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Ricordi di un vet freelance

Aperto da Flavio, Maggio 17, 2012, 11:39:02 PM

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Flavio

infortuni

Tutti i mestieri hanno diverse sfaccettature. Visiti da fuori   si tende a vederne solo il lato che fa comodo. Magari un negozio di alimentari ci sembra più' caro , anche se di poco , rispetto ad un altro, senza approfondire che magari il secondo investe di più' in pulizia, qualità' degli alimenti etc..
Se ci mettiamo ad analizzare qualsiasi attività' ( sebbene per certi  molto immeritatamente  iperpagati incarichi pubblici forse no ) , si possono scoprire alcuni lati oscuri, o  che   spessissimo vengono sottovalutati trascurati  da chi ha solo saltuariamente contatti con altre attività'.

Sono un attimo contorto nello spiegarmi, ma è solo per far capire che spesso mi si invidia il mestiere che faccio, ed  vorrei in alcune righe far presente alcuni lati oscuri, od altre facce della medaglia.
Ci sono cose intrinseche del mestiere, aaltre personali.   Io   risulto spesso antipatico  o giù' di li, e solo dopo due o tre volte che mi chiamano cominciampo  ad entrare in sintonia. Ho una faccia , purtroppo,  molto giuliva. Me la trascino dall'asilo, elementari , medie fino all'università'  il commento era lo stesso. Quando qualcuno parla con me, che fosse la suora  dell'asilo, insegnamte elementare , professore etc.. ha l'impressione di essere preso in giro .  Anche mia moglie  mi accusa di ridere sempre...boh , mi iscriverò all'associazione di  " joyologist " , vedi  il film " Patch Adams " con Robin Williams.
Prscindendo dal mio aspetto che è una caratteristica intrinseca mia,
un grande problema che il vet di equini affronta son le distanze  kilometriche. Conosco dei colleghi che da decenni viaggiano sui 120.000 km annui. E' una media di 300 km al giorno  festivi inclusi.....dopo c'è anche il lavoro.  Essere SEMPRE sulla strada  non e' il massimo , costi, stress e pericoli......( quando avevo 18 anni , mia sorella che ne aveva 21 morì in un incidente stradale insieme ad altre 4 persone ).
I primi anni viaggiavo sui 70-73.000  all'anno, adesso sono sui 42.000.
Passando oltre una cosa che  POCHISSIMI, li posso contare sulla punta delle dita di una mano , in tutti questi anni, quando magari sto sostenendo una zampa posteriore con la schiena a pezzi  ( 3 ernie finora ) cercando di cucire  o medicare una zampa, con cavallo che non sta fermo..arriva l'osservazione di turno...." Povero cavallo ".... ed il povero vet che soffre e rischia pedate o pestate o simili.... Nulla  , ah si forse 3-4 volte in venticinque anni..povero vet, forse. Forse perché' alla fine c'è il conto.

Dopo questo  preambolo eccomi a raccontare di alcuni casi in cui qualcosa nelle visite è andato storto per me.
Penelope :  femmina araba grigia  aveva deciso di tirare una pedata ad una rete. Risultato un bello squarcio lungo  tutto lo stinco posteriore sinistro. Interveniamo una collega ed io e lo sistemiamo , ma andava anche seguito per alcuni giorni nelle medicazioni. Decidiamo di fare a turno , una lei -una volta io , per facilitarci le cose., visto che la padrona era all'ottavo mese di gravidanza , ed il marito lavorava.
Tutto procedeva bene , ed ormai eravamo alla fine e la ferita  era ormai prossima alla guarigione.  La volta che vado per l'ultima medicazione,,lego Penelope  al muro e controllo . Tutto Ok ,si trattava solo di fare l'ultima fasciatura. Bene, vado a prendere il tutto in auto e torno verso Penelope. La furba si era spostata un attimo ed il suo fianco sinistro era in pratica parallelo al muro.. Io molto allegramente e felice della ferita che stava guarendo, mi avvicino di buon passo ed arrivato vicino a lei con presupponenza e  senza nemmeno pensarci, con la mia mano destra le pianto una manata sulla groppa sinistra proprio mentre son dietro dicendo   " su spostati..."  e lei  di riflesso  mi pianta una bella pedatina e mi becca in piene...... beh...si capisce.....
In se e per se faceva male , pero' riuscivo a resistere, ma caddi a terra . Per fortuna non era ferrata  ed era una pedatina ,ne senso tirata senza sgroppata, ma felicemente andata al centro del bersaglio. La mia paura era di avere qualche stravaso interno , insomma pericolo di emorragia interna. Mentre ero ancora in terra si avvicino' la padrona di cui ricordo di vedere il pancione dal basso in alto. Mi chiese se poteva fare qualcosa... L'unica cosa che desideravo era forse un massaggio  , ma non era certo il caso....
Morale mi rialzai  e corsi  al pronto soccorso sempre in preda al terrore di emorragia interna. E continuavo a guardare le  mie gengive nel retrovisore dell'auto per vedere che le  non diventassero troppo bianche.
Non so come ma ci arrivai, Il bello fu che mi trovai il medico della squadra di rugby  di turno al pronto soccorso. Pur cercando di rimanere serio non riuscì a non ridere. Mi tennero un'ora in osservazione ,ma tutto si risolse con un po' di dolore ed un grosso spavento. Ci fu un piccolo seguito...  due sere dopo andai all'allenamento di rugby.
Bene negli spogliatoi mi sto cambiando quando l'allenatore  che era a me vicino caccia un urlo di spavento e mi  addita con l'indice proprio lì... Mi guardo ed urlo anch'io  uno stravaso , seppur lieve , aveva fatto si che la zona fosse diventata blu. Non faceva per niente male , ma il " look " era un attino impressionate. Mi venne in mente una canzone di Mina degli anni 60 che faceva " ..blu , blu. Le 1000 bolle blu..."   bastava sostituire a 1000 il numero 2  e  togliere la  " o " ed inserirci al su posto una " a ".....
Penelope guarì', il proprietario cerco' di scusarsi in 1000 modi, ma credo che la colpa fosse mia. Infatti  per sdrammatizzare gli dissi  occhio che adesso la cavalla andrà' un po zoppa..... Ma non la capì...  Incontrai la moglie con bambina circa 6 mesi dopo e  tornammo sull'accaduto. Mi disse che il marito proprio non capiva perché' dovesse andare zoppa ; lei gli chiarifico' il senso della battuta,  ed allora il tipo si lascio' andare ... ecco , io mi preoccupo e lui mi tira in giro..

Teodora :  Saltatrice , femmina grigia
Il più' grave infortunio lo ebbi il 6 giugno 1996 ; curioso il giorno dell'anniversario ( 21° )  della scomparsa di mia madre ed a circa 100 metri in linea d'aria dal punto dell'incidente stradale in cui perì mia sorella.....coincidenza..destino... chi lo sa..
Comunque, anche qua avevo più' o meno finito tutto quando un cliente mi chiama e mi chiede di controllare i denti della sua cavalla se fossero da fare o meno. Avevo l'apribocca in auto , cioè' a circa 20 metri. Troppi.
Decisi di farne a meno,, La cavalla si trovava in un corridoio  ai cui lati c'erano i boxes. La larghezza del corridoio era di forse 2,5 metri,
Orbene mi avvicino  metto una mano sul naso e l'altra su labbro e la cavalla va in difesa ed alza la testa. Riprovo  , stessa cosa. Ritento  : idem.
Allora cerco di fare il duro, wow , credendo di essere figlio di superman...
Bene dito in bocca , lei alza la testa , ed io , brillante idea , con la mano cerco di  afferrare l'orecchio della cavalla.  Per  tutta risposta lei fa una specie di piccola impennata con me attaccato all'orecchio , in contemporanea cerca di fare un passo indietro....eee swishhhhhh , scivola di lato verso il muro  schiacciandomi tipo sottiletta  contro di esso.
Reggere 500 kg addosso non è male..  Risultato spalla e testa riparati  dal mio gomito, , fianco che regge l'urto ,ma gamba sinistra che regge fin che può, ed il legamento collaterale del ginocchio fa crack........
Quindi , ospedale, operazione  e 40 giorni di gesso e due mesi di rieducazione.
A posteriori   forse un po' brutalmente , ma mi servirono quei  tre mesi fermo, ebbi modo di ristrutturare  e di riorganizzare il mio modo di lavorare, passando da un vet generalista che si occupava un po' di tutto , ad uno orientato in una particolare branca.
Ricordo che in quel periodo di gesso , mi fece  qualche volta da autista uno studente ed ogni tanto andavamo  a fare qualche visita. O meglio faceva tutto lui,  compreso guidare , ed io dirigevo, ma era poca cosa.
Una cosa la rammento meglio ancora..dopo circa 30 giorni di gesso, ricevo una chiamata alle 4 di mattina per un cavallo  con  un posteriore gonfissimo. Chi mi chiamava era una che  mi conosceva...che sapeva che ero ingessato...gli dissi  .." scusa ma come faccio a guidare  '  tranquillamente mi disse ,  se potevo farcela con una gamba... mando' il maniscalco, suo moroso , a prendermi....ma sembrava scocciata del fatto che non riuscivo a cavarmela da solo.
Era un flemmone risolto con sulfamidici.

Tengo a precisare che da quando ho iniziato ad interessarmi di denti in maniera professionale, il mio " Master " , mi ha cambiato r-a-d-i-c-a-l-m-e-n-t-e l'approccio ai cavalli.
Oggi di certo non rifarei lo stesso errore dell'orecchio.

Gegua : femmina grigia
idem come sopra , controllo dentario, ma apribocca in auto, circa 20 metri: Troppi.
Io , superman ....prendo la lingua, e la cavalla sta buona , la piego, tutto ok, passo il pollice destro sui denti.. e lei.......... muove la mandibola di lato  ed il mio bel pollicione si trova a farei conti  fra pre molari superiori ed inferiori..... Una bella compressione. Un male cane.
L'unghia diventa nera  e pulsa da paura. Davanti alla cliente fascio il duro ... son cose che succedono.. e parto. Circa 2 km dopo in campagna mi fermo scendo dall'auto e caccio un urlo fantozziano che fece scappare tutti gli uccelli  nel raggio di 1 km. Patii ancora per un'ora circa. Avevo trovato rifugio nel bar  che allora frequentavo, ed il barista, ex meccanico, vedendo che il male ed era molto , che pativo , mi  suggerì di bucar l'unghia con un ago. Lo presi per matto, ma dopo un'ulteriore mezz'ora di dolore, decisi che avevo niente da perdere. Presi un ago. Misura 18 G , quelli grossi con collo rosa. L'apertura ricorda in-qualche modo la fetta di salame leggerissimamente cominciai a farlo girare sull'unghia , senza spingere , tipo avvitando. Senza che quasi me ne accorgessi uscirono 3 gocce, forse 5o 6 di sangue . Avevo allentato la pressione dello stravaso sanguigno.... e quasi  incredibilmente il dolore passo'. Wow. Lo strascico fu  che cadde l'unghia  ed impiego' circa due mesi  a ricrescere.

Ignoto....maschio ..baio.
Questo fu il colmo.. Ero in visita ad un cavallo. Siamo ai convenevoli iniziali  ed io mi accosto al box vicino al cavallo da visitare.  I tutto si svolgeva all'aperto nel senso che c'era una fila di box con tettoia, ma non all'interno di una struttura, ma in pratica alla base di una collina. Bene  mi dice il proprietario del cavallo vicino di box , " occhio che lo faccio uscire ed esce sempre di corsa " . Ok allora mi sposto dalla porta scorrevole ed avanzo di circa un metro in direzione  box cavallo da visitare . Sono circa perpendicolare al box, nel senso che il mi fianco dx era a contatto o quasi col box, e nel frattempo chiacchieravo col cliente.
Sento aprire il box, ma non me curo e sento partire il cavallo che di fronte aveva una collina.
Ma circa  due secondi dopo sento una botta  fuori misura nella coscia sinistra. D'istinto  faccio due passi con un male cane, capisco che almeno la gamba non è rotta perché' il passo regge bene; La guardo e vedo un'immensa macchia rossa sui miei pantaloni verdi tipo chirurgo, con un bel 7 in . Guardo meglio ed il bel 7 c'era anche nella coscia . Credo che solo l'ottimo tono muscolare che   allenamenti  e anni di rugby mi aveva formato impedì al femore di rompersi. Ebbi un capogiro e mi accompagnarono in auto.
Eravamo un po' fuori dal mondo. Cosa era successo, ? Il cavallo invece di uscire dritto era uscito in diagonale e dopo soli due metri decise di distendersi e rifilo una doppietta ed il suo zoccolo destro a fine corsa  impatto' con la mia coscia sinistra.
Fu l'unico caso in cui non mi sentii di essere stato superficiale.  Tamponai la ferita e dovetti bere una buona dose di liquidi. Riuscii , ma con un po' di fatica , ad arrivare al negozio di mia moglie e mio cognato mi accompagno' all'ospedale dove  , un altro medico  che ben conoscevo , mi suturo'.  La cosa che mi diede fastidio che si fregarono i 3 giorni di ferie che avevo programmato per Pasqua, era il venerdì santo infatti. Ma Cosa mi  lascio' ,e di molto ,l'amaro in bocca che  il tipo del cavallo, amico del mio cliente, bene, né lui né il cliente mi fecero uno straccio di telefonata per sapere come stavo..

Potrei raccontarne altri , ma questi sono i più' vivi nei miei ricordi. Quando un giovane vet viene da me , gli ricordo sempre che se vuol lavorare gli conviene anche una buona assicurazione sugli infortuni, ma davvero. Io , almeno quella , l'avevo.

DivinityOfDarkness

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Fantastico... non ti vedrò più con gli stessi occhi  :laughter-485: :laughter-485: :laughter-485:
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

Flavio

Pronto soccorso alpino

In tutti questi anni  mi son fatto l'idea , e non credo proprio di sbagliarmi , che la professione del medico veterinario ( dico MEDICO VETERINARIO , in quanto la laurea è in effetti in Medicina Veterinaria ) sia vista dalla maggior parte delle persone come una specie di cosa Naif , almeno in Italia. In  Australia per accedere alla facoltà' di Med Vet, ci vogliono crediti più' alti rispetto alla classica " Medicina e Chirurgia" dei miei colleghi umani.

Comunque da noi  il vet viene visto come un'anima pia che si occupa degli indifesi animali e che lo fa per buon cuore.
Se dovessi farmi pagare alla stregua di altri professionisti , avrei una villa a St.Moritz ed una ai caraibi.
Ricordo bene quando nel lontano 1993 cominciai fra i primi vet a lavorare con l'ecografo. Incontrai un mio amico di Infanzia, con cui condivisi elementari e medie, e di cui tutt'oggi sono grande  amico. Lui appunto med umano, cardiologo.
Gli proposi alcune ecografie, e per tutta risposta ricevetti " seeeee ...con quello dei cani...". Ok , Lo invitai allora a provare una volta a venire con me e leggermi l'ecografia  avevo un caso di  " idropericardite " ,  cioè' un riempimento di liquido  fra i  foglietti  ( specie di sacchetti ) che avvolgono il cuore.
Quando vide come funzionava , non disse niente, ma nel giro di due settimane mi chiamo ' lui se si potevano fare alcune eco....

In effetti medicina veterinaria e' una  medicina vera e propria con le sue branche.  Nei piccoli animali si avvicina molto a quella umana. Certo neurologia  e gerontologia sono branche che si studia di meno , ma non tanto. In medicina umana c'è certo più' ricerca , più' fondi, più' casi, ma pure noi non siamo quelli che  dell'amaro  Montenegro, ossia  arrivo,  uno sguardo , un'auscultata, due pacche sul fianco , e.... cavallo in piedi, e via a bere l'amaro col padrone contento.

PARENTESI
per i più' giovani
Negli anni 80 girava uno spot pubblicitario in cui in una scuderia c'era un cavallo in terra.  Si allertava il vet il quale arrivava col sidecar poco dopo, vestito come se fosse un modello ad una sfilata, si inginocchia  a fianco del cavallo , lo guarda un po' ,  una palpatina qui e la' , due pacche ed ohhhhp cavallo in piedi.
Facce sorridenti tutt'intorno  ed il finale era  vet , proprietario  seduti accanto ad un focolare a degustarsi l'amaro dal sapore vero....

Qualche mio collega , e qualcuno  era addirittura compagno di studi,  di Cremona decise che ne aveva piene le tasche  di questa immagine, e decise di far causa alla casa produttrice.  Forse per  buone entrature , forse per effettiva  realtà' della cosa , vinsero la causa, e da allora cessarono  le pubblicità' con l'amaro del veterinario.
A cascata questa neosocieta' culturale di vet  ebbe un impulso di iscrizioni, forse più' per curiosità'  che per altro , , ma seppero raccogliere  la palla al balzo e nacque la più' grande società' culturale  veterinaria italiana  che poi si diramo' nelle diverse branche delle specialità, dapprima di piccoli animali , ma in seguito anche di cavalli ed animali da reddito ed esotici.

Mi si chiede spesso  se voglio bene agli animali..... Ma certo , non avrei fatto il vet. Ma ancora di più' credo che vogliano bene all'animale chi in effetti si occupa tutti i giorni di lui. I proprietari, i quali alla fine pagano anche il conto del vet.
Discorso un po' diverso per animali da reddito  e relativi allevamenti, ma da questi,   il vet riceve più' rispetto.

Ho fatto questo similpolemico preambolo prima di descrivere  un episodio , ma non è di certo l'unico,  in cui il medico vet , e' diventato   quasi medico umano  a tutti gli effetti.

Estate di qualche anno fa, agosto. Per me agosto è un periodo di discreto lavoro, la gente è in ferie  e può' dedicarsi maggiormente  ai cavalli, e quindi   la presenza del vet diventa più' necessaria.
Qualche fortunato può' permettersi portarsi il cavallo in vacanza .
C'era un gruppo  che si era organizzato per trascorrere alcuni giorni in montagna, e si erano portati appresso i loro cavalli  parcheggiati in una baita nei dintorni, e ne approfittavano per alcune passeggiate.
Non sto a disquisire sul fatto di gente ben poco allenata , con cavalli ben poco allenati ,ma soprattutto poco usi a sentieri di alta montagna, che decidono di portare loro  ed i loro destrieri   su percorsi a cui nessuno di loro e' abituato.

Allora , pomeriggio agostano  ..drin drin ....   " ciao  sono Bruno,  sai abbiamo un cavallo che si è tagliato  cadendo  etc..etc.." Ok dove siete ??  Mi spiegano il tutto : amena località climatica dell'alta val Camonica , a circa   un centinaio di km da casa mia.
Faccio presente che ci vorrà circa un'ora e mezza – due , e mi avvio.
Arrivo verso le cinque e mezza , e  trovo una cavalla tagliuzzata in diversi punti  sulla coscia destra e qualche taglietto qui e la'. Un bel po' di lavoro di cucitura , ma per fortuna niente di veramente pericoloso.
Il cavaliere mi spiega l'accaduto . Solito sentiero di montagna , cavallo che si spaventa, e si ribalta  e la pendenza fa il resto.
Resto un attimo colpito dal fatto che lui stesso non appoggia una gamba. Gli chiedo come stesse ed in effetti risponde che fa piuttosto male.
Guardo gli altri  , e ...." ascolta sono un vet e tu se i peggio di un animale, fammi dare uno sguardo alla tua caviglia ".  Noto sguardi di assenso fra gli altri 4 -5 presenti.
Non ci volle molto, anzi pochissimo per capire che  qualcosa non quadrava.
Alla palpazione era evidente una rottura  strappo di legamenti della caviglia,e foorse una fratturina.
Decido che prima del cavallo andava sistemato il cavaliere.  Vado in macchina, prendo alcune bende cotonate ed alcune bende sintetiche  similingessatura.
Gli faccio mettere una tuta da ginnastica ben larga e da una parte la solleva fino al ginocchio. E via bende  bendine ed  ingessatura con queste bende sintetiche che van bagnate in acqua tiepide  e dopo un minuto circa son dure  come un diamante.
Nel giro di 15 minuti ecco fatto un bel gambaletto gessato che blocca la caviglia. Il tipo sembra avere sollievo.
Adesso per favore VAI al pronto soccorso dell'ospedale più' vicino e fatti controllare.
Così un amico si offre di accompagnarlo e partono. L'ospedale era a circa 20 km.

Posso dedicarmi al cavallo. Anzi alla cavalla. La conoscevo  era una vipera, ed il pensiero di suturargli una coscia mi lasciava poco tranquillo; il pericolo  pedata era altissimo. Il villico locale però venne in aiuto sotto forma di un travaglio per bovine, in cui si infilano le vacche quando bisogna medicarle. Il punto era farla entrare.
Riesco a sedarla per bene  con un'endovena ,  e senza poi troppo tribolare la infiliamo nel travaglio. Un bel paio di sbarre di ghisa mi proteggono da eventuali pedate. La cavalla cosi' bloccata mi rende più' rilassato e quindi riesco in tutte le manovre . Un bel carico di anestetico locale nei punti dove ci sarà' da suturare , una bella disinfezione , rasatura del pelo intorno alle ferite, di nuovo disinfezione,  preparazione di aghi , portaaghi , pinzette varie   ,fili etc.. guanti , disinfezione ulteriore del campo e degli strumenti , e via si comincia a suturare.
A distanza di anni non ricordo bene quanto impiegai  ma almeno due ore ; i tagli non erano profondissimi, ma erano davvero tanti, qua e la'. Verso La fine comunque la cavalla cominciava a dare evidenti segni di risveglio, o forse aveva già metabolizzato i farmaci e ricominciava ad essere sensibile. Le sbarre di ghisa palesarono la loro efficacia.  Comunque l'aver potuto lavora in piedi , e non con schiena piegata, il fatto di essere tranquillo , sugli eventuali rischi mi fece finire il lavoro senza la consueta dose di stanchezza che di solito mi assale alla fine, ero infatti ancora abbastanza  vivace.

Alla fine ripongo via attrezzi , farmaci etc.. fatta la solita prescrizione, ero libero. Gentilmente i signori mi invitano a cena.  Compare pero' fra i vari presenti , il tipo che aveva accompagnato il cavaliere infortunato all'ospedale. Già di ritorno ?' Com' e' andata ?, Insomma le solite domande.
Lui :".Sembra bene , l'hanno già' dimesso ed e' in albergo".
Si decide di fare un salto all'albergo che lo ospitava li' vicino.
Saliamo ...ed ecco che il tipo se ne sta , ancora un po' scosso a dire il vero ,,  nel letto, ma comunque in buono stato.
Con sorpresa noto che il mio bendaggio duro , era ancora sulla gamba....
Ma?? come, non ti han fatto lastre o simili.??

Si ,rispose lui," lastre e controllo ,ma il capo dice che sistemata in questo modo va benissimo, di stare cosi' due settimane e poi di toglierlo....anzi se vuoi me lo togli tu..."

Resto un attimo basito, non capivo fin dove ero stato bravo io , o fin dove erano lazzaroni od incapaci al pronto soccorso.
Preferi' non venire alla cena, e rimase in camera , ma si riprese e già' il mattino seguente  era di buon umore mi dissero, ed in breve si riprese del tutto, compreso il montare a cavallo.

Non ci feci caso più' di tanto dopo qualche ora, ma sulla via di casa, qualche dubbio mi veniva... o sono un genio , o sono loro incapaci...mah...

Passarono  mesi o forse anche uno o due anni. Mi trovai un giorno in un maneggio non troppo lontano dall'ospedale in causa,ma non collegavo ormai più' l'episodio.

Ricordo che avevo alcuni denti da sistemare, alla fine parlai con uno dei proprietari e scopro che era il capo  del reparto di ortopedia  di QUELL'ospedale..... Non feci domande , non chiesi nulla se non  " è molto che lavori in valle ?? " La risposta fu affermativa, o meglio di certo  da prima di quell'accaduto.

Lasciai perdere, pero' mentre stavo per partire mi disse che secondo lui noi vet eravamo sottovalutati......WOW!!  lo ringraziai,  ogni tanto fa piacere vedere che qualcuno ci apprezza... e lui continuo'.... " sai una volta arrivò un tale  che era caduto da cavallo ,in ospedale con una benda gessata con materiale super , sembrava fatta da un esperto, che doveva avere gli occhi di superman; senza una lastra aveva bloccato bene l'articolazione tutto in sede. Insomma davvero un lavoro ben fatto.   Il bello che era stato un tuo collega sul posto per curare il cavallo....."
Risposi  cercando di non dare alcun segno di emozione; mi girai verso il dr.  gli dissi solo "....... Eh si, credo che ci sottovalutino ".

Fioravante Patrone

Citazione da: Flavio - Ottobre 29, 2012, 06:24:10 AMPARENTESI
per i più' giovani
Negli anni 80 girava uno spot pubblicitario in cui in una scuderia c'era un cavallo in terra.  Si allertava il vet il quale arrivava col sidecar poco dopo, vestito come se fosse un modello ad una sfilata, si inginocchia  a fianco del cavallo , lo guarda un po' ,  una palpatina qui e la' , due pacche ed ohhhhp cavallo in piedi.
Facce sorridenti tutt'intorno  ed il finale era  vet , proprietario  seduti accanto ad un focolare a degustarsi l'amaro dal sapore vero....

Qualche mio collega , e qualcuno  era addirittura compagno di studi,  di Cremona decise che ne aveva piene le tasche  di questa immagine, e decise di far causa alla casa produttrice.  Forse per  buone entrature , forse per effettiva  realtà' della cosa , vinsero la causa, e da allora cessarono  le pubblicità' con l'amaro del veterinario.
Mi ricordo che la casa produttrice di amari aveva avuto dei problemi con i suoi spot e dovette fare dei cambiamenti. Ora ne apprendo i retroscena! Bello!!!

E' una caratteristica dei veterinari alzarsi presto? In particolare al lunedì...

Flavio

5 sassi

Fare esperienze all'estero comporta un cambiamento delle proprie abitudini. Al di la' della lingua  si deve imparare  ,  la diversa mentalità  ed entrare nell'ordine di idee della gente del posto. Abituarsi ad i loro punti di vista, ai loro ritmi , al loro humour ,  ed alle visioni che essi hanno dell'  Italia, che spesso manco sanno cosa sia se non per i comuni stereotipi.

Ho avuto , la fortuna da ragazzo di poter girare parecchio, e fondamentale è stato l'esperienza scolastica negli stati uniti. Certo arrivare a 16 anni dall'Italia, catapultato in una cittadina della provincia americana,  e' stato un certo shock, vissuto tuttavia molto piacevolmente. Si calcoli che allora , anni 70, non esisteva internet, ne fax , ne' cellulari, e comunicare con casa  era mooolto costoso. Ci si affidava alle vecchie e care lettere.

Quindi quando ebbi l'opportunità' a fine università di andare in Australia non me lo feci ripetere due volte. Forte  di alcuni amici di rugby , e della conoscenza dell'inglese, una maggiore' maturità',  ed il gioco fu fatto.
Ero a circa 16.000 km da  casa , cioè' un po' troppo lontano per tornare a casa nel week end ed un po' caro per farlo una volta al mese. La cosa tuttavia non mi pesava , pian piano , nel giro di uno  o due trimestri cominciai ad entrare nella mentalità locale e questo facilitò le cose. 

Esistevano i primi fax e questo semplificava le comunicazioni , l'ostacolo più' forte sembrava essere il fuso orario, avanti rispetto a noi di 10 ore d'inverno ed 8 ore d'estate. A Sydney esisteva anche un'edicola, di stampa italiana e non vedevo l'ora il giovedì' se riuscivo ed il sabato di andarmi a comprare un paio di giornali. Il posto era anche un punto d'incontro , ma a dire il vero frequentavo poco la comunità' italiana  visto anche che il mio lavoro mi portava ad essere spesso, fuori città'  e se in città' ero negli ippodromi. Insomma il centro lo vedevo la mattina verso le 6,30 e la sera al ritorno. In più' il poco tempo libero lo dedicavo al rugby.

Per ricordarmi casa , mi ero messo in valigia alcune cose , nessuna foto  o simili, ma alcune cassette, per poi scoprire  che esisteva a sydney  un canale radio in italiano.... avrei voluto una zolletta del mio giardino, ma sapevo che le leggi della dogana australiana erano ferree e se mi avessero trovato con un pezzo di terra di sicuro l'avrebbero  sequestrato ed io magari avrei passato  qualche guaio.
Abitavo allora vicino al lago d'Iseo, cosi la scelta cadde  su alcuni sassi di lago, abbastanza piccoli,insomma un sacchettino con forse 5-6 pietre di quel lago.  Mi seguirono, ma a dire il vero erano sempre in valigia.

La seconda clinica presso cui lavorai, trattava in pratica al 100 % con cavalli da corsa, e seguiva i cavalli preso le scuderie di tre ippodromi di Sydney. Il mercoledì' invece si andava fuori città' per andare dove i cavalli  infortunati stavan recuperando e si controllava come andava.

Il sabato se non ero di turno, lo dedicavo al rugby e la domenica spesso facevo un bel  niente.
Allora  usciva due volte alla settimana un giornale per gli italiani del posto. " La Fiamma " senza nessun riferimento politico sia chiaro, ed era per me una compagnia   leggere la cronaca locale  in italiano e le vicende della nostra comunità  che lì viveva.
Adesso  esce tutti i giorni, ma son anni che manco e per cui le cose potrebbero essere cambiate.

Comunque  un sabato di aprile  pioveva  che era un piacere , e la partita di rugby era stata rinviata.
Mi trovavo quindi verso mezzogiorno con un bel niente in prospettiva da fare , solo  pioggia. Dividevo in quel periodo la casa con una coinquilina con cui pero' non andavo molto d'accordo , ed infatti ben presto me ne andai ; ma insomma sembrava proprio un sabato di M... ed a ciò' si aggiunga che la le distanze erano abbastanza lunghe, niente cellulari, od almeno per pochissimi eletti. Che fare ???
Ok diamo uno sguardo al giornale.

Ero talmente sugli affari inutili che letti tutti gli articoli, non mi rimaneva altro che le ultime due pagine.... di cui la contro copertina era pubblicità e la penultima pagina gli annunci mortuari....
Allegria....
La curiosità' degli annunci mortuari era che indicavano per ogni persona il luogo d'origine in Italia.
Passai velocemente gli occhi,  dando poca o scarsissima importanza,  quando fra i cognomi lessi un cognome tipico delle mie zone , mi fermai , e   il dipartito veniva indicato come originario di un paese sponda bresciana del  lago d' Iseo..... Appppperò ...pensai  guarda qua..... uno   che viene da vicino a me....
Era indicato dove  si trovava e che il funerale sarebbe stato il giorno dopo.  Notai che  era forse a due km da dove abitavo, in pratica fuori dalla porta per un australiano.
Finì lì.  E chiusi il giornale.
Visto il completo essere sugli affari inutili, e che già' meditavo un cambio casa, decisi di fare un po' di ordine fra i miei bagagli.
Quindi  , giù' le due valige , sposta qui e la' , e..... saltan fuori i sassi del lago d'Iseo... Volevo in pratica disfarmene , visto che non soffrivo molto la nostalgia di casa.
MA.... fui quasi folgorato da un pensiero...non so come mi venne ..... a me ...In pratica mi venne idea di portare come ultimo omaggio a quel signore appena dipartito dei sassi del lago che lo vide nascere......
Senza nulla sapere chi fosse , cosa facesse , senza conoscere qualcuno dei suoi,  in 15 minuti mi trovai in auto direzione quell'indirizzo riportato dalla " Fiamma ".
Il sobborgo di Burwood a Sydney  allora non era certo uno dei quartieri alti, abbastanza popolare, ma non certo pericoloso, mi ricordavo d un negozio che vendeva dischi italiani.

Arrivo  faccio un attimo fatica a trovare la casa, quando la trovo , scopro che e' un servizio di onoranze funebri, e lì si trovava la salma.
Scendo e cerco di darmi un tono,  entro ed infatti trovo l'avviso che  e' " presente  " nella stanza  1
il compianto etc...  Beh di stanze ne vedo una solo ed un piccolo gruppetto di forse 6 -7 persone...

Entro .....tutti mi guardano  come  dire " chi e' costui ?? " L'imbarazzo in me è notevole... Ma ormai ero li'. Sentii un'emozione montare dentro di me,  ed estrassi dal giubbino il sacchetto con i sassi.
Mi avvicino' un tale, il figlio,  e mi disse  in inglese , grazie per essere venuto....Ok dissi io, in inglese,  guardi io non sono nessuno, ho giusto letto sul giornale che.... sapete, io vengo da 7 km da dove lui e' nato...  a quel punto l'imbarazzo si ruppe,  e tutti diventarono curiosi, mi si avvicinarono, e stavo per continuare,,quando  in un italiano  stentato, nel senso che era molto più' un dialetto, il MIO dialetto, d'origine, mi disse una signora " ma lei e' italiano "... non so come ma risposi  in Italiano forzando la cadenza BS   " si,  son di vicino ad  Iseo ".
Continuai in Italiano,  e dissi che quei sassi eran de lago  e me li ero portati  quando ero venuto in Australia come ricordo di casa.  Ma avendo letto sul giornale che uno del lago se ne era andato avevo pensato che o forse sarebbe stato bello se nella bara con lui ci fosse stato anche un pezzo della sua terra lontana. Quei sassi del lago erano per lui.
La commozione prese tutti , a dire il vero  anche me un po' . La cosa venne apprezzata, a dir poco.
In  tre minuti ero diventato uno di loro,  un amico , un fratello , un figlio, un nipote.
Ci scambiammo i numeri di telefono,  e ci sentimmo ,pero' a dire il vero, solo nel corso di alcuni eventi di feste dei " lombardi di Sydney ",  sebbene con molto piacere, ma le occasioni furono poche.


Passarono mesi, gli anni, tornai in Italia.
L'episodio finì nei ricordi e non ebbi modo di ricordarlo ad alcuno. Faceva parte del passato.
Mi trovai un giorno  una chiamata per un cavallo presso un agricoltore. UN cavallo di scarso o valore economico, tenuto più' per compagnia che per altro. Tossiva un po' troppo e mi contattarono.
Il caso da esaminare  si trovava a non piu' di 6-7km dal paese dove attualmente risiedo, a cavallo tra le provincie di BS e BG, dal Lago di una volta son circa 15 km.
Arrivo e visito il cavallo. Eran circa le 6 di sera di un maggio di qualche anno fa. Finito il tutto mi invitano in casa loro per  bere qualcosa, ed apprezzo la gentilezza.

Mentre discorriamo del piu' e del meno, fra le altre cose  mi chiedono di dove sono , e spiego che sto  li' , a circa 7 km  ,  ma non son  del paese, e quasi ridendo , dico sapete ..prima ero in Australia.
La moglie, una sulla settantina e forse più'  si alza dal tavolo, e si allontana un attimo ed io continuo nelle mie logorroiche spiegazioni al marito senza fare tanto caso al fatto che lei si sia allontanata.
Circa un minuto dopo ritorna.... si risiede ed ha qualcosa in mano... la porge verso di me , e riconosco una foto  di quelle   che si fanno quando uno  ci lascia,  con data di nascita e di morte ed il nome  e di solito requiem o R.I.P o simili.
P-A.  Iseo 1908  -Sydney 1989
Mi assale un fremito ... e dico ...ma certo..... mi ricordo.....  la signora  mi interrompe  .... " Non me lo dica.... Lei è il veterinario dei sassi ....... P.A. Era mio fratello ....."

"Si signora "risposi, " Son proprio il veterinario dei sassi ". Sapeva tutto,  e di quanto a lei ed a tutti i suoi  qui e la', la cosa avesse fatto piacere .
Mi volle abbracciare , e finalmente poteva scrivere o dire o non so cosa ai suoi che mi avevan ritrovato. Un figlio venne l'anno successivo e mi volle incontrare, ricordandomi ancora di come la cosa li avesse colpiti.

Non ho più' notizie di loro dall'Australia, ma non importa, credo che mi ricordino come io ricordo loro. Il cavallo qui vicino ci ha lascito pure lui qualche anno dopo  a 28 anni...

Se penso che il tutto e' nato  da una schifosa giornata di pioggia con partita rinviata, e dall'aver un bel niente da fare dal ridurmi dalla disperazione sia a leggere gli annunci di mortuari ( obituaries in inglese )   sia , e questo era una vera rarità, a  riordinare le mie cose , .... appunto nacque  una cosa che ancora oggi dopo più' di 20 anni  fa parte dei miei ricordi più' vivi, se si può' usare questo aggettivo.  Un'emozione intensa quando la ricordo ..Anche se con il mio lavoro , alla fine, ha ben poca attinenza.
...  Ma guarda 5 sassi cosa posson fare..


madamen67

Questa dei 5 sassi è una delle più belle cose che ho letto finora tra i tuoi racconti...hai avuto una vita davvero piena anche di questi momenti intensi e di coincidenze straordinarie, un "bagaglio" davvero da invidiare anche se non è proprio la parola giusta!
Non invidiate. Applaudite e poi fate di meglio

Shanna

ha quasi commosso anche a me... Chissà, il fato o il destino ti avran fatto leggere proprio quell'annuncio e scatenare questa serie di eventi?

Flavio

Pennuto che non si alza

Mi  son laureato in Dicembre  e negli immediati mesi successivi , prima ancora di dedicarmi anima e corpo agli equini passai alcuni mesi   affiancando un veterinario di bovini e nel contempo  trovavo anche il tempo di frequentare allevamenti di suini, sebbene l'idea dei cavalli prendesse piano  piano consistenza.

Dopo 3 mesi mi trovai ad affrontare l'esame di stato. In pratica l'ultima prova da studente. Non fu difficile ma nemmeno facile, e forse lo presi troppo  sotto gamba. Fatto sta che appena finito  provai una sensazione di vuoto .... " eee adessooo ??? "..Piano piano cercai di organizzare quello che sarebbe diventato il mio mestiere.

Abitavo allora  ,da poco, in  un paese di 800 abitanti , piena zona di produzione del  franciacorta , in cui ci si conosceva tutti . Per quanto cercassi di essere schivo  la voce di un nuovo veterinario si sparse velocemente.
Nella mia mente comunque c'era già l'idea di andarmene all'estero e mi curavo più di guardarmi  dove finire, che  cosa fare vicino a casa.

Una domenica mattina di  giugno, comunque, mi suona il telefono, di casa, i cellulari non esistevano ancora.
Abitavo da solo,  ed avrebbe potuto essere chiunque, amici , parenti , altro.
Dall'altro capo una voce femminile che si esprimeva in un italiano correttissimo, domandò del veterinario.
Subito pensai ad uno scherzo, la massa dei clienti di solito  non aveva una simile proprietà di linguaggio, "villici vulgari ", e feci finta di starci.
Facendo un attimo il cascamorto  prosegui , mi dica , mi dica...
La signora mi disse che  aveva un problema con il suo merlo.
" Ma va ?! " replicai... Forse anche in altre zone ,  ma da quelle parti   era una frase che si prestava a molti ( certi ) doppi sensi...... pensai subito ad una mia compagna di liceo molto burlona ,  la quale  spesso accompagnava il suo moroso  che era un medico , e non di rado guardia medica del fine settimana  nel paese dove risiedevo .
La  " signora " proseguì , affermando  che  " il suo merlo non si alzava ".
Alèèèèèèè
Stavo per esplodere e rispondere per le rime , ma non so come  e perché le chiesi i sintomi.

Cominciò a descrivermi una gabbia, e che appena sveglia aveva notato il pennuto sdraiato sul fondo etc..etc..
Capii che davvero si stava riferendo ad un volatile domestico.  Cercai di essere un attimo professionale, ma in realtà cercavo di mascherare una completa ignoranza in materia.   Lei pero' mi lanciò una specie di salvagente scusandosi perché era domenica e che sicuramente io ero pieno di impegni ( zero....). La rinfrancai   assicurandole che in un paio d'ore sarei andato da loro . La distanza era di forse 2 km, e ci salutammo.

Bell'esordio..... la mia prima chiamata da vero vet senza che nessuno intercedesse per me... certo ero già' andato altre  volte ma sempre per  indisponibilità' di qualcun altro. Ossia cercavano  il capo , questo non poteva e mandava me. Questa volta no. Cercavano me e me volevano. Ma per un merlo, un Turdus Merula.

Cercai fra i miei libri universitari.... patologia aviare .... il merk veterinary manual.... e per circa un'ora e mezza  cercai di raccattare più' informazioni possibili. Mi sembrava quelle volte in cui  prima di un esame si stava fuori dall'aula ripassando  la materia , come se in 30 minuti si riuscisse a ripassare un esame intero...

Non sapevo davvero come girarmi. Comunque partii.  Cerco di raccattare uno stetoscopio, guanti, piccole siringhe, e poco altro. Arrivo in questa casa e trovo una  villa del 700 con affreschi etc.. Una villa davvero signorile , con tanto e tanto di giardino.
Suono e si apre il cancello carraio.
Entro e mi  viene incontro una signora sui 45 anni, molto distinta . Ed io che pensavo ad una burlona con il merlo che non si alzava...
Quasi stupita e come scusandosi , mi avvicina e con quasi gioia mi annuncia che adesso il merlo vola....
Questa volta non penso nemmeno ad uno scherzo o doppio senso,  e chiesi se potessi comunque vederlo.
Arriviamo alla gabbia  ed il merlo...era una merla... In questa specie infatti esiste un discreto dimorfismo sessuale. Il merlo maschio e' scuro col becco giallo , mentre la femmina e' decisamente dal piumaggio più' grigio ed il becco scuro.
Saltava qua e là per la gabbia. Mi accorsi anche del perché non si alzasse prima: nel bel mezzo di un simil nido fatto da cotone e semi  sgusciati si vedeva un bell'ovetto appena deposto.
Spiegai alla signora del perché. Lei vide l'ovetto e rimase attonita ; riuscì solo a dire , stupendosi  " ..ma è azzurro....."  Era infatti ignara che le merle depongono uova azzurrine.  Chiarii  pure  questo punto.
Ai suoi occhi ero davvero un esperto ornitologo. Poco contava il fatto che l'aver vissuto in campagna  con merli che nidificavano nelle siepi avesse contato più' dei libri di testo.

Mentre mi riaccompagnava alla mia auto, io diedi fondo alle poche nozioni  che nelle due ore precedenti mi ero fatto .  Lei sembrava davvero stupita ed alla fine mi congedo'  con un  " son così felice , se avessi bisogno so che lei  è qua vicino....". Io al contrario incrociavo dita ed il resto  sperando di non aver mai più una  chiamata del genere.

Col tempo entrai in contatto anche con un collega che si occupa di  canarini ed uccelli  in genere, intendo non quelli da reddito come possono essere oche , polli, tacchini e faraone. Gli raccontai quella del " merlo che non si alza ",  e si divertì parecchio . Mi disse che lui , pur occupandosi da anni ed anni di pennuti una chiamata con sintomo simile non l'aveva mai avuta.

Non raccontai molto in giro quello che  mi accade quella lontana domenica mattina.  Non so quanti mi avrebbero creduto.   Insomma mettetevi nei panni di uno  di 28 anni ,che abitava da solo, abbastanza godereccio che racconta agli amici... sapete , domenica  mi ha chiamato una che aveva il merlo che non si alzava.... Non so quanti avrebbero creduto che  fosse stata davvero una chiamata di lavoro...

Negli anni successivi  ad eccezione di alcuni struzzi di un vicino di casa, non son mai più' stato contattato per specie avicole.

DivinityOfDarkness

Quella tizia sarebbe potuta benissimo essere..me. Eccezion fatta per l'età, la villa, laria distinta, la proprietà di linguaggio, gli affreschi e il tanto e tanto di giardino  :firuu:.

Perchè qualche mese fa noto che il Peppo (all'anagrafe è Mario, ma per gli amici 'Il Peppo' o 'Il Pep') se ne stava in un angolino della gabbia, tutto acquattato in un angolo diverso dal solito. Spessissimo, infatti, se ne stava sul fondo della gabbia nell'angolo più vicino al mio letto e, approfittando del fatto che la vaschetta fosse trasparente, si metteva lì e mi guardava, bussava col beccone.

E invece se ne stava nell'angolo opposto, tutto schiacciato sul fondo, roba che se mi avvicinavo mi attaccava (e v'assicuro che non è piacevole, fa piuttosto male!!). Non volava, noin saltava sull'altalena, non andava a mangiare.

Insomma, che si scopre? Che il Peppo..era ovaiolo.
Chiamo la vet "Buonasera..sì salve...ha presente il Peppo? Beh no ecco, è una Peppa" ..poi le chiedo se è il caso di lasciarle le uova o di levarle, mi fa le congratulazioni..io comprai pure dei confetti rosa  :icon_pidu:"...

Fece 2 uova, le covava (male, perchè ci stava accanto, NON sopra), io gli...le  versavo i semini per terra e lui mangiava. Poi un giorno si stufò di covarle e via, riprese la vita normale.
Rifece un paio di uova un mesetto dopo, ma ci giocava allegramente a calcio.

Ed eccovi...la Peppa, sul mio polso destro.



Al contrario dei merli comuni, in cui il dimorfismo sessuale è lampante per chiunque non sia fortemente daltonico  :chewyhorse: , la Peppa è un Agapornis Fischeri (in questo caso è una mutazione viola, ma non c'entra col sesso) razza in cui il dimorfismo sessuale è assente. Infatti si verifica il sesso con endoscopia o tramite esame del sangue, ma noi d'ufficio le assegnammo il sesso maschile..ora non c'è dubbio alcuno...è proprio una Peppa
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

DivinityOfDarkness

#114
Citazione da: Flavio - Ottobre 29, 2012, 06:24:10 AM
PARENTESI
per i più' giovani
Negli anni 80 girava uno spot pubblicitario in cui in una scuderia c'era un cavallo in terra.  Si allertava il vet il quale arrivava col sidecar poco dopo, vestito come se fosse un modello ad una sfilata, si inginocchia  a fianco del cavallo , lo guarda un po' ,  una palpatina qui e la' , due pacche ed ohhhhp cavallo in piedi.
Facce sorridenti tutt'intorno  ed il finale era  vet , proprietario  seduti accanto ad un focolare a degustarsi l'amaro dal sapore vero....

Qualche mio collega , e qualcuno  era addirittura compagno di studi,  di Cremona decise che ne aveva piene le tasche  di questa immagine, e decise di far causa alla casa produttrice.  Forse per  buone entrature , forse per effettiva  realtà' della cosa , vinsero la causa, e da allora cessarono  le pubblicità' con l'amaro del veterinario.
A cascata questa neosocieta' culturale di vet  ebbe un impulso di iscrizioni, forse più' per curiosità'  che per altro , , ma seppero raccogliere  la palla al balzo e nacque la più' grande società' culturale  veterinaria italiana  che poi si diramo' nelle diverse branche delle specialità, dapprima di piccoli animali , ma in seguito anche di cavalli ed animali da reddito ed esotici.

Eccolo!!!!

https://www.youtube.com/watch?v=lGV8PjSWnM0


Invece io mi ricordavo dello spot più recente, quello del puledro giù nel burrone... perlomeno non c'erano vet maghi

https://www.youtube.com/watch?v=RPmepM8XCCo

Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

Flavio

wow  grazie per  il link alla pubblicità anni 80 !
erano decenni hce non la vedevo.

Complimenti tuttavia al tipo che l'ha ideata, a distanza di 25 anni non son pochi a chiedemi ancora se bevo l'amaro   " del veterinario "....
Ha fatto una grande pubblicita' alla categoria.
arma a doppio taglio, molti bambini di allora decisero di voler fare il vet...quindi  moti vet ( di allora ) temerono un grande aumento di colleghi in arrivo e di dover dividere la torta ( quale poi ?? ) in troppe fette. Ed altri si sentirono  denigrati e messi allo stesso livello di stregoni .
da qui si passo' alle vie legali e vinsero la causa e la montenegro dovette rinunciare agli spot col vet.
A distanza di anni  non ho ancora capito se fosse il caso ose non fosse il caso  di rinunciare  a quegli spot.
E' vero in effetti che la figura veniva vista un po' come uno sciamano , ma ci ha fatto anche conoscere che esistiamo.

Flavio

Flavio

Sutura super


Quando si raccontano proprie esperienze ad altre persone spesso si tende un attimo, od anche due attimi ad enfatizzare .  Se si racconta di essersi trovati in auto in una lunga coda in autostrada , invece di 4 km , magari si dice di essere stati per ore in attesa con 10 km di colonna.  Se faceva freddo a +3 gradi ,  il racconto fa scendere la temperatura di qualche grado. Questo per attirare inconsciamente l'attenzione su chi racconta, e il narratore vuole evidenziare come sia stato in grado di superare non semplici difficoltà' per ostentare il suo ( per lui ) forte ego.

Ricordo che alla fine del militare  incontrai sul treno del ritorno altri congedanti .. sembravano avessero fatto due anni in Iraq a sentir loro. In realtà' null'altro era che un semplice servizio in qualche  caserma italiana del nord est dove al massimo si era fatto un campo estivo.

Questo preambolo non per enfatizzare quello che sto per scrivere ; ci son casi mooolto più' complessi con cui  ho avuto a che fare, ma da un punto di vista spettacolare e' forse uno di quelli che ricordo in maniera più' viva. La buona riuscita del caso , inoltre me lo fa tenere fra i migliori ricordi.

Antefatto: sono sempre stato un tipo " amante"  degli infortuni. A 13 anni avevo già' collezionato  tre fratture di tibie varie, un femore, un metatarso due peroni, qual che sutura  nelle varie parti del corpo. La mia povera madre era davvero disperata. E per non smentirmi intrapresi a giocare a rugby, appunto : la convinse un amico di famiglia, sostenendo che avrei potuto incanalare la mia esuberanza in uno sport un attimo selvaggio che pero' era pieno di regole ferree e comportava una certa forma educativa. Infatti era insegnato nei migliori colleges inglesi e di alto rango un po' dovunque. I miei ci credevano poco , ma i fatti diedero ragione all'amico..
Morale infortuni, botte , tagli etc.. divennero parte un po' della mia routine.
All'università  passai il periodo della tesi fra  il macello di Parma ed il reparto di autopsie e di nuovo tagli  ferite , squarci etc..  un'infinità di suture sui cadaveri da ricomporre.
Al mio arrivo in Australia affianco il vet chirurgo della clinica. Oltre interventi di elezione, cioè'  su appuntamenti, artroscopie,  o deviazione di arti,castrazioni etc.. mi trovai  anche casi   che non avrei mai creduto esistessero.  Un giorno si presenti' un cavallo trafitto nel collo da una specie di lancia..... ed arrivo' con la lancia ancora conficcata dentro......
Ho visto sarcomi grandi come  piccoli tronchi , che abbiamo asportato con coltelli da macellaio , ma davvero, e ricordo un'asportazione di un ovaia grossa come un'anguria, 18 km di peso, che dovetti tenere sollevata mentre sotto legavano i vai sanguigni prima dell'asportazione. Ricordo ancora la faticaccia e non potevo mollare...
Insomma ne ho viste davvero di ogni.
Veniamo al caso .
Giorno feriale di giugno di molti anni fa, forse 20.
son circa le 18 e son a casa da poco. Primi calori estivi: nel residence dove abitavo c'era la piscina ed un gruppo di ragazzi davvero piacevole. Abitavo da solo, e passare qualche momento in piscina in compagnia era  gradevole, magari ci scappava  la pizzata insieme.
Ma ecco che squilla il cellulare uno dei primi usciti , pesava 1,5 kg e si riceveva male. Per parlare , non so come, dovevo salire in piedi sulla sedia .
All'altro capo un cliente mi chiama concitato pregandomi di correre perché' era successo un brutto guaio.
Addio piscina.  Si trattava solo di 8 km  e conoscevo bene il tipo. Non era uno sprovveduto in materia.  In 5 minuti parto.

Si trattava di un maneggino privato,qualche cavallo , un buon campo scoperto e qualche box ben riparato.
All'arrivo mi trovo davanti 4 o 5 persone  con facce stralunate. Vedo un cavallo in piedi, con uno squarcio nel petto notevole.
Rendo l'idea : il cavallo correva  credo nel paddock o nel campo e galoppava.
Probabilmente i suoi freni erano un attimo in cattive condizioni e calcolando male le distanze per una frenata , un palo di un ponteggio si era infilato nel suo muscolo pettorale per circa 60-70 cm.
Iniziando dalla punta dello sterno era proseguito per appunto  tutti quei cm  sezionando il muscolo e creando un lembo che  cadeva di lato .
Insomma e' come se una lama avesse tagliato per una profondità' di 20 cm e per una lunghezza di 60  70 cm il pettorale. Le costole sotto erano bene evidenti.. Alla fine le dimensioni erano  70 cm , largo una ventina e fondo una ventina di cm, con lembo che penzolava appunto per 20 cm .
Da vedere era davvero orribile, ma nella sfortuna era solo uno squarcio muscolare . Nessun organo leso. Nessuna articolazione interessata. Nessun vaso  arterioso di grosso calibro che perdesse  alla grande.
Quindi ,alla luce del mio passato, non mi impressionai più' di tanto. Ma di certo ci voleva un grande stomaco.
Decido di passare all'azione. Torno verso la macchina, quando il tipo che mi aveva chiamato mi avvicina. Non era il proprietario, ma gestiva le cose al maneggino. Mi disse "  Oh " , anzi " oohhh" con l'accento  tipico locale dove si allungano le ultime ," guardami negli occhiiiii ! "  Io rimasi un attimo sorpreso vedendolo cosi' agitato . Lo conoscevo bene, era ed è un esperto di cavalli. Mai l'avevo visto cosi' preoccupato. " Mambri..è un caso che ne vale la pena  perché' altrimenti ......"  Io forse incoscientemente , risposi con un  " si può' fare , sarà' un po' lunga, ma ne vale la pena...." Forse di quei 4 o 5 o 6 presenti fu l'unico a darmi un briciolo di fiducia. Gli sguardi degli altri  la dicevano ben diversamente.
In effetti  vedersi uno squarcio del genere ed un lembo che penzolava per 20 cm e lungo 60  era quasi da shock. A completare il quadro la pelle del cavallo si era scuoiata ben oltre il margine della ferita.
Fortunatamente in auto tenevo sempre una buona scorta di  materiale  . Ma in questo caso ne occorreva davvero una dose industriale.

Comincio  l'appello : soluzioni di fisiologica per lavare  la zona ; disinfettante 1 per insaponare e lavaggio sommario ; di nuovo fisiologica ; acqua ossigenata  a litri ; di nuovo fisiologica ; disinfettante 2 ; alcool ;  ciclo da ripetere de o tre volte e durante la sutura.
Sedativo , ok . Flaconi di anestetico  locale, più' di ogni altra molecola avrebbe giocato un ruolo chiave dato il numero esorbitante di punti di sutura che sarebbero stati necessari. Ok spero basti.
Vaschetta per strumenti chirurgici e relativo disinfettante , OK.
Fili di sutura.....   ce ne volevano  un numero esagerato.
Garze , cotone, in abbondanza. Rasoi per tricotomia , levare tutto quel pelaccio dai margini  della ferita non si prospettava una cosa  di breve durata.
Il positivo in questo , oltre che si trattava  " solo " un uno squarcio muscolare  era che  innanzitutto era di fronte al cavallo e non dietro, e la posizione era a mezza altezza. La mia schiena altrimenti non so se avrebbe retto. Il cavallo inoltre sembrava tranquillo.
Avrei lavorato molto stando in ginocchio, quindi mi feci passare un paio di cuscini  che servissero al caso.
Il resto l'avrei deciso punto per punto.
Ore 19.00 circa inizio a lavorare.
Prima dose di sedativo. Non esagerata. Pensai che fosse meglio invece di una dose bomba, di aggiungere  un po' alla volta non appena il cavallo desse segni di agitazione.  Dopo due minuti inserisco una flebo in vena. Mi avrebbe facilitato le cose, nella somministrazione dei sedativi e degli altri farmaci: qualsiasi astante infatti sarebbe stato in grado di infilare l'ago delle siringhe nel manicotto in gomma del deflussore senza inoltre disturbare il cavallo.
Si parte col primo grossolano lavaggio; acqua con disinfettante tensioattivo , arrivo un po' dappertutto e riesco a farmi un certa idea della reale dimensione del danno. Dall'inizio del pettorale alla fine in pratica era la lunghezza del mio braccio; più' largo della mi  spanna, profondo  quasi una mia spanna.
Sentivo distintamente  la mia mano toccare la parte esterna delle costole. Per fortuna nessun danno ai muscoli intercostali e nessuna " fessura " che entrasse in cavità toracica.
Riparto con disinfettanti  e nel mentre  che  aspetto l'effetto, comincio a rasare il pelo.  Beh, capii che se non fossi funzionato come vet, non  avrei potuto comunque fare il barbiere. Non so quante lame " usa e getta" mi occorsero. In contemporanea dovevo iniettare anestesia locale nelle zone dove avrei suturato. Ma con attenzione . La pelle sarebbe stata l'ultima cosa , e quando ci sarei arrivato , era probabile che sarebbe già' esaurito l'effetto del farmaco. Comunque non mi risparmiai.
Questa toelettatura  e preparazione del campo duro' molto, e mi venivano in mente le parole del mio prof. Di  medicina operatoria dell'università' e di quanto insistesse sul fatto di non elemosinare sui disinfettanti.
Non mi rendevo conto ,ma la luce  cominciava a diminuire, per fortuna  mi vennero in soccorso con un faretto. La sede  del tutto era nel corridoio fra i box del maneggio.
Il primo passaggio della sutura fu cercare di ancorare il lembo che debordava ai muscoli intercostali. Per l'uopo era necessario un ago simil scimitarra ed un filo piuttosto spesso. Sarebbe stata una sutura di ancoraggio su cui dopo avrei lavorato con altre suture. Insomma avrebbero tenuto la posizione.
Il cavallo rimaneva tranquillo nonostante mi muovessi fra le sue gambe anteriori.  Aggancia , buca, tira ,  ribuca , ritira e riaggancia. Il lembo pendulo  piano piano cominciava ad aderire agli intercostali ed alla fine  il muscolo sembrava quasi avere solo un taglione , ma i margini erano ancora distati due o tre cm.
In quel momento accadde forse la cosa  che molto contribuì alla buon esito :  mi portarono uno sgabellino  come quello che usavano i mungitori. Potevo sedermi e lavorare con comodo.

La parte successiva prevedeva un a sutura un po' più forte per avvicinare e consolidare fra di loro i lembi muscolari. Si trattava di una sutura a due livelli se non tre , ma ne bastarono due. Mi spiego visto che lo spesso del muscolo era di circa 5 cm se non di più' , un solo piano non sarebbe bastato bisognava suturare  su due livelli. Il primo, quello più' profondo  prevedeva ancora l'ago scimitarra  ed un filo spesso. Sutura continua. Infilo l'agone in fondo nello spessore del muscolo e lo ancoro con un nodo.,poi zac nell'altro lembo e tiro. Così per alcune volte ed i lembi cominciano se non proprio a combaciare  di certo si avvicinano per bene. Il secondo piano di sutura, quello più' in superficie, lo do' a punti staccati.  Sempre il grande ago ed il grande filo riassorbibile. Procede bene.
Son circa le 22 quando la sutura del muscolo finisce.
Siamo rimasti in 3 , e  capisco che si è già un po' più ottimisti.
Siamo al sottocute . Cambiano le dimensioni si a degli aghi che del filo. Più piccoli.  Mi accorgo pero' che suturare  tutta quella parte squoiata diventa un'impresa, non tanto tecnicamente , ma di una durata infinita.

Inoltre e, questo mi preoccupava più di tutto, non sapevo certo se lacute  sarebbe rimasta integra. Era come riappiccicare una carta da tappezzeria su una superficie non certo liscia. Comincio come  i sacri testi descrivono, cioe' ago nello spessore della pelle e  l'altro aggancio nel sottocute..... dopo 4 o 5 punti mi accorgo che ci impiegherei troppe ore  facendo una maglia fitta . Impossibile.
Decido, Ok , vado in sutura buco da parte a parte la pelle , ne metto più' che posso e spero che il resto faccia adesione confidando che la pelle si riattacchi.
Riesco a velocizzare la cosa , ma non di molto. Il ragionamento  era che la pelle di certo comunque avrebbe opposto una forte barriera contro le contaminazioni ambientali ed intano sotto si sarebbe riorganizzato.
Via a chiudere. Avevo proprio l'impressione di essere come un tappezziere che rivestiva una poltrona nei minimi dettagli.
Il cavallo sulla cute cominciava ad essere sensibile e quindi altro anestetico locale. Comunque riuscivo a gestire la situazione.
Alla fine il tutto era ricucito . I commenti dei due che erano sopravvissuti  vicino a me erano di entusiasmo. Copertura antibiotica ed antinfiammatoria ; assicurato che fosse  vaccinato .Ripulito il tutto, e cominciavo a metter via le mie cose.
Sarei passato  comunque i giorni successivi a vedere gli sviluppi.
Non era male , faceva un attimo impressione nella zona del petto vedere tutti quei punti come se davvero fosse passato un tappezziere con la graffettatrice.
Non che i punti fossero di metallo , che per altro esistono, erano  con filo riassorbibile,ma l'effetto, appunto,  era quello.

Salgo in auto e  vado verso casa. Accendo la radio  , stavano trasmettendo il radiogiornale della mezzanotte... Calcolo che erano state più di 5 ore di suture.....
Cercai di ricordarmi quanti punti avessi messo, ma smisi di cercare di rammentare il numero quando giunsi sui 360. Forse 400 o 450 o 500..

Nei giorni successivi, la cosa andò bene ; come previsto la pelle degenero' e sembrava  fosse avvolto in zona da una specie di membrana di tamburo. Ma fece il suo dovere. Protesse la parte sottostante che intanto  si rigenerava. Dopo qualche settimana il cavallo era in pratica uguale a prima.

Passarono atri tre mesi e si giunse a fine estate e....... telefonata per una sutura in un altro maneggio.
Giunsi la' e mi ritrovo lo stesso cavallo.  Stralunai.
Altro squarcio , ma di misura "minore " sul fianco e sul collo, forse un centinaio di punti.. Me la cavai in due ore.

Ma a quel punto consigliai davvero di farlo vedere da un vet oculista. Probabilmente non ci vedeva bene e calcolava male  i tempi dei arresto . Lo fecero guarire  e poi ,credo, sia stato venduto. Da allora solo vaghe notizie  per un po' di tempo , poi più' nulla.

Mi son capitati molti casi in tanti anni, ma 6  ore o giù' di li' di sutura mai più'.

Avevo una pizza surgelata in casa quella sera per cena di ( oltre ) mezzanotte . Una volta riscaldata la mangiai selvaticamente solo con le mani.  Affettarla col coltello  con una mano e con l'altra di infilare la fetta sulla forchetta  mi veniva male . Ripetevo  gestualità' di una sutura. Meglio fu  usare le mani.


DivinityOfDarkness

Citazione da: Flavio - Gennaio 02, 2013, 05:24:57 PM
Ma a quel punto consigliai davvero di farlo vedere da un vet oculista.

Ommioddio, stavo davvero per mettermi a ridere quando ho letto questa frase, dopo molte righe di descrizione di una scena che, sicuramente, sarà stata molto splatter.

In pratica, per i profani, la prima cucitura la hai fatta dentro il corpo del cavallo, on le mani immerse nella sua carne fino ai polsi, poi hai fatto un'altra cucitura più superficiale per riappiccicare la parte destra e la parte sinistra del cavallo..e poi, su tutto questo, hai riappiccicato la pelle penzolante e sbrindellata e che, all'inizio, hai depilato con cura?
Il tutto fatto con cavallo in piedi e tu con la tua faccia all'altezza del suo petto, roba che, se rampava, dovevano suturare pure te?  :horse-scared:
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

Flavio

beh,era sedato . Se avesse creato problemi finiva in clinica. Ripeto Lo squarcio a prima vista era impressonante,ma nella sf**a era solo muscolo .
Certo 5 ore e rotti di suture.....

Poi 3 o 4 mesi dipo si ridistrugge o quasi... probabilmente era presbite  o con qualche difetto visivo.

F.
 

Flavio

ah  tecnicamente

ho ancorato il lembo al " soffitto" per ancorare.
Poi  con i  due mgini una volta piu' vicini e sullo stesso  piano , una sutura  continua inella parte profonda. Partivo  dalla terminazione caudale dello sterno , e suturavo venendo verso la parte craniale dello stesso.  Non mi ricordo se ho fatto due o tre piani di sutura perche era muscolo  , pettoralemolto spesso.
Rinsaldato il muscolo c'era la pelle che lo ricopriva che si era squiata per un bel pezzo. rattopparla e' stata un'impresa di pazienza ...

ciao
f