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Parole e espressioni del XVI secolo

Aperto da alex, Gennaio 19, 2013, 11:26:51 PM

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alex

Copioincollo un po' di parole trovate nella trascrizione di Ordini di cavalcare, Grisone, ed. 1571, prima parte del Libro I.

Scusatemi se metto solo l'elenco. Può servire per pescare sinonimi o sviluppare voci autonome - vedete voi. In questo capitolo, si parla soprattutto dei mantelli; con qualche parola "ospite" che con i mantelli non c'entra. L'ordine delle parole e delle espressioni è semplicemente quello "di comparsa" nel testo.

Terragnuolo

cervato

morello

ammelato

soricigno

baio castagno

liardo rotato

liardo pomato

segenato sopra negro cavezza di moro

sauro metallino (Azalan tostado)

baio indorato

baio rosso in color quasi di rosa

zaino

sauro a guisa di carbone infocato

bianco moscato negro

liardo argento

griso

pardiglio

vergate

adustione

adusto

ubero

balzana

furibondo


Andrino

balzano della man della lancia

maneggiante

disastroso

balzano della man della briglia

Arzeglio

balzano del piè della staffa

balzano delle due mani

balzano solo di due piedi

mano

balzano di quattro, delle mani, & de i piedi

balzano della man della lancia, & del pie destro

travato

balzano della man della briglia, & del piè della staffa

balzano della man della briglia, & del piè destro

trastravato

arzeglio

balzano della man della lancia, & del piè della staffa

Rabicano

moscato bianco per tutto il corpo

attavanato

bianco moscato negro

moscato rosso

gazzo

ramingo

Remolino

spada Romana

Circhiello
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

alex

PS:  non appena/se verrà aperta una voce "formale" su una parola di quelle caoticamente elencate, posso facilmente citare il contesto , la frase in cui compare (raramente vi è una spiegazione abbastanza esauriente del significato, ed è una spiegazione "autorevole" perchè originale). Non lo faccio per tutte le parole, perchè è inutile stare a perder tempo su parole che non risultano interessanti.

Esempio.

Ramingo: Il Ramingo è, quando il Cavallo non va determinato con animo schietto
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

rhox

non ho capito se vuoi che gli utenti diano delle definizioni ai vari termini o se le metti poi tu..
Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso

alex

Lo ridico molto volentieri: non voglio, ma incoraggio gli utenti a usare le parole alla rinfusa che elenco; da solo non ce la farei mai a inserirle tutte secondo le linee guida (che approvo, mi piacciono molto); non escludo di farlo ogni tanto.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

DivinityOfDarkness

Ora ti picchio. Ma ti pare?????? Suvvia, ma quali linee guida? Un topic per ogni espressione/parola  :icon_axe: :icon_axe: :icon_axe: :icon_axe:

Vabbè dai, facciamo finta di nulla e diciamo che gli utenti possono prendere spunto da questo elenco per aprire un nuovo topic per espressione, attingendo, magari, da queste espressioni...

Qui poi chiuderei ;)
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

alex

#5
Ok.... vuol dire che metterò gli elenchi (più compattati) in qualche altro subforum "libero" (tipo I cavalli... in generale) e qui verrò solo per aggiungere qualcosa seguendo le terribili linee guida ("un topic per ogni parola" è terribile, se le parole sono centinaia è francamente impossibile). Chiudi pure.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

alex

Penso che farò una cosa più radicale. Visto che con il Libro I di Grisone ci siamo quasi (adesso torno su WS e dò il colpo di grazia alla prima passata del capitolo) appena è pronto lo piglio e lo sbatto qui senza tante storie; il 3d si presta; e chi vorrà ci pescherà le parole che lo incuriosiscono e procederà nell'esplorazione. E volta per volta  :icon_rolleyes: lo farò con gli altri libri.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

alex

Io vado.... in base al silenzio-assenso.  :icon_rolleyes:




Ordini di cavalcare (1571), Federico Grisone, Libro I (parte I)

DEll'arte della militia non è disciplina di maggior bellezza di questa de' Cavalli; & non che ornata di belli effetti, ma necessaria, & vestita d'ogni valore. Et tanto è più difficile & degna di lode, quanto in essa bisogna usare il tempo, & la misura, & più, & meno l'uno, & l'altro mancare, & accrescere col vero, & buon discorso, tal che ancora il senso dell'udire, & del vedere (non havendo la pratica regolata dall'intelletto) vi farà poco di quella capaci. La onde non dubito, che qualunque vedrà, ch'io habbia voluto scrivendo insegnare questi ordini di cavalcare, non lascerà di condannare espressamente il giudicio mio, stimando la fatica vana, essendo presa in cosa, che, secondo l'universal costume, par che s'impari più col travaglio del corpo, che non con le parole. Nondimeno conoscendo, che anche dall'ingegno, per quel che si ode, o legge, può nascere la perfettione della cosa, benche non si vegga, desideroso dell'utile comune, tali quali si siano, mi è parso mandargli come vedete fuora, non curando di molti, che forse non considerando minutamente quel ch'io scrivo, cercheranno riprendergli, & avidamenta mordergli, confidato che non mancheranno giudiziosi cavallieri che gl'intenderanno bene, & in opra con travagliarsi à tempo in essi, al fin farranno chiaro quel ch'io con penna ho adombrato in carta, da i quali spero, anzi son certo, che nasceranno effetti rari, che da quei facilmente si cavarà frutto mirabile: E gia fu tempo che in una città del regno di Napole, chiamara Sibari non solo gh'huomini, mà ancho i cavalli, al suon della Simfonia imparavano di ballare: Dunque non sarà maraviglia essendo il cavallo aimal sì docile, & amico dell'huomo, se ora con questi ordini convien ch'egli se gli dimostri con valore, & obbedienza, però senza distrattione leggendogli spesso con animo sincero, così come gli ho scritti, & [p. 2]reggendo gl'errori, se pur vi sono, attendiate ad avanzare il dono, che a questa età, col mezzo delle vostre fatiche, non da me, ma dalla potente, & larga mano d'iddio cortesemente ve si porge, & se vi paresse che nel modo del dire io fosse stato non così diligente come conviene, pensate c'hò atteso più a farlo bene, che a gli ornamenti della lingua toscana, ponendo più cura alle cose che alle parole, acciò che ogn'uno che legge s'ammaestri più di cavalcare che di parlare, ne s'invaghisca della lettura, fermandosi in quella, ma come scacciato dalla sua ruvidezza, velocemente ricorra a i frutti, & a l'utilità dell'opra.
Hor chi potrebbe mai dirvi appieno le gran lodi, & la gran virtù del Cavallo, Re de gli animali, anzi in inespugnabile rocca, & fedelissimo compagno di re, chi non conobbe questo? quando si vidde Bucefalo, che mai volse con gli ornamenti reali farsi da niun cavalcare, eccetto che dal suo Allessandro, & essendo ferito alla presa di Tebbe, egli non consentì che Allessandro per ponersi adosso dell'altro smontasse da lui: Similmente il cavallo di Cesare non volse mai portare altro che Cesare: Leggete l'historie che troverete gl'infiniti gesti di tant'altri di loro, per la qual cosa & in vita con carezze, & ornati di ricchissimi drappi, & dopo la morte con essequiali pompe, con altieri sepolcri, & con piramidi, & con versi furono sempre honorati. Quando morì Bucefalo, Allessando, dove fu seppellito, fe edificare una Città, che si dice Bucefalia, in memoria di lui. Nell'Eneida il gran poeta volse chiamare il Re Pico, per maggiore eccellentia, Domator de cavalli, come pure in diversi luoghi nominò Mesapo figliuol di Nettunno, il quale Nettunno iddio del mare, favolando si dice che generasse con Medusa il cavallo Alato, il cui nome fu Pegaso, che volando al Cielo si convertì in stelle: sopra di questo cavallo si figura che Bellerofonte figliolo di Glauco Re combattendo, vinse la monstruosa Chimera, & egli fu inventore, & primo nel mondo a cavalcare, Benche dopo, i Peletronij Lapithi, trovassero i freni e i giri, et in ultimo fussero di Tessaglia i primi che nella guerra usassero i cavalli, (giuditio veramente non men utile che divino) perche non si può dire, ne viver abbondante, ne festa compita, ne gioco valoroso, ne battaglia grande ov'essi non siano, & a qualche grado, & a qual profession'humana, di lettere, di Arme, & di religioni, non furono, & saranno necessarij, valor sopr'ogni possanza, & segno sopr'ogni segno di honore, qual mai sarà più cosa mirabile, certo non che i nobili, ma gli huomini bassi con le loro forze si fanno alti & illustri: Chi non dirà che ogni Prencipe meritamente si tien glorioso a chiamarsi Cavaliero, nome che nasce da quest'animal reale, del quale volendo distintamente parlare non si può, perche a rispetto de sua grandezza la lingua non se ne potrebbe raggionar tanto ch'el suo dir non fusse nulla, onde astretto da necessità, lascerò sopra di ciò tanti discorsi.
Qualità dei cavalli, & qual pelo sia migliore.
Dirò dunque primieramente che la qualità del cavallo depende da i quattro elementi, et con quello elemento del quale più partecipa si conforma. Se prende più della terra, che de gl'altri, sarà melancolico Terragnuolo, gravoso, & vile, & suol'essere di pelo morello, ò veramente cervato, ammelato, & soricigno, & di simili variati colori. Et se più dell'acqua sarà flemmatico, tardo, & molle: & sul'essere [p. 3]bianco. Et se più dell'aere, sarà sanguigno, allegro, agile, & di temperato moto, & suol'essere Baio. Et se prende più del fuoco, sara colerico, leggiero, ardente, et saltatore, et rade volte di molto nervo; et suole esser sauro somigliante alla fiamma, o al carbone acceso. Ma quando con la debita proportione partecipa di tutti, allora sarà perfetto. Et fra tutti i peli il baio castagno, il liardo rotato, che da molti si chiama liardo pomato, il segenato sopra negro cavezza di moro, et anco il sauro metallino, che in lingua Spaguola si dice Azalan tostado, son più temprati, et più vagliono, et han di più robusta, et gentil natura. Et appresso a questi, son poi quelli che più s'accostano alla similitudine loro, fra quali saranno il baio indorato o rosso in color quasi di rosa, overamente oscuro, che non sia di quei zaini co i giri degli occhi,& i mostacci,et i fianchi lavati; il sauro a guisa di carbone infocato, & non di fiamma; il bianco moscato negro: il liardo argento con le estremità negre, cioè le punte dell'orecchie, i crini,la coda, le gambe, et le braccia; et se da i crini in sino alla coda tiene la lista, tanto più vale: il griso,che va dichinando al pardiglio, non pur con l'estremità negre, ma con le gambe, & le braccia vergate. Et dovete notare,che di tutti i peli cattiuì quelli,che haveranno l'ultime parti negre, saranno migliori. Et non è da nascondervi, che niuna sorte di pelo, & sia pur eccellente, baio,o liardo, può esser totalmente perfetto, se non ha qualche segno di adustione, hauendo negri almeno i luoghi di basso, come ho detto poco dinanzi, parlando del pelo argento, & del pelo griso. Quantunque d'ogni maniera che siano, vi si ritrovano dignissimi Cavalli, nondimeno io parlo secondo l'esperienza, che ordinariamete si vede nella lor coplessione, et generalità.
Et soggiungo,che il baio castagno è colerico, sangnigno; & tanto più colerico, quanto più è rosso in color di sauro, a guisa di fuoco,& non di rosa, perche allora sarebbe maggiormente sanguigno. Così quanto più ha del negro, tanta più tiene dell'adusto; & essendo il pelo totalmente negro, & solo co i fianchi rossi, sarà colerico adusto. però havendo pur negri i fianchi, si dice morello, che sarà il più delle volte malinconico naturale: & a questo, per esser freddo, et secco, molti vogliono che non gli accada temperamento di flemma,come conviene al colerico sanguigno, & molto più al colerico adusto, che per mitigargli quella superbia, che procede dal soverchio calore, vuole hauere i peli bianchi in alcuni debiti modi, ma non che per la qualità di quelli se gli aggiunga forza, ma accio che per la benignità della flemma, dimostrato dal pelo bianco, se li tempri la malignità, che nasce dalla siccità, overo caldezza della sua complessione. Et perche i Cavalli, che hanno troppo del pelo bianco, naturalmente sono deboli,come sono gli Uberi, & altri simili a quelli; ora per questo io dico, che il segno, overo balzana, quanto è meno, tanto è più da stimarsi,che ogni picciolo segno basta a far conoscere la complessione, di ogni maniera che ella sia. Ma non voglio che pensiate, che il liardo rotato, overamente il bianco moscato, & argentino, con l'estremità negra, anco il griso, hauendo del bianco, [p. 4]non siano di gran valore (cosi come vi dissi) che quantunque habbiano della flemma, humor corrottibile, & molle, nondimeno perche dimostrano quelle rote, o macchie, o parti negre, ogni un di loro sara flemmatico salso, humore acre, & incorrottibile, che nasce da colera adusta, & flemma, tal che per ciò dico che sogliono essere i Cavalli di tal mistura di pelo, generosi, & assai valenti: & ancor di questa complessione far a il sagenato sopra negro, ma tiene più del superbo, perche non ha tanto dell'humido; così come il sauro metallino, havendo più del l'adusto, far a parimente più superbo del baio castagno.
Et è da sapersi, che quando il pelo negro si genera da colera adusta, il Cavallo sarà furibondo, animoso, & di molto senso; & assai fiate suol esser fraudolente, & ingannevole, & si dice vulgarmente zaino. Ma quando vien da humor malinconico naturale, sara egli allora timido, duro, & pigro. Et quando ha dell'uno, o dell'altro, non sempre si può al mostaccio, & a i fianchi rossi, o negri conoscere, overo distinguere, fuor che per li costumi, & per lo valore de gli effetti suoi; perche alcuna volta fallisce:che quantunque egli tenga i peli negri sopra i fianchi, conforme al corpo, potrebbe esser ancora la sua complessione di colerico adusto, & non di malinconico naturale; & questo fara il morello perfetto, al quale convien molto alcun segno bianco, pur che sia nelle parti dove accade, così come ancora conviene al morello mal tinto, che si dice Andrino. Tal che come la virtù del pelo è maggiore(se in esso solo perfetti segni)cosi similmente quando vi fossero mali, è meno da stimarsi. Là onde mi pare a proposito di dire, che il Cavallo vuole havere le balzane, che non siano troppo calcate, per la ragione che dissi dianzi, & si ancora secondo si giudica per l'opre che nascono da lui, tanto più valendo, quanto meno sagliono sopra le giunte delle pastore. Et benche molte volte questi segni falliscano, & si veda l'effetto contrario, non perciò mi par di tacergli: & qual sara il meglio, & quale il peggio, ora si dirà.
Buoni, e cattivi segni.
Il balzano della man della lancia sara maneggiante, di buon senso, ma suole essere disastroso.
Il balzano della man della briglia non è da troppo stimarsi, il balzano dal piè destro si dice Arzeglio. Et benche nell'opre suole apparere eccellente, guardisi ogni Cavaliero in battaglia di trovarsi sopra di esso, per che sara caval superbo, vitioso, & infortunato.
Il balzano del piè della staffa è di stima grande, & dimostra quasi sempre esser di buon core, & assai corritore.
Il balzano delle due mani sara disastroso, & mal fortunato, & sia pur con l'uno o con l'altro piede bianco, che non perciò se li toglie totalmente la sua pessima qualità, perche la ragion vuole, che'l Cavallo habbia sempre più bianco di dietro, che davanti.
Il balzano solo di due piedi è ben segnalato. Et se di più tiene la stella nella fronte, maggiormente è da farne mirabil conto. Et quando senza la stella questo [p. 5]balzano di due piedi havesse o l'una o l'altra mano bianca, & tanto più se fosse la destra, quantunque sia segno di prezzo, non saria di quel valore.
Il balzano di quattro, delle mani, & de i piedi sara Cavallo sincero, & di buona fantasia; ma rade volte di molta forza.
Il balzano della man della lancia, & del pie destro si dice Caval travato, pericoloso, & da farne poca stima.
Il balzano della man della briglia, & del piè della staffa è similmente Cavallo travato. Et benche sia di mal segno, non è così cattivo come l'altro.
Il balzano della man della briglia, & del piè destro si chiama trastravato, conforme all'essere dell'arzeglio, anzi peggio, per che sara egli mortalissimo, & facile al cadere.
Il balzano della man della lancia, & del piè della staffa pur si dimanda trastravato, & segue ancor quegli effetti; nondimeno in parte non sara si male; & laccierete l'opinion di coloro, che vogliono che vaglia molto.
Ma notate, che così il travato, come il trastravato si genera nel ventre di sua madre con le due balzane strette, & giunte insieme, tal che dapoi come egli sarà nato, & si cavalca, naturalmente quando si maneggia, & corre, si giungono; & allhora in ogni caduta l'un piede disordina l'altro: & per questa cagione son pessimi, & disastrosi. Ma il trastravato sarà di maggior malignità, però che le sue balzane essendo traverse, & opposite l'una all'altra, più confusamente s'inviluppano; & se negli altri segni bianchi fossero alcune ragioni, onde procedano i buoni, & mali effetti loro, perche mi pare che non vi sia fondamento vero in queste cose occulte di natura, ho voluto tacerle, confermandomi con quel che si vede chiaro, così come per quel che fe ne vide già da altri ne' tempi a dietro.I Romani conobbero la infelicità, & malo augurio del Cavallo Seiano, benche fosse di rara bellezza. Ma lasciando le opinioni, giudico solo per la lunga esperiena, la quale senza dubbio quanto ho detto vi fara noto, & per questi segni, & per gli altri che dirò appresso, il più delle volte vi ha dimostrato, & dimostrerà la qualità sua, & la buona, o mala fortuna che egli tiene.
Il balzano delle parti di basso, che dinota buon segno, se di più ha la stella nella fronte, overo tiene la lista bianca, che gli discenda per la faàccia, senza toccargli le ciglia, et che non gli giunga di sopra il mostaccio; & similmente se ha l'una, & l'altra, fara perfetto, & di molta bontà. Et fe il Cavallo non fosse balzano, & solo tenesse questi fegni, sarebbe di buon core, & di buona virtù.
Il balzano delle parti di basso, che minaccia malo effetto, s'egli ha la stella, over la lista nella faccia, o l'una, & l'altra, quantunque in parte queste diano favore al pelo, poco si rileva dalla sua malignità.
Il Cavallo, che ha la stella bianca nella fronte, che non gli fa lista, & ne tiene un'altra di sopra il mostaccio, sara disastroso, & di mala bocca. Ma se di più, [p. 6]havesse la balzana nel piè della staffa, per esser segno di molta virtù, quel difetto se gli annullerebbe.
Et se ciascuna di queste balzane, o di buono, o di malo essetto, fosse con alcune macchie negre, si come questo al mal sarebbe in maggior vitio, così al bene crescerebbe in maggior bontà, talche affina l'esser del Cavallo in quello stato, oue lo ritruova. Benche molti vogliano, che la balzana senza il negro sia sempre migliore.
Il Rabicano coi peli bianchi della man indietro dimostra valer assai: & essendo seminato di quelli della man innanzi, il più delle volte haverà poca forza.
Il Cavallo moscato bianco per tutto il corpo suol essere di qualità buona, et assai fiate eccellente, & piu, et meno secondo sopra che pelo sara: che per quello che v'ho detto de i peli, da voi stesso, senza più allungarmi, si potrà facilmente conoscere. Ma se fosse moscato solo ne i fianchi verso la groppa, o nel collo verso le spalle saria di mal segno, & si chiamerebbe Cavallo attavanato, per cagion che questi Cavalli nascono dal mezo di Giugno infin alla metà d'Agosto. Et perche sono di pochi giorni, col mostaccio non si possono togliere i tavani da i fianchi; ne anco giungono a scacciar con la coda quelli che gli sono di sopra le fpalle: onde allhora non per natura, ma per quei morsi hanno i peli bianchi. Et, essendo tardo il nascimento di essi, son di minor fatica, si per cagione che al maggior bisogno lor manca l'erba, & le madri non possono abondar di latte, si ancora, che quando arriva l'inverno non hanno l'età conveniente a soffrire, & lor si diminuirono le forze, & non sono gagliardi come gli altri.
Il Cavallo bianco moscato negro farà molto leggiero, & assai destro, & di buon senso; & similmente quando è moscato rosso: nondimeno il negro suol essere di maggior forza, & di maggior animo.
Il Cavallo di pelo liardo, che solo tiene alcune moschette rosse, overo leonate nelle garze, et nel mostaccio, sara superbo, et suol alcuna fiata sdegnarsi di bocca.
Il Cavallo gazzo il piu delle volte sara fallace, & non di pura volontà.
Il Cavallo, che ha bianco il negro degli occhi, quando camina per la neue, & per lo freddo, non vede cosi bene, come ne gli altri luoghi.
Il Cavallo, che non tiene segno bianco, ne balzana, suole spesso mostrarsi ramingo; & sara maneggiante: & accade a Caval d'ogni pelo, ma più al Morello, & ad ogni sorte di pelo Baio, massimamente se fosse oscuro.
Il Ramingo è, quando il Cavallo non va determinato con animo schietto, & l'uno sara piu maligno dell'altro, che volendo sformarlo, tanto maggiormente anderà con due cori tra l'andare, & non andare, prevalendosi di schiena.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

alex

#8
Ripeto il "senso" di questi lunghi copiaincolla: sevono principalmente per ripescare antichi termini ancora vivi/caduti in disuso e arricchire il "dizionario". Il contenuto vero e proprio, dal punto di vista tecnico o altro, potrà essere invece (volendo) discusso altrove, fuori di questo subforum. Mi sembra comunque utile disporre dei lemmi nel loro contesto.

Attenzione: il testo proviene dalla prima correzione di un OCR particolarmente difficile; sono senz'altro presenti innumerevoli errori sfuggiti alla faticosa revisione. I testi, in wikisource, diventano "perfetti" con revisioni multiple, a più mani. In particolare troverete qualche u che va letta v e qualche f che va letta s.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

alex

Ordini di cavalcare (1571), Federico Grisone, Libro I (parte II)

Se il Cavallo ha il Remolino solo, overo accompagnato con la spada Romana sopra il collo appresso i crini, sara fortunato; et tanto più, quando passa egualmente dall'una banda, & dall'altra: & anco è bene, & assai migliore, quando l'ha sopra la fronte: & molto più è segno da notarsi, & d'animo puro, & fortunatissimo in ogni battaglia, quando il tiene ad ambe l'anche di dietro apparo al [p. 7]tronco della coda, dove egli non può mirarsi. E benchè abbia qualunque pessima balzana, tenendo questo segno, non solo in gran parte, ma forse in tutto sara rimosso da quello influsso maligno. Nondimeno quando il Remolino gli sta nella spalla, o sopra il core, o in altro luogo de i fianchi, o dove con l'occhio può vederselo, è male, & infelice segno, & opposito di quel c'ho detto; & saria peggiore, quanto più si ritrovasse vicino al core, o verso la parte dinanzi, o verso quella di dietro. Però avvertite, che io non parlo de i Remolini, che sono naturali, che ogni Cavallo gli ha ne i debiti luoghi terminati dalla natura, cioè nel mezo della fronte, nella gola, nel petto, nell'omblico, & ne i fianchi; ma degli altri, che fossero prodotti di più o in quelle, o in altre parti del suo corpo. Il Remolino appresso gli antichi si chiamava Circhiello, che son certi peli ritorti, & sogliono essere circolati più o meno di un quattrino, & assai fiate sono lunghi, piu, & meno a guisa di una penna. La qual lunghezza ora si dice spada Romana.
Et benche il Cavallo sia di buon pelo, & ben segnalato, la onde dimostra complesseine gagliarda, & non solo buona volontà, ma felice constellatione, nondimeno è necessario che i suoi membri sieno giusti, & formati con la debita proportione: altrimente la virtu sua non sarebbe compita. Et io perche non resti che desiderarsi quali debbano essere, dirò ora brievemente, cominciando però dalle parti di basso, doue prima il Cavaliero, volendo mirar la qualità di quello, ha da fermare non solo gli occhi, ma anco il suo discorso.
Quali debbono esser le membra del cavallo perfetto.
Il Cavallo vuole havere il corno delle unghie liccio, negro, largo, tondo, secco, et cavato. Et se pur fosse molle, essendo ampio di calcagno, sara con maggior segno di leggerezza. La cagione è questa, che nella campagna dal di che nasce sempre camina leggiero, per la debolezza dell'unghie, nelle quali non si ferma securo, ma si va prevalendo delle braccia, & della schiena. Le corone sottili, et pelose. Le pastore corte, & non troppo colcate, ne anco troppo erte, perche sara forte da basso, & non facile al tramezzare avanti. Le giunte grosse, & se tien il ciuffo dietro di esse, dimostrerà forza. Le gambe diritte, & late. Le braccia nervigne, co i cannoli corti, & eguali, & giusti, & assai ben fatti. Et parimente le ginocchia groffe, scarnate, & piane. I lacerti degli stinchi in su le ginocchia, quando egli sta giunto, siano molto più larghi dall'uno all'altro disopra, che non di sotto. Le spalle lunghe, & late, & fornite di carne. Il petto largo, & tondo. Il collo non habbia troppo del corto, anzi più presto del lungo: grosso verso il petto, & inarcato nel mezo, & sottile vicino al capo. Le orecchie picciole, oueramente acute, & erte, con giusta lunghezza, & larghe piu, & meno, secondo che conviene alla taglia che ha. La fronte scarnata, & ampia. Gli occhi negri, & grossi. Le conche delle sopraciglia piene, & uscite in fuora. Le mascelle sottili, & magre. Le narici aperte, & gonfie che in esse quasi si veda il vermiglio di dentro, accioche lo alito gli sia facile, & cagione di più lena. La bocca grande. Et finalmente tutta la testa insieme vuol essere per la ghisa, & per [p. 8]incontro, lunga, secca, & montonile, in ogni luogo mostrando le vene. Ma per Ginetto alla leggiera sia picciola con le medesime parti c'ho detto, ma non habbia troppo allhora la similitudine del montone. I crini rari, & lunghi. Et non biasimo la opinion di coloro, che vogliono che siano folti; perche non essendo soverchi, & in molta quantità, pur non sono distima; & se sono crespi, overamente calvi, dinotano più gagliardezza; se fossero grossi lo farebbono di robusta natura; così quanto più fossero sottili, tanto maggiormente dimostrerebbe segno di buon senso, & di oprarsi leggiero, & di essere delicato, & non troppo gagliardo nel sofferire.
Il Garrese non solo acuto, ma quasi disteso, & dritto, & che ivi si vegga il dipartimento delle spalle.
Il dosso corto, & che non sia voltato ne in alto, ne in basso.
I lombi tondi, & è migliore quanto più sono piani verfo la spina di mezo; la qual spina vuol'egli havere accanalata, & doppia.
Le coste late, & lunghe, con poco tratto dalla costa di dietro al nodo dell'anca. Il ventre lungo, & grande, & debitamente nascosto di sotto di quelle. I fianchi pieni, & anchora il Remolino naturale, che ivi appresso in ciascun di loro si truova, quanto più sale di sopra, & l'uno mira l'altro, tanto maggiormente appare, che il Cavallo sia leggiero. La groppa tonda, & piana, & un poco caduta con un canale in mezo; & che habbia gran tratto nel suo trauerso da nodo a nodo. Le coscie lunghe, & late, con le ossa ben fatte, & con molta carne di dentro, & di suora. Et s'egli tiene i garretti ampli, asciutti, & stesi, & le falci curve, & late a guisa di cervo, sara veloce, & destro. Ma havendo l'anche, & i garretti curvi, & le falci stese, sara naturalmente caminatore. La coda fornita di peli, & lunga insino a terra, col suo tronco grosso di giusta mistura, & ben posto fra le coscie, quantunque alcuni vogliano, che sia rara di peli; & se que' peli fossero crespi, starebbe segno da stimarsi. I testicoli col suo membro siano piccioli, benche de i grandi ne sono pur Cavalli di prezzo, ma io parlo secondo la vera ragione di fisionomia, & secondo che il più delle volte la esperienza dimostra. Et notate che tutti i suoi membri deono corrispondere alla grandezza del suo corpo, & conforme al Cervo, più alto di dietro, che davanti. Però essendo basse dinanzi più del dovere, starebbe al corso pericoloso; & molto si ha da stimare, quando tiene animo, et sarà leggiero, il che gli giova più della forza. Perche essendo egli forte, & vile, & non havendo leggerezza, non havera in maneggiarsi quella virtu, & attitudine: anzi quando starà leggiero, & animoso in ogni travaglio, benche non sia di molta forza, durerà più del forte, & nelle opere sarà giudicato assai più vago. Nondimeno havendole tutte giunte, egli starà singolare, & da farne gran conto.
Qualità della schiena.
Ancora mi par conueniente farvi noto, che quattro sono le qualità dell'esser della schiena del Cavallo. [p. 9]La prima è quando egli è debole, & s'abandona, overamente naviga i lombi quando camina.
La seconda, quando egli nel primo che si cavalca si aggroppa, & similmente fa, quando galoppa, o quando si vuol maneggiare a repoloni, che per più non potere, fa tutto quel che può; & unisce la potenza sua, & caminando un pezzo di quel modo, non potendo resistere, dapoi si dimette, & massimamente a lungo andare: onde si vede la sua natural fiacchezza. & questo difetto sara minor dell'altro.
La terza è, quando egli è duro, & fermo, & saldo, senza calarsi, ne alzarsi di schiena, tal che dimostra, che sia Cavallo di ferro, & è da stimarsi molto.
La quarta è, quando egli non solo sara fermo, & duro, & saldo di schiena, ma nell'incominciare, & nel finire sempre si aggroppa, & forse fara il simile ogni volta, che si richiede; & se pure lascia d'aggropparsi, la sua forza stara sempre unita nell'esser suo, & sara il primo fra tutti per la sua possanza.
Disciplina de' cavalli.
Et non pensiate, che il Cavallo, benche sia bene organizato dalla natura, senza il soccorso humano, & la vera dottrina possa da se stesse ben oprarsi: perche bisogna con l'arte svegliare i membri, & le virtù occulte che in lui sono, & secondo il vero ordine, & buona disciplina più o meno sara chiara la sua bontà; anzi l'arte, quando ella è falsa, lo ruina, et gli cuopre ogni virtu, così come, quando ella è buona, supplisce a molte parti, ove gli manca la natura. Et non in tutto fuor di ragione si muovono coloro, che tengono che il Cavallo in lingua latina prendesse il nome dalla equalità, o giustezza. Percioche, oltre alla ragione da loro assegnata, gli bisogna troppo misura, giusto al passo giusto al trotto, giusto al galoppo, giusto alla carriera, giusto al parare, giusto al maneggio, giusto a i salti, & finalmente giusto di testa, & giusto quando sta fermo, & giusto, & reale si unisce con la volontà del Cavaliero, che gli sta sopra. Et oltre a ciò gli conviene il passo elevato, il trotto disciolto, il galoppo gagliardo, la carriera veloce, i salti aggroppati, il parar leggiero, il maneggio securo & presto. Et perche il Cavallo naturalmente dal dì che esce dal corpo di sua madre, camina di passo, & galoppa, & corre, & niuna cosa fa meno, & con più difficoltà, che il trotto; per questo si dee sempre sopra di esso alleggerirlo, che così verrà più giusto, & alla perfettione di tutte le altre virtu, le quali particolarmente appresso saranno chiarite. Che da quel trotto il Cavallo viene a prendere al passo agilità, al galoppo gagliardezza, alla carriera velocità, a i salti lombo et forza, al parare leggerezza, al maneggio securtà, & ordine grande, & alla testa, al collo, & all'arco infinita fermezza, & alla bocca soaue & buon'appoggio, il che è fondamento d'ogni dottrina.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

#10
La tua fatiga è senz'altro meritevola et merita tutte le benevolentie dello vero huomo di lalli.

Sarebbo cosa bona et giusta se tutti li capi dello libro fussero con opportuna cura et logica consecutio uniti et pubblicati tantosto in codesta Aula de lectura.

Todo questo per maggior vanto dello ospitante foro,  videlicet per la diffusione dello bono sapere sugli cavagli et sugli cavaglieri.

L'incompentia va demandata - se lo volessero - allo pretiotissimo tim de caballoplaneto.



... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

In effetti, a leggere (faticosamente) il testo, vi si trovano delle belle cosette.... ad esempio, c'è illustrato papale papale il calmo. Ma qui parliamo solo di lemmi e di modi di dire; per il resto c'è tempo e luogo. Una cosa da farsi passo passo....

Al coraggioso lettore: vi ho risparmiato le s lunghe e le v scritte come u, e pure le abbreviature di stile medioevale, che ho espanso una per una; non chiedetemi di cambiare anche l'ortografia delle parole e la costruzione delle frasi, perchè.... non lo farò. Ma se qualcuno di voi vuole provarci, a "tradurre in italiano", ovviamente nulla in contrario (anzi!).
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

DivinityOfDarkness

Non so se faccio più fatica a leggere Grisone o De Martinis..è grave?  :icon_pidu: :icon_pidu:

Ah per inciso, fare si fa!
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.