JDO afferma: "perchè ascoltare il cavallo? Il cavallo dev'essere un prolungamento del corpo, e come le nostre estremità deve rispondere immediatamente a qualsiasi "ordine motorio", come fosse parte del nostro corpo".
Ebbene: le cose non funzionano così, con le parti del nostro corpo. Esiste una malattia che colpisce la il midollo spinale, e danneggia le fibre nervose dorsali (che portano la sensibilità) risparmiando quelle ventrali (che portano gli impulsi motori). Le fibre della sensibilità permettono al nostro cervello di "ascoltare" continuamente la miriade si segnali che provengono dalla periferia, diciamo, da una gamba; le fibre motorie mandano ai muscoli gli impulsi che determinano il movimento.
Ebbene, in questa malattia il movimento è gravemente compromesso anche se le fibre motorie sono intatte; perchè il cervello ha bisogno di "ascoltare" continuamente la gamba, per muoverla bene. I vecchi medici facevano diagnosi di questa malattia appena vedevano camminare il malato. Quindi, se il cavallo deve diventare un prolungamento del nostro corpo, è assolutamente necessario che al flusso di segnali "motori" corrisponda un continuo "ascolto" dei segnali provenienti dal cavallo; altrimenti il movimento complessivo del binomio perde armonia e finezza, diventa incerto e grossolano. "Ascoltare" il cavallo è altrettanto importante che "chiedere il suo movimento".
Per dirla in modo più semplice: se non si può sentire, non si può nemmeno ascoltare; ma se se non si può sentire, e quindi non si può ascoltare, si è portatori di un serio handicap. Il cavallo va sentito, e pure ascoltato, altrochè.
Io non ho ancora capito cosa vuol dire "sentire" il cavallo... la mia nuova istruttrice mi ha corretto la posizione delle mani dicendo che come le tenevo prima era impossibile ascoltarlo, ma pure adesso che le ho corrette non ho ancora percepito nessuna richiesta dalla bocca del cavallo, o molto probabilmente sono io che non le sento. Non è che avrò questa malattia o mi serve un dizionario cavallo-amazzone? :firuu:
Sembra una cosa talmente ovvia...invece è una sensibilità che spesso si acquisisce in anni di lavoro.