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Lezione del cambiamento di piede

Aperto da Col. Paolo Angioni, Maggio 02, 2012, 03:32:14 PM

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Col. Paolo Angioni

Di seguito la traduzione della «Lezione del cambiamento di piede» dal libro del generale Decarpentry, Equitation académique, Emile Hazan éditeur, Paris 1964, pag. 233-236.

LEZIONE DEL CAMBIAMENTO DI PIEDE

Il cavallo dovrà essere perfettamente rilassato e calmo. Nel lavoro in cui lo condurrà, il cavaliere gli chiederà soltanto esercizi e movimenti che esegue volentieri e lo ricompenserà con una particolare generosità per la loro buona esecuzione.

Il cavaliere lo incamminerà in seguito, per esempio a mano destra, sul grande circolo inquadrato da tre pareti a un'estremità del maneggio. Dopo diversi giri al passo libero, il cavaliere chiederà la messa in mano, senza insistere nel piego diretto, in modo da ottenere un passo a quattro tempi perfettamente regolari, un po' accorciato, ma attivo.

Farà in seguito eseguire al cavallo un gran numero di partenze al galoppo destro, sempre nello stesso punto del circolo. La scelta di questo punto non è indifferente. Per il seguito della progressione è utile che si trovi nella parte del circolo inquadrata dalle pareti, a metà del lato corto, per esempio, in modo che il cavallo sia mantenuto del tutto naturalmente sul circolo senza intervento del cavaliere.

Ogni partenza sarà seguita soltanto da alcune battute di galoppo, concluse dal ritorno al passo dopo circa un mezzo circolo. Per ciascuna di queste partenze il cavaliere utilizzerà i soliti mezzi che impiegava precedentemente, aggiungendovi ogni volta «a mezza voce» , l'indicazione «galoppo!». Questo lavoro sarà proseguito finché il cavallo parta da sé, macchinalmente, per così dire, all'indicazione della voce, essendo appena necessaria quella degli altri aiuti.

Quando sarà ben stabilita questa prima «convenzione» tra il cavaliere e il cavallo, quest'ultimo sarà rimesso al passo disteso per un giro o due del maneggio, rimesso in seguito in mano, e al galoppo sinistro dopo aver ampiamente superato la metà del lato corto. Quando arriverà, sempre galoppando sul piede sinistro, a metà del lato corto, il cavaliere darà tranquillamente tutte le indicazioni del galoppo destro, compresa quella della voce, e attenderà, persistendo nelle sue indicazioni senza aumentarne in alcun momento l'intensità.

In generale il cavallo dà segno del risveglio della sua attenzione – e della sua perplessità – poi prova «qualche cosa», con maggiore o minore esitazione. Cerca di modificare la sua andatura, ne altera la regolarità, fa un certo numero di false battute davanti e dietro, e, dopo un certo tempo, talvolta abbastanza lungo, riesce a passare sul piede destro. Il cavaliere lo accarezza subito lungamente, lo lascia galoppare un giro o due, passa al passo, e dà un lungo riposo.

Se il cavallo non reagisce alla richiesta dei galoppo destro – ciò che è raro – o se smette di reagire prima di essere riuscito a passare al galoppo su questo piede – ciò che lo è meno – il cavaliere passa tranquillamente al passo, e richiede la partenza dal passo al galoppo destro con i mezzi impiegati precedentemente, accarezza, ripassa al passo dopo qualche battuta e rincomincia.

Non bisogna arrivare a tanto che nel caso in cui il cavallo non reagisca o non reagisca assolutamente più. Per quanto a lungo cerchi di reagire palesemente all'indicazione del cavaliere, bisogna lasciargli continuare i suoi tentativi. E' estremamente raro che essi non abbiano buon esito quando tutte le condizioni indicate sopra siano state soddisfatte. In ogni caso è soltanto quando il cavallo, non essendo riuscito a passare al galoppo destro, sembra, per l'assenza di reazioni, credere che ha raggiunto il risultato ricercato dal cavaliere, che conviene rimetterlo al passo per chiedere subito la partenza dal passo al galoppo destro.

Per dare le indicazioni del cambiamento di piede, il cavaliere avrà cura di avanzare l'assetto verso il pomo, di mantenersi verticale in scioltezza e di far portare il suo peso piuttosto sulle staffe che sulla sella.

Il tallone destro sarà decisamente applicato vicino alla cinghia, proporzionando la forza del suo appoggio alla sensibilità del cavallo e alla necessità di dargli una sensazione molto netta, senza essere in alcun modo dolorosa.

I richiami diretti della frusta sull'anca destra sono di un'efficacia certa e rapida con i cavalli che hanno ricevuto le lezioni del lavoro a mano, e possono essere impiegati ugualmente con gli altri, quando non manifestano una paura troppo viva per questa indicazione.
Le redini saranno riunite nella mano sinistra passiva, messa molto esattamente a metà tra le due spalle, tenuta bassa, e pronta a seguire le oscillazioni dell'incollatura, le dita più chiuse sulla redine destra che sulla sinistra.

Se il primo cambiamento di piede è ottenuto senza troppe difficoltà, come generalmente capita, e dopo aver percorso circa meno della metà del circolo, in questa prima lezione potranno essere fatte due o tre richieste successive, separate da lunghi riposi, per confermare il cavallo nella comprensione del senso di queste richieste, rimandando a ulteriori lezioni successive la ginnastica di perfezionamento di questo esercizio – e senza abusare della sua buona volontà.

Se, al contrario, questo primo cambiamento ha incontrato prolungate difficoltà, il cavaliere si accontenterà di un solo passaggio dal galoppo al galoppo, farà all'istante piede a terra e porterà subito il cavallo in scuderia.

Quest'ultimo caso capita raramente, ed è quasi sempre il risultato di un'insufficiente preparazione sia delle partenze al galoppo, sia, ancor più spesso, dei ritorni dal galoppo al passo, sui quali bisognerà ritornare pazientemente e accuratamente prima di riprendere lo studio del cambiamento di piede.

Quando il cambiamento di piede dall'esterno all'interno sul circolo è eseguito in modo netto e facile nel punto scelto, il cavaliere farà variare questo punto, finché il cavallo cambia altrettanto bene in tutti i punti del circolo.

Lascerà allora il circolo per prendere la pista, e vi chiederà dapprima il cambiamento dall'esterno all'interno, aiutandosi le prime volte con il passaggio dell'angolo, largamente arrotondato.
Poi il cambiamento sarà richiesto, sempre sulla pista, dall'interno all'esterno, dapprima verso la metà dei lati lunghi, poi su tutta la loro lunghezza, eccetto che in prossimità degli angoli.

In questa parte del lavoro è la rettitudine delle posizione del cavallo, e la sua conservazione durante il cambiamento, che sarà il principale oggetto dello studio del cavaliere. La presenza della parete dalla parte del nuovo galoppo facilita al cavaliere la percezione di questa rettitudine, e contribuisce ugualmente a impedire alle anche di deviare da questa parte.

Quando il cavallo esegue perfettamente e facilmente, alle due mani, i due cambiamenti di piede sulla pista, sarà ricercato lo stesso risultato sulla linea retta lontano dalla parete, all'interno del maneggio.

Infine l'addestratore affronterà lo studio del cambiamento dall'interno all'esterno sulla linea curva, dapprima del più grande raggio possibile, poi progressivamente diminuito fino al circolo da otto a dieci metri di diametro.

E' il grado di perfezione di questo cambiamento sul circolo dall'interno all'esterno che dà nel modo più esatto la misura del valore dei risultati ottenuti nella ricerca del cambiamento di piede isolato, essendo questa perfezione messa in risalto, inoltre, dal mantenimento della rettitudine del cavallo, dalla sua calma, dalla disinvoltura, dalla nitidezza e dall'ampiezza dell'inversione del galoppo.