• Welcome to Cavallo Planet - Forum Per gli appassionati di equitazione inglese e americana... e di cavalli..

Sentire il trotto

Aperto da alex, Gennaio 24, 2017, 12:28:42 AM

« precedente - successivo »

Kimimela

Citazione da: Ungarina - Gennaio 24, 2017, 10:56:46 AM
Ho assistito ad una lezione in cui l'istruttore chiedeva ai ragazzi di dire in quale momento il cavallo poggiasse i piedi che chiedeva, ad esempio anteriore destro poi posteriore sinistro ecc. Panico, mi sono rimessa in sella e temo che lo chiederà anche a me e io credo di non averci mai fatto caso. E non saprei come fare.
presente! fatto!
ungarina e' una questione di "feel"....se chiudi gli occhi e ti concentri poi lo senti.
ci vuole un po', puo' non essere immediato ma io e' una cosa che ho sempre fatto, soprattutto sul trotto cerco sempre di capire la diagonale senza guardare  :pollicesu:
a volte la sento a volte no...ma e' un bellissimo esercizio
La Medicina (Canto Apache)
"Il vento e' la mia medicina che spazza via le pietre dalla mia mente. La pioggia e' la mia medicina che lava le mie ossa stanche.
Il mio cavallo è la mia medicina, e quando cavalco il ritmo del suo passo dentro mi accende"

gi.

Ho montato in campagna molto, da più giovane(il secolo scorso) con mio padre, il quale ha percorso in lungo e in largo con mia madre praticamente tutto il Canavese e gran parte del monferrato. Mi ha sempre insegnato che le andature ideali per macinare strada senza rovinare i cavalli, sono il passo, che deve essere un bel passo, non da funerale come si usa dire, e proprio quel trottino, trotterellino che dir si voglia che adopera Alex. Quell'andatura risulta ovviamente  più veloce del passo  e si percorre strada, risparmiando tendini e nodelli ai cavalli, perché il cavallo non "sbatte" a terra i piedi come quando esegue un trotto medio, o addirittura allungato. Le selle che abbiamo sempre adoperato sono quelle da equitazione, "inglesi" con una staffatura giusta, ideale per potersi sollevare e superare un tronco o un fosso. Mi ha insegnato che già al passo, oltre alla mobilità del bacino, il cavaliere deve "camminare" con il cavallo, caricando un po' di peso, ora su una staffa , ora sull'altra e assieme all'arto che posa terra. Per quell'andatura , quel trotterellino, il cavaliere si solleva dalla sella di un nonnulla, quasi zero, si lascia sollevare di un niente,un foglio di carta, caricando anche qui il peso sull'interno coscia e sulle staffe accordandosi con un diagonale, per cambiarlo di  sovente( affina la sensibilità del cavaliere, cambia senza guardare, lo sente con maggior facilità) . È molto bello con quel trotto percorrere sentierini in mezzo ai boschi che serpeggiano, ci si accorda velocemente con il cavallo, camminando( se così si può dire) insieme a lui, zigzagando tra le piante. Spero di essermi spiegato. È  un'andatura speciale per la campagna, soprattutto per  uscite di parecchie ore. All'inizio non è semplicissimo, né per il cavallo , né per il cavaliere, ma poi risulta un'andatura comoda per entrambi.   

carodubbio

Citazione da: gi. - Gennaio 25, 2017, 12:03:22 PM
Ho montato in campagna molto, da più giovane(il secolo scorso) con mio padre, il quale ha percorso in lungo e in largo con mia madre praticamente tutto il Canavese e gran parte del monferrato. Mi ha sempre insegnato che le andature ideali per macinare strada senza rovinare i cavalli, sono il passo, che deve essere un bel passo, non da funerale come si usa dire, e proprio quel trottino, trotterellino che dir si voglia che adopera Alex. Quell'andatura risulta ovviamente  più veloce del passo  e si percorre strada, risparmiando tendini e nodelli ai cavalli, perché il cavallo non "sbatte" a terra i piedi come quando esegue un trotto medio, o addirittura allungato. Le selle che abbiamo sempre adoperato sono quelle da equitazione, "inglesi" con una staffatura giusta, ideale per potersi sollevare e superare un tronco o un fosso. Mi ha insegnato che già al passo, oltre alla mobilità del bacino, il cavaliere deve "camminare" con il cavallo, caricando un po' di peso, ora su una staffa , ora sull'altra e assieme all'arto che posa terra. Per quell'andatura , quel trotterellino, il cavaliere si solleva dalla sella di un nonnulla, quasi zero, si lascia sollevare di un niente,un foglio di carta, caricando anche qui il peso sull'interno coscia e sulle staffe accordandosi con un diagonale, per cambiarlo di  sovente( affina la sensibilità del cavaliere, cambia senza guardare, lo sente con maggior facilità) . È molto bello con quel trotto percorrere sentierini in mezzo ai boschi che serpeggiano, ci si accorda velocemente con il cavallo, camminando( se così si può dire) insieme a lui, zigzagando tra le piante. Spero di essermi spiegato. È  un'andatura speciale per la campagna, soprattutto per  uscite di parecchie ore. All'inizio non è semplicissimo, né per il cavallo , né per il cavaliere, ma poi risulta un'andatura comoda per entrambi.


:perfect: questa si che  è equitazione piacevole e corretta

gi.

Grazie Carodubbio. Io ho iniziato così, poi ho spensato che una cosa non esclude l'atra e così ho praticato anche l'agonismo.Non ho mai dimenticato però quel modo di montare in campagna e così in passeggiata portavo i cavalli da concorso.Qualcuno all'epoca sosteneva che facevo male, che alcuni cavalli sarebbero divenuti  ingestibili in campo, invece il più delle volte ho avuto ragione. Anzi molti cavalli migliorarono.Montando in campagna in quel modo, i cavalli piano piano, senza riunioni ma  impegnando i posteriori, divenivano ogni giorno sempre più alla mano. Il semplice fatto poi di passare ore in sella ci si affiatava. Montando con andature lente, i cavalli non si eccitavano e non si rovinavano, anzi, si formavano. Oggi monto poco, ma quando esco ricerco ancora quel tipo di monta. Poi con questo anch'io di tanto in tanto, dove il terreno lo consente, vado, sempre però nel rispetto del cavallo.

carodubbio

Citazione da: gi. - Gennaio 25, 2017, 07:57:07 PM
Grazie Carodubbio. Io ho iniziato così, poi ho spensato che una cosa non esclude l'atra e così ho praticato anche l'agonismo.Non ho mai dimenticato però quel modo di montare in campagna e così in passeggiata portavo i cavalli da concorso.Qualcuno all'epoca sosteneva che facevo male, che alcuni cavalli sarebbero divenuti  ingestibili in campo, invece il più delle volte ho avuto ragione. Anzi molti cavalli migliorarono.Montando in campagna in quel modo, i cavalli piano piano, senza riunioni ma  impegnando i posteriori, divenivano ogni giorno sempre più alla mano. Il semplice fatto poi di passare ore in sella ci si affiatava. Montando con andature lente, i cavalli non si eccitavano e non si rovinavano, anzi, si formavano. Oggi monto poco, ma quando esco ricerco ancora quel tipo di monta. Poi con questo anch'io di tanto in tanto, dove il terreno lo consente, vado, sempre però nel rispetto del cavallo.


Con me sfondi un portone spalancato.

Le mie prime esperienze sono con Alberto uscivamo con i cavalli scalzi per la campagna, poi con il tempo ho imparato piu cose e faccio agonismo a livello basse categorie, ma nel recuperare i cavalli uso il metodo della equitazione di campagna , anche se come surrogato vado per il paesino e per strade asfaltate

alex

Gi. e carodubbio: spero che parliamo della stessa cosa e delle stesse sensazioni. Controprova: è vero che per passare da un buon passo a quel trottino appena un po' più veloce di quel passo, e contrario, sembra che basti il pensiero?
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

carodubbio

Citazione da: alex - Gennaio 25, 2017, 11:46:18 PM
Gi. e carodubbio: spero che parliamo della stessa cosa e delle stesse sensazioni.

Penso di si, magari usiamo termini diversi ma la solfa resta la stessa,le prime volte che andavo all'ippodromo di Corridonia , da subito ho visto che lo stile di vita fatta fare ai galoppini era troppo piena di stress, e gli allenamenti mattutini troppo ripetitivi e altamente fatti contro voglia dai cavalli che si sentono costretti in una vita a circolo chiuso senza avere mai giorni rilassanti, ma va da se che la vita lascia poco margine ai sognatori come me

gi.

Montare a cavallo ovviamente si usano gli aiuti e per esperienza, se ci si affina con un cavallo, spesso basta il pensiero. Il pensiero, il cervello, trasmette ai muscoli del nostro corpo di azionarsi, magari in modo impercettibile, non visibile dall'esterno e sovente non percepibile nemmeno da noi stessi, ma dal cavallo si. Prima di parlare del trotterello, o trottino, mi capita sovente( ancor di più quando entravo in campo per un percorso, o in campagna all'aperto, o nei sentieri con con l'erbetta in mezzo, quelli non dov'è possibile galoppare in cadenza) di mettere il cavallo di galoppo solo pensando.In gara pensavo come partire per affrontare il percorso e partivo, idem in prato all'aperto o in un sentiero. Non pensavo mai per esempio, metto la gamba così, tengo la redine colà ecc. Pensavo e partivo. Mentre con quei cavalli che non hanno un buon passo, che avanzano privi di impulso naturale occorre adoperarsi. Con questi mio padre mi ha sempre detto:devi cercare di insegnarli a camminare. Si perchè il passo non lo si insegna.Il cavallo ha un buon passo o non ce l'ha. Ad esempio i cavalli da dressage che non hanno un buon passo naturale magari fanno tutto "perfettamente"e poi nel passo perdono punti. Allora con quei cavalli lenti, si deve cercare di renderli sensibili alle gambe cercando di fare allungare il passo. Solitamente alle prime richieste  passano al trotto, e non a quel bel trotterellino.Il cavaliere piano piano farà fare parecchie transizioni al cavallo, fino a che il cavallo camminerà con un passo almeno discreto, con un po' di impulso, per passare a quel trotterellino, simile ambio. Il cavallo dovrà impegnare un po ' i posteriori .Diventerà un dialogo continuo, fatto  di pensiero e di azioni sempre più delicate, fino ad annullarsi o quasi.

Se posso riporto di seguito quanto da me scritto sul mio libro al capitolo dedicato all'equitazione di campagna,dove descrivo ( credo con maggior chiarezza) proprio le andature che prediligo, sperando di non essere ripreso....

Le mie uscite in passeggiata solitamente erano brevi, ma in più di un occasione furono anche di sette ore consecutive e per più giorni. In ogni situazione e senza ingombro alcuno, la sella da equitazione mi ha sempre concesso libertà nei movimenti. Mi preoccupavo tutt'al più che il cavallo non venisse fiaccato dalla sella e che eseguisse andature raccorciate per non procurargli danni (ad eccezione del passo che lo richiedevo sostenuto anche per tratti discretamente lunghi). Ad esempio, nel trotto medio e ancor di più nel trotto allungato la posata del bipede è piuttosto violenta e, se eseguito per lunghi tratti su terreni duri come stradine inghiaiate o asfalto,procura danni a tendini e nodelli. Per questo motivo ho sempre preferito eseguire un piccolo trotto, su terreni buoni.
Per le stesse motivazioni anche il galoppo era contenuto e la cadenza era dettata ovviamente dal terreno e dalle ore che presumevo trascorrere in sella. Pur montando in avanti e concedendo libertà
d'incollatura ho sempre cercato di tenere attivi i posteriori in modo che il cavallo procedesse con equilibrio e impulso, con il treno anteriore leggero e le spalle libere di muoversi.

Pur rispettando le esigenze dei miei cavalli, laddove il terreno e la situazione permetteva, nulla mi ha mai proibito di raggiungere la massima velocità per ogni andatura e di superare ostacoli naturali.