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Cavallo da tiro al lavoro

Aperto da Bubba, Gennaio 20, 2015, 05:52:32 PM

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alex

Già raccontata, ma la ri-racconto. Mi raccontava un signore sardo di suoi ricordi del trasporto del carbone da monte a valle. Un gruppo di muli libero veniva caricato a monte e poi da soli, liberi e senza guida, tornavano a valle. Se si attardavano a brucare, erano sollecitati con comandi vocali. Gridati, a distanza di centinaia di metri.....
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

carodubbio

Zona monte conero  ( marche)  essendo un parco , da sempre il bosco viene tenuto pulito usando muli.
Ci sono dei posti in Italia che il loro uso resterà una cosa normale, quello che non è normale è che la gente cadi dal pero

silviasco

Forse non sono stata abbastanza chiara, o forse non era molto invogliante come vi ho presentato il filmato appenninico... Allora condivido qui le cose che ho notato nel "mio" filmato, su cui ho perplessità o che mi sono sembrate agli antipodi rispetto al filmato dei cavalli belgi/francesi.
1) I muli/cavalli restano anche la notte sul sito dove lavorano; "liberi", ma impastoiati. E il commentatore dice "altrimenti si perdono nel bosco"  :horse-scared: Io direi: altrimenti potrebbe diventare troppo lungo recuperarli, soprattutto se non sono entusiasti del lavoro che li aspetta... ma che si perdano mi sembra assurdo! Comunque dalle parti mie preferiscono fargli un recinto volante.
(fra l'altro, nota mia, a me lasciare i cavalli impastoiati in una zona frequentata dai lupi mi pare una follia, ma evidentemente se lo fanno tante perdite non le hanno... mah!)
2) Le bardature mi sembrano malmesse, lise, sporche (nuvola di polvere che si soleva quando mettono il basto sulla schiena!). Ok non stanno andando ad una ripresa di dressage, ma la bardatura non a posto può causare fiaccature...
3) La giacca sugli occhi per non farli muovere mi risulta proprio nuova! Sarà ripresa dalla falconeria?!?
4) A me i muli sembrano sempre sovraccarichi. E caricati buttando su la legna, senza troppi riguardi per il peso, per l'equilibrio (caricano prima tutto un lato e poi tutto l'altro). Come si può determinare il carico sostenibile dal mulo, ossia che può portare senza averne danno?
5) Con quel carico sulle spalle, i muli ci vanno sì da soli giù! Non vedono l'ora di farsi scaricare, e sanno che la cosa avverrà alla base. Secondo me questi a fermarsi a brucare non ci pensano nemmeno. Su percorsi più disagevoli ho visto un mularo montare il primo della fila e gli altri dietro, ma qualcuno li lega in fila.
6) Il sistema di "scarico rapido" del carico mi pare a rischio di colpire le gambe. Soprattutto quando la catasta è già abbastanza grossetta e i tronchetti rimbalzano gli uni sugli altri. Possibile che non gli freghi davvero niente di ferire un loro, se non compagno, almeno mezzo di lavoro?

Ci si potrebbe chiedere come mai in certe zone d'Europa si esbosca con cavalli addestrati che trascinano il tronco a valle e in altre con animali da soma che prendono su cataste di tronchetti già tagliati.
Secondo me la prima ragione è che quelle foreste francesi/belghe sono foreste d'alto fusto che producono legname da opera, pertanto i tronchi devono restare sani (e valgono anche di più, il tagliatore ha più margine di reddito e può permettersi "finezze"), mentre in Appennino i boschi producono legna da ardere, i tronchi non sono così rettilinei e comunque vanno usati a pezzi. Mi resta il dubbio se, a occhio, il volume di legna tagliata che trasporta un singolo mulo sia equivalente al tronco che potrebbe trascinare intero (fatto salvo che per i diametri minori la soma resta l'unica soluzione).
La seconda ragione è che io credo (ma mi piacerebbe verificarla questa affermazione) che i muli vengano acquistati a talmente poco che vengono sfruttati al massimo, e se si infortunano via, si ricomprano. Mi piacerebbe farmi due conti a spanne per verificare se questa soluzione è effettivamente più economica che addestrare una buona squadra e salvaguardarla (se ti si azzoppa un mulo durante un lavoro, che fai finché te ne puoi procurare un altro? Perdi tempo/soldi). Perché un'altra mia sensazione è che in appennino si faccia così per semplice abitudine, e che questa abitudine a conti fatti non converrebbe nemmeno al mularo, rispetto a tutelare di più i suoi compagni di lavoro.
Ecco, su queste mie considerazioni avrei voglia di ricevere commenti da Miki o da chiunque sia a contatto con cavalli/muli da lavoro agricolo/forestale. Per capire se è possibile ipotizzare un percorso di "evoluzione" del settore, che altrimenti,stanti i margini di reddito sempre più ridotti, nel giro di poco potrebbe davvero sparire.

Miky Estancia

Citazione da: silviasco - Gennaio 22, 2015, 02:12:50 PM
Forse non sono stata abbastanza chiara, o forse non era molto invogliante come vi ho presentato il filmato appenninico... Allora condivido qui le cose che ho notato nel "mio" filmato, su cui ho perplessità o che mi sono sembrate agli antipodi rispetto al filmato dei cavalli belgi/francesi.
1) I muli/cavalli restano anche la notte sul sito dove lavorano; "liberi", ma impastoiati. E il commentatore dice "altrimenti si perdono nel bosco"  :horse-scared: Io direi: altrimenti potrebbe diventare troppo lungo recuperarli, soprattutto se non sono entusiasti del lavoro che li aspetta... ma che si perdano mi sembra assurdo! Comunque dalle parti mie preferiscono fargli un recinto volante.
(fra l'altro, nota mia, a me lasciare i cavalli impastoiati in una zona frequentata dai lupi mi pare una follia, ma evidentemente se lo fanno tante perdite non le hanno... mah!)
2) Le bardature mi sembrano malmesse, lise, sporche (nuvola di polvere che si soleva quando mettono il basto sulla schiena!). Ok non stanno andando ad una ripresa di dressage, ma la bardatura non a posto può causare fiaccature...
3) La giacca sugli occhi per non farli muovere mi risulta proprio nuova! Sarà ripresa dalla falconeria?!?
4) A me i muli sembrano sempre sovraccarichi. E caricati buttando su la legna, senza troppi riguardi per il peso, per l'equilibrio (caricano prima tutto un lato e poi tutto l'altro). Come si può determinare il carico sostenibile dal mulo, ossia che può portare senza averne danno?
5) Con quel carico sulle spalle, i muli ci vanno sì da soli giù! Non vedono l'ora di farsi scaricare, e sanno che la cosa avverrà alla base. Secondo me questi a fermarsi a brucare non ci pensano nemmeno. Su percorsi più disagevoli ho visto un mularo montare il primo della fila e gli altri dietro, ma qualcuno li lega in fila.
6) Il sistema di "scarico rapido" del carico mi pare a rischio di colpire le gambe. Soprattutto quando la catasta è già abbastanza grossetta e i tronchetti rimbalzano gli uni sugli altri. Possibile che non gli freghi davvero niente di ferire un loro, se non compagno, almeno mezzo di lavoro?

Ci si potrebbe chiedere come mai in certe zone d'Europa si esbosca con cavalli addestrati che trascinano il tronco a valle e in altre con animali da soma che prendono su cataste di tronchetti già tagliati.
Secondo me la prima ragione è che quelle foreste francesi/belghe sono foreste d'alto fusto che producono legname da opera, pertanto i tronchi devono restare sani (e valgono anche di più, il tagliatore ha più margine di reddito e può permettersi "finezze"), mentre in Appennino i boschi producono legna da ardere, i tronchi non sono così rettilinei e comunque vanno usati a pezzi. Mi resta il dubbio se, a occhio, il volume di legna tagliata che trasporta un singolo mulo sia equivalente al tronco che potrebbe trascinare intero (fatto salvo che per i diametri minori la soma resta l'unica soluzione).
La seconda ragione è che io credo (ma mi piacerebbe verificarla questa affermazione) che i muli vengano acquistati a talmente poco che vengono sfruttati al massimo, e se si infortunano via, si ricomprano. Mi piacerebbe farmi due conti a spanne per verificare se questa soluzione è effettivamente più economica che addestrare una buona squadra e salvaguardarla (se ti si azzoppa un mulo durante un lavoro, che fai finché te ne puoi procurare un altro? Perdi tempo/soldi). Perché un'altra mia sensazione è che in appennino si faccia così per semplice abitudine, e che questa abitudine a conti fatti non converrebbe nemmeno al mularo, rispetto a tutelare di più i suoi compagni di lavoro.
Ecco, su queste mie considerazioni avrei voglia di ricevere commenti da Miki o da chiunque sia a contatto con cavalli/muli da lavoro agricolo/forestale. Per capire se è possibile ipotizzare un percorso di "evoluzione" del settore, che altrimenti,stanti i margini di reddito sempre più ridotti, nel giro di poco potrebbe davvero sparire.

1. Anche all'estero capita che gli animali trascorrano la notte sul luogo di lavoro. Penso che la scelta di lasciarli liberi impastoiati o di legarli dipenda da diversi fattori. Un asino o un mulo ha esigenze alimentari diverse da un cavallo da tiro di grossa mole, quindi asini e muli possono essere lasciati liberi di brucare e possono soddisfare il loro fabbisogno energetico, mentre un cavallo di grossa mole è  preferibile stabularlo, legarlo o metterlo in un recinto volante e nutrirlo con fieno e pietanza portati sul posto.
Le pastoie non impediscono di certo ad un animale di perdersi, ma gli impediscono di allontanarsi troppo e far perdere tempo prezioso al mattino per recuperare gli animali dispersi. Sostituirei comunque le pastoie di corda, con delle pastoie di cuoio o in materiale sintetico morbido, in modo da non causare danni da abrasione.
Sul fatto dei possibili attacchi da parte di predatori...probabilmente non sono così frequenti altrimenti dubito che lascerebbero gli animali così incustoditi e limitati nella fuga (però un bel calcione con le pastioe lo possono tirare!).

2. Le bardature non mi sono sembrate così male, soprattutto perché gli animali non sembravano presentare traumi da sfregamento dovuti a cattiva manutenzione o posizionamento delle attrezzature. Certo, non sono attrezzature moderne, e portano i segni di moltissime ore di lavoro, ma questo può essere un vantaggio: si è  perfettamente adattata alle forme dell'animale...un pò  co e per noi quel tal paio di stivali vecchi e logori, che non buttiamo mai perché ci calzano meglio di un guanto. Sulla polvere...appunto, non sono bardature da dressage, ma strumenti da lavoro su cui vengono caricate cose  che fanno polvere, l'importante è che le parti a contatto con l'animale siano pulite.

3.  Consideriamo  che questi animali vengono bardati e caricati da liberi, non sempre  ci sono posti per legarli (e durante il lavoro dover legare per farlo star fermo è  una gran rottura, specie se si deve cambiar posto in continuazione), se un animale non sta fermo per 1000 motivi, una soluzione bisognerà pure adottarla, no?
Bendare è una buona soluzione, non violenta, non c'è maltrattamento in questo.
Andrebbero addestrati meglio, così  non li si dovrebbe bendare? Forse...nel senso che magari sono addestrati benissimo e magari si muovono solo perché è  la loro giornata storta o sono in calore...o il loro compagnuccio è lontano....chi lo sa?

4. A me non sono sembrati sovraccarichi, muli e asini hanno una capacità di carico decisamente elevata e a tal proposito ci sono studi molto precisi e dettagliati, poiche era interesse dell'esercito far si che questi animali rendessero il massimo. Di questi studi ne ho "masticati" alcuni poiché trattasi di materia pertinente al nostro lavoro di preparazione di cavalli da lavoro. Se trovo i link li posto! A volte ci impressioniamo per il volume del carico, ma bisogna tener conto non di quello, ma del suo peso effettivo.

5. Abituazione. Sanno cosa devono fare e lo fanno. Qualche anno fa ci ritrovammo a dover utilizzare Prince per tirare la carriola carica di letame dal paddok alla letamaia. Dopo aver eseguito il percorso e le relative manovre per tre volte, Prince era in grado di farlo da solo....sono molto molto intelligenti...

6. Mi spiegava un caro amico che tutt'ora utilizza i suoi merens a basto per portarsi a casa la legnadei suoi boschi, che lo "scarico" è praticamente privo di rischi per le zampe dell'animale, se la legna viene caricata in un certo modo, poiché  i tronchetti, cadendo, rimbalzano all'esterno. Se così  non fosse, dopo un paio di scarichi ci sarebbero gli animali con le gambe a pezzi o almeno, che per difesa se ne scappano.

La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

maya

Ciao!
Ti posso dire che in zona dove tengo i miei cavalli (Rieti/Valle del Salto)i muli ci sono per portare giù la legna che viene tagliata sul posto,quindi caricati con i ciocchi,i muli sono enormi fanno 1.80 al garrese,ma per come vengono usati,il senso e' massima resa minima spesa,della serie che se si fanno male,le persone fanno tanto fai da te...il vet li vede raramente,l'infortunio grave prevede il macello e avanti un altro...per mangiare fanno pascolo,su terreni così così e se non ci sono recinti(fil ferro che delimita) vengono legati ad una corda e picchetto in terra....se si incordano....si scordano! :chewyhorse:

E' triste....ma è' la realtà!...le cose vengono fatte per abitudine e ignoranza....ma è' un po' tutto il contesto che è particolare....

Figurarsi che quando sono rientrata dalle 2 settimane all'estancia con la puledra che aveva 13 mesi,pensavano chissà quali esercizi circensi avesse imparato...poiché non ho manco spiegato cosa avessimo fatto 2 sett(rispetto degli spazi,comandi vocali,mise in avant,deplace età etc)...io sono per tutti la scema del villaggio....

Miky Estancia

Citazione da: silviasco - Gennaio 22, 2015, 02:12:50 PM


Ci si potrebbe chiedere come mai in certe zone d'Europa si esbosca con cavalli addestrati che trascinano il tronco a valle e in altre con animali da soma che prendono su cataste di tronchetti già tagliati.
Secondo me la prima ragione è che quelle foreste francesi/belghe sono foreste d'alto fusto che producono legname da opera, pertanto i tronchi devono restare sani (e valgono anche di più, il tagliatore ha più margine di reddito e può permettersi "finezze"), mentre in Appennino i boschi producono legna da ardere, i tronchi non sono così rettilinei e comunque vanno usati a pezzi. Mi resta il dubbio se, a occhio, il volume di legna tagliata che trasporta un singolo mulo sia equivalente al tronco che potrebbe trascinare intero (fatto salvo che per i diametri minori la soma resta l'unica soluzione).
La seconda ragione è che io credo (ma mi piacerebbe verificarla questa affermazione) che i muli vengano acquistati a talmente poco che vengono sfruttati al massimo, e se si infortunano via, si ricomprano. Mi piacerebbe farmi due conti a spanne per verificare se questa soluzione è effettivamente più economica che addestrare una buona squadra e salvaguardarla (se ti si azzoppa un mulo durante un lavoro, che fai finché te ne puoi procurare un altro? Perdi tempo/soldi). Perché un'altra mia sensazione è che in appennino si faccia così per semplice abitudine, e che questa abitudine a conti fatti non converrebbe nemmeno al mularo, rispetto a tutelare di più i suoi compagni di lavoro.
Ecco, su queste mie considerazioni avrei voglia di ricevere commenti da Miki o da chiunque sia a contatto con cavalli/muli da lavoro agricolo/forestale. Per capire se è possibile ipotizzare un percorso di "evoluzione" del settore, che altrimenti,stanti i margini di reddito sempre più ridotti, nel giro di poco potrebbe davvero sparire.

Interessanti spunti di riflessione ed approfondimento.
Diciamo che ci sono molti fattori che influenzano il modo di lavorare.
Qualità  e destinazione finale della legna da trattare, pendenze e composizione del bosco,  presenza di strade nelle  vicinanze e spazi adeguati per il deposito temporaneo del materiale raccolto, tipologia dei mezzi di raccolta, composizione del team di esbosco, abitudini, possibilità o divieto di lavorare in collaborazione con mezzi meccanici, ecc.

Ogni realtà  è  a se, poiché  riunisce combinazioni di fattori diverse dalle altre.
Sul fatto che ci possamessere "poco riguardo" sull'utilizzo dei muli perché costano poco...dipende.
In Francia un buon mulo, ben addestrato, con un "bon mental", con cui ci si può lavorare bene, senza tribolazioni, costa bei soldini....poco meno di un cavallo a pari condizioni...e per un cavallo stiamo intorno ai 5000 euro in su (che poi ci sia roba che costa meno, non discuto, ma io parlo di QUALITÀ   :horse-wink:).
Un mulo può costare poco se ti nasce in casa, o lo comperi dal macello sdomo...poi però mica lo si può  utilizzare sdomo, bisogna addestrarlo...o si è capaci o lo si manda a fare e si paga...in ogni caso sono soldini....alla fine non è che valga così poco....se chi ce l'ha, non lo tiene  e non lo fa lavorare coi dovuti riguardi, non è  tanto furbo....si danneggia da solo!
Quindi, una  certa "evoluzione" nelle abitudini e nei comportamenti, sarebbe auspicabile...se si vuole rimanere sul mercato ed anzi, essere competitivi, bisogna modernizzarsi!
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

silviasco

Miki e Maya, grazie mille dei vostri interventi. Sospettavo che la mia visione del filmato potesse essere "da profana", ma non pensavo così tanto! Le apparenze ingannano, evidentemente!
Comunque, per il fatto della giacca sugli occhi ero solo stupita perché mi ricordava il cappuccio che si mette ai falconi e sui cavalli non l'avevo mai sentito, non pensavo affatto ad una forma di maltrattamento!
Apro una parentesi per spezzare una lancia (piccola, per carità: dovessi prendere un'altra cantonata colossale!  :icon_axe:) in favore del "fai da te" veterinario di alcuni montanari. Non sono lontana da Maya, e ho presente una persona che conosce un'erba (non ci giurerei ma mi pare di ricordare che era l'achillea millefolium, mi venne detto il nome dialettale ma non lo ricordo) capace di guarire le cancrene delle ferite cavalline; cioè, non solo di cicatrizzare prevenendo la cancrena, ma di guarire cancrene profonde! Lo vidi mentre medicava un cavallino quasi guarito, e mi raccontava di come avesse avuto una cancrena in cui infilava il braccio...  :horse-scared: brrr brividi! Cercando notizie su quest'erba, trovai degli articoli scientifici di un tizio che aveva studiato le erbe utilizzate in veterinaria, e ne riportava l'uso un po' per tutto l'appennino centro-meridionale. Certo per lo più il "fai da te" non è rose e fiori (nemmeno di achillea) e se mi ci metto a pensare potrei tirar fuori alcuni aneddoti di segno contrario...Chiusa parentesi!
Tornando in topic, quindi Miki pensi che fra le condizioni di lavoro di quei bei cavalloni da tiro lucidi e il treno di muli appenninici non ci sia poi così tanta differenza? Tu che idea ti sei fatta del mondo italiano del cavallo da lavoro agricolo/forestale? Ti sembra che ci sia interesse o un minimo di apertura verso le novità?

Miky Estancia

Citazione da: silviasco - Gennaio 24, 2015, 01:23:29 AM
1. Sospettavo che la mia visione del filmato potesse essere "da profana", ma non pensavo così tanto! Le apparenze ingannano, evidentemente!
....

2. Tornando in topic, quindi Miki pensi che fra le condizioni di lavoro di quei bei cavalloni da tiro lucidi e il treno di muli appenninici non ci sia poi così tanta differenza?

3. Tu che idea ti sei fatta del mondo italiano del cavallo da lavoro agricolo/forestale?

4. Ti sembra che ci sia interesse o un minimo di apertura verso le novità?

1. Silviasco, tu del filmato hai notato cose giustissime e ti sono venuti lecitissimi dubbi, ci mancherebbe! Le apparenze possono ingannare, ma in certi casi invece confermano...basta guardare gli animali, loro forniscono le risposte in genere.
Poi...da un video uno può farsi delle idee, ma la verità la verrai a sapere solo passando qualche giornata a lavorare con queste persone a telecamere spente  :horse-wink:

2. Il lavoro è lavoro, è ben differente dalle pratiche sportive in maneggio...e ci sono modi e modi di lavorare, non solo più o meno rispettosi, ma diversi perchè gli animali sono diversi, come il modo in cui sono stati addestrati, il modo in cui si sono formati i conduttori, il tipo di lavoro e terreno su cui si va a d operare....le variabili sono tante.
E' entrare in un altro mondo...distante anni luce da quello sportivo al quale siamo abituati...per cui, nel video dei muli e in quello dei cavalli da esbosco, noto le cose comuni: le azioni dettate da precise esigenze.

3. Uh....io posso parlare per quel che conosco, e conosco un piccola fetta di questo mondo, un piccolo campionario in cui si trovano realtà e situazioni diverse.
Da un lato ci sono i "vecchi" che agiscono su un savoir faire ereditato dagli anziani...utilizzano le medesime metodologie di lavoro e i medesimi attrezzi e hanno una visione del cavallo molto "utilitaristica".
Dall'altro ci sono le "nuove leve" di qualsiasi età, che sono in primis appassionati di cavalli e poi hanno deciso di reinserire il cavallo nella loro attività agricola.
Alcuni hanno un "retro" derivante da usi e costumi appresi dagli anziani che prima di loro utilizzavano i cavalli, ed altri invece sono novelli, in entrambi i casi, hanno capito che c'è bisogno di formazione precisa ed accurata e che se si vuole essere competitivi sul mercato, non si può lavorare come 200 anni fa.
Con i "vecchi" a volte ci si "scontra" poichè non concepiscono i metodi di doma e addestramento che utilizziamo e il diverso modo di approcciarsi al cavallo e farlo lavorare: per loro il cavallo è da "piegare", far lavorare e stop. In genere queste persone non sono neanche propense al biologico o al biodinamico e guardano con sospetto gli attrezzi di costruzione moderna. Per loro poi, lavorare con il cavallo è una fatica, e pertanto lo vedono solo affiancato al mezzo meccanico.

Le nuove leve sono tutta un'altra storia. Ci sono quelle con un retro ereditato dagli anziani, che sono alla costante ricerca del miglioramento derivante dal coniugare antichi saperi con le novità del presente, che sovente si attivano in prima persona, creando nuovi attrezzi specifici per il loro ambito...con loro è piacevole e stimolante lavorare ed anche più facile, poichè possiedono già una buona cultura sul cavallo e sono molto aperti ai metodi di doma e addestramento che proponiamo, poichè ne riescono a cogliere immediatamente i vantaggi.
Con i novelli...la vita è un pochino più dura perchè bisogna aiutarli ad acquisire tutto: cultura sul cavallo, manualità nell'utilizzo delle attrezzature e nella gestione e conduzione del cavallo, ecc. Il percorso con loro è più lungo, però sono in genere persone molto motivate e come le "leve con retro", in primis amano il cavallo e quindi il modo in cui vanno ad interagire e poi a lavorare con lui, è decisamente buono e porta ottimi risultati.

4. La curiosità c'è...poi i "vecchi" sovente rimangono sulle loro idee, mentre le "nuove leve" aprono nuovi percorsi. C'è moltissimo interesse verso gli attrezzi moderni, supportato dagli ottimi risultati che danno rispetto a quelli vecchi. Chi prende la decisione di reinserire il cavallo nella propria azienda, oggi in genere lo fa considerando il cavallo un valore aggiunto, non una spesa morta.
Cambia proprio il modo di concepire il lavoro e il modo di vivere...questa è la cosa, la novità più positiva.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

raffaele de martinis

Chi prende la decisione di reinserire il cavallo nella propria azienda, oggi in genere lo fa considerando il cavallo un valore aggiunto, non una spesa morta. Cambia proprio il modo di concepire il lavoro e il modo di vivere...questa è la cosa, la novità più positiva.

Novità? Non mi pare, qualcuno la novità l'ha già l'ha portata all'estremo diecine/centinaia di anni fa:

https://www.youtube.com/watch?v=0FiH7LsSYzU

... che bucolica visione! Che vita gioconda! Che pace, che tranquillità... ma anche no:

https://www.youtube.com/watch?v=un-ndgdfQq4
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Gli Amish sono molto interessanti, sono persone come noi che fanno una vita totalmente diversa dalla nostra. Ad esempio sono un termine di paragone per le malattie - un modo di valutare quanto le nostre malattie - sopratutto i tumori - derivano dallo stile di vita. C'è una buona notizia e una cattiva notizia: la buona è che la freq
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

alex

.... continuo dopo bisticcio con il software ....
frequenza dei tumori si riduce; la cattiva,che non spariscono affatto.

Quanto agli incidenti.... come al solito gli aneddoti non contano; per avere dati occorre contare. Sono più frequenti gli incidenti gravi in carro o in macchina? Che i primi avvengano, lo so da quando ero ragazzino e frequentavo il Santuario di S. Antonio, con una raccolta di ex voto storici, quadretti ingenui, popolari, vere fotografie di terribili incidenti di tempi lontani; fra questi incidenti, molti relativi a carri, e cavalli, e attrezzi agricoli. Bisognerebbe raccoglierli!

Ma se  continuasse la tradizione degli ex voto, le rappresentazioni degli incidenti attuali, in automobile, sarebbe altrettanto impressionante.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

alex





.... e teniamo conto che rappresentano solo incidenti in cui la vittima è miracolosamente sopravvissuta!
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Miky Estancia

Citazione da: raffaele de martinis - Febbraio 07, 2015, 02:33:23 AM
Chi prende la decisione di reinserire il cavallo nella propria azienda, oggi in genere lo fa considerando il cavallo un valore aggiunto, non una spesa morta. Cambia proprio il modo di concepire il lavoro e il modo di vivere...questa è la cosa, la novità più positiva.

Novità? Non mi pare, qualcuno la novità l'ha già l'ha portata all'estremo diecine/centinaia di anni fa:

https://www.youtube.com/watch?v=0FiH7LsSYzU

... che bucolica visione! Che vita gioconda! Che pace, che tranquillità... ma anche no:

https://www.youtube.com/watch?v=un-ndgdfQq4

Che due bolle Raffaele, sono post e post che stai diventando pesante come una croce celtica in piombo  :laughter-485:, tanto che mi ricordi un ex utente di altri lidi sempre li a far pessimismo e a buttar giù idee e lavori altrui  :firuu:

Abbiamo capito che ritieni dei "romantici sognatori" quelli che usano il cavallo per lavorare, abbiamo capito che questo tipo di lavoro tu lo ritieni uno "sport", abbiamo capito che a te interssano solo i sanfratellani e i cavalli da tiro per te sono buoni solo con le patate duchessa, poiché a tuo dire, qualsi cavallo con un po' di carattere puo' battere un cavallo da tiro.... :benedizione:

Invece che star qui a perder tempo con sportivi sognatori, perche' non vai a far piaffare un sanfratellano?  :blob9:
O magari potresti chiedere a cosa alludevo con quella frase, invece di dare per scontato di sapere a cosa mi riferivo...ma è  la storia del "dipende": chiedi quanto tempo e cavalli ci voglia per gestire 20 ettari di uliveto e vigna e poi quando ti si chiedono dati precisi per fornire una risposta che non sia alla c.d.c. non rispondi.

Lo sport preferito da alcuni frequentatori di forum: tenere un atteggiamento denigratorio e disfattista per affossare discussioni potenzialmente costruttive ed interessanti  :pollicesu: altro che lo sputo a cui alludeva Alex...
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

raffaele de martinis

Mi hai convinto, il futuro dell'agricoltura mondiale sta nel ripristino del lavoro animalo.
Così pure il ploblema del traffico sarà risolto dal rientro di carrozze, carri e calessi.

ma anche no:
https://www.youtube.com/watch?v=z0QkJNqYpFM


... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

Citazione da: alex - Febbraio 07, 2015, 09:27:11 AM
.... continuo dopo bisticcio con il software ....
frequenza dei tumori si riduce; la cattiva,che non spariscono affatto.

Quanto agli incidenti.... come al solito gli aneddoti non contano; per avere dati occorre contare. Sono più frequenti gli incidenti gravi in carro o in macchina? Che i primi avvengano, lo so da quando ero ragazzino e frequentavo il Santuario di S. Antonio, con una raccolta di ex voto storici, quadretti ingenui, popolari, vere fotografie di terribili incidenti di tempi lontani; fra questi incidenti, molti relativi a carri, e cavalli, e attrezzi agricoli. Bisognerebbe raccoglierli!

Ma se  continuasse la tradizione degli ex voto, le rappresentazioni degli incidenti attuali, in automobile, sarebbe altrettanto impressionante.

La statistica non perdona: ogni giorno in Itaglia ci devono essere 1000 (faccio per dire) incidenti automobilistici, nei giorni particolari: fine settimana, ponti, ecc. gli incidenti devono essere 1500, possibilmente saranno 100 più cento meno, ma, alla fine dell'anno la media deve esser quella.

Pertanto si tratta solo di sostituzione, ai tempi gli incidenti cogli animali da lavoro erano comuni, comunissimi, perché il parco veicoli a trazione animale circolante era - in proporzione - come quello delle auto oggi.

Quelli più eclatanti erano illustrati nelle famose tavole di Beltrame e Molino nella Domenica del Corriere, non c'erano gli smartfon pertanto ci affidavamo alla fantasia dei disegnatori per "vedere" come erano successi:






... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...