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Monta itagliana.

Aperto da piciopacio, Agosto 18, 2012, 01:21:21 PM

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PokerFace

io non faccio inutili polemiche, io la penso così.
penso che montare un cavallino di 3 anni è una cosa da evitare.
poi, chissefrega, i quarter li montano a 2 anni, i psi a 18 mesi.
queste infatti si che sono le cose che rovinano l'equitazione.
lo sfruttamento precoce si che è da condannare, non il mancato uso del cap

klystron

Io credo che il tuo intervento fosse un tantino off topic.
La cavalla di tre anni e mezzo era all'inizio del lavoro e faceva 10 minuti di passo e 2 falcate di trotto molto saltuariamente. Per abituarla alla sella, fine.
E' un'eta' ragionevole per quanto mi riguarda, senza cadere negli eccessi dei quarter o dei psi. Qui chiudo l' argomento, che era per dire che il cap qui lo vedo usare parecchio.
Si parlava poi di lavoro in piano in maneggi di ostacolisti, e di quello che si vede in Italia e io ho riportato la mia esperienza. Per dirla in due parole, finora ho trovato molta meno superficialita' qui rispetto ai posti che frequentavo in Italia. Che non sono tutta l'Italia, beninteso.

piciopacio

Il cap, quando - da bambino - ho incominciato a montare muli era un oggetto misterioso, in seguito ho montato lalli veramente biricchini senza alcuna protezione, ma stiamo parlando di un secolo fa, alla stessa maniera andavo su strade infami a manetta spalancata sul mio Ducati 350 scambler, ovviamente senza casco.

Ai miei figli, ho detto: - vi compro prima il casco poi il motorino, se vi vedo senza casco anche solo una volta - democraticamente - il motorino ve lo scordate.

Uno dei miei allievi, ha di recente domato una puledra, è un ragazzo di 38 anni e monta da 30anni, ottimo cavagliere ma...l'ha domata senza usare caschetto e senza metterle il collare.

Ora, detto da me - che montavo un mio stallone a pelo solo col capezzone può sembrare strano, ma la differenza tra un professionista e un simpatico dilettante sta in questi dettagli.

Il professionista è consapevole, previene e salvaguarda e si salvaguarda, il dilettante - eventualmente - cura e fa curare...compris ?



carodubbio

Nuoro, settembre 2012 - Un ragazzo di 27 anni è caduto da cavallo sabato 1 settembre in provincia di Nuoro, in Sardegna, ed è morto donando i propri organi per aiutare chi lotta ancora tra la vita e la morte, come ha fatto lui per quasi un giorno prima di arrendersi.

Gianfranco Spanu si trovava alla periferia di Dorgali, in località Graneri, e stava riportando i cavalli in scuderia insieme a un fratello e a un amico. Erano circa le 23.00, quando lo scarto del cavallo montato dal giovane lo ha fatto cadere a terra facendogli sbattere la testa.

Dopo l'impatto il ragazzo è rimasto privo di conoscenza ed è stato portato d'urgenza all'ospedale ma ieri, domenica, i medici lo hanno dichiarato clinicamente morto, dopo 20 ore di agonia. Sono allora state due equipe giunte verso le 5.30 di oggi all'ospedale San Francesco di Nuoro da Roma e da Palermo, che hanno espiantato il cuore e il fegato di Gianfranco. Spanu, infatti, era già apparso in gravissime condizioni subito dopo l'incidente ma da subito i genitori avevano autorizzato l'espianto degli organi in caso di decesso.

Le prime atrezzature comperate equine; stivali+ pantaloni +casco.
monto sempre con il caschetto, nella foto che ho messo con la neve portavo il copricapo di lana, ma solo per il troppo freddo e per pochi giorni, per il resto non sello mai se non ho il casco allaciato

aDy_90

Citazione da: Fra287 - Agosto 26, 2012, 09:52:50 PM
Il cap secondo me è una cartina tornasole - una delle tante - della nostra equitazione.
Concordo in pieno con il discorso di piciopacio, quello che si attua sugli allievi è una pressione psicologica. Niente di melodrammatico, sia chiaro, però è così. Se dopo i 18 monti ancora con il cap non sei ben visto, se non deriso (più o meno apertamente).

Il lavoro in piano è un'altra cartina tornasole. Di tutti i maneggi che ho conosciuto, solo due fanno fare agli ostacolisti lavoro in piano fatto abbastanza bene (non dressage, attenzione). Negli altri, i giorni in cui non si salta per fare lavoro in piano, si fanno passo, trotto e galoppo.
I 18 li ho compiuti da un po'oramai... Diciamo che in poche occasioni ho montato senza cap, forse due o tre... Nessuno mi ha guardato male le restanti! Per saltare tendo ad usare il corpetto, anche se non proprio sempre, ma se lo uso no problem... Alla fine son più paranoie nostre che altro, pensiamo di essere visti come vigliacchi o incapaci. E se qualcuno se ne venisse fuori con certe battute stupide sarebbe bene rispondere per le rime alle provocazioni! Per me il mio istruttore può montare senza cap... E' una scelta sua, non mia.
Per il lavoro in piano... Non mi descrivi situazioni nuove, ma fortunatamente non si deve ancora fare di tutta l'erba un fascio.

alex

Vi segnalo che ho trovato un interessante articolo su Rivista di Cavalleria, che riguarda l'argomento del topic: "Caccia alla volpe nella campagna romana". E' una breve ricostruzione dei primi contatti, risalenti alla prima metà del 1800, fra equitazione sportiva inglese e equitazione civile e militare italiana; un rapporto speciale, favorito dall'amore di lunga data degli inglesi per l'Italia centrale.

L'articolo sta qui: http://it.wikisource.org/wiki/Rivista_di_Cavalleria_-_Volume_I/VI/Caccia_alla_volpe_nella_campagna_romana, l'ho già citato altrove, ma mi sembrava giusto ficcare un link anche qui.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

piciopacio

Quando fu trapiantato in Italia, il concorso ippico era nato da poco, quasi causalmente, inventato dai mercanti inglesi che avevano avuto l'idea di costruire in uno spazio ristretto, gli ostacoli tipici della campagna, in modo che i clienti potessero provare - senza perdita di tempo - i cavalli in vendita.
....il primo concorso ippico di Milano ebbe luogo nel 1893....su tutti spiccava Caprilli, già noto agli appassionati.....gli ostacoli erano molto più bassi, perché a quel tempo contava di più il rispetto del cavallo che la vanità dei cavalieri.....il pubblico - per il quale i quadrupedi erano ancora un elemento di vita quotidiana, partecipava con competenza e con calore: - quando il destriero di un concorrente si piantò con sospetto davanti una modesta riviera, dalle tribune popolari si levò un grido beffardo: - "LASS EL BEV !!" (lascialo bere) al quale srguì uno scroscio di applausi.


Ora, voi responsabili di codesto foro avete risposto all'appello del colonnello Angioni: -

Perché non concorrere a smetterla con questa dicitura, "monta inglese", che è storicamente e tecnicamente errata?

L'appello è basato su fatti che dimostrano esattamente il contrario e che "equitazione italiana"  trova il solo riscontro storico nella retorica fascista che si appropriò del Sistema di Equitazione Naturale di Caprilli asservendolo alla logica promozionale del regime, dunque l'intuizione vincente di Caprilli diventò equitazione nazionale.

Il duce - mediocre cavagliere - non mancava occasione di mostrarsi pomposamente a cavallo e nel 1936: - A Piazza di Siena, Mussolini metteva in palio una coppa enorme, fusa col bronzo di un cannone.

Dunque, il Sistema di Caprilli è null'altro che una evoluzione della tecnica del s.o. inventato dagli inglesi. allora sarebbe cosa buona e giusta - per amore di verità - cambiare denominazione e descrizione a questa sezione dato che l'equitazione inglese - forte delle sue tradizioni - continuerà ad esistere anche dopo che noi non ci saremo più, mentre l'equitazione italiana - per ragioni che non possiamo quì analizzare -  non è mai nata.

Per contro nessuno potrà contestare che sono esistite: - la Scuola Napoletana con Grisone, Fiaschi, Pignatelli ecc. e il Sistema di Equitazione Naturale erroneamente chiamato: - equitazione italiana con Caprilli, Bianchetti, Ubertalli, Lequio, i D'Inzeo ecc. ecc.

Oggi, nessuno più fa riferimento alla Scuola Napoletana sebbene essa - ai tempi - sia stata rivoluzionaria; alla stessa maniera nessun grande cavaliere da s.o. monta secondo il sistema nella sua stesura originale.

Chi si ferma è perduto...non ci si è fermati.

Grisone e Caprilli, sarebbero orgogliosi e felici di vedere che l'equitazione...la loro equitazione - per fortuna - non si è fermata.

Considerarli capiscuola è il minimo che gli dobbiamo, ma ahiloro, hanno agito in Italia, in un contesto culturale/storico/politico che non aveva/non ha avuto la forza per imporsi come modello organico e complessivo nazionale come di fatto è avvenuto in altri paesi.

La sola monta tipicamente italiana è quella maremmana/quella buttera; una monta da lavoro tal quale la uestern, la vaquera, l'argentina, la camarguena con le quali divide la stessa dignità ma non la stessa promozione economica, non fa gli stessi bisinis...ma questa è un'altra storia.

max

un applauso a PP!!!!!

tra l'altro, in Francia, a Saumur tempio dell'equitazione (nonostante sappiamo bene quanto sono nazionalisti i francesi), volentieri citano oltre la Scuola Napoletana diversi nomi di Ecuyer Italiani di quel tempo come precursori della loro equitazione classica poi divenuta baucherista etc, citano Caprilli ovviamente, ma non c'è alcuna traccia di qualcosa che si chiami "equitazione italiana"..... loro la storia la sanno e la preservano, noi non sappiamo nemmeno la nostra.....
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

piciopacio



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1933 - Undicesimo (?) anno dell'era fassista.

Il primo sportivo d'Itaglia mentre salta - in perfetto assetto caprilliano - un grosso ostacolo sul suo lallone bianco.

alex

Avevo dei forti dubbi se rianimare questo pedantesco 3d imperniato su due parole (italiana vs. inglese) con una menzione di una fonte interessante e secondo me illuminante.... speravo solo di intercettare l'interesse di qualcuno che commentasse i fatti e non i nomi dei fatti. Il dubbio era: vuoi vedere che si riaccende la polemica sulle parole invece che sulle cose concrete? Che dò benzina a una polemica personale e vecchia come il cucco, che nulla può portare di buono se non dividere alcuni, e scoraggiare altri?

Aimè: spesso succede che dopo aver bene riflettuto e soppesato... si sbaglia lo stesso. E infatti, sento di aver sbagliato.

Ci scommetterei.... il post che ho citato qui, per avviare una discussione sui fatti o almeno: su un documento storico sui fatti - è rimasto là, ignorato. Ai fatti e ai documenti si preferiscono le parole e le polemiche. E poi ci meravigliamo che in Italia le cose non vanno bene.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

piciopacio

#25
Il problema non si pone.

Non esiste alcuna equitazione itagliana/italiana mentre equitazione inglese la conoscono a Bankok come ad Helsinki.

In Itaglia - quando si tratta di potenti o di presunti tali - non si condanna il potente che ruba a sua insaputa, ma il magistrato che lo ha scoperto e che cerca di perseguirlo.

Caro Alex, non c'è bisogno che Ella si giustifichi, non ho fatto alcun riferimento al Suo Pregevole Post.

Le fonti che Lei cita, riguardo alle origini della caccia alla volpe in Itaglia, sono inesatte ed incomplete, non avendo - il sottoscritto - alcun interesse tanto per quello stupido sport, quanto per l'equitazione militare itagliana l'ho semplicemente ignorato.

Quello che ho scritto era pronto da tempo, si rassicuri, Ella non ha alcuna colpa.

Cosa vorrebbe che io facessi ?

Che concorra - come un pecorone - a sostenere che: - bisogna smetterla con questa dicitura, "monta inglese", che è storicamente e tecnicamente errata? Come sostenuto da Angioni ?

O che non debba esprimere il mio disappunto ?

Lei è liberissimo di credere che quanto dice Angioni sia la verità costituita.

Le parole e le polemiche - se i fatti le contraddicessero - non avrebbero ragione di esistere.

I fatti sono che il tesoro lasciato da Caprilli all'equitazione italiana è stato colpevolmente dissipato...da chi ??











alex

Il tesoro non è stato dissipato affatto. E' stato fatto fruttare, da chi sapeva farlo fruttare. Che m'importa se qui o altrove?

Quanto all'esattezza e completezza delle fonti: per uno studioso, farsi un'idea su una sola fonte è un errore madornale; per la persona comune, come me, trovare una fonte originale è una novità e un'emozione, e condividerla un piacere. Certo, il piacere è leggermente offuscato se l'unico commento è "fonte inesatta e incompleta", ma non del tutto eliminato; il giorno che sarà del tutto eliminato, mi dedicherò ad altro.

Ah, dimenticavo, non sono sono assolutamente e radicalmente non competitivo, ma - conseguenza abbastanza logica - non ho alcuno spirito nazionalistico o etnico o cose del genere.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

piciopacio

Citazione da: piciopacio - Settembre 08, 2012, 09:54:10 PM
I fatti sono che il tesoro lasciato da Caprilli all'equitazione italiana è stato colpevolmente dissipato...da chi ??

Infatti, cosa ho detto ?? Il tesoro: - dall'equitazione italiana dissipato fu, non da altri.

Per esser più precisi ecco i dissipatori: - i militari che hanno monopolizzato l'equitazione in Itaglia fino a pochi anni fa, il nostro presunto primato nazionalistico basato sul talento di due o tre cavaglieri che per decenni hanno mascherato il vuoto pneumatico alle loro spalle, l'incapacità della casta dei sapienti di aprirsi alla società civile, lo sclerotizzarsi degli istruttori su dogmi che lo stesso Caprilli alla prova dei fatti avrebbe certamente rivisto.

Se tutto ciò non bastasse, si sono ignorati i progressi altrui, l'allevamento del lallo itagliano sportivo è stato smantellato, si è andati a comprare lalli all'estero di terza quarta scelta, sopratutto l'arte del maneggio dei cavalli - in Itaglia - è stata completamente abbandonata.

Ma mi dica, caro Alex - sinceramente - Lei pensa che bisogna smetterla con questa dicitura, "monta inglese", che è storicamente e tecnicamente errata ?

Cosa dice: è tecnicamente errata sta dicitura ? O no ?

piciopacio

#28
http://www.ilgiornale.it/news/duce-e-i-cavalli-cos-fascismo-giorno-salt-sella.html

A raccontarci della passione di Mussolini per l'ippica e delle sue conseguenze sull'urbanistica della nostra città è un giovane storico milanese, Enrico Landoni, ricercatore all'Università Statale di Milano. Landoni ha appena pubblicato il saggio «U.n.i.r.e l'ippica italiana una difficile impresa per il Fascismo» (Edizioni Ornitorinco): documenti dell'Archivio di Stato, dell'Archivio di Milano e dell'Ufficio storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, raccontano di come Mussolini stabilì la costruzione di un nuovo e più moderno ippodromo per il trotto. Venne edificato accanto a quello del galoppo nel 1926, grazie ai contributi del conte Turati, all'epoca patron degli sport equestri a Milano. Il trotter di Turro fu abbandonato e da allora tutti gli sport a cavallo divennero l'anima del quartiere San Siro: nelle giornate migliori, c'erano quattromila persone ad assistere alle gare e ad animare il rione. Mussolini investì molto nel trotto, disciplina nata in America e considerata più popolare perché si contrapponeva al regale stile del galoppo, inventato dagli inglesi. Le energie del Duce non andarono sprecate: per un decennio fantini milanesi e purosangue cresciuti con l'erba di San Siro girarono il mondo inanellando un successo dopo l'altro. L'ippica, che negli ippodromi milanesi aveva il suo tempio, si mantenne una disciplina indipendente, riuscendo persino a smarcarsi dal Coni, che sotto il Fascismo coordinava l'organizzazione di tutti gli sport.A metà degli anni Trenta, l'inspiegabile cambio di rotta: l'Unione nazionale italiana incremento razze equine (la U.n.i.r.e, citata nel saggio di Landoni, indica l'organismo che sotto il Fascismo coordinava gli sport equestri) diventa la Cenerentola degli sport. Mussolini l'abbandona, non si reca più all'ippodromo né lo sostiene pubblicamente. Il cambiamento si spiega, nell'approssimarsi del conflitto bellico, con la necessità del Duce di smarcarsi da uno sport che da sempre è legato alla tradizione britannica, non solo nella terminologia ma anche nelle tradizioni.



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Ah la politica ! I politici !!

Nulla è cambiato sotto il sole, l'opportunismo prevale sulle passioni più o meno sincere.

Probabilmente, PennaBianca del lallo se ne strasbatteva i cabasisi altrimenti non lo avrebbe tradito sia pure per risibili ragion di stato.

Quello che mi pare assai curioso è che gli administratori di codesto foro - per non parlare di quelli del forumerone - accettano supinamente e contribuiscano a diffondere una enorme panzana che non ha  riscontro storico e sopratutto si scontra con la realtà, col comune sentire della gente di lalli di tutto il mondo che riconosce l'equitazione inglese che è declinata in tutte le lingue, mentre il ricordo di Caprilli è molto vago nelle masse ma è vividissimo nei veri competenti che non per questo lo reputano il fondatore di una equitazione itagliana ma lo considerano - giustissimamente - un innovatore di una disciplina, di uno sport inventato dagli inglesi e da sempre legato alla Perfida Albione, non solo nella terminologia ma anche nelle tradizioni.





Pippokid

Ciao, sono certo che al Colonnello Angioni vuoi un bene dell'anima, pero' in questo topic hai piu' volte usato frasi e termini dedicati a lui e alle sue opinioni che erano decisamente per nulla riguardosi, anzi fortemente spregiativi.  Discutere ed esporre le poprie convinzioni è cosa ottima, dire che altre persone scrivono escortanate proprio no, sia nei confronti dell'ultimo dei principianti che di qualcuno che ha raggiunto i massimi traguardi nell'equitazione.  Quando avrò un attimo di tempo darò una ripulita qua e là