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Uso della briglia

Aperto da Col. Paolo Angioni, Maggio 18, 2012, 01:07:06 AM

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Col. Paolo Angioni

Prima di tutto: la briglia (morso e filetto) va usata con cavalli che abbiano già fatto la bocca con il filetto, che rispondano bene alle sue azioni, che abbiano un'incollatura tesa (non molle, non incappucciata). La regola dell'equitazione classica vuole che i cavalli cui viene messa la briglia cedano già, con il semplice filetto, con la bocca e con la nuca. Poi vedremo quel che si potrà fare secondo quanto vorrà ottenere dalla briglia.

Poi: la briglia va aggiustata bene nella bocca e specialmente il cannone del morso deve essere della misura giusta (non uscire troppo dai due lati dalla bocca e neppure comprimere le commessure delle labbra. Deve avere una buona libertà di lingua per non comprimerla, non troppo alta per non premere sulla volta del palato che, in non pochi cavalli, può essere bassa e molto bassa. E' bene controllare introducendo un dito e sentendo la volta.

Il filetto, sottile (circa 1 cm e anche meno allo snodo), è a contatto della commessura delle labbra, senza tirarle verso l'alto (senza fare pieghe). Il cannone del morso deve appoggiare sulle barre a circa 2 cm degli scaglioni inferiori nei cavalli e nelle femmine scaglionate, a circa 4 cm dai cantoni nelle femmine non scaglionate. L'estremità superiore delle stanghette (aste superiori) non deve comprimere, neppure toccare le guance.

Il barbozzale, fatto di maglie piuttosto grandi (circa 1.5 cm di diametro) e fitte, dev'essere ruotato completamente in senso orario in modo che le maglie si presentino tutte di piatto e dev'essere agganciato all'uncino introducendovi prima la parte bassa della maglia scelta. Deve essere aggiustato in modo che le aste del morso facciano un angolo di 45° con i montanti della briglia quando le redini sono tese (non tirate). Il barbozzale, per rendere la sua pressione sulla barbozza più dolce, può essere ricoperto da un rivestimento di gomma morbida.

Il barbozzale può essere completato da un falso barbozzale. E' una cinghietta in cuoio fissata negli anellini delle aste inferiori del morso. Passa nell'anello centrale del barbozzale. Impedisce al cavallo di prendere le aste inferiori tra le labbra.

Il morso fa azione sulle barre e prende, in parte, la sua potenza nell'appoggio del barbozzale sulla barbozza. Il filetto agisce direttamente sulla commessura delle labbra. Il filetto è innalzatore. Il morso abbassatore. Ricordare questo importante particolare.

La potenza della briglia, in particolare del morso, dipende dalla differenza di lunghezza tra le aste superiori e quelle inferiori. La lunghezza delle aste superiori si calcola misurando la distanza tra cannone e punto di attacco del barbozzale. Tanto maggiore è la differenza, tanto è più potente il morso.

La briglia permette al cavaliere di produrre un effetto più forte con minore sforzo delle mani. E' quindi un'imboccatura che va usata con finezza.

E' bene, per rendersi conto degli effetti e valutare la sensibilità del cavallo che si monta, condurre il cavallo prima con le redini del solo filetto, poi del solo morso.

Fin qui è tutto chiaro e semplice, perché riguarda la descrizione della bardatura e dell'aggiustamento.

Qual è la tenuta classica e più usata della briglia? Le redini del filetto escono dal pugno sotto il dito mignolo. Le redini del morso tra l'anulare e il medio. L'una sull'altra passano sotto il pollice ben disteso che le tiene sulla seconda-terza falange del dito indice. Le redini del filetto sono tese il minimo indispensabile per sentire la bocca. Le redini del morso sono più lente. L'avanzo delle quattro redini cade sulla spalla destra del cavallo passando sotto le redini destre. Non esiste una tenuta obbligatoria. Anche nelle presentazioni nel rettangolo non è prescritta una particolare tenuta. Quella classica è la più usata.

Il meccanismo di funzionamento è il seguente: quando si agisce con il filetto, che tende più o meno verso l'alto la commessura delle labbra, se il cavallo non risponde e il cavaliere rafforza l'azione, automaticamente entra in funzione il morso, perché le sue aste ruotano indietro e tendono il barbozzale. Questo è l'automatismo. Se il cavaliere ruota i polsi verso l'alto, allenta le redini del filetto e fa entrare in funzione le redini del morso. Sono variazioni minime di tensione (pressione sulla bocca: commessura, barre, lingua) che rendono la briglia un'imboccatura molto fine, se usata a regola d'arte o, più semplicemente, secondo queste regole.

Come usarla?

Non è facile descrivere il "come" che dipende sia dalla sensibilità e dall'abilità del cavaliere, sia dalla natura del cavallo, dalla sua sensibilità, dal suo grado di addestramento. Non ho mai fatto simile descrizione. Provo. Immaginando di essere a cavallo ... Non può che essere limitata perché sono indescrivibili tutti i casi che si possono presntare.

E' utile rendersi conto degli effetti e della potenza del morso lavorando prima da fermo poi al passo il cavallo a mano, cioè da terra, prendendo in mano le sole redini del morso. E' bene lavorare a mano specialmente se il cavallo non ha mai provato l'imboccatura.

La considerazione fondamentale che il cavaliere deve fare è che l'imboccatura permette di produrre effetti con azioni più leggere di quelle usate con il filetto. Il contatto delle redini inizialmente, per sentire la bocca e mettere a suo agio il cavallo, si deve ridurre al loro peso.

Si prende contatto con la commessura delle labbra con le redini del filetto, le mani due dita sopra l'avvallamento tra garrese e collo. Le redini del morso devono essere aggiustate meno tese di quelle del filetto. Le mani con i dorsi formano un tetto, con le nocche dei pollici vicine, ma che non si toccano, i polsi sciolti per potersi piegare verso il basso, verso l'alto e all'interno. Spalle, braccia cadenti senza forza. Articolazione dei gomiti sciolta.

Se il cavallo oppone una resistenza al filetto, il filetto tira verso l'alto la commessura delle labbra e, automaticamente, entrano in funzione le redini del morso, che fanno ruotare le aste in senso antiorario e tendono il barbozzale. Non appena la resistenza cessa, il cavaliere allenta la tensione e lavora con il solo filetto.

Bisogna ricordare quanto scritto sopra: il filetto è un elevatore, il morso abbassa e piega. Appena il cavallo ha ceduto con la nuca e con la bocca (la tensione delle redini cessa) a una richiesta della mano, l'azione del morso deve cessare per non provocare l'arretramento della bocca e l'incappucciamento. Da ricordare che piegare un cavallo (in italiano si chiama "piego diretto") in modo più o meno giusto o più o meno sbagliato è facile (il cavallo cede alla forza della mano chiudendo l'articolazione della testa sul collo, ma più facilmente piegando a circa la metà il collo per sottrarsi alla pressione del ferro in bocca). Ma eliminare l'incappucciamento, ridare cioè tensione verso l'avanti al collo, in modo che la bocca non passi dietro la mano, è difficile, talvolta impossibile, a meno di un lungo lavoro che obbliga a ricominciare tutto da capo.

Per evitare il pericolo dell'incappucciamento, occorre controllare sempre la posizione della nuca. Anche il regolamento dei concorsi di addestramento della F.E.I. (federazione internazionale) scrive chiaramente che deve essere sempre il punto più alto dell'incollatura. La regola sembra sempre meno osservata. Consenzienti i giudici internazionali e nazionali. Nei concorsi di addestramento un cavallo incappucciato, quale che sia il movimento eseguito e il suo grado di correttezza, non dovrebbe meritare la sufficienza. Non è più così.

L'incappucciamento non ha conseguenze del tutto contrarie al salto ostacoli, da quel che si può vedere. Non pochi cavalieri ne fanno una specie di metodo di addestramento. Nel lavoro in piano da certi cavalieri è usato sistematicamente. Spinto al limite massimo (incollatura completamente arrotolata e muso vicino al petto) si chiama rollkur. Dall'equitazione classica è considerato un grave errore che ha conseguenze sulla naturalezza delle andature e sul corretto sviluppo della muscolatura del dorso del cavallo. Limita il funzionamento economico (= massimo risultato con il minimo dispendio di energia) del corpo del cavallo, perché limita la funzione del bilanciere (collo-testa) che regola tutti i movimenti del cavallo.


bambolik

Caro Colonnello,
grazie.
Ha tempo per ampliare tale argomento sempre su nozioni base...Grazie in anticipo.
G.
"Non è mai tempo perso quello trascorso a cavallo"(Winston Churchill).

Col. Paolo Angioni

Quale argomento, funzionamento-uso della briglia o importanza del bilanciere?

bambolik

Se fosse possibile funzionamento uso briglia con qualche facile e innoquo esercizio da montato. Come se dovesse insegnare ad un principiante in sella. Se non è troppo...
Grazie.
G
"Non è mai tempo perso quello trascorso a cavallo"(Winston Churchill).