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Presentazione.

Aperto da raffaele de martinis, Dicembre 15, 2013, 03:19:43 PM

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raffaele de martinis

L'Equitazione Superiore, l'Alta Scuola, l'Equitazione Accademica o come vi piace chiamarla, si propone di ridare al cavallo montato, la grazia, la bellezza, l'eleganza dei suoi movimenti in libertà che vengono alterati dal peso e dagli interventi del cavaliere.
Una volta raggiunto questo scopo ha la pretesa - come dise il Newcastle - di "perfezionare la natura con la finezza dell'arte"; si tratta di sviluppare l'armonia e il ritmo delle andature naturali per stilizzarle e trasformarle a poco a poco in arie d'alta scuola-
A questi livelli, l'equitazone è senz'altro paragonabile all'arte coreografica e al balletto classico.


Il cavagliere medio italiano non conosce la storia dell'Equitazione e dunque sconosce i grandi Maestri, i grandi Cavallerizzi del passato lontano e recente.

Le ragioni di questa ignoranza sono variegate ma una grossa responsabilità va appioppata ai militari che dal postcaprilli in poi hanno eliminato il maneggio classico dei lalli applicandosi solo al s.o. e portando come loro bandiera: l'atteggiamento naturale del cavallo e sul salto e nel lavoro in piano.

Hanno snobbato/hanno ignorato il Dressage, tant'è che - ad oggi - mai una squadra italiana ha partecipato ad una prova di livello internazionale in questa disciplina.
Per vedere un cavagliere italiano presentarsi - con pochissima fortuna - alle Olimpiadi in questa specialità (su un cavallo preparato da altri) bisogna aspettare gli anni ottanta del secolo scorso.
Quando - recentemente - un concorrente italiano si piazzerà, sempre nella detta disciplina nei  detti giochi, nella bassa/bassissima classifica dei finalisti abbiamo gridato al miracolo.

E' storia: i militari hanno avuto la possibilità - fino a non molti anni fa - di dirigere nel bene e nel male gli sport equestri italiani.
Lo hanno fatto (quasi tutti) con una miopia da talpa e uno spirito di casta da mandarini cinesi, ragioni per le quali sono rimasti avulsi dalla realtà sociale del Paese e dall'equitazione internazionale che spingeva/si evolveva verso altre direzioni.
Tant'é che, in cent'anni di storia, a fronte di decine di militari, solo un cavaliere civile italiano ha raggiunto l'eccellenza, ai massimi livelli in campo internazionale nel s.o.: Graziano Mancinelli.
Ricordo benissimo che quasi tutti gli istruttori di equitazione, erano ex militari che - fatte salve le dovute mirabili eccezioni - avevano quest'atteggiamento: gli ex sottufficiali - abituati ad obbedire - quasi inconsciamente, si mettevano sull'attenti di fronte ai pargoli del notaio, dell'industriale, del potente di turno...all'epoca solo questi si potevano permettere di equitare.
Gli ex ufficiali superiori, abituati a comandare e a vedere più sottoposti che superiori, pretendevano (in certe circostanze) di mettere sugli attenti i medesimi pargoli con risultati disastrosi.
In questi due sensi, ho visto e ricordo delle scenette memorabili....prima o poi ne farò un'antologia.

C'è da dire che l'equitazione sportiva civile deriva da quella militare e questa è una realtà tangibile in tutt'Europa, infatti, in Francia, in Germania, in Inghilterra, nazioni che - vincitrici o vinte -  uscivano a pezzi dalla seconda guerra mondiale tal quale l'Italia, l'equitazione è stata trasmessa dai militari nella società civile in maniera naturale, essi hanno saputo portare e mettere a disposizione del Paese - oltre la tecnica - anche la cultura e le tradizioni equestri.
Da noi no, lo dimostrano, cinquant'anni di insuccessi in campo sportivo internazionale e la mancanza di cultura equestre che viene surrogata da alcuni andando a cercare le radici in tante culture esotiche: nella monta spagnola, in quella western...nella monta minorchina perfino.  :icon_eek:

La nostra amara magra soddisfazione è che la moderna tecnica equestre di s.o. è italiana è tutta italiana, e la cultura equestre, che porterà all'Alta Scuola e al Dressage moderno, nasce in Italia nel 1500. e che i cavallerizzi d'allora furono i Maestri dei maestri di equitazione di tutta Europa.

Tornando ai nostri giorni, lentamente - in Itaglia - gli ex soldati son stati sostituiti dagli istruttori/commercianti dai commercianti/istruttori che ci hanno fatto subito rimpiangere amaramente gli istruttori militari.

Così, ridendo e scherzando...scherzando a causa delle nuove ten...

segue
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

...denze, che prescrivono il contatto, la relatione da terra come in sella collo lallo. e come ci si relationa con questi splendidi animali ?

Scherzando, giuocando tal quale si fa coi ciuaua o coi labrador, con la sola differenza che il ciuaua pesa 5 kili il lallo 500.

Su questa scia, di veri cavallerizzi son rimasti pochi, quelli più famosi/più pagati si sono - in qualche modo - adeguati a quest'andazzo cercando di abbinare i vecchi sacri principi dell'equitazione alle nuove tendenze, o meglio alle esigenze del nuovo pubblico pagante che è formato in maggior parte da donne che hanno una concezione del lallo puccipucciosa, daltronde son loro che pagano, dunque non bisogna deludere il cliente che siccome caccia gli sghei, ha sempre ragione. :icon_eek:

Pertanto la mia rassegna partirà da Senofonte e si fermerà ad Oliveira, ho tralasciato Kikkuli - ben precedente al principe ateniese - che però tratta cavalli che alla epoca trainavano i carri da guerra, dunque, il nostro era sicuramente un esperto uomo di cavalli ma non certo un maestro di equitazione, un cavallerizzo.

Inoltre, le tavolette di argilla attribuite al marescalco della corte ittita, sono state tradotte (adattate?) e prese come esempio per il governo naturale/dolce dei lalli, addirittura si stà cercando di impostare un metodo di allenamento/governo dei lalli da endurance basato su quegli antichi precetti.

A costoro - agli adattatori - è sfuggito il fatto che il buon Kikku trattava lalli che andavano in battaglia affrontando la furia assassina di una masnada di energumeni che scagliavano: frecce, lance e giavellotti mentre - i poveri animali, pazzi di paura - trainavano alla disperata carri falcati che tranciavano gambe e panze ad uomini e bestie che si fossero trovati sul loro cammino, dunque, quei lalli erano considerati poco più che la benzina o - se preferite - il motore da mettere nei carri armati.

Non farò una esposizione sistematica dei vari personaggi, la mia sarà una galleria opinabilissima e di parte, anche se cercherò di essere il più possibile obbietivo sui fatti, le mie opinioni seguiranno il quore, non potrebbe essere altrimenti, comunque, lascio volentieri - a chi lo volesse - lo spazio e il diritto di replica, di contestazione...siamo in un foro posto dove ci si confronta, si espongono le idee.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

Ve ne sarete accorti, ho abbinato la figura del Cavallerizzo a quella di un Artista che si sia dedicato anche alla rappresentazione dello lallo,   dai bronzetti sardi e la cappella sistina di Laseaux fino Picasso e Marini materiale non manca.

Care ragasse, avete facoltà di inserire e descrivere l'opera d'arte lallinistica che più vi ha emozionato, quella che preferite, magari spiegandoci lo perché.  :horse-wink:








... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...