• Welcome to Cavallo Planet - Forum Per gli appassionati di equitazione inglese e americana... e di cavalli..

Tre domande a chi conosce la mascalcia

Aperto da alex, Settembre 02, 2015, 04:46:25 PM

« precedente - successivo »

old duck

Citazione da: SilvyCH - Settembre 14, 2015, 07:33:37 PM
penso che le tre domande si possano riassumere in una sola, ovvero se la mascalcia aborrisce il cavallo sferrato.

Ma se tu conoscessi il principio base della podologia e della mascalcia: "La ferratura é un male necessario"
non avresti mai fatto queste domande.

La mascalcia parte dal presupposto che se un cavallo sta bene senza ferri, lo si lascia senza ferri.
Se il piede é corretto, in appiombo e non ha particolari problemi, si pareggia per tenerlo equilibrato e basta.

Se però il cavallo presenta dolori, consumo anomalo e/o squilibrato, pressioni anomale sulle articolazioni per via di appiombi strani, precedenti ferrature/pareggi scorretti  etc etc

:perfect: e aggiungo che in tutte le cose ma soprattutto con i cavalli ci vuole BUON SENSO. Spiegami tu Alex che senso ha vedere cavalli che hanno transizioni dolorose per ANNI....o che devono SEMPRE portare le scarpette, che camminano sulle uova, quando i ferri risolverebbero immediatamente e darebbero sollievo immediato. Poi se si ha la possibilità di sferrare ogni tanto, ben venga! Se si evitano gli estremismi da entrambe le parti i cavalli ci ringrazieranno. Purtroppo l'uso dell'intelligenza non è così comune come si spererebbe e non si spiega il perchè sia così difficile capire che ci sono cavalli che possono vivere sferrati tutta la vita, altri NO.
Allora il proprietario intelligente chiamerà il maniscalco intelligente, che farà chiamare il veterinario intelligente che con delle intelligenti lastre alla mano deciderà come intervenire, sia per degli intelligenti cicli di ferratura temporanea (in caso si riesca a riportare il cavallo in una situazione ideale), sia per un'intelligente ferratura vita natural durante.
Ci sono due cose in Equitazione: la tecnica e l'anima. Nuno Oliveira

Fioravante Patrone


Ally

Diffiderei parecchio di un maniscalco (in attività) molto attivo su un forum...
stesso discorso per un veterinario....

il veterinario del mio cane, ci vuol tutta che abbia il tempo per risponderti al telefono...

alex

Divagazioni, enunciazione di questioni di principio che nessuno adotta, tentativi di far passare quelle domande per insinuazioni....

Quell'affermazione poi: "Ma se tu conoscessi il principio base della podologia e della mascalcia: "La ferratura é un male necessario"  non avresti mai fatto queste domande." permettetemi di dire che mi fa sorridere.... chi può dubitare che non la conosca?  L'ho citata millanta volte, cercando di farmela spiegare: inutilmente..... :horse-wink:

Che dire poi di questa affermazione: "La mascalcia parte dal presupposto che se un cavallo sta bene senza ferri, lo si lascia senza ferri."? Ma in che film? Nel mondo reale, il 99% per cento dei proprietari di cavalli, dei veterinari, dei gestori di maneggio, dei maniscalchi ritiene che il cavallo che mette piede fuori di un prato o che indossi una sella DEBBA essere ferrato PREVENTIVAMENTE. Che invece quel principio si diffonda, almeno un po',  è il mio obiettivo, questa è la mascalcia che vorrei io, ideale, rarissima; ne ho trovato tracce solo in quello che dice Miky, riguardo al fatto che i suoi cavalli da tiro vengono ferrati quando se ne presenta la necessità e non prima, e che tale necessità, qualche volta, non si presenta nemmeno in cavalli che lavorano; io voglio sapere se questa mascalcia ideale è scritta sui testi e sulle dispense e viene insegnata in teoria, ma non applicata in pratica (se non in casi ultra-rari) oppure se neppure viene insegnata in teoria. Tutto qui.

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

SilvyCH

Viene insegnata e applicata dai maniscalchi definiti "bravi", spero che le tue domande abbiano avuto risposta.

di attaccaferri é pieno il mondo così come di pareggiatori barefoot che sarebbe meglio facessero altro nella vita.

silviasco

Non so se questa mia osservazione può essere utile alla discussione in atto. Dalle mie parti i maniscalchi "professionali"sono rarissimi, i cavallari sono tutti "capaci" di attaccare un ferro, e chi lascia sferrato lo fa solo per risparmiare, per incuria, ergo non pareggia.
Uno dei gestori del mio maneggio si sta formando come maniscalco: non è esperto, ma la teoria dovrebbe averla fresca fresca.eppure i puledri sdomi hanno i piedi a papera (scusate ma non conosco il termine tecnico), e lui sostiene che i terreni in loco sono troppo duri per tenere i cavalli sferrati, mentre è palese che sono semmai troppo morbidi, troppo poco abrasivi... Non mi sembra abbia consapevolezza che la salute del piede scalzo dipende dalla gestione in generale del cavallo (dimensione e caratteristiche dei paddock ad esempio).
Eppure, ho visto praticare una parziale sferratura di riposo, ai posteriori di una cavalla da scuola.
Ho sentito commenti negativi sulle ferrature fatte da alcuni maniscalchi chiamati dai clienti,, e positivi su quelle fatte dal loro di fiducia
Insomma, lamia percezione è che in effetti ci siano molte teorie, ed anche una notevole distanza fra le teorie e le pratiche...

Miky Estancia

Citazione da: alex - Settembre 15, 2015, 11:35:52 AM


1. Che dire poi di questa affermazione: "La mascalcia parte dal presupposto che se un cavallo sta bene senza ferri, lo si lascia senza ferri."? Ma in che film? Nel mondo reale, il 99% per cento dei proprietari di cavalli, dei veterinari, dei gestori di maneggio, dei maniscalchi ritiene che il cavallo che mette piede fuori di un prato o che indossi una sella DEBBA essere ferrato PREVENTIVAMENTE.

2. Che invece quel principio si diffonda, almeno un po',  è il mio obiettivo, questa è la mascalcia che vorrei io, ideale, rarissima; ne ho trovato tracce solo in quello che dice Miky, riguardo al fatto che i suoi cavalli da tiro vengono ferrati quando se ne presenta la necessità e non prima, e che tale necessità, qualche volta, non si presenta nemmeno in cavalli che lavorano;

3. io voglio sapere se questa mascalcia ideale è scritta sui testi e sulle dispense e viene insegnata in teoria, ma non applicata in pratica (se non in casi ultra-rari) oppure se neppure viene insegnata in teoria. Tutto qui.

Dico la mia.

1. Prevenire è meglio che curare. Se un maniscalco o un veterinario, consigliano la ferratura, spesso è  perché sanno che il cavallo in questione, ne ha bisogno per non aver problemi in lavoro. Il proprietario, molto sovente, non ha la competenza necessaria per compiere una scelta, oppure il tempo, le strutture, la conoscenza, per star dietro alle esigenze che certe scelte comportano. Classico esempio è  quello del cavaliere che vuole il cavallo scalzo per fare trek, e lo tiene chiuso in box per 5 giorni su sette, nel piscio....

2. Non è tanto rara la cosa...frequento spesso e volentieri insieme a Tony, cene raduno di maniscalchi, e sono in moltissimi a dire che il cavallo si ferra come e quando serve. Il M.llo Blasio stesso lo dice, pure nella sua nuova scuola a Pinerolo. Il fatto è che, come sopra, le condizioni ideali per tenere il cavallo scalzo, non si verificano così sovente, quindi, si cerca di evitare di far soffrire inutilmente il cavallo per sobbattiture e transizioni impossibili.
Per quanto attiene i cavalli da tiro....i puledri che domiamo e addestriamo, stanno scalzi fin quando è possibile, dopodiché  appaiono i ferri. Capita spesso che dopo una decina di giorni di lavoro, il puledro non ha più piede, e quindi, per continuare  l'addestramento, bisogna ferrarlo. Se il proprietario, una volta il puledro a casa, ha ritmi di lavoro che lo consentono, può tenere il puledro scalzo, tenendo anche conto dei terreni sui quali si muove e il tipo di lavoro richiesto.

3. Visto che i maniscalchi che conosco lo dicono, sembra proprio che faccia parte del bagaglio culturale. Ma tra il dire e il fare, la conoscenza e lo studio, ci sta di mezzo la realtà,  fatta di cavalli con unghie qualitativamente scarse, con difetti di appiombo, gestiti in modo non idoneo al piede scalzo e praticanti attività che è megli offrontare con le scarpe.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

alex

Citazione da: Miky Estancia - Settembre 15, 2015, 04:03:27 PM
Per quanto attiene i cavalli da tiro....i puledri che domiamo e addestriamo, stanno scalzi fin quando è possibile, dopodiché  appaiono i ferri. Capita spesso che dopo una decina di giorni di lavoro, il puledro non ha più piede, e quindi, per continuare  l'addestramento, bisogna ferrarlo.

Forse te l'ho già chiesto, ma - visto che ce n'è l'opportunità - ti chiedo di nuovo: il giudizio "non ha più piede" si riferisce a un consumo della muraglia/della suola valutato visivamente, o si riferisce al fatto che si rende evidente una certa sensibilità del cavallo al terreno? Nel primo caso, che aspetto ha, precisamente, quel consumo eccessivo che viene indicato con la colorita espressione "essere senza piede"? Nel secondo caso, questa sensibilità si manifesta su tutti i terreni o si manifesta solo sui terreni più difficili? E che segni dà, precisamente?
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Miky Estancia

Entrambe le cose Alex: il piede si presenta con unghia corta e il cavallo manifesta fastidio/dolore nel camminare.
Non c'è  una lunghezza standard dell'unghia per definire "senza piede" un cavallo, varia da soggetto a soggetto in base alla sua conformazione, come varia da soggetto a soggetto  (la sua soglia di sopportazione del dolore/fastidio) la reazione a questo stato.

Ci sono cavalli che zoppicano vistosamente, altri che camminano "sulle uova", altri che cercano di limitare al minimo i loro movimenti, altri che invece tendono a "scappare di sotto" quando sono montati per "sfuggire al dolore/disagio", alcuni diventano nervosi e cercano di scegliere il terreno più confortevole dove muoversi, altri ancora si mettono contro durante il lavoro e rifiutano di portare sotto il posteriore...ne ho visto anche uno che si rifiutava di uscire dal box ed altri che cercavano di rientrare nel box perché il fondo del paddok era troppo duro, mentre ad un soggetto è  venuto il mal di schiena (con tanto di sgropparella ogni volta che veniva montato).

È importante saper ricondurre questi atteggiamenti allo stato che li ha originati, eppure, troppo sovente, il barefooters estremista (che sovente è  colui che sotto sotto fa questa scelta per risparmiare i soldi della ferratura e non per altri motivi), si rifiuta di vedere come stanno le cose e di li nascono le famose "storielle": il cavallo non zoppica, è  la sua andatura naturale; non sta camminando sulle uova, è attento a dove mette i piedi; si muove poco perché è  pigro o è  più tranquillo senza i ferri; scappa di sotto perché da quando è senza ferri è  più vivace perché il sangue circola meglio; cerca il terreno migliore perché è intelligente (ma va!?); si mette contro, è  rigido, non porta il posteriore sotto perché mangia troppo/è una testa di gomma, ecc.; chissà perché non vuole uscire dal box/non vuol stare in paddok...qualcuno lo avrà picchiato/non è abituato/c'è bisogno del rieducatore; sgroppa perché è allegro; chissà perche ha mal di schiena...oddio chiamiamo lo specialista....ecc. ecc. ecc.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

alex

Perfetto, adesso è chiaro, grazie. Non sono del tutto convinto che tutti usino questa definizione per "essere senza piede" (visibile eccesso di consumo + sensibilità, i cui sintomi hai descritto benissimo!), ma la tua definizione è perfettamente condivisibile. Io la vedo, ma mai per eccesso di consumo: sempre per eccesso di pareggio. Se capita dopo un pareggio fatto da me, incolpo il pareggio (ossia me!) istantaneamente.

La regola, quasi infallibile tranne casi particolarissimi, per distinguere un buon pareggio barefoot da uno eccessivo è semplicissima: bisogna che dopo il pareggio il cavallo si muova al minimo come prima del pareggio, e spesso meglio di prima del pareggio.

Il pareggiatore ideale è quello che, chiamato, se ne va senza aver fatto niente, perchè non c'è niente da fare:icon_rolleyes:
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Miky Estancia

Citazione da: alex - Settembre 28, 2015, 03:40:28 PM
.... E che segni dà, precisamente?

Ti racconto una cosa...
I paddok in sabbia (a grana grossa e molto abrasiva) dove alloggiano i nostri cavalli 24/24 per 365 giorni all'anno,  abbiamo l'abitudine di erpicarli, a seconda del bisogno, settimanalmente, quindicinalmente o mensilmente.

Quando lo faccio io, uso Prince che è  perfetto per il mio passo e date le sue dimensioni, mi consente di fare dei bei lavoretti di fino. Prince era ferrato solo davanti, visto che si godeva le ferie estive ed era praticamente senza piede, in attesa che Tony si ritagliasse il tempo per mettergli le scarpe.
Avevo gente in stage in settimana e dovevo erpicare per forza i paddok, tutti e tre e pure il tondino. Farlo col quad è  una rottura, alzo troppa polvere, Snoby ha il passo che non concorda col mio in più è  un transatlantico e non mi avrebbe permesso certe rifiniture.

Ho fatto lavorare Prince. E lui ha bestemmiato. E non abbiamo finito il lavoro da scalzi, ho dovuto rifare tutto il pomeriggio dopo, dopo che Tony lo ha ferrato.

Che segni ho avuto? Tanti, tanti perché non mi sono foderata gli occhi di prosciutto, ma li ho tenuti ben bene aperti.
Le bestemmie di Prine si sono tradotte in:
- andatura più lenta del solito (una processione funebre sembrava!)
- inesistente uso del posteriore e quindi trazione solo con le spalle (questo ha fatto si che non mi potessi sedere sull'erpice e quindi il lavoro è  risultato superficiale, di cattiva qualità )
- l'inesistente uso del posteriore ha fatto si che la postura di Price in trazione non fosse corretta (il che, se avessi continuato il lavoro fregandomene, avrebbe portato a contratture e mal di schiena)
- frequenti fermate di Prince, non richieste
-andatura non costante (è  uno schifo lavorare così,  con l'attrezzo attaccato si rischia di farsi male)
- Prince non era attento ne collaborativo come al solito e quindi non abbiamo lavorato bene, nessuna leggerezza

Ho interrotto il lavoro e ripreso dopo la ferratura.
In seguito alla ferratura, il cavallo era perfetto ed il lavoro è venuto molto bene.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Miky Estancia

Citazione da: alex - Settembre 30, 2015, 11:48:37 AM
Io la vedo, ma mai per eccesso di consumo: sempre per eccesso di pareggio. Se capita dopo un pareggio fatto da me, incolpo il pareggio (ossia me!) istantaneamente.



Ecco, da noi l'eccesso di pareggio invece, è una cosa che proprio non si vede.
Prince infatti si è consumato i piedi sulla sabbia abrasiva: aveva le unghie molto più corte di quando era stato sferrato.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Miky Estancia

#42
Citazione da: alex - Settembre 30, 2015, 11:48:37 AM


Il pareggiatore ideale è quello che, chiamato, se ne va senza aver fatto niente, perchè non c'è niente da fare:icon_rolleyes:

Io la vedo così: se il cavallo è gestito correttamente, non c'è proprio bisogno di chiamare il pareggiatore.
Se c'è  bisogno del pareggiatore, c'è qualcosa che non va in questa gestione "natural", perché insomma, in natura i cavalli bradi se ne stanno tranquilli e felici senza sapere cos'è un pareggiatore (a tal esempio mi ricordo i piedi perfetti dei cavalli bradi della Jasmine Coissieux), quindi: o siamo in presenza di un soggetto con difetti di appiombo tali da richiedere l'intervento di un pareggiatore, oppure i cavalli non sono riusciti a consumare l'unghia (ad esempio perché tenuti in spazi troppo ristretti o perché a causa di malattie o debolezza, non si sono mossi abbastanza) e quindi deve intervenire l'uomo per ristabilire i corretti appiombi.

Quindi, non è questione di pareggiatore, ma di come viene gestito il cavallo, di come PUÒ essere gestito il cavallo.
Nel momento in cui interviene il bipede con la raspa in mano o una scarpetta, per me non si può più parlare di gestione naturale del piede...ma questo è un altro discorso...fine OT
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

alex

Spero di non nominare mai la "gestione naturale del piede", lascio questa espressione ad altri, proprio come altre espressioni come "equitazione naturale", "comunicazione naturale" ecc. e lo stesso in millanta altri campi (alimentazione umana, medicina....)

Però adesso ti apostrofo io con l'epiteto di fondamentalista  :icon_rolleyes: quando indichi la condizione di cavallo brado come quella che permette di mantenere zoccoli perfetti e dici che in cattività si dovrebbero ottenere le stesse condizioni, in modo da evitare del tutto  quindi la necessità del pareggiatore.... semplicemente, nella realtà delle cose non è possibile. La migliore condizione, in stato di cattività, è un compromesso, che determina un piede non ideale (troppo lungo o troppo corto) a cui si rimedia con la ferratura, o con il pareggio. E torniamo quindi alle domande iniziali: esiste un certo numero di casi reali in cui questo compromesso si raggiunge senza ricorrere alla ferratura? Tu stessa hai ammesso che questo avviene, alcuni dei tuoi cavalli lavorano scalzi, quindi resta solo da chiarire quanto spesso questa cosa può avvenire e quali sono i limiti ragionevoli entro cui può avvenire.  I proprietari sono informati che questa, in certe condizioni, è una possibilità concreta? E se sono informati, chi è che li ha informati? Il gestore del maneggio? Il veterinario? Il maniscalco?

E restano poi le altre due domande: la sferratura di riposo è una buona idea, come lo era un tempo, oppure è una vecchia sciocchezza da dimenticare? Ci sono patologie che risentono positivamente della sferratura?
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Miky Estancia

Citazione da: alex - Settembre 30, 2015, 04:55:48 PM

1. Però adesso ti apostrofo io con l'epiteto di fondamentalista  :icon_rolleyes: quando indichi la condizione di cavallo brado come quella che permette di mantenere zoccoli perfetti e dici che in cattività si dovrebbero ottenere le stesse condizioni, in modo da evitare del tutto  quindi la necessità del pareggiatore.... semplicemente, nella realtà delle cose non è possibile. La migliore condizione, in stato di cattività, è un compromesso, che determina un piede non ideale (troppo lungo o troppo corto) a cui si rimedia con la ferratura, o con il pareggio.

2. E torniamo quindi alle domande iniziali: esiste un certo numero di casi reali in cui questo compromesso si raggiunge senza ricorrere alla ferratura? Tu stessa hai ammesso che questo avviene, alcuni dei tuoi cavalli lavorano scalzi, quindi resta solo da chiarire quanto spesso questa cosa può avvenire e quali sono i limiti ragionevoli entro cui può avvenire. 

3. I proprietari sono informati che questa, in certe condizioni, è una possibilità concreta? E se sono informati, chi è che li ha informati? Il gestore del maneggio? Il veterinario? Il maniscalco?

4. E restano poi le altre due domande: la sferratura di riposo è una buona idea, come lo era un tempo, oppure è una vecchia sciocchezza da dimenticare?

5. Ci sono patologie che risentono positivamente della sferratura?

1. Hem...più che fondamentalista, sono realista, non trovi? Lo dici tu stesso quando ammetti che nella realtà è impossibile  ricreare le ideali condizioni naturali e quindi si deve scendere a compromessi  :benedizione:

2. Io ho 2 cavalli e 2 pony. I cavalli lavorano (ogni tanto hanno periodi di riposo) e senza ferri, come ho già raccontato prima, non sono in grado di farlo. Si può "giocare", ma quando i ritmi aumentano, per evitare danni, si ferra. I pony stanno scalzi da anni. E da anni non fanno praticamente nulla se non farsi pettinare la criniera dalle figlie delle mie amiche e tirare minuscoli carichi ogni morte di papa, qualche esibizione di lavoro in libertà e mazzuolarsi tutti i giorni, più  volte al giorno, tra di loro. Il giorno che mi venisse mai lo skizzo di riattaccarli al calesse o usarli a basto in passeggiate e trek, appena si consuma l'unghia, scatta la rimessa del ferro.
In vigna, c'è chi ha usato i cavalli scalzi. Ma non lavorava tutti e 30 gli ettari, ma solo 5 o 6. Appena il carico di lavoro è aumentato (alla vigna si è aggiunto qualche attacco su strada, molto lavoro in bosco e campo), chissà come mai, i cavalli hanno cominciato ad esternare qualche problema (zoppie agli anteriori, rigidità ai posteriori, meno resa sul lavoro). Ad osservarli, erano senza piede, con tutto quel che ne consegue e che ho descritto quando ho parlato delle bestemmie di Prince. Ora, starà ai proprietari decidere se continuare con la gestione natural oppure ferrare.
Chi invece ha aumentato il carico di lavoro mantenendo i cavalli ferrati, non ha avuto problemi.
Quindi: se si gioca, va bene quasi sempre tutto, ma se si lavora davvero, bisogna attrezzarsi. Insomma, puoi andare in alta montagna con le infradito perché ci vai comodamente in spiaggia, ma poi non ti lamentare se caschi nel dirupo o ti si congelano i piedi.

3. Basterebbe il buon senso. Molte volte non c'è e per seguire le proprie convinzioni, non si guarda la realtà dei fatti.

4. Dipende, dal cavallo e dalle condizioni del luogo dove riposa.

5. Bisogna chiederlo a veterinari e maniscalchi, in base alle loro esperienze.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.