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Calmo, in avanti e dritto. Ma come?

Aperto da Anima714, Giugno 26, 2015, 01:29:22 PM

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Anima714

Sto leggendo Questioni equestri per farmi un po' di cultura e devo dire che i concetti sono tutti abbastanza chiari. Quello che mi sfugge è come arrivarci...
Vorrei fare del lavoro in piano col mio "argentino dal bel caratterino", e vorrei raggiungere in primis i 3 punti sopra indicati: calmo, in avanti e dritto.

Ma come si fa? Come posso ottenere questo risultato prima di aspirare agli step successivi, senza usare tecniche appunto "da step successivo"?

Partiamo dal calmo.
Il mio signorino ha sempre l'occhietto fuori dalla testa, l'orecchia tesa, è pronto a scattare se qualcosa lo spaventa... E basta poco generalmente, soprattutto se lo lavoro nel giardino da solo, senza che possa vedere il suo compagno di merende. A volte ha la sgroppatina o la ribellione facile, ma non sempre. Da terra alla corda spesso e volentieri se gli do una "pressione ideale" mentre lo giro, avanzando verso di lui con passo deciso, esegue ma non lesina sul minacciarmi di doppiette, e a volte ci prova per davvero.
Quale potrebbe essere una linea guida per mettere calmo un cavallo che, di base, proprio tranquillo e fiducioso non é?
Si è calmato parecchio col lavoro di doma fatto da una persona seria, ma poi ha fatto l'inverno quasi fermo, io non sono brava a chiedere e vedere cose tecniche, e un po' del lavoro è stato perso, anche se quando si mette in vena di lavorare è veramente tutto ECCELSO. Il più è convincerlo a lavorare...

In avanti.
Come lo metti in avanti un cavallo che hai appena calmato? So che non è la stessa cosa, ma attualmente Arco è in avanti perché è agitato, basta un niente per farlo accelerare. Quando è rilassato o comunque dopo 15 minuti di lavoro sotto stress, inizia a non voler più andare. Tende a rallentare, dal galoppo va al passo invece che al trotto, cose così. Non è nulla di insuperabile, e sicuramente sbaglio io le richieste, ma se lo metto ad un'andatura non ci rimane coerentemente finché non chiedo di aumentare o diminuire... Se è teso scappa in avanti, appena si rilassa o si stufa tende a decelerare in maniera piuttosto importante.
Peraltro, ho montato un giorno senza speroni, giusto 5 minuti, e non c'è stato verso di fare un circolo al galoppo che di solito con gli speroni fa... A malapena le 3 falcate di rettilineo!

Dritto.
AHAHAHAH! Non so nulla di tutto ciò, dovrei prima capire quando è dritto o no!

Poi mi si porrebbe un dubbio su come si chiede una partenza al galoppo rispetto ad uno spostamento del posteriore (poiché per me partenza al galoppo attualmente significa: alzare leggermente la mano interna così prendo appena appena di naso verso l'interno, e gamba esterna che lo tocca in posizione arretrata, e un po' di contatto anche con l'altra gamba... é giusto?), ma qui mi sa che stiamo già ad uno step successivo...


Non so se son chiare le mie tribolazioni!

rhox

C'è gente che passa tutta la vita a lavorare per arrivare a fare bene i tre , figuriamoci usare trucchi da livello più alto!
Non ci sono schemi o trucchi se non tanto lavoro con qualcuno che tu segua
Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso

Anima714

Detti come pare dal libro, sembrano i requisiti per iniziare a lavorare però! Come fai ad avere questa "base" per fare cose più complesse, se per ottenere la base dovresti applicare le suddette cose più complesse?
Non so se mi spiego nel mio dubbio.
Non mi aspetto una ricetta infallibile, ma qualche considerazione magari sì! :)

alex

Lascia subito le Questioni e - se conosci un minimo di francese - procurati Dresser est simple, di Jean d'Orgeix. Lì sì che ci sono principi pratici, applicabili, per ottenere i risultati. Non tanto cosa si insegna, ma come si insegna. L'avessi scoperto molti, molti anni fa!

Beninteso: su vari punti dello stile di D'Orgeix ho dubbi molto seri, e il fatto che lui sia stato campione, e addestratore di campioni, non mi convince affatto a prendere tutto quello che dice per oro colato; però.... alcuni principi sono veramente sacrosanti, e soprattutto: spiegati bene.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Anima714

#4
Ho fatto 3 anni di francese alle medie... E al massimo ho letto il piccolo principe! Però ci posso provare, è un'attività che mi diverte fortunatamente!
Sai mica se si trova in pdf o ebook? Anche a pagamento!

(Si, sono una di quei pochi poveri cristi che gli ebook e i film LI COMPRA)

alex

3 anni bastano e avanzano, lo capisco io, più o meno, che di anni di francese ne ho fatti zero spaccato....

No, non so se esiste in digitale. Io l'ho preso da Amazon, su carta, dopo che Raffaele ne aveva parlato a lungo; infatti ne trovi pezzetti commentati sia in "Sala di lettura" che sul suo blog che, guardatulacombinazione, si chiama http://calmoinavantiedritto.blogspot.it/

Sei entrata nel forum giusto quando Raffaele ne usciva.... va bè, se organizzeremo un piccolo club dei rompiballe (avvisatemi quando ci sarà il modulo per iscriversi), visto che si è pensionato, possiamo sempre nominarlo Presidente Emerito . Quanto mi divertiva però....



La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

max

Calmo -> Riguarda il lavoro della mano
In avanti -> Riguarda la risposta alla gamba
Dritto -> Riguarda l'uso dell'assetto

E' la mano che "calma".
A parte l'ovvietà di perseguire la calma restando calmi in tutto ciò che si fa, è principalmente la mano che può avere l'ultima parola in caso di "problemi"... e se il cavallo ha un brutto rapporto con la mano.... addio! Quanti cavalli sembrano calmi e di fatto lo sono, fino a che non sopraggiunge qualche situazione critica? E niente vale come un cavallo che sa ascoltare la mano.

E' la gamba che dice "avanti"!
E se non risponde prontamente si usa la frusta. Ma non puoi mettere in avanti un cavallo che non ascolta la mano (resta calmo durante le azioni che dirigono l'impulso).

E' un uso perfetto dell'assetto che alla fine rende dritto un cavallo.
Al di là di tutti gli esercizi di maneggio che si trovano descritti ovunque per rendere dritto un cavallo, è solo con la nostra posizione in sella perfettamente centrata che si possono valutare le asimmetrie. Se noi siamo storti, o se ci lasciamo spostare dai movimenti asimmetrici del cavallo senza accorgercene, non possiamo nemmeno valutare il da farsi figurati correggerlo.
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

Luna di Primavera

non ho capito la cosa della mano e la sua relazione con la calma
spieghi meglio per piacere?
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

Miky Estancia

Citazione da: Anima714 - Giugno 26, 2015, 01:29:22 PM
Sto leggendo Questioni equestri per farmi un po' di cultura e devo dire che i concetti sono tutti abbastanza chiari. Quello che mi sfugge è come arrivarci...
Vorrei fare del lavoro in piano col mio "argentino dal bel caratterino", e vorrei raggiungere in primis i 3 punti sopra indicati: calmo, in avanti e dritto.

Ma come si fa? Come posso ottenere questo risultato prima di aspirare agli step successivi, senza usare tecniche appunto "da step successivo"?

Partiamo dal calmo.
Il mio signorino ha sempre l'occhietto fuori dalla testa, l'orecchia tesa, è pronto a scattare se qualcosa lo spaventa... E basta poco generalmente, soprattutto se lo lavoro nel giardino da solo, senza che possa vedere il suo compagno di merende. A volte ha la sgroppatina o la ribellione facile, ma non sempre. Da terra alla corda spesso e volentieri se gli do una "pressione ideale" mentre lo giro, avanzando verso di lui con passo deciso, esegue ma non lesina sul minacciarmi di doppiette, e a volte ci prova per davvero.
Quale potrebbe essere una linea guida per mettere calmo un cavallo che, di base, proprio tranquillo e fiducioso non é?
Si è calmato parecchio col lavoro di doma fatto da una persona seria, ma poi ha fatto l'inverno quasi fermo, io non sono brava a chiedere e vedere cose tecniche, e un po' del lavoro è stato perso, anche se quando si mette in vena di lavorare è veramente tutto ECCELSO. Il più è convincerlo a lavorare...


Non so se son chiare le mie tribolazioni!

Si, mi sembrano chiare! Forse perché le ho vissute col mio Prince e con tutti i puledri che arrivano qui in doma e addestramento  :occasion14:

Partiamo dal calmo, e per ME (per come si lavora qui chez nous) ci fermiamo su questa prima cosa perché se non c'è la calma, la fuga prende il posto del "in avanti"  e un cavallo che fugge non è  nel corretto atteggiamento mentale per essere lavorato per ottenere "dritto".

Come ottenere la calma, e ci aggiungo pure il rispetto, visto che dici che il cavallo sdoppietta e minaccia e si distrae quando non vede il compagno di merende?
Io inizio facendo un passo indietro: scendo da cavallo e ricomincio dalle basi....lavoro sull'attenzione e sul rispetto assoluto in tutte le situazioni; quando ho ottenuto questo, passo al lavoro di desensibilizzazione sempre da terra, e al lavoro in tondino esigendo l'esecuzione delle transizioni a scendere e a salire al comando vocale, facendo sempre ben attenzione a non mettere MAI il cavallo in fuga.

Quando ho ottenuto che il cavallo esegue tutte le mie richieste con un atteggiamento mentale corretto (calmo ma attento e reattivo, collaborativo), allora posso cominciare a pensare di andare a prendere sella e imboccatura e proseguire il lavoro da montato.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

PokerFace

va beh io sono la voce fuori dal coro.

per me prima di tutto, prima della calma, di mia nonna, di tutto, mi metteri in tondino o dovunque tu possa lavorare in uno spazio non immenso e lavorerei il cavallo da terra per metterlo in avanti.
lo farei galoppare e trottare un bel pò.
mostrandogli la frusta senza problemi, se fa per calciare, in avanti a manetta.
finchè quando gli mostro la frusta per avanzare avanza senza muovere le gambine sue belle.

sta cosa la farei un pò di volte, finchè è confermata. finchè insomma non ci prova neanche piu a: 1) scalare l'andature per i fattacci suoi; 2) darti una pedata quando non c'ha sbatta di allargare il circolo o avanzare o cambiare di mano o qualunque altra cosa.

intanto questo. e cioè prima di tutto che il cavallo sia sbambato per bene (stanco) e ordinato. e se anche è stanco, non si ferma se non quando glie lo dico io.

ora tutti mi odieranno perchè sono un disonesto che lavora il cavallo quando è sfinito, così non fa difese, sono un cagasotto. eh si, è così. non lo sfinisco, certo, ma gli tolgo energie in eccesso, colpi di testa, strane idee. e se non c'ha sbatta di tirarmi una pedata, meglio.

dopo aver così brutalizzato il cavallo da terra e accertatomi che ha perso il vizio di fermarsi ad penem e di tirarmi papagne, allora mi metterei a lavorare sulla calma. e cioè sulla risposta alle richieste che gli faccio. però questo lo farei da sella, non da terra....

Anima714

Quello che dice Miky assomiglia effettivamente al lavoro che faceva chi me l'ha addestrato, e in parte anche quello che dice PokerFace, con la differenza che invece di usare la frusta lui gli andava incontro e questo tanto bastava (perché prima, qualche schiaffa sulla pancia l'ha presa)... Infatti per tirare fuori impulso da terra generalmente mi basta andargli incontro, cosa che però diventa un po' difficile se lui mi minaccia di doppiette... L'addestratore aveva una certa sicurezza ed esperienza alle spalle, che io non ho, e un calcio non me lo voglio prendere xD

Concordo perfettamente quindi che il lavoro devo ricominciarlo da terra. E fin qui tutto bene. Non solo in circolo giusto? Dovrei portarlo in giro per lo spazio, di spalla esterna contro le cose che lo spaventano ma con la testa a me? Fortunatamente riesco a gestire abbastanza bene i suoi spostamenti e non mi viene addosso, e se si avvicina troppo basta un buffetto sulla pancia. Lo scalciare alla corda credo che sia perché avanzo nei suoi confronti con troppa decisione e lui la vede come un aiuto usato troppo forte quando ne bastava di meno, credo, però stavo spingendo così tanto perché volevo la rottura al galoppo che quel giorno (lo stesso che ho provato a sella) non voleva darmi...

La cosa che mi incoraggia, è che mi avete fatto tornare in mente questa parte del lavoro che avevo già fatto e già quasi dimenticato... Proverò a ripartire da lì! Intanto continuiamo, questa discussione sta prendendo una bella piega... Mi piace quello che state dicendo, molto interessante anche l'intervento di Max, che stavolta parlava di più la mia lingua! :D Chissà se ho capito bene...

Bubba

Secondo me in tondino la frusta ci vuole.
Non perche' uno deve necessariamente colpire il cavallo ( il mio non l' ho mai frustato ad esempio) ma perche' le richieste dovrebbero arrivare pulite.
esempio:
voce. Il cavallo parte. Ok. Il cavallo si ferma, schiocco la frusta. Non riparte, posso anche " colpirlo".
Secondo me e' importante che lui risponda ad aiuti minimi. Rincorrerlo per farlo avanzare non mi pare un buon lavoro.
Fargli associare voce- parto o arriva la frusta secondo me ti aiutera' ancge dopo.
Non serve fargli fare mille giri. Puoi fissarti con 2/3 e poi fermarlo.
L' importante e' che parta a comando e tenga una cadenza viva e uguale. Se rallenta, calcia o che ne so, frusta e via andare. Fermalo quando sta lavorando bene.

Io lascerei stare il lavoro a mano sulle paure.
Almeno non adesso.
Probabilmente se lo rendi obbediente l comando " avanti" tante cose non le riproporra' piu'

Bubba

Ovviamente diamo per scontato che queste alternanze di ansia/ pigrizia non siano dovute ad un malessere fisico

Bubba

Ps la testa, nelle partenze al galoppo da sella, tienigliela all' esterno.
Lo so, fa impressione , ma con i cavalli con poco addestramento funziona. Prova. Testa leggermente all' esterno ( non bloccargli il collo, solo un po')

Miky Estancia

Citazione da: Anima714 - Giugno 26, 2015, 06:01:37 PM
1. invece di usare la frusta lui gli andava incontro e questo tanto bastava (perché prima, qualche schiaffa sulla pancia l'ha presa)...

2. Infatti per tirare fuori impulso da terra generalmente mi basta andargli incontro, cosa che però diventa un po' difficile se lui mi minaccia di doppiette... L'addestratore aveva una certa sicurezza ed esperienza alle spalle, che io non ho, e un calcio non me lo voglio prendere xD

3. Dovrei portarlo in giro per lo spazio, di spalla esterna contro le cose che lo spaventano ma con la testa a me? Fortunatamente riesco a gestire abbastanza bene i suoi spostamenti e non mi viene addosso, e se si avvicina troppo basta un buffetto sulla pancia.

4. Lo scalciare alla corda credo che sia perché avanzo nei suoi confronti con troppa decisione e lui la vede come un aiuto usato troppo forte quando ne bastava di meno, credo,

5. però stavo spingendo così tanto perché volevo la rottura al galoppo che quel giorno (lo stesso che ho provato a sella) non voleva darmi...


Punto per punto, ti racconto come e perché, noi agiamo in modo diverso:
1. Usiamo sempre un frustone in tondino o nel lavoro alla corda, perché ci serve sia come prolungamento del nostro corpo, siz per rafforzare i comandi, sia, eventualmente, come difesa. Il nostro obiettivo è ottenere un cavallo così leggero, che deve rispondere ai soli comandi vocali, senza che intervenga il corpo o la frusta...li usiamo ma con l'obiettivo di eliminarli alla fine.

2. Se un cavallo/puledro, mi minaccia o me le spara le doppiette, vuol dire che non ha rispetto di me, interpreta il mio intervento come una cosa fastidiosa da eliminare, sottomettere: è evidente che non ha ben chiaro che sono io il dominante.
Come la risolvo? Ristabilisco la gerarchia.
Come? Il dominante è quello che fa muovere i sottoposti sempre, ovunque e comunque, quindi gli impongo di muoversi come dico io ma MAI aggredendolo e mettendolo in fuga.
Questo perché noi vogliamo un cavallo collaboratore, che non si metta contro l'uomo e che alla prima cosa che non va usi la fuga come reazione (se non è divertente un cavallo che montato di parte sotto il sedere, figurati quanto lo può essere se ti parte con un erpice, un tronco o un aratro attaccati...).

3. La desensibilizzazione la facciamo inizialmente in campo, allestendo un percorso con vari mostri. Questo per ovvie ragioni di sicurezza.
Per noi l'obiettivo del lavoro di desensibilizzazione, non è far accettare al cavallo lo spruzzino, il fuoco, i teli, le strettoie, ecc. MA:
a. fare in modo che lui arrivi a trovare comodo quello che inizialmente percepisce come scomodo/pericoloso;
b. collegare questa nuova comodità a noi e alle nostre richieste;
c. acquisire la capacità di controllare e ridurre ai minimi termini le reazioni del cavallo nelle situazioni di stress.
Facendo così noi otteniamo:
a. Il cavallo/puledro arriva a "ragionare" e a trovare piacevole qualsiasi nostra richiesta (ha il suo premio:la pausa);
b. Vedendoci come una cosa positiva e dominante, non sprechera' tempo ed energie per "mettersi contro" le nostre richieste;
c. Il carattere del cavallo non possiamo cambiarlo e neanche prevedere tutti gli imprevisti che ci possono capitare, quindi poter contare sul nostro sangue freddo per gestire al meglio le varie situazioni è importante, così  come lo è poter controllare e ridurre gli eventuali exploit.

4. Vedi la risposta al punto 2. Se a uno dei miei cavalli, metto per errore troppa pressione, non si sognano di reagire in modo aggressivo, perché sono dei miei sottoposti.

5. I cavalli sanno galoppare nel loro equilibrio. Se alla corda o in tondino o con noi in sella non lo fanno, escludendo danni fisici, è perché non sono in equilibrio per farlo.
Per abitudine, lavoriamo sull'equilibrio in tondino avvalendoci di redini susdidiarie (io amo particolarmente le coulissantes elasticizzate), lavoriamo molto al trotto, sulle transizioni e quando abbiamo un buon impegno del posteriore e i cavallo che girando descrive un cilindro e non più un cono, cominciamo a lavorare al galoppo.
Solo successivamente lavoriamo dalla sella.
Perché?  Perche' se il cavallo ha già difficoltà a galoppare da solo, figuriamoci con noi in sella...per ottenere buoni e veloci risultati lavorando in sella, bisogna avere un assetto impeccabile e nessuno, nessuno in sella è perfetto, abbiamo tutti piccoli difetti, asimmetrie che inevitabilmente scaricheremo su un cavallo che è già in difficoltà. Inoltre, da terra in tondino, insegnamo al cavallo ad eseguire le transizioni a comando vocale e le partenze al galoppo dal passo e da fermo...molto utile quando si passa al lavoro montato: invece di star li a piazzare una gabgamba qui, una li, la redine interna così,  l'esterna cola', basta parlare e il cavallo esegue senza che noi lo abbiamo disturbato con azioni magari non correttissime.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.