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scalzo e ahi,ahi,ahi...

Aperto da raffaele de martinis, Luglio 12, 2014, 01:44:44 PM

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alex

Citazione da: raffaele de martinis - Agosto 27, 2014, 11:36:17 AM

Comunque, c'è una tendenza barefutta al triofalismo che non può che fare danni.
Ricordo che nel sito di Alex c'era un barefutto professionista che elencava i suoi servigi: il 98% dei lalli da lui pareggiati, andavano latini appena scalzati, cosa che - anche un igniorante come me ma con un cicinin di esperienza - capisce che non è possibile.

Un sedicente barefutto professionista - la cosa è un cicinin diversa. Lo diceva comunque in un ambiente (un forum di gente col cavallo sferrato) in cui simili affermazioni non potevano fare alcun danno: penso che nessuno dei barefutti gli abbia creduto.

Concordo comunque sul fatto che ci sia un eccesso di ottimismo (trionfalismo mi pare troppo); a distanza di anni, mancano ancora i numeri, le statistiche, le ampie casistiche, gli studi caso/controllo. Tutte cose assai difficili da trovare in qualsiasi altro aspetto dell'equitazione e pure dell'ippologia; io però speravo che sarebbe stato diverso.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Infatti mi riferivo ai "trionfi" della prima ora, ricordo benissimo le simpatiche escortanate sia sulla storia della ferratura che dei prodigiosi effetti della scalzatura.

I parametri da tener conto nel barelallo sono tantissimi, molti sono igniorati dagli amici barefutti, il peso del cavagliere, ad esempio.

Un lallo come il mio da ferrato sente poca differentia se lo monta una ragassa da 55 kg o una ragassa come me da 85 kg, da scalzo la differenza la sente eccome! Oddo me lo ha detto proprio qualche giorno fa.

Questa differentia diventa importante sui 20 km, devastante su 40.

Oggi, la cosa est più moderata, ma 10 anni fa - a legger i vari guru - ti domandavi:  che imbecilli sono/siamo stati finora! Ma se avevi avuto un nonno carrettiere ed eri a contatto coi lalli da una vita capivi che qualcosa non andava.

Comunque, pian piano, si sta capendo che il pareggiatore ha una importanza limitata, nulla in un lallo che lavora, mentre è assai importante per il pedicure dei i lalli da "appartamento".



... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Escortanate sempre assai limitate, rispetto alle correnti favole - da nessun cavaliere smentite - del cavallo sferrato destinato a restare senza piede dopo pochi chilometri di asfalto; sopravvissute centinaia di anni intatte senza che nessuno osasse fare l'esperimento - e i pochi che lo fecero non vennero creduti.

PS: approposito di Horses and roads, non par vero ma qualcuno di mia conoscenza si è spinto fino a immaginare che fosse un falso costruito ad arte per supportare le tesi barefoot.... pensa un po' te!
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raffaele de martinis

Quella non è una favola ma una constatatetion derivata dal fatto che se un lallo perde un ferro o scendi e corri ai ripari o lo azzoppi, ai tempi i lalli o lavoravano o facevano bistecche, nessuno si sollazzava ad incallire i loro pedi per farli andar scalzi dopo tremila anni di ricerca per trovare la ferratura inchiodata.

Infatti, riguardo i chiodi si diceva:

Un clou manquait, et le cheval perdit son fer; à cause de ce fer manquant, le cheval fut perdu; n'ayant plus de cheval, le cavalier fut perdu; capturé et tué par l'ennemi, tout cela à cause d'un clou de fer à cheval. :


Riguardo Horses and Roads, l'autore oltre che visionario era un assoluto mentecatto, come si fa ad affermare che i 10.000 lalli - dei 200.000 partiti - tornati dalla allegra campagna di Russia lo fecero perché al ritorno persero i ferri, scarpinarono scalzi ?!

Studiosi dell'epopea napoleonica affermano il contrario: uno dei motivi della disfatta della Grande Armata fu il fallimento del servizio di salmerie: la cavalleria francese avrebbe avuto ragione anche dei cosacchi se l'organizzazione di mascalcia avesse tenuto

Un libro coevo a quello appena succitato, descrive una realtà completamente diversa: http://books.google.it/books?id=oaNQ__BglQ0C&pg=PA154&lpg=PA154&dq=marechalerie+ferrure+charlier&source=bl&ots=dwnjxgRnoA&sig=G_8yi92X3ZuWAtb-MUfkrGP28P0&hl=it&ei=p4GbTJmCNKnT4wbN__hj&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CB8Q6AEwAg#v=onepage&q&f=false

Come che sia, ammesso che il libro sia autentico, il "mercenario" descrive realtà isolate et esprime  idee bizzarre rispetto la realtà comune fino a 50/60 anni fa e che io ho conosciuto direttamente.

Il fatto che l'autore è un emerito sconosciuto e che questo libro europeo si sia ritrovato in America, mi puzza, mi puzza parecchio... penzar male è peccato ma spesso ci si azzecca.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Citazione da: raffaele de martinis - Agosto 27, 2014, 06:15:39 PM
Riguardo Horses and Roads, l'autore oltre che visionario era un assoluto mentecatto, come si fa ad affermare che i 10.000 lalli - dei 200.000 partiti - tornati dalla allegra campagna di Russia lo fecero perché al ritorno persero i ferri, scarpinarono scalzi ?!

Strano... io ricordo una frase del tutto diversa: "nonostante fossero scalzi, i cavalli ritornarono a casa".

Andiamo a vedere.

In the retreat of the French army from Moscow, the horses lost all their shoes before they reached the Vistula. Yet they found their way to France over rough, hard, frozen ground.
https://en.wikisource.org/wiki/Horses_and_roads/Chapter_9

-Nella ritirata dell'armata francese dalla Russia, i cavalli perdeettero tutti i loro ferri prima di raggiungere la Vistula. Tuttavia essi trovarono la via per la Francia sul terreno irregolare, duro e gelato. -

Ecco.... una dimostrazione di come il pregiudizio faccia danni. Che cos'hai creduto di leggere? E come fai a affermare quello che hai affermato con tale sicurezza, inducendo chi ti ascolta in errore?  La cosa non mi fa ridere per niente; non è piacevole discutere con chi travisa le cose in questo modo, e guarda caso, le travisa sempre in modo da "darsi ragione". 





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raffaele de martinis

#80
Quando Napo decide la ritirata, dei 600.000 homini partiti, ne erano rimasti 200.000, di questi: 10,000 tornarono inquadrati, altri 25.000 con mezzi propri, dunque la ritirata fu un'ecatombe.

Altre fonti parlano di 700.000 partenti e 18.000 superstiti:

http://www.raistoria.rai.it/articoli/napoleone-i-sconfitto-in-russia/11090/default.aspx

Quello che io trovo singolare è che in quella immane tragedia, sto tizio rimarca un fatto assolutamente marginale in assoluto ma importante relativo alla sua tesi, voleva darsi ragione.

Per quello che ne so dei militari, è assai più plobabile che i lalli superstiti - tranne esigue eccezioni - furono quelli della elite di comando, dunque curati (ferrati) con miglior cura, non ce lo vedo Napo e la sua scorta fiondarsi da Mosca - colle sue carrozze, la sua scorta, il suo seguito - verso Parigi coi lalli scalzi per scongiurare il colpo di stato, lo stesso dicasi di Murat, del maresciallo Ney... tutti sti personaggi si muovevano in carrozza o a cavallo con grosso seguito.

Comunque, (vado a memoria) ogni cavagliere che partiva per la Russia, portava in bisaccia 4 ferri di ricambio e 40 chiodi, ogni compagnia (100 lalli?) aveva al seguito due maniscalchi con alcuni aiutanti, una forgia da campo e l'attrezzatura necessaria per lavorare il ferro.

Se Napo avesse letto il libretto di Fri, si sarebbe risparmiato la spesuccia di governare i piedi di 200.000 lalli.
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alex

Vedi? Invece di dire "Orpo, avevo equivocato nella traduzione" insisti. Il testo afferma solo che i cavalli, nella rotta, anche senza ferri, "found their way" ossia: ce la fecero a tornare a casa pur senza ferri nonostante il terribile terreno irregolare, duro e gelato; non dice che tornarono tutti, nè come tornarono; tu confermi che tornarono, ma pur di difendere tua errata interpretazione, frutto di un pregiudizio contro quell'interessante libretto (non un vangelo! una semplice testimonianza!) fai un fuoco di artificio di argomenti polemici.

A chi volesse leggerlo, raccomando di soffermarsi su quelle parti del libretto che descrivono precisamente questo atteggiamento di ostinata chiusura alle novità di ampia parte del mondo dei cavalli, già presente all'epoca e tuttora vivo e vitale. E' proprio questa ottusa ostinazione, che ho scoperto (tardi, troppo tardi!) nel mondo equestre che mi ha fatto dubitare di TUTTO quello che viene correntemente affermato sui cavalli, e solo adesso, con grandissima fatica, sto recuperando quello che (ovviamente) c'è di buono.

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raffaele de martinis

#82
La traduzione di quel periodo non ha importanza (sono andato a memorio), a suo tempo leggetti un pò di quel libello, sembra scritto da un barefutto, ma non un barefutto qualsiasi, ma da un barefutto americano che sa a chi rivolgersi, ecco il perché della mia senzazione di falso.

D'altronde nulla si sa di questo Fri, era un visionario che vedeva già l'uso del lallo come compagno di sollazzo ? Può darsi, comunque, il suo saggetto - pare - che sia stato igniorato e non abbia avuto alcuna influenza sull'uso dei lalli fino a 20anni fa, quando si è capito - non per aver letto Fri - che alle condizioni attuali il lallo pote stare scalzo

Da quando è stata inventata la ferratura inchiodata, comunque sono rimaste delle nicchie dove i lalli/asini/muli/buoi andavano scalzi era normale, si trattava per lo più di realtà particolari lo si faceva - sopratutto - per una ragione banalissima: per risparmiare.

Testimonianza diretta: in sud Itaglia, gli asini e i muli  (da basto,da sella) andavano (nella bella stagione) tutti scalzi, le jumente dei contadini erano ferrate solo davanti, i lalli dei signori - da sella, da attacchi - ferrati  ai 4 pedi, i carrettieri - usavano lalli e muli - erano costretti/dovevano ferrare ai 4 pedi, come si ferravano i buoi e le vacche che trainavavo gli enormi carri che andavano stracarichi in campagna.

La chiusura alle novità è tipica di noi ragasse vecchie et ignioranti è normale, daltro canto è compezata dall'apertura entusiastica di voi ragasse novelle et aculturate ad ogni "novità" della beatissima minchia.

Io ho aperto alla barefutteria perché ho un lallo di sollazzo, lo stesso lallo, quando ha dovuto lavorare è stato ferrato è dovuto esser ferrato, punto.

Tornando al tema del topico, ferri e scarpelle sono la stessa cosa: protezioni, vista la patologia del Caimano, credo che sarò costretto a proteggere i sui pedi (almeno davanti), dei ferri so già: funzionano, ma in seguito della mia experimenta, sto valutando le isibut...









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raffaele de martinis

Se dico cavallo coi baffi qualcuno lo ricorderà, sapevo che aveva avuto ploblemi ai piedi, credevo fosse laminite invece  - pare - che fu navicolite, il suo "padroncino" è una ragassa che fa il sottufficiale delle forestale, mi ha detto che fu curato con degli antinfiammatori, ferratura ad ovo e solette, dopo un paio d'anni di questa ferratura lo si è ferrato normalmente, lo vidi arrivare  - una diecina d'anni fa - assieme ad altri tre lalli per formare il gruppo di forestali a cavallo, in quell'occasione detti una mano a "domare" le 4 bestie,

Quando - di recente - per ristrettezze di bilancio il baffon fu riformato, il sottoffuciale - per non vederlo finire al macello - ha fatto in modo che fosse affidato a Cimarosa, Baffon fa da porter per i ragazzini del volteggio e porta  :icon_eek: in passeggiata i debuttanti, oggettivamente si guadagna onestamente la sua biada... dimenticavo, Baffon è un french mountain di circa 20anni dell'allevamento della forestale siciliano,... perché i forestali allevino i f.m. in Sicilia - terra di lalli autoctoni di grande qualità -  soloIddiolosa!

Comunque!

Pare che la ferratura "terapeutica" abbia funzionato col Baffon come con Oddo, dunque, combinando queste esperienze con le teorie barefutte riguardo la navicolite, ho tratto delle conclusioni alle quali dovreste arrivare anche voi aculturati del settore e ho fatto un experimanta cha funzionato.

Sono passati 45 giuorni dall'initio dell'experimenta (lo so dalle aspirine conzumate, ora sospese) i risultati sono confortanti da un lato ma impongono delle scielte dall'altro...


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alex

Sono molto interessato a conoscere i particolari dell'esperimento. Ovviamente qualcuno, assiomatico sull'argomento, in caso di esito positivo ti dirà: siccome la navicolite è malattia inguaribile, se hai avuto un buon risultato non era navicolite. Oppure ti si potrà dire con uan frase di profondissima assurdità, eppure ancora sopravvissuta alla logica comune: sì, ma è stata l'eccezione che conferma la regola:icon_eek:

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raffaele de martinis

#85
Ho letto parecchio sulla navi, dai trattamenti classici a quelli alternativi barefutti dove c'è un... parafrasando Alex:

atteggiamento di acritica apertura alle novità. E' proprio questo giulivo intruppamento, che ho scoperto (presto, molto presto!) nel mondo barefutto, che mi ha fatto subito eliminare TUTTE le escortanate che dicono e recuperare quello che (ovviamente) c'è di buono.

Ho cominciato - oltre a lasciarlo fuori il più possibile - a muoverlo alla corda moderatamente due volte il giorno per ricalleggiare il pede, quando gli ho abbassato i talloni si è azzoppato, che fare ? Rimettere i ferri o provare le scarpelle.

Cosa fanno queste protezioni ? Eliminano il dolore. E facendo movimento senza dolore poco a poco il pede "guarisce" l'ho visto in Oddo e Baffon, così dicono pure i barefutti ma usando le scarpelle al posto dei ferri... se qualcuno dice che il ferro anestetizza, ci do una testata in faccia!  :icon_eek:

Come eliminare il dolor senza questi attrezzi ? Con un fondo confortevole, elastico ma non troppo.

Con lo stallatico ho fatto un "tondino di fiandre",  :icon_eek: che man mano si sta allargando.
E' lovvio che questo è stato possibile perché siamo in estate, lo stallatico secco sottoposto ai passaggi del lallo diventa una mochett , col rastrello - ogni tanto - gli do una aggiustatina e vai!

La progressione è importantissima, la deve dire il lallo, ma non bisogna mollare,  ora fa tutte le andature  - passage compreso - e le tiene, è latino ma fuori del tondino - sul duro - si difende cerca il morbido ma non è più zoppo e - per lo vero - atterra di punta, basta guardargli i pedi - sbreccatissimi - per capirlo.

Ora dovrei abbassargli i talloni... aspetto ancora un po ma ho la senzazione che per andar fuori avrà bisogno di protezioni...






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alex

#86
Questo è molto interessante. L'ipotesi che la "navicolite" sia in realtà una condizione di stress non dell'osso, ma dei tessuti molli (legamenti, tendini, articolazioni....) determinato da fattori meccanici di movimento improprio, che causa dolore il quale a sua volta alimenta il movimento improprio, in un circolo vizioso da cui non si esce se non interrompendo il circolo vizioso stesso, è quella che mi piace di più: ovviamente questa ipotesi patogenetica spiega perchè se non si interrompe il circolo vizioso la navicolite è "inguaribile e progressiva" e come le terapie sull'osso (compresi i bifosfonati), agendo sulla conseguenza e non sulla causa, siano puramente sintomatiche con beneficio al massimo transitorio.

Si spiegherebbero  anche le stranezze per cui navicolari radiologicamente pessimi non sono associati a zoppia, e navicolari radiograficamente perfetti sono associati a zoppia navicolitica severa.

Un'altra conseguenza è che il trattamento della navicolite non è "unico", qualsiasi cosa che riduca il dolore e favorisca un movimento fisiologicamente e meccanicamente corretto potrebbe risultare efficace; ma siccome anche la carenza di movimento innesca un altro, diverso circolo vizioso di progressivo indebolimento delle strutture del piede, il movimento corretto ci vuole, e deve essere "non omeopatico".

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raffaele de martinis

In linea teorica, nella mia concezione vorrei, colla stessa gradualità, portarlo (scalzo) sul terreno medio e poi sul duro... appena sferrato andava bene su un terreno medioduro, anche si notava l'impaccio della scalzatura, da quì la sensassione dell'efficacia terapeutica della ferratura.

Attenzione, siamo di fronte ad un caso molto particolare, il lallo capisce la parola, è in avanti ed è generosissimo, dunque, non fa il lavativo e comunque se marca lo noto, paradossalmente, ad antatura sostenuta va meglio che ad antatura rilassata... piano piano comincio a forzarlo.
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Ipparco

Non abbassargli i talloni, Raffaele...
Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
"La semplicità è la sofisticazione finale"
Leonardo da Vinci

raffaele de martinis

Grazie per il suggerimento, secondo quanto dice Ramey dovrei abbassare i tacchi per sollecitare e - dunque - irrobustire le strutture interne dei talloni, in effetti - da quando l'ho azzoppato - non ho toccato nemmeno gli sbrecchi: pedi orribili da vedere ma funzionanti molto bene sulla stercomochet, sul duro mi dice: "non mi piace" si ferma, ma, siccome al passo va latino anche sul duro, lo costringo a camminare, magari al pas d'Aure, così è costretto ad atterrare di piatto.

Secondo le regole della bona mascalcia, non esiste l'altezza di tallone standard, essa dovrebbe essere calibrata in considerazione della struttura e delle angolazioni dell'arto, infatti fui sorpreso  - riguardo sto particolare - della cura" Ramey, oltre il fatto che l'atterraggio di tacco è un mito, quando avviene è sporadico e difficilissimo da cogliere ad occhiobare...


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