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Topologia della muraglia: dimostrazione

Aperto da alex, Dicembre 12, 2013, 08:33:35 PM

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Ipparco

Sì, certo, l'effetto di richiamo della muraglia è indispensabile per mantenere insieme il tutto, e sicuramente su un piede sano ha una certa forza.
Anche se, di contro, c'è da dire che, come tutte le molle, ha anche una posizione a riposo in cui non esercita nessuna forza. Ho motivo di pensare che la forma a riposo della muraglia sia grossomodo quella dello zoccolo.
Questo per due motivi: viene prodotta già curva (anche se con un raggio leggermente minore rispetto a quello che ha più in basso,che le dà sicuramente un po' di precarico) e anche perchè quando si disseziona uno zoccolo staccando la muraglia dal tuello, la muraglia non si arriccia su se stessa (almeno finchè rimane idratata). Dato che le forze generate dalle molle hanno un andamento grossomodo lineare in funzione della deformazione, l'effetto di richiamo dovuto a 10-15 mm di elaterio non credo sia enorme.
Ho ben presente l'esperienza di Ramey, e ricordo che lì stavano tentando di separare la muraglia dal resto, quindi deformandola ben oltre il suo range di deformazione abituale, quindi con sforzi decisamente superiori rispetto a quelli "operativi".
Perciò non mi sembra così assurdo pensare che la pressione esercitata dalle strutture interne, e quindi trasmesse anche dal corion, possa essere sufficiente a dilatare, o almeno contribuire a dilatare il piede e la muraglia.
Considera che hai corion anche SOTTO alla falange e al cuscinetto digitale. Se non fosse in grado di reggere alla pressione sarebbe un casino. E' vero che di suo il corion è molliccio, ma è una spugna imbevuta di sangue, quindi con una pressione idrostatica al suo interno che lo tiene gonfio.
Una specie di "gelpad" e allo stesso tempo uno "smorzatore idraulico".

Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
"La semplicità è la sofisticazione finale"
Leonardo da Vinci

alex

Infatti, anch'io penso che nella muraglia gli sforzi elastici siano lentissimamente vinti dall'elaterio e che prevalga, sul lungo periodo, la plasticità (necessaria per far variare il raggio della sezione orizzontale di muraglia). Alla fine probabilmente la posizione di riposo esercita una pressione minima o nulla, per deformazione plastica definitiva. Il problema è immaginare cosa succede a fronte di un numero impressionante di piccole deformazioni causate dall'elaterio nell'arco di molti mesi: un modello sperimentale per riprodurre questo fenomeno, mantenendo le condizioni di idratazione e quindi le caratteristiche  della muraglia nei limiti fisiologici, mi pare un compito veramente difficile.

Sta il fatto che il modello dovrebbe essere quello di un cilindro che scorre sulla superficie di un cono, "agganciato" posteriormente alla struttura portante attraverso il complesso talloni-barre, e soggetto a una lentissima deformazione con aumento progressivo del raggio di curvatura. In questo modello, la misura dell'arco di cilindro, in corrispondenza degli anelli di crescita (sempre che siano visibili), dovrebbe essere costante dall'alto in basso.

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

rhox

Citazione da: Ipparco - Dicembre 17, 2013, 10:01:43 AM
1) i cambiamenti di conicità dell'esterno sono accompagnati da un cambio di conicità dell'interno? Sempre? Secondo me sì, e soprattutto nel caso della contrazione. Nel caso del collasso potrebbe essere semplicemente il foglietto che si "allontana" dal bottiglione seguendo un cono inesistente, anche se poi il cono interno probabilmente seguirebbe un destino analogo. Secondo voi?
2) se le dimensioni del foglietto rimangono le stesse ma cambia il cono sottostante, più il cono diventa stretto, più i talloni si avvicinano e diventano paralleli, mentre nel caso opposto si allontanano e l'angolo che formano tra di loro aumenta. Quindi osservando questi aspetti su un piede, e come variano nel tempo, possiamo farci un'idea di come si sta modificando la forma complessiva del piede. Giusto? Osservazioni?

il cambio di conicità penso che sia effettivo nel tempo, inizialmente fatto da un aumento del volume dei tessuti molli.
sicuramente a lungo andare un cono esterno molto stretto può restringere l'interno (deformare il triangolare), mentre un esterno molto grande non può allargare troppo l'interno (non fa crescere di più l'osso) ma può influenzare in malomodo i tessuti malleabili.
quello che dicono spesso le esperienze sulle laminiti croniche dicono che spesso anche i tessuti fibrosi tipo il cherafillocele possono rientrare. quindi a mio parere è molto più facile che si deformi in modo definitivo la contrazione e in modo "momentaneo" l'allargamento. a parità di variazione di stimolazione e crescita dell'unghia.

per la seconda questione ho solo il dubbio su quale punto di riferimento per la predizione futura usare: la zona degli angoli di inflessione è troppo "tardiva", la zona più verso i glomi molto più morbida e più soggetta a variazioni in base al clima: molto secco o molto morbido potrebbero falsare leggermente le distanze e le relative misurazioni. tu dove misureresti per avere un riferimento?
non si potrebbe ad esempio pensare a una misurazione del diametro (tipo con un calibro) della muraglia in zona quarti per valutare se la zona si contrae o si espande?
Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso

Ipparco

#33
Citazione da: rhox - Dicembre 17, 2013, 08:32:13 PM
per la seconda questione ho solo il dubbio su quale punto di riferimento per la predizione futura usare: la zona degli angoli di inflessione è troppo "tardiva", la zona più verso i glomi molto più morbida e più soggetta a variazioni in base al clima: molto secco o molto morbido potrebbero falsare leggermente le distanze e le relative misurazioni. tu dove misureresti per avere un riferimento?
non si potrebbe ad esempio pensare a una misurazione del diametro (tipo con un calibro) della muraglia in zona quarti per valutare se la zona si contrae o si espande?
Io osservo tutta la linea del tallone, dal glomo a terra. Per la distanza tra i due talloni considero sia gli angoli d'inflessione che la giunzione tra fettone e tallone (quindi la larghezza della base del fettone), mentre per l'angolo che formano tra loro i talloni intendo questo:

(le linee colorate seguono la "linea di piega" della muraglia che si ripiega per diventare barra)
E' più una valutazione qualitativa che quantitativa. Però è evidente che per poter essere conica e rispettare al contempo la condizione di isometria, la muraglia non può avere i talloni paralleli tra loro..
Il calibro ai quarti secondo me rischia di "arrivare tardi", nel senso che se il piede comincia a stringersi anche all'altezza dei quarti (dove ci sono i processi palmari) probabilmente sta già subendo dei danni permanenti.
Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
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alex

#34
Se è vero che "la muraglia è un rettangolo ripiegato", ne segue che la normale forma conica deve essere associata per forza alla divergenza di Ipparco e che questa divergenza è correlata all'apertura del cono. Tenete conto comunque che il cono è un conoide, ossia non è regolare: nel modello, il conoide è riproducibile schiacciando un po' il cono dai due lati. Ovviamente il rettangolo disegnato su cono segue fedelmente tutte le deformazioni possibili....  :horse-wink: L'unica cosa che nel modello NON si può fare è creare delle convessità o delle concavità.

La "costanza della larghezza del rettangolo" ossia, gli archi di muraglia misurati lungo le cerchiature visibili o virtuali, può essere valutata con un metro da sarta (ossia, un metro flessibile), e ovviamente solo nel tratto che corrisponde all'altezza dei talloni.
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