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Cambi di piede al volo

Aperto da DivinityOfDarkness, Giugno 29, 2012, 04:32:15 PM

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PokerFace

ecco perchè io non sono capace!!!!

:firuu:

Ungarina

..fortuna che in questo forum oltre a chi consiglia rimandando al Colonnello qualsiasi domanda, c'è chi col Colonnello ci ha montato, con tanto di travers e renvers, spalla in dentro in fuori e di lato, con inchino spostando la coda a destra!    :icon_rolleyes:
..tutto il resto è noia!
Senza fretta, ma senza sosta.

rhox

penso che piciopacio si riferisse al fatto che sono cambi di piede e non cambio di galoppo
Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso

Ungarina

In primis la terminologia errata, in secundis parlava di cosa fare e provare prima del cambiamento di piede.

Il Colonnello ci risponderebbe eccome, correggendo anche la terminologia, ma non c'è scritto da nessuna parte che se ho un dubbio o curiosità debba chiedere per forza a lui.

che noia..
..tutto il resto è noia!
Senza fretta, ma senza sosta.

ofelia

UNGARINA docet! io quoto. E soprattutto penso che il Colonello risponderebbe eccome, correggendoci con la gentilezza che lo contraddistingue!

klystron

Magari puo' essere utile......salvato da uno degli scritto del Colonnello appunto, copio e incollo:
"

Di seguito la traduzione della «Lezione del cambiamento di piede» dal libro del generale Decarpentry, Equitation académique, Emile Hazan éditeur, Paris 1964, pag. 233-236.

LEZIONE DEL CAMBIAMENTO DI PIEDE

Il cavallo dovrà essere perfettamente rilassato e calmo. Nel lavoro in cui lo condurrà, il cavaliere gli chiederà soltanto esercizi e movimenti che esegue volentieri e lo ricompenserà con una particolare generosità per la loro buona esecuzione.

Il cavaliere lo incamminerà in seguito, per esempio a mano destra, sul grande circolo inquadrato da tre pareti a un'estremità del maneggio. Dopo diversi giri al passo libero, il cavaliere chiederà la messa in mano, senza insistere nel piego diretto, in modo da ottenere un passo a quattro tempi perfettamente regolari, un po' accorciato, ma attivo.

Farà in seguito eseguire al cavallo un gran numero di partenze al galoppo destro, sempre nello stesso punto del circolo. La scelta di questo punto non è indifferente. Per il seguito della progressione è utile che si trovi nella parte del circolo inquadrata dalle pareti, a metà del lato corto, per esempio, in modo che il cavallo sia mantenuto del tutto naturalmente sul circolo senza intervento del cavaliere.

Ogni partenza sarà seguita soltanto da alcune battute di galoppo, concluse dal ritorno al passo dopo circa un mezzo circolo. Per ciascuna di queste partenze il cavaliere utilizzerà i soliti mezzi che impiegava precedentemente, aggiungendovi ogni volta «a mezza voce» , l'indicazione «galoppo!». Questo lavoro sarà proseguito finché il cavallo parta da sé, macchinalmente, per così dire, all'indicazione della voce, essendo appena necessaria quella degli altri aiuti.

Quando sarà ben stabilita questa prima «convenzione» tra il cavaliere e il cavallo, quest'ultimo sarà rimesso al passo disteso per un giro o due del maneggio, rimesso in seguito in mano, e al galoppo sinistro dopo aver ampiamente superato la metà del lato corto. Quando arriverà, sempre galoppando sul piede sinistro, a metà del lato corto, il cavaliere darà tranquillamente tutte le indicazioni del galoppo destro, compresa quella della voce, e attenderà, persistendo nelle sue indicazioni senza aumentarne in alcun momento l'intensità.

In generale il cavallo dà segno del risveglio della sua attenzione – e della sua perplessità – poi prova «qualche cosa», con maggiore o minore esitazione. Cerca di modificare la sua andatura, ne altera la regolarità, fa un certo numero di false battute davanti e dietro, e, dopo un certo tempo, talvolta abbastanza lungo, riesce a passare sul piede destro. Il cavaliere lo accarezza subito lungamente, lo lascia galoppare un giro o due, passa al passo, e dà un lungo riposo.

Se il cavallo non reagisce alla richiesta dei galoppo destro – ciò che è raro – o se smette di reagire prima di essere riuscito a passare al galoppo su questo piede – ciò che lo è meno – il cavaliere passa tranquillamente al passo, e richiede la partenza dal passo al galoppo destro con i mezzi impiegati precedentemente, accarezza, ripassa al passo dopo qualche battuta e rincomincia.

Non bisogna arrivare a tanto che nel caso in cui il cavallo non reagisca o non reagisca assolutamente più. Per quanto a lungo cerchi di reagire palesemente all'indicazione del cavaliere, bisogna lasciargli continuare i suoi tentativi. E' estremamente raro che essi non abbiano buon esito quando tutte le condizioni indicate sopra siano state soddisfatte. In ogni caso è soltanto quando il cavallo, non essendo riuscito a passare al galoppo destro, sembra, per l'assenza di reazioni, credere che ha raggiunto il risultato ricercato dal cavaliere, che conviene rimetterlo al passo per chiedere subito la partenza dal passo al galoppo destro.

Per dare le indicazioni del cambiamento di piede, il cavaliere avrà cura di avanzare l'assetto verso il pomo, di mantenersi verticale in scioltezza e di far portare il suo peso piuttosto sulle staffe che sulla sella.

Il tallone destro sarà decisamente applicato vicino alla cinghia, proporzionando la forza del suo appoggio alla sensibilità del cavallo e alla necessità di dargli una sensazione molto netta, senza essere in alcun modo dolorosa.

I richiami diretti della frusta sull'anca destra sono di un'efficacia certa e rapida con i cavalli che hanno ricevuto le lezioni del lavoro a mano, e possono essere impiegati ugualmente con gli altri, quando non manifestano una paura troppo viva per questa indicazione.
Le redini saranno riunite nella mano sinistra passiva, messa molto esattamente a metà tra le due spalle, tenuta bassa, e pronta a seguire le oscillazioni dell'incollatura, le dita più chiuse sulla redine destra che sulla sinistra.

Se il primo cambiamento di piede è ottenuto senza troppe difficoltà, come generalmente capita, e dopo aver percorso circa meno della metà del circolo, in questa prima lezione potranno essere fatte due o tre richieste successive, separate da lunghi riposi, per confermare il cavallo nella comprensione del senso di queste richieste, rimandando a ulteriori lezioni successive la ginnastica di perfezionamento di questo esercizio – e senza abusare della sua buona volontà.

Se, al contrario, questo primo cambiamento ha incontrato prolungate difficoltà, il cavaliere si accontenterà di un solo passaggio dal galoppo al galoppo, farà all'istante piede a terra e porterà subito il cavallo in scuderia.

Quest'ultimo caso capita raramente, ed è quasi sempre il risultato di un'insufficiente preparazione sia delle partenze al galoppo, sia, ancor più spesso, dei ritorni dal galoppo al passo, sui quali bisognerà ritornare pazientemente e accuratamente prima di riprendere lo studio del cambiamento di piede.

Quando il cambiamento di piede dall'esterno all'interno sul circolo è eseguito in modo netto e facile nel punto scelto, il cavaliere farà variare questo punto, finché il cavallo cambia altrettanto bene in tutti i punti del circolo.

Lascerà allora il circolo per prendere la pista, e vi chiederà dapprima il cambiamento dall'esterno all'interno, aiutandosi le prime volte con il passaggio dell'angolo, largamente arrotondato.
Poi il cambiamento sarà richiesto, sempre sulla pista, dall'interno all'esterno, dapprima verso la metà dei lati lunghi, poi su tutta la loro lunghezza, eccetto che in prossimità degli angoli.

In questa parte del lavoro è la rettitudine delle posizione del cavallo, e la sua conservazione durante il cambiamento, che sarà il principale oggetto dello studio del cavaliere. La presenza della parete dalla parte del nuovo galoppo facilita al cavaliere la percezione di questa rettitudine, e contribuisce ugualmente a impedire alle anche di deviare da questa parte.

Quando il cavallo esegue perfettamente e facilmente, alle due mani, i due cambiamenti di piede sulla pista, sarà ricercato lo stesso risultato sulla linea retta lontano dalla parete, all'interno del maneggio.

Infine l'addestratore affronterà lo studio del cambiamento dall'interno all'esterno sulla linea curva, dapprima del più grande raggio possibile, poi progressivamente diminuito fino al circolo da otto a dieci metri di diametro.

E' il grado di perfezione di questo cambiamento sul circolo dall'interno all'esterno che dà nel modo più esatto la misura del valore dei risultati ottenuti nella ricerca del cambiamento di piede isolato, essendo questa perfezione messa in risalto, inoltre, dal mantenimento della rettitudine del cavallo, dalla sua calma, dalla disinvoltura, dalla nitidezza e dall'ampiezza dell'inversione del galoppo.
"

piciopacio

L'invito a rivolgersi ad Angioni era retorico, dunque, la "noia" è fuori luogo, se klimstron ce l'ha, sarebbe assai interessante che pubblicasse le 4 paginette che precedono quelle appena mostrate, appena fatto, dovrebbe pubblicare il capitolo: - "Le partenze al galoppo" e così via, fino ad arrivare a: "Gli scopi dell'Equitazione Accademica" : - Parte prima - Capitolo 1 - altrimenti, questi scritti - presi isolatamente - hanno senso - soltanto e assolutamente - per "coloro che già sanno".

Per la maggior parte di noi cavaglieri, i cambiamenti di "galoppo al volo", non hanno alcuna valenza pratica, e quasi tutti noi che ne parliamo così dottamente - mai provarono - il sollazzo dei : - "changements de pied du tac au tac ou en air".

DivinityOfDarkness

Citazione. Ma oggi per "cambiamento di galoppo in aria", dizione grossolana, si dice, correttamente , "cambiamento di piede". "Al volo" è da lasciare ai tennisti

Ipse dixit

Mea culpa, ho aggiuto al titolo del topic il "al volo" per distinguerlo dal cambio scomposto o semplice. Però ho parlato di piede ;)

Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

piciopacio

Dunque, "cambiamenti di piede al volo" è una escortanata, ricordo che una volta la usai apposta per far "inc***are" un purista trombonico della beata.

Allora, per distinguere il cambio di piede nel galoppo senza fare una transizione dal fermo, dal passo, dal trotto, i francesi usano: -  "changements de pied du tac au tac ou en air".

"du tac au tac", vuol dire: - immediato, subitaneo, repentino, botta e risposta.

Dunque, una discreta traduzione potrebbe essere: -  cambiamento di galoppo immediato oppure: cambiamento di galoppo in aria. Guardate nel linco quì sotto.

Attenzione, il Generale Decarpentry ci avvisa che erroneamente, du tac au tac è usato da molti scrittori equestri, come sinonimo di cambiamenti di piede al tempo, questa è una escortanata, con un pò di buona volontà potremmo evitare di farla.


http://books.google.it/books?id=mF3o9HDAOIIC&pg=PA244&lpg=PA244&dq=changements+de+pieds+du+tac+au+tac&source=bl&ots=gx7nlCmws4&sig=5J6HGFQZ_icb5bp1No_40h55Sf0&hl=it&sa=X&ei=tQr3T7fYHrKK4gSE66HTBg&sqi=2&ved=0CFcQ6AEwAg#v=onepage&q=changements%20de%20pieds%20du%20tac%20au%20tac&f=false

bionda

Citazione da: piciopacio - Luglio 07, 2012, 01:07:11 PM
Dunque, una discreta traduzione potrebbe essere: -  cambiamento di galoppo immediato oppure: cambiamento di galoppo in aria. Guardate nel linco quì sotto.

Non ho guardato il link.
Però che differenza c'è, di fatto, tra "cambiamento in aria" e "cambiamento al volo"? Basta che si capisca di cosa stiamo parlando. Non è che ci dobbiamo per forza far tritare i maroni da chi rifiuta un'espressione lessicale per insondabili motivi suoi.
"Entschuldige, mein Tier, ich werde schon noch dahinterkommen"
Udo Bürger
"Scusami, mio animale, prima o poi ci arriverò"

piciopacio

Cara Bionda, in effetti hai ragione, perché per al volo si intende: - rapidamente, con prontezza, senza soffermarsi e  questi sono sinonimi di: immediato dunque di du tac au tac.

Dalla Treccani: - In locuzioni avv.: a (o al) volo, con grande rapidità e prontezza: capire, intendere a v.; è un'ottima occasione, e bisogna afferrarla al v.;...

Per quello che mi riguarda, do l'onore delle armi a DoD, questa volta ho fatto io la figura del trombone purista della beata.

Comunque per esser sicuri diciamo: - cambiamento di piede, può bastare.


DivinityOfDarkness

Risolta la diatriba lessicale, torniamo a cavallo e.... fondamentalmente ritengo indispensabile, per i cambi di piede:

- che il cavallo non l'associ a un cambio di direzione
- che si abbia impulso da vendere
- che il cavaliere abbia un un controllo del posteriore del cavallo
- che il cavallo sappia ben galoppare rovescio.

Che poi queste costanti siano sviluppate con spalle in dentro, groppe in fuori, tranvers, renvers, appoggiate poco importa
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

Ungarina

Eppure non ho mai provato a cambiare piede senza cambiare di direzione  :icon_axe: ora mi resta il dubbio se lo associava oppure no!
..tutto il resto è noia!
Senza fretta, ma senza sosta.

PokerFace

basterebbe aumentare il tempo di sospensione.

Roy

per me bisogna assolutamente distinguere il fine dei cambi.

i cambi di un saltatore non sono e non vanno preparati come quelli di un dressagista per esempio..