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Ma qui, parla almeno un maniscalco?

Aperto da alex, Agosto 16, 2012, 10:50:46 AM

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alex

#15
Non solo,c'è un altro effetto nefasto. La competizione fra scuole crea controversie, non discussioni; l'evidenza dei fatti non è più il termine di paragone, ma al contrario cede ai "principi della scuola" e viene ignorata o negata, quando non si accorda con i "principi". Ci si abitua, sistematicamente, alla menzogna, alla disonestà sistematica per dovere di appartenenza, più o meno consapevole; un po' come nei partiti politici.

E' per questo che un "approccio fra scuole" crea raramente una conoscenza condivisa, e invece ci si destreggia fra pareri discordanti e contradditori, che tocca scegliere con vari criteri: l'autorevolezza, la fiducia, oppure, come spesso avviene... il puro caso.

Certo è che se io avessi un cavallo in laminite acuta, mi incaxxerei non poco a sapere che sulle cose da fare immediatamente ci sono tre o quattro teorie opposte, nessuna delle quali cede di un millimetro alle antagoniste.... e ognuna magnifica i suoi risultati, e dice peste e corna di quelli degli altri.

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Miky Estancia

Citazione da: alex - Agosto 17, 2012, 07:48:06 PM
Approfitto di questo topico per lanciare un appello ai maniscalchi di più ampie vedute.

Riappriopriatevi del pareggio, e in particolare del pareggio barefoot! Chi meglio di voi potrebbe eseguirlo? Chi meglio di voi, se dotato di assoluta obiettività, che sarà premiata dalla fidelizzazione del cliente (anche se qualche cliente ridurrà il numero di chiamate) è in grado di spiegare, per filo e per segno, vantaggi e svantaggi della ferratura e della "non ferratura" e consigliare al meglio il cliente?

Vi sono luoghi comuni vecchi di secoli sui vantaggi della ferratura, e luoghi comuni freschi freschi, ma ampiamente infettivi perchè "nuovi", sui vantaggi della sferratura. Occorre superare gli uni e gli altri. Per ogni cavallo, per ogni situazione, per ogni proprietario vi è un sistema "ideale" di governo del piede, e c'è bisogno di qualcuno che guidi il proprietario nella scelta.

E poi, amici maniscalchi, c'è il campo drammatico delle patologie gravi e invalidanti, laminite e navicolite innanzitutto; vi chiedo "col cuore in mano" di fare quello che suggerisce Fiaschi, "padre" della mascalcia scritta:

Non mancherà egli di leggere sempre pareri di diversi, cosi vecchi, come moderni, per farsi ben di questa virtu pratico, & sciente. Stia anco con l'occhio aperto all'altrui prove, & fatti; per vedere come riusciscono. Et ragionandosene apra l'orecchie, per intendere più opinioni, & pareri, facendo etiam spesse volte prove delle cose, non perdonando à fatica nè mentale, nè corporale.

(Cesare Fiaschi

Alex, sono compagna e moglie di maniscalco di "ampie vedute" da 14 anni. Da quando stiamo insieme, frequentiamo la "cena dei maniscalchi", offerta da un venditore di ferri, alla quale partecipano moltissimi validi professionisti del Piemonte e a volte della Lombardia. La maggior parte dei professionisti con i quali ho avuto la fortuna di cenare e conversare, mi sono parsi, oltre che veramente appassionati del loro mestiere, anche di ottima preparazione, esperienza e apertura mentale. Molti di loro so che frequentano corsi di aggiornamento e perfezionamento (ad un paio di corsi ho presenziato pure io, unica donzella col pallino della cultura, anche se il mio massimo contributo nel lavoro di mio marito, è quello di fare occasionalmente da aiutista, passargli gli attrezzi, ripulire e raddrizzare qualche ferro, passargli i chiodi, stare davanti a cavalli schizzinosi e sciocchezzuole del genere).

Il problema, non sono i maniscalchi (e con questo termine intendo i maniscalchi veri, quelli che sanno veramente cosa fanno e che sanno benissimo come si pareggia un cavallo scalzo e hanno esperienza tale da sapere consigliare come si conviene il cliente, sia per il cavallo scalzo che per il cavallo ferrato, sano o con patologie di vario genere e natura), ma le persone.
Il livello culturale del cliente medio, è basso. Troppo sovente le persone cercano di acculturarsi, ma i risultati sono deludenti, scadenti. Troppo spesso finiscono per essere attratti da una ideologia solo per risparmio economico. Troppo spesso vengono tratti in inganno da corsi e corsetti che li illudono di diventare esperti in un certo campo. E dopo quel corsetto, non solo hanno speso soldi per non imparare nulla, ma anzi, ne escono con convinzioni strane e presunzione di saper giudicare il lavoro altrui.

Di qui, la convinzione ovviamente errata che un maniscalco non sappia come si pareggia un cavallo per farlo stare scalzo e via discorrendo.

Manca la cultura di base e molto sovente anche l'umiltà. E dove manca l'umiltà, anche in presenza di una discreta cultura, non si può dare una guida, non viene accettata, perchè il cliente ha la presunzione che la sua cultura possa ampiamente superare quella del professionista, dimenticandosi totalemente che il professionista non ha solo cultura, ma anche e soprattutto esperienza pratica.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Nicola

Citazione da: Miky Estancia - Agosto 19, 2012, 07:06:01 PM
dimenticandosi totalemente che il professionista non ha solo cultura, ma anche e soprattutto esperienza pratica.

E qui sta il problema, ovvero l'inversione del percorso, la saggezza (che saggezza non è) basata sul mito che valga "più la pratica della grammatica". La grammatica è altrettanto importante, la grammatica va aggiornata, condivisa, compresa nella propria evoluzione.

Certo non basta studiare una lingua per diventare uno scrittore, ma non esiste scrittore di una qualche rilevanza che non padroneggi la lingua, e ne studi approfonditamente tutti gli aspetti.
Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

piciopacio

In generale, e in particolare per la letteratura hai ragione, per l'equitazione no.

Tutte le cosiddette novità degli ultimi anni altro non sono che tentativi di mettere in linguaggio scientifico ciò che è ampiamente consolidato dalla pratica e nel linguaggio specifico equestre.

Pressione - aiuti; condizionamento operante - punizioni e premi; scomodità - dolore; discesa di mano - rilascio pressione ecc. ecc.

alex

Citazione da: piciopacio - Agosto 19, 2012, 10:33:17 PM
In generale, e in particolare per la letteratura hai ragione, per l'equitazione no.

Tutte le cosiddette novità degli ultimi anni altro non sono che tentativi di mettere in linguaggio scientifico ciò che è ampiamente consolidato dalla pratica e nel linguaggio specifico equestre.

Pressione - aiuti; condizionamento operante - punizioni e premi; scomodità - dolore; discesa di mano - rilascio pressione ecc. ecc.

Fosse pure anche così, sarebbe importantissimo. Chiarirebbe - come dev'essere chiarito - che l'equitazione non è cosa a sè, che necessiti di un suo linguaggio esoterico per gli aspetti fondamentali dell'apprendimento animale, ma rientra a pieno titolo, con le sue particolarità, nel capitolo più generale della psicologia animale e nella teoria dell'apprendimento. Che confusione ci sarebbe (e quarda caso in ippologia c'è ancora) se i vari organi omologhi degli animali avessero un nome diverso in ciascuna specie? Non è più chiaro chiamare il secondo osso falangeo P2 (Phalanx 2) invece che "piccolo pastorale", e P3 il terzo, invece che "osso triangolare", chiarendo che sono falangi?

E poi diciamolo: quanti, fra i cavalieri, anche quelli che fanno cose egregie, in pratica, saprebbero spiegare con chiarezza perchè, e come, lo fanno? Sarà o non sarà ben più chiaro il concetto "rilascio istantaneo della pressione" piuttosto che "discesa di mano"? Non è più chiaro che il principio vale per TUTTE le pressioni, siano esse di mano.... che di qualsiasi altra cosa?





La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Nicola

Citazione da: piciopacio - Agosto 19, 2012, 10:33:17 PM
In generale, e in particolare per la letteratura hai ragione, per l'equitazione no.

Tutte le cosiddette novità degli ultimi anni altro non sono che tentativi di mettere in linguaggio scientifico ciò che è ampiamente consolidato dalla pratica e nel linguaggio specifico equestre.

Ed invece, a mio parere, l'equitazione non fa eccezione, conferma la regola.

Stephen King non avrebbe potuto vendere milioni di copie se non ci fosse stato Poe, che portò il genere nero al rango di vera letteratura. Ma l'utente medio dei libri di King poco sa di Poe, di Shelley, etc.

Intendiamoci, non è detto che il lettore acuto che comincia leggendo King non possa arrivare a Poe, come non è detto che da Parelli non si possa giungere a Rarey ed al Generale.

E' questione di volontà e di propensione allo studio: e così da Jackson e Ramey si può arrivare a Senofonte.

Una volta ben salde le radici, è ben lecito aspirare a crescere.

Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

Miky Estancia

Citazione da: piciopacio - Agosto 19, 2012, 10:33:17 PM
Tutte le cosiddette novità degli ultimi anni altro non sono che tentativi di mettere in linguaggio scientifico ciò che è ampiamente consolidato dalla pratica e nel linguaggio specifico equestre.


Mi trovo daccordo col tuo pensiero.

Citazione da: alex - Agosto 19, 2012, 11:20:53 PM

E poi diciamolo: quanti, fra i cavalieri, anche quelli che fanno cose egregie, in pratica, saprebbero spiegare con chiarezza perchè, e come, lo fanno?


Alcuni arrivano a fare cose egregie perchè seguono l'istinto (o hanno il fondello di trovare "il cavallo"). Se si fermano ad analizzare i fatti, arrivano a capire perchè l'istinto li ha portati a così alti livelli. Altrimenti le cose egregie rimangono limitate ad una particolare circostanza e non si ripetono più....basti pensare al cavaliere super fenomeno con "quel" cavallo, che ritorna ad essere un cavaliere mediocre quando cambia cavallo. Che poi lo sappiano spiegare...bèh, l'importante è che capiscano il perchè, che lo sappiano divulgare non è così fondamentale a meno che non scelgano la strada dell'insegnamento.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.