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Il Parere degli Esperti => Pareggio e Barefoot => Topic aperto da: alex - Ottobre 08, 2014, 08:33:11 PM

Titolo: Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: alex - Ottobre 08, 2014, 08:33:11 PM
Se fossi "partigiano" tacerei; e negherei ostinatamente. Invece non sono partigiano, per cui dico quello che penso, e vi riferisco dei fatti, per primo.

Un potente "motore" del movimento, passata la fase ponieristica e volontaristica (lamigliore, per me) quando il barefoot era un vero movimento, basato sul passaparola e sull'impegno  disinteressato, o quasi, è stata la spinta commerciale, i danè; e un potente supporter era la Easycare, produttrice delle scarpette più diffuse.

Bene: guardate il sito della Easycare e vedrete che è in atto una conversione commerciale: lescarpette ci sono ancora, ma parecchi modelli sono usciti dalla produzione, mentre è in atto un lancio, in grande stile, dell'ennesimo ferro in plastica, da applicare con resine.

Da un certo punto di vista questo mi solleva: la discussione si libera dal sospetto di essere una campagna commerciale per vendere scarpette con grandi ricavi. Dall'altromi preoccupa: potrebbero esserci evidenze che effettivamente l'uso del cavallo sferrato ha dei limiti, più seri di quanto commercialmente propalato.

Di certo, il novo interesse commerciale di una ditta molto importante e influente condizionerà il dibattito; e forse, farà regredire di parecchio l'entusiasmo. Da un altro punto di vista, meglio così: io sospetto che sia tutta una "manovra commerciale" si ridurrà, e il movimento tornerà ad essere un passaparola fra amici ed appassionati.
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: aDy_90 - Ottobre 08, 2014, 11:08:19 PM
Bon, onestamente sono a favore dei ferri sintetici da incollare, secondo me offrono una protezione più stabile della scarpetta senza lo svantaggio dei chiodi ... Noto solo che ci sono diverse problematiche tra cui il costo e la tenuta. Certo, è una soluzione che si discosta maggiormente dal barefoot ma secondo me c'è protezione ed allo stesso tempo elaterio ... Penso che risolti gli inconvenienti tecnici (sì ... UNA PAROLA!) non sia un'idea stupida!
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: raffaele de martinis - Ottobre 09, 2014, 04:21:03 AM
Beh, si sta realizzando la mia profezia: ferri che hanno la stessa consistenza del corno e che si attaccano collacolla., col tempo sostituiranno i ferri anche nelle competitioni ad alto livello.

Da subito ho guardato agli antigui piuttosto che ai barefutti, da loro può si può andare ad un futuro scalzo: razze selezionate per qualtità dei pedi, cavalli preparati fin da polledri, paddocchi paradais/paddocchi Xenophon, giostre con fondo ghiaioso, ricorso agli ipposandali quando necessario, il pedicure una volta ogni due o tre anni.


Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: fede.spin - Ottobre 09, 2014, 11:48:02 AM
Avevo notato anch'io questa "trasformazione" del prodotto.
Peraltro non lo vedo molto dissimile dalle scarpette glue-on, che già da tempo vanno per la maggiore tra i cavalli scalzi che fanno gare di endurance.
Non so se sia un segno di crisi del movimento o una sua naturale evoluzione.
Si è andati verso un concetto che, pur coi suoi limiti, legati a deficit tecnologico e a una visione unicamente utilitaristica del cavallo, ha dato per secoli risultati soddisfacenti, semplificando la gestione e bypassando i limiti fisiologici del cavallo.
Partendo da presupposti diversi, si è arrivati ad una soluzione che, almeno in teoria, dovrebbe accontentare tutti: cavalli e utenti degli stessi.
Certo, è un compromesso...
Un prodotto che non risponde in pieno ai canoni del barefoot.

Ad ogni modo, più passa il tempo e più la mia visione del cavallo scalzo si avvicina a quella di raffaele
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: alex - Ottobre 09, 2014, 12:39:34 PM
La differenza fra ferro in gomma/plastica incollato e scarpetta è secondo me notevole; anche le scarpette "glue-on", tipo le Glove, per quanto ne so venivano tenute solo per il tempo necessario; i nuovi "ferri" della Easycare, chiamati Easyshoe, sono invece permanenti, nè più nè meno dei ferri tradizionali. Non solo: alcuni modelli "proteggono" estesamente suola e fettone, nè più nè meno di un ferro chiuso o di un ferro con soletta in cuoio.

Sfuma, soprattutto, il messaggio base: "Proteggete il piede del cavallo quanto basta per farlo camminare bene; fintanto che per camminare bene non serve niente, non mettete niente". Una volta che si consolida un grosso interesse commerciale o comunque economico, tutto cambia; a nessuna industria e a nessun professionista può essere imposto di andare contro il suo interesse diretto. Nel conflitto fra interessi del cavallo, e interessi dei professionisti che gli ronzano intorno, il "terzo" a cui spetta la responsabilità del giudizio critico e della decisione è ovviamente uno e uno solo: il cavaliere. Tutto sta a vedere se il suo è "consenso informato" o no.
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: fede.spin - Ottobre 09, 2014, 01:32:28 PM
Citazione da: alex - Ottobre 09, 2014, 12:39:34 PM
La differenza fra ferro in gomma/plastica incollato e scarpetta è secondo me notevole; anche le scarpette "glue-on", tipo le Glove, per quanto ne so venivano tenute solo per il tempo necessario; i nuovi "ferri" della Easycare, chiamati Easyshoe, sono invece permanenti, nè più nè meno dei ferri tradizionali. Non solo: alcuni modelli "proteggono" estesamente suola e fettone, nè più nè meno di un ferro chiuso o di un ferro con soletta in cuoio.

I compromessi di cui parlavo...
Comunque anche le scarpette, pur nel limitato arco temporale in cui vengono indossate, proteggono molto estesamente suola e fettone

Si, forse questo messaggio si perde
Citazione da: alex - Ottobre 09, 2014, 12:39:34 PM
"Proteggete il piede del cavallo quanto basta per farlo camminare bene; fintanto che per camminare bene non serve niente, non mettete niente"
ed è un peccato.
Un peccato soprattutto per i cavalli di chi non l'aveva ancora assimilato.
D'altro canto l'affermarsi di un prodotto del genere in sostituzione del ferro tradizionale (la scarpetta ha fallito in questo intento. rimane un prodotto di nicchia, costoso e non molto user friendly), potrebbe comunque segnare un passo avanti (minimo magari, ma pur sempre in avanti), non trovi?

Io ribadisco la mia "personale" evoluzione del concetto barefoot. Se si vuole tenere i cavalli scalzi e montarli senza patemi d'animo, bisogna scegliere la razza giusta e, al suo interno, i soggetti idonei. Poi bisogna gestirli in modo da metterli nelle condizioni di non aver bisogno del pareggio.
Quello che dice raffaele, in soldoni.
Con la differenza che per me montare a cavallo non è prioritario rispetto al benessere dell'animale. E siccome ritengo dannosa la ferratura, continuerò a mettere le scarpette quando vorrò uscire e ad accettare i limiti imposti da un cavallo con piedi deboli.
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: alex - Ottobre 09, 2014, 01:44:29 PM
Si perdono:
1. i vantaggi della diversa alimentazione e diversa stabulazione/paddokazione a cui obbliga il fatto di tenerli scalzi;
2. i vantaggi non solo del contatto fra suola e fettone e terreno, ma del contatto fra suola e fettone e proprietario.

E' una gran perdita. Peccato.
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: carodubbio - Ottobre 09, 2014, 01:45:22 PM
La resina- le colle- le  scarpette- usare il silicone,  lasciano a me un interesse nullo visto che tutto tiene .

Peccato che nella equitazione che IO pratico c'è una velocità base che non permette di usare pezze, per questo invece di scervellarmi nel cercare il materiale innovativo, mi sono concentrato sulla CRESCITA  E CURA dello zoccolo , l'unica  cosa  che da risultati .

E per imparare ci ho messo anni su anni e km su km :ciao:
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: fede.spin - Ottobre 09, 2014, 01:57:49 PM
Citazione da: alex - Ottobre 09, 2014, 01:44:29 PM
Si perdono:
1. i vantaggi della diversa alimentazione e diversa stabulazione/paddokazione a cui obbliga il fatto di tenerli scalzi;
2. i vantaggi non solo del contatto fra suola e fettone e terreno, ma del contatto fra suola e fettone e proprietario.

E' una gran perdita. Peccato.

Non lo sto affatto mettendo in dubbio. Ne sono assolutamente convinto!
Anche se, sul punto 1 avrei qualcosa da eccepire riguardo il rapporto causa effetto: il barefoot rientra in una gestione improntata al benessere del cavallo, ma è solo uno dei fattori, non il motivo che mi "obbliga" ad alimentarlo/stabularlo in un certo modo.

Rilancio la domanda di prima: non credi che comunque, ipotizzando che questi aggeggi vadano a soppiantare in toto il ferro, sarebbe un passo avanti per i cavalli?
Purtroppo il barefoot e le scarpette hanno conquistato una nicchia, ma non sono riusciti a sfondare, forse per gli oggettivi limiti di utilizzo che impongono e per le difficoltà che comportano. Il ferro in gomma attenua gli effetti negativi della ferratura, senza perderne i vantaggi, per cui forse ha più numeri per prendere piede...nel vero senso della parola :horse-wink:...
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: alex - Ottobre 09, 2014, 02:04:44 PM
Be' certo: sono migliori dei ferri in ferro  :icon_eek: se non altro per due ottimi motivi: pesano di meno e certamente scivolano di meno sul duro liscio, tipo asfalto o pietra liscia. Quindi: due problemi in meno. Sono però molto cari: resteranno quindi di nicchia. E alimenteranno - IMHO - la tradizionale ferratura in quanto sospetto che un cavallo, tolti i ferri in plastica, cammini altrettanto male di un cavallo a cui vengono tolti i ferri in ferro.

Staremo a vedere.

Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: raffaele de martinis - Ottobre 09, 2014, 02:19:04 PM
Ma perché no? Lalli ferratissimi stanno in paddocchi con capannina tutta la vita et seguono una dieta più che appropriata.

Il punto dirimente - che avevo individuato 10anni fa - è che il movimento è stato supportato da interessi da parte de: i pedicure, i venditori di libri e dvd, i curatori di corsi, gli scarpari, etc. etc.

Il movimento avrebbe dovuto puntare alla vera educatione del proprietario a partire dall'inculcamento del primo dettato di Xenophon: scegliere un lallo dai pedi boni, invece, per gli interessi detti si è teorizzato che tutti i lalli pareggiati da un "professionista" vadano scalzi... ma mi facciano il piacere, perdirindindina !!!
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: kitiara - Ottobre 12, 2014, 09:56:15 AM
Mi intrufolo abusivamente usurpando il ruolo di alex che di solito si porta avanti ipotizzando scenari futuri....
Con il sopravanzare delle stampanti 3D chissà che, in un futuro lontano lontano, non ci sia posto per dei ferri in plastica su misura e quindi dare ad ogni piede il suo giusto ferro, si perderebbe anche quello che credo sia un difetto non da poco dei ferri in plastica ovvero la scarsissima (se non nulla) adattabilità in fase di applicazione, visto che con il ferro tradizionale, anche se messo a freddo, due colpetti per adattarlo meglio al piede di solito si danno.
Inoltre considerati i passi avanti che si sono fatti in edilizia in termini di "colle" chissà che tra le varie ricerche di polimeri innovativi non si approdi anche ad un incollante che possa soddisfare i desideri di alex realizzando così il ferro attacca-e-stacca.
Scusate per l'OT
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: raffaele de martinis - Ottobre 19, 2014, 03:32:27 AM
Citazione da: raffaele de martinis - Ottobre 09, 2014, 04:21:03 AM
Beh, si sta realizzando la mia profezia: ferri che hanno la stessa consistenza del corno e che si attaccano collacolla., col tempo sostituiranno i ferri anche nelle competitioni ad alto livello.

Da subito ho guardato agli antigui piuttosto che ai barefutti, da loro può si può andare ad un futuro scalzo: razze selezionate per qualtità dei pedi, cavalli preparati fin da polledri, paddocchi paradais/paddocchi Xenophon, giostre con fondo ghiaioso, ricorso agli ipposandali quando necessario, il pedicure una volta ogni due o tre anni.

Questo mio post cadde nel vuoto, ma potrebbe essere una delle ragioni dell'operazione fatta dalla fabbrica di scarpelle americane.

Questa è gente che studia il mercato e cerca di anticiparlo/di condizionarlo, plobabilmente, si sono accorti che i barefutti si stanno avvicinando a quanto ho sopra detto, dunque, una drastica discesa di domanda di ipposandali.

Inoltre, c'è una maggiore consapevolezza che le scarpelle sono un modo di ferrare con altri mezzi: meno pratico, più costoso e - per alcuni - non praticabile; per non perdere i clienti e tentare di fidelizzare in altro modo la consolidata platea barefutta (intesa come filosofia naturale)... vualà le incollabili, la nuova frontiera!
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: raffaele de martinis - Ottobre 20, 2014, 08:34:18 PM
Se i ferri incollabili prendessero piede (notare il giuoco di palabras) cioè si dimostrassero davvero efficienti, in teoria, sui grandi numeri verrebbero a costare meno dei ferri in ferro,

Sarebbe una grossa conquista per il piede lallino ma, mentre il maniscalco continuerebbe imperterrito a incollare invece che inchiodare, per il barefutto sarebbe uno psicodramma: tutte le belle teorie del pareggio naturale se ne andrebbero a farsi fottere e gli amici barefutti non avrebbero neanche la possibilità di scagliarsi contro i nuovi arrivati che: non incidono la muraglia, non impediscono l'elaterio, hanno un ottimo grip, non creano nessun fastidio all'utilizzatore humano et equino.

I "tradizionalisti" già mettono le mani avanti: Sono però molto cari: resteranno quindi di nicchia. E alimenteranno - IMHO - la tradizionale ferratura in quanto sospetto che un cavallo, tolti i ferri in plastica, cammini altrettanto male di un cavallo a cui vengono tolti i ferri in ferro.
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: alex - Ottobre 20, 2014, 09:45:32 PM
Faccio umilmente notare che un "ferro di plastica" che:
* abbia la stessa consistenza della muraglia e della suola e la stessa elasticità
* non sia inchiodato, ma stabilmente "incollato" alla muraglia e alla suola

ossia, risponda ai requisiti enumerati da Raffaele come "ferro del futuro", pensateci: non è altro che la muraglia e la suola stesse, irrobustite da adeguato movimento su adeguato terreno; cosa che, in realtà, è la parte difficile del barefoot. I ferri non servono a proteggere il piede che lavora moltissimo (i casi di cavalli da tiro che lavorano da mattina a sera o gli altri casi limite sono rarissimi) ma a proteggere il piede indebolito dal lavoro scarso e poco impegnativo; ossia, l'esatto contrario del luogo comune corrente. Il mercato conosce i suoi polli; per un cavallo che lavora molto ce ne sono cento che lavorano poco; il "grasso che cola" sta lì.


Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: raffaele de martinis - Ottobre 21, 2014, 04:20:34 AM
...pensateci: non è altro che la muraglia e la suola stesse, irrobustite da adeguato movimento su adeguato terreno; cosa che, in realtà, è la parte difficile del barefoot. I ferri non servono a proteggere il piede che lavora moltissimo (i casi di cavalli da tiro che lavorano da mattina a sera o gli altri casi limite sono rarissimi) ma a proteggere il piede indebolito dal lavoro scarso e poco impegnativo; ossia, l'esatto contrario del luogo comune corrente.

Finalmente ci siamo, stai dicendo che il pedicure - nell'amministrazione del lallo scalzo - ha un'importanza minima, io già lo dissi: Da subito ho guardato agli antigui piuttosto che ai barefutti, da loro può si può andare ad un futuro scalzo: razze selezionate per qualtità dei pedi, cavalli preparati fin da polledri, paddocchi paradais/paddocchi Xenophon, giostre con fondo ghiaioso, ricorso agli ipposandali quando necessario, il pedicure una volta ogni due o tre anni.


Però, bisognerebbe stabilire cos'è l'impegnativo/il molto impegnativo, concetti assolutamente soggettivi et imparagonabili tra lalli scalzi, che comunque - prima o poi - si azzopperanno a fare andature dietro i lalli coi piedi protetti.

Comunque i "casi limiti" non sono "rarissimi" ma di normale amministrazione: quanti lalli scalzi c'erano ai WEG in Normandia?

I professionisti non rischiano, proteggono i pedi dei loro lalli col sistema attualmente più pratico, noi sollazzanti ci possiamo permettere il lusso di tenere i nostri lalli scalzi.

L'avvento ad altissima diffusione delle protezioni incollabili  - dunque a prezzi accettabili - sarà la quadratura del cerchio, perché la storia del lallo è fatta da una continua ricerca di come proteggere i loro pedi.

Prima dell'invenzione della ferratura inchiodata, si sono usate protezioni in corda, vimini, ferro, cuoio, corno di muflone, paglia di riso, seta - addirittura - per i notabili orientali, basta leggere Flemming.
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: rhox - Ottobre 21, 2014, 09:08:33 AM
vedi raffaele, qua sbagli. nell'endurance ci sono tantissimi cavalli scalzi, la squadra americana portò un cavallo scalzo ai mondiali del 2008 a dubai (scalzo nel senso di gara a piedi nudi). ai weg di lexington 3 cavalli della squadra americana di endurance erano scalzi, solo che per regolamento interno sono stati ferrati o non avrebbero potuto gareggiare (la nazionale non concedeva l'uso di scarpette, pena esclusione del binomio).
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: alex - Ottobre 21, 2014, 09:33:22 AM
Il problema è il "limite  dello zoccolo". L'idea che hanno di questo limite (che verosimilmente esiste) i maniscalchi, i veterinari, gli istruttori e moltissimi cavalieri è un puro luogo comune; è diffusa l'idea (ridicola) che in pochi chilometri di asfalto un cavallo resterebbe "senza piede" . Prima che si realizzino le condizioni citate nella storia antica come casi eccezionali, degni di essere ricordati - i cavalli immobilizzati dal consumo dello zoccolo -  ce ne vuole!

Disgraziatamente, moltissimi proprietari di cavalli scalzi non hanno la possibilità di far lavorare il cavallo veramente; se lo facessero, la transizione sarebbe breve come quella descritta in Horses and roads; lavorando poco, è lunghissima o anche interminabile. Purtroppo, quei pochi che usano il cavallo molto (penso a The Ghost, fra quelli del forum) non hanno voglia di sperimentare la sferratura. Eppure Miky riferisce che alcuni cavalli da tiro, in lavoro, sono scalzi (mi pare, succede nel lavoro nelle vigne); il che dovrebbe far pensare. Ma chi ha una robusta "opinione" ha una notevole capacità di leggere e di vedere solo quello che rinforza la sua opinione, e di non vedere affatto, o dimenticare immediatamente, ogni evidenza contraria.
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: raffaele de martinis - Ottobre 21, 2014, 01:27:33 PM
Pochi o molti - dipendono dal corno - i KM di asfalto (granuloso) consumano fortemente il pede, esperienza diretta per autopareggio praticato per almeno 4 anni al trotto e al passo, galoppare su quell'asfalto scalzo sarebbo stato da folli, infatti era il lallo a dirmi... galoppo ? Ma che sei scemo!

Gli antigui facevano migliaia di km con buoi e lalli scalzi, Alessandro andò così fino in India, ma come? Ad andatura da pascolo, 15/20 km al giorno, e quando affrontò le montagne d'Arcadia, le cronache dicono che perse alcune migliaia di muli e lalli che si assopparono tristemente.

Anche i popoli equestri si spostavano per migliaia di km, ma turnavano le loro cavalcature e avanzavano nelle steppe asiatche o nellle ubertose praterie nordamericane.

Tshiffley si fece una promenade di 20.000 km coi due "eroici" criollos Gato e Mancha alla media di 47 km il giorno scalando le Ande e attraversando il deserto di Matacaballo  :icon_eek: un nome che è tutto un programma, pensavo andassero scalzi, invece i due lallini erano ferratissimi, fu una delusione.

Quando Oddo si mise a "lavorare" fummo costretti a ferrarlo, quindi capisco Wild, fa benissimo a proteggere i pedi ai suoi lalli... degli indagati come causa della navi del Caimano, il lavoro (sopratutto scalzo) è l'indiziato - a detta del veterinario -  numero uno.


Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: Miky Estancia - Ottobre 21, 2014, 01:46:24 PM
Si Alex, alcuni sono scalzi in vigna ma...al momento non lavorano tutti e 30 gli ettari di vigna. E quella vigna ha un terreno morbido, ci possiamo andare scalzi pure noi ed è bordo costa non monte-valle.
Le condizioni erano praticamente ottimali.
Poi è aumentato il numero di corsi e stages, si è incrementato il lavoro in bosco, i periodi di riposo che permettevano la ricrescita si sono assottigliati parecchio e i cavalli sono rimasti senza piede...e hanno cercato un maniscalco...a breve ci rincontreremo per lavoro e saprò come è andata a finire.
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: Miky Estancia - Ottobre 21, 2014, 02:04:15 PM
Dipende sempre da come uno li percorre i pochi km sull'asfalto...
Domenica Snoby si è ciucciato un servizio carrozza in fiera paesana. Percorso ad anello in mezzo alle bancarelle, con dei tratti in salita, fiumana di gente che costringeva a continui alt e spunti in salita, carrozza da 5 quintali con un carico di 10 persone a giro. Servizio al mattino e tutto il pomeriggio.
Ferrato da una settimana con il suo bel 12 da 1 cm e chiodi al widiam.
Se domani posso permettermi di attaccarlo e dare lezione, è solo grazie al fatto che è ferrato, altrimenti non potrei lavorare ma dovrei aspettare che gli ricresca il piede...oppure far finta di non vedere che ha male e farlo lavorare lo stesso.
Titolo: Re:Segni di crisi per il movimento barefoot
Inserito da: raffaele de martinis - Ottobre 21, 2014, 02:47:48 PM
Con Miky niente da dire, ricordo che i muli lavoravano la vigna scalzi, gli stessi muli, se andavano al carretto erano ferrati ai 4 piedi, se erano cavalcati col basto erano ferrati solo davanti, lo si faceva per una ragione prosaicissima: risparmiare!