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Ricordi di un vet freelance

Aperto da Flavio, Maggio 17, 2012, 11:39:02 PM

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madamen67

Che lavoro certosino ed estenuante, per certi versi !! In effetti poi la situazione ha ben consigliato la visita di uno specialista degli occhi. Comunque da quello che dici (o da quello che ho capito dopo aver letto) non c'è stato bisogno di trasfusioni perchè alla fine il cavallo non aveva lesioni gravi dal punto di vista di vene e arterie...questa nella sfortuna è stata una fortuna
Non invidiate. Applaudite e poi fate di meglio

Flavio

Voliamo in prima classe

Girare il mondo  piace. Il mezzo più' veloce ed piu' impiegato e' l'aereo. Per alcuni punti del globo impenetrabili si ricorre ad una serie di mezzi  aereo , elicotteri, navi ,battelli. Per le rotte commerciali  passeggeri, l'aereo e' di gran lunga il più impiegato.
C'è chi viaggia poco chi spesso chi spessissimo. Passando da un continente  all'altro si viene a contatto con una miriade  di persone del genere umano, di diverse culture,  di usi , abitudini etc..etc..

Durante i miei anni vissuti in Australia ho percorso parecchie volte l'ultima tratta  di solito da una città' asiatica, vuoi Bangkok, Kuala Lumpur, Singapore, etc. per generalmente Sydney e viceversa.
Capitava  anche di dover essere chiamati  dall'Australia in qualche parte dell'Asia, Hong Kong, o Seul od altro.  Insomma  si  doveva volare parecchio.

Il destino volle che uno dei vet con cui lavorai, e con il quale forse strinsi il miglior rapporto , si trasferì' in Malaysia, e dopo circa due anni , mise famiglia in quel paese e si trova ancora la'.

Era meta' o fine giugno,periodo in cui in Australia il lavoro per cavalli cala un attimo. Generalmente coincideva con il periodo delle ferie mie.  A parte andare a sciare in nuova Zelanda, tempo meteorologico permettendo,  usavo quelle 4 -6 settimane libere  ( non pagate sia chiaro )  per tornare in Europa e godermi un ulteriore estate. 
L'ultimo anno contattai il vet in Malaysia, e gli chiesi se sulla mia strada per casa potessi fare tappa da  lui , prima di tornare in Europa.
Ne fu felice  in quanto aveva appena preso la gestione o quasi di tutte le scuderie dell'ippodromo di Ipoh ( Nord Malaysia ),ed una mano gli avrebbe fatto comodo.
Ok , Sidney  _Singapore   quasi 7 ore di volo, poi  Singapore -Kuala Lumpur circa un'ora e quindi arrivare ad Ipoh ...250 km da fare in treno in autobus o non so come.
Non avevo un gran bagaglio, e non era certo la Malaysia attuale,  ricordo che appena uscito dall'aeroporto rimasi colpito dalla confusione, dal caldo e dalla vegetazione lussureggiante.
Non sapevo come orientarmi, l'idea  era di andare alla stazione centrale di KL e trovare un treno che mi portasse a nord....
Trovo un taxi...il conducente aveva sui 50 -60 anni mi si offre di portarmi in centro. Avrei accettato qualsiasi cosa pur di uscire da quella confusione.
Ok dopo circa due  tre km il traffico si calma un attimo e chiedo al tipo se sapesse se ci son treni per il nord e più' o meno ogni quanto........SILENZIO.
Certo continuai, sarebbe bello in Taxi,ma  credo costi troppo.... Lui  ci penso' e disse  ma ci vorrebbero circa  ( mettiamolo in moneta attuale )  70 euro.....
rimasi stravolto, dal basso costo, meno che dal centro di Roma a Fiumicino... ma erano 250 km--
Gli dissi , "ma lei intende dire che se gli do 70 euro  ,lei mi porta fino ad Ipoh ?"
Ci penso' un attimo .. e disse, Beh , dovrei avvertire casa che faro' tardi, ma non è un problema, e poi il costo non è 70 , ma 71 , in quanto c'è un ponte a pedaggio "........

Ok gli dissi , se per lei va bene per me va bene pure.
OK, rispose, si attacco alla radio del suo taxi, disse qualcosa in malese e Via.

Fu  un viaggio di circa 3- 4 ore, e spesso mi chiesi se  mi avesse mollato  li' cosa cavolo avrei potuto fare. Ero completamente nelle sue mani e non c'erano cellulari od altro allora... Guidava in un modo che dire azzardato era poco. Era una macchina per me uscita dagli anni 60, grande , ma un super baraccone. Son passati gli anni ma ben ricordo di aver raccomandato l'anima più' di una volta visto certi sorpassi.. Fu interessante  una piccola tappa in cui  ci fermammo ad una specie di chioschetto al lato della strada dove vendevano da bere e frutta tropicale . Compari un mango, più' per non offendere la gente presente che per vera voglia. Ero in Malaysia da circa due ore , però già odiavo la musica locale. Un continuo gong e piatti  la si sentiva alla radio, al chiosco   ,dappertutto. Aiuto !!!
Finalmente arrivo ad Ipoh e l'albergo dove stavo era proprio il primo entrando in città' . Bello davvero e convenzionato con l'ippodromo. Scendo dal taxi , e subito mi vengono incontro dei tipi vestiti con bottoni d'oro per trasportarmi i bagagli , uno zaino, . Faccio capire che mi arrangio, ma sembrano offendersi,
Ok , vabbe' andiamo, alzo gli occhi e mi cadono su una scritta, sul ristorante dell'albergo, ad Ipoh , nord Malaysia " Restaurant  L'antipasto " . Ricordai che ad Aukland in Nuova Zelanda la prima cosa che vidi in città' fu un ristorante italiano " la Ferrari " con tanto di logo..... ma in Malaysia proprio non me l'aspettavo.
Ok , mi sistemo, contatto il vet, era ormai sera e rimaniamo d'accordo per la mattina dopo sarebbe passato a prendermi. A dire il vero venne dopo 30 minuti per salutarmi , e mi fece piacere, non era solo lavoro ma anche amicizia. Solo qualche minuto , il tempo di una birra , ma lo apprezzai davvero.

Poi provai L'antipasto...... dosi industriali ,ma di Italiano ben poco. Parlai con il personale ed appena saputo che ero italiano.... wowow . Venne il capo che era un indiano il quale aveva vissuto in Italia, per poi tornare in Malaysia ed aprire Lui un ristorante italiano... voleva qualche dritta : Mi venne utile l'esperienza fatta da ragazzo dove spesso d'estate facevo il cameriere in  una pizzeria vicino a casa, ed ancora di più ' aver fatto il cameriere in un ristorante ,sempre vicino a casa,  ma solo per matrimoni. Comunque ci fu un discreto scambio di idee.
Mi rimpinzarono  davvero ed il pasto fu più' o meno gratis...

Mi fermai circa tre settimane,ed imparai a non allontanarmi troppo dalla Pista di allenamento dei cavalli, intendo quella di una scuderia nel bel mezzo di non so dove. Come mai ??  Presenza di cobra, insettacci vari  etc...
All'ippodromo ogni box aveva il suo condizionatore, c'era una bella piscina per cavalli. Nel Pomeriggio verso le 16.00  tutti al riparo : piogge . Ma che piogge !
Acquazzoni biblici, e questo spiegava il lussureggiare della flora, caldo ed acqua in continuazione da milioni d'anni.  Verdissimo. E cappi anche perché' ai lati delle strade c'erano scolmatori per l'acqua profondi 50 cm.
Imparai che la Malaysia ha una popolazione composta da tre etnie, indiani, cinesi e malesi, ognuna delle quali occupa un preciso settore : commercio i cinesi , polizia  ed impalcatura dello stato  gli indiani, il resto i malesi. Forse le cose dopo 20 anni son cambiate , ma non saprei dire.
Imparai a gustare la cucina locale,indiana o cinese che fosse, ma onestamente avevo un attimo schifo ad assaggiare le loro cose, non per il cibo in se e per se, ma per le condizioni igieniche in cui  queste specie di  ,nemmeno ristorantini , sotto un portico di solito, preparavan la roba. Forse i locali avevano anticorpi giganti. 
Imparai che se volevo comprare qualcosa era meglio andare con qualcuno del posto,  la moglie del vet ,  malese etnia cinese,   fu il  mio asso nella manica.
Ottimo te',  frutta esotica  eccezionale.

Il lavoro non fu un gran che , routine più' o meno, tranne una fastidiosa influenza che  aveva colpito alcune scuderie.
Scoprii pure che c'era un aeroporto , e mi organizzai per il ritorno a Singapore , da dove avrei ripreso un volo per Roma e de li' a Milano.

Venne il giorno della partenza,era sera. Abbracci e lacrime, la solita confusione, e via   verso Singapore.

Tutto normale. Poi   imbarco  sul volo  Singapore  Roma. Chiaramente classe turistica , ma ero vicino al portello d'entrata e potevo allungare le gambe, che in un volo di oltre 10 ore era una manna.
Decollo , tutto regolare   e volo tranquillo. Dopo circa un'ora mi alzo un attimo   faccio per chieder da bere, ad uno steward, il quale sembrava intento a leggere un giornale , anzi la parte riguardante le corse di galoppo. Feci finta di interessarmi. Lui rimase un attimo perplesso, ed oso'  " si interessa di corse? '

" Gli spiegai che ero un vet di cavalli, ero appena stato all'ippodromo, ed aggiunsi , se fossi in lei non scommetterei su questi cavalli ,  c'è in ballo una forma influenzale e non van forte.  Sul giornale  era indicato oltre al nome del cavallo anche la scuderia, e ben riconobbi i nomi si alcune  che avevo visitato le settimane precedenti. .
E me ne tornai a sedere. Passarono forse 5 minuti quando lo stesso steward insieme ad un altro steward   vennero verso di me ... e sentii uno dire all'altro , questo signore e' un vet e sa come stanno i cavalli etc..etc.. Mi feci un attimo serio cercando di tirarmela, ma dentro di me ridevo, Infatti sapevo ben poco, e non conoscevo nemmeno uno dei nomi dei cavalli. Ok le scuderie ( alcune e poche ) ma i cavalli proprio...

Gentilmente mi dissero se volevo accomodarmi davanti e di prendere i miei bagagli.
Non ci penso molto,non credo mi volessero buttar giù' dal  jumbo747.
Dopo 3 minuti mi trovai in prima classe servito e riverito e questo col giornale a chiedermi dei cavalli.

Allora con calma gli spiegai che ..non avrei dovuto... che non si potrebbe... che in via del tutto eccezionale...  Non sapevo chi avrebbe vinto , ma di certo sapevo chi era fuori forma per via dell'influenza etc..etc..
presero un sacco di appunti  segnarono i nomi sul giornale cerchiandoli etc,,e davvero sembravano compiaciuti della " mandrakata ".

Volare in prima classe su un volo di 10 ore fu un sogno, sedile reclinabile, champagne a go-go,  nessun passeggero, cioè uno si,  pranzo  alla carta , etc..etc..
Fu bello vedere l'Italia all'alba  di un giorno di giugno dopo quasi un anno,dai finestrini anteriori di un Jumbo , riconobbi la Puglia, il Gargano  e poi dentro sull'irpinia credo, per poi vedere il tirreno e planare lentamente verso Roma.
Sceso per primo senza trambusto, con i due tipi sorridentissimi a salutarmi.

Non capita spesso una fortuna simile, mi piacerebbe solo sapere se poi i tipi avessero  vinto qualcosa scommettendo o meno.  Magari nel viaggio d ritorno mi avrebbero messo nella stiva...


DivinityOfDarkness

Citazione da: Flavio - Gennaio 16, 2013, 09:36:35 PM

...appena preso la gestione o quasi di tutte le scuderie dell'ippodromo di Ipoh ( Nord Malaysia )

Mi fermo qui con la lettura, proseguirò dopo.
Ma non potevo non notare che..è il luogo di nascita di mia madre  :horse-embarrassed: :horse-embarrassed: :horse-embarrassed: :horse-embarrassed:
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

Fioravante Patrone

Citazione da: DivinityOfDarkness - Gennaio 16, 2013, 11:23:54 PM
Citazione da: Flavio - Gennaio 16, 2013, 09:36:35 PM

...appena preso la gestione o quasi di tutte le scuderie dell'ippodromo di Ipoh ( Nord Malaysia )
Ma non potevo non notare che..è il luogo di nascita di mia madre

:icon_eek:
Il mondo è piccolo!

D'altronde, il viaggio in taxi descritto dal vet freelance mi ricorda molto il mio di tanti anni fa, in Perù. Grosso modo stessa distanza, macchina simile, la sosta al chiosco... Autista però più affidabile

Flavio

E' un attimo di tempo che non scrivo qui , ma l'episodio che mi è accaduto qualche giorno fa ne vale pena.

Qualche giorni fa una sera mi suona il telefono : ciao sono Orazio ( nome di fantasia ), ascolta il mio cavallo mastica male etc..etc.. Mentre parlava io cercavo di capire chi fosse, immediatamente il nome mi si era accostato ad un commerciante della zona col nome  uguale,ma mi sembrava non fosse lui, quindi brancolavo nel buio. per fortuna mi passo' un maniscalco  il quale avrebbe dovuto spiegarmi come avvicinarmi al cavallo. Il maniscalco lo conosco bene  ed in breve riuscii a fare 1 + 1 ed a ricordarmi di Orazio, del posto , del maniscalco, ma non del cavallo.
O meglio sapevo dov'era  e tutto   ma non ricordavo di averlo mai trattato.
Mi veniva descritto come una furia, ma di solito non faccio molto caso , di casi furiosi poi fatti senza sedativo e di cavalli buonissimi  dovuti sedare alla grande , ormai non ricordo il numero.
Vabbe' ci mettiamo d'accordo su posto ed ora.

Cascina di alta pianura lombarda, ai piedi delle prealpi,  conduzione familiare. Posto ordinato gestito a livello familiare .  Insomma di quelli dove  ci vado abbastanza volentieri.
arrivo un attimo in anticipo , ed essendo mattina e tutti al lavoro, son  l'unico.
Ok parcheggio l'auto e comincio a preparare tutto l'armamentario necessario per il caso cioè' secchio  raspe, teli etc..
Esce dal cancello principale una della casa  che ben sapeva che sarei passato.
" Ciao , devi fare lo stallone di Orazio ? " ,
- SI
Lei fa una faccia  stile  " mo' so ca**i tuoi " e si fa il segno della croce.
Allegria.......Penso io.
Ok arriva Orazio e mi spiega che il cavallo è si un po' agitato , ma sotto sotto  non e' poi cosi' feroce.
Bene, cerchiamo di prenderlo nel suo box.
Capezza ok, lunghina Ok.
Cerco di non aver fretta  e lascio passare un paio di minuti, tenendo la lunghina, ma senza fare alcun passo in direzione del cavallo e restando appoggiato al muro chiacchierando con Orazio. nel frattempo ci raggiunge un terzo individuo di cui non ricordo il nome, facciamo Mario per comodità'. Pero' aiutava nella gestione il maneggio.
Non lesina proprio complimenti allo stallone , anzi, ma Orazio non fa una piega.
Ok comincio ad avvicinarmi al cavallo e l'equino cerca quasi esclusivamente di mordermi  il braccio. credo che lo faccia quasi per gioco, si , ma gioco per lui..........
Passano altri 5 minuti e nulla nemmeno un dito in bocca, sempre questa testa che va su e giù e tentativi  di mordere.  Insomma questo 650 kg di cavallo proprio non si  vuole calmare. oddio non era proprio furioso,  , effettivamente era davvero una specie di gioco,ma ....
Decidiamo di uscire dal box e lo leghiamo ad un anello attaccato ad un muro.

a questi punto cominciano le pontificazioni di Mario. " IO lo conosco e' una T.d.C ( chi vuol capire capisca ), bisogna fargli 2 cc ( DUE ML ) di sedativo nel petto  buttando dentro la siringa e schiacciando velocemente.

fare il sedativo intramuscolo è molto aleatorio, non si sa mai dopo quanto fa effetto 10, 15 .20 30 minuti e lo fa in maniera diversa che fatto in vena, e la dose bisogna davvero triplicarla, per cui 2 cc in muscolo  ci possono stare.  A me tuttavia farlo in muscolo rompe un attimo l'anima ; forse perché' in 15 anni e rotti di dentista l'avrò' fatto 3 forse 4 volte compresa questa. Inoltre il sedativo  non è che costi pochissimo  , un cc di detomidina ...... se va bene son circa 10 euro. E data la mole del cavallo e la sua testa ero certo che 2 cc non sarebbero bastati in muscolo. Ci sarebbe voluta una dose supplementare in vena , e relativi costi. Spiegare poi al cliente come mai il conto sale sarebbe diventata dura.

Comunque mi avvicino ancora allo stallone  eeeeeeeeee ------- ZAM !, i suoi incisivi presero le misure dello spessore del mio mignolo destro.
Ne avevo abbastanza , ero li' da 45 minuti ed avevo rimediato solo una morsicata.
Vada per il sedativo.
Avevo già' caricato una siringa da 2,5 cc con 2 cc di sedativo. Sembrava quasi piena. 
Al padrone  viene un'idea, va in selleria, prende sottosella e sella. Appoggia il sotto sella.....ed il cavallo di colpo si calma di un buon 70 % .
Allora decido di riprovare a fare il sedativo in vena,  ma , per quanto in misura minore si agitava sempre rendendo un attimo dura  l'esecuzione della manovra.
Dopo altri 10 minuti ,  Mario  " Dammi qua che gliela faccio IO ! "  , mi prende la siringa  con i due cc  . toglie l'ago e  lo pianta nel petto dello stallone.
La reazione del soggetto  non fu  delle peggiori,ma di certo  fu una buona cosa per tutti fare un salto indietro d un metro.  L'ago cadde in terra.
Io : " OK ne prendo uno nuovo .."
Mario . " Mava' tanto  a questo non succede niente" e raccoglie l'ago caduto in terra per reinserirlo...... Una manovra del genere e sarei ancora all'università a cercare di passare per la 500esima volta l'esame di medicina operatoria. Mi meravigliava che il padrone, Orazio, non si lamentasse ...

Dai, secondo tentativo.  Questa volta l'ago entra ed il cavallo tutto sommato diventa trattabile.
Mario pero' non deve essere un esperto di dinamica dei fluidi: se una siringa  è piccola  per premere tutto il liquido all'interno occorre molto  più' forza che ad esempio se metto lo stesso  in una siringa di calibro maggiore. Ma lui la forza ce l'ha. E preme fortissimo. Vince anche la forza di resistenza fra  il collo dell'ago  e la siringa col risultato che  un bello zampillo di sedativo  fuoriesce dal collo dell'ago data la alta pressione esercitata e  colpisce  la faccia , la lingua del vet che li' vicino teneva la lunghina.
Dentro di me pensavo ai 20 euro buttati via.
Ne avevo abbastanza.
Presi in mano la situazione e dopo circa 10 minuti rifaccio io 2 cc  di sedativo nel collo al cavallo usando una siringa da 10 cc, ed un ago più' grosso.
Ci riesco  ed andiamo in attesa.
Passano 15 minuti ed in effetti qualcosina .........

Decido  di riprovare in vena 0,5 cc  e finalmente dopo circa 90 minuti il cavallo diventa gestibile.
Comincio a lavorarlo in bocca e si' qualcosina c'era , ma poco più dell'ordinario.
Pensavo ai 4,5 cc di sedativo che eran serviti  di cui due persi, e notavo che le fauci eran davvero secche. Un effetto collaterale  e' infatti la riduzione della salivazione. E quindi  mi armai di siringoni e tenevo la zona umida.

Finalmente finito.
Nel  frattempo , pure io avevo un attimo la bocca secca, era circa l'una del pomeriggio e faceva abbastanza caldo , per fortuna in auto avevo una bottiglia d'acqua.
Bevo. Siamo ai convenevoli ed uno dei due mi dice " hai la faccia stanca  .." In effetti mi sentivo un po' balordo ma avendo dormito solo 4-5 ore  avendo la disgrazia o quasi di un figlio  piccolo  appassionato di calcio   ( io Non lo sono )
mi era toccato star sveglio a pipparmi una partita  di nonsochecavolo di nazionale   che giocava in Brasile e dato il fuso orario da noi era notte.  Pensavo che l'effetto stanchezza fosse al fatto di aver dormito poco ed allo stress dello stallone.
Salgo in macchina ed ho ancora sete e la bocca secca.  Ribevo.
Ero ad una ventina di Km da casa  ci sarei arrivato in appunto circa 20 minuti.

Dopo circa due km ho di novo la bocca secca, e pensavo ... ho la bocca secca come lo stallone....avrò' somatizzato ...Pensai.
Ma dopo un dubbio , che di dubbio aveva poco, mi assali'.... Ok la  bocca secca , ma non posso aver somatizzato anche la balordaggine....
Tutto chiaro.... Lo zampillo di detomidina che mi era finito sulla lingua stava facendo il suo effetto. Inoltre la detomidina ha proprio un forte assorbimento sublinguale. In pratica mi stavo sedando.

Chiamai subito un collega se mai avesse avuto un'esperienza simile , e questo mi dice di no e di andare a casa.  Grazie !
Ne chiamo un altro , dentista pure lui,  e mi dice che una volta si era bucato il dito con una siringa carica di detomidina , ma nessun effetto perché' in effetti non c'era stata iniezione.
Questo capisce il mio stato e si offre di stare al telefono finché' non fossi arrivato a casa, facendomi parlare.
Senza grossi patemi ed un ' tonto  comunque arrivo a casa.
Lo racconto a mia moglie e questa cade quasi nel panico. La tranquillizzo  e dico  che pero' devo stendermi.
Mi stendo nel letto che ho nello studio di casa mia.  Vicino una bottiglia d'acqua.
Dormo per 2-3 ore al risveglio va meglio . Meglio di certo. Ma non ero Ok al 100 %  La secchezza non c'era più' .ed ero meno tonto.
Verso sera ero all' 85 % . La mattina dopo tutto OK

Curioso che prima di dormire 'ultima immagine e' mia moglie  che va su internet a cercare gli effetti della detomidina.  Ok ero un attimo tonto , ma  c'ero ancora. E le dico , ed e' la verità : guarda che esiste un principio attivo che spiazza detomidina ( alfa due bloccante ) dai  recettori e ci si sveglia prima.
La ioimbina ( alfa due stimolante ) in effetti funziona cosi' . Ben ricordavo  quando lavorai in Nuova Zelanda sui cervi , come per farli risvegliare o rinsavire, facessimo delle punture di ioimbina.

Allora le dissi , esiste un antagonista , se vuoi  puoi andarlo a prendere....
I nostri figli eran fuori casa  in oratori vari. Io intanto dormo..
e lei   ..Ok dimmi cosa devo prendere...
io  - ioimbina , cerca un farmaco con questo principio attico e vai in farmacia

lei la sentii battere i tasti sul computer. Ma poi si alzo' e torno' alle sue faccende domestiche o simili.

Io , prima di crollare " allora ci vai o o no in farmacia ? "

lei :  " ok vediamo  dopo  se non passa "...

Fini' li'.

Ma io ben sapevo    cosa stava accadendo nella sua mente....

Provate a digitare ioimbina  e vedete cosa salta fuori.........

vi aiuto io  ? :  argaiv

( .. ma leggetelo al contrario )

Melis

HAhahahahahahahahahaahahaha ha funzionato?
Melis Yalvac Equine Photography - www.melisyalvac.com

Fioravante Patrone

Che storie che si raccontano alla moglie, o equivalente, per non ammettere che si ha bisogno di un aiutino!

Shanna

Citazione da: Fioravante Patrone - Luglio 01, 2013, 10:53:22 AM
Che storie che si raccontano alla moglie, o equivalente, per non ammettere che si ha bisogno di un aiutino!

ahahahahahahh!!!

questa cosa del v....a mi pare di averla sentita su un canale di sky dove facevano un documentario sulla droga. Parlavano di gente che prendeva tranquillanti per cavalli, e poi per ripigliarsi si faceva di pilloline blu... (e dicevano che le usavano anche sui cavalli per farli risvegliare prima... ma è vero???)

ofelia


madamen67

Hahahahahahahaha te la sei cavata anche stavolta!!
Non invidiate. Applaudite e poi fate di meglio

Silvia_Jimbo

Mi sono letta tutti i racconti tutto d'un fiato, proprio come un bel libro!!
Tempo e voglia permettendo riamngo ina ttesa di nuove puntate :blob3: :blob3:

Flavio

Dopo un bel po' riprendo alcuni racconti

Svenimenti

C'è un aspetto del lavoro del vet mai preso in considerazione. Nessun professore all'università , ma non vedo  in che materia avrebbero dovuto, ci abbia mai insegnato la gestione del cliente  in generale ed emotivo in particolare.

Con il procedere della routine quotidiana del lavoro ci si abitua ad alcune cose ed ad altre si va proprio in assuefazione.
Nel mio caso la vista di siringhe ed aghi o l'odore dei disinfettanti o farmaci è cosa ordinaria. Non così per alcuni clienti.  Idem dare punti di sutura , drenare ascessi od altre manovre del genere che si possono fare in campo od in clinica.

Ci son persone a cui la vista o l'odore di farmaci e para-farmaci e presìdi farmaceutici o manovre varie  lascia del tutto indifferenti, ma ci sono anche altre categorie:
indifferenti  ai farmaci e simili , ma molto sensibili quando si tocca il loro cavallo.
Indifferenti ai farmaci , ma che scappano alla vista di un ago.
Indifferenti agli aghi, ma alla vista / odore di un farmaco o disinfettante han qualche problema
Sensibili sia alla vista di aghi che  di  farmaci / disinfettanti e relativi odori
Come l'ultima categoria , ma ne sono inconsapevoli.

Alcuni brevi episodi  che mi sono successi  negli anni  appunto a riguardo.

I duri
Rientrano in questo gruppo quelli che sostengono  di essere  di " scorza dura " .........Ma dopo 5 minuti di armeggio ,ormai li riconosco. Spesso il oro orgoglio  li porta a non dire quello che in effetti stanno provando, cioè una sorta di nausea mista  a schifo, con  prodromi di vomito.  Quindi di solito cominciano a chinarsi in avanti, tiran qualche colpo di tosse. Ma qui mi si alzan le orecchie , non è la tosse  di chi ha problemi polmonari  , ma una  specie di liberazione , perché  la salivazione aumenta .  Se non me ne accorgo , generalmente il soggetto , con la scusa della tosse si allontana un attimo , fino ad essere fuori portata visivo / olfattiva per poi fermarsi e riprendere l'atteggiamento da tronfio, " A me quelle cose scivolano via ...."  .
Se me ne accorgo, io, allora invento la scusa che come effetto  dell'odore del farmaco potrebbe esserci una specie di voglia di vomitare, e quindi  è meglio.... Non aggiungo mai altro perché il soggetto si è già allontanato  , non aspettava altro che avere un beneplacito , o scusa per potersi portare a distanza di sicurezza. Solo pochi ammettono che non avrebbero pensato di una tale loro reazione. Molti proseguon nell'atteggiamento da finto superman , ma  a distanza.



Paperino.

Tanti anni fa mi chiamarono in una stalla in  cui una volta albergavano bovini, ma  c'eran solo tre cavalli. La struttura era ,credo , risalente almeno alla prima metà del 900 , visto come eran strutturate  le poste per i bovini , il tetto , e la mancanza di prefabbricati. Soffitto a volte.
Il cavallo non aveva in sé e per sé un gran problema,  un piccolo taglio sulla coscia che comunque necessitava sutura.
Preparare tutto il necessario per una sutura richiede un certo tempo : garze, cotone, siringhe di vario calibro, aghi , aghi a farfalla, farmaci  vari, disinfettanti , spray antibiotico,   strumentario per dare i punti, fili di sutura, forbici, fasce e quant'altro.  Io usavo una specie di carrellino pieghevole,  un mobile da giardino, verde scuro , a due piani su cui in ordine appoggiavo un po' tutto ,tranne un secchio d'acqua che mi tenevo in parte.
La prima parte consisteva nel lavaggio della zona per bene, anzi benone. Molto spesso il siero fuoriuscito dalla ferita aveva reso i peli della zona appiccicosi se non uniti in grandi matasse difficile da sbrogliare. Quindi  lavaggio con disinfettante   che fungeva anche da sapone e poi passaggio di acqua ossigenata.  La cosa si ripeteva per due o tre volte in base alla grandezza della ferita; al fatto se era già stata lavata o meno. Quindi si passava alla rasatura dl pelo in zona ,  prima con forbice se lungo e poi con una bella serie di rasoi usa e getta. Dimenticavo che prassi era sedare un attimo il soggetto prima di compiere tali manovre  ed anche un po' di anestesia locale non guastava certo.

Finalmente si evidenziava la ferita vera e propria e si passava alla sua disinfezione , e purtroppo spesso si evidenziavano spiacevoli sorprese nel senso che era più' grande o profonde di quanto si pensasse , oppure  ,meno comunemente , il contrario.

Infatti in questo caso mi resi conto che la ferita era un attimo più profonda, e cominciai una maggiore disinfezione che richiese più tempo, e quindi in seguito  si iniziò col primo piano di sutura. Insomma invece di mezz'ora ci voleva almeno un'ora od anche più.
In stalla eravamo in tre oltre ad i cavalli : marito  che mi aiutava un attimo, più o meno mio coetaneo, sua moglie  leggermente più giovane, ed un attimo in disparte  ed io.
Tutto procedeva abbastanza bene, quando ad un tratto la signora fece ulteriormente un paio di passi indietro. Era vestita con una salopette bianco crema, e non sembrava ci fosse alcunché  di strano.  Tuttavia chiamò il marito e le disse che le girava un attimo la testa. Benché ancora giovane ed alle prime esperienze , era comunque qualche anno che lavoravo, e di colpo capii cosa stava per succedere. La invitai ad allontanarsi un attimo , cercando come al solito di metterla sull'umoristico ed accusando i farmaci di fare questi scherzi. Sembrò funzionare. ,lei si allontanò di qualche metro ed appoggiò la sua schiena contro il muro della stalla. Le cose sembravano calmarsi , ma con tenevo lo sguardo un attimo sulla ferita che pian piano veniva chiusa, ed appena potevo lo rivolgevo alla signora. Dopo circa un minuto, la vidi diventare bianca in volto.
Ok ci siamo, invitai il marito a lasciar perdere il cavallo, potevo andare avanti da solo, ed a guardare cosa stesse succedendo alla moglie.  Si girò ed  ecco che lei scivolò lungo il muro . Sembrava Paperino colpito da un pugno : con la schiena appoggiata al muro scivolò lentamente in terra dove alla fine si ritrovò seduta  con gambe distese e schiena ancora appoggiata al muro.
Solo allora il marito si rese conto che sua moglie era di fatto svenuta. Si avvicino', e la chiamò per nome  due o tre volte.  Le scosse le spalle , mentre io suggerivo di distenderla ed alzarle le gambe. Per fortuna   lo scossone del marito, impresario edile , la ridestarono, e sembrava come se qualcuno la avesse svegliata dal sonno. Lo invitai a portarla all'esterno e farla sedere , e così fu . Dopo circa 4-5 minuti lui rientrò e mi disse che andava meglio.
Io ormai ero a più di metà strada e gli dissi  di stare pure dal a moglie e se avessi avuto bisogno lo avrei chiamato.
Dopo circa 10 , 15 minuti completai la sutura .  Tutto ritornò  nella routine, solamente mi chiese se avessi potuto fermarmi da loro  per cena, giusto in caso la scena si ripetesse. Non sono certo un medico umano, e feci finta di accettare quasi fosse un dovere, ma in realtà ero ben contento di  fermarmi. Allora ero single ed ogni occasione di evitarmi di farmi da mangiare e mettere in ordine la casa , era moooolto di buon grado accettata.  Mi fermai per una pasta al ragù'.  Ormai la moglie stava benissimo, avevan due figli  sugli 8 - 10 anni , maschio e femmina. Ricordo che il capofamiglia si prese almeno 4 etti di pasta per se , era già condita con ottimo ragù. Ma decise di aggiungerci sopra sulla sua porzione una scatola intera di tonno. Ricordo che mi impressionò la cosa molto di più della ferita.
Era un piatto di almeno 750 grammi fra pasta , ragù e tonno. Quasi svenivo io nel vederlo mangiare, eppure era più piccolo di me  ed anche più magro. Probabilmente  sul lavoro bruciava molte energie, o  almeno volli credere che fosse così. Chiamai  dopo sue giorni, cavallo e moglie stavan bene.

Steccato rotto

Quest'episodio e' quasi sovrapponibile al precedente. Cambia lo scenario.
Colline della Franciacorta, zona vinicola ad ovest di Brescia , vicino al lago d'Iseo , Lombardia centro orientale. Castrazione di un puledro in un paddock.
Marito , moglie ed io.
Nei miei anni australiani mi insegnaron a castrare un cavallo tutto da solo. L'importante era prenderlo, ed una volta sedato la cosa si facilitava . Nel frattempo il solito carrello verde scuro , con il secchio in parte era pronto con tutto l'occorrente del caso.
Bene cavallo preso, sedato,  buttato a terra, si inizia il tutto. Il marito mi dava un attimo una mano, nel senso che  tramite l'uso di una lunghina che da una parte fatta girare intorno al pastorale di un arto posteriore del cavallo a mo' di cappio, e l'altro capo era tenuto dal marito che in questo modo divaricava i posteriori ed io potevo lavorare in zona. Se fossi stato da solo avrei sempre fatto il cappio intorno al pastorale posteriore e quindi tirato la gamba in avanti, sempre col cavallo a terra su di un fianco. La gamba posteriore l'avrei appunto tirata  fino a quasi che lo zoccolo toccasse la faccia e qui avrei fissato  la lunghina alla capezza in modo che la coscia fosse talmente portata in avanti che i testicoli sporgessero dietro di essa permettendomi il lavoro. Certo in due era meglio.
Tutto andò secondo copione, ed alla fine , liberata la gamba dalla lunghina , come al solito dissi. Il bello viene ora, perché è un attimo rintontito dai farmaci e farà un attimo fatica ad alzarsi ed a trovare l'equilibrio..
Così fu, solite scene di cavallo che si alza , cade , si rialza, sbanda di qua e di là, poi piano piano trova l'equilibrio, sta fermo. Quindi si muove , e dopo un po' comincia a camminare, ed alla fine quando è stabile lo si porta nel box. In questo caso il box era il paddock.
Una volta in piedi , il cavallo cerco' di camminare ma sbandava  notevolmente . Io lo tenevo per la coda ed il marito per la  lunghina  che era a sua volta allacciata alla capezza. Ma comunque procedeva.  Lu mi chiese come avrei potuto fare se fossi stato da solo, ed io risposi che avrei solo guardato il cavallo alzarsi, visto che il paddock era grande , e probabilmente avrebbe fatto qualche caduta in più, ma che avrei cercato di tenerlo a terra il più possibile , sedendomi sul collo ed impedendo  tentativi di stare in piedi troppo affrettati, giocando sul fatto che una volta in grado di sbalzarmi dal collo , era anche in grado di reggersi da solo.
Eravamo tranquilli,  sereni e concentrati sul cavallo. Tutto sembrava filare liscio quando a circa 10 metri da noi  la moglie accusò un conato di vomito , cercò di appoggiarsi allo steccato, ma svenne prima di arrivarci e cadde in avanti, solo che con la propria testa andò a sbattere sullo steccato. Per fortuna lo steccato in quel punto doveva essere si pessima qualità , ed anche  per fortuna ancora lei nel cadere portò le braccia in avanti, e morale la parte alta dello steccato si ruppe e la signora rimase  con le gambe nel paddock ed il resto del corpo sulla fila bassa  del legno della staccionata, mentre quella superiore si era rotta.
Mollammo il cavallo e corremmo da lei.  Si era  già' ripresa, era conscia, ma sul volto evidenti i segni della botta.
Per fortuna in casa, a circa 50 metri c'erano altre persone che vennero in aiuto.
Lei si era ripresa , almeno era presente e vigile,  La  sostennero un attimo ed appena fu in grado di reggersi la portarono su un dondolo da giardino lì vicino.
Tutto si risolse bene, cavallo e moglie. Oddio il cavallo forse non la pensò così. La moglie qualche graffio sul volto e qualche botta qua e là.

Bombola di ossigeno

Mi son sempre occupato solo di equini, ma alcune volte , in particolare d'inverno,  se non avevo visite in corso  andavo in un ambulatorio di piccoli animali  da un collega ed amico, ed anche compagno di squadra di rugby.
Era l'intervallo di pranzo di un giorno normale ; ora in cui spesso di dedicava a qualche operazione chirurgica,e mi chiede se avessi potuto  dargli un aiuto, cosa che quando ero da lui capitava spesso.  Lui dirigeva  ed io aiutavo.
C'era un cane  a cui andava messo un fissatore esterno per via di una frattura alla tibia. Non bruttissima ,ma richiedeva  l'intervento chirurgico.
Invidiavo  in questi casi lo stare al caldo in clinica, con tutti i ferri disposti, . Lampada operatoria, ed il paziente sedato , intubato etc..
La padrona ci chiese se avesse potuto assistere. Lui disse di sì, ed io  feci presente  che magari certe visoni avrebbero potuto impressionare, ma lei sicura  disse di non impressionarsi.
Ok iniziamo e rispetto ai cavalli , forse per le dimensioni  1 :10  mi sembrava fosse tutto più veloce, rasatura , disinfezione etc..
Tutto filava liscio, , ma al momento di incominciare  a trapanare l'osso per l'inserimento del primo perno  la proprietaria perse i sensi e cadde a peso morto di lato, andando a sbattere con la la testa e con la spalla contro la bombola dell'ossigeno. Il risultato fu un bel  " Boingggggg ", che a distanza di anni posso dirlo  ci fede davvero ridere . Anzi , piantammo un attimo il cane e non riuscivamo a trattenerci dal ridere. Scena  : un cane sul tavolo operatorio,
noi due  in verde con cuffie e maschere  piegati in due , e questa tipa a terra.
Sapevamo che dovevamo alzarle le gambe, ma  eravamo anche in imbarazzo. Insomma era una tipa sulla trentina, neanche male, dovevamo toccarle le gambe..... magari respirazione bocca a bocca, e perché no massaggio cardiaco.
La nostra professionalità sembrava  aver preso il volo. Per fortuna dopo circa 10 secondi scosse il capo  ed aprì gli occhi ed in contemporanea noi riprendemmo il nostro contegno professionale. Io la aiutai a sollevarsi  e la portai nell'altra sala , facendola accomodare  su di una sedia, offendo acqua da bere. Rimasi  cinque minuti con lei ,finché si riprese. Sembrava imbarazzata ,dopo essere stata avvisata che magari avrebbe potuto svenire, e lei disse  " certo  che no " ,  era di fatto svenuta. Dopo 5 minuti tornai dal cane , mi cambiai maschera ed i guanti. L'operazione andò bene, anche se eravamo un attimo preoccupati a che non svenisse di nuovo,ed ogni tanto le lanciavamo un urlo del tipo " è ancora sveglia?? tutto ok ?? "
Me ne andai subito dopo l'intervento, ma seppi che pure la signora stava bene.
Ogni tanto  quando ci vediamo, ricordiamo quel " Boinggg " ed il breve ma  ridicolissimo periodo di risate prima che lei si riprendesse.



Fino adesso ho parlato di figure  femminili che son svenute, ma non è loro esclusiva , per niente. Ho un cliente,un capitano d'industria, cresciuto dal nulla e capace di far crescere un'azienda leader nel suo settore , con decine dipendenti e  in cui ora lavorano i figli. Oltre al capo.
Questo boss, era comunque restato legato ad una sua passione giovanile , legata al tempo in cui per lavorare nei mercati della sue zone in piena pianura padana , si trasferiva da un mercato all'altro con  un carro trainato da cavalli.
Adesso poteva dopo decenni permettersi una carrozza.
Aveva qualche cavallo, ed io ero il suo vet di fiducia , od almeno uno di quelli che chiamava più spesso.
Non mi è mai svenuto vicino, ma lui ne era ben conscio, e non appena scartavo una siringa, si allontanava di almeno 20metri lontano dalla vista di aghi e farmaci vari. Mi son sempre chiesto come un uomo delle sue capacità, imprenditorialità,  intelligenza, ed anche un marcantonio di 1,90  per almeno 120 kg , fuggisse di fronte ad una vaccinazione ad un cavallo,  di durata forse 5 secondi.  Davvero l'elefante che ha paura del topolino. Ho sempre comunque ammirato la sua sincerità nell'ammettere questo limite.  Salivazione ne ho vista, ma non mi è mai svenuto vicino. Rialzarlo avrebbe richiesto l'intervento almeno di una ruspa.

Mi capita comunque molte volte , anche come dentista,  che molta gente se ne stia lontana mente pareggio i denti ai cavalli. Chi proprio va a farsi un giro, chi si nasconde dietro al muro ; ho visto anche qualcuno prendersi dei calmanti, ed una volta una ragazza sui 30  anni dare quasi in escandescenza.
Eran due cavalli da controllare  il suo e quello del suo fidanzato lì presente.
Non volevano che li sedassi.   D'accordo, fatto il primo  mi misi a fare il secondo , quello di lei.  Non era proprio un gran cooperativo il soggetto, ma comunque il lavoro procedeva.  La faccia ed il linguaggio del corpo della proprietaria era tutto dire. Cercavo di tranquillizzare , parlando, ma lei proprio soffriva.  Ogni minimo colpo di raspa  era accompagnato da un  suo urletto o gemito. Se ci fosse stata una persona bendata lì vicino di certo avrebbe detto che in quel omento lei stesse facendo qualcosa di molto più piacevole con lui, inteso  come il suo fidanzato.
Non aveva il coraggio di dirmi di smettere.  L'aver vissuto all'estero anni ed anni, aver visto diverse mentalità ed un attimo  il fatto di aver farro il militare nel reparto di guerra psicologica mi venne certo d'aiuto.  La signora infatti non era italiana.  Misi insieme le mie conoscenze e decisi che ne avevo abbastanza. Tanto non mi avrebbe più richiamato. Non voleva sedare il cavallo, non voleva che lo toccassi ,  era chiaro  che nella sua testa il cavallo stesse soffrendo troppo ed il beneficio , a lei sconosciuto, di una corretta occlusione dei denti, era sopraffatto dall'emozione di vedere , secondo la sua opinione , il cavallo soffrire.  Dovevo battere in ritirata.
Nella sua testa  era diventata una tortura,  e di certo ne avrebbe parlato con amici e conoscenti, insomma una bella pubblicità negativa. E non c''era nulla da fare, inutile spiegare, inutile sedare.
Mi fermai e dissi.  Ascolta il dolore e' tolto,   il cavallo non soffre ,  se preferisci  mi fermo qui. Ma deve essere una tua scelta. Perché il lavoro non sarebbe proprio completato. Le rimarcai questo, dicendo però pure che comunque non era certo in pericolo di vita. Era stato fatto solo il minimo indispensabile. Un po' come uno che porta l'auto dal meccanico per un tagliando e cambia solo l'olio.
Non ci mise che due secondi a dirmi che poteva bastare.  Gli urletti finirono, il cavallo tornò nel box.
Non li ho più visti da allora.
In altri maneggi ho visto gente imbottirsi di tranquillanti , o rimedi omeopatici per calmarsi. Altri davano i  fiori di Bach ai cavalli, altri nascondersi dietro ai muri . Una volta mi hanno acceso un cero vicino al cavallo. Ed ho sempre in mente una bambina sui 7 anni che vedendomi armeggiare  in bocca ad un cavallo  ad   ogni minuto a cadenza regolare ripeteva  "  Ma è disgustosoooo".


Verona castrazione

Questo è il caso che forse più di tutti mi ha messo per qualche minuto in vera ansia e crisi.
Fui chiamato per andare a castrare un cavallo  vicino a Verona . Erano i primissimi anni  90, da poco erto tornato in Italia, ed allora sembrava quasi una novità che uno castrasse tutto da solo ed in pochi minuti.
Fra gli amanti di monta western della zona si diffuse la voce , ed ecco che mi trovai a  fare simili servizi a parecchi puledri  Quarter Horses.

Il puledro di quel giorno  aveva a disposizione un grande appezzamento di terreno, e questo mi facilitava le cose  soprattutto per il risveglio quando i cavalli non son certo stabili sulle loro gambe.

Un'abitudine che avevo era quella di tenere in macchina tutte le attrezzature pronte come se fossi proprio sul punto di qualche grande operazione chirurgica. Teli sterili , e strumentario tutto rigorosamente impacchettato in sacchetti sterili. Anche se non me lo ammettevo , quasi mai  ne avevo la necessità.
Quel giorno dunque, primavera inoltrata , mi reco sul posto, e dopo i convenevoli, spiegai  come al solito , appunto  quale sarebbe stata la procedura  passo per passo.  Il cliente si offri' di aiutarmi,  e feci presente che avrebbe potuto impressionarlo ,ma non sembrò curarsene.
Iniziai con il tranquillante, poi la sedazione vera e propria; il cavallo andò a terra steso su un fianco, e legata a cappio la lunghina intorno ad un pastorale posteriore affidai l'altro capo al cliente il quale ne fece un giro intorno ai suoi fianchi e quindi arretrando di un passo tese la lunghina che a sua volta divaricò la gamba lasciandomi  lo spazio per lavorare.
Cominciai ad incidere, e  quindi dopo l'estrazione del primo testicolo apposi la pinza di sicurezza  sul funicolo ( quella serie di strutture che connette il testicolo all'organismo, ha un po' l'aspetto di un cordone perlaceo ,ed è in effetti quello che si trancia,lasciano cadere il testicolo all'esterno) , quindi presi il primo emasculatore  e  lo recisi .
L'emasculatore è grossolanamente palando , un'elaborazione di  un trinciapollo, o della cesoia che serve a tagliare i rami di piccoli arbusti. É costituito da due parti , una che taglia, appunto la cesoia, a cui e' sovrapposta un'alta parte non tagliente , ma che  fa si che il cordone venga schiacciato e faccia  due o te pieghe, in pratica  chiude il margine della ferita. E dopo aver reciso lo si lascia  appunto in zona per permettere  che i tessuti aderiscano, i piccoli vasi si chiudano , il primo passo di chiusura della ferita. Poiché son momenti sempre comunque  con un attimo di tensione  , il trucco era ricordarsi che l'emasculatore presentava da un  lato una specie di vite a farfalla, la quale doveva essere sempre in vista e  durante l'operazione questa avrebbe dovuto essere  sempre  vicino all'epididimo, una struttura che ricorda  nella forma  una piccola  cornucopia  posizionata sopra il testicolo.
Semplicemente  mi insegnarono di ricordarmi  che queste due cose la vite e l'epididimo era due specie di " nodi " e quindi quando si castra l'emasculatore deve aver la posizione " nodo – nodo " per non castrare al contrario.  Cioè recidendo con l'emasculatore capovolto , si sarebbe lo stesso tagliato il cordone, ma vi sarebbe restato attaccato il testicolo, ed il cordone sarebbe scivolato all'interno dei visceri lungo il canale inguinale o chissà dove senza essere chiuso e con conseguente pericolo di emorragia ed in alcuni (rari )casi di fuoriuscita dei visceri. Da qui la necessita' di inserire  a monte , prossimalmente in termini medici, una pinzetta, in modo tale che se tutto sfuggisse  si sarebbe potuto recuperarlo  per poi chiudere.

Quindi  recisi il primo cordone  , e la recisone spesso è accompagnata da un suono non proprio simpatico , simile a quando si schiaccia un po di carta ,ma in questo caso son tessuti organici.  Tutto andò' secondo i piani.

Cominciai ad estrarre il secondo testicolo,  ed essendolo scroto ormai inciso  era una manovra più' veloce. Dietro di me sentii un colpo di tosse (........)  e con la coda dell'occhio vidi il cliente piegarsi un attimo ,ma non ci posi attenzione, ero proprio al clou della castrazione. Ok testicolo estratto pinzetta di sicurezza posizionata, o credevo di averla posizionata bene, ma un altro colpo di tosse mi tolse l'attenzione mentre la chiudevo, girai brevemente gli occhi  per un attimo, e pensai , speriamo che non svenga proprio adesso,e comincia a mettere in posizione l'emasculatore.
Ma ecco che di colpo  il tipo mi rovinò addosso. Io riuscii a malapena a chiudere l'emasculatore e poi finii sulla spalla del cavallo.
Il cliente giaceva svenuto sul fianco del cavallo con la faccia vicinissimo al campo operatorio. Con le non troppo buone lo spostai di qualche metro , e dentro di me volavano imprecazioni in 4 lingue diverse. Ricordo che lo portai a circa 5 / 6 metri di distanza trascinandolo e non me ne curai proprio. Ritenevo il cavallo priorità uno.
Tornai dal cavallo portai la lunghina verso la capezza,fissai il tutto e ripresi la castrazione che però credevo di aver in pratica finito.
Ma........una visone mi atterrì, vidi il secondo emasculatore a terra con attaccato il secondo testicolo.... La regola nodo-nodo non era stata eseguita; nel rovinarmi addosso  probabilmente non mi accorsi che l'emasculatore era capovolto e l'improvvisa caduta del cliente fece il resto. Ed io nella convulsione  e voglia di chiudere avevo anche tolto o spostato la pinza di sicurezza.
In pratica il cordone reciso era rientrato nello scroto e da qui nel canale inguinale. Che fare ? Ero talmente concentrato sul caso  che non mi accorsi che il cliente si era ripreso ,ma si era un attimo allontanato.  Riuscii ad essere freddo,  e corsi in macchina dove presi alcune pinze chirurgiche lunghissime,   in pratica erano come forbici ma non taglienti, e terminavano con una specie di  beccuccio atto appunto a pinzare tessuti in profondità'  e quindi retraendole, ad esteriorizzarli.
Il fatto che fossero pronti all'uso, già' sterili , fu davvero una buona cosa.
Ritornai dal cavallo e fra me e me pensai " Ok è  venuto il momento  per cui hai tanto studiato e praticato, sei stato ben allenato,ed hai imparato ". Riuscii a tranquillizzarmi, ma davvero sentii gocce di sudore freddo sulla fronte. Prima  volta nella mia vita.  Tramite la lunghina tirai la gamba vicino alla testa e fissai la lunghina alla capezza bloccando la gamba posteriore.
Bene , aprii un paio di guanti sterili dopo aver ripulito la zona,  e cercai il canale inguinale  con le dita. Lo trovai e ci infilai l'indice ed il medio ,piano piano . Sentii a quel punto un getto di sangue , probabilmente di una piccola arteria, che ogni due tre secondi  raggiungeva le mie dita. Capii che non dovevo essere lontano dal moncone reciso.
Presi la pinza lunga con l'altra mano  e la fedi scivolare luno ,l'altro braccio,poi lungo il polso quindi li palmo e pi le dita della mano infilata nel canale.
Provai a pinzare e quindi ad estrarla. Nulla.
Secondo tentativo : nulla .   Terzo tentativo, mi spingo un attimo più' basso ed estraggo. Non appena esteriorizzo un getto di sangue mi colpisce il viso. Era l'arteria. Riconosco le strutture, blocco con la pinza e riprendo l'emasculatore , posizionato correttamente e chiudo.
Problema risolto. Ancor oggi non so bene fin dove sia stato bravo  oppure fin dove sa stato fortunato. Comunque le cose erano sistemate e non ci fu nessun problema secondario.

Al cliente non dissi nulla; nel frattempo se ne stava a circa 50 metri. Dopo qualche minuto , ormai ad emasculatori staccati e cavallo che dava segni di risveglio, gli chiesi se se la risentisse di avvicinarsi, ma preferì  rimanere dov'era.
Allora mollai il cavallo del tutto  e lo lasciai alzare da solo,  cosa che avvenne dopo uno o due tentativi , ma tutto sommato non male.
Nell'andare a casa non sapevo appunto se complimentarmi con me stesso,  oppure ringraziare  la fortuna. Allora pensai 50 -50  oggi forse  direi  70 io 30 la fortuna.  Da allora non ci furono più errori nella posizione  Nodo-Nodo, ma nessun cliente mi è più svenuto addosso nel corso di una castrazione.

Per completare l'opera vicino a casa mia al ritorno mi fermarono i carabinieri per un normale controllo, e in due secondi mi trovai un mitra a circa 20 cm dalla faccia. Misi le mani in bella vista, e chiesi il perché  di un tale atteggiamento.   Mi chiesero come mai ero sporco di sangue in faccia..... io sempre con le mani in bella vista,  gli chiesi di dare un sguardo  al parabrezza dove allora tenevo l'adesivo di iscrizione all'ordine dei veterinari, e poi spiegai che stavo tornando da una castrazione , non spiegai i dettagli ma  dissi che probabilmente nell'asciugarmi la fronte mi ero sporcato la faccia.  Se fossi potuto scendere dall'auto gli avrei aperto il vano bagagli e mostrato gli strumentari. Così avvenne , e mi lasciarono andare senza  altri intoppi , quasi incuriositi. Certo che un mitra a 20 cm...


FM

aDy_90

Interessante anche questo aspetto... Mi aggiungo a quelli facilmente impressionabili ... Ammetto che per aghi, infiltrazioni e prelievi dopo qualche anno mi sono fatta le ossa e sto serena, ma ad esempio ad una castrazione non potrei mai assistere ... Fortuna che non sto studiando veterinaria :horse-smile:

DivinityOfDarkness

Capisco benissimo......

In caso di cose un pelino più invasive di un'iniezione, spesso faccio fatica a non dondolare come un pendolo se distolgo lo sguardo dal 'particolare' e mi metto a osservare la scena nel complesso.

Credo di non poter sopportare la vista di una suturazione in corso, di una ferita aperta o di una castrazione. Già se mi focalizzo sul particolare, sul lembetto di pelle, sull'aspetto anatomico della ferita è un conto, ma se tolgo lo zoom mentale e dò un'occhiata panoramica e vedo che attaccato a quella pelle da cucire c'è un cavallo, ecco che so che inizierei a trasalire.

Però ecco fare le endovenose, prelievi, vaccini, reggere un arto durante un'infiltrazione o assistere al posizionamento del PRP nei tendini della cavalla mentre con l'ecografo si controllava la posizione dell'ago nel tendine stesso beh, son situazioni che affronto con la masima serenità.

Ma ferite aperte e suture... no no grazie.... non credo reggerei.. sarei una tipa da BOINGGGGGG o da paparini vari... (poi magari no, ma non ci scommetterei)
Ho assistito alla castrazione del mio gatto senza fare una piega..ma trattasi sempre di robette da pochi cm quadrati...  probabilmente quello che mi frega è l'estensione delle aperture.

Invece farmaci e puzzi vari non mi urtano per nulla... almeno non fino ad ora...
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

Flavio

Questo è Notevole.


Vedo , non vedo ; vedo!

Ogni tanto  si va incontro ad esperienze  brutte e che lasciano  il segno , e son tante. Molte volte mi son sentito impotente di fronte a situazioni in cui vedevo anni di studi e di lavoro  serviti a nulla , non riuscivo  a fare qualcosa per il cavallo o sapevo di combattere una battaglia persa, ed il dolore  , se non disperazione del proprietario o dei proprietari o di chi comunque gestiva il cavallo non faceva altro che  aumentare la mia frustrazione.

A volte  tuttavia  c'erano episodi  in cui  benedivo il fatto di aver fatto questa scelta, e ripagavano di tutto, e facevano addirittura dimenticare molte problematiche  di vita e di lavoro.

Questo è senz'altro uno di quelli.

Mia figlia  allora aveva 11 anni  , e già da anni coltivava passione per il cavallo. Purtroppo non sono mai riuscito , almeno finora , a comprargliene uno , ma  si arrangiava spesso con cavalli presenti nei maneggi, o  qualche mio cliente spesso la faceva montare mentre ero al lavoro nello stesso maneggio o scuderia.  D'estate era solita fare una specie di summer camp  presso un'azienda   vitivinicola del Garda Bresciano, in cui c'era annessa una scuderia, e  vi si fermava  una settimana . Capitava durante l'anno di andare altre volte in questa scuderia, e allora lei mi seguiva approfittando dell'ottimo  clima che vi regnava e dell'amicizia con la conduttrice . Mentre lavoravo , lei  si divertiva a cavallo.
Purtroppo un giorno mentre  ero al lavoro , lei montava un cavallo un attimo  estroverso il quale ad un certo  punto prese a correre . Mia figlia riuscì in qualche modo a fermarsi , ma lo spavento fu enorme per lei.

Nei mesi successivi  capii che qualcosa non andava.  Il suo modo di montare palesava paura. Alle mie domande se per caso avesse appunto timore a montare   seguivano risposte  ad altissima voce , dei " NOOOOOOOO ! " che chiaramente  evidenziavano che il nervo era stato toccato.  Tornando nello stesso maneggio , voleva montare , ma una volta sul cavallo eran  lacrime..

In un altro maneggio, non riusciva a fare altro che andature al passo...
Dopo circa 6 mesi cominciavo a preoccuparmi di questa situazione contraddittoria : voleva montare , ma aveva paura.

Una notte di febbraio ebbi una specie di folgorazione. Un nome di un mio cliente , Giuseppe, cominciò a sbattermi da un lato all'altro del cervello.  Questi gestiva un maneggio ad una 20 di km da casa mia, e mi era sempre piaciuta la sua concretezza, la sua correttezza, e vedevo spesso bambini da lui.

Il giorno successivi senza dire niente a mia figlia andai da lui e gli esposi il caso. Semplicemente rispose , " Beh, portala qui e vediamo ".

Ne parlai con mia figlia che forse c'è un maneggio dove ci son tanti bambini etc.  Bene dopo due giorni ci andammo.  Dopo circa 20 minuti , mi si avvicina Giuseppe,  e perentoriamente  " Flavio . Tua figlia è t-e-r-r-o-r-i-z-z-a-t-a "
Lo so , lo so   risposi, ed allargai le braccia. Lui  corrugando un attimo la fronte rispose :" Bisogna ricominciare  con un cavallo piccolo, meglio un pony."

La prese in gestione , e nel volgere di  qualche lezione   si cominciarono ad evidenziare dei miglioramenti nella gestione del cavallo ; dopo un paio di mesetti  sembrava le fosse passata.
All'inizio dell'estate  ci fu in quel maneggio un stage di una settimana con altri suoi coetanei. Fu un attimo pesante portarla la mattina, 20 km e riprenderla la sera , 20 km andare ed altri 20 a tornare, ma  la sera era sempre sorridente.

Giuseppe inoltre mi disse che un giorno mentre erano nell'intervallo di pranzo  sentiva ridere a crepapelle. Questi intorno ad un  tavolo improvvisato stavan mangiando  i loro spuntini e nel contempo ad uno venne l'idea di  raccontare  ad alta voce  un episodio che veramente l'aveva spaventato  o creato imbarazzo o robe simili.  Per cui  uno raccontò come nel corso dei suoi primi salti alla fine si ritrovò ad avere i pantaloni bagnati.... E gli altri a ridere... Allora un secondo  a raccontare un episodio sulla stessa falsariga... Giuseppe mi  disse " Guarda che tua figlia l'ha buttata fuori, appunto ha raccontato davanti a tutti di un cavallo mezzo impazzito , che l'ha fatta sudare freddo  per non dire farla sotto del tutto,  ma il tutto seguito da una risata sua e di tutti gli altri 10 presenti,".

Da allora quello per lei è " il maneggio "  ci va abbastanza regolarmente e pur senza cavallo si è integrata nel gruppo dove ha stretto varie amicizie.

Insomma Giuseppe aveva fatto un piccolo ,miracolo. NIENTE , tuttavia a quello che vidi in seguito.

Dopo due o tre anni mi capita di  un giorno di andare a trovare un mio collega  il quale aveva subito un leggero intervento chirurgico. Un veterinario principalmente di bovini, campo nel quale  era davvero un'eccellenza. Trovandosi la casa a poche centinaia di metri dal maneggio di Giuseppe decisi di  passare a salutarlo, giusto 10 minuti.  Casualmente avevo anche mia figlia, la quale sparì subito nei box  .  Giuseppe si avvicino per i soliti "  come va e come non va". Ero nel campo ostacoli , vicino allo steccato su cui mi appoggiavo e si fermò vicino a noi una bambina, che montava un cavallo della scuola ,che riconobbi in quanto era già stato oggetto di cura . Questa bambina appunto mostrava  circa 11-12 anni  vestita di tutto punto , capelli biondi con coda e sopra il cap nero.  Chiese due cose a Giuseppe , e non potei fare a meno di notare qualcosa di strano nel suo sguardo, ma non ci feci caso.
Giuseppe le disse ancora di fare un paio di giri  e lei si allontanò.  Fu allora che lui mi disse, " Vedi , quella bambina è una ipovedente, vede al massimo fino ad un metro. Le piacciono i i cavalli, il suo sogno  sarebbe girare in campagna , ma finora negli altri maneggi l'hanno mossa solo alla corda. "

Arrivò mia figlia che  nel frattempo aveva già raccolto più informazioni del padre.  Non avevo tempo ma la cosa mi prese molto.   Giuseppe capì e mi disse , "passa fra qualche giorno e vediamo come va."
Passo solo una settimana e tornai, anzi a dire il vero fu  lui che mi chiamò e mi disse di venire , ma non per lavoro..
Ok verso  sera arrivo e mi trovo   i ragazzi del maneggio  schierati quasi ci fosse un'ispezione  , tutti in riga  e ben vestiti.    Il campo ostacoli con un piccolo percorso , con il particolare che prima  di ogni ostacolo  c'era una specie di corridoio di fiori , quasi segnalasse appunto come avvicinarsi all'ostacolo. Pensai ad una gara sociale e quasi mi  salì la pressione in quanto avrei portato di certo mia figlia. Ma non era così. Arrivarono de macchine e scese una famiglia ,  con tanto  di nonni  etc.. fra cui questa bambina  ipovedente.  Andò nei box e dopo circa due tre minuti uscì montando , wilkito ,il pony.

Beppe entro' nel campo e cominciò quella che sembrava una normale lezione.
NORMALE  ho scritto. Questa bambina  non solo andava al passo, ma trotterellava ed anche  qualche piccolo galoppo.

La madre non ce la fece a trattenere le lacrime,  i noni nemmeno. Il padre stava  filmando.  A dire il vero gli occhi rossi nel maneggio non si contavano più , compresi quello del veterinario spettatore.
Ma non finì lì. Dopo circa 15 minuti i ragazzi si dispose due per ostacolo e lei  si avvicinò a Giuseppe,  lui le diede un foglietto che lei avvicinò alla faccia. Dopo circa due minuti .Parti e   completò il percorso  saltando gli ostacoli , d'accordo massimo  60 cm,  ma ce la fece.  All'ultimo ostacolo superato  ci fu una specie di boato; applausi ,  i " Brava , brava "  si susseguivano.  Io ero felicemente attonito. Per qualche attimo riuscii a dimenticare tutti i problemi e vivevo in una specie di estasi.  Dentro di me pensai " solo Giuseppe fa queste cose " , e ne gioivo.
Mi spiegò in seguiti Giuseppe che sul foglietto aveva disegnato il percorso che lei  aveva così memorizzato ed i fiori servivano , con il loro colore forte ed intenso odore  a segnalarle che si stava avvicinando l'ostacolo. Perfetto !

La cosa non finì quel giorno, la Domenica successiva ,   arrivano al maneggio di buon'ora la bimba con suo padre, Giuseppe li aspettava. Sellati i due cavalli e Wilkito ,  eccoli partire per una passeggiata per le campagne.
Certo percorsi di pianura  Giuseppe davanti, in mezzo Lei, e dietro suo padre.
Eccoli, belli,  sereni.
Una bimba  a cui il destino ha dato un brutto colpo riusciva a realizzare un sogno che covava da anni. Via , libera per le campagne della pianura bresciana. Respirare l'aria  delle risorgive che lì vicino si trovano, udire il fruscio delle foglie  di querce  , carpini,  pioppi e robinie.
Giuseppe  forse non realizzava nemmeno lui cosa avesse fatto  di  tanto buono.
Certo ci vuole un mix di fattori ,la famiglia che sostiene la bimba, l'istruttore , la scuderia, ed il cavallo.
Lo avvicinai dopo  e gli dissi " Ehi ,avranno messo  una tua fotografia in casa  adesso "  Non si scompose molto,  e mi guardò dicendo " Più che la mia foto , dovranno mettere la foto  di  Wilkito. Lui  è i suoi occhi".