• Welcome to Cavallo Planet - Forum Per gli appassionati di equitazione inglese e americana... e di cavalli..

Collare (monta con il)

Aperto da raffaele de martinis, Febbraio 05, 2022, 03:30:21 AM

« precedente - successivo »

raffaele de martinis

La condotta col collare è una tecnica rozza, primitiva, usata dai cavalieri numidi ma non solo da essi e ben descritta da vari autori romani, tra i quali Strabone che è il più esplicito, nel capitolo che dedica alla Mauritania, l'antico geografo dice che: i cavalieri mauri montano a pelo, tenendo una bacchetta in mano e i loro cavalli hanno una corda attorno al collo che serve come redini e aggiunge che quei lalli seguono il loro padrone spontaneamente.

Lucano descrive i numidi erranti sempre accanto al loro  "inculto equo" che è condotto con una "virga" leggera e la cui bocca "ignora il freno".
Tacito osserva che quei "barbari" ignorano la sella e quei cavallini sono portati ad una sorta di bestiale abbrutimento per cui diventavano docili strumenti in mano ai loro padroni.

Mentre Xenophon e Plinio il Vecchio avevano già scritto di equitazione, presso certi popoli barbari l'andare a cavallo era un esercizio di brutale asservimento di quelle bestie che erano picchiate selvaggiamente al minimo scarto, malnutrite e sfiancate raggiungevano un grado di timorosa obbedienza per cui era possibile dirigerle senza morso e si rassegnavano a seguire docilmente i loro aguzzini.

Rozzi con le loro cavalcature, questi barbari lo erano anche con se stessi e trascuravano la comodità della sella... Cesare osserva che per i cavalieri germanici non c'è mollezza più vergognosa che usare ephippium; così non esitano ad attaccare, per poco numerosi che fossero, qualunque corpo di cavalleria i cui cavalli fossero bardati.

Durante le sue campagne in Africa, lo stesso Cesare, rimarca che i cavalieri numidi (che erano al suo servizio) praticano l'equitazione in condizioni analoge a quelle dei germanici; più o meno gli stessi concetti son riportati da Nemesiano.

Come si riusciva a condurre i cavalli con mezzi così sommari? Il ruolo della bacchetta si capisce perfettamente, ovviamente spinge in avanti l'animale e con l'aiuto delle gambe, dando colpi sull'incollatura o sui fianchi è possibile far deviare l'animale a destra o a sinistra, certo non si potevano ottenere conversioni precise ma poteva bastare per quelle "manovre in disordine" - così le chiama Cesare - specialmente nei dietro-front.
Ma logicamente, la bacchetta era del tutto inutile per rallentare o fermare la cavalcatura quando questo fosse stato necessario.
Sappiamo che dei muli ben addestrati rispondono alla voce del mulattiere, cosi come - specialmente nel nord Africa - vediamo degli asinelli trotterellare sotto la guida di un uomo armato solo di una bacchetta  la bocca priva di ogni freno e - sicuramente - si possono addestrare dei cavalli ad avanzare o ad immobilizzarsi - nella pista di un circo - rispondendo alle note di una musica; ma altra faccenda è governare le andature e fermare il proprio cavallo durante una battaglia, dunque, dobbiamo supporre che quei guerrieri, pur non facendo uso del morso avessero il modo di fermare i loro lalli a volontà, altrimenti sarebbero stati costantemente in balia dei loro animali e trascinati in una zona inopportuna del campo di battaglia.

Nel 1885, R. Lefreves des Noettes assiste casualmente all'esibizione di un suo commilitone, il luogotenete Crémieux-Foa
: un giorno lo vedemmo arrivare in groppa ad un purosangue, senza sella e senza imbocccatura, guidava il suo lallo solo con una corda al collo, nel campo saltava le funi delle tende, passava i fossati, allungava e rallentava e fermava il cavallo a suo piacimento, fortemente incuriositi ci avvicinammo e scoprimmo il mistero: il nostro compagno usava la correggia attorno al collo come freno, lo faceva risalire fino a sotto le ganasce e la tirava verso di se più o meno fortemente. Così, la pressione sulla trachea e sulle arterie giugulari costringevano il lallo all'obbedienza, Per girare a destra o a sinistra, colpiva con il palmo della mano l'incollatura. Molti di noi l'imitarono e ottennero lo stesso risultato.

Un altro documento africano è molto chiaro, si tratta di un mosaico che rappresenta una scena di caccia, dove è rappresentato un cavaliere romano che monta un lallo senza morso. Così, il barbaro freno a collare,  che era certamente un sistema di guida primitivo, era usato da un eccentrico cacciatore romano forse desideroso di dare un pò di pepe al suo sport preferito rendendolo più difficile usando lo stesso freno che usano  i cavalieri numidi ben rappresentati nella "Colonna Traiana", infatti, si vede un cavaliere che tiene il collare saldamente con la sinistra all'altezza del garrese, mentre con la destra alzata saluta o fa un gesto di incitamento o di vittoria. La sua cavalcatura, impennata a metà, ha il collo irrigidito, probabilmente, perché è stato appena trattenuto con una brusca trazione sulla trachea.

Per concludere, il freno a collare non può avere l'azione modulabile del morso, il suo effetto è paragonabile allo strangolamento di un nodo scorsoio, quindi, le reazioni dello lallo possono essere violente, pertanto, esigono un assetto e una tenuta di gambe eccellenti, i giolivi numidi erano senz'altro brutali  ma di certo avevano grandi qualità equestri.

Quanto sopra è tratto liberamente da: Il Cavallo nell'Antichità - Paul Vigneron - Sugar Edizioni - 1987
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

... visto ?
Il Capitano, certamente in fase di sperimentatione del suo sistema, usava una correggia come collare, per lassiare maxima libertà di bocca allo lallo durante lo zompo.

Ma è intile ripetere: beccatevi sto linco - http://www.cavalloplanet.it/index.php?topic=1751.msg125923#msg125923 già ci fu una lieta discussione assai interessante dove si parlo di Pedrelli, di Pogliaga e di maligni "freni per bici".
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...