• Welcome to Cavallo Planet - Forum Per gli appassionati di equitazione inglese e americana... e di cavalli..

Quanto la doma influeza l'indole del cavallo

Aperto da Ina:), Agosto 05, 2015, 10:05:12 PM

« precedente - successivo »

Ina:)

Innanzi tutto si parla di una doma "fatta bene" dove il cavallo non sviluppa difese e/o vizi
mi è sorta questa domanda dopo aver montato una serie di cavalli diversi, i quali sono stati domati dalla stessa persona. la cosa interessante è che da montati sono molto simili l'uno all'altro, sebbene da terra abbiano caratteri anche contrastanti
in generale, i cavalli che ci troviamo a montare spesso sono molto diversi tra loro, c'è quello pigro da spingere, c'è quello da tenere ecc...la doma quanto influenza questi tratti? il fatto che il cavallo reagisca agli stimoli in un modo piuttosto che in un altro dipende solo dalla sua indole o anche dal modo in cui è stato domato?
forse è una domanda stupida, ma mi piacerebbe sentire qualche parere...

alex

Nella "doma" comprendi anche l'addestramento di base? Se sì, penso che il primo addestramento sia veramente critico e importantissimo.

Però esiste anche una seconda possibilità: se chi li doma li ha scelti, potrebbe essere che li abbia scelti perchè a suo modo "buoni" e quindi adatti al suo metodo. Anche questo potrebbe aumentare la "somiglianza".
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Ina:)

possiamo dire che dei puledri non sono stati "scelti" quando li abbiamo davanti per la prima volta, senza averli mai visti ne conosciuti (cosa molto rara)
già nel caso di un allevamento l'indole del futuro puledro può anche essere prevista attraverso la scelta della fattrice e dello stallone
Si nella doma io comprendo anche l'incapezzamento, al lavoro alla corda, al lavoro montato vero e proprio

alex

In ogni caso il fattore "scelta" penso sia molto meno importante del rigore e della precisione nel metodo del primo addestramento (con la sola eccezione dell'eventuale "scarto" di cavalli estremamente problematici, per fisico o per testa). Non ho dubbi sul fatto che tutti i cavalli domati e "impostati" da un bravo addestratore siano molto simili nelle risposte.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

PokerFace

l'altro giorno parlavo con un cavaliere professionista in merito ad alcuni cavalli giovani che vengono da un allevamento dove lavora un cavaliere che conosciamo tutti e due, molto giovane, coraggioso, vigoroso, ma che non ha avuto un'istruzione e un'educazione equestre.
tutti i cavalli domati da questo ragazzo (seppur saltino molto bene e siano fisicamente molto atletici) sono sospettosi in sella. appena ti muovi parte una difesa strana, scappano o si mettono in piedi. quando sali e quando scendi devi stare molto attento perchè il tentativo di calciare o di scappare via è dietro l'angolo.
di contro, a terra sono affettuosi e coccoloni e delle vere state, che si possono lasciare dovunque legati per ore, impassibili e calmi, molto ben educati (e hanno 4-5 anni).
naturalmente, basteranno poche settimane per neutralizzare le difese e rilassare i cavalli da sella, perchè la doma non è "per sempre". gli effetti della doma diventano "per sempre" quando i cavalli vanno in mano, dopo la doma, a qualcuno che non sa come sistemare i problemi (oppure a qualcuno che non ha mastercard per pagare un bravo cavaliere).
in ogni caso, a tutti quanti, segnalo il miglior domatore d'italia (metodo dolce applicato al salto ostacoli): sebastiano fregoni. veramente validissimo, onesto coi cavalli e con le persone.

Luna di Primavera

beh mi sembrerebbe chiaro che la doma influenza l'indole. anzi, tutto sommato direi che, modernamente, è proprio quello che si vuole fare.

un cavallo che è esuberante e agitato verrà trattato dall'addestratore in maniera diversa da un cavallo freddo e pelandrone, perchè l'idea è comunque di minimizzare i difetti e valorizzare i pregi dell'uno e dell'altro.

poi, certo, entrambi avanzeranno con la pressione di due gambe, galopperanno se le gambe sono asimmetriche, staranno fermi in alt ecc.

ma la doma di un cavallo, per come l'ho capita io parlando con addestratori e istruttori, non è solo "innestargli" i comandi e le relative risposte, ma anche (e forse soprattutto) cercare di capire il soggetto che si ha davanti, adeguando il "metodo" alle sue caratteristiche, con l'obiettivo di ottenere un soggetto educato e fiducioso che cercherà di dare il meglio di sè.

certamente va detto che il domatore è una persona, che può fare degli errori o avere degli atteggiamenti sbagliati, i quali si ripercuotono sulle reazioni del cavallo.
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

roberto.

Anche io credo molto nel lavoro svolto e nell ambiente in cui cresce il cavallo(sin da quando nasce), credo che l'indole sia una cosa che avviene e non èscritta da nessuna parte

Winter Mirage

L'indole di un cavallo è come la farina nell'impasto della pizza.

Può essere bianca, di mais, di segale, di grando duro... può avere millemila consistenze e proprietà differenti.
E sono tutte buone: magari qualcuna un po' amara, un'altra un po' spessa, una insipidina... ma nessuna fa schifo a priori.

Quando si lavora l'impasto, il pizzaiolo incorpora gli ingredienti con attenzione, e soprattutto con esperienza e con passione.
Il figlio del pizzaiolo, invece, avendo 5 anni, lavora l'impasto sbattendolo sul soffitto con la spada laser e ci cammina sopra per vedere che impronte vengono fuori.

Poi le pizze vengono condite... ed il pizzaiolo esperto sa che la farina di grano duro si sposa bene con formaggi freschi e morbidi... così come userà invece una bella rucola speziata ed un pomodoro fresco a spicchi per esaltare il sapore rustico della farina di segale.
Il bimbo, invece, non riconoscendo un cetriolo da uno zucchino, condirà la pizza con appariscenti e colorati mattoncini del lego.

Nel momento in cui le pizze saranno infornate, il pizzaiolo sceglierà il posto migliore nel forno, alla giusta distanza dalla legna. E, sapendo quello che fa, valuterà il tipo di forno e di legna a cui gli tocca affidare il suo pane quotidiano... e troverà la giusta combinazione così che ogni tipo di farina cuocia come si deve e non faccia abbrustoline nè colare ovunque il formaggio.
Il bimbo, naturalmente, ficcherà la pizza in forno nel primo spazio che trova, affidandola al primo buchetto disponibile pur di liberarsi di questo gioco che sottosotto gli ha già rotto le scatole.


...ecco...

Ora: voi quale delle due pizze vorreste mangiare?
Voglio dire, la risposta è talmente logica che non vale nemmeno la pena di darla, no?


...solo che siccome il mondo è quello che è, e prendere per i chiurlo coloro che lo abitano è l'unico spasso che l'Universo si concede, sapete che cosa succederà 5 volte su 10?

...capiterà che la splendida pizza, fatta con amore e passione, con esperienza, e sfruttando al meglio gli ingredienti naturali, finisca in mano ad un ragazzino viziato che dopo due morsi annoiati la getterà dritta nella pattumiera.

...e capiterà che la pizza al lego cotta al cartoccio finisca invece in mano ad un critico d'arte (o un pirla) che cogliendo il potenziale dentro la materia grezza la vorrà ugualmente comprare per avere la possibilità di ammirarla da vicino. E ammirandola dalle giuste angolazioni, esaltandola con un faretto messo nel punto perfetto, ne coglierà una qualche bellezza che gli sarà cara per tutta la vita. Non sarà mai una buona pizza, ma farà una fine migliore dell'altra.



:mucca:

Assiduus usus uni rei deditus et artem et ingenium saepe vincit

roberto.

O cavolo qui si va sul filosofico tosto, comunque è vero......però ragazzi capita cosi in tutte le cose della vita purtroppo....ma noi non pensiamoci senno ci intristiamo e basta. Continuiamo a fare pizza col cuore e aperti di mente, al massimo di come possiamo e se qualche ragazzino viziato parla, non diamogli ascolto....

alex

Bella metafora.

Applicandola al topico: se l'impasto iniziale non è fatto bene, la guarnizione e la cottura potranno rimediare un pochettino (meglio:mascherare i difetti), ma il recupero al 100% sarà estremamente difficile.

Allo stesso tempo, se l'impasto è perfetto, ma poi viene dato in mano a un garzone ignorante, la pizza sarà rovinata, anche se uno che se ne intende riconoscerà che l'impasto era buono - converrà raschiare via la guarnizione per bene, tenere solo la base, e inventarsi una "pizza fredda" decente; non sarà mai buona come una pizza perfetta, ma avendo fame ci si può accontentare.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Ina:)

#10
Riprendo il discorso fatto sul topic del Join up qua, che forse mi sembra un po' più idoneo
riprendendo il titolo del topico, quanto la doma influenza l'indole del cavallo? (vedi doma argentina, americana, inglese ecc)
e quando i metodi di doma di plasmano a seconda del carattere del soggetto, piuttosto che il contrario?

lascio il link del signore francese di cui parlavo nell'altro topic
http://www.ecoleblondeau.com/education-des-chevaux/debourrage
ecco in questo caso mi chiedo se può essere applicato su ogni cavallo o sono necessari dei requisiti iniziali
nell'ultimo video si vedono proprio i passaggi iniziali
e mi sembra anche che in alcune cose ( da quel che ho visto io attraverso i video quindi..potrei sbagliarmi altamente) assomigli al metodo utilizzato da miky e tony

Miky Estancia

Citazione da: Ina:) - Novembre 12, 2015, 07:17:35 PM

lascio il link del signore francese di cui parlavo nell'altro topic
http://www.ecoleblondeau.com/education-des-chevaux/debourrage
ecco in questo caso mi chiedo se può essere applicato su ogni cavallo o sono necessari dei requisiti iniziali
nell'ultimo video si vedono proprio i passaggi iniziali
e mi sembra anche che in alcune cose ( da quel che ho visto io attraverso i video quindi..potrei sbagliarmi altamente) assomigli al metodo utilizzato da miky e tony

Nicolas Blondeau...abbiamo seguito, diversi anni fa, il suo lavoro, come quello di altri addestratori e artisti francesi che operano su basi comuni.
Ci sono alcune cose simili, come del resto accade per tutti i metodi.

Nessuno ha inventato nulla di nuovo, si rimaneggiano da secoli le stesse cose, adattandole alle diverse tipologie di cavallo e i diversi impieghi, nonché al diverso tipo di utente.
Il bello della Francia, per quello che abbiamo potuto constatare con mano, è che c'è molta collaborazione tra i vari artisti/addestratori: non sono gelosi del loro sapere e lo condividono volentieri, scambiandosi punti di vista, esperienze e piccoli accorgimenti,  così è facile veder agire in modo simile, professionisti diversi.

Qui in Italia, purtroppo c'è ancora una forte divisione settoriale e troppa voglia di gettar popò sul lavoro altrui, come emerso ad esempio, in un incontro di monta comparativa.
Parolai che stanno ore a disquisire dottamente sulla domanda : è  nato prima l'uovo o la gallina? E magari non sanno che gusto ha ne l'uovo ne la gallina, o come si cucinano....

Se ti stai chiedendo se abbiamo lavorato personalmente con Blondeau o seguito dei suoi corsi, la risposta è no.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

raffaele de martinis

Il miglior soggetto che ho montato (non mio) fu una maremmana - Norma - domata e addestrata dai butteri, quasi alla pari  c'è un'argentina - Argentina, Titina per gli amici - domata e addestrata dai gauci.

Quella è gente che non ci va per il sottile con la doma, ma sa come addestrare i cavalli.

Dunque, l'evidenza ci dice che doma - anche durissima - non influenza il futuro del polledro, l'addestramento fatto male si, è quello che dicono Alex e Poker... l'indole è cosa a parte, un lallo timido lo resterà sempre, l'irruento pure, certo, lavorandoci si possono smussare le "punte" ma quello è.

Una volta si diceva: interpretare il cavallo, lo sentivo dire, nelle sue telecronache, dal grande Alberto Giubilo - aveva ragione: il cavaliere, ma anche il fantino, per non parlar del cavallerizzo, deve interpretare: capire e tradurre al meglio il suo lallo, come fa l'interprete, appunto.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...