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Outing

Aperto da segreto, Gennaio 26, 2019, 10:58:58 PM

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segreto

Visto che spesso (ma non sufficientemente spesso quanto servirebbe per favorire lo scambio di idee) sul forum si parla di gambe avanti, gambe indietro, cavalli sottomessi, cavalli desensibilizzati, cavalli naturali, cavalli rotondi, posteriori sotto, peso sulla spalla, peso in mezzo, peso dietro, vorrei spezzare una lancia per quella che, se esistesse, dovrebbe chiamarsi "monta situazionista".
So che non esiste niente con un nome del genere e al tempo stesso i pare che tutte le monte si possano definire così.
Anche quella che pratico io, il cui unico scopo è superare le difficoltà di un percorso complesso in natura (pochi sentieri battuti, un bel po' di bosco spesso e volentieri non sentierato, fossi, argini, rive in salita e in discesa) consentendo la maggior libertà possibile al cavallo nella ricerca del suo equilibrio che poi è quello che "ti salva dal fosso". Il tutto tenendo una velocità non da passeggiata.
So di essere fortunato potendo disporre di un ambiente stimolante e naturale: stamattina galoppavo su un sentiero in erba a fianco di un canaletto che ha una sua personale sorgentina. Nell'alveo volava un martinpescatore. Era dieci metri davanti alla cavalla e siamo rimasti così per quasi duecento metri; poi l'uccellino turchese e arancione è andato a infrattarsi nei rovi.
Pensate quello che volete ma queste cose giustificano il fatto di essere uscito alle nove con -4 °C.
Bé, quello che volevo dire è che questo tipo di lavoro lo faccio con la staffa in punta, al galoppo in assetto leggero o al trotto battendo la sella, con l'unica preoccupazione di alternare il diagonale di battuta ogni qualche minuto.
Sto poco sulle reni del cavallo (a volte neppure al passo). Tengo le mani molto basse, spesso a lato del garrese e le alzo solo se la cavalla sta per sgroppare dopo un passaggio difficile. Non stringo le ginocchia e fascio la zona del sottopancia con i polpacci. La cavalla ha in bocca un natè intero (ci ho provato con il bitless ma la nasiera tende a spostarsi e a disturbare la cavalla che si mette a incensare).
Ho letto qualcosa anch'io e mi sono convinto che il cavallo troppo sottomesso sia un oggetto e non un compagno. I miei riferimenti? Mah! Gli unici testi che mi hanno coinvolto sono alcuni articoli della Rivista di Cavalleria, Ubertalli (meglio di Bacca), alcune pagine di Licart.
La mia idea è che per ottenere un cavallo che sappia lavorare bene in maneggio bisogna perdere troppo tempo e voler troppo bene alla propria immagine.
Ormai ho sessantasei anni e monto da cinquantaquattro: devo approfittarne finché posso.
Come dice un amico e coetaneo che "perde il suo tempo" con il dressage: "Per quanto tempo ancora?"

Segreto

raffaele de martinis

Mi compiaccio di questa presentatio, in un foro dove, i vecietti si definiscon ragasse e dove cazzutissimi cavaglier in realitad son delle femminelle belle, non si è più sicuri di niente.

Vedo che hai i cabasisi stagionati quasi quanto i miei, ma, con rammarico, capisco che non hai letto il tuo amato Uber, o se lo hai letto non segui il suo dettato, che, pur sorpassatissimo per certi aspetti è sempre attualissimo per altri: i principi fondamentali.

Come che sia, complimenti, se la gamba così va bene a te va bene a tutti...
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Coma saprai, Segreto, abbiamo moltissimi punti in comune, a partire dall'età (occupandomi di software con spirito "giovanile" quando mi hanno incontrato di persona in un incontro di gente del web ho visto occhi sbarrati dalla sorpresa.... si aspettavano decenni e decenni di meno .... :icon_rolleyes:); le due uniche sostanziali differenze sono la "tecnica" equestre, se così si può chiamare, e, aimè, il numero di anni di equitazione, una ventina soltanto nel mio caso.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

cilla

Hai reso un quadro invidiabile delle tue uscite, non so di che zona sei ma deve essere proprio un bel posto, molto a misura di cavallo.

Una domanda tecnica (da proprietaria di sgroppatore) : perché alzi le mani quando senti che sta per sgroppare? Io di solito o lo fletto da una parte o metto gamba e mando avanti a seconda della.situazione

Ungarina

Anch'io alzo le mani appena c'è aria di sgroppata, ancor di più smontonata, gli blocco l'azione, per alzare il sedere deve abbassare la testa, se gliela alzo è impossibile che riesca ad alzare contemporaneamente il deretano. Invece fletto quando so che vorrebbe scartare, in questo il mio istruttore non è d'accordo, vorrebbe che lasciassi la possibilità al cavallo di guardare dalla parte che gli fa paura. Ma io sono incapace e alla mia pellaccia ci tengo e continuo a chiedere flessione (es a sinistra se vuole guardare a dx e poi scartare verso sn)
..tutto il resto è noia!
Senza fretta, ma senza sosta.

cilla

Ah ok.grazie, proverò  :pollicesu:

segreto

A Cilla: Ungarina ha risposto per me. Faccio esattamente quello che fa lei.
Quanto al posto dove vivo, si tratta di un angolo poco abitato della bassa pavese, in riva sinistra del Po.

A Raffaele: Credo che Ubertalli vada interpretato. O forse ci vedo quel che voglio vederci (come capita spesso a molti).
Ma c'è uno che mi è piaciuto e convinto molto di più: il Mario Badino Rossi. Che ne pensi?

Segreto

P.S.: Tu che sai tutto di carta stampata con verità equestri: ma non l'hanno mai tradotto il Licart sul riaddestramento del cavallo berbero, che ce l'ho in francese e leggendo ho capito una parola su tre?

raffaele de martinis

Ho tanta "carta stampata" est vero, ma ho una certa consuetudine coi lalli da oltre 60ani.
Anche hora, ho un lallo vecio et malato (quasi quanto me) ma è lo stesso che presi polledro completamente selvatico, sui monti Nebrodi, circa 20ani fa, non posso mandarlo al macello e non ho mai pensato di venderlo, l'avrei affidato volentieri ad un amico... non è stato possibile.

Bé, come hai interpretato questo ?... Mi piace chiudere le citationi sul "ginocchio perno del mondo" con quella tratta da: Elementi di Equitazione Naturale -  R. Ubertalli - L.L. Edizioni Equestri - Milano, che per puro haso è in mio possesso.
A pag. 26 del tomo citato si legge: Il punto fermo dell'assetto è il ginocchio; esso è il fulcro intorno a cui si spostano le altre parti del corpo del cavagliere, le superiori per assecondare l'equilibrio del lallo, le inferiori (le gambe) per agire sul costato dello lallo....
... il punto che serve di appoggio (potenza) all'assetto è la staffa.....


Vuoi interpretare pure quelo che dicie Bandino?
Ti servo subito se vuoi.
Riguardo quel Ricard non ne sapevo niente fino a sto momento, beccatevi il linco:

https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k64387353/f23.item

Mio caro, ti dissi che puoi montar come ti par, se ti sollazza fai come credi.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

segreto

Ecco come lo interpreto, Raffaele:
1 - Il ginocchio sta fermo anche se la gamba è fasciante.
Come farebbe la gamba a fasciare se il ginocchio si muove?

2 - Certo che la staffa è il punto di appoggio; e di scarico del peso del cavaliere. Se no, alla prima curva la gamba fasciante ruota come un sottopancia su di un avelignese.

Comunque hai ragione quando dici che, contento io, contenti tutti. Sono quindi felice che tu mi consenta di montare come mi pare.
Se poi però evitassi di andare in giro a dire che le conclusioni degli altri sono meretriciate, ci faresti una figura migliore.

Segreto

raffaele de martinis

... l'autoradio: "ATTENZIONE..... c'è un pazzo che sta guidando contromano in autostrada!" e lui mentre scansa macchine in continuazione pensa "uno solo? Ce ne saranno mille!
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

BigDream

Citazione da: segreto - Gennaio 26, 2019, 10:58:58 PM
Visto che spesso (ma non sufficientemente spesso quanto servirebbe per favorire lo scambio di idee) sul forum si parla di gambe avanti, gambe indietro, cavalli sottomessi, cavalli desensibilizzati, cavalli naturali, cavalli rotondi, posteriori sotto, peso sulla spalla, peso in mezzo, peso dietro, vorrei spezzare una lancia per quella che, se esistesse, dovrebbe chiamarsi "monta situazionista".
So che non esiste niente con un nome del genere e al tempo stesso i pare che tutte le monte si possano definire così.
Anche quella che pratico io, il cui unico scopo è superare le difficoltà di un percorso complesso in natura (pochi sentieri battuti, un bel po' di bosco spesso e volentieri non sentierato, fossi, argini, rive in salita e in discesa) consentendo la maggior libertà possibile al cavallo nella ricerca del suo equilibrio che poi è quello che "ti salva dal fosso". Il tutto tenendo una velocità non da passeggiata.
So di essere fortunato potendo disporre di un ambiente stimolante e naturale: stamattina galoppavo su un sentiero in erba a fianco di un canaletto che ha una sua personale sorgentina. Nell'alveo volava un martinpescatore. Era dieci metri davanti alla cavalla e siamo rimasti così per quasi duecento metri; poi l'uccellino turchese e arancione è andato a infrattarsi nei rovi.
Pensate quello che volete ma queste cose giustificano il fatto di essere uscito alle nove con -4 °C.
Bé, quello che volevo dire è che questo tipo di lavoro lo faccio con la staffa in punta, al galoppo in assetto leggero o al trotto battendo la sella, con l'unica preoccupazione di alternare il diagonale di battuta ogni qualche minuto.
Sto poco sulle reni del cavallo (a volte neppure al passo). Tengo le mani molto basse, spesso a lato del garrese e le alzo solo se la cavalla sta per sgroppare dopo un passaggio difficile. Non stringo le ginocchia e fascio la zona del sottopancia con i polpacci. La cavalla ha in bocca un natè intero (ci ho provato con il bitless ma la nasiera tende a spostarsi e a disturbare la cavalla che si mette a incensare).
Ho letto qualcosa anch'io e mi sono convinto che il cavallo troppo sottomesso sia un oggetto e non un compagno. I miei riferimenti? Mah! Gli unici testi che mi hanno coinvolto sono alcuni articoli della Rivista di Cavalleria, Ubertalli (meglio di Bacca), alcune pagine di Licart.
La mia idea è che per ottenere un cavallo che sappia lavorare bene in maneggio bisogna perdere troppo tempo e voler troppo bene alla propria immagine.
Ormai ho sessantasei anni e monto da cinquantaquattro: devo approfittarne finché posso.
Come dice un amico e coetaneo che "perde il suo tempo" con il dressage: "Per quanto tempo ancora?"

Segreto

Segreto  :perfect: