In questo capitolo, il Generale comincia a trattare la leggerezza, che diverrà la caratteristica principale della bella equitazione.
Per gustare della leggerezza non è necessario accedere al parnaso dell'Equitazione, anche un onesto cavallino da campagna può essere condotto in piena leggerezza con reciproca grande soddisfazione.
Avevo dimenticato di indicare il link con il testo originale a fronte. Eccolo: -
https://docs.google.com/document/d/1fqWncBvVdCDPBd0sxyUpVRRFV5GiRa2WWRwV6l8RA7w/edit
Sempre magnifico leggere questo capolavoro. Quello che adesso a mio modesta opinione manca è molto il lato psicologico e la consapevolezza del carattere e magari limite del cavallo che si sta montando e la presunzione di molti "cavalieri" di saper davvero chiedere bene. Il Generale insiste su questo punto come scontato ma specie in questi tempi frettolosi e brutali di "bassa equitazione" si pretende dai cavalli la medesima risposta a fronte di caratteri morfologie e attitudini diversissimi. Vero è che la "leggerezza" si puo ottenere con gradi modesti credo con un buon cavallino che non sia super blasonato applicando i principi della "bella equitazione"...con soddisfazioni.
Questo lato, seppure sviluppato - ovviamente - secondo la sensibilità corrente del tempo, trova amplissimi riscontri nei "souvenirs" del Generale.
Il nostro tratteggia l'anima di decine di cavalli che ha conosciuto: i suoi, quelli di Baucher, di d'Aure, di Novital, di Rousselet ecc. ecc.
Una mia ideuzza era di pubblicare assieme le mie traduzioni di Questions e Un Officier.
Ora, sono ben felice di offrire il mio lavoro a titolo grazioso, ma pagare per pubblicare un libro oltre che fuori delle mie possibilità economiche è: imbecille.
Purtroppo, gli itagliani leggono pochissimo, quelli che vanno a cavallo leggono ancor di meno e se lo fanno acquistano i libri alla moda su questo o quel guru della beata che ci propina novità vecchie di secoli e antiche tecniche da circo che spaccia per