Collare.

[raffaele de martinis]

 

[raffaele de martinis]

Antico modo di condurre il lallo montato senza imboccature ma con una corda allo collo, abbiamo numerose testimonianze di epoca romana che i cavalieri numidi montassero in quella maniera.

C'è da dire che governavano cavallini che erano praticamnete dei pony, malnutriti e bacchettati ridotti ad una specie di ottusa obbedienza.

Fino a prova contraria.

[mimmo77]

Per completezza di informazione.

Di recente, c'è stata la "moda" del collare, vista da noi neofiti come mezzo gentile alternativo all'imboccatura.
In realità, nella prima metà del s.s. alcuni cavaglieri, caprillioni della prima hora, per dimostrare l'importanza della libertà dell'incollatura data dal "sistema italiano", saltavano usando la martingala per guidare i loro lalli.

Defendente Pogliaga e Mario Pedrelli furono due di questi, Pedrelli ha pubblicato un librettino "Senza Redini" appunto, dove spiega i principi caprilliani.

Quel testo è introvabile, ma scandalizzerebbe noi ragasse per la "brutalità" della monta al collare.
Bene, il Nostro, prima di procedere allo scapezzamento provava il lallo, sopratutto verificava se era senzibbile al collare, cioè se tirando la correggia sulla gola rallentava e si fermava.
In genere i lalli rispondevano bene, ma che fare se il bestio scappava?

L'allegro cavagliere sollevava il collare all'altezza delle giugulari e strigneva forte, strozzava/tentava di strozzare il pelosetto.
Ma si caapisce che sta tennica era faticosa e poco sicura, cossa ti inventa il lieto Colonnello?

Per questi soggetti, diciamo difficili, prende un cavetto d'acciaio... un freno per biciclette, (si dicie proprio così: un freno per bici), lo fa coprire di pelle e lo usa come  collare.
Pare che anche i lalli più riottosi cedessero alla "scomodità", alla "pressione" esercitata dal "maligno" collare sulle carotidi.

Questo è tutto, non indaghiamo sui "moderni dolci collaristi" potremmo avere amare sorprese.