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Assetto corretto e punto di battuta

Aperto da Col. Paolo Angioni, Maggio 05, 2012, 01:46:57 AM

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Col. Paolo Angioni

Assetto corretto sul salto
Per curare l'assetto, visto cha fa salto ostacoli, il modo migliore è accorciare molto gli staffili, mettersi in equlibrio sulle staffe (non appoggiare le natiche alla paletta), i piedi esattamente sotto il suo peso, il busto piegato avanti e galoppare così a lungo senza usare le redini come appigli per conservare l'equilibrio.

Per migliorare la riunione del cavallo (in funzione del salto ostacoli?) legga la risposta che ho dato in "tecnica equestre", "cavallo rotondo". Troverà l'essenziale

Punto di battuta nei salti

A cavallo si sente, non si vede. Si sente con la sensibilità dell'assetto che trasmette al nostro cervello le sensazioni prodotte dal movimento del cavallo e dal contatto con la bocca del cavallo attraverso le redini.

Sin dalle prime lezioni iniziare a sentire (all'inizio saranno soltanto tentativi e non si sentirà che un confuso modo di procedere del cavallo) è il segreto per imboccare la strada per arrivare a montare "con sentimento", in accordo con il cavallo, cioè bene.

Il cavallo sa saltare da solo. Basta mettere un cavallo in un corridoio per rendersene conto. Sa regolare la lunghezza delle sue falcate quando si avvicina all'ostacolo. Le regola, per arrivare al punto giusto in cui fare o prendere la battuta per staccarsi dal suolo e iniziare il salto vero e proprio, quasi sempre accorciandole. Oppure, ma è più raro, facendo un salto lungo, cioè prendendo la battuta più da lontano dall'ostacolo, dove arriva con la posata degli anteriori dell'ultima falcata di galoppo.

Il ragionamento potrebbe continuare e diventerebbe molto lungo. Aggiungo che se ai principianti fosse fatto studiare il meccanismo delle andature e del salto (che è considerata una variante delle andature) si raggiungerebbero due risultati: i cavalieri saprebbero in anticipo quel che significa montare un cavallo e gli istruttori sarebbero costretti a loro volta a studiare per non fare brutta figura di fronte agli allievi.

Vengo al suo caso. Il presunto problema si presenta quando lei va a saltare al galoppo, perché al trotto non c'è la lunghezza della falcata e la variazione della distanza della battuta dall'ostacolo è irrilevante.

Sarebbe semplicissimo spiegarle la faccenda essendo con lei sul campo e facendole provare un semplice esercizio. E' più difficile essere chiaro e soprattutto convincente a parole. Ho già provato molte altre volte e lo vedrà se leggerà i miei vecchi post. 

Può lavorare da sola? Allora può fare quello che le suggerisco. Ha un istruttore al quale deve obbligatoriamente obbedire? Allora non può fare quello che scrivo ed è inutile un mio consiglio.

Le do comunque il consiglio nell'eventualità che lei possa metterlo in pratica.

Occorre un aiuto a terra. Lei deve saper galoppare in equilibrio sulle staffe, senza tenere le natiche appoggiate al seggio della sella, con un contatto leggero, il più possibile leggero con la bocca del cavallo, le mani che seguono le oscillazioni verticali del bilanciere (testa-collo).

Il cavallo deve avere già lavorato ed essere calmo: non tirare, mantenere l'andatura senza aumentare in direzione dell'ostacolo, avere il collo lasciato e disteso.

Faccia mettere una barriera, possibilmente ben colorata, a terra tra due pilieri, prenda il galoppo e vada, da lontano, in direzione della barriera. Lasci fare al cavallo. Cioè: continui a galoppare in equilibrio senza interventi delle mani se non per mantenere la direzione, perpendicolare al centro della barriera.

Il cavallo molto probabilmente non considererà la barriera a terra e continuerà a tenere il galoppo senza saltarla. Non ci sono problemi di battuta.

Faccia alzare la barriera di circa cm 20 da terra e ripeta nello stesso modo di prima. Forse il cavallo inizierà a prendere in considerazione la barriera, ma non la distanza dalla barriera per superarla indenne, e spiccherà comunque il salto dal punto in cui arriva l'ultima posata (gli zoccoli che si appoggiano al terreno) degli anteriori.

Lei deve concentrarsi sul movimento del cavallo, sentire (non contare, che non serve) le falcate di galoppo e cercare di rendersi conto se il cavallo ne varia la lunghezza nell'avvicinarsi all'ostacolo. Deve curare bene la sua posizione in sella ed essere pronta a far corpo unico con il cavallo sia che faccia un salto lungo (una partenza grande) sia un salto corto o una rimessa. Questo ultimo fatto dipende dall'aderenza delle sue gambe (polpacci) con la sella e dalla leggera inclinazione del suo busto in avanti (per evitare di picchiare con le natiche sulla sella).

Se il cavallo esegue bene il precedente esercizio, faccia alzare la barriera (non ce bisogno di aggiungerne una seconda come piede a terra) fino a cm 50 e ripeta, sempre molto da lontano, ascoltando le falcate come se fossero le battute di una musica.

Il cavallo, lasciato a se stesso, inizia a "prendere le misure", cioè a regolare la lunghezza delle ultime falcate perché per il cavallo l'ostacolo è un ostacolo, cioè un oggetto che bisogna evitare, come un albero in un bosco. Se va a sbattere contro l'albero il cavallo sa istintivamente che si fa male e lo evita. Il fatto è che i cavalli sanno istintivamente che l'albero non si sposta, ma hanno imparato che la barriera cade. Quindi talvolta o spesso non la rispettano, non la evitano. Ma questo è un altro discorso, molto interessante, che mi porterebbe troppo lontano.

Quando lei va a saltare l'ostacolo alto cm 50 deve comportarsi come quando andava verso la barriera a terra: curare di essere insieme al cavallo, non limitare la possibilità del collo del cavallo di muoversi tenendo un contato leggerissimo (se potesse non esserci ai fini della dimostrazione sarebbe ancora meglio, perché vorrebbe dire libertà assoluta della bocca), sentire la successione delle falcate e la loro lunghezza, se varia in estensione o in riduzione, per accordarsi al movimento, né in anticipo né in ritardo, ma insieme.

Se tutto è stato fatto bene, alzi fino a m 1 (e anche più) e ripeta nello stesso modo. Ripeta diverse volte, in modo che abbia più occasioni di sentire il movimento del cavallo (le falcate di galoppo) verso l'ostacolo e rendersi conto che il cavallo può fare un salto corto, giusto o lungo per superare nel modo migliore l'ostacolo. Può darsi che si convincerà del fatto che è ridicolo pensare di "mettere la battuta" e regolare il numero o la lunghezza delle falcate quando non si è un abile specialista del salto.

Lo si può fare. Ma la strada per arrivarci è quella che le ho indicato: sentire prima. L'abilità di intervenire per rendere certi casi (combinazioni nei percorsi con distanze "sbagliate") più facili per il cavallo le verrà poco per volta, come a tutti, affidandosi all'istinto del cavallo e studiandone in sella il comportamento.

Il cavallo, prima dell'ostacolo, qualche falcata prima, dipende dalla qualità o dalle abitudini del cavallo, dal suo occhio, aggiusta la lunghezza delle falcate per arrivare a prendere la battuta o la partenza giusta, esattamente come facciamo noi, umani, quando andiamo verso l'ostacolo da saltare. Nessuno ci dice allunga o accorcia. E' il nostro occhio che telemetra la distanza e il nostro istinto che, senza bisogno di calcoli matematici, ci fa allungare o accorciare la falcata per arrivare nel punto giusto per spiccare il salto.

Se il cavaliere sente il cavallo, si accorgerà che arriva il momento in cui il cavallo inizia, se non è giusto (si dice così), a modificare il movimento del galoppo. Si prepara. Il cavaliere può solo sentire il movimento. Non lo può vedere.

Nel momento in cui il cavallo fa sentire al cavaliere che sta modificando il movimento, cioè la lunghezza delle falcate di galoppo (sempre in raccorciamento) oppure che sta preparando una rimessa, perché tra sé e l'ostacolo un'altra falcata, anche corta, non ci sta, il cavaliere, in equilibrio con il busto sulla sella, avanza le spalle per mettere il busto in direzione della traiettoria che il cavallo compirà per saltare.

Provi a disegnare su un foglio di carta un arco che rappresenta la traiettoria del salto del cavallo. Nel punto in cui inizia l'arco sul foglio di carta tracci un breve segmento. Il segmento non può che essere parallelo all'arco. Quello è il suo busto che deve seguire la traiettoria.

Se lei si dispone in sella come ho scritto sopra, sarà il cavallo prima con l'innalzamento delle spalle, poi con la spinta dei posteriori a infilare il suo busto nella traiettoria, senza che lei debba fare un gesto volontario. Non può sbagliare se si concentra nel sentire il movimento del cavallo ora che sa come avviene. Certo che, se l'istruttore ci dice: "Stai seduto, diritto, indietro con le spalle", non possiamo mettere il busto in accordo con la traiettoria. Oppure dobbiamo fare un avanzamento brusco con le spalle, quando il cavallo ha già iniziato la traiettoria, movimento che disturba il cavallo. Tutti i movimenti che facciamo sulla sella, siccome hanno come base il cavallo, si trasformano in spinte sul cavallo - forza più peso -, quindi in disturbo più o meno accentuato, a seconda della rapidità con cui compiamo il movimento e della spinta che prendiamo per farlo.

Perché la battuta, che avviene in due tempi ravvicinatissimi, decimi di secondo, prima la battuta degli anteriori, per alzare le spalle, poi, immediatamente dopo, quella dei posteriori, che arrivano nello stesso punto in cui erano gli anteriori e anche un poco più avanti, per spingere in alto e in avanti il corpo del cavallo, la battuta è preceduta da una frenata (battuta degli anteriori) e dal forte avanzamento dei due posteriori sotto il corpo. E' seguita dalla forte spinta dei posteriori, lo scatto. Tutto questo movimento lei non può fare a meno di sentirlo, se mette in ascolto la sua sensibilità. Le è già capitato? Ha sentito?

Le faccio un'altra domanda, poi non la tormento più. Ha mai ballato un valzer o un fox-trot - non rida -, allacciata al suo cavaliere come si usava una volta? Quando balla ha bisogno di guardare i piedi del suo compagno per andare d'accordo e sapere dove mettere i suoi? Immagino di no. Lei sente il movimento del suo compagno e lo accompagna all'unisono.

A cavallo è la stessa identica situazione.

Può succedere che il cavaliere preceda il cavallo, avanzi troppo o prematuramente con il busto, o ritardi, e allora rimane indietro. A meno di casi eccezionali (a tutti è successo, anche ai grandi cavalieri), succede perché non si è sentito abbastanza o bene il cavallo. E infatti la correzione era e dovrebbe essere "Non hai sentito" e non "Non hai visto", come ho sentito dire da un istruttore qualche giorno fa.

Purtroppo è l'insegnamento che è sbagliato. Ci insegnano a guardare e non a sentire. E così sorgono le difficoltà in cui lei si trova.


Se volesse entrare più a fondo nell'argomento legga Licart, Equitazione ragionata, Allemandi editore (www.allemandi.com).


Tina

Buonasera  Colonello,
per la prima volta sono entrata in questo post e lo trovo molto interessante. Sto praticando equitazione e con una purosangue di 6 anni ci stiamo avviando al salto ostacoli a piccoli passi... io che sono sorda ossia non udente e mi sto immergendo in diverse informazioni sulla tecnica del salto ostacoli. Mi pare che tra le diverse info si impara molto con il proprio cavallo nel momento dell'allenamento. Spero solo che la mia mancanza di udito non impedisca di nutrire altre capacità, accorgersi dei ritmi del cavallo attraverso il proprio corpo.
Grazie!

Sky

Buongiorno Col., articolo interessantissimo per una neofita come me... si, è fondamentale "sentire" il cavallo ma questo si acquisisce con l'esperienza, immagino
grazie per i preziosi consigli!!
:)