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Contatto e appoggio

Aperto da max, Agosto 23, 2016, 11:20:34 PM

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PokerFace

io ho ricevuto questa risposta, troppo forte, alla domanda "differenza tra contatto e appoggio".

"l'appoggio è quello che hai tu, ed è misurabile in kili. il contatto è quello che ho io, non è misurabile, è sensibilità. tu non ce l'hai, ecco perchè non sai la differenza".

e niente, lì depressione ahahahahahah

raffaele de martinis

Care ragasse, la maggioranza di noi, che promeniamo a lallo, dovrebbe dimenticare il contatto/appoggio come prescritto dagli allegri caprillioni, cosa che fanno/hanno da sempre fatto: i cauboi, i vaqueri, i vaccari venetuelani, i gardians camarghegni etc. etc.

Ricordate i lalli militari che si coronano, mentre quelli dei contadinnì  vanno con sicuro pede per sentieri scosciesi di montagna?
Ricordate qual'è la prima raccomandazione che si dà alle ragase inesperte in caso il lallo scivoli?
Ve lo ricordate vero? Appunto.

Delle due una: o si monta in leggierezza, oppure in appoggio/contatto...
"se si ha come principio che il lallo si "deve appoggiare alla mano" si rinuncia ipso facto alla mobilità della mandibola"... con tutto quelo che consegue.

E quì si potrebbe aprire la vecchissima diatribia tra il dressaggio sportivo (tetesco) et l'equitazione accademica (franzosa)... per l salto ostacoli ad alto livello il ploblema non si pone più: nessuno dei topraiders - da decenni - monta secondo i dettati dei caprillioni.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

max

#17
Ma che caspita dici, capire i termini di contatto e appoggio non ha nulla a che fare con la scelta di volere un cavallo che si appoggia o no.

DIFATTI io posso mantenere il contatto ma rifiutare assolutamente l'appoggio. Porcodiamine è semplice:

CONTATTO: quello che prendo io
APPOGGIO: quello che prende il cavallo

A meno che lo comando col pensiero, prima o poi dovrò metter mano alle redini. Quando lo faccio realizzo un contatto con la bocca: buono, cattivo, brusco, delicato, continuo, intermittente che sia si chiama CONTATTO.

Ci può anche essere il CONTATTO NULLO. Significa che decido di lasciare le redini penzolare, ma l'ho sempre deciso io.

Se lo decide il cavallo invece (APPOGGIO NULLO) si dice che è dietro la mano, che rifiuta il contatto ovvero che non si appoggia, che quando al cavaliere gli serve il contatto quello ritrae la testa.

Se invece per le più disparate ragioni il cavallo va di sua iniziativa a prendere attivamente TROPPO APPOGGIO questo è da correggere. E in quelle videocassette, in un'altro capitolo, è sempre abbastanza ben spiegato, mi pare in quello della distensione d'incollatura. Dove guarda caso si parla anche di decontrazione della mascella. Difatti il contatto (buono, cattivo, brusco, delicato, continuo, intermittente che sia) non deve variare anche se il cavallo distende. Non è che più il cavallo si allunga più significa che deve appoggiarsi, ma è il cavaliere che lavorerà su delle redini più lunghe.

Quelle videocassette sono state realizzate probabilmente in un periodo ancora felice dove sopravviveva qualche personaggio che insegnava qualcosa di buono, difatti io non vedo montare male, certo non ci sono dei gran maestri ma nemmeno vedo montare in modo scorretto.

Quindi non sai cos'è il contatto..... sei messo bene...... :icon_rolleyes:

Quando prendi in mano le redini per sentire la bocca come lo chiami?????

Parli della leggerezza.... la contrapponi alla tecnica che chiami "contatto/appoggio" ma fai confusione, la seconda non è una tecnica sono solo due termini. Tu intendi quelli che vogliono sempre il cavallo "sulla mano", dunque il cavallo sempre "in appoggio", dunque il cavallo "che tira". Alla tedesca. Ma in quelle videocassette non si intende affatto quello.
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

gi.

In quelle video cassette, come ho accennato precedentemente, hanno collaborato cavalieri  come Mauro Checcoli, oro individuale e a squadre alle Olimpiadi di Tokio del '64, nonchè olimpionico nel '84, sempre nel settore del completo. Ecco uno dei personaggi che insegnavano qualcosa di buono. Oltre a lui hanno collaborato altre persone competenti.

se mi è concesso, vorrei fare una domanda a Raffaele De Martinis. Perchè non scrive in italiano ? Sinceramente spesso non riesco a leggere i suoi post. Sicuramente è una mia limitatezza, che però esclude un mio possibile intervento. Perdoni se le dico ciò, ma in questo modo a volte mi sento in disparte.

Sicuro di una sua comprensione, in attesa ringrazio.

Cordialmente
Giovanni 

raffaele de martinis

Caro Max, grazie per le doctissime spiegationi da solo non si sarei mai arrivato...  :

...le videocassette sono state realizzate probabilmente in un periodo ancora felice dove sopravviveva qualche personaggio che insegnava qualcosa di buono, difatti io non vedo montare male, certo non ci sono dei gran maestri ma nemmeno vedo montare in modo scorretto.

stranamente quel periodo l'ho vissuto, tradotto vuol dire quando i militari itagliani era i soli detentori et distributori del "sapere" equestre e in questo felice Paese e non erano ancora arrivati i caubois, i vaqueiri, gli argientini ecc. ecc.
Ancor più stranamente, il vostro affetionatissimo, aveva imparato da bimbo e da autodidatta ad andare a lallo... ma da giovine si è iscrisse in un cleb et pagato un pacchetto di letioni tenute dall'emerito M/llo Malaspina... non finii il pacchetto anche pereché non mi interessava molto il s.o. avevo/ho i marmittoni sui cabasisima ma sopraditutto adoravo andar a lallo per monti valli et ubertose praterie.

Dunque, quei concetti sono spiegati nella cassetta perché ai tempi erano obbligatoiramente adoperati tal quale la staffa completamente calzata, mani basse et assetto leggiero primadurantetdopo il zompo.

Forse pereché autodidatta, et non particularmente attratto dalle competiscions,  ho sempre priviliegiato l'assetto, il peso del cuerpo, le gambe rispetto la mano; cosa che fanno da sempre quelli che praticano la monta da lavoro... ma lassiamo stare i casi personali, l'hai detto: certo non ci sono dei gran maestri ma nemmeno vedo montare in modo scorretto...

Rimpiangere il tempo dei marmittoni da parte di un giovine vuol dire che siamo messi male, molto male...
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

Caro Giovanni, i miei studii furono pochi et confusi, la sintassi et la grammatica itagliana mi sono poco familiari, e per l'equitatione sono un cavallaro autodidatta con qualche bona lectura alle spalle,.
Tengo a sottolinear tutto ciò anco con la forma, losoloso, le ragasse che mi seguono fanno un piccolo sforzo di meningi, ma viste le visite alla  "parola contraria"... 11.000 nell'ultimo mese, forse gli argomenti che tratto hanno un qualche interesse per il pubblico pagante.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

gi.

Caro Raffaele, anch'io nasco come autodidatta in quel periodo, ma non per questo monto con il piede tutto introdotto nella staffa, non è questione di rimpiangere i tempi del servizio obbligatorio.

Invece Lei praticamente mi dice che devo spremermi le meningi. Bene ci proverò! Pensavo che il forum fosse accessibile a tutti.

max

Raffaele è un burlone niente affatto ignorante ma a cui piace da matti farci uscire dai gangheri.

Non rimpiango affatto i marmittoni - conosciuti e tutt'ora conoscente - ci convivo diciamo....

Intendevo dire che evidentemente, all'epoca dei video, ai vertici Fise qualcosa ne capivano, poi "tra le truppe" i gambegambe con zero cervello non sono certo mai mancati. Anzi forse quelle cassette erano un disperato tentativo di trasmettere e mantenere qualcosa di buono. Ad esempio nel capitolo del lavoro in piano è spiegato il motivo per cui la staffa non serve più calzarla per intero.

Io per primo non mi sento affine a quel mondo, alla competizione, all'universo Fise erede del marmittonesimo, ma non posso dire che sono state fatte male.
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

raffaele de martinis

#23
Caro Massimo, quando ero piccolissimo c'erano i "cunti", ci si raccoglieva attorno ad un focolare d'inverno sull'aia d'estate e si parlava, si raccontava  :icon_eek:.... mio nonno, carrettiere per 50anni, era per noi bimbi quello più affascinante, infatti, ci parlava dei suoi cavalli: Trovatore, Cardillo, Bona, Signorina, Canario, Casanova... sicuramente ci infiocchettava la torta, ma ci incantava, eccome ci incantava.

Cresciuto, ogni volta che ho avuto l'occasione di incontrar un vecio cavallaro, un decrepito carrettiere, un antiguo burdunaro, un arcaico bovaro... perfino, cercavo di carpirgli i segreti del mestiere.

In Sicilia e in Sardegna sono di casa, ma ricordo incontri con personaggi  interessantissimi nell'alto Lazio, nella Maremma maiala, nell'agro nolano, all'estereo mi son limitato - per forza di cose - solo ai centri equestri col bollo.

Lovviamente, tutti costroro ciacolavano il loro dialetto, lo sforzo per capirli era - giustamente - solo mio.

Voi ragasse belle siete abituate ad ingozzarvi di cibio precotto et predigerto dai vari gurus della minchia, e, peretanto - per alcune di voi - lo sforzo per comprederie quelo che dicie un diventato vecio cavallaro è fuori dalla loro portata... capisco, ma son cassi loro.

Tornando al tema, aver avuto Caprilli... o meglio i caprillioni, è stato per l'equitatione itagliana magna disgrazia.
I marmittoni hanno ingessato, dogmatizzato il suo verbo coi risultato che vediamo... che la FISE sia un carrozzone politico autoreferenziale è un fatto acclarato da anni.

Il bello è che si insiste su nostalgiche antiche rimembranze di primati dell'equitatione itagliana mai completamente veri.
Che lo faccia il Colonnello lo capiscio, che lo faccia anco un giovine acculuturato lo capischio molto meno.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

max

Ho solo apprezzato una vecchia videocassetta Fise... niente di più...

Vidi una volta un video, non riesco a ritrovarlo, dove JDO prendeva una decina di ragazzi mai andati a cavallo e nel giro di giorni li presentava davanti una giuria eccellente. Illustrava tutti i suoi procedimenti e teorie, tutti interessanti. Come sai a me lo stile e le maniere del vecchio non piacciono affatto ma cio' non toglie che il documentario era istruttivo lo stesso. Ora, se lo ritrovassi e lo linkassi non significherebbe certo che sto sposando JDO in tutto e per tutto.
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

gi.

Certamente caro Max, è ovvio che Raffaele è persona colta. La sua buona lettura fa sì che la grammatica gli sia più che familiare a differenza di ciò che mi avrebbe voluto far intendere. Il suo racconto attorno al fuoco è ben comprensibile e lo ringrazio, mi ha reso partecipe( non ho capito invece le migliaia di visite alla"parola contraria" pubblico pagante ....?, ma è una mia limitatezza sicuramente, perdonatemi, magari Raffaele con suo comodo mi potrà far chiarezza).

Nel paese dove tutt'ora risiedo, ci sono ancora persone anziane che parlano solamente in dialetto, e con alcune, poche ormai,occorre rivolgersi in dialetto, diversamente non capiscono. Loro non possono far diversamente.

Ritornando alle video cassetta, credo, in quanto dilettante, che meritino d'essere viste. I principi base per praticare una buona equitazione ci sono. 

Un saluto a tutti.
Giovanni






 

PokerFace

anche secondo me son fatti bene.
sta di fatto, però, che i principi non servono a niente.
servono istruttori.
lezioni.

io ho conosciuto e avuto tanti buoni istruttori, ho montato anche sotto gente che le olimpiadi le ha fatte.
avendo la fortuna di bazzicare negli anni d'oro in posti come Birago, Misinto, Castellazzo...
oggi abbiamo istruttori validissimi come Nuti, Bonati, Galbiati ecc...
e abbiamo i gambegambe, gente che E' STATA IN PRIMA SQUADRA negli anni 90 (e non fatemi fare nomi ma che monta di mmmm)....
gente che ancora oggi ha i supermaneggi fighissimi pieni zeppi di clienti danarosi, pensioni da 1500 euro al mese, quote sociali a 5 cifre...

e abbiamo gente come Vedani, per dirne una...  che si permette di fare pipponi in pubblico al team che ha seguito e cercato di recuperare il problema della riviera che ha affossato il grigio di Gaudiano alle olimpiadi.

e comunque l'equitazione (almeno nel salto ostacoli) ha fatto passi da giganti. andate a vedere i percorsi delle olimpiadi del 1960... andate a vedere... e poi confrontateli con quelli di adesso. son cambiati i tracciati, i cavalli e lo stile di monta (ah, lì potevi fare argento con una cosa come 20 penalità totali, spaccando i percorsi e le barriere, senza alcun rispetto per i cavalli).

bisogna andare avanti senza rinnegare il passato ma (anche) senza rimpiangerlo.

gi.

E' vero, occorre andare avanti, il progresso c'è in ogni settore, altrimenti viaggeremo ancora su auto come la topolino. Però i principi di base servono, come le ruote dell'automobile, sono sempre rotonde.

Sul fatto che non ci siano più bravi istruttori è vero. Ci sono come dici alcuni bravi e bravissimi istruttori, poi i gambegambe, e aggiungerei, che mancano anche quelli per così dire delle elementari, quelli che ti mettono in sella per la prima volta, o che ti prendono agli inizi e con passione ti seguono.Istruttori che con poche parole sono in grado di impostare bene l'allievo.

Luna di Primavera

per forza! perchè le messe in sella le fanno fare a ragazzine di 17-18 anni che, se va bene, sono oteb.
con tutta la mia simpatia eh, brave che si impegnano, magari montano anche bene/benissimo non dico di no. ma la professionalità NELL'INSEGNAMENTO si acquisisce con gli anni.
secondo me.
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

gi.

Da non crederci.   Io a 17-18 anni ero praticamente autodidatta, mi "seguiva" mio padre quando aveva un po' di tempo, ma sebbene in quei anni buoni risultati agonistici non mi sarei mai, e poi mai, sognato di mettere in sella un ragazzino o qualsiasi altro. E' vero che i cavalli che avevo non erano adatti, in quei anni circolavano cavalli improvvisati, ma avrei comunque avuto paura mettere in sella una persona, paura che si facesse male, paura di non essere in grado di gestire la situazione. Per me in quei anni l'istruttore o l'insegnante era una persona di una certa esperienza nonchè matura, nel senso non un giovane scavezzacollo come avrei potuto essere io,ma una persona perlomeno giudiziosa,con la testa sulle spalle. A parte il fatto che per insegnare bisogna essere portati. Magari sappiamo fare delle determinate cose in sella ma insegnarle è altra cosa, magari manca il metodo o la terminologia appropriata.