Dicesi charro: l'equivalente del gaucho argentino, del Cow Boy americano, del buttero maremmano, del vacquero spagnuolo... insomma ci siamo capiti.
Inoltre è il nome di una razza di cavalli messicani, molto simile ai criollos argentini.
Ma cossa significa "charro"? Alla lettera vuol dire sgargiante, sfarzoso ma con una valenza spregiativa sinonimo di: pomposo, pacchiano, coatto, kitch, volgare, cafone.
Per capire dovremmo andare indietro nel tempo, almeno al XVII secolo, quando gli spagnuoli, dopo aver massacrato gli inndios e cancellato la millenaria civiltà atzeca, si erano definitivamente appropriati del Messico.
Dunque siamo nel 1600 o giù di lì, in Mexico si andava formando una "nobiltà" sulla falsariga di quella spagnola.
Ovviamente, i veri "grandi di Spagna" mandavano nelle "colonie" le mezzecalzette, e questi, dopo aver preso possesso delle terre, diventati latifondisti allevatori di bestiame, scimmiottavano gli sfarzi e le pompe della corte castigliana.
Quindi vestiiti sgargianti, cavalli e carrozze da esibizione, balli e corride e charrerie.
Questi riccastri chiamati spregiativamente charros, organizzavano le charreirie da charros, appunto.
Si tratta di qualcosa di simile al rodeo nordamericano, ed è uno spettacolo - a tuttoggi - popolarissimo.
Alla stessa maniera si è conservato lo stile charro che, definire sobrio, sarebbe azzardato.
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