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Il Parere degli Esperti => Pareggio e Barefoot => Topic aperto da: Ipparco - Maggio 03, 2013, 09:58:19 AM

Titolo: The Times They Are a-Changin'
Inserito da: Ipparco - Maggio 03, 2013, 09:58:19 AM
Posto i link ad un paio di recenti articoli, a mio avviso interessanti perché mostrano come il barefoot stia prendendo sempre più piede anche nelle "alte sfere" dell'equitazione e dell'ippica, grazie alle prestazioni che può offrire un piede più sano.
Gli articoli sono in inglese, se qualcuno avesse voglia di tradurne qualche brano glie ne sarei molto grato, io al momento non ho tempo.
Articolo su "Dressage Today": http://www.hoofrehab.com/Medium_DresageTodayFeb2013Article.pdf
Articolo su galoppatori sclazi (e vincenti): http://hoofcare.blogspot.it/2013/04/shoeless-thoroughbred-keeneland-barefoot-horseshoe.html

Buona lettura!
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: Ipparco - Maggio 03, 2013, 10:15:49 AM
Ancora un articolo, tratto dal blog della Easycare, questa volta sull'uso delle scarpette nel dressage, da parte di un maniscalco: http://blog.easycareinc.com/blog/dealer-of-the-month/may-2013-ernest-woodward-v2
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: cilla - Maggio 03, 2013, 12:59:05 PM
Sto traducendo quello sui cavalli da corsa! così non ci mettiamo in tanti a tradurre lo stesso articolo...se riesco finisco in pausa pranzo!
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Maggio 03, 2013, 01:13:34 PM
Grazie Ipparco. Soprattutto per il secondo link: http://hoofcare.blogspot.it/2013/04/shoeless-thoroughbred-keeneland-barefoot-horseshoe.html, perchè gli altri due possono essere visti come siti "di parte", anche se io li considero validi e obiettivi (il primo è il sito di un pareggiatore, il terzo il sito di un produttore di scarpette) ma il secondo link è "fonte indipendente" che con il barefoot non ha nulla a che vedere, per il poco che ho visto.

Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: cilla - Maggio 03, 2013, 02:47:33 PM
Siate clementi con il traduttore!!!

Purosangue senza ferri vince a Keeneland; Le corse elencano ingressi barefoot in conseguenza di esperimento degli allenatori sull'effetto della superficie in Polytrack sullo scivolamento dello zoccolo.

Prima didascalia: La superficie da corsa conosciuta come Polytrack è una delle superfici artificiali che sono state installate negli ippodomi del Nord America  per aumentare la sicurezza e per far fronte al cattivo tempo. Ma cambia anche il modo in cui lo zoccolo interagisce con il terreno. Il caratteristico scivolamento che i cavalli provano sul dirt può diventare "appiccicoso" per alcuni cavalli. Gli esperimenti in allenamento ed in corsa ha portato alcuni allenatori a provare alcune combinazioni di ferratura – o non ferratura – non propriamente ortodosse.

Aggiornamento: Un secondo cavallo scalzo ha vinto la corsa di domenica a Keeneland, portando I vincitori a due su tre giorni. I dettagli alla fine dell'articolo..

La gestione barefoot sta prendendo piede in una nuova area degli sport equestri. Ma potrebbe non essere per il motivo che pensate.
Judicial Power ha vinto la seconda corsa a Lexinton, nella corsa di Kentucky Keeneland di venerdì, senza ferri; non lontano da lui, al terzo posto, si è piazzato Esplendido.
Judicial Power è allenato da Lisa Smith e Lee Rossi.
I due cavalli sono quelli che hanno avuto maggior successo su sei che hanno corso senza ferri sul Polytrack da mercoledì. Quattro cavalli hanno gareggiato senza ferri domenica 13 Aprile.
A Keeneland stanno ora divulgando informazioni sui cavalli scalzi, così come con ferri chiusi, negli annunci che scorrono sui video prima di ogni corsa.
Le regole delle gare di solito richiedono che i cambiamenti relativi alle ferrature o altro equipaggiamento quale il Cornell Collar vengano resi noti agli scommettitori.
"Senza paraocchi" è un esempio di notifica al pubblico che l'attrezzatura è stata rimossa rispetto alla corsa precedente del cavallo.
In molti stati, è richiesto che i cavalli vengano ferrati appositamente per correre, e la definizione di quale sia una ferratura adatta a correre è aperta all'interpretazione dei giudici. Ciò che i cavalli a Keeneland hanno in comune è che tutti eccetto uno sono allenati dagli stessi trainer a Keeneland: Wayne Rice e Tim Richardson.
Richardson è stato la novità durante l'autunno 2012 di Keeneland quando fece correre diversi cavalli scalzi.

In una intervista al Daily Racing Form, Richardson ha commentato, "Non riuscivo ad avere abbastanza scivolamento del loro treno posteriore, e ciò stava causando loro problemi di soundness". Correre scalzi "andava contro ogni mia conviznzione, ed ho combattuto con questa idea, ma devo ammettere che i miei cavalli sono diventati più sound e si stanno allenando meglio e correndo meglio sul Poly".

Ciò che il programma delle corse non dice  ai frequentatori delle corse è che molti altri cavalli che sono alle gabbie potrebbero benissimo essere scalzi sui posteriori. Rimuovere i ferri posteriori è un metodo usato dagli allenatori per superare il problema della troppa aderenza sulle superfici artificiali. Uno dei contro di allenare e correre sul Polytrack è che lo stesso è più morbido per ossa e articolazioni  ma i cavalli hanno più probabilità di riportare danni ai tessuti molli, ad esempio dolorabilità dei glomi e distorsioni della parte finale dei posteriori.
Non è stata fatta alcuna ricerca circa l'accresciuto scivolamento una volta rimossi i ferri ma le testimonianze come quella di Richardsono appiaiono sensate.
Una pubblicazione del 2012 che accompagnava il lancio dei fondi in Polytrack in Sudafrica dichiarava "(in America) sembra che ci sia una maggiore incidenza di danni ai tessuti molli, risultanti dallo scivolamento in avanti degli zoccoli dopo l'impatto  diverso che sulla sabbia. Questi danni possono essere minimizzati adottando diversi metodi di allenamento, in particolare dando ai cavalli il tempo di adattarsi alla superficie".
Nel 2012 una ricerca della Società Americana di Biomeccanica dal titolo Breezing Racehorse Limb Kinematics on Different Race Surface Materials di Symons, Garcia e Stover dell'Università della California a Davis,  ha analizzato alcune buone novità/cattivi risultati relativi alle differenze tra le superfici di corsa su 5 cavalli:
"Statisticamente sono state osservate significative differenze nel nodello posteriore e nello zoccolo. I cavalli che corrono su una superficie sintetica mostravano un minor grado di massima iperestensione (dorsiflessione) del nodello posteriore, comparato a quella osservata su una superficie sabbiosa. Una ridotta iperestensione del nodello potrebbe contribuire a diminuire le distorsioni dell'apparato sospensorio sulla superficie plantare del nodello. La minor distorsione probabilmente contribuisce a diminuire il rischio di danni al nodello, il sito più comune in cui i cavalli da corsa hanno danni muscolo-scheletrici.
I cavalli presentano anche una configurazione più dritta del nodello posteriore (178º, Δθ=14º, p=0.013) all'impatto del tallone su una superficie sintetica rispetto a una superficie sabbiosa (192°).
I cavalli che corrono su una supeficie sintetica presentano anche uno scivolamento orizzontale degli zoccoli del 40% minore rispetto a quello su una superficie in sabbia. Le differenze nell'interazione tra zoccolo e terreno tra differenti superfici potrebbero interessare la propagazione delle forze di reazione del terreno applicate agli arti".
La ricerca della UC Davis ha esaminato solo cavalli ferrati e non ha dato dettagli circa la lunghezza degli zoccoli, la conformazione, l'inclinazione  ecc. Unita agli esperimenti di Keeneland, rimaniamo con alcune questioni:
·   Quanta parte, se c'è, della difefrenza pari al 40% viene colmata dalla rimozione dei ferri?
·    Lo studio sui 5 cavalli in California ha una struttura paragonabile?
·   Quali, se esistono, parametri di pareggio usano Rice e Richardson?
·   Rice e Richardson hanno notato differenze nella risposta dei cavalli alla rimozione dei ferri? Hanno sferrato tutti i loro cavalli?
·   La gara del venerdì a Keeneland, quando vinse Judicial Power, era classificata come "veloce". Visto che la gara continua, i cavalli barefoot faranno meglio in qualche condizione di gara?
·   E' possibile che rimuovere i ferri non modifichi lo scivolamento ma qualche altra fase della falcata o della biomeccanica delle forze  che aiuti a prevenire i danni ai tessuti molli?

Gli scommettitori verranno attratti dall'idea di cavalli da corsa scalzi? Quando la prima doppia (n.d.t. si chiama così? Quando uno indovina i due cavalli che fanno primo e secondo ) barefoot scalerà le classifiche? Le gare di primavera di Keeneland è corta, ma potrebbe essere una da ricordare.
AGGIORNAMENTO DELLA DOMENICA

Gentle One ha vinto la prima gara a Keeneland, senza avere I ferri. Un colpo da 30 a 1, ha pagato  $51.80. La sua compagna di scuderia Intimidating Woman, anche lei scalza, ha finito ultima. Gentle One ha rimontato dal fondo e non ha avuto vittoria facile. Ha vinto in modo decisivo. Entrambi i cavalli sono allenati da Wayne Rice. Mellow Yellow, scalzo,  ha finito quinto nella terza corsa e  Clear Code era sull apista nella quarta.


Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: Ipparco - Giugno 11, 2013, 10:39:18 AM
(https://fbcdn-sphotos-g-a.akamaihd.net/hphotos-ak-frc3/p480x480/971225_566263353396518_1044102009_n.jpg)
"Belladonna" con in sella Katie Pontone al Devon Horse Show, Memorial Day 2013
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: Ipparco - Giugno 11, 2013, 10:40:43 AM
E ancora meglio:
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.538605259519112.1073741831.525429154170056&type=1
La polizia a cavallo di Houston monta cavalli scalzi e bitless!
E questi sono cavalli che lavorano: tutti i giorni, sull'asfalto. E non possono certo avere delle pippe!
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Giugno 11, 2013, 01:09:27 PM
Se tutti i cavalli scalzi lavorassero sull'asfalto, duramente, non ci sarebbero problemi. Ricordo che quel vecchio libro barefoot che ho scovato, scritto nella Londra della seconda metà dell'800, proponeva (con successo pare) di sferrare e far lavorare scalzi i cavalli da tiro. Mica scherzi!

http://en.wikisource.org/wiki/Horses_and_roads : HORSES AND ROADS - OR HOW TO KEEP A HORSE SOUND ON HIS LEGS

Poi tutto è stato dimenticato.

Cosa strana ma non troppo: come in Senofonte non troverete una singola parola sul pareggio, anche se ci sono delle interessantissimi suggerimenti su come tenere a posto i piedi scalzi, così anche in quel libretto ottocentesco non troverete traccia del pareggio, anche se si parla della transizione. Il problema della transizione sembra si risolvesse da sè, con il lavoro. Interessante il parere del responsabile di una ditta di trasporti "veloci", che ringrazia l'autore perchè , dopo sferratura, aveva rilevato che i suoi cavalli si stancavano meno e recuperavano più in fretta. Ed è logico: con i ferri, erano "appesantiti".  :icon_rolleyes:
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: max - Giugno 11, 2013, 02:44:40 PM
sono contento di sapere queste cose ma un fatto un po' mi sconforta: vuole dire che ci vanno secoli (e ancora non è finita) per dare conferma a del semplice buon senso, il prossimo uomo che avrà un'altra intuizione dettata dal buon senso dovrà aspettare secoli per sapere se ha ragione.. come si dice: "campa cavallo....."

PS
il mio esperimento del forellino praticato nella suola per vedere nel tempo se si sarebbe spostato verso il margine è miseramente fallito, nonostante avessi praticato "un bel buco", è scomparso e non sono più stato sicuro di riconoscerlo nel giro di qualche settimana.. la suola si rimargina più in fretta di quanto si muova verso il margine (ammesso che si muova)
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Giugno 11, 2013, 02:55:57 PM
Questo confermerebbe la mia idea che la suola sia "plastica", anche se molto dura, ossia che sia "rimodellabile come creta". Evidentemente il forellino non basta: occorre "riempirlo" infilandoci un piccolo tassello di materiale duro, tipo gomma. Nel mio caso ero facilitato dal fatto che era una bella linea di frattura netta di almeno due cm di lunghezza "tinta" di sangue. :horse-scared:

Quanto ai tempi lunghi perchè in equitazione le cose cambino: già, in equitazione le ca.zzate possono perdurare secoli.  :horse-wink:
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: max - Giugno 11, 2013, 03:46:43 PM
compresa la ca.z.z.ata più miserabile cioè quella di voler fare proprio equitazione
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: Ipparco - Luglio 02, 2013, 12:22:43 PM
Dal sito della rivista The Horse's Hoof, un link che raccoglie numerose esperienze di successo nelle più svariate discipline, dal galoppo al dressage, dal salto ai cavalli da tiro e da lavoro.
Buona lettura: http://www.thehorseshoof.com/barefootperf.html
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: cilla - Luglio 02, 2013, 03:04:33 PM
mi conforta leggere queste testimonianze, soprattutto dopo che non più tardi di domenica un buontempone mi ha chiesto "ma come ti accorgi quando è arrivato ai capillari?"  :dontknow:
Tutto sommato c'è ancora del buon senso a questo mondo!!!
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Luglio 02, 2013, 04:20:19 PM
Mi resta sempre la voglia di trovare delle "casistiche" complete, e ben descritte..... purtroppo andando avanti con le testimonianze, per quanto numerose, non si arriva ad alcuna conclusione. Ogni più svariata, stravagante "medicina non convenzionale" può offrire maree di testimonianze e casi aneddotici, senza che questo costituisca non una prova, ma nemmeno un pallido indizio di efficacia. Ora, penso che sia difficilissimo (io credo impossibile) trovare delle buone casistiche controllate anche sui "benefici" delle ferrature, ma..... a vantaggio della ferratura c'è la forza della tradizione, e sappiamo, da qualche classico esempio del passato (es. la fasciatura delle gambe dei neonati) che una tradizione può durare secoli, e che è estremamente difficile da sottoporre a critica basata sui fatti.

Però, visto che la sferratura ha decenti basi scientifiche (che peraltro non sono affatto una "prova di efficacia" finchè non sono confermate da fatti, evidenze, numeri!) e fra i suoi sostenitori vi sono veterinari e medici, oltre che esperti ex-maniscalchi, speravo che almeno qualcuno ci avesse provato, a raccogliere dati come-si-deve.... anni fa ho chiesto a un barefooter con tutte le carte in regola per darmi una risposta "scientifica" e per ideare un lavoro "scientifico" sulle sue osservazioni: "Ma tu, delle laminiti che hai trattato, quanti casi hai risolto?" e la risposta è stata secca, ma secondo me "incredibile": "Tutti". Se fosse vero e se fosse documentato, una simile percentuale di successi meriterebbe una pubblicazione immediata sulla maggiore e più prestigiosa rivista veterinaria al mondo; e allora, perchè non scriverlo, questo articolo?


Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: carodubbio - Luglio 02, 2013, 07:53:56 PM
Perché per avere un cavallo con zoccoli sani, non basta andare scalzi.
Il punto centrale rimane una buona gestione totale .

Quando sellavo con Alberto, si incontrava  persone a cavallo amici, che per prenderci in giro dicevano; andate scalzi solo per risparmiare soldi
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: max - Luglio 05, 2013, 12:47:14 PM
Citazione da: alex - Luglio 02, 2013, 04:20:19 PM
e allora, perchè non scriverlo, questo articolo?

semplicemente perché non è vero, dalla "laminite" una volta innescata non si guarisce..
si possono migliorare notevolmente le condizioni di vita dei cavalli ai quali è capitato di finirci, ma non guarirli..
ci vorrebbero delle evidenze scientifiche di "innegabili miglioramenti delle condizioni di vita", il che diventa già più complicato..
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Luglio 05, 2013, 03:40:52 PM
Citazione da: max - Luglio 05, 2013, 12:47:14 PM
semplicemente perché non è vero, dalla "laminite" una volta innescata non si guarisce..

Fonte di questa affermazione? Mi sorprende e contrasta - se non ricordo male - con quello che dice Johnthevet, il mio "riferimento"; anzi, lui dice che la laminite in sostanza segue la regola 1:1:1, cioè un caso guarisce spontaneamente, un caso si cronicizza e guarisce solo parzialmente, un caso "va male".... e anche safergrass afferma che ci sono casi di laminite leggera, che semplicemente non vengono diagnosticati e si risolvono da sè. Questa regola 1:1:1 mi pare molto interessante, perchè spiega la varietà di approcci terapeutici, tutti "efficaci" in qualche caso (quelli in cui comunque la malattia sarebbe migliorata o guarita spontaneamente), e quindi tutti sostenibili con il solito metodo dell'aneddoto, ossia del caso singolo che non prova un bel nulla ma che è la base di ogni medicina "non scientifica".

Non crederò ad alcuna terapia innovativa, che non sia documentata con una ricerca controllata e randomizzata (a doppio cieco non si può....) , in cui sia dichiarato l'esito finale di TUTTI i cavalli trattati, e non dei casi migliori, o peggiori, a  seconda di quello che si vuole dimostrare.






Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: max - Luglio 05, 2013, 04:12:57 PM
ora non ho sotto mano una fonte da poterti linkare, ricordo però che sentii dire la stessa affermazione da Gandini, chiaramente parlo della forma cronica, e il mio caso personale rientra esattamente in questo: il piede smise di essere dolorante, ma un certo notevole distaccamento rimase e sopratutto il cavallo come vedeva mezzo grammo di mangime il giorno dopo aveva dolore, e dai suoi racconti lo stesso accadeva alla cavalla di Gandini

se non mi sbaglio tu stesso mi hai dato ragione su questo molti molti topic fà, in qualche forum.. essendo che sostanzialmente la laminite di cui parlo ha origini metaboliche, una volta sconquassato il metabolismo: addio

ma se hai nuovi punti di vista ben vengano
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Luglio 05, 2013, 05:36:07 PM
Ok, era un equivoco. Voi ascoltatori, cancellate per sempre dalla vostra testa il concetto "dalla laminite non si guarisce": potrebbe essere semplicemente erronea.

Il fatto è che ci sono moltissime cause di laminite, parecchi gradi di gravità, e quindi prognosi a distanza verosimilmente diverse da un caso all'altro; un conto è la laminite di un vecchio cavallo con sindrome di Cushing (derivante da un tumore ipofisario che non guarirà mai), un conto è una laminite detivante da una causa momentanea e transitoria (una colica, una abbuffata di concentrato, una malattia virale, una intossicazione da trucioli di noce nero...).  Un conto è una laminite così lieve da causare una sola piccola resistenza o incertezza del cavallo nelle girate strette; un conto è una malattia per cui il cavallo non può alzarsi in piedi e gli zoccoli semplicemente si staccano e lasciano il "vivo" totalmente scoperto. Ammetterete che una "piccola differenza" c'è.

Detto questo, l'efficacia di ogni terapia si misura in questi termini: quanto, nei casi tratatti, ci si allontana da quella statistica 1:1:1, senza affatto pretendere che diventi 10:0:0 (100% di guarigione totale: impossibile) ma accontentandosi, che so, di un 4:2:1 o magari arrivando a un magnifico 7:2:1. In altri termini: bisogna contare gli esiti. Tutti: nessuno escluso. O si conta, o si chiacchiera a vuoto.
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: max - Luglio 05, 2013, 11:34:20 PM
Infatti la difficoltà è anche che sotto il termine "laminite" rientrano una marea di casi, quelli da te citati, con chissà quante varianti. Dunque dire "sto seguendo un caso di laminite" è già un azzardo, cosa intenderà il tal signore con laminite? Perché appunto magari è una laminite di un tipo che si sistemerebbe da sola con o senza pareggi. Figuriamoci documentare il tutto, figuriamoci fare delle lastre ogni tot!!!

Io comunque con laminite intendo l'avvenuta rotazione della falange (o della capsula a seconda del punto di vista), il resto le chiamerei scaldate, cerchiature, intossicazioni, etc

Domandona: ma in un cavallo sferrato, in presenza delle cause scatenanti, potrà mai ruotare la falange? Mi immagino banalmente la falange "sospesa nel vuoto" creato dallo spessore del ferro e dico SI, mi immagino il piede scalzo bene o male appoggiato al suolo e dico NO, come farebbe a ruotare? Una bella separazione della linea bianca magari, ma la rotazione vera e propria...
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Luglio 06, 2013, 12:26:41 AM
Penso che occorrerebbe, come dici, mettersi d'accordo su cos'è la laminite, adesso mi secca andare in cerca della definizione esatta "scientifica", ti dico solo come io la definisco e me la figuro nella mia testa (basandomi sulle fotografie microscopiche delle primissime fasi della laminite sperimentale  :horse-scared: del maggiore ricercatore sul tema, il dott. Pollitt, e dal fatto che mi trovo a mio agio "figurandomi le lesioni microscopiche": la laminite è semplicemente un distacco parziale o totale della connessione laminare, a livello della membrana basale dell'epitelio delle lamine secondarie.

Una laminite, cioè, è già pienamente realizzata poche ore dopo l'azione delmotivo scatenante, quando ancora non c'è nè infiammazione, nè rotazione, nulla; non serve che si sia formato uno "spazio" visibile fra muraglia e corion; bastano pochi micron (millesimi di millimetro). Una immagine meno tecnica: mi figuro che la connessione fra muraglia e corion sia una cerniera lampo chiusa, con il cursore verso il basso; nella laminite, il cursore si sposta più o meno verso l'alto, e la cerniera si apre. Cosa succede poi dipende dagli sforzi a cui sono sottoposti i lembi della cerniera; e non c'è modo di far scendere il cursore. Non solo: siccome è una struttura viva, in cui continuamente nuova cerniera chiusa viene creata in alto, nulla impedisce che pian piano il cursore non si muova più e che pian piano, nella sua posizione aperta, scenda verso il basso; avendo molta cura, è possibile che pian piano il cursore scenda verso il basso e alla fine la cerniera sia competamente chiusa, perchè la parte aperta è stata eliminata; ma come tutti sappiamo, un conto è la resistenza di una cerniera completamente chiusa, un conto quella (estremamente minore) di una cerniera mezza aperta; anche una piccola tensione tende a peggiorare l'apertura.

Anche i cavalli sferrati sono soggetti a laminite ma è meno grave: hai ragione. Lo zoccolo sferrato ha la punta più corta e il triangolare non sta "sospeso nel vuoto; inoltre, la suola è molto più spessa e dura e immagino che la sua "volta" resista molto meglio alla pressione. Quanto meno grave? Che differenza c'è nella prognosi, nella probabilità di guarigione? E chi lo sa.... nessuno conta i casi. E' tutto vago, approssimativo, a spanne; e io mi sono stufato di aspettare i numeri.

D'altronde, la medicina basata sull'evidenza copre, finora, si e no il 20-30% delle pratiche mediche sull'uomo; la veterinaria basata sull'evidenza esiste ma è una cosa che se la nomini ai veterinari viene un coccolone; figuriamoci se possiamo sperare in una mascalcia basata sull'evidenza.... la mia era una illusione da sognatore: il "maniscalco (o pareggiatore) scienziato"  :laugh3:



Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: max - Luglio 06, 2013, 09:18:55 AM
Nella tua immagine della cerniera sembrerebbe che, scatenate le lesioni microscopiche, queste comincino sempre e comunque dal basso, mentre io pensavo che erano una "condizione" che avveniva più o meno uniforme su tutta la parete, ed il "problema secondario" del distaccamento dal basso avviene per motivi meccanici!
Lo dico perché le famose cerchiature infatti le vedo piuttosto alte, mentre in basso c'è "l'apertura della cerniera", segno di un processo in atto che coinvolge tutto il piede e che si manifesta diversamente a seconda della zona, sbaglio?
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: Ipparco - Luglio 06, 2013, 06:13:34 PM
Nell'ultimo libro di Ramey si parla di questo aspetto, e la distinzione principale che viene fatta è tra laminite acuta e laminite cronica.
La differenza cruciale che determina le possibilità di recupero è l'entità del danno vascolare ed istologico.
Nel caso di laminiti acute, il rischio è altissimo e di solito rimangono dei danni che impediscono di tornare allo stato di salute di un piede mai colpito da laminite, e vale quello che diceva Max: da questo tipo di laminite non si guarisce mai del tutto, perchè fa dei danni irreversibili. Fatto interessante: sui piedi dei Brumby australiani delle zone aride sono stati osservati danni microscopici molto simili (per non dire identici) a quelli causati dalla laminite, anche su piedi "perfetti".
Nel caso di laminite cronica/metabolica invece la possibilità di un recupero totale c'è se si riescono ad eliminare PER TEMPO le cause. Ovvero: se non si cambia niente, la situazione peggiora gradualmente fino al punto da causare danni permanenti. Se invece si interviene ai primi segni (cerchiature, deviazione della muraglia, sensibilità) c'è la possibilità di un recupero completo, SE si riescono ad individuare e rimuovere tutte le cause.
Il metabolismo si può rimettere in ordine anche dopo sconquassi abbastanza profondi (Alex, tu ne sai certamente più di me), il problema è la sua complessità e quindi la difficoltà di capire cosa c'è che non va. Alcuni problemi comunque non si possono risolvere (Cushing, ad esempio), e in questi casi il cavallo non potrà tornare al 100% qualunque cosa si faccia, perchè rimarranno sempre delle cause attive a disturbare il funzionamento del corion.
Personalmente purtroppo non posso vantare questo "miracoloso" 100% di "guarigioni" dalla laminite, e sinceramente penso che sia una sparata. Qualche margine di miglioramento c'è quasi sempre, ma superata una certa soglia di danno, non si torna più indietro, e lo stesso Ramey in uno dei suoi DVD fa presente che ci sono casi in cui la scelta più umana è l'eutanasia..
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Luglio 06, 2013, 06:37:57 PM
Citazione da: Ipparco - Luglio 06, 2013, 06:13:34 PM
.... e lo stesso Ramey in uno dei suoi DVD fa presente che ci sono casi in cui la scelta più umana è l'eutanasia..

Idem Johnthevet. Quanto mi piacciono, quelli che dicono la verità. Grande Ramey.

In quello che dici c'è però un aspetto che non mi convince. Se fosse vero che il meccanismo della laminite (pur nella varietà di cause scatenanti e di gravità del danno) è il danno alla giunzione fra epitelio laminare e corion, precisamente a livello della membrana basale (come dai modelli sperimentali di Pollitt, e anche dai rarissimi casi di epidermolisi  bollosa congenita, malattia genetica che comporta proprio un distacco dell'epitelio a livello della membrana basale e che nei cavalli porta a un quadro di laminite grave del puledro), allora non ci sarebbe quella gran differenza fra laminite "acuta" e laminite "cronica"; quest'ultima si dovrebbe piuttosto vedere come esito di episodi pregressi, magari numerosi, di laminite acuta in forma lieve, tanto da passare inosservati. La differenza sarebbe quindi quella fra "laminiti acute di grado severo" (distacco esteso), e laminiti acute di grado meno severo o lieve (recuperabili). Le cose cambiano parecchio.... e diventerebbe importantissimo essere in grado di diagnosticare correttamente le forme di laminite acuta di gravità moderata o lieve, agendo prima che i danni, con il passare del tempo (MOLTO tempo: per deformarsi dalla corona alla punta uno zoccolo ci mette quasi un anno!) causino il quadro della cosiddetta "laminite cronica".

Nota: quando viene diagnosticata una "laminite con rotazione" e lo zoccolo è già deformato, probabilmente si tratta di un episodio di laminite acuta su una laminite cronica già di  vecchia data.... e se si fossero fatte le radiografie PRIMA dell'episodio acuto, probabilmente la rotazione c'era tutta, già, e il cavallo era più o meno dritto. In altre parole: la rotazione potrebbe NON essere un elemento prognostico sfavorevole; proprio potrebbero non esserlo le alterazioni ossee del navicolare nei casi di navicolite.
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: Ipparco - Luglio 06, 2013, 06:49:00 PM
Nei casi "cronici" (è un uso probabilmente improprio del termine, in questo contesto) il danno alla membrana basale non avverrebbe con le stesse modalità che nei casi acuti. Se non ricordo male (non ho il libro sotto, purtroppo) non c'è la distruzione completa ma solo un "malfunzionamento", una produzione di tessuto corneo anomala (infatti nei cronici non c'è la formazione di spazio vuoto tra parete e falange come nelle vere rotazioni), e sostanzialmente non c'è danno vascolare se non nel caso il cavallo venga trascurato per molto tempo o pareggiato male, ad esempio cercando di "alzare il piede" con rialzi ai talloni o simili.
Appena posso comunque verificherò la cosa, non vorrei mettere in giro delle dicerie infondate.
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: Ipparco - Luglio 08, 2013, 09:23:14 AM
Ho verificato..
Sostanzialmente la distinzione che viene fatta è tra la laminite causata da iperinsulinemia (quindi disordine metabolico) e quella causata da SID (Systemic Inflammatory Disease, ad esempio a seguito di coliche, intossicazioni, ritenzione della placenta ecc.). Questa distinzione viene spiegata in modo abbastanza approfondito in un capitolo scritto dalla dottoressa D. Taylor, sulla base delle ricerche di Pollit, Bowker e altri.
In pratica vengono considerate due patologie distinte, anche se con sintomatologie simili.
La prima, quella "cronica", non comporta la distruzione totale della membrana basale ma "solo" un indebolimento della connessione, la produzione di materiale corneo displastico e la distorsione della scatola cornea. In questo caso non vengono attivate le metalloproteinasi che si osservano nei casi acuti. Se gestita correttamente e tempestivamente non lascia danni permanenti di entità rilevabile.
La seconda invece comporta la distruzione totale della membrana basale da parte delle metalloproteinasi e altri complessi enzimatici, che a sua volta causa gravi alterazioni della circolazione (per cause principalmente meccaniche), e se non si interviene immediatamente per ripristinare una circolazione corretta porta a necrosi avascolare del corion e della falange.
In questo secondo caso l'episodio laminitico danneggia in modo permanente il piede, in modo più o meno grave a seconda dei casi e degli interventi effettuati, e il piede ne porterà i segni per tutta la vita del cavallo.

Quindi in realtà bisognerebbe parlare di "laminiti", distinguendo i due casi. Le prospettive di guarigione risulteranno molto diverse in base al tipo di laminite che colpisce il cavallo.
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: max - Luglio 08, 2013, 11:15:09 AM
nella "pratica", da fuori, come si distinguono?

quella da iperinsulinemia mi sembra quella più "comune", dunque quella meno grave, se ho capito bene i sintomi sono le classiche cerchiature e indebolimento della connessione (linea bianca) il tutto dovuto a concause più o meno diluite nel tempo

l'altra, la SID, come si presenta? leggendo mi immagino un dolore improvviso acuto dovuto ad una altrettanto improvvisa causa
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: Ipparco - Luglio 08, 2013, 11:37:12 AM
Esatto, quella acuta si presenta con sintomi improvvisi, zoppia generalmente grave, polso digitale molto forte, circolazione compromessa (da venogramma), lastre che talvolta presentano uno spazio vuoto tra falange e muraglia a seguito di rotazione/rifondimento.
Anche i valori ematici sono alterati per la presenza di una risposta infiammatoria estesa a tutto l'organismo, se non ho capito male..

Quella cronica invece ha una comparsa più graduale, la presenza di cerchiature in muraglia, zoppia meno marcata, assenza di spazi vuoti sulle lastre anche in presenza di deviazioni importanti della muraglia, polso digitale meno forte. Valori ematici più vicini alla norma, direi.

In generale quindi la differenza si può dedurre dal quadro clinico generale, dalla storia dell'animale, dagli esami del sangue, dalle lastre e dal venogramma, se disponibile.
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: Ipparco - Luglio 08, 2013, 11:43:14 AM
Penso che sia comune anche il caso in cui ad una situazione "cronica" si sovrappone un episodio acuto (quello a cui accennava Alex), complicando ulteriormente la diagnosi e la scelta del trattamento.
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: max - Luglio 08, 2013, 11:50:29 AM
mi sembra di capire a questo punto che, sia come sia, la differenza tra recuperabile o meno la faccia lo stato della membrana basale al momento in cui ci si rende conto del "problemino".. se la membrana è distrutta con necrosi è corretto definirla inguaribile
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: Ipparco - Luglio 08, 2013, 11:55:42 AM
Non tanto la membrana basale (che è un velo dello spessore di poche cellule), quanto quello che c'è sotto. Se si danneggiano meccanicamente le lamine secondarie, o se c'è necrosi di una o più strutture, allora resterà la "cicatrice", e il piede non funzionerà più come prima.
Purtroppo nei casi acuti è quasi certo al 100% che dei danni rimangano, quindi se c'è distruzione della membrana basale di solito ci sono anche danni permanenti, anche se il nesso è indiretto..
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Luglio 08, 2013, 12:21:26 PM
Grazie Ipparco: vedrò di rintracciare le ricerche che hai nominato.

Peraltro, fermo restando che è l'evidenza degli studi e non i "modelli mentali personali" quello che conta, mi sembra strano che si dia per scontata l'irreversibilità delle lesioni della laminite; e questo sulla base di un modello che tutti voi possedete e che molti di voi hanno visto all'opera: l'effetto di una bella martellata su una vostra unghia. Se la martellata è efficace, l'intera unghia "casca" e dopo un po' di tempo il letto si rimargina e si ricopre di una cute in cui in apparenza non c'è traccia dei tessuti ungueali: nè lamina, nè corion, nulla; solo cute un po' sottile e piuttosto sensibile.

E' irreversibile questo processo? Nemmeno per sogno. Se la radice ungueale è vitale, lentamente l'unghia ricresce; e non solo la lamina, ricrescono man mano tutte le strutture correlate; il corion, la giunzione laminare, tutto.... alla fine spesso, dopo parecchi mesi, l'unghia è perfettamente rigenerata e indistinguibile dalle altre; ma può essere più o meno deformata, e questo dipende da eventuali danni alla radice.

Non solo! Perfino un'ampia perdita dell'osso della terza falange rigenera perfettamente purchè venga conservata la lamina ungueale (il "letto" dell'unghia); è quindi la radice dell'unghia che basta a rigenerare l'unghia, ed è il letto ungueale che induce la rigenerazione dell'osso sottostante.

Se e quanto questo possa essere estrapolato dall'unghia umana allo zoccolo equino è tutto da vedere ma comunque riflettere alla propria unghia, spesso, permette di capire, più o meno, come funzionano le cose. Natura non facit saltus....

Piccola correzione: la "membrana basale" è una struttura sottilissima, MOLTO più sottile di una singola cellula.... è  ben visibile solo al microscopio elettronico, al microscopio luce la si immagina, più che vederla. Non è grossa "alcuni strati di cellule".

Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: max - Luglio 08, 2013, 12:55:10 PM
con anche la differenza che dopo la martellata io il dito lo tengo a riposo per mesi, il cavallo ci cammina sopra, e l'altra differenza è che non è una martellata la causa ma dove e come vive il cavallo, per assurdo è meglio la martellata che arriva e va via subito, cambiare vita è più complicato
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: rhox - Agosto 02, 2013, 10:14:02 PM
http://blog.easycareinc.com/blog/bootlegging/10-things-you-should-know-about-easyboots-at-tevis-2013

terzo anno consecutivo che un cavallo scalzo vince la Tevis Cup, l'icona dell'endurance.
questa edizione i primi 6 cavalli indossavano easyboot
7 cavalli nei primi 11 erano scalzi
11 cavalli nei primi 20 erano scalzi
il 56% dei cavalli in easyboot ha finito la gara contro il 44% dei cavalli senza easyboot
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Agosto 02, 2013, 11:04:34 PM
Nota per non riaccendere una polemica infinita: quando rhox dice "scalzi" intende "che indossano easyboot", nulla si sa di cosa indossavano i cavalli "che non indossano easyboot", se fossero ferrati (com'è probabile), o indossassero scarpette di modello diverso, o  avessero il piede completamente nudo.

D'altronde la fonte è Easycare, che produce Easyboot; i numeri consentono un po' di orgoglio del produttore.....
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: max - Agosto 03, 2013, 08:55:14 AM
Infatti. Numeri QUASI inutili.

Diciamo che ormai la "sfida", quando si parla di prestazioni ad alto livello come una maratona equestre, andrebbe spostata dal "falso scalzo" ad una più apertamente dichiarata "alternativa al ferro". Nessun pazzo correrebbe oltre le 90 senza una protezione, che si tratti di resine o scarpette. Chiarire apertamente quali sono i limiti riconosciuti di un cavallo scalzo vero farebbe solo del bene.

Io lo dissi in qualche post vecchio. Con il nostro, per perfetto che sia il suo piede, ho sperimentato che un viaggio di 9 ore tra andata e ritorno (circa 30 km totali, passo all'andata e trotto al ritorno, strade miste ghiaia/pietre/terra/asfalto) si avvicinano molto al limite del diventare sensibile. Ma fù un'escursione improvvisata dal nulla senza preparazione e precauzione alcuna, che si è trasformata in una sorta di endurance quando ha cominciato a far buio.
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: rhox - Agosto 03, 2013, 09:52:03 AM
ai mondiali del 2008 a dubai, dove vincemmo la medaglia d'oro una statunitense, tale carolyn butler, partì col suo cavallo completamente scalzo. uscì per questioni metaboliche attorno al 90° km, ma se segui la sua pagine fb mostra i risultati delle due gare con cavalli scalzi senza scarpette che finiscono anche 120 così..
idem la pagina fb del perseverance horse, squadra sud africana che ha portato 8 cavalli a terminare le 160 km senza scarpette. con tanto id foto sul percorso eh..

ovviamente quel cavallo può completare quella gara perchè è molto simile ai terreni su cui normalmente lavora (la butler ad esempio allena sempre metà tempo con scarpette e metà senza nulla per tenere un equilibrio), non potrà completarne una su terreni troppo distanti come caratteristiche..

tu hai affrontato 30 km con un cavallo che non ha i piedi condizionati a sopportare certi sforzi quindi il tuo esempio vale assolutamente a nulla..

e se un cavallo scalzo tu dici che non può terminare una gara senza ferri o protezione evidentemente i ferri o le scarpette costituiscono un doping per poter andare oltre il suo limite fisiologico? :firuu:
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: max - Agosto 03, 2013, 02:37:32 PM
La mia testimonianza dimostra semplicemente quello che è avvenuto. Nulla più e nulla meno. Casomai sei tu che, piuttosto, sembri desiderosa di dimostrare qualcosa in assoluto.
Ti direi calleggia a dovere i piedi di uno dei tuoi cavalli e corri una 120. Io non ho voglia nè tempo, quindi molto prudentemente dichiaro che, per quello che vedo attorno e su me stesso, se non calleggiato a dovere un piede scalzo mediamente bello e sano, dopo un tot è destinato ad accusare comunque il colpo, e questo tot mi pare verosimile attestarlo su un chilometraggio e ad andature inferiori di chi corre per agonismo.
Mi sembra meglio procedere in questo modo che spararle continuamente grosse come faceva Gandini all'inizio. E difatti s'è bruciato abbastanza terreno attorno. Ora recupera con interventi più consoni.

Mi fa piacere poi che ci sia qualcuno che vada oltre le 90 davvero scalzo e lo documenti. Ma paradossalmente anche questi casi dimostrano la stessa cosa che dimostro io con la mia uscita: e cioè che la performance del piede scalzo dipende da vari fattori, non è una cosa assoluta. Se io con un cavallo che lavora prevalentemente in piano mi posso permettere al massimo una 30 km, allo stesso modo questa agonista che ha potuto farne oltre 90 km dimostra che ci vuole una preparazione ad hoc. Altrimenti potrebbe farli chiunque.

Le competizioni estreme come l'endurance ad alti livelli o la formula uno, ad essere lungimiranti e a lungo andare, servono alla fine a far progredire il proprio settore. Nella formula uno prototipi e idee da milioni di euro al pezzo diventeranno, se si dimostrano validi, di serie e a buon mercato nelle auto a venire. Prendiamo ad esempio le mescole delle gomme. Però nessuno penso si fa venire in mente di poter correre con la propria auto, una volta messe le gomme nuove di ultima generazione, un gran premio.
Cos'è però che rallenta il progresso? Ma è ovvio: le menzogne create per tirare acqua al proprio mulino. Fanno così anche le marche di pneumatici, dichiarano prestazioni che non sono vere. Un sacco di tempo e aspettative sprecati.

Volevo dire semplicemente questo. Cioè che diffido come credo anche Alex dei numeri che si leggono in giro.
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: raffaele de martinis - Agosto 03, 2013, 02:54:05 PM
Citazione da: alex - Agosto 02, 2013, 11:04:34 PM
Nota per non riaccendere una polemica infinita: quando rhox dice "scalzi" intende "che indossano easyboot", nulla si sa di cosa indossavano i cavalli "che non indossano easyboot", se fossero ferrati (com'è probabile), o indossassero scarpette di modello diverso, o  avessero il piede completamente nudo.

D'altronde la fonte è Easycare, che produce Easyboot; i numeri consentono un po' di orgoglio del produttore.....

Ho il serio sospetto che la nota casa produttrice di scarpelle abbia sponsorizzato i migliori lalli della manifestatione, non esiste contro prova ma probabilmente quei lalli opportunamente ferrati e seguiti avrebbero avuto più o meno gli stessi risultati.

Si tratta di bisiniss...ho avuto una cocente delusione quando ho scoperto che Tschiffley si è fatto il suo viaggetto coi lalli ferrati; è caduto uno dei pilastri dove poggiavo la mia convinzione che - in determinate condizioni - un cavallo scalzo può ottenere delle straordinarie performans.

La quistione ormai mi annoia soltanto, i dati portati sono di parte, dalla mia esperienza dieretta ho ricavato che per tenere un lallo scalzo (senza scarpette) bisogna avere un lallo dai piedi buoni ed essere terribilmente disponibili e sottostare ai suoi tempi, ai fondi, al clima, alla stabulazione ecc. ecc.

D'altronde sono convintissimo che una ferratura ben fatta e regularmiente rinnovata abbia pochissimi effetti collaterali negativi a fronte di enormi vantaggi pratici.

Comunque, il fatto che una tizia si faccia una gara di 90 km col lallo scalzo non mi sorprende affatto, sarei sorpreso se quel lallo dopo la garetta non avesse bisogno di un congruo periodo di riposo...è quello che facevano gli eserciti scalzoippomontati dell'antichità: due settimane di forzature e tre mesi di sosta e riposo.

Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Agosto 03, 2013, 04:02:46 PM
CitazioneComunque, il fatto che una tizia si faccia una gara di 90 km col lallo scalzo non mi sorprende affatto, sarei sorpreso se quel lallo dopo la garetta non avesse bisogno di un congruo periodo di riposo...è quello che facevano gli eserciti scalzoippomontati dell'antichità: due settimane di forzature e tre mesi di sosta e riposo.

Impagabile. Vedo che il livello dell'asticella della sorpresa si alza sempre.... pur di no ammettere che nel 99% dei casi la ferratura è inutile, si arriverà, di questo passo, a dire: "Ok, può essere che un cavallo completamente scalzo finisca una Tevis, ma voglio vedere se il giorno dopo potrebbe ripetere il percorso".

Già in Horses and roads, nel 1800, si descrivono gustose scenette di maniscalchi del tempo che non potevano credere che un cavallo potesse percorrere scalzo qualche chilometro su terreno duro o asfalto senza restare "senza piede".....  e su per giù è quello che credono ancora molti. Quello che mi meravoglia di certe precisazioni sulla sferratura, della ricerca di certi peli nell'uovo, di certe sottolineature a matita rossa e blu di ogni piccola sbavatura nelle affermazioni dei barefooters è l'assoluta mancanza di altrettanta puntigliosità nel far rilevare le immense sciocchezze, credenze, leggende che circolano a sostegno della ferratura; dello stesso segno, la comparazione dei risultati fra il migliore dei maniscalchi e il più mediocre dei pareggiatori. Me è chiaro segno di amore.... di amore per la polemica.  :icon_rolleyes:

Ho guardato il regolamento della Tevis; vedo che mentre in passato la protezione allo zoccolo (ferri o altro) era obbligatoria, adesso è prevista un'eccezione, e che lo staff veterinario, a determinate condizioni e previa documentazione di partecipazione a vari eventi senza alcuna protezione, può consentire la partecipazione di cavalli completamente scalzi.

Quanto al fatto che i cavalli con scarpette leggere e con ottima presa abbiano un vantaggio sfacciato sui cavalli appesantiti da ferri scivolosi, mi pare talmente ovvio che non occorre nemmeno chiedersi il perchè. Nella mia soffitta di casa, da ragazzo, ho trovato un paio di pesanti scarponi chiodati. Per sfida, li ho ingrassati, ammorbiditi e poi ci ha fatto una lunga escursione in montagna. Una tortura, quella durezza e quella pesantezza..... con un solo momento di pura gioia: quando sono finalmente arrivato al ghiaione (ciottoloni sbrecciati, da un chilo in su, mica ghiaietta!) e come facevo in quegli anni ho "volato" a salti. Chi di voi ha provato sa di cosa parlo. Ebbene, in quel momento, quei pesanti scarponi chiodati erano la cosa migliore che avessi potuto avere ai piedi. Poi è finito il ghiaione, è finito il volo, e sono tornati quello che erano.

Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: raffaele de martinis - Agosto 03, 2013, 04:21:47 PM
Scarpelle di prima, seconda e futura generazione hanno tutto il mio beneplacito, sono una evoluzione degli ipposandali in ferro o in vimini inventati 2000 anni fa, probabilmente inventeranno una protezione che si indosserà come un guanto, morbida come un guanto ma con la resistenza all'abrasione dell'acciaio.

Il problema non si pone tra scarpelle e ferri, ma tra scalzo e protetto...fatevi scalzi una 90 km ben sostenuta  e poi ditemi se non dovete fermare il vostro lallo.

Attenzione, ho tenuto il mio lallo scalzo per sei anni, ma sapevo quello che poteva e non poteva fare...aveva/ha i piedi come il marmo...
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: max - Agosto 03, 2013, 04:42:24 PM
Già.
In realtà non è proprio un problema. Riguarda semplicemente le aspettative.

Quando ho fatto quell'uscita in solitaria di 30 km ero perfettamente consapevole che stavo testando dei limiti. In realtà sarebbe dovuta essere 15 km + 15 km il giorno dopo ma poi le cose sono andate come sono andate. Il giorno seguente il cavallo ha fatto un'altra uscita tranquilla, non è che avesse problemi, ma cercava il bordo strada, cosa che normalmente non fa mai.

Un cavallo scalzo ha bisogno di consapevolezza. E questo dovrebbe essere un bene! Il suo antagonista ferrato infatti solitamente ha un padrone che non ha la minima idea degli argomenti delle nostre discussioni, e questo è sicuramente un male.

Che la maggiorparte dei cavalli scalzi non si possano permettere una 90 di trotto e galoppo (ma secondo me nemmeno una 30) non è un fallimento del barefoot, è semplicemente un dato di fatto. Come è un dato di fatto che il 90% dei cavalli non dovrà mai affrontare nemmeno una 30 in vita sua, e quindi potrebbe stare tranquillamente scalzo purché stabulato nel pulito!
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Agosto 03, 2013, 04:45:03 PM
CitazioneScarpelle di prima, seconda e futura generazione hanno tutto il mio beneplacito

Però ti sei rifiutato con caparbietà degna solo di una tua polemica nei confronti di un famoso colonnello  di provare le scarpette come alternativa ai ferri: o ferro, o niente. Anzi, con viva e vibrante soddisfazione ho visto che le hai usate, e proprio su Oddo: le scarpette.... sopra i ferri. Meno male che il post in cui avevo commentato questa strana cosa (ripetendo l'esempio dei miei scarpini chiodati, è come se sopra gli scarponi avessi indossato un paio di moderne pedule..... di misara adeguata) con toni leggermente ironici è lontano nel tempo e nello spazio web.
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: max - Agosto 03, 2013, 04:55:34 PM
Hahaha è vero, ricordo di aver visto le foto!
Devo ammettere: Alex 2 - Piciopacio 0
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: rhox - Agosto 03, 2013, 09:35:53 PM
Citazione da: max - Agosto 03, 2013, 02:37:32 PM
La mia testimonianza dimostra semplicemente quello che è avvenuto. Nulla più e nulla meno. Casomai sei tu che, piuttosto, sembri desiderosa di dimostrare qualcosa in assoluto.
Ti direi calleggia a dovere i piedi di uno dei tuoi cavalli e corri una 120. Io non ho voglia nè tempo, quindi molto prudentemente dichiaro che, per quello che vedo attorno e su me stesso, se non calleggiato a dovere un piede scalzo mediamente bello e sano, dopo un tot è destinato ad accusare comunque il colpo, e questo tot mi pare verosimile attestarlo su un chilometraggio e ad andature inferiori di chi corre per agonismo.
Mi sembra meglio procedere in questo modo che spararle continuamente grosse come faceva Gandini all'inizio. E difatti s'è bruciato abbastanza terreno attorno. Ora recupera con interventi più consoni.

Mi fa piacere poi che ci sia qualcuno che vada oltre le 90 davvero scalzo e lo documenti. Ma paradossalmente anche questi casi dimostrano la stessa cosa che dimostro io con la mia uscita: e cioè che la performance del piede scalzo dipende da vari fattori, non è una cosa assoluta. Se io con un cavallo che lavora prevalentemente in piano mi posso permettere al massimo una 30 km, allo stesso modo questa agonista che ha potuto farne oltre 90 km dimostra che ci vuole una preparazione ad hoc. Altrimenti potrebbe farli chiunque.

Le competizioni estreme come l'endurance ad alti livelli o la formula uno, ad essere lungimiranti e a lungo andare, servono alla fine a far progredire il proprio settore. Nella formula uno prototipi e idee da milioni di euro al pezzo diventeranno, se si dimostrano validi, di serie e a buon mercato nelle auto a venire. Prendiamo ad esempio le mescole delle gomme. Però nessuno penso si fa venire in mente di poter correre con la propria auto, una volta messe le gomme nuove di ultima generazione, un gran premio.
Cos'è però che rallenta il progresso? Ma è ovvio: le menzogne create per tirare acqua al proprio mulino. Fanno così anche le marche di pneumatici, dichiarano prestazioni che non sono vere. Un sacco di tempo e aspettative sprecati.

Volevo dire semplicemente questo. Cioè che diffido come credo anche Alex dei numeri che si leggono in giro.

il tuo cavallo non era condizionato per fare endurance quindi che validità ha la tua esperienza in un campo in cui sapevi di essere al limite? stiamo parlando di endurance, non di cavalli da passeggiatina che hanno un chilometraggio molto limitato rispetto a quelli allenati a compierne molti di più... anche solo a livello muscolare
non ho il tempo e la voglia neanche io di preparare un cavallo alle 120, tant'è che la mia cavalla vecchia gira scalza su qualsiasi terreno nonostante in questi anni sia esattamente in condizioni opposte a quelle considerate ideali per il barefoot e la piccina gira scarpettata perchè ha i piedi devastati da ferratura da pista..

un cavallo da endurance è un cavallo allenato e gestito per fare quello.. neanche un cavallo ferrato la finisce una 90 se non ha lavoro alle spalle, quindi mentre fai il fisico fai i piedi.
se uno vuole fare un lavoro non dannoso per il fisico del cavallo si dovrebbero affrontare le lunghe distanze dopo almeno 2 anni dall'inizio dell'allenamento (tempo minimo per il condizionamento osseo), tempo spesso sufficiente a creare un buon piede.

io non ho intenzione di spararle grosse, ho solo riportato alcuni dati, di parte per quanto riguarda la marca delle scarpette, non sul numero dei cavalli, voi li avete presi come se con questi avessi dichiarato ai 4 venti che solo i cavalli che corrono sferrati sono fichi!
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: raffaele de martinis - Agosto 04, 2013, 02:19:58 AM
Citazione da: alex - Agosto 03, 2013, 04:45:03 PM
CitazioneScarpelle di prima, seconda e futura generazione hanno tutto il mio beneplacito

Però ti sei rifiutato con caparbietà degna solo di una tua polemica nei confronti di un famoso colonnello  di provare le scarpette come alternativa ai ferri: o ferro, o niente. Anzi, con viva e vibrante soddisfazione ho visto che le hai usate, e proprio su Oddo: le scarpette.... sopra i ferri. Meno male che il post in cui avevo commentato questa strana cosa (ripetendo l'esempio dei miei scarpini chiodati, è come se sopra gli scarponi avessi indossato un paio di moderne pedule..... di misara adeguata) con toni leggermente ironici è lontano nel tempo e nello spazio web.

Caparbietà per caparbietà, ti ho dato la possibilità di contattare Alessandro, il quale avrebbe potuto dire - con viva e verace competenza - la sua opinione riguardo il grasfut di Asia, è un maniscalco che - foto alla mano - ha raddrizzato un lallo dai piedi rampini e lo ha fatto andare in maniera decente: hai rifiutato.

Oddo, ha calzato le scarpelle a Roma (ne ha persa quasi subito una) perché non era stato ferrato per andare sul pavè bagnato e comunque con quelle protezioni - in quelle condizioni - puoi fare solo passo o trottolino.

Per le evoluzioni che fa Oddo negli sciò - a meno che non abbiano inventato scarpelle rivolutionarie negli ultimi sei mesi - o lo lasci scalzo o ci metti i ferri.

Sai benissimo che ho tenuto il lallo scalzo per 5/6 anni, mai un pareggiatore ha toccato quei pedi, l'ho fatto un poco io, poi ho usato la capoccia.

Un pò più di un anno fa venne  una pareggiatrice per tentare di raddrizzare il citato lallo arrembato , quando vide i piedi di Oddo (il callo dei piedi di Oddo) ebbe un piccolo orgasmo...non c'era niente da pareggiare niente da correggere si limitò a fare delle foto per la sua documentazione privata.

Tanto per restare nella polemica col famoso colon.:

Fu inviato a Saumur per seguire il corso di sottotenente allievo dal 1845 al 1847.

E' sorprendente come uno che ha fatto il militare per 40anni, non scriva: "corso allievi ufficiali"...ma forse sono io che mi sbaglio, ha ragione lui, Alex, tu che dici ?

Dai rispondi ! Non fare il gesuita...scommetto che hai fatto con VEVS il corso di sottotenete allievo di complemento...ma nò ! Tu hai fatto l'obiettore di coscienza...ai miei tempi non era possibile, non si poteva obiettare.
Dopo un mese di CAR avevo già 10 giorni di CPR (Camera Punizione di Rigore) e alla fine fui spedito in Sardegna: a Perdas de Fogu  :icon_eek:
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: max - Agosto 04, 2013, 09:14:39 AM
Citazione da: rhox - Agosto 03, 2013, 09:35:53 PM
il tuo cavallo non era condizionato per fare endurance quindi che validità ha la tua esperienza in un campo in cui sapevi di essere al limite?

A parte che fare endurance vuol dire proprio cercare dei limiti per antonomasia, io non è che ho fatto "endurance", mi sono trovato a dover correre parecchio mio malgrado. E ho riportato quello che ho notato. A questa esperienza dovresti affiancarne una tua simile, o quella di qualcun'altro ma simile, non certo l'endurance agonistico.
Poi che questo sia un topic dove si parlava di agonismo, e che siamo andati fuori tema per colpa mia a causa di numeri "sospetti", è vero.


CitazioneSai benissimo che ho tenuto il lallo scalzo per 5/6 anni, mai un pareggiatore ha toccato quei pedi, l'ho fatto un poco io, poi ho usato la capoccia.

Un pò più di un anno fa venne  una pareggiatrice per tentare di raddrizzare il citato lallo arrembato , quando vide i piedi di Oddo (il callo dei piedi di Oddo) ebbe un piccolo orgasmo...non c'era niente da pareggiare niente da correggere si limitò a fare delle foto per la sua documentazione privata.

Qualcuno ha mai visto delle foto comprensibili del piede di oddo, gioiello del barefoot, in questi 5/6 anni? Io no. PERCHE'?
Le foto del mio si trovano facilmente. Ma è possibile vedere qualcosa dell'ex-piede di Oddo scalzo?
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Agosto 05, 2013, 11:33:13 AM
Citazione da: raffaele de martinis - Agosto 04, 2013, 02:19:58 AM

Caparbietà per caparbietà, ti ho dato la possibilità di contattare Alessandro, il quale avrebbe potuto dire - con viva e verace competenza - la sua opinione riguardo il grasfut di Asia, è un maniscalco che - foto alla mano - ha raddrizzato un lallo dai piedi rampini e lo ha fatto andare in maniera decente: hai rifiutato.

No, non ho rifiutato; semplicemente non ho ancora colto l'opportunità. Asia ne soffre da oltre 13 anni e la sitruazione è stabilizzata: capirai che non ho furia. Ma non ho affatto rifiutato, anche se - purtroppo - qualsiasi consiglio, a distanza di 1000 km, e nell'impossibilità di trovare un adeguato "interprete e corretto applicatore" del consiglio, ha una bassa probabilità di essere utile.

Diciamo che fra noi è un bello scontro di caparbietà sostanzialmente diverse.  :icon_rolleyes:

Quanto al mio servizio militare, non ci sono passato affatto; "merito" del catastrofico terremoto del 1976 a Gemona, mio paese natale, grazie al quale ho ricevuto il mio foglio di congedo illimitato.

Quanto alle questioni di traduzione comparataq..... sì, questo è un bel caso  in cui la mia caparbietà (nel rifiuto di commentare) avrà modo di dispiegarsi in tutta la sua serena fermezza.  :firuu:

Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: raffaele de martinis - Agosto 05, 2013, 12:49:05 PM
Uomo di labile memoria, Alessandro disse che - sopratutto - ti avrebbe indirizzato ad un suo collega di stanza dalle tue parti, non crederai mica che lui sia il solo depositario in Itaglia della buona mascalcia ?

In quanto alla serena fermezza di non commentare la tradutione di Angiomi, vedo che siete in tanti ma ormai il colonello da un pezzo non è più un bambino e non credo sia uno psicolabile da proteggere dalla realtà cinica e bara , dunque potrebbe accettarla senza fare tragedie, diciamolo pure: nella sua inclita traduzione il buon Angioni ha ignorato le più elementari regole di grammatica e sintassi itagliana...ma forse sono io che non comprendo, si tratta di nuovo dolce stil paterecchio o forse di ermetismo mocciano, chissà !
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Agosto 05, 2013, 02:50:26 PM
Ti ho pur detto, è tutta questione di diverse caparbietà.....  tu arrivi al punto da continuare una identica  polemica transforica e transtopica (perdonami i neologismi, sento Radio Radicale quando viaggio in auto e sono traumatizzato dai vocaboli transnazionale e transpartitico....) per annieannieanni, la mia caparbietà si manifesta altrimenti.

Quanto all'indirizzamento ad altro maniscalco di valore in Alta Italia hai ragione: me n'ero completamente dimenticato. Ma temo che per quanto eccellente non sarebbe la persona che mi darebbe veramente fiducia, perchè io cerco  un professionista ugualmente esperto nella riabilitazione barefoot e nella riabilitazione tradizionale attraverso la ferratura; quanto al "miracolo" del raddrizzamento di quei piedi incastellati, sono rimasto piacevolmente colpito dalla rapidità del risultato, ma sono rimasto ancora più colpito dall'enormità degli errori precedentemente accumulati; e quindi ne ho tratto la prova che esistono maniscalchi così bravi, da rimediare con notevole abilità ai danni causati da precedenti maniscalchi; la mascalcia in sè, complessivamente,  non ne esce benissimo.
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: Ipparco - Agosto 05, 2013, 02:59:55 PM
CitazioneTi ho pur detto, è tutta questione di diverse caparbietà.....  tu arrivi al punto da continuare una identica  polemica transforica e transtopica (perdonami i neologismi, sento Radio Radicale quando viaggio in auto e sono traumatizzato dai vocaboli transnazionale e transpartitico....) per annieannieanni, la mia caparbietà si manifesta altrimenti.
Ed entrambe le caparbietà sono completamente OT, se permettete..
Questo topic l'ho aperto principalmente per raccogliere le sempre più numerose storie di successo SPORTIVO legate al "barefoot" e alla filosofia "ironfree", che testimoniano la sempre maggior diffusione del metodo, in modo transdisciplinare.
Capisco che interrompere una discussione a metà sia fastidioso, ma se proprio volete continuarla vi prego di farlo in un topic dedicato.
Buona giornata
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Agosto 05, 2013, 04:05:03 PM
Hai ragione. Torniamo al topico con una precisazione, suggerita dall'intervento di Rhox sulla Tevis; in questo elenco di testimonianze del cavallo "senza ferri" preferisci che siano elencati solo i casi di cavalli che gareggino  a piede completamente nudo, oppure anche casi (come quelli citati da Rhox) di cavalli senza ferri, ma protetti da scarpette o da altro che non siano ferri? Quando si parla di gare con cavalli barefoot, a quale delle due categorie ci si riferisce esattamente?

E tornando alla Tevis: c'è stato qualche cavallo partito senza scarpette, approfittando della recente "apertura" del Regolamento, che mi è sembrata una novità? Ed è veramente una novità? Mi ha impressionato che - pur con molte cautele e limitazioni e verifiche - un cavallo possa partire senza alcun tipo di protezioni allo zoccolo nella Tevis; mi sembra che sia una ottima dimostrazione che The Times They Are a-Changin'
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: Ipparco - Agosto 05, 2013, 04:20:18 PM
L'uso delle scarpette fa parte integrante del concetto di "barefoot", in quanto è spesso un passaggio necessario per una transizione efficace, inoltre è limitato nel tempo ai momenti di utilizzo intenso del cavallo e/o alle prime fasi della riabilitazione "barefoot".
Il cavallo passa quindi comunque gran parte del suo tempo realmente scalzo, con tutti i relativi vantaggi.
Le proprietà meccaniche della maggior parte delle scarpette inoltre sono radicalmente differenti da quelle di qualunque ferro metallico, e sicuramente più simili a quelle del piede nudo rispetto al metallo.
Quindi dal mio punto di vista un cavallo che compete con le scarpette ricade comunque nella definizione di "barefoot", in quanto di sicuro è sferrato e passa molto del suo tempo a piedi nudi..
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: max - Agosto 05, 2013, 07:25:08 PM
A quanto pare l'equitazione sembra destinata ad accogliere termini che poi vanno via via ad identificare qualcosa di diverso dal significato originale. Sembra il caso anche del "barefoot", cioè  "piede NUDO" che è destinato ad accogliere in realtà quelle che sono (come dicevo qualche post fà) le "alternative al ferro"!
E con alternative al ferro ci sta che, in un'ottica di miglioramento e modernità, così come avviene per l'uomo, anche per il cavallo uno gli metta delle protezioni ai piedi solo quando servono, per poi stare scalzo il resto del tempo. O qualcuno si tiene le scarpe da lavoro 24/24h?
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: carodubbio - Agosto 05, 2013, 07:48:56 PM
IO per lavorare uso scarpe antinfortunistica= lamina di ferro sulla suola e punta di ferro, PESANO UN CASINO come torno a casa mi metto le ciabatte  :ciao:
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: carodubbio - Agosto 05, 2013, 08:29:23 PM
La prima volta che ho tenuto una scarpetta nelle mani fu nel 98 , quando sellavo da Alberto, ma non le ho mai usate perché si andava per fossi e campagna, e si galoppava sempre una volta la settimana sull'asfalto di solito in salita a andatura adrenalitica  :onhorse6:, poi con il tempo ho iniziato a galoppare in piano di solito sparate da 600metri , per questo le scarpette mai usate
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: Ipparco - Gennaio 07, 2014, 09:46:30 AM
E, tanto per cambiare, un italiano:
http://www.bitlessandbarefoot-studio.org/luca-moneta-a-olympia-su-quova-barefoot/
Luca Moneta sta dimostrando che si può vincere ad alti livelli con i cavalli scalzi. Anche in Italia.
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Gennaio 07, 2014, 10:06:43 AM
Interessante ma non entusiasmante.... è un aneddoto (in altro topic si mette anche in discussione, sulla base di altre fonti, se la cavalla fosse completamente sferrata o fosse sferrata solo sui posteriori).

Se mai fosse abbastanza dimostrato che il cavallo sferrato ha prestazioni superiori, lo vedremmo subito perchè tutti gli agonisti dovrebbero adeguarsi (per non lasciare un vantaggio agli avversari).

Ma chi ha la giusta mentalità barefoot rifugge dalla competitività, IMHO, perchè rinuincia ad avvicinarsi a quei "limiti di prestazione" che costituiscono, invece, i'interesse principale di chi ha una mentalità competitiva.
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: Ipparco - Gennaio 07, 2014, 10:39:07 AM
Io invece penso che sia interessante ed utile se atleti ad alti livelli competono (e vincono) scalzi. L'ambiente equestre risente molto dello spirito di emulazione, e se chi sta "in vetta" dimostra che si può vincere (o che si vince più facilmente, in certi casi) senza ferri, molti si faranno per lo meno delle domande..
Nell'endurance sta già succedendo, e i numeri stanno cambiando. Qualcosa si sta muovendo anche nel dressage, soprattutto oltreoceano ma non solo. Io penso, e spero, che nel giro di un decennio o giù di lì sarà così in moltissime discipline, a tutto vantaggio dei cavalli.
Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: alex - Gennaio 07, 2014, 11:23:00 AM
Dal punto di vista promozionale hai ragione; dal punto di vista della consapevolezza della scelta, diffido dalla emulazione, motivazione assai fragile e "mobile qual piuma al vento", l'unica emulazione che praticherei volentieri è l'analogo dell'equitazione, ma a dorso di mulo.

Titolo: Re:The Times They Are a-Changin'
Inserito da: Ipparco - Gennaio 07, 2014, 11:48:46 AM
Ovviamente non auspico nemmeno io che tutti seguano la strada scalza per pura e semplice emulazione, ma almeno che si facciano qualche domanda.
C'è da dire che rispetto ad altre "mode" il barefoot ha di buono che se non ti ci dedichi con un po' di cervello e preparazione, il cavallo i risultati non è in grado di darli, e quindi un agonista sarebbe obbligato a documentarsi in materia per poter intraprendere questa strada con successo. L'importante è che passi chiaramente questo messaggio: perché la cosa possa funzionare, bisogna fare le cose con criterio, altrimenti è meglio lasciar stare.
Questo in generale dovrebbe valere sempre, coi cavalli e anche nella vita..