbia voluto dire altro 😁

nala

Citazione da: alex - Febbraio 11, 2019, 07:43:04 PM
Chi di voi fa musica? Fatta una scala al piano bene, non ne fate altre? La ripetizione crea circuiti neuromuscolari "rapidi", necessari per qualsiasi attività motoria che non ammette ritardi.

Per noi sicuramente le ripetizioni sono utili e necessarie.  I cavalli, in quanto prede, hanno già circuiti neuromuscolari rapidi. Se non li avessero sarebbero estinti da un pezzo visto che la Natura non accetta ritardi. Imparano e riproducono velocemente, molto più velocemente di noi 😉

Inoltre ripeto per l'ultima volta: il mio calcolo è puramente teorico, non è affatto un incoraggiamento a ripetere continuamente lo stesso esercizio; sottolinea solo come con una monta "densa" di richieste si ottenga facilmente un numero sorprendente di ripetizioni, cosa impossibile o quasi con una monta "poco densa".

Cosa intendi con monta poco densa? E in una monta densa di richieste, cosa intendi precisamente quando parli di ripetizioni?
Vorrei capire meglio

Miky Estancia

Citazione da: nala - Febbraio 11, 2019, 10:03:59 PM
Micky, la vedo diversa la tua situazione.  C'è una motivazione, un senso a ciò che si fa che è chiaro nella mente dell'umano e che  assume significato anche per l'equino. Spirito di collaborazione in un intento che diventa comune.
Mio nonno lavorava con i cavalli nei campi e mi racconta ancora oggi di quanto possa rendere appagato un cavallo che si è reso utile all'uomo.
Io tutto questo senso non lo trovo nella ripetizione fine a se stessa di un esercizio nonostante il cavallo esegua bene.

È che questa discussione mi fa riflettere e mettere a confronto le diverse esperienze che ho vissuto.

Non so se il cavallo sa se un "esercizio " sia fine a se stesso o abbia uno scopo, mi spiego: non so se il cavallo sa che deve avanzare e fermarsi 100 volte perché devo caricare le casse di zucchine oppure gli chiedo di farlo perché  lo sto addestrando a farlo oppure perché  sono una fanatica dello stop & go.
Non penso che lui sappia la differenza tra, sto facendo un lavoro che mi permette di portare la pagnotta sul tavolo e l'addestramento o lo schizzo mentale.
Quel che penso che percepiscano, durante la richiesta e l'esecuzione,  è  sicuramente il nostro atteggiamento mentale e penso sia questo a fare la differenza.
Per quanto mi riguarda,  in lavoro il mio atteggiamento mentale è quello della ricerca della collaborazione; in fase addestrativa pazienza ed attenzione sono al massimo; lo sclero non mi appartiene :horse-cool:  ma so per esperienza che i cavalli lo percepiscono a km.

Poi penso ai diversi cavalli che ho maneggiato nel corso degli anni e che dire....alcuni non sono proprio adatti caratterialmente a fare certe cose, indipendentemente dalla razza.
Ho potuto notare che i soggetti eccessivamente nevrili, si imballano molto facilmente negli esercizi che richiedono precisione e ripetitività: spengono il cervello, diventano dei mattoni in mano e cominciano a pestare l'uva.
I migliori sono quelli che dividono equamente le energie tra gambe e cervello: gli si può far ripetre lo stesdo esercizio  infinite volte, ma rimangono sempre all'ascolto, non automatizzano. Quando lavoro con cavalli così,  è una goduria, li sentinella punta delle dita...
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

nala

Si  Micky, mi è chiaro il tuo discorso e non è tropo distante dal mio, soprattutto quando parliamo di atteggiamento mentale nostro che fa la differenza. E' proprio quello a cui mi riferisco.
IO pure non penso il cavallo capisca che sta portando la pagnotta a tavola, ma attraverso il senso che noi diamo penso capisca che, nel caso delle cassette da scaricare, sta collaborando con l'umano. Questa cosa gli appartiene da sempre perché già prima di rivestire un ruolo nello sport era un animale da lavoro.
Anche io ricerco sempre la collaborazione seppur in ambito diverso, senza quella è inutile tutto. Ed ho riscontrato, nel mio piccolo ovviamente rispetto al tuo, che la collaborazione è come una pianta che deve essere costantemente annaffiata di tanta pazienza e calma ma anche di tanta varietà. Ho sempre trovato dannoso far eseguire mille volte un esercizio se fatto bene proprio perché ho sempre avuto la sensazione chiara che la collaborazione si spegnesse. Perché un conto è la "ripetzione" di un lavoro agricolo, un conto è ad esempio la ripetizione di mille appoggiate ( che il cavallo esegue bene ) con l'intento che automatizzi. Per mia esperienza, che facciano difesa o che stacchino la spina o che si innervosiscano, tutti danno segnali di insofferenza, o comunque sono pochi quelli che restano connessi e attenti.
Non so se hai visto un video di un cavallo che in Polonia, credo fosse lì,  era attaccato ad una macchina molto rudimentale che azionava col suo passo e pistava l'uva. Il contadino era affianco a terra e anche lui lavorava raccogliendo il succo in tinelli. Una cosa molto alienante potrebbe sembrare ma quel cavallo era tutto meno che alienato. Era invece molto calmo e concentrato. Se lo trovo lo posto, anche se siamo andati OT. Racchiude un po' il senso di ciò che voglio dire 😊



alex

Ma voi vi ricordate di dare un "segnale di rinforzo" ogni santa volta che il cavallo risponde bene? Secondo me, sono pochissimi quelli che lo fanno sistematicamente, per automatismo istantaneo. Naturalmente il "rinforzo" che si può applicare, 1000 volte su 1000, è un brevissimo rilascio della pressione. Siate sinceri: lo riuscite a fare sempre? Io no, ma so che sbaglio.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

nala

Alex, non è tanto il rilascio della pressione quanto il tempismo col quale si rilascia.  È lì secondo me la difficoltà.
I cavalli hanno per natura un tempismo perfetto, sono maestri in questo. Noi molto meno, il tempismo non è proprio il nostro forte.
Io onestamente rilascio sempre la pressione ma è il momento esatto in cui farlo che spesso mi frega. E non solo in sella

nala

Addirittura dovrebbe essere quell'attimo prima, appena senti che sta per fare giusto. Più anticipi e più guadagni punti e parli la sua lingua.  Questo mi è stato insegnato e non è per nulla facile.  Per nulla

Miky Estancia

Citazione da: alex - Febbraio 12, 2019, 06:21:44 PM
Ma voi vi ricordate di dare un "segnale di rinforzo" ogni santa volta che il cavallo risponde bene? Secondo me, sono pochissimi quelli che lo fanno sistematicamente, per automatismo istantaneo. Naturalmente il "rinforzo" che si può applicare, 1000 volte su 1000, è un brevissimo rilascio della pressione. Siate sinceri: lo riuscite a fare sempre? Io no, ma so che sbaglio.

Se ho capito bene Alex, per te, segnale di rinforzo=rilascio della pressione.
Giusto?
Ossia, ad esempio: chiedo al cavallo di fermarsi, appena lo fa, rilascio immediatamente la pressione sulle redini.
Nel mio caso, mi vengono in mente molte situazioni in cui ciò non è possibile, poiché non c'è pressione fisica nella richiesta.
Ad esempio, chiedo al cavallo di avanzare o indietreggiare alla voce.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Luna di Primavera

Concordo con nala sul tempismo del rilascio, e dunque cerco di rimediare un pochino col "bravo".
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming