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Trattasi di un tentativo rendere la ferratura più "naturale", cioè di fare in modo che pianta e fettone lavorassero a contatto col suolo proteggendo la muraglia dal consumo incassando il ferro periplantarmente.
Sta bella idea la ebbe un vet. parigino il dottor Charlier, appunto.
All'uopo brevettò una serie di arnesi e di ferri per eseguire sta ferratura.
Accolta inizialmente con entusiasmo, non resse alla prova pratica, in quanto, oltre ad essere costosa e di difficile applicazione, presentava un enorme difetto di base: impediva completamente l'elaterio.
Pertanto fu presto abbandonata e rimane come una delle tante "curiosità" lalline.