Principio che deve guidare l'attività del governo (importante occasione di ammansimento), dell'ammaestramento e perfino della scozzonatura; tradizionalmente la necessità della piacevolezza viene meno nel momento dell'addestramento, che ha come obiettivo l'obbedienza.
Già, forse perché l'addestramento è squola, è disciplina, è sacrifizio, est laboro...mi dirai: ma i lalli non hanno scelto questi sollazzi !
Giusto. L'alternativa ?
Bistecche, scatolette per cani, concime per le piante...
No, il motivo è un altro ed è banalissimo: perchè l'obbedienza è la fissa (giustificata e indispensabile) dei militari. Di alternative ce ve sono eccome; ma chi ha la fissa dell'obbedienza non è in grado neppure di immaginarle, e se pure le immagina, le aborrisce come cosa indegna e vergognosa.
Aggiungo. Il successo dei metodi lallosi - lallopucciosi potrebbe derivare da una sostanziale e grave carenza dell'istruzione attuale in tema di cavalli: nessuno insegna più, per bene, come un cavallo si ammansisce; e ciò si fa con un buon governo e con una buona scozzonatura. Chi si avvicina ai cavalli attraverso l'istruzione usuale, se è sensibile, e vuole superare alcuni ostacoli insormontabili, sente questa mancanza, e trova come riempirla: Parelli ecc.
Al proprietari di cavalli attuale, toccano tutte le incombenze: e occorrerebbe saperle svolgere tutte bene. Occorrerebbe qualcuno che le insegna, ma dopo aver lungamente studiato e lungamente riflettuto. E poi resta un serio problema: quello della coerenza..... una volta che il cavallo ci vede come affettuosi e delicati garzoni, e come pazienti, tolleranti scozzoni che ignorano i suoi errori, non sarà confuso dalla nostra incoerenza quando - tentando di addestrarlo - cambiamo completamente atteggiamento?