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Relazione (La).

Aperto da mimmo77, Ottobre 21, 2021, 11:22:44 AM

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mimmo77

Da oltre 5000 anni, ieri come oggi, quì come altrove, si è affermata la relatione tra gli uomini (e le donne) con quest'animale impareggiabile che è il cavallo.

Nel corso dei secoli, senza perdere un grammo della sua intensità, questo legame ha subito, specialmente in occidente, delle profonde trasformazioni.

La tradizionale cultura dello "uomo di cavalli" ha ceduto il passo, si è arresa senza condizioni di fronte ad una nuova inedita cultura equestre, quella dei "parvenuti" dell'equitazione nella quale le donne, o più esattamente, le ragazzine sono la stragrande maggioranza.

Nulla è, nulla può essere come prima, questo è chiaro ma siamo di fronte ad un bivio,
... fatti non fummo per "viver el noble bruto" ma per condivider virtute et cagnoscenza...

mimmo77

Prima di addentrarci nel bivio, voglio offrirVi quanto dice una scrittrice francese riguardo la relazione delle donne col cavallo:


Mi ama.
Il cavallo non è un animale molto espansivo, ed è difficile dire se "sa amare".
Partendo da alcune sue reazioni, si può solo dedurre che dà prova di un certo di attaccamento.

Questo è uno dei grandi temi che si trovano spesso nella letteratura, nella letteratura all'acqua di rose, il genere di letteratura che attrae inesorabilmente quasi tutte le donne.
Il fascino irresistibile del bel tenebroso misterioso e distante, possibilmente con lo sguardo di ghiaccio, resta uno dei classici e ricorrenti cliches delle relazioni amorose descritte nei romanzi "rosa".

Il personaggio è un pò come il cavallo, che bisogna amare senza aspettare che questi debba o possa  ricambiare questo sentimento, che bisogna sedurre senza sapere se - dopo tutto - lui è veramente attratto da voi o - semplicemente  - vi sopporta.
Per resistere nell'avventura, bisogna interpretare ogni reazione e trovare/credere di trovare qualcosa di favorevole per perseguire ancora.
Le donne son abituate a questo tipo di relazione unilaterale, la maggior parte di loro ricorda/è convinta, che, nella loro vita amorosa, hanno sempre dato molto più di quanto abbiano ricevuto.

Dunque, la relazione col cavallo non le scoraggia, si ritrovano in uno schema che è per loro familiare.
Di fronte alla quasi inesistente dimostrazione d'affetto del loro animale preferito, non demordono e resistono a questa mancanza di "festosità" interpretando - a torto o a ragione - qualsiasi segnale non aggressivo come espressione amichevole.

Inoltre, fanno di tutto per provocare quest'attaccamento utilizzando il ricatto alimentare.
Poche sono le donne che arrivano in scuderia senza qualche leccornia in tasca... lo fanno solo per sentire il dolce brontolio delle narici del loro amatissimo lallo che - alle loro orecchie - suona come un fremito d'amore... dicono: vedete?...   "Mi ama!".


Catherine Tourre Malen
Eros&Hippos
Internationale de l'Imaginaire
... fatti non fummo per "viver el noble bruto" ma per condivider virtute et cagnoscenza...

raffaele de martinis

Ma torniamo all'argomento, si è cominciato con criticare - giustamente - delle pratiche infami come sbarrare i lalli mettendo puntine da disegno, tappi di birra o vescicanti nelle fasce, la Rollkur, i capezzoni dentati, ecc. ecc. da quì - il passo è breve - si è passati alla demonizzazione della ferratura, delle selle con l'arcione, delle imboccature... per non parlar del torcinaso, delle pastoie, degli inredinamenti del trotto e del polo, ma, si è giunti al ridicolo (episodio accaduto in Francia), con la denuncia fatta da alcuni turisti ad un allevatore che lasciava pascolare i suoi cavalli sotto la pioggia.

Questo dimostra che l'amore per il lallo è cresciuto a dismisura mentre è regredita la sua conoscenza.

In quest'ambito, son nati i pensionati (spesso con interessi "pelosi") per gli equini "martiri" dell'equitazione ed è nato il "lallo di casa".
Spesso, quest''animale è tenuto in un angolo del giardino, oggetto di tutte le cure e di ogni attenzioni da parte della famiglia ma poco educato e pochissimo utilizzato.
Di fatto, si privilegia la relazione, l'intimità con il cavallo piuttosto che la tecnica e l'addestramento equestre.

Nel XX secolo, i sacrosanti tatto e leggerezza, si trasformano (complici i "sussurratori" ) in naturalità e dolcezza, premesse per ogni approccio col cavallo ai giorni nostri.
Oggi, il nuovo cavaliere sta per aggiungere una nuova tappa al percorso che ha cambiato la posizione del cavallo nella cosidetta società occidentale.

Molti dati concordanti dicono che un numero significativo di cavalieri di base sono più interessati al contatto e alla relazione collo lallo piuttosto che all'equitazione, considerano il cavallo un ami pour la vie..
Infatti, si vede un numero crescente di appassionati - per la maggioranza donne - che acquistano un cavallo allo scopo di... non utilizzarlo.

Per costoro, non importa se hanno tare, tic o difetti.... mancini o cagnoli, i cavalli sono sempre e comunque degni di tutto il loro amore.
Ma l'amore, a seconda delle circostanze, può produrre il meglio e il peggio nell'ambito umano.

E' fuori dubbio che è stato la molla dello spettacolare incremento - a partire dagli anni70 del s.s. - degli sport e delle attività equestri.
Ma questa stessa spinta, può condurre alla completa rovina il cavallo se si segue la linea animalista .

Sicuramente, è per amore degli animali che la ex ministra di Berlusconi: Brambilla propone riforme costituzionali per equiparare i diritti degli animali a quelli umani - in particolare - vorrebbe che il cavallo diventasse, a tutti gli effetti un "animale d'affezione".

Cosa resterà del nobile equino, quando, dopo esser sparito dalle strade, dai campi di battaglia, dai campi tout court, sarà definitivamente eliminato dai maneggi, dagli ippodromi, dai circhi, dai Palii e dalle feste di piazza e sarà diventato - assieme ad asini e muli - animale da compagnia sopratutto femminile?

Diciamoci la verità: gli uomini di cavalli sopravvissuti e i veri cavalieri hanno una istintiva diffidenza verso questa trasformazione e, molti di loro, credono/si illudono che questa tendenza alla ippolatria prima o poi si sgretolerà, considerano tutta questa dolce relazione col cavallo una moderna passeggera bizzarria.

Siccome costoro, volenti o nolenti fanno comunque parte del mondo equestre, si trattengono e pensano che non è il caso di dire tutta la verità in equitazione, sopratutto a coloro che la verità non la vogliono conoscere, in particolar modo le verità riguardanti le conoscenze dei tecnici (veterinari, maniscalchi, storici dell'equitazione....) - nella situazione di monopolio lallista - sono le meno opportune da dire.

Ecco l'ultima moda, nata negli S.U. e subito...
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...