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Barefutterie.

Aperto da piciopacio, Luglio 20, 2012, 02:34:58 AM

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Ipparco

#60
Per chi vuole dei numeri, questi sono i risultati di uno studio sistematico su 26 casi di laminite da parte della Dr. Taylor della Auburn University:
http://www.hoofrehab.com/Taylor26horses.html
I numeri parlano da soli...
Qui c'è l'articolo (in inglese) in cui vengono date alcune indicazioni sul protocollo seguito:
http://www.hoofrehab.com/AuburnUvetschool.htm

Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
"La semplicità è la sofisticazione finale"
Leonardo da Vinci

carodubbio

No , ho provato a sapere di più, ma se non sai le lingue straniere documentarsi  e difficile.

In Italia solo Roma a la pista di all wheater , dove corro con il mio PSI , perche in erba tira il freno a mano.
Piu volte ho pensato  di chiedere se è possibile correre scalzi, solo che rimane il grosso ostacolo da superare degli allenamenti, come facci a allenarlo senza una struttura che mi permette di gestire la cosa + ci vuole anche un cavallo sano, e i ferri in certi casi rimangono l'unica  soluzione per tenere un certo livello di competizione

alex

#62
Grazie Ipparco. Immaginavo che alcuni numeri ci fossero, e mi seccava tremendamente non poterli indicare. Diffido chiunque a ritenere che quel poco che so io del movimento barefoot, riabilitazione barefoot eccetera sia anche solo vagamente esaustivo!!!

Leggerò il protocollo con molto interesse.

Vet italiani, fatevi coraggio!

Vedo che nell'iniziativa c'entra Ramey... ottimo, ha sempre dimostrato una netta propensione alla collaborazione con il mondo veterinario accademico. Bravissimo Ramey, e brava Ivy che gli dà una mano! Dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna....



La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

piciopacio

Ho visto pareggiare tre lalli da una barefuttatrice professionista, ha fatto un buon lavoro (credo), da sotto si è limitata ad accorciare qualche barra, tutto il resto l'ha fatto da sopra.

Per contro la dottoressa ha fotografato il mio paddocco Xenophon, e si è complimentata per i piedi di Oddo.

Volutamente non ho voluto allargare il nostro scambio di idee perché la veterinaria è convinta seguace dell'omeopatia (pratica nella quale non ho alcuna fede) e di un'altra cosa naturale che non ho ben capito.

Perché, se sulla barefutteria avremmo potuto trovare molti punti di confronto, sul resto ci sarebbe stato solo uno scontro di religione; l'eleganza - ma sopratutto l'intelligenza - vogliono che si evitino i confronti troppo radicali, inutile perdita di tempo.

Questo topico - prima di trasformarsi in un congresso veterinario sulla laminite - voleva evidenziare le differenti squole, i differenti stili di pareggio e confrontarli tra di loro.

Finora ho capito che nessuno di noi ha le idee chiare in proposito, Alex ha accennato ad una ecumenica soluzione affatto convincente.

Ora, cosa deve concludere un povero testa di beata che cerca di capire ?

Che - almeno in questo foro - nessuno è in grado (finora) di dare un quadro essenziale e convincente sull'argomento; il risultato è stato un malloppone indigeribile.

Gli insegnamenti che ho tratto da codesta discussione sono: - 

Il barefoot nasce innanzitutto come speranza, sperimentazione, sforzo di riabilitazione;...credevo che questo movimento si prefigesse di far andar scalzi i lalli.

Lo zoccolo è una terra di nessuno, sospesa fra la mascalcia e la veterinaria....pensavo che fosse la materia di studio di una specialistica veterinaria e dell'esperienza quotidiana dei maniscalchi/barefutti.

Sopratutto ho avuto una conferma, tutte le discussioni col barefutto vanno a parare sulle malattie, io volevo semplicemente capire i pro e contro delle differenti filosofie barefuttistiche, confrontate con quella che seguo io la: - Xenophon barefoot horse...dell'umidità parliamo dopo.

alex

#64
Ti piaccia o no, questa è storia: il barefoot (come movimento) nasce come tam-tam su Internet fra proprietari diciamo "lallisti", quelli che non si rassegnano a eliminare il cavallo zoppo sostituendolo con uno dritto; e nasce con la dott. Strasser, interessata alla patologia. POI si estende pian piano al cavallo sano.

Non nasce dalla veterinaria ufficiale (la dott. Strasser non ne fa parte: è una "eretica").

Adesso vedo che le cose cambiano, e ne sono felicissimo; ma la sperimentazione scientifica sarà lunga e faticosa. Come ci si può aspettare che ricercatori isolati dal mondo scientifico (Strasser), ex-maniscalchi, pareggiatori che nemmeno facevano, prima, i maniscalchi, producano in pochi anni un inquadramento scientifico completo e robustissimo dell'argomento, patologie gavi e "inguaribili" (navicolite) comprese, andando contro a tutta la "scienza accademica" imperante? Tempo al tempo. Siamo appena all'inizio. Ma la scienza, seppur lentamente, procede inarrestabile. Un tempo poteva avvenire che i "baroni" a lungo difendessero le proprie posizioni contro l'evidenza, per motivi di autrevolezza e di scuola; adesso, non più, le notizie circolano troppo in fretta e per troppi canali.

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Ipparco

In breve: per quanto mi riguarda, ritengo che l'approccio che mi convince di più sia quello di Ramey, per varie ragioni.
Alcuni dei capisaldi del suo pensiero sono che:
1) quello che determina la qualità e le prestazioni del piede è principalmente lo stato delle strutture interne.
2) lo stato delle strutture interne dipende da molteplici fattori ed è influenzato in maniera determinante dall'ambiente e dalla storia dell'animale.
3) se un cavallo non riesce ad essere almeno "pasture sound" (ovvero sano di piede al pascolo) è altamente probabile che ci sia una patologia in atto. NON TUTTE LE PATOLOGIE SONO CURABILI.
4) qualunque riabilitazione richiede che il cavallo cominci a muoversi correttamente. A questo scopo possono e talvolta devono essere usate delle protezioni che però devono garantire la deformabilità 3D almeno parziale del retro del piede.
5) è possibile e desiderabile portare il cavallo ad uno stato di equilibrio tra crescita e consumo, a patto che l'animale lavori a sufficienza e che non ci siano problemi motori che portino a sbilanciamenti divergenti degli zoccoli.
6) la dieta e la gestione in generale dell'animale devono essere personalizzate il più possibile sulle sue esigenze.
La lista sarebbe ancora lunga, e purtroppo non credo che questa sia una sede adeguata per poter scendere ulteriormente in dettaglio.
Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
"La semplicità è la sofisticazione finale"
Leonardo da Vinci

piciopacio

Citazione da: alex - Luglio 23, 2012, 12:09:43 PM
Ti piaccia o no, questa è storia: il barefoot (come movimento) nasce come tam-tam su Internet fra proprietari diciamo "lallisti", quelli che non si rassegnano a eliminare il cavallo zoppo sostituendolo con uno dritto; e nasce con la dott. Strasser, interessata alla patologia. POI si estende pian piano al cavallo sano.

Non nasce dalla veterinaria ufficiale (la dott. Strasser non ne fa parte: è una "eretica").

Adesso vedo che le cose cambiano, e ne sono felicissimo; ma la sperimentazione scientifica sarà lunga e faticosa. Come ci si può aspettare che ricercatori isolati dal mondo scientifico (Strasser), ex-maniscalchi, pareggiatori che nemmeno facevano, prima, i maniscalchi, producano in pochi anni un inquadramento scientifico completo e robustissimo dell'argomento, patologie gavi e "inguaribili" (navicolite) comprese, andando contro a tutta la "scienza accademica" imperante? Tempo al tempo. Siamo appena all'inizio. Ma la scienza, seppur lentamente, procede inarrestabile. Un tempo poteva avvenire che i "baroni" a lungo difendessero le proprie posizioni contro l'evidenza, per motivi di autrevolezza e di scuola; adesso, non più, le notizie circolano troppo in fretta e per troppi canali.

HO CAPITO !
Se non abbiamo un lallo scassato/malato/stronco non siamo barefutti...me ne farò una ragione.



alex

Citazione da: piciopacio - Luglio 23, 2012, 12:19:37 PM
HO CAPITO !
Se non abbiamo un lallo scassato/malato/stronco non siamo barefutti...me ne farò una ragione.

Dalla seconda riga non sono mica molto sicuro della verità della prima. Mi sa che dovrò ripetere. Quante volte? Quante basta.  :blob3:
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

carodubbio

Anzi, veramente si fa
un gran parlare di
sferrature, di cavalli
scalzi, di assetto
speedy e via dicendo.
Da quando sono arrivati in
Italia gli allenatori scandinavi, i
primi a togliere i ferri ai cavalli in
corsa, la pratica dei cavalli che
scendono in pista sferrati è progressivamente
aumentata fino a
diventare consuetudine soprattutto
per certi allenatori inclini
alle novità.
Negli anni si è riscontrato che alcuni
cavalli, e sottolineiamo alcuni,
in versione scalza rendono
molto di più rispetto a quando
corrono con i ferri. Questo ha
provocato una serie di reazioni, e
ad un gran dibattito sull'opportunità
di comunicare pubblicamente
l'assetto di tutti cavalli che
scendono i pista, che essi siano
sferrati di quattro, ai posteriori,
agli anteriori o che corrano in tenuta
per così dire normale.
Ma tutti i cavalli sferrati
vanno davvero più forte?
Prima di affrontare il discorso
sulla pubblicità da dare alle modifiche
dei ferri, è però opportuno
capire se veramente scalzare i
trottatori è sempre sinonimo di
miglioramento della prestazione.
Ci spieghiamo con degli esempi
che possono essere comprensibili
a tutti. Il cavallo più forte della
storia, Varenne, non ha mai corso
sferrato di 4, inoltre molti fuoriclasse
americani, anche recorder
mondiali assoluti hanno vinto
e continueranno a vincere Hambletonian,
Breeders Crown e altre
volate correndo completamente
ferrati.
Ciò naturalmente non vuol dire
che non ci sono cavalli che scalzi
vanno più veloce, ma deve anche
far riflettere su un fatto chiaro:
C'è una differenza tra velocità e
rendimento.
Senza ferri, e quindi senza peso
agli arti è normale che si vada più
veloce in senso stretto. Ma siccome
il trotto è prima di tutto equilibrio,
poi resistenza al dolore e
al trauma va anche detto che per
rimediare alla fragilità degli equini,
la ferratura è un toccasana
protettivo. Insomma, a volte sono
proprio i bistrattati ferri nel loro
ruolo principale di "protezione" a
far volare, spesso più che la leggerezza
della natura.
Regolamento e soluzioni
A questo va aggiunto che se si
vuole cambiare bisogna partire
dal regolamento delle corse dei
cavalli, al momento un po' obsoleto
e da migliorare con degli accorgimenti.
Infatti anche per quanto riguarda
le ferrature e il loro uso, si rischia
di fare confusione e di scavalcare
le regole con l'uso.
Perché se a termine di regolamento
si accetta e si fa rispettare
che l'allenatore deve portare in
pista il proprio allievo al meglio
delle possibilità, quindi credendo
di averlo allenato e vestito per
farlo andare più forte possibile,
non possiamo tollerare l'uso della
ferratura come un deterrente
senza dolo.
Per spiegarci, se un cavallo va più
forte sferrato, secondo il regolamento
l'allenatore lo dovrebbe
presentare sempre con quell'assetto.
Presentare "Pinco Pallino" un
giorno lepre e un giorno lumaca,
rientra nella specifica delle inversioni
di forma che tanto fanno
male a chi scommette.
Che sia per colpa di quattro ferri
o di un altro finimento cosa cambia
alla fine?
La soluzione? La pubblicità
al servizio del pubblico
Prima di affrontare un qualsiasi
discorso vale la pena affermare
un principio sacrosanto: ogni informazione
in più che può aiutare
ed avvantaggiare lo scommettitore
è benvenuta.
Ci piacerebbe infatti vivere un
trotto e delle corse in cui si possa
sapere prima le variazioni ai ferri,
così come sapere se un cavallo
effettua una corsa di rientro e
non è pronto, se c'è stato un cambio
di training. O per dirla tutta
se l'allenatore è quello scritto sul
programma o magari un amico, e
altre piccole info che darebbero
gli strumenti completi a chi ci finanzia
davvero, in parole povere
chi punta.
Nel 2009, basterebbe un software
e qualche uomo di buona volontà.
Si arriverebbe ad una televisione
ippica che prima della corsa potrebbe
informare sull'assetto tecnico
di ogni partente, le note del
suo allenatore e le ultime novità
in sede di cambio training. Per la
tris già lo si fa, estenderlo a tutte
le corse è un'idea che darebbe
trasparenza a tutto il settore.

COPIO E INCOLLO, un punto di vista sui trottatori, sui galoppini non trovo niente, altre tipo di realtà a me personalmente che seguo questo settore mi attraggono poco

piciopacio

Caro dottore, la dicotomia tra le mie due affermazioni era voluta, comunque non mi va di parlare di cose che non conosco, di cose che voi stessi conoscete - per ora - poco/pochissimo.

Appena mi girano i cabasisi nella maniera giusta, vado a sferrare un lallo a modo mio...un lallo sano j hope. :macum: :macum: :macum: :macum: :macum: :macum: :macum: :macum: :macum: :macum: :macum: :macum:...coi lanciatori di jatturei che frequentano sto foro, non si sa mai. Tiè !

max

io sono sempre fermo al punto 1, aspetto sempre di sapere cosa ne pensate del punto 1 di piciopacio...
esistono secondo la vostra esperienza cavalli con piede "dolce" per "costituzione"? così come gli uomini perdono i capelli e altri no?
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

rhox

io fino ad ora non ne ho conosciuti perchè di puledri non ferrati ne ho visti ben pochi.
quelli ferrati sono tutti relativi perchè non sai mai bene dopo la sferratura quale sia problema del cavallo e quale del contorno..
come mi fido ben poco di chi ferra il suo puledro perchè a suo vedere non ce la fa a lavorare perchè ha male..
Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso

piciopacio

Questa lalla - mai ferrata -  aveva i piedi dolci.

Questa è Zara, purtroppo è morta l'anno scorso...infarto, aneurisma, colpo apoplettico...boh!

razza: - Sanfratellana sui generis, molto leggera.

età, sesso: -  femmina morta a 5/6 anni

valutazione dello zoccolo: - tendente all'incastellamento, qualità del corno scadente, fino ai 4 anni mai ferrata, poi costretti a farlo.

valutazione degli arti: - buoni.

valutazione della struttura: -  mesodolicomorfa.

alimentazione: - fieno e schiacciati + integratori per puledri.

stabulazione: - box notte, paddocchino in terra battuta giorno (ottima cura della lettiera).

movimento: - tutte le fasi della doma quasi giornalmente.

regole per utilizzo in maneggio: - lavoro alla longia poi montata.

regole per utilizzo in campagna: - piccole uscite iniziali poi a progredire, mai impegnata duramente, comunque alle prime uscite impegnative ha cominciato a zoppicare: - ferrata.
Dopo la ferratura si è accentuato l'incastellatura - fatto strano - specialmente ai posteriori.

pratiche sportive, quelle più adatte ai lalli scalzi, loro limiti: - no sport.

il pareggio quando e come: - era pareggiata dal maniscalco, sostanzialmente mustangrollo e pulizia fettone ogni due tre mesi, poi ferrata circa 5/6 mesi prima che morisse.

Il mio amico ha ricomprato da poco una puledra di 2 anni: - incrocio PSI / quarter horse molto bella - ovviamente è scalza - gli ho detto di ritentare di non scoraggiarsi.

:macum: :macum: :macum: :macum: :macum:

Ipparco

A mio avviso esistono cavalli che per motivi vari faticano a produrre piedi sani e robusti. Molti per fattori ambientali/storici (quindi non congeniti), altri come conseguenza di patologie, alcuni per costituzione.
Una buona percentuale si potrebbero sistemare date le giuste condizioni di gestione, pareggio ed eventualmente protezione del piede, e chiaramente i tempi necessari al recupero.
Sulla base della mia esperienza fatta finora, direi che sul totale dei cavalli che faticano a raggiungere delle prestazioni soddisfacenti in tempi rapidi, circa l'80% rientra nella prima categoria, mentre mi risulta più difficile dare una stima di come si suddividano i restanti, anche perchè spesso è impossibile ricostruire la storia completa dell'animale.
Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
"La semplicità è la sofisticazione finale"
Leonardo da Vinci

max

mi sembra di capire che, ogni qualvolta ci si imbatte in un cavallo dal piede "dolce", o è colpa della gestione o è colpa del trascorso storico, e quasi mai si riesce a definire bene le cause

anche il caso di Zara....... se ho capito bene tenuta scalza e tendente all'incastellamento anche prima di essere ferrata..... qualcosa non quadra!!!!! che ne dite?
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.