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Mani e gambe.

Aperto da raffaele de martinis, Novembre 12, 2013, 01:52:42 PM

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raffaele de martinis

Dialogo tra mano e gambe. Di François Baucher.

LA MAIN

Vous avez des torts que je ne puis omettre.

LES JAMBES.

La vertu des anges peut seule à être comparée à la vôtre, n'est-ce pas?

LA MAIN.

Je ne me plains pas sans motifs.

LES JAMBES.

Dites-nous, s'il vous plaît, quels sont vos griefs ; nous verrons s'ils sont plus graves que ceux que nous pouvons avoir contre vous.


LA MAIN.

Quoique de la même famille, nous sommes rarement d'accord.

LES JAMBES.

Des amis qui s'aiment valent mieux que des parents qui ne s'entendent pas.

LA MAIN.

La raison ne devrait-elle pas toujours dominer un entêtement ridicule?

LES JAMBES.

C'est aussi notre avis.

LA MAIN .

Le bon sens convient de ses torts, en faisant un retour sur lui-même.

LES JAMBES.

La vanité prétentieuse est une des plaies de la société.

LA MAIN.

Pourquoi parler toujours sans raison?

LES JAMBES

C'est que l'homme est porté à abuser des dons de la Providence.


LES MAINS.

On découvre facilement la paille dans l'oeil de son prochain.

LES JAMBES.

À moins, cependant, qu'on ne soit aveugle de naissance.

LES MAINS.

Je m'étonne qu'il soit difficile de faire même le bien.

LES JAMBES.

Les concessions mutuelles faites à propos permettent de s'entendre plus facilement pour rechercher la vérité.

LA MAIN.

On voit souvent l'ignorance bavarde l'emporter sur le savoir modeste.

LES JAMBES.

Cela ne devrait pas être.

LA MAIN.

Cela est, cependant.

LES JAMBES.

À qui la faute?

LA MAIN.

Dieu l'a-t-il voulu ainsi?

LES JAMBES.

L'harmonie de la nature répond à votre question.

LA MAIN.

Ne voyez-vous pas que je cherche à excuser vos défauts et à ménager votre susceptibilité?

LES JAMBES.

Nous admirerions davantage votre charité, si elle était sans restriction.

LA MAIN.

Trêve à toutes ces équivoques ; dites-moi, sans périphrases, en quoi consistent vos fonctions.

LES JAMBES.

Nous provoquons l'impulsion, et, rapide comme la vapeur, le cheval franchit l'espace.

LA MAIN.

Doucement, mes toutes belles, vous donnez l'impulsion, c'est vrai ; mais c'est moi qui dispose les rails pour imprimer une direction juste aux mouvements que vous provoquez. Je ne suis ni injuste ni exclusive. Quelques explications suffiront, je n'en doute pas, pour me faire comprendre. Vous le savez, plus on se rapproche de la vérité, plus on s'éloigne du doute.

LES JAMBES.

Nous avons que si nous cédons difficilement à la jactance des faux oracles, en revanche, nous nous rendons toujours avec empressement au langage de la raison.



LA MAIN.

Cet aveu me fait plaisir. L'exemple de trois soeurs qui oublient leurs dissentiments pour cimenter leur affection de famille ne peut être que digne d'éloges.

LES JAMBES.

Et notre amitié et le plus sûr garant de notre bonne foi et de notre sincérité.

LA MAIN.

Quel est notre but? Parfaire l'éducation du cheval, quelle que soit sa conformation. Que nous faut-il pour réussir?

L'action et la position.

Vous donnez la première, mais c'est moi qui donne la seconde.

LES JAMBES.

Très bien. Mais devons nous prendre l'initiative, ou devons nous agir simultanément? N'existe-t-il pas des cas où nous devons vous attendre? Veuillez nous éclairer. Nous vous écoutons, en nous réservant le droit de répliquer.

LA MAIN.

Le cheval a aussi son initiative. Il peut être froid ou ardent, rester dans les jambes ou se porter sur la main. Notre rôle doit donc être tantôt passif, tantôt actif. À défaut d'érudition, prenons conseil de notre sentiment, et nous commettrons moins d'erreurs. N'oublions jamais que le cheval doué d'intelligence veut bien mettre ses précieuses qualités au service de l'homme, à condition que celui-ci on usera avec tact et discrétion.

LES JAMBES.

Dans ce cas, nous devons partager le blâme et l'éloge; si le tact nous manque, tout raisonnement devient impossible, et nous aurons la bouche close; mais si, possédant ce tact précieux que nous appelons le sixième sens, nous sommes capables d'appréciation et de discernement, le raisonnement donnera un corps à cette intuition que l'on nomme sentiment.

LA MAIN.

Oui, car ce qui n'est que le tact, dans le commencement de l'éducation du cheval, sera, plus tard, le raisonnement, et une fois mes effets de contact appréciés, les forces instinctives du cheval perdront de leur puissance, et il n'agira plus que sous l'influence des forces harmonisées.

LES JAMBES.

Pourquoi ne dites-vous pas transmises?

              MANO

Voi avete dei difetti che non posso trascurare.

GAMBE .

Solo la virtù degli angeli può essere comparata alla Sua, non è vero ?

MANO .

Non mi lamento , senza motivo .

GAMBE .

Per piacere, dica a noi, quali sono le sue preoccupazioni e vedremo se sono più gravi di quelle che noi possiamo avere contro di Lei.

MANO .

Anche se siamo della stessa famiglia, raramente siamo d'accordo .

GAMBE .

Gli amici che si amano valgono di più dei parenti che non si capiscono.

MANO .

La ragionevolezza non dovrebbe sempre prevalere sulla ridicola  testardaggine ?

GAMBE .

E 'anche la nostra opinione .

MANO .

Il buon senso capisce i suoi difetti , e rivede la sua posizione.

GAMBE .

La presunzione è una delle piaghe della società.

MANO .

Perché parlare sempre a vanvera?

GAMBE

Ma è l'uomo che è incline ad abusare dei doni della Provvidenza .


MANI .

E ' facile scoprire la pagliuzza nell'occhio del prossimo.

GAMBE .

A meno ché non si sia cieco dalla nascita .


MANI .

Mi stupisco perché sia difficile fare semplicemente del bene .

GAMBE .

I reciproci riconoscimenti, fatti giustamente, permettono più facilmente di intendersi sulla ricerca della verità .

MANO .

Spesso vediamo l'ignoranza chiassosa imporsi sulla conoscenza discreta.

GAMBE .

Questo non dovrebbe accadere.

MANO .

Ma questo è..

GAMBE .

Di chi è la colpa ?

MANO .

Così vuole Iddio ?

GAMBE .

La risposta stà  nell'armonia della natura.

MANO .

Non vedi che cerco di ignorare i tuoi difetti e di governare la tua suscettibilità ?

GAMBE .

Noi ammireremmo la sua indulgenza, se non fosse condizionata .

MANO .

Basta con tutte queste ambiguità , ditemi , senza perifrasi , quali sono i vostri doveri .

GAMBE .

Diamo l'impulso, e il cavallo "va come il vento"  .

MANO .

Piano mie care, è vero , voi date impulso ma sono io che imposto i binari della giusta direzione ai  movimenti che provocate. Io non sono né ingiusta né perentoria. Non ho alcun dubbio , che alcune mie   spiegazioni saranno difficili da capire. Ma si sà, più ci si avvicina alla verità , più si allontana il dubbio .

GAMBE .

Di certo difficilmente cediamo alla vanità dei falsi pregiudizi, in compenso, noi ci affidiamo con entusiasmo al linguaggio della ragione.


MANO .

Mi fa piacere. Il nostro esempio:  tre sorelle che dimenticano i loro disaccordi per cementare il loro affetto familiare non può essere che degno di lode.

GAMBE .

Bene, la nostra amicizia e la più sicura garanzia della nostra buona fede e della nostra sincerità .

MANO .

Qual è il nostro scopo? Migliorare l'addestramento del lallo, a prescindere dalla sua conformazione fisica . Di cosa abbiamo bisogno per riuscirci?

Di impulso e piazzamento .

Voi date il primo , io il secondo .


GAMBE .

D'accordo . Ma siamo noi a prendere l'iniziativa , o dobbiamo agire insieme ? Ci sono situazioni nelle quali noi si debba aspettarla?  Ci dica per  favore. L'ascoltiamo ma ci riserviamo il diritto di replica .


MANO .

Il cavallo ha anche la sua iniziativa . Può essere freddo o caldo , restare indietro o portarsi sulla mano . Il nostro ruolo dovrebbe essere a volte passivo , a volte attivo. Al di fuori delle teorie, affidiamoci alla nostra sensibilità  , e faremo meno errori . Non dimenticate mai che il cavallo intelligente mette volentieri le sue preziose qualità al servizio dell'uomo , a condizione che questi le usi con con tatto e discrezione.

GAMBE .

In questo caso , ci dobbiamo dividere i pregi e i difetti;  e se ci manca il tatto, ogni ragionamento diventa impossibile , non possiamo dir nulla;  ma se possediamo questo prezioso dono che noi chiamiamo il sesto senso , siamo in grado di apprezzare e di vagliare , e col ragionamento, daremo concretezza a quell'intuito che si chiama sensibilità equestre.

MANO .

Sì , perché all'inizio dell'addestramento del cavallo è  valido il tatto equestre, più in avanti  si procederà col ragionamento , e una volta che il cavallo avrà capito gli effetti della mano, smetterà di muoversi  per istinto e le sue forze agiranno per  dinamiche controllate .


GAMBE .

Perché non dice forze trasmissibili?


Fine prima parte.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

#1
Molto astratto... comprensibile da pochi temo; certo non da me. Vediamo la seconda parte; ma temo che le cose non diventeranno più semplici.  :-\
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

La forma letteraria del dialogo era molto in voga nel passato e credo nasca dai "dialoghi sui massimi sistemi" di Galileo.

Baucher ne approfitta e scrive: Dialoghi sull'Equitazione - Dialogo tra mano e gambe - Dialogo tra il cavallo e la mandibola.  :icon_eek: :icon_eek:

Specialmente quello sull'Equitazione svela - sorprendentemente - la sua natura lallista...tutti i grandi cavallerizzi sono stati un pò lallisti in quanto innamorati cronici del lallo e gli innammorati si sà: sono tutti un pò deficienti.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis


LA MAIN.

Qu'importe ! Je poursuis.
Supposons que, par une mauvaise répartition du poids, le cheval contracte fortement sa mâchoire et son encolure, il l'opposera une résistance qui rendra vaines toutes mes forces, et malgré tous mes efforts il nous emportera. Au contraire, si par un acculement outré il paralyse vos moyens d'action, dans l'homme comme dans l'autre cas, que pouvez-vous transmettre? Rien, parce que le cheval, dans le deuxième cas (je ne parle pas du premier) aura annulé vos forces par des forces plus considérables. Voilà le danger auquel nous sommes exposés au début de son éducation. Il en est tout autrement lorsque, par notre entente judicieuse, nous agissons aussi facilement sur le poids que sur la force, et donnons, sans effort, l'équilibre le plus convenable à la justesse et à la promptitude des mouvements.


LES JAMBES.

Nous comprenons maintenant votre innovation ; n'arrive-t-il pas néanmoins que nous forces se transmettent, qu'elles déplacent la masse sans que les forces instinctives du cheval aient été complètement annulées?

L'équilibre est loin d'être parfait, et cependant le cheval fait notre volonté, et la foule nous applaudit à deux mains.


LA MAIN.


Ce n'est que trop vrai ; on parle, on écrit une langue sans la posséder entièrement; on fait de la peinture, de la musique, sans être peintre ou musicien consommé, et ainsi de toutes les choses créées par l'homme. La perfection est rare, si elle n'est impossible. Quant à la voix du peuple, elle n'est pas toujours la voix de Dieu !

Lors même que nos effets de force trouvent d'assez grandes oppositions de la part du cheval, ils ne produisent pas, il est vrai, des mouvements d'une grande précision, mais enfin ils sont suffisants pour jeter de la poudre aux yeux du public.



LES JAMBES.

Nous le voyons, tous nos efforts doivent avoir pour but le parfait équilibre du cheval, et c'est équilibre doit être constaté par la légèreté constante.


LA MAIN.

Oui, c'est quand la MODESTIE du cheval ne lui permet pas, pour ainsi dire, d'oser nous toucher.

LES JAMBES.

C'est dans ce but qu'il est urgent que nos définissions tous nos effets d'impulsion. Si le cheval y répond, nous pouvons donc porter toute la masse en avant ou donner plus activité à l'arrière-main qu'à l'avant-main.

LA MAIN.

Doucement, mes petites amies; il faut toujours nous entendre pour rendre faciles et gracieux tous les mouvements, et opérer le rapprochement du centre des jambes du derrière, ce que les érudits appellent le rassembler.

LES JAMBES.

Pensez-vous que pour ce dernier mouvement ils ne vous soit pas souvent arrivé de nous être plus nuisible qu'utile?



LA MAIN.

Expliquez-vous, je vous prie.




LES JAMBES.

Ne vous arrive-t-il pas de marquer parfois une opposition inopportune, en produisant trop ou trop peu d'effet? Dans le premier cas vous détruisez l'effet que nous avons voulu produire ; dans le deuxième cas, vous avez oublié de répondre à notre interpellation.

LA MAIN.

J'admets vos reproches ; je reconnais qu'ils sont fondés, et je consens à prendre la responsabilité de la moitié des fautes; en bonne conscience, je ne puis faire davantage !


LES JAMBES.

Amen, que la paix soit avec vous !
             

MANO .

Ma chi se ne frega, di questi formalismi ! Continuo . Supponiamo che a causa di cattiva distribuzione del peso , il cavallo contrae  fortemente la mascella e il collo , nonostante tutti i miei sforzi, sarebbe in grado di opporre resistenza col suo peso e l'avrà vinta. Al contrario, se  un acculamento esagerato impedisce la vostra azione, in questo caso come come nella situazione precedente , cosa si può fare ? Niente, perché il cavallo , nel secondo caso (non sto parlando del primo ) avrà vinto con la sua forza predominante sulla vostra forza. Questi sono i problemi che si affrontano all'inizio dell'addestramento. E 'molto diverso quando , con la nostra saggia intesa, possiamo agire facilmente di concerto sia sul peso che sulla forza del lallo, e dare , senza sforzo , l'equilibrio più adatto alla  precisione e alla prontezza dei movimenti .


GAMBE .

Ora capiamo la sua innovazione,  pertanto, le nostre forze - che spostano la massa - non devono entrare in azione prima che le forze istintive del lallo siano completamente annullate?



Però, anche se l'equilibrio non è proprio perfetto, e il lallo comunque ci obbedisce, il pubblico pagante ci applaudirà lo stesso a due mani.

MANO .


E ' fin troppo vero , si parla e si scrive in una lingua senza conoscerla a fondo, si fanno dei quadri e si scrivono canzoni senza essere esperti  pittori e  consumati  musicisti , e così per tutte le attività umane  La perfezione è rara , se non impossibile . Quanto alla  la voce del popolo , essa non è sempre la voce di Dio!

E' vero, quando la nostra azione trova opposizione da parte del lallo, non produce movimenti di grande precisione ma - pur tuttavia - sono sufficienti per  gettare la polvere negli occhi del pubblico pagante e incompetente.



GAMBE .

Sappiamo che i nostri sforzi dovrebbero  mirare al perfetto equilibrio del lallo, e che  l'equilibrio deve essere confermato dalla leggerezza costante .


MANO .

Oui, c'est quand la MODESTIE du cheval ne lui permet pas, pour ainsi dire, d'oser nous toucher.

GAMBE .

E ' per questo motivo che è urgente stabilire tutti i nostri effetti di spinta. Se il cavallo risponde , siamo in grado di lanciarlo in avanti oppure  dare più l'attività al posteriore piuttosto che all'anteriore.

MANO .

Piano. care amichette,  dobbiamo sempre capire che per rendere facili e piacevoli tutti i movimenti, bisogna mettere i posteriori sotto, fare quello che gli eruditi chiamano rassembler..


GAMBE .

Lei pensa che questo movimento - che parte da noi  - spesso, non le sia più dannoso che utile?



MANO .

Spiegati meglio , per favore.



GAMBE .

Non le capita  a volte di stabilire  un'opposizione intempestiva, producendone troppa o troppo poca? Nel primo caso lei distrugge l'effetto che volevamo produrre , nel secondo caso , lei si è dimenticato di rispondere alla nostra richiesta .


MANO .

Accetto le vostre critiche , riconosco che sono fondate, e sono d'accordo ad assumersi la responsabilità per la metà dei difetti , in tutta coscienza, non posso fare di più !


LE GAMBE.

Amen la pace sia con voi.

Presto la terza ed ultima parte.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

LA MAIN.

Rendons-nous bien compte, mes chères parentes, de l'importance de nos fonctions respectives, et qu'un bon accord nous fasse chercher les moyens de nous corriger de nos fautes. Alors nous ne porterons plus de fausses accusations contre ce pauvre cheval, en lui attribuant des torts dont seules nous sommes coupables. Mettons tout amour-propre de côté : nous avons, chères belles, des défauts dont il faut nous corriger. Nous donnerons ainsi un exemple à suivre à tous ceux qui aiment l'art et, par-dessus tout, la vérité.

LES JAMBES.

C'est facile à se dire: se corriger, mais que faire? Quoique les moyens les plus simples soient les meilleurs, on s'est trop souvent livré aux écarts de l'imagination, qui d'un rien fait un monde qui est à la vérité ce que l'ombre est à la lumière.



LA MAIN.

Je pense être, après maintes recherches, en possession d'un secret qui guidera le cavalier intelligent et donnera au cheval la liberté dans l'assujettissement.

LES JAMBES.

Comment ! chère amie, vous avez des secrets?

LA MAIN.

Plaisantez, si vous le voulez, je n'en ai pas moins trouvé un diamant de la plus belle eau, et vous serez les premières à en apprécier la valeur.

LES JAMBES.

Voyons cette trouvaille ; nous connaissons plus d'un sot qui a a cru avoir trouvé le mouvement perpétuel.




LA MAIN.

Attendez un peu, et votre ton baissera.

LES JAMBES.

Pourquoi nous faire languir ainsi?

LA MAIN.

Je cède a vos instances, et je vais vous expliquer ce que j'appelle ma découverte, et bientôt vous me remercierez. Quant au cheval, je ne doute pas qu'il m'en conserve une reconnaissance éternelle.

Dès le début de l'éducation du cheval, nous ne fonctionnerons qu'alternativement, ou, pour mieux dire, séparément.

LES JAMBES.

Nous comprenons un peu moins qu'auparavant.

LA MAIN.

Par ce moyen, nous réglerons notre action respective. Exemple : vous poussez le cheval en avant avec trop de force, je corrig une de suite votre faute ; ai-je agi avec trop de puissance, vous accourez pour réparer le tort que j'ai commis.

LES JAMBES.

Une lueur nous éclaire ; mais à quels signes reconnaîtrons nous la justesse de nos procédés?

LA MAIN.

Je vais vous le dire, soeurs de Saint-Thomas. S'il s'agit d'augmenter la vitesse de l'allure, ou de donner plus d'action au cheval, sans nuire à son équilibre, je vous laisserai agir seules ; mais si l'harmonie du poids et de la force venait à être momentanément détruite, vous vous abstiendriez de toute intrusion inopportune, et-vous me verrer à l'instant réparer le désordre, sans peine, sans effort. C'est ainsi que nous arriverons à la pratique de cette maxime de l'Antiquité « connais-toi toi-même ».

LES JAMBES.

Si nous avons bien compris ce que vous venez de dire, votre rôle consiste à donner au cheval les positions utiles aux changements d'allure, de direction, et cela sans altérer l'équilibre, et sans votre participation.

LA MAIN.

Très bien.

LES JAMBES.

Ainsi, c'est bien vous seule qui ferez tourner le cheval à droite, à gauche, changer le pied au galop, marcher de deux pistes, arrêter, reculer.

LA MAIN.

De mieux en mieux.

LES JAMBES.

Notre mission demeure celle d'actionner le cheval, de lui communiquer l'impulsion.

LA MAIN.

Parfaitement compris. En observant cette division du travail, en évitant d'empiéter sur nos attributions respectives et désormais bien définies, en restant toujours d'accord, comme il convient à des soeurs qui s'aiment, nous amènerons le cheval à cet équilibre parfait ou du premier genre, qui rendra son travail facile, à tel point que graduellement nos effets de force diminueront, et que bientôt le cheval pourra se passer de notre secours pour conserver sa légèreté parfaite et constante, même dans les mouvements les plus composés.

LES JAMBES.

Quel nom donnez-vous à votre découverte?

LA MAIN.

Jambes sans main, main sans jambes.
              MANO .

Mie care famigliari, cerchiamo di capire  l'importanza delle nostre rispettive funzioni , e assieme, facciamo in modo di  correggere i nostri rispettivi errori . Così, non accuseremo ingiustamente il povero lallo dandogli colpe - per lo vero - sono nostre.
Mie care, mettiamo da parte l'orgoglio, dobbiamo correggere i nostri difetti. Così daremo un esempio da seguire a tutti coloro che amano l'equitazione  e, soprattutto , amano la verità .

GAMBE .

E 'facile a  dirsi: correggiamoci, ma cosa dobbiamo fare ? Malgrado i modi più semplici siano i migliori , spesso, ci si lascia andare alla fantasia che costruisce un mondo che sta alla verità come l'ombra sta alla luce.




MANO .

Dopo molte ricerche , credo di essere in possesso di un segreto che porterà, il cavaliere intelligente, a  dare   al cavallo la "libertà vigilata".

GAMBE .

Cosa ? Cara amica , lei ha dei segreti ?

MANO .

Scherzavo, ciò non di meno ho trovato un diamante puro , e voi sarete i primi ad apprezzarne il valore .



GAMBE .

Vediamo stà scoperta; conosciamo più di un pazzo che pensava di aver scoperto il moto perpetuo .


MANO .

Aspettate un pochino, e vi farò "calare le penne".

GAMBE .

Perché ci fa sbavare così ?

MANO .

Cedo alle vostre suppliche , e vi spiego quello che chiamo la mia scoperta , e presto mi ringrazierete. Per quanto riguarda il cavallo , non ho alcun dubbio che mi sarà eternamente grato .

Fin dall'inizio dell'addestramento del lallo noi agiamo alternativamente o meglio separatamente.



GAMBE .

Ne sappiamo meno di prima.

MANO .

Noi regoliamo le nostre rispettive azioni in questo modo. Esempio : voi spingete il cavallo in avanti con troppo impulso forza? Io correggo il vostro impeto, e se io c'ho messo troppa forza, voi vi date da fare per aggiustare il mio sbaglio .


GAMBE .

Cominciamo a capire, ma come facciamo ad accorgerci della bontà dei nostri procedimenti?

MANO .

Vi dirò , suore di San Tommaso . Se si aumenta la velocità dell'andatura , o si dà più impulso al cavallo senza senza compromettere il suo equilibrio , vi lascerò fare da sole, ma se l'armonia tra il peso e il movimento si perde temporaneamente, voi vi esimerete dal fare qualsiasi intervento inopportuno, e, così facendo, si ripristinerà facilmente e senza sforzi  l'equilibro. In effetti mettiamo in pratica l'antica massima:  "Conosci te stesso ".

GAMBE .

Se abbiamo ben capito ciò che lei ha detto, il suo ruolo è quello di dare allo lallo il "piazzamento"  necessario ai cambiamenti di direzione e di velocità senza alterare l'equilibrio e senza la sua partecipazione .

MANO .

D'accordo .

GAMBE .

Così, lei avrà solo il compito di far girare il lallo  a destra , a sinistra , di cambiare il piede di galoppo, di andare su due piste, dell'alt, dei passi indietro.

MANO .

Bene, bene.

GAMBE .

Dunque, il nostro compito resta quello di dare l'impulso allo lallo .

MANO .

Avete pienamente capito. Osservando questa divisione del lavoro , si evitano di confondere i nostri rispettivi ruoli che - d'ora in poi - saranno ben definiti - pur tuttavia -  restando in comune accordo ,e, come si addice a delle brave sorelline , porteremo il cavallo al  perfetto equilibrio che faciliterà il suo lavoro  a tal punto che - gradualmente - i nostri interventi diminuiranno  e ben presto il cavallo potrà fare a meno del nosto aiuto per mantenere perfettamente e costantemente la sua leggerezza, anche nei movimenti più complessi .

GAMBE .

Come chiamerà la sua scoperta ?

MANO .

Gambe senza mani, mani senza gambe.


Questo è il cardine sul quale poggia l'equitazione in leggerezza, principio di una semplicità e di una logica disarmante, ma - come spesso avviene - la logica e la semplicità sono assai difficili da far accettare.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Adesso però spiegami, con parole tue, perchè non ti ha mai entusiasmato l'articolo di McLean sul "Principio dell'esclusività" (esclusività degli aiuti! Mani senza gambe e gambe senza mani...)  che spiega molto bene questo concetto. Quello che Baucer dice con la metafora del dialogo è perfetto, e anche McLean dimostra la validità del principio e lo inquadra benissimo nella teoria dell'apprendimento "per tentativi ed errori", in inglese try and learn, molto più chiaro (tenta e impara); ovviamente ogni mio tentativo di incoraggiare la lettura di quell'articolo e di trarne le dovute conseguenze ha avuto ben poco successo, e la cosa è comprensibile ("ma cosa parli tu che non sai nemmeno montare???"); però.... tieni conto che Mclean non spaccia l'idea come sua, ma da bravo "uomo con mentalità scientifica" cita Baucher in lungo e in largo; lui inquadra solo l'intuizione mirabile di Baucher in un contesto scientifico.

Per chi volesse darci una piccola rilettina....  http://www.alexbrollo.com/aebc/Exclusivity_principle_it.html

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Per quanto riguarda il maneggio dei lalli, tutti gli autori - nostri contemporanei - non fanno che ripetere con parole loro concetti vecchi di secoli, li arricchiscono di tesi scisciscientifiche e buone immagini e vualà il giuoco è fatto.
I nuovi maestri/i dolcisussurratori/i relazionisti della beata hanno svelato vecchi trucchi di ammaestramento circense spacciandoli per magiche novità e creando delle costosissime squole...per uno che ha contezza di tutto ciò, approfondire tramite costoro, è sopratutto noioso.



... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

Questo dialogo è tratto dal blog di Massimo Basili: http://massimobasili.blogspot.it/ l'ho appena scoperto, dunque, credo che la traduzione sia la sua...o meglio il sunto del dialogo; io ho la versione francese, è bellissima: il nostro riesce a far parlare il lallo e  - cosa ancor più difficile - il dio degli equini...ci sono tratti umoristici perfino.
Dunque, come ho già detto, spesso si parla a vanvera di Baucher; per cercare di far conoscere la sua figura nella sua vera luce, pubblico l'estratto di Basili: io non avrei potuto scrivere meglio.

DOMENICA 9 MAGGIO 2010

Le grand Hippo-Théo: "Intelligence oblige"




Un delizioso scritto di François Baucher, proposto sotto forma di dialogo (ultima edizione risalente al 1864) "Dialogues sur l'èquitation entre le grand Hippo-Théo dieu des quadrupèdes, un cavalier et un cheval" ossia "Dialoghi sull'equitazione fra il grande Hippo-Théo dio dei quadrupedi, un cavaliere ed un cavallo", poco conosciuto, rappresenta uno degli esempi più illuminanti del pensiero baucherista, oggi più che mai attuale.

Il grande Hippo-Théo, dio dei quadrupedi, stanco di vedere brutta equitazione, cavalli sulla difensiva (sgroppate, calci, impennate, ecc.) che lottano con cavalieri che dispensano speronate e frustate, e il tutto "senza protocollo...senza una preliminare dichiarazione di guerra", decide di dare per un'ora la parola al cavallo, affinché possa dialogare con il cavaliere e spiegare se, secondo lui, usando anche argomenti di anatomia e fisica, le vessazioni che procura a lui il cavaliere sono giuste o meno e se le sue difese dipendano dal suo carattere o da altro. Quanto al cavaliere, egli deve esporre il suo punto di vista, senza cadere nei personalismi e nelle offese, piuttosto far prevalere la "giustezza" nelle sue argomentazioni. Il grande Hippo-Théo, dal canto suo, garantisce assoluta imparzialità.
Inizia così questo scambio di idee, questo confronto, quanto mai esplicativo ed istruttivo.

Il cavallo ricorda la sua natura, le sue inclinazioni, i suoi istinti, a cui occorre fare riferimento se non ci si vuole scontrare con lui, mentre il cavaliere replica al cavallo che "la sua condizione" naturale è "l'essere schiavo, che manca di intelligenza e che deve sottomettersi a tutti i suoi capricci".
Opinione che non mancherà di correggere nel corso del dialogo (che si svolge in due parti), quando appunto egli riconoscerà al cavallo una sua propria intelligenza, una sua natura che non va forzata ma assecondata, che le incomprensioni nascono dai "mezzi sbagliati" che si adoperano e non dalla "malizia" o dalla "cattiva volontà" del cavallo.
"Chiunque si dà la pena di cercarmi, mi trova sempre" sottolinea il cavallo in un passaggio. Quale richiamo all'umiltà, quale esortazione più grande di questa a darsi da fare per imparare, conoscere, capire sempre di più il nostro nobile compagno!
"Equilibrio, posizione, e la tua volontà diventerà la mia" parole ancora del cavallo, e qui sta in sintesi tutta la scienza di Baucher, che basa i suoi insegnamenti nella ricerca della posizione migliore, partendo dall'incollatura, per mezzo della decontrazione della bocca, ricercando la scioltezza e il massimo utilizzo delle proprie forze, senza contrazione alcuna da parte del cavallo.

Nella seconda parte del dialogo, il cavaliere riconoscerà che "i torti dei cavalieri verso i loro cavalli sono dovuti per la maggior parte all'ignoranza degli insegnanti" (mi ricorda qualcosa: vedere al proposito "Istruttori e cultura equestre" in questo blog). Infatti egli si è reso conto (dopo avere seguito il consiglio di Hippo-Théo di andare in cerca dei migliori maestri dell'epoca per imparare i fondamenti della scienza equestre) che non è facile trovare chi insegna l'arte sapendo trasmettere i veri principi dell'equitazione, e che siano veramente efficaci. Ma poi dichiarerà che questi maestri ci sono, e vengono dalla Francia: il riferimento autobiografico è molto chiaro...
E così il cavaliere esplica i concetti fondamentali dell'arte equestre, di fronte a un compiaciuto dio dei quadrupedi e a un finalmente soddisfatto cavallo, che non manca di confermare quello che il cavaliere spiega riguardo ad un'equitazione sapiente, che fa uso di mezzi non coercitivi e sfrutta l'intelligenza del quadrupede stesso, oltre che i principi di anatomia e di fisiologia."Cambia tutto con il nuovo sistema (quello di Baucher, appunto, ndr); il mio maestro mi chiede il giusto impiego delle mie forze, e le dirige saggiamente. Questo benessere fisico influisce sul mio morale e le mie imperfezioni cedono a poco a poco a questo felice influsso".

"Ragionamento ed esperienza" le chiavi del successo con i cavalli, conclude il cavaliere, ed inoltre (udite udite) "quanto all'adozione universale di questo nuovo metodo, essa si trova di fronte agli ostacoli che incontrano naturalmente tutte le innovazioni: alcuni la rifiutano perché non la comprendono, mancanza di studio; altri la rifiutano per amor proprio". Si potrebbe dire lo stesso per la Scuola della Leggerezza così come per altre scuole e filosofie equestri che sono rigettate dall'ambiente ufficiale. Il meccanismo è identico...
Intanto il cavallo aggiunge: "Fra i vari vantaggi, il nuovo sistema ha quello di mettere di fronte l'educazione del mio maestro e la mia. Iniziati alle stesse lezioni, adottiamo gli stessi principi. Il mio istinto, in contatto continuo con l'intelligenza del mio cavaliere, si modella ad esso; da qui consegue che il progresso dell'uno provoca quello dell'altro. Il cavaliere diviene fiero della sua cavalcatura, e il cavallo, riconoscendo le buone cose dell'educazione acquisita, rivolge al suo maestro un'obbedienza tanto più grande quanto quella (l'educazione, ndr) è divenuta più facile".
Hippo-Théo conclude sibillino, rivolgendosi al cavaliere ma, si potrebbe dire, ai cavalieri di tutte le epoche: "intelligence oblige"!

Dalle pagine di un piccolo gioiello della letteratura equestre di tutti i tempi scaturiscono principi, concetti, pensieri, più che mai attuali, per una piacevole anche se, a tratti, non facilissima lettura nei contenuti (è necessario avere un'idea abbastanza precisa della scuola di Baucher), alcuni dei quali ho voluto riproporre qui per stimolare alla lettura, alla riflessione e, come dice il grande Hippo-Théo: " Coraggio, signor cavaliere! Studiate con perseveranza, e i più brillanti successi verranno a ricompensarvi dei vostri lodevoli sforzi."
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Citazione da: raffaele de martinis - Novembre 19, 2013, 12:33:27 AM
Per quanto riguarda il maneggio dei lalli, tutti gli autori - nostri contemporanei - non fanno che ripetere con parole loro concetti vecchi di secoli, li arricchiscono di tesi scisciscientifiche e buone immagini e vualà il giuoco è fatto.
I nuovi maestri/i dolcisussurratori/i relazionisti della beata hanno svelato vecchi trucchi di ammaestramento circense spacciandoli per magiche novità e creando delle costosissime squole...per uno che ha contezza di tutto ciò, approfondire tramite costoro, è sopratutto noioso.

Benissimo. Con parole tue potevi però essere più breve e conciso: "Macclean? Chi è costui? l'ennesimo relazionista/sussurratore?"
Mai riuscito a scalfire nemeno superficialmente la tua dura corazza di "sordtà scientifica"... Tu pensi che una patina di scientificità sia un ulteriore sistema per cammuffare le chiacchiere riguardanti quello che hanno già detto i Maestri e prendere la gente per il cucullo; al contrario, io ritengo che l'approccio per maestria sia la strada maestra per restare nel Medioevo e ad Aristotele. Con tutto il dovuto rispetto per Aristotele, ovviamente. Fossi vissuto ai tempi di Galileo, avresti acceso tu stesso l'eventuale pira.... che per un soffio Galieleo ha schivato.

La strada della Maestria è quella che porta ai contrasti fra squole e a continuare, per secoli, a fare un passo avanti e tre passi indietro.... l'equitazione, con il suo procedere avanti-indietro senza mai mettere un punto fermo, e permettendo quindi il persistere contemporaneo di ogni corbelleria, di ogni credenza, di ogni  pregiudizio perchè ciascuno trova un Maestro a cui ispirarsi per sostenerle, è fatta così.

Dopo anni che ci conosciamo, siamo sempre al punto di partenza.  :dontknow:



La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

#9
E' proprio come dici tu.

Equitazione ovvero arte equestre...arte, appunto.

E' giustissimo sapere miscelare i colori, è altrettanto importante sapere da dove si ricavano, è di vitale importanza conoscere le loro reazioni ai fattori esterni, ma - per il pittore - è assolutamente ininfluente sapere la composizione chimica dell'acrilico, della malta da affresco, delle tempere ecc. ecc.

Il pittore andrà a scuola ad imparare le basi tecniche del mestiere ma per avere buoni risultati - a parte il talento personale - dovrà sopratutto dipingere con varie tecniche - magari a bottega da un maestro, conoscere e confrontarsi coi suoi colleghi, studiare i classici del passato, e - col tempo - crearsi un proprio stile.

La stessa cosa vale per gli imbianchini professionisti e per i pittori/imbianchini della domenica: della chimica se ne straimpipano, la cosa auspicabile per queste categorie è che per i primi - le pareti siano sufficientemente uniformi senza troppe sbavature, e che i secondi riescano a partecipare - con viva e vibrante soddisfazone - alla estemporanea di Zagarolo

Tra queste due categorie: degli artisti e degli imbianchini/imbrattatele c'è la nobile categoria degli artigiani: decoratori, miniaturisti, grafici, cartellonisti, ecc. che al pari delle altre due categorie non necessita della cognoscenza della chimica...certo, nulla osta al pittore, all'imbianchino, al decoratore mettersi a studiare le formule chimiche dei colori, ma sanno perfettamente che questa conoscenza non inciderà assolutamente sulle loro prestazioni.

Il problema non è mio ma tuo che vuoi ridurre a vile scienza l'arte equestre.



... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Anche la medicina, fino a pochi decenni fa, era arte più che scienza.... in parte lo è ancora, e lo sarà sempre (avere che fare con l'animo umano non sarà mai scienza esatta) però almeno da un po' di è cediso un criterio per sapere obiettivamente come trattare certe malattie nel modo migliore, e perchè; mentre prima ciascuna "scuola" si sentiva autorizzata a procedere secondo i dettami del proprio Maestro. Ripetendo all'infinito gli stessi errori, e riscoprendo l'acqua calda infinite volte; perchè è tipico delle Arti essere cocciutamente attaccate ai loro errori e dimenticare facilmente i risultati dell'Arte altrui.

Con buona pace degli amanti dell'Arte medica, faticosamente la medicina sta diventando una vile scienza. Chi vuole approfondire, cerchi Cochrane e la EBM (Medicina basata sull'evidenza): si parla degli anni '70 del secolo scorso, non dell'ottocento....
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

milla

Molto interessante il sunto del testo di Baucher fatto da Basili e molto interessante la vostra diatriba su equitazione tra arte e vile scienza, per favore continuate, vi leggo con attenzione.

raffaele de martinis

L'esempio che porti ha nessuna attinenza, in quanto, tutte le scienze - ai tempi - erano empiriche ed accumunate all'arte, Galileo faceva oroscopi per campare.

Baucher, non ha avuto l'intuizione, come dice Maclaen, ma ha studiato/esperimentato/cambiato per decenni nel vano tentativo di dare basi scientifiche alla equitazione.

Ora, mi pare strano che la pecora spieghi al leone - scientificamente - perché la carne è così buona, e daltr'onde neanche volendo - il lanuto ovino - potrebbe ingurgitare bistecche, salamini, trippa e ossibuco; il leone - invece - senza alcuna spiegazione scientifica, si sbrana la pecora e la sua allegra famigliuola, senza pensarci su due volte.

Maclean, un cavallo di Baucher lo potrebbe condurre solo a mano, mentre Baucher può/avrebbe potuto montare qualsiasi lallo di Maclean.

Tornando all'arte medica, essa è diventata medicina ma è in ottima compagnia:  l'astrologia>astronomia, l'alchimia>chimica, gli speziali>farmacisti, i mulomedici>veterinari, i rabdomanti>geologi, i confessori>psicologi; per contro le arti: la pittura, la scultura, la danza, la musica, la poesia esistevano 5000 anni fa e tali son rimaste; naturalmente si sono evolute ci si sono aggiunte altre forme d'arte...il cinema per esempio, ma l'arte ha continuato caparbiamente ad essere ascientifica, fuori dagli schemi e dalle formule altrimenti che arte è ?

Il lallo, per definizione è una creatura fuori dagli schemi, non si dice infatti ? Matto come un cavallo ?

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Non credo che andremo avanti a lungo nella discussione..... l'arte è libera, non vuole legami, la scienza invece è schiava e sottomessa a un principio: il principio di verità. E' curioso il parallelismo fra questa discussione e un'altra che ogni tanto riapro in un forum di natura diametralmente opposta.... un forum di politica; e anche là, quando cerco di spostare la discussione su questo principio: innanzitutto, ricerca della verità, non su cose astratte, non sull'esistenza di Dio, non sul sesso degli angeli o sull'esistenza dell'anima, ma su cose concretissime che fanno parte della natura, delle cose tangibili, trovo un irrigidimento, un divagare, una resistenza.... il metodo scientifico, che altro non è che l'eliminazione progressiva e sistematica delle minchiate sulla base di dati oggettivi, concreti, riproducibili, finisce col diventare un discorso irritante.

Ma il tempo stringe.... e Galileo in persona mi aspetta su wikisource.  :horse-smile:

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Giustissimo, ma se il metodo scientifico sostituisce una minchiata che funziona perfettamente con una verità che forse/al volte/in determinate condizioni funziona?...ho la prova provata che questo accade, ma lascio perdere.
Siamo OTTISSIMI, se ti va la discussione apri un topico ad hoc, io non ti seguirò

Per voi che fate (credete di fare) equitazione, consigliovi comunque di leggere e capire Baucher e i grandi cavallerizzi che equitazione fanno/hanno fatto.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...