Si tratta della corretta descrizione della filognesi del cavallo fatta dal Lugli nel suo fondamentale Romanzo del Cavallo dove separa due grandi linee, il cavallo mongolo e il cavallo arianoe traccia un breve profilo psicosomatico di entrambi.

Dal cavallo mongolo sarebbero discese tutte le razze equine dette a sangue freddo, dal cavallo ariano quelle a sangue caldo... i primi a domare i lalli furono i Mongoli tra i 6000 e 8000 anni fa.

L'ambiente, quello dell'Asia Centrale, era durissimo: sconfinati deserti, terreni impervi, climi rigidissimi, quel cavallo doveva esprimere una capacità di adattamento, una sobrietà, una forza e una resistenza senza pari.

Contro questo terribile avversario si sviluppò, nella cosidetta mezzaluna fertile, un altro tipo di cavallo che alla forza opponeva l'agilità, faceva sfoggio di una sensuale bellezza ed eleganza ed esprimeva una festante allegria frutto dei pascoli ubertosi, dei panorami ridenti e di citta festanti.

Un cavallo forse più fragile ma

... anche più imprendibile, dall'indole sveglia, dai tratti brevi ma rapidissimi.
Un esssere nuovo dalla natura gentile fatto spesso per delle pacifiche parate e per l'ammiratione.

2000 anni durò la terribile competitione tra il "mongolo" e lo "ariano". Alla fine sarebbe riuscito vincitor proprio l'ariano: non alla forza ma alla bellezza, non alla costanza ma all'estro, non al principio mascolino e virile, ma al principio femminino dell'equinità sarebbe toccato il privilegio di popolare il mondo.