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Pericolo e rischio

Aperto da alex, Ottobre 12, 2015, 05:29:49 PM

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alex

Posto di fronte improvvisamente ai due concetti pericolo e rischio ho avuto un attimo di smarrimento; eppure sono cose ben diverse.

Un esempio illuminante: un oggetto pesante sospeso trattenuto da una corda è un pericolo (la corda potrebbe spezzarsi e il carico precipitare) ma il rischio di danni alle persone è nullo se nessuno sta nell'area dove il carico, precipitando, si spataccherebbe e spataccherebbe pure tutto ciò che incontra nella caduta. Il pericolo è intrinseco nel carico sospeso, il rischio è invece la probabilità che l'eventuale incidente provochi un danno.

Il rischio è misurabile, l'unità di misura è la cosiddetta magnitudo, che è il prodotto della gravità delle conseguenze x la probabilità dell'evento. La magnitudo di un rischio di incidente gravissimo è bassa, se è bassissima la probabilità che l'evento si verifichi; se vi colpisce un grosso meteorite, le conseguenze per la vostra salute sarebbero serie   :blob3: ma la probabilità che questo avvenga è insignificante, quindi non occorre preoccuparsene: la magnitudo del rischio è infima. Ma anche la probabilità di essere colpiti da un fulmine è bassissima, eppure.... succede; il problema è che i valori piccolissimi sono  molto disomogenei e difficili da valutare correttamente "a occhio"; la probabilità uno su un miliardo è bassissima, la probabilità uno su un milione è anche lei bassissima, ma la seconda è mille volte più grande della prima. I fulmini li dobbiamo temere, è giustificato preoccuparsene e ridurre il rischio con specifiche azioni.

Che c'entra in un forum di equitazione? Ovvio: il cavallo è pericoloso, ma il rischio varia a seconda delle situazione, e possiamo in qualche misura controllarlo e ridurlo; mai portarlo, però, a zero. Perfino se passeggiamo per la strada, ignari dei cavalli e del loro magico mondo.... un pochino rischiamo; due recenti incidenti, uno con cavalli attaccati, uno con un cavallo montato, hanno coinvolto spettatori o passanti.



La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

carodubbio

Nel mio settore edile , siamo stati formati con vari corsi per la valutazione dei rischi.

Naturalmente per noi UOMINI DURI :cheesy3:  ci veniva da ridere, ma con il tempo prendi coscienza che imparare a valutare  i rischi richiede impegno e conoscenza.

Nicola

Ciò che scrive Alex è il principio sotteso al famigerato Decreto 81/08 (che ha sostituito la 626).

Purtroppo di persone che, in equitazione, sappiano valutare correttamente il rischio connesso ad un dato pericolo, ce ne sono davvero poche.

Perché poi tutti caschiamo nell'errore, dopo tanti anni di consuetudine con gli equini, di sottostimare i rischi. 
Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

alex

#3
Facciamo un passetto in avanti. Il discorso è del tutto generale, l'applicazione alle attività connesse ai nostri quadrupedi è tanto ovvia che non la ripeterò. se non di quando in quando.

Ad ogni azione è connesso un beneficio (è l'obiettivo dell'azione, se l'azione ha uno scopo); ma inevitabilmente è anche connesso un rischio (che qualcosa vada storto, che fra le conseguenze dell'azione ve ne siano anche di sgradevoli). Ogni azione è quindi gravata da un rapporto fra benefici e rischi; c'è un magnifico modo di dire, una domanda che si pone chiunque voglia fare azioni consapevoli: "ne vale la pena?" Il soggetto sottinteso è "il beneficio atteso" dell'azione; "la pena" è la somma degli aspetti   negativi della stessa azione (fatica, tempo, denaro, rischi di incidenti vari). Questo modo di dire indica la consapevolezza che questi aspetti negativi ci sono; c'è una "pena" incombente in ogni azione anzi: in ogni scelta fra "fare" e "non fare" (perchè anche non fare è, da un certo punto di vista, una specie di azione).

La cosa curiosa è che moltissime azioni si prefiggono.... la riduzione di un rischio! Se ci pensate, vale per la quasi totalità degli atti medici; la terapia limita il rischio che la malattia NON guarisca da sè con conseguenze più o meno gravi. Un buon addestramento del quadrupede limita il rischio che il cavallo ci disarcioni o ci prenda la mano spappolandoci da qualche parte.

Ora queste azioni, che si prefiggono di ridurre il rischio, sono anch'esse gravate da un certo rischio; come abbiamo detto, TUTTE le azioni sono gravate da rischi; un antibiotico, somministrato per ridurre il rischio che un'infezione si evolva in setticemia, espone però al rischio di una reazione grave da farmaci, potenzialmente letale.

E allora? Allora bisogna saper misurare i rischi, e scegliere solo quelle azioni in cui il famoso rapporto rischi/benefici è  favorevole anzi: fortemente favorevole. Attenzione: bisogna saper misurare il rischio reale, non quello percepito; bisogna avere a disposizione numeri, almeno in termini di ordini di grandezza. Quando abbiamo a che fare con rischi molto piccoli, è facilissimo che la nostra percezione non funzioni; possiamo sbagliare di parecchi ordini di grandezza - sopravalutare o sottovalutare i rischi reali di migliaia o decine di migliaia di volte.

Il semplice confronto fra rischi, non corredato da numeri sulla loro probabilità, ci può portare a scelte dissennate; possiamo creare con le nostre mani una situazione mille volte più rischiosa di quella che ci preoccupa.





La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

silviasco

Citazione da: alex - Ottobre 12, 2015, 10:22:31 PM
Quando abbiamo a che fare con rischi molto piccoli, è facilissimo che la nostra percezione non funzioni; possiamo sbagliare di parecchi ordini di grandezza - sopravalutare o sottovalutare i rischi reali di migliaia o decine di migliaia di volte.

Il semplice confronto fra rischi, non corredato da numeri sulla loro probabilità, ci può portare a scelte dissennate; possiamo creare con le nostre mani una situazione mille volte più rischiosa di quella che ci preoccupa.

È esattamente ciò che ha portato, in Italia, ad avere un assurdo 40% abbondante di tagli cesarei (con eclatanti casi di zone intorno all'80%), percepiti come più sicuri di un parto naturale contro ogni evidenza scientifica possibile e immaginabile. O come una serie di pratiche pseudo mediche che ostacolano il normale decorso di un travaglio fisiologico portando complicanze che poi inevitabilmente si devono risolvere in cesareo... Tutte, assolutamente, in contraddizione con le linee guida OMS, ma talmente radicate come prassi che se ne parli i medici ti guardano come un marziano... I curiosi potranno controllare sul sito OMS come dovrebbe essere gestito un travaglio fisiologico e quanto sono distanti i propri ospedali (eccetto alcuni casi eccellenti di ospedali in cui, infatti, le percentuali di cesarei sono molto basse).
Del resto, basta instillare nella donna la paura di rischi vari sin dall'inizio della gravidanza, unico periodo della vita in cui si va dal medico per sapere se stai bene e non se ti senti male.
Dalla mia prima gravidanza in poi, ho iniziato a dubitare seriamente del mondo medico, purtroppo, e poi la pediatria mi ha dato tristi conferme in tal senso... Vogliamo poi parlare di quanto i medici rispettino le linee guida di prescrizione degli antibiotici? Perché non è poi bello rigirarsi in mano il foglietto rosa e domandarsi se la cura servirà davvero o no, e non è che uno può sempre sciropparsi letteratura scientifica o linee guida sanitarie per saperlo. Vorrei poter essere certa che sia il mio medico a fare queste verifiche per me, purtroppo la loro principale fonte informativa non è Lancet né l'istituto superiore di sanità, ma quei tizi con valigetta che si infiltrano fra un paziente e l'altro. Finché la formazione dei medici è in mano agli informatori delle case farmaceutiche, dovremo convivere col rischio iatrogeno.
Tutto ciò, fatto salvo il massimo ed altissimo rispetto che nutro per tutti quei medici scrupolosi che si aggiornano, e fanno la fatica di adeguare le loro pratiche a ciò che apprendono, ed anche per quelli che ci provano, e magari riescono solo in parte per l'ostilità del loro ambiente.

alex

#5
Bello l'esempio dei tagli cesarei. Spiega molte cose. Ma va approfondito. Una possibile risposta al "perchè avviene" me l'ha data un collega ostetrico, anche lui molto appassionato di queste questioni, e l'ha trovata dopo esaminata la casistica di processi per colpa medica grave, correlati ai tagli cesarei. Spero che mi abbia riferito bene: in ogni caso, relata refero.

Quanti sono i processi e le condanne a carico di medici che NON hanno praticato un taglio cesareo, e il neonato, è morto? Moltissimi.
Quanti sono i processi e le condanne a carico di medici che hanno praticato un taglio cesareo, e il neonato è morto? Nessuno (o pochissimi).

Eppure è matematico: devono esistere dei neonati morti a causa del cesareo inutile; saranno pochi, ma non è possibile che non ce ne sia nessuno.  Ma nel secondo caso, la percezione è che  il neonato "è morto nonostante l'intervento"; mentre nel primo  caso, la percezione è che il neonato "è morto a causa del mancato intervento". Nel secondo caso la denuncia non scatta mai; nel primo, scatta spessissimo.

Opposta la situazione per i vaccini obbligatori. In questo caso, dei veri "procuratori di allarme" hanno convinto l'opinione pubblica che i vaccini sono pericolosi. E allora molti medici saranno chiamati a rispondere delle conseguenze (possibili) della somministrazione di un vaccino; ben pochi saranno chiamati a rispondere delle conseguenze di NON aver vaccinato.

Ho l'impressione che l'equitazione e l'ippologia siano pieni di queste "false percezioni del rischio", ma ho rinunciato alla più piccola speranza che qualcuno cominci a "dare i numeri", unico modo per valutare correttamente i rischi del fare, o del non fare; del fare in un modo, oppure del fare in un altro modo.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

silviasco

La percezione del rischio è facilmente alterabile anche laddove sono disponibili ampie evidenze numeriche, come dimostrato dal caso del parto, a causa della sudditanza psicologica nei confronti dell'esperto. Che se ne approfitta presentando una realtà molto addomesticata.
Quante donne accetterebbero il cesareo programmato se il medico, anziché dire qualcosa come "signora, facciamo un bel cesareo e via", dicessero: "signora, se la sente di affrontare un rischio di morte materna 6 volte superiore, più svariati altri rischi di complicanze "minori" in cambio del privilegio di scegliere sulla mia agenda il giorno e l'ora più convenienti per far nascere suo figlio?". Ma no, via, sembrerebbe indelicato, la gestante potrebbe impressionarsi... Eppure la seconda frase è molto più realistica della prima e consentirebbe alla gestante di fare una scelta informata, e sicuramente migliore per sé e suo figlio.
Il punto è che oggigiorno, grazie alle migliori condizioni di salute ed ad una semplice ecografia in gravidanza (una, non dieci!), è semplicemente irrisorio il rischio di morire di parto, al punto che resta irrisorio perfino quando è 6 volte maggiore!
Scusate se insisto sul tema, ma proprio di recente ad una amica hanno fatto preferire così il terzo cesareo programmato, piuttosto che, se non altro, quantomeno un cesareo a travaglio avviato, altrettanto "rischioso" per la madre ma molto meno per il neonato! Quando qualche anno fa, in altra regione, un'altra mia amica fece un secondo cesareo in corso di travaglio ed un terzo parto naturale! Per la cronaca, le statistiche OMS dicono che almeno il 75% dei parti dopo un cesareo potrebbero avvenire per via vaginale, ma tant'è, in certe regioni non ci sentono, e piuttosto che cambiare le prassi si continua allegramente così.

Tornando agli equini, quanto pesa la sudditanza psicologica verso il proprio addestratore/istruttore/ gestore di maneggio nel non accorgersi che la tal gestione sta rendendo il nostro equino pericoloso?
Si pone, in equitazione, lo stesso problema della gestante dal ginecologo? Ossia che ci si fida ciecamente di questo o quel sistema, di questa o quella persona, al punto di non accorgersi dei segnali che mostrano che non sta funzionando?

alex

Sono d'accordo sulla sudditanza psicologica caso per caso, ma bisogna considerare che anche l'esperto soffre di una diversa sudditanza, nei confronti dell'opinione pubblica e dei luoghi comuni diffusi "democraticamente" alla maggioranza della popolazione, giudici compresi. In ambiente privatistico, è ovvio che un cesareo "rende di più" di un parto naturale e che quindi ci sia un vantaggio economico a proporre/a non dissuadere dal cesareo; in ambiente pubblico i vantaggi sono enormemente inferiori - anche perchè un alto numero di cesarei è un incicatore di scarsa qualità dell'assistenza ostetrica, quindi non premia, ma punisce. Tuttavia, il peso delle aspettative della popolazione e del luogo comune "il cesareo salva la vita" agisce ugualmente, nonostante che non porti vantaggi, se non quello (non irrisorio) di evitare una incriminazione se le cose vanno male per un cesareo non fatto.

In equitazione ho visto un fenomeno simile con la famosa Cook. L'idea corrente, diffusa fra gestori, istruttori, cavalieri e quindi giudici, è che l'imboccatura sia più sicura di una testiera senza imboccatura, soprattutto in uscite fuori del maneggio. Io ho motivi per rinenere che sia falso. ma quando ho cercato di esporli, mi è stato ribattuto: Non mi interessa; il fatto è che se succede un incidente mentre uno monta senza imboccatura, io sarò chiamato a risponderne, perchè i giudici troveranno molti esperti che affermeranno che montare senza imboccatura è pericoloso, e io sarà condannato.

Anche in questo caso, si sceglie fra due opzioni basandosi non sul rischio reale, ma sul rischio percepito dall'opinione pubblica, perchè è sulla base di questo che le proprie responsabilità saranno giudicate. Chissenefrega del rischio reale del cavaliere, non vale nemmeno la pena di procurarsene una valutazione corretta; quello che conta è il rischio reale di essere incriminati.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

rhox

Ci stiamo muovendo sempre più verso il concetto di rischio e gestione dello stesso. In ambito alimentare dal 2002 è obbligatorio nel piano haccp, ogni prodotto deve avere una valutazione di pericoli e rischi sulla base di cui agire nel processo produttivo.
Anche la nuova Iso 9001 inserisce il concetto di analisi dei rischi per ogni campo aziendale e stanno nascendo come funghi le figure di risk manager..
Questo perché in teoria si risparmiano soldi e brutte situazioni. In pratica bisogna applicare bene o diventa solo uno slogan
Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso