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cavallo "apatico"

Aperto da elghi, Giugno 27, 2015, 10:46:36 AM

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Alexis85

#15
Citazione da: elghi - Giugno 27, 2015, 10:46:36 AM
Non saprei in quale altro modo descriverlo. Del suo passato si sa poco. E' un cavallo di 10 anni e da anni ormai fermo, o quasi (girato alla longe), perchè "poco tranquillo" per le passeggiate coi principianti e non adatto al lavoro di scuola. Per capire meglio se la situazione fosse recuperabile si è provato a montarlo, trovando un'enorme rigidità generale che, a destra, non gli permette di partire al galoppo. Il cavallo si presenta apatico, senza motivazione nell'avanzare o nell'ascoltare e insensibile agli stimoli provocati dall'uomo.  Ho specificato "provocati dall'uomo" perchè quando è fuori in paddock reagisce, anche se non in maniera esagerata, a rumori o cose che si muovono. E' completamente sordo alla frusta sia usata da terra che da sopra o a qualsiasi altro "stimolo" proveniente dall'uomo. Vorrei avere delle opinioni e dei consigli. Sapere se questa sorta di apatia può essere causata dal tempo che ha trascorso fermo oppure se sia da attribuire ad altre cause.


Chiama il veterinario....e fai degli esami del sangue prima di tutto.

l'apatia è indice di un problema di salute. ;)

Kimimela


Detto spassionatamente se il cavallo non e' tuo non ci puoi fare nulla.
Da quanto descrivi e' un cavallo non capito, lasciato un po' a se stesso e quindi e' ovvio che si deprima.
E' anche ovvio che montato sia rigido, se non lavora...non si puo pretendere che una volta messa la sella quella volta al mese il cavallo stia agli ordini e sia anche bella da montare  :dontknow:.
La Medicina (Canto Apache)
"Il vento e' la mia medicina che spazza via le pietre dalla mia mente. La pioggia e' la mia medicina che lava le mie ossa stanche.
Il mio cavallo è la mia medicina, e quando cavalco il ritmo del suo passo dentro mi accende"

elghi

Grazie a tutti per le risposte e per i numerosi consigli, sono sicura che riuscirò a trovare un compromesso tra le varie cose che ho letto nelle vostre risposte e ad ottenere qualcosa (che sia anche solo fare le analisi del sangue). Vi tengo aggiornati! :D (altri consigli sono sempre ben accetti  :horse-cool: )

Idunas-Sanni

Se il cavallo non è apatico quando è fuori al pascolo ma semplicemente non reagisce agli stimoli dell'uomo dubito che ha problemi sanitari. Poi ovvio non guastano mai gli analisi.

Sono d'accordo con Kimi. Un cavallo che non lavora mai è rigido, gli manca ginnastica e forza e se poi l'uomo gli chiede cose che magari non è in grado di fare si "difende". Per cui bisogna andare in gradi con il lavoro e svolgerlo in modo sensato.

In generale intraprenderei  la via di Winter, particolarmente pero con un cavallo come lo descrivi tu.

Quando il cavallo non ha imparato le cose desiderate con un sistema di apprendimento magari è ora di interrompere lo schema e provarne un altro. Spesso si ottiene l'effetto sorpresa perché il cavallo certi comportamenti non se li aspetta. È quello il momento nel quale puoi cominciare una forma di riaddestramento, un nuovo rapporto con l'animale.

Siamo alle solite: rinforzo positivo, rinforzo negativo, punizione positiva e punizione negativa.

Mentre Miky descrive la punizione positiva e negativa, e sarà esattamente ciò che il cavallo in questione avrà conosciuto finora (probabilmente anche in misure sbagliate) si potrebbe provare di lavorare soprattutto con il rinforzo positivo. Io essere umano faccio vedere a te cavallo che la collaborazione con me è una cosa che vale la pena anche per te ed è piacevole. In un caso come questo credo che sia l'unica strada da percorrere perché se è già sordo a frustate e simili dove vuoi arrivare con l'aumento dell'azione con la frusta? A menarlo con chi sa che attrezzo? Il metodo di Miky funziona con cavalli che non hanno ancora chiuso con l'uomo e puoi per lo meno usarlo in un modo decente. Se qua aumenti la potenza della punizione diventa maltrattamento e non è nemmeno detto che funzioni. Potrebbe essere che non cambia niente, potrebbe essere che la "difesa passiva" (se la vogliamo chiamare così) diventi una difesa attiva. È a quella  dove si vuole arrivare? Per poi dire che il cavallo è pericoloso e non addestrabile?

A parte il caso qua descritto credo che dovremmo in genere pensarci bene che rapporto vogliamo con il cavallo e per quale motivo in genere vogliamo praticare l'equitazione. La dominanza non porta rispetto, per me Miky confonde i due termini "rispetto e timore". Rispetto si ha per qualcuno che se lo merita per il suo comportamento corretto, timore o anche proprio paura per chi ti domina. Questo non si limita agli esseri umani ma succede anche negli animali. Per di più quel concetto di una gerarchia fissa fissa nel branco dei cavalli si sa da tempo che è errato. I ruoli, i compiti e le posizioni dei singoli membri sono molto flessibili. Per di più esistono amicizie tra gli individui e facilmente un individuo abbastanza basso nella gerarchia cambia di colpo posizione quando diventa amico di un individuo più alto nella gerarchia.

Si sa anche che l'animale alfa è una femmina e non per forza quella più forte o aggressiva, anzi di solito è quella con più esperienza, con una certa calma e correttezza. Quella si ha guadagnato il rispetto.

Lo stallone in grande linea tiene insieme il suo harem e prevede di proteggerlo in caso di necessità sia contro pericoli che contro altri stalloni che sono in cerca di nuove femmine. Per tenerlo insieme sposta con un atteggiamento aggressivo gli individui che dalla loro parte lo temono, in conseguenza si rimettono al loro posto nel branco. A volte pero sono le femmine stesse che vogliono cambiare branco/ stallone, in quel caso quel bisogno diventa più forte del timore. Fa benissimo vedere che la dominanza ha i suoi limiti.

A questi limiti si arriva prima o poi ma di sicuro in situazioni estremi. Facciamo un esempio, sono in passeggiata  con il mio cavallo dominato, ad un certo punto da un cespuglio spunta fuori un gruppo di cani davanti al mio cavallo e ci corrono incontro abbaiando. Dato fatto che il mio cavallo non avendo rispetto per me e in conseguenza non si fida di me (in altre parole non mi ritiene idoneo di gestire la situazione) la sua paura dei cani aggressivi sarà più grande della paura che ha di me e la mia frusta e scapperà. Peccato che in quel momento sono senza alcun controllo su una bestia di 500/ 600kg mediamente.

In un rapporto amichevole invece c'è fiducia, rispetto e complicità e se anche si spaventa il primo momento ma io resto calma vedrai che anche il cavallo dopo qualche metro di fuga si calma e diventa controllabile. Io preferisco questo invece di finire davanti ad una macchina insieme al cavallo incontrollabile.

Nel tuo caso elghi potresti cominciare da terra e fargli vedere che essere insieme all'essere umano può pure essere cosa piacevole. Man mano cominci a lavorare da terra insegnandogli cose nuove e premiando ogni piccolo successo. Il premio può essere un biscottino che funziona quasi sempre ed è il modo più facile, ma anche un complimento (a certi cavalli fa molto effetto) o una grattatina su un punto che piace particolarmente o cambiare il tipo di lavoro. Esempio: al cavallo non piace essere montato ma il lavoro alla corda gli piace. Quando sono in sella e ha fatto bene una cosa che prima non voleva mai fare, scendo, attacco la corda e finisco la sessione con il lavoro alla longe.

In piccoli passi ti porti verso il vero lavoro alla corda, allontanandoti man mano dal cavallo (non prova di girarlo subito restando in mezzo del circolo). Una volta che da terra il rapporto è migliorato sali e vai avanti in sella come hai fatto da terra. I passi saranno veramente piccoli, soprattutto all'inizio, ma vedrai che i frutti li raccoglierai. E in quel modo anche l'allenamento (la ginnastica) andrà per gradi e avrà un buon punto di partenza.
Il cavallo è il tuo specchio. Non ti adula mai. Rispecchia il tuo temperamento. E rispecchia anche i tuoi cambiamenti di umore. Non ti arrabbiare mai con il tuo cavallo, potresti pure arrabbiarti con il tuo specchio. (Rudolf G. Binding)

Miky Estancia

Citazione da: Idunas-Sanni - Luglio 01, 2015, 06:15:13 PM


1.Mentre Miky descrive la punizione positiva e negativa

2. Il metodo di Miky funziona con cavalli che non hanno ancora chiuso con l'uomo e puoi per lo meno usarlo in un modo decente. Se qua aumenti la potenza della punizione diventa maltrattamento e non è nemmeno detto che funzioni. Potrebbe essere che non cambia niente, potrebbe essere che la "difesa passiva" (se la vogliamo chiamare così) diventi una difesa attiva. È a quella  dove si vuole arrivare? Per poi dire che il cavallo è pericoloso e non addestrabile?

3. A parte il caso qua descritto credo che dovremmo in genere pensarci bene che rapporto vogliamo con il cavallo e per quale motivo in genere vogliamo praticare l'equitazione. La dominanza non porta rispetto, per me Miky confonde i due termini "rispetto e timore". Rispetto si ha per qualcuno che se lo merita per il suo comportamento corretto, timore o anche proprio paura per chi ti domina.

1. No. Il nostro metodo non cntempla la "punizione" ma la "correzione" di un atteggiamento non desiderato, è  molto diverso. Se le persone fanno fatica a capirlo attraverso un monitor, è  normale, frequentando i nostri stages e lavorando con noi viene più chiaro e facile, per i cavalli degli stagisti (e per i nostri) è  chiarissimo.

2. Questo metodo non l'ho "partorito" io, ma l'ho appreso da J F Pignon anni fa e l'ho visto funzionare con parecchie diverse tipologie di cavalli, sia da noi in rieducazione, sia da altri addestratori (addestratori, non cavallari). Come tutti i metodi, non è infallibile.
Non si tratta di aumentare la "potenza della punizione", ma aumentare e diminuire ad ondate, in base alla risposta del cavallo, l'intensità dello STIMOLO, senza MAI arrivare al maltrattamento (il dominante non maltratta, altrimenti diventa predatore, e il predatore ottiene la paura e non il rispetto che invece noi cerchiamo).
Il crescendo ad ondate si applica solo ed esclusivamente nei casi limite, cioè quando il cavallo va in blocco e l'obiettivo è eliminare il blocco ottenendo di nuovo le reazioni dell'animale, che elimina la difesa.

3. Io non confondo proprio nulla, tu semmai non hai capito come funziona il nostro metodo...ma come dicevo, è  comprensibile, i nostri allievi fanno diversi stages prima di comprendere bene e mettere in pratica altrettanto bene (ne più  ne meno di tutti gli altri metodi) figuriamoci se posso pretendere di essere capita attraverso un monitor da una persona che neanche mi conosce e che non ha mai lavorato con noi, i nostri cavalli o quelli che domiamo, addestriamo e rieduchiamo  :horse-wink:
L'importante è  che i cavalli invece capiscono benissimo e i nostri risultati lo confermano. :pollicesu:
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

alex

A me sembra di aver capito la differenza fra una richiesta molto forte, molto energica, che certamente può raggiungere il dolore, e una punizione della stessa identica intensità. Mi hanno aiutato molto - dal punto di vista teorico - gli articoli di McLean sulla teoria dell'apprendimento, dove McLean da una parte invita a dosare l'intensità delle richieste in rapida progressione, e allo stesso tempo scrive un intero articolo sull'estrema difficoltà di sottoporre il cavallo a una vera punizione - una cosa tanto difficile che è meglio evitarla del tutto, troppo alto il rischio di causare danni . Quegli articoli li ho citati e li ho cercati di spiegare moltissime volte in tutti i forum equestri che ho frequentato.... beninteso, sempre che li abbia capiti a fondo .... e mi ritrovo sempre al punto di partenza: una richiesta energica viene confusa con una punizione, si bada all'intensità invece che alla tempistica e a ciò che si vuole (e si deve) ottenere.

Sarà un bel giorno, quello in cui non solo una manciata di noi, ma la gran parte dei cavalieri correggerà subito questo errore ricorrente.... ma chi lo continua a diffondere, questo errore grave?  Perchè ci deve essere per forza qualcuno che continua a diffonderlo.

Qual'è la differenza fra una richiesta estremamente energica e una punizione, esattamente della stessa intensità? L'ho cercato di dire troppe volte per ripeterlo: ci rinuncio. Da qualche parte c'è anche in questo forum.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

elleon

Io capisco benissimo quello che intende Miky e lo condivido in pieno. Il metodo Parelli si avvale degli stessi principi. Esiste una sottile differenza tra colui che domina in modo pacifico e chi utilizza la paura per sottomettere, ed è lo stato d' animo del cavaliere. Sembrano banalità ma non lo sono. Se noi siamo rabbiosi e pieni di ira il cavallo lo sente e ci teme. Se siamo determinati ma tranquilli otteniamo il rispetto e la fiducia ma non la paura. L' ho provato in prima persona, con un cavallo diffidente e pauroso. Il nostro stato d' animo determina le posture del nostro corpo che il cavallo riesce a leggere.
Conquista la fiducia di un cavallo e avrai conquistato il mondo..

Alexis85

Citazione da: Idunas-Sanni - Luglio 01, 2015, 06:15:13 PM
Se il cavallo non è apatico quando è fuori al pascolo ma semplicemente non reagisce agli stimoli dell'uomo dubito che ha problemi sanitari. Poi ovvio non guastano mai gli analisi.



l'apatia non è un buon segno. Prima di tutto bisogna escludere problemi sanitari. Se poi lei dice che il cavallo non riesce nemmeno a partire al galoppo per le grosse rigidità che ha, una bella visitina dal veterinario non guasta. Una volta capito il motivo delle rigidità , allora si può cercare di fare qualcosa...

questi sono cavalli che vanno recuperati, però bisogna prima capire il problema.


Alexis85

Citazione da: Miky Estancia - Giugno 27, 2015, 05:28:12 PM


Concordo con te nyna, è una delle peggiori.
Conoscevo un vecchio uomo di cavalli che curava questa difesa col pic up e le marce ridotte...noi abbiamo Snoby  :firuu:
Le cose si fanno ancora più critiche quando questa difesa scatta di fronte alla rampa di un trailer o di un van...ad un raduno, anni fa, ho visto un cavallo che rimaneva una statua di sale nonostante usassero le pile elettrificate che si usano con i bovini, alla fine non riuscirono a caricarlo comunque...

Quello che dici tu miky è una difesa.  Un blocco. Invece l'apatia descritta è diversa. E' assolutamente la non possibilità del cavallo di reagire a causa di debolezza, depressione... apatia insomma. Fate finta di vedere il vostro cane apatico. Magari li nella cuccia, tristo e mogio, con grossi problemi locomotori. Non pensereste che ha qualcosa che non va?

Come ha detto indunas, l'apatia può proprio essere data dalla difficoltà di movimento riscontrata... dal fermo di tanto tempo... ma un cavallo  in salute non lo vedrete mai in questo stato.

alex

Ho l'impressione che stiamo parlando di due cose diverse. Un conto è il cavallo depresso, un conto è il cavallo restio. Bisogna distinguere i due casi, non dovrebbe essere difficile: il cavallo restio ha un comportamento del tutto normale, tranne nel caso in cui gli venga richiesto qualcosa che non vuol fare, nel qual caso si blocca e "chiude il cervello". Cosa assai pericolosa, perchè se poi d'improvviso esplode, l'esplosione può essere assai energica.... e le esplosioni di un cavallo da fermo sono assai più pericolose di quelle di un cavallo in movimento. Il cavallo depresso è depresso sempre.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Alexis85

Alex,qui stiamo parlando di un cavallo apatico, non restio. Non confondere le due cose. Depressione nel senso di abbattimento morale, il cavallo apatico di solito è abbastanza "abbacchiato". Se è apatico non reagisce agli stimoli non perchè è RESTIO ma perchè nel corso del tempo si è così abbattuto che non risponde più a niente (per diverse ragioni che noi non conosciamo, il fatto che non riesca nemmeno a galoppare può essere una motivazione.Se tu non riuscissi più a muoverti bene, o ti affaticassi appena ti muovi per ragioni magari mediche, non ti verrebbe di metterti su una sedia e muoverti il meno possibile?Alla lunga non ti abbatteresti moralmente per questo?)

Bubba

Che vuol dire che in passeggiata e' poco tranquillo? Che fa? Fugge, sgroppa, scarta..
A me da l' impressione di essere dolorante. Certo, se invece in passeggiata e' vispo allora il problema e' nella testa.
Ma se e' messo cosi' male da non riuscire a galoppare a destra qualcosa c' e'. Se fosse la testa non ci dovrebbe essere sta differenza destra/ sinistra ( secondo me).
Se ha male forse preferirebbe passeggiare in linea retta anziche' eseguire circoli.
Ma in paddock corre? Trotta? Sgroppa? Quanto ci sta? Cpn.che frequenza?
Specialmente.. perche' i proprieyari di un cavallo incapace di galoppare a destra non han chiamato un veterinario?
Possibile che dei problemi di un cavallo si facciano carico " degli esterni"? Ormai sta diventando un classico.
Ovviamente e' molto bello che tu sia preoccupata/ interessata a lui, ma i proprietari?!?  :horse-scared:

Miky Estancia

Citazione da: Alexis85 - Luglio 01, 2015, 11:20:29 PM

Quello che dici tu miky è una difesa.  Un blocco. Invece l'apatia descritta è diversa. E' assolutamente la non possibilità del cavallo di reagire a causa di debolezza, depressione... apatia insomma. Fate finta di vedere il vostro cane apatico. Magari li nella cuccia, tristo e mogio, con grossi problemi locomotori. Non pensereste che ha qualcosa che non va?

Come ha detto indunas, l'apatia può proprio essere data dalla difficoltà di movimento riscontrata... dal fermo di tanto tempo... ma un cavallo  in salute non lo vedrete mai in questo stato.

Si Alexis, parlavo di blocco in risposta a Nyna.
Nelle risposte che ho dato, io parto dal presupposto di aver a che fare con un soggetto sano, se non lo è,  tutto decade.
È che parto anche dal presupposto che uno sappia se, il cavallo con cui sta lavorando e con cui ha dei problemi,  è  sano o no.

In questo caso, attendiamo lumi.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Miky Estancia

Citazione da: alex - Luglio 01, 2015, 08:22:54 PM
A me sembra di aver capito la differenza fra una richiesta molto forte, molto energica, che certamente può raggiungere il dolore, e una punizione della stessa identica intensità. Mi hanno aiutato molto - dal punto di vista teorico - gli articoli di McLean sulla teoria dell'apprendimento, dove McLean da una parte invita a dosare l'intensità delle richieste in rapida progressione, e allo stesso tempo scrive un intero articolo sull'estrema difficoltà di sottoporre il cavallo a una vera punizione - una cosa tanto difficile che è meglio evitarla del tutto, troppo alto il rischio di causare danni . Quegli articoli li ho citati e li ho cercati di spiegare moltissime volte in tutti i forum equestri che ho frequentato.... beninteso, sempre che li abbia capiti a fondo .... e mi ritrovo sempre al punto di partenza: una richiesta energica viene confusa con una punizione, si bada all'intensità invece che alla tempistica e a ciò che si vuole (e si deve) ottenere.

Sarà un bel giorno, quello in cui non solo una manciata di noi, ma la gran parte dei cavalieri correggerà subito questo errore ricorrente.... ma chi lo continua a diffondere, questo errore grave?  Perchè ci deve essere per forza qualcuno che continua a diffonderlo.

Qual'è la differenza fra una richiesta estremamente energica e una punizione, esattamente della stessa intensità? L'ho cercato di dire troppe volte per ripeterlo: ci rinuncio. Da qualche parte c'è anche in questo forum.

Quoto!
Chi continua a diffondere l'errore? Bella domanda...
Mmmmmmm.....i lallisti? Quelli che umanizzano? Quelli che parlano e non vedono? I prevenuti?
Attendiamo fiduciosi che artivino a capire la differenza...anche se non ci conto granché. ...
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Idunas-Sanni

Citazione1. No. Il nostro metodo non cntempla la "punizione" ma la "correzione" di un atteggiamento non desiderato, è  molto diverso. Se le persone fanno fatica a capirlo attraverso un monitor, è  normale, frequentando i nostri stages e lavorando con noi viene più chiaro e facile, per i cavalli degli stagisti (e per i nostri) è  chiarissimo.
2. Questo metodo non l'ho "partorito" io, ma l'ho appreso da J F Pignon anni fa e l'ho visto funzionare con parecchie diverse tipologie di cavalli, sia da noi in rieducazione, sia da altri addestratori (addestratori, non cavallari). Come tutti i metodi, non è infallibile.
Non si tratta di aumentare la "potenza della punizione", ma aumentare e diminuire ad ondate, in base alla risposta del cavallo, l'intensità dello STIMOLO, senza MAI arrivare al maltrattamento (il dominante non maltratta, altrimenti diventa predatore, e il predatore ottiene la paura e non il rispetto che invece noi cerchiamo).
Il crescendo ad ondate si applica solo ed esclusivamente nei casi limite, cioè quando il cavallo va in blocco e l'obiettivo è eliminare il blocco ottenendo di nuovo le reazioni dell'animale, che elimina la difesa.

Certo si tratta di una correzione, in ogni modo quando addestriamo un cavallo o anche quando montiamo un cavallo già addestrato ogni tanto fa un esercizio non nel modo che noi desideriamo e dobbiamo correggerlo. Ma questa correzione la otteniamo con uno dei quattro tipi dell'addestramento – o chiamalo condizionamento . Se pero alla nostra prima richiesta – che in verità sarebbe un ordine perché una richiesta implica che a chi è stata volta ha la scelta di rifiutarla – la sua reazione o non arriva o è sempre sbagliata aumentiamo in tanto la potenza della "richiesta" o partiamo da zero con la stessa identica richiesta. Se usiamo il primo modo la (seconda) "richiesta" diventa automaticamente anche una punizione. Per quello non mi sembra logico quel che ha riportato alex dagli articoli di McLean. La punizione comunque non deve essere capita come un intervento fisico (botta, frustata o speronata) ma qualsiasi cosa che per il punito risulta una cosa negativa/ un disagio. Dopo bisogna per forza anche differenziare tra cavallo già addestrato e cavallo che ha ancora tutto da imparare. C'entra anche questo, perché la richiesta la posso solo fare se il cavallo sa già cosa dovrebbe fare/ l'ordine la può eseguire solo se sa già cosa deve fare.
A me non risulta da tuoi interventi che la tua richiesta la ripeti nello stesso identico modo, tu stessa hai scritto che aumenti  e poi diminuisci la potenza in ondate. Intanto pero aumenti. Facciamo un esempio e tu mi correggi se ho capito male il tuo modo di correzione in un caso limite. Hai il cavallo al passo in tondino e tramite la posizione della frusta (senza toccare il cavallo) chiedi il trotto, magari usi anche la voce. Il cavallo pero resta al passo, eventualmente aumenta un attimo la velocità ma non si mette al trotto. Adesso immagino che la frusta la muovi o la fai toccare direttamente il sedere/ il garretto del cavallo (toccare, non frustare). Se adesso pero il cavallo ancora non si mette al trotto cosa fai? Presumo che gli arriva una secca sul sedere o sul garretto e dopo cominci a diminuire (le ondate).  Giusto o ci vai indietro prima di questo passo?
Adesso immagina che hai il cavallo di elghi da te in tondino e a nessuna delle tue richieste si mette al trotto. Anche aumentando e diminuendo ad ondate per varie volte. Cosa faresti? Le vere frustate abbiamo letto che anche a quelle non reagisce e allora come procederesti?
È comunque vero che anche l'azione ad ondate potrebbe avere l'effetto sorpresa del quale avevo scritto nel post prima. Ma in casi così bloccati dubito che funzioni.

Citazionel'intensità dello STIMOLO, senza MAI arrivare al maltrattamento (il dominante non maltratta, altrimenti diventa predatore, e il predatore ottiene la paura e non il rispetto che invece noi cerchiamo).

Per quanto riguarda il maltrattamento non era riferito al vostro lavoro Miky. Magari sembrava perché in parte mi riferivo al tuo intervento ma lo prendevo solo come punto di partenza. In tanti pero, e lo devi ammettere, credono che basta diventare sempre più forte. Solo che qua arriviamo a un limite e se fino di lì non si ha ottenuto niente o si ha "perso" o si va oltre e qua diventa facilmente maltrattamento.

Citazione3. Io non confondo proprio nulla,

Timore non significa per forza paura (ma può diventare paura, quello sì). Timore è l'emozione che si sente davanti a una persona, a una cosa, a una azione o a una situazione non piacevole. E non credo proprio che per il cavallo sia una cosa piacevole di dover eseguire un qualche esercizio su ordine (che per lui risulterà anche poco sensato) che in quel momento per qualsiasi motivo non gli va o gli viene difficile o non l'ha capito. Al massimo resta indifferente se la "punizione" (positiva o negativa che sia) non tocca i suoi obiettivi/ le sue necessità . Piacevole potrebbe diventare se si lavora invece con il rinforzo positivo, ovvio che anche con quello il cavallo potrebbe restare indifferente se il rinforzo consiste in qualcosa che non rientra nei suoi obiettivi/ le sue necessità.

CitazioneA me sembra di aver capito la differenza fra una richiesta molto forte, molto energica, che certamente può raggiungere il dolore, e una punizione della stessa identica intensità.

L'avevo già accennato sopra, ma non vedo una differenza tra una richiesta estremamente energica che colma nel dolore e una punizione e sono sicura che nemmeno il cavallo capisce questa teoria. Resta un ordine e non una richiesta e resta una punizione se è dolore. L'energia può essere positiva o negativa e se chiedo molto energica in modo positivo di certo non ha lo stesso effetto come chiedere in modo aggressivo finendo nel dolore. Non so ma hai presente il cavallo alla longe che trotta tutto teso con le orecchie schiacciate e mezzo pronto per un attacco verso il longeur? L'ho messo al trotto vero? Ma ho un cavallo sciolto che porta i posteriori sotto il baricentro con andature regolari, la schiena elastica, che cerca il contatto con la mano del cavaliere? No. Ho solo un problema dall'altro lato della corda e basta.
Il cavallo è il tuo specchio. Non ti adula mai. Rispecchia il tuo temperamento. E rispecchia anche i tuoi cambiamenti di umore. Non ti arrabbiare mai con il tuo cavallo, potresti pure arrabbiarti con il tuo specchio. (Rudolf G. Binding)