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Ippoterapia

Aperto da Aska, Agosto 15, 2016, 03:21:34 PM

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Aska

Oggi leggevo un articolo riguardo l'ippoterapia con persone affette da vari disagi, a partire da quelli fisici fino a quelli mentali.
Qualcuno ha avuto modo di vedere queste realtà da vicino?
Dalle mie parti non c'è nulla del genere, eppure credo che possa essere un'opportunità immensa.

alex

Un'opportunità immensa per i cavalli, per chi ha disagi o per gli operatori?
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Winter Mirage

Io sono stata diversi anni in un maneggio che la praticava regolarmente e, per quanto possibile senza essere un operatore certificato, ho dato un po' una mano.

Credo che l'ippoterapia sia contemporaneamente una grande opportunità così come una grandissima minchiata.
Dipende (come ogni cosa al mondo) sempre da chi la gestisce e da come viene considerata.

Per esempio, spesso non è una gran bella cosa per i cavalli: mediamente sono i più anziani, zoppi, distrutti ed innocui del maneggio che certamente avrebbero bisogno di stare in pace a prato e non di avere sopra 130 kg di paraplegico affetto da gravissima sindrome di down che li prende a mazzate.
Però, se vogliamo considerare che la soluzione per alcuni di questi cavalli è il macello o un "relativo macello" (come mollarli in certi posti per cavalli anziani o regalarli a certe associazioni/maneggi)... beh, sì, in quel caso suppongo che anche farsi mazzuolare da un disabile gli stia benissimo.

Per gli operatori è uno stress assurdo: i cavalli sono di per sè una fonte di rischio già per le persone normali (che pure sono legalmente responsabili di se stesse e dei voli di testa che si fanno), figurarsi per chi è affetto da disabilità e che, in toto o in parte, è sotto la tutela e responsabilità degli operatori che li assistono.
Ricordo un ragazzone carinissimo, molto simpatico e di buona compagnia.
Salvo quando qualcosa sbatteva. Bastava un qualsiasi secchiello rovesciato che lui partiva a gridare che c'erano i tuoni e la tempesta.
Non vi dico quando per caso tuonava veramente: ne aveva un tale panico, da prendere a correre ovunque tappandosi le mani con le orecchie.
In una scuderia, dove ovviamente ci sono anche altri cavalli oltre a quelli buonissimi dell'ippoterapia, correre a casaccio urlando in mezzo ai corridoi non è una delle idee più sagge che si possano avere.
Allo stesso tempo, uno degli operatori era un ragazzo giovane e dinamico che aveva veramente voglia di sbattersi per queste persone e lui effettivamente riusciva a trarre un piacere del tutto personale nel vedere alcuni gravissimi disabili tentare di interagire con i cavalli... o quantomeno accettare di essere sollevati di peso, calati in sella e passeggiati in giro senza dare di matto.
Rispetto alla tragica routine delle loro vite, quel cambiamento era una specie di miracolo da accogliere a piene mani e cuore aperto.

...ma non scorderò mai un'operatrice che invece arrivava, smollava la truppa in giro per il maneggio e si sedeva noncurante a fumare su una panchina. Se non stavamo dietro noi ai ragazzi (rincorrendo quelli mobili ed assistendo quelli che non avevano mobilità) per lei potevano anche crepare tutti lì.
Uno dei più svegli di questi ragazzi un giorno mi ha beccata mentre chiedevo a questa strega dimmedda se magari pensava anche di alzare il chiurlo e dare una mano oppure no... ed il ragazzo mi ha bisbigliato all'orecchio (cioè urlato a pieni polmoni e con le mani a cono a mezzo centimetro dalla mia testa) che "lei era peggio di noi malati."



Per chi invece ha disagio fisico, non ho minimamente le competenze per giudicare... ma posso esprimere un pensiero.
Ho visto (ed aiutato) ad issare in sella disabili fisici e mentali così gravi da non essere probabilmente nemmeno consapevoli di esistere o di avere un corpo. Persone paraplegiche, distrofiche, affetti da tragiche malformazioni fisiche, e muti, spesso quasi del tutto ciechi, incapaci di mostrare qualsivoglia reazione a qualsivoglia stimolo.
Eppure li hanno messi in sella, prostrandoli fisicamente, al caldo d'estate ed al freddo d'inverno, nel fango e nella polvere...
Non credo, a meno che qualche neurologo non possa dimostrare il contrario, che sia stata una cosa ben fatta. Che questi ragazzi lo abbiano apprezzato. Non so se questi ragazzi possano veramente apprezzare qualcosa. Ma se dovessi stabilire io le loro terapie, sempre dall'alto della mia totale incompetenza, li potrerei a fare nuoto o delle belle passeggiate in carrozzella nei parchi... qualcosa che sostenga i loro corpi, che non li sottoponga a fatiche fisiche così inutili e che possa essere come idea più piacevole del pelo di cavallo in bocca quando ci sono 35 gradi all'ombra.

Allo stesso tempo ho visto due ragazzi autistici che venivano trattati in sessioni separate dagli altri.
Ed una persona affetta da una malformazione alla spina dorsale che l'ha paralizzata poco dopo i 30 anni, ma perfettamente normale mentalmente.
Ecco: loro hanno tratto un beneficio così' immenso che perfino un'incompetente come me se ne è potuta rendere conto.

Questi ragazzini autistici che smettono di strillare, che accettano di toccare i cavalli, che sono contenti di salirci sopra e farsi portare a zonzo sono una gioia.
Non vi dico la gioia della signora che ha trovato nuovamente il modo di muoversi liberamente su quattro zampe immensamente più forti e potenti delle due che aveva perso.
Ed un paio di leggeri disabili mentali che in realtà non amavano moltissimo trovarsi in sella, avevano sviluppato una passione infinita per la cura del cavallo: avevano imparato a fare i box, a portarli dentro e fuori dai paddock, a dargli da mangiare il corretto quantitativo di fieno e mangime agli orari prestabiliti. E finito di fare tutto questo, li tiravano nuovamente tutto fuori e li pulivano per passare il tempo. Entrambi erano una splendida risorsa per i cavalli un po' trascurati dai loro padroni e, quando non dicevano di voler diventare calciatori o idraulici, tutti e due sostenevano di voler lavorare in un maneggio.



Insomma, se la mia esperienza può essere intesa come il livello medio dell'ippoterapia che probabilmente viene praticata nei piccoli centri di campagna, non saprei veramente che giudizio dare.
Il fatto è che queste comunità hanno un tot di fondi assegnati per far fare delle attività ai ragazzi che accudiscono. E DEVONO farle, non possono esimersi (giustamente!).
Capita, come credo sia capitato a noi, che il maneggio fosse la cosa più comoda, vicina e più agibile a livello architettonico... e quindi la scelta è ricaduta sulla horsetherapy. Poi, che alcuni assistiti ne abbiano tratto un grande/medio/piccolo beneficio ed altri nessuno del tutto, non credo sia fregato più di tanto a qualcuno.


La vera tragedia, è che avendo io stessa un cugino che purtroppo è ventenne, tetraplegico e totalmente inconsapevole di essere vivo... tranne quando urla in preda a sa il cielo quali dolori... mi rendo conto che si passa da un estremo di quasi totale menefreghismo ad altri di incensata socialità.

Ci sono centri dove i disabili vengono trattati come se fossero fatti d'oro e gemme (stile pubblicità televisiva), sono costosissimi, molto di moda e parlano dell'assistenza ai disabili con lo stesso fervore modaiolo/fanatico/megalomane con cui un altro mio cugino perfettamente normale parla dei Pokemon Go. Robe che sembrano più matti gli operatori degli assistiti.
Ed altri centri che se non ci fossero sarebbe quasi meglio.

Certamente a me non è mai passato per la cucurbita di dire a mia Zia di portare il figlio in maneggio a fare horsetherapy.
Nè a lei di chiedermelo.
Dopotutto lui ha una sorella ed una famiglia intera che lo adora e lo tratta con tutta la normalità possibile, il che è tutto sommato l'unica cosa veramente importante, nonchè una fortuna che val la pena godersi visto che non tutti sono circondati da tanto sereno affetto, che siano normali o disabili.




Assiduus usus uni rei deditus et artem et ingenium saepe vincit

AnnaQ

Concordo al 100% con Winter Mirage, non saprei proprio come dirlo meglio  :pollicesu:

Ci sono tante persone con disabilità lievi che riescono a fare, oltre la "classica" ippoterapia, cose veramente belle in sella, passeggiate e riprese di dressage e volteggio e altro ancora, e spesso hanno una sensibilità, un feeling con il cavallo davvero speciale, riescono ad interagire con gli animali in una maniera del tutto loro ma efficacissima.
Altri casi in cui ti viene da chiedere se il disabile ha almeno un vago sentore di quel che sta facendo, o è più un modo per dar lavoro agli operatori  :icon_rolleyes:

Però consiglio a tutti di vedere, almeno una volta nella vita, quello che è capace di fare un cavallo da ippoterapia: a me è sembrato che il cavallo rimanga relativamente poco stressato da questo lavoro (meno di quanto lo sia dopo un'ora con un principiante normodotato devo dire) e acquisti un'attenzione e una calma particolari verso chi gli sta intorno.
And but for the sky there are no fences facing

bionda

Anch'io l'ippoterapia l'ho sempre vista fare (in 2 su 3 sei maneggi in cui siamo stati), ma non ho mai approfondito. L'idea mia, cattivella, è che il vantaggio maggiore ce l'hanno gli operatori che ci campano, e da cittadina mi da un po' fastidio che queste cose siano sovvenzionate (come altre del resto). Cavalli stressati io non ne ho visti.
Una cosa davvero carina la facevano in un centro dove ero anni fa: portavano in cascina i vecchietti di un servizio diurno per anziani poco autosufficienti. Questi non salivano a cavallo, ma erano davvero felici di stare in un ambiente rurale con gli animali. Si ricordavano le cose, raccontavano tutti sereni e contenti...

"Entschuldige, mein Tier, ich werde schon noch dahinterkommen"
Udo Bürger
"Scusami, mio animale, prima o poi ci arriverò"