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Come nasce la barefutterìa moderna.

Aperto da raffaele de martinis, Febbraio 22, 2013, 02:11:47 PM

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raffaele de martinis

Citazione da: Miky Estancia - Febbraio 20, 2013, 07:18:11 PM
Cito Raffaele, dal topic "senza imboccatura, non senza dolore":

"Da questa mia esperientia ho concluso: - fino a quando ero io a disposizione del lallo, il lallo poteva stare sferrato, quando il lallo - per casi della vita - doveva essere a nostra disposizione gli abbiamo dovuto mettere i ferri."

in risposta ad Alex, che nel medesimo topic mi chiedeva di dare un'occhiata ai piedi dei cavalli Camarguesi...

Ora, fresca di vacanza presso la Manade dei nostri amici allevatori di cavalli e tori camarguesi, vi riporto quanto emerso durante le serate trascorse a chiacchierare davanti a generose porzioni di "gardienne de taureau" anaffiate da buon vino....

Allora...come vivono i cavallini camarguesi? Se sevono, vicino a casa, in paddok enormi, terreno morbido, che si allaga quando piove, erba sempre presente, anche in questo periodo dell'anno, oppure, se non devono lavorare, nei marais (la palude camarguese). Mangiano quello che c'è. Integratori pietanza e altre balle non ne vedono. E quelli dei nostri amici, sono belli grassocci... sia i puledri che le fattrici, che gli stalloni che i castroni che usano per lavorare.
Chi ha i ferri e chi no?
Scalzi ci stanno i puledri e le fattrici...gli stalloni se non devono lavorare...i castroni...lavorano, almeno i loro, e quindi vanno ferrati.
Questione lavoro: quei cavalli lavorano davvero...non fanno un'oretta di arena sabbiosa per poi venir rinchiusi in un box....il Guardian professionista, si muove a cavallo per entrare nei recinti dei tori, sposta i tori da un paddk all'altro a cavallo, porta i tori alle varie manifestazioni sempre a cavallo, su percorsi misti che vanno dai 3 ai 5/10 km. E sul "misti" c'è da farsi rizzare i capelli: dal fango della palude al terreno erboso, alle strade bianche, all'asfalto, al pavè. E non sempre al passo...a volte i tori scappano e bisogna riacciuffarli, magari al galoppo pieno, sull'asfalto o sul pavè, in mezzo alle macchine...

Le hanno provate tutte: scalzi, ferri di gomma, ferri con ramponi a vite e chiodi al vidiam, scarpette sopra ai ferri....
Scalzi è improponibile: su certi terreni si scivola e vista la mole di lavoro, il cavallo regge pochissimo; coi ferri di gomma si va bene sull'asfalto, un pò meno sul pavè specie se bagnato, sull'erba si scivola, nel fango sono inutili, sono costosi e si consumano molto in fretta; i ferri coi ramponi a vite e le punte di vidiam sono la soluzione che va per la maggiore, in quanto assicurano una buona aderenza su tutti i terreni ma bisogna fare molta attenzione quando si va su un pavè bagnato...e allora in quel caso, hanno provato a mettere le scarpette sopra al piede ferrato....ma non va affatto bene alle alte velocità e per le manovre strette, per non parlare del costo e del fatto che si perdono facilmente.





Da qui....concordo con Raffaele....a seconda di chi è al servizio di chi, si cerca la soluzione migliore.
Questo non solo per quanto riguarda la ferratura, ma per tutto quello che concerne la gestione e l'utilizzo del cavallo.
Citazione da: raffaele de martinis - Febbraio 20, 2013, 08:27:11 PM
...quando si va su un pavè bagnato...e allora in quel caso, hanno provato a mettere le scarpette sopra al piede ferrato....ma non va affatto bene alle alte velocità e per le manovre strette, per non parlare del costo e del fatto che si perdono facilmente.

Hanno ragione da vendere !!



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Mia cara, ti meriti un abbraccio forte!!

Tutto quello che scrivi sulla tua esperienza in Camargue è di una stupenda banalità ma è quello che predico da anni.
Solo che i barefutti fondamentalisti non ci sentono da quest'orecchio.

Come vedi, per le sfilate a Roma, sono stati costretti a metter le scarpette ad Oddo sopra i ferri e sopra gli antiscivoli: pioveva e il pavè/i sanpietrini bagnati sono per i lalli - ferrati o scalzi che siano - una trappola mortale.

Bene, c'erano 200 cavalli e tante femmine alcune già in calore, il Caimano è uno stallone e - come si vede - ai primi pavoneggiamenti ...(leggi impennate corvette e galoppi sul posto) ha perso la scarpetta posteriore dx.

Per 5 anni abbiamo giuocato: perciò siamo stati felicemente scalzi; ora che facciamo i professionisti, siamo altrettanto felicemente ferrati.


Citazione da: Miky Estancia - Febbraio 21, 2013, 09:32:33 AM
Citazione da: raffaele de martinis - Febbraio 20, 2013, 08:27:11 PM



Mia cara, ti meriti un abbraccio forte!!

Tutto quello che scrivi sulla tua esperienza in Camargue è di una stupenda banalità ma è quello che predico da anni.
Solo che i barefutti fondamentalisti non ci sentono da quest'orecchio.

...
Per 5 anni abbiamo giuocato: perciò siamo stati felicemente scalzi; ora che facciamo i professionisti, siamo altrettanto felicemente ferrati.

Grazie dell'abbraccio Raffaele, ricambio! :occasion14:
Il fatto è che per quanto ho potuto constatare, i barefooter fondamentalisti molto raramente sono professionisti, o se lo sono hanno condizioni di lavoro particolari.
Come moglie di maniscalco, non sai quante volte mi sono dovuta sorbire i predicozzi di "cittadini" che cercavano di convertirci alla pratica del piede scalzo sempre ovunque e comunque, perchè a loro andava bene così (a loro, poi il cavallo diceva tutt'altro).
Ho 4 equini a casa adesso e scalzi ci stanno solo i due pony, giusto perchè lavorano pochino coi bambini...e per pochino che lavorano, non c'è bisogno di pareggiarli perchè il fondo a sabbia grossa del paddok lo fa per noi.
Se il pony dovessi attaccarlo al calesse tutte le mattine per farmi quegli 8 km per andare a comperare il pane e il giornale in paese, stai sicuro che i ferretti dovrei metterglieli dopo un paio di giorni, altrimenti non camminano più.
I due Comtois...a volte si fanno un paio di settimane scalzi, ma appena ne abbiamo bisogno, subito su i ferri...è impensabile di attaccarli per togliere la neve senza una ferratura coi ramponi a vite e le gomme da neve, impensabile allenarsi per volteggio col cavallo scalzo o per tutti gli altri usi che ne facciamo.
Se voglio che il cavallo lavori, devo metterlo in condizione di farlo nel miglior modo possibile, e per tutto quello che chiediamo, la ferratura è la cosa migliore.

E questo non solo per quanto riguarda i ferri, ma per tutto il resto. La bardatura deve essere appropriata, quindi...finimenti di cuoio, selle comode e fatte di materiali naturali, alimentazione corretta, spazi adeguati per il dopo-lavoro, pulizia, ecc. ecc. ecc.

Oggi purtroppo, ci sono poche persone che lavorano davvero col cavallo. Nella maggior parte dei casi, ci si limita a "giocarci"...qualche ora di lezione in maneggio, qualche passeggiata nei week end, le garette...ma lavorare è tutta un'altra cosa.
Chi "gioca" può permettersi di essere al servizio del cavallo (o delle proprie idee salutiste-naturiste-integraliste?), chi lavora, deve mettere il cavallo nelle condizioni migliori per farlo, e questo non vuol dire sfruttarlo ingiustamente, non avere riguardi, ma anzi, rispettarlo e prendersi cura delle sue esigenze ancora di più.

Oltre la preziosa testimonianza di Micky sui gardians della Camargue, voglio pubblicare due testimonianze simili sui gauchos venezuelani e i pastori/cavalieri mongoli delle steppe, gente che coi lalli ci lavora e lo fa coi lalli scalzi...ma anche no.

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

Tempo fa scrissi a Federico Pistone: ottimo giornalista, amante e promotore della Mongolia - ecco il suo sito: - http://www.mongolia.it/index.php - e gli ho chiesto - ben sapendo che per la gran parte i cavalli nelle steppe sono usati scalzi - se la ferratura è in qualche modo praticata, ecco la risposta: - logica, semplice e di assoluto buon senso.

"Buongiorno Raffaele,
grazie per il messaggio. Ho girato la tua domanda a Dulam, un'amica mongola che parla un po' di italiano e che è nata in piena campagna quindi è esperta di cavalli. Ecco quello che mi risponde:
per cavalli, sai che i nomadi hanno molti cavalli, non credo che ferrano tutti cavalli, non ho neanche visto che i nomadi tengono tanti ferri a casa. penso che ferrano quando c''e necessità particolare per esempio, andare in montagne rocciose, oppure ferrano solo per i cavalli più usati quatidiniamente. altrimenti non ferrano tutti quanti. per me, non ho mai visto ferrare neanhe un cavallo nella mia vita. non è vero che è un usanza ferrare.ho visto i cavalli ferrati solo per i cavalli che usano per i turisti, in viaggio." 


La domanda sorge spontanea: - perché ferrano i lalli dei turisti ?

So che i più vispi di voi hanno perfettamente capito il perché ma stavolta voglio risparmiare le meningi di quei due o tre utanti che vispi non sono e rivelo subito l'arcano: -

i mongoli, vanno a cavallo prima di imparare a camminare, ogni famiglia ha decine forse centinaia di lalli a disposizione inoltre quei quei cavallini hanno un bel caratterino e sono addestrati sommariamente ma a loro non importa: quando ne ha bisogno il loro padrone ne prende al laccio uno, ci mette la sella e un ferro in bocca e va, se il lallo fa i capricci - senza tante storie - è ricondotto alla ragione con le belle o con le brutte.
Lo usa il tempo necessario ma prima che si azzoppi ne prende un'altro.

Viceversa il turista - quasi tutti i turisti - alle prime difese del cavallo andrebbero per le terre, dunque per costoro si selezionano soggetti particolarmente docili e meglio addestrati, nei fatti una piccola minoranza della mandria che però deve lavorare duro, deve fare gli straordinari e a volte anche gli extra; dunque per evitare problemi ai piedi dei lallini cosa fa il buon mongolo nel suo "agriturismo" ?

Li ferra !



...fanno così perché il primo palo o albero adatto per attaccare il lallo si trova a 210 km di distanza.  :dontknow:
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

Non son riuscito a trovarla, ma - alcuni anni fa - scrissi una lettera ad un mio amico descrivendo le disavventure del prof. Barrile in una fazenda venezuelana.

Il prof. era andato a trovare un parente, che emigrato in Venezuela tanti anni fa, si era sistemato per benino: centinaia e centinaia di ettari di pascolo/foresta a disposizione, un migliaio di bovini, centinaia di cavalli, un villaggio formato dai suoi dipendenti con annessa squola elementare.

Ci si sposta in fuoristrada, ma l'azienda ha anche un paio di elicotteri; in una serata conviviale, il prof. tenne banco raccontandoci mirabilie del suo soggiorno sudamericano.

Mi è rimasto particolarmente impresso il fatto che gli affidarono una jeep e un accompagnatore, un guardiano, un guarda serpenti...eh già, pare che i serpenti siano di casa da quelle parti, molti innoqui ma alcuni velenosi, letali; la cosa curiosa era che il prof. era vestito alla Indiana Jones compreso stivaloni e cappello d'ordinanza mentre il "guarda serpenti" era un ragazzo di una quindicina d'anni in pantaloncin corti camicetta e infradito...così bardati  :icon_eek: la "strana coppia" girava per  la jungla tropicale.

Ovviamente, nel personale facevano parte dei mandriani che lavoravano a cavallo.

Il prof. è stato un abile cavaliere, dunque, all'occasione spinsi l'argomento cavalli...mi feci dire: i loro cavalli da lavoro sono raccolti in alcuni piccoli recinti di quattro o cinque ettari,  :icon_eek: la mattina prendono quelli che servono e via: in sella fino al tramonto.

Non sono ferrati ma sono usati a rotazione, non vengono strigliati, tantomeno pareggiati...forse qualche colpo di tenaglia se necessario.

Ovviamente se serve ferrano anche lì, sorprendentemente lo stile è molto simile a quello dei mongoli.


Ora, preso atto delle realtà: camarguegne, mongole e sudamericane, dico come - secondo me - è nata la barefutteria moderna nel mondo occidentale.






... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...