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Il Parere degli Esperti => Vet Corner => Topic aperto da: Flavio - Maggio 17, 2012, 11:39:02 PM

Titolo: Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Maggio 17, 2012, 11:39:02 PM
L'idea e' carina e ne avrei da scrivere tre libri almeno.
devo vedere se riessco a recuperare il diario delle visite che ho tenuto quando ero in australia, era  davvero forte.

Comunque  una ...

la prima autopsia

Nell'ultimo periodo dell'universita', vengo inserito come interno tirocinate nell'istituto di anatomia patologica, in pratica autopsie, ma non solo.
Un giorno , anno 1986 credo, forse 1985,  ci chiamano da un paese a circa 50 km da PR per un 'autopsia su di un cavallo di valore.
Il prof capo ( ENRICO CABASSI persona a me carissima )   incarica l'allora Dr. Corradi , oggi Prof Corradi preside dell'univ. di pr,  di andare a fare l'autopsia ,e   " tirati dietro Flavio , allora solo studemte, cosi' ti da una mano".

Via , partiamo.
arrivati cominciamo ad aprire il cavallo, ed allora imparai da Attilio Corradi quanto era piu' comodo ed interessante aprire il cavallo di non tenendolo in decubito dorsale , ma lasciandolo steso di fianco.
So che puo' schifarvi, ma  nella veterinaria si fa e si deve fare anche questo.
Allora , tolte le coste etc.. si vedevano tutti gli organi in sito, e per un'apprendiata era davvero una manna.

Ok cominciamo ad esaminare orano per organao e prelievo tessuti etcc..
Arriviamo all'intestino.  Dovete sapere che la parte di intestino denominata  intestino cieco, nel cavallo fa un po' da stufa dove avvengono le fermentazioni. Ha l'aspetto del cappello dei puffi   ed era lungo aleno 50 cn e largo una ventina o piu',

Dopo aver sbrogliato  a destra e sinistra sopra e sotto tutte le anse del piccolo intestino , senza trovare alcuna lesione, arriviamo al cieco.
Sembra sano.
Allora dopo l'esame visivo , , dopo averlo palpocchiato , si passa alla terza fase, cioe' l'incisione.

Scena :  Attilio , vicino alla testa intento con cuore e simili, ,io circa 3 metri indietro alle prese con metri di intestino.
entrambi accucciati.
Io : " Attilio vuoi che apra il cieco e vediamo se qualche fermentazione ha creato danni ?? "
A.C.  Ok, prendi il bisturi e vedi...
io :  va bene

Afferro dunque il bisturi , cerco la parte piu' tesa dove incidere ....... ah dovete sapere che forse era spessa 3 mm al max.... e via una bella incisione .....
eeeeeeeee booooooooooooommmmmm
esplode come un palloncino ma con una variante...
la variante e' che esplose in direzione della mia faccia distante forse 30 cm , Attilio fu risparmiato,ma l'esplosione non fu solo di aria  fetida, ma purtroppo accompagnata anche un po' dal contenuto che nel cieco si trovava.
In pratica una megascoreggia  in faccia con un po' di  contorno.
Tenete conto che ho sempre avuto i capelli un attimo lunghi , un po' arricciati di natura...

Attilio non rise per educazione , ma divenne rosso, e a stento si tratteneva.
Io che sputacchiavo qua e la' dicendo , che schifo che schifo. Corro nel bagno del maneggio...manco la carta igienica.....non mancava lo specchio , dove mi vidi  ben cosparso sul viso e vestiti intorno di lentiggini verdastre ben olezzanti.  Una vera faccia di M***A
Mi pulisco con un po' di fieno che trovo a tiro  e poi sciacquata.

Riesco un attimo a ricompormi, e per fortuna avevamo la mia macchina , e non la sua. Ed ancora
per fortuna nel tragitto  , attilio era abituato a certi fetori per deformazione professionale.
Giunto a casa , chiamo dalle scale una delle due mie coinquiline e le avverto,  " occhio che tanfo , avvia la doccia  calda, velocemente "
In pratica nonostante fosse  inverno , mi sono  messo piu' o meno in mutande sul pianerottolo , casa vecchia  quindi in pratica all'aperto ;  in  una mano tenevo i vestiti ancora  passabili e nell'altra quelli  contaminati.
Poi mi faccio aprire e  sparisco sotto la doccia per 40 minuti almeno. Nel frattempo ammollo dei vestiti,  e poi  lavaggio a mano.
Shampoo bagnoschiuma , lisoformio, alcool , viakal  insomma un po' di tutto.
Per due giorni  comunque le coinquiline nel vedermi, per finta o meno  si tappavano il naso.
lasciam perdere i risolini che facevano in istituto...
Quelle volte ,purtroppo poche , che ci vediamo  ricordiamo    quasi sempre  la  " rottura di cieco in faccia " . Ma adesso ridono senza nascondersi, ma anch'io rido.

Ah .... il cavallo  era deceduto per un ictus...

alla prossima

fm
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Maggio 18, 2012, 12:18:00 AM
 :laughter-485: :laughter-485: :laughter-485: e io che credo di morire di puzzo quado trovo un ciecotrofo del coniglio... :laughter-485: :laughter-485:

Osssegnuuuurrr!!
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Giacomino - Maggio 18, 2012, 08:14:56 AM
Questa è troppo forte!!   :grin3:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Shanna - Maggio 18, 2012, 08:51:35 AM
grande Flavio, sono contenta che hai accettato la proprosta degli aneddoti!


eh.. bwhahahahahahahah
io sarei morta, quasi vomito a pulire la cassetta dei gatti...
avrei pensato subito a mille malattie che avrei potuto prendere...
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Midnight - Maggio 18, 2012, 10:12:15 AM
Citazione da: Flavio - Maggio 17, 2012, 11:39:02 PM
In pratica una megascoreggia  in faccia con un po' di  contorno.
Questa è proprio la definizione che si trova in tutti i testi scientifici vero?

AHAHAHA
Che scena!!!  :poop-411:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: emma - Maggio 18, 2012, 11:03:13 AM
ohh che bello grazie Flavio!!
io sto morendo.. immagino da matti la scena!  :grin3: :grin3: :grin3:

mi ricorda la prima autopsia a cui ho assistito.. purtroppo di una persona.. me la sono passata tutta in un angolo della stanza a guardare il muro in preda allo svenimento.. ma la cosa che mi sconvolse di piu.. che ha anche qualcosa di comico nel suo dramma, fu il fatto che una volta tagliata con la sega circolare la calotta cranica, questa cadde per terra :shocked2:
e la puzza che mi son sentita nel naso per giorni..

va be.. lasciamo perdere!

non vedo l ora di leggere altri aneddoti!!!
grazie!! :ciao:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: lovely - Maggio 18, 2012, 11:50:24 AM
Troppo divertente.

:laughter-485: :laughter-485: :laughter-485: :laughter-485: :laughter-485:


Non vedo l'ora di leggere la prossima avventura.
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: madamen67 - Maggio 18, 2012, 01:17:29 PM
Ohmamma   :-X!! Ne sento pure io di tremende da amiche che frequentano veterinaria o medicina...è una specie di "conditio sine qua non", quella di passarci prima o poi   :laughter-485: :laughter-485:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Tylara - Maggio 18, 2012, 02:42:41 PM
Immagino l'imbarazzo del momento... :embarrassed2:
Utile anche per gli aspiranti veterinari: attenzione che il cieco può scoppiare!! ;D
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: rhox - Maggio 18, 2012, 02:47:09 PM
non so se è peggio una situazione simile o se l'esplosione avesse lavato il prof... :icon_axe:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: silvia - Maggio 18, 2012, 03:45:11 PM
Citazione da: Flavio - Maggio 17, 2012, 11:39:02 PM


.non mancava lo specchio , dove mi vidi  ben cosparso sul viso e vestiti intorno di lentiggini verdastre ben olezzanti.  Una vera faccia di M***A


fm

:laughter-485:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Morina - Maggio 18, 2012, 10:09:46 PM
Come inizio, direi niente male!! Meno male che non ti ha fatto abbandonare l'idea di diventare vet  ;)
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Maggio 20, 2012, 11:24:33 PM
Vuoi una  mano ?

Dopo tanti anni di professione mi sono un attimo abituato al genere piu' strano di chiamate, e spesso vedo che le facce di chi mi chiama restano sorprese dal fatto che io non mi sorprendo.
Veramente ne ho viste di ogni .. Qualcuna tuttavia mi e' rimasta nella memoria piu' delle altre anche dopo decenni.
Era la vigilia di Natale , ma non faceva freddo.. Le cavalle in quel perido avvertono subito ceh le giornate cominciano ad allungarsi , e da qui inizia il loro ciclo ormonale. Di solito  i primi calori si hanno in gennaio, ma le precoci  gia'  in dicembre lo manifestano.
Si aggiunga che il tutto avveniva  a poche centinaia di metri dal lago di garda , dove il clima d'inverno è più mite rispetto ai territori che ne son comunque vicini.
Orbene verso le 9 di mattina  mi suona il cellulare, uno dei primi in commercio  che pesava circa un kg e delle dimesioni  di un libro tascabile. la ricezione lasciava a desiderare  e la caduta della linea era  quasi certa dovunqu ci si trovasse.
Comunque nella casa in cui abitavo si riceveva senza  dover correre al piano superiore o verso qualche finestra.  Dall'altro capo una voce mi chiede se posso correre per un'urgenza  in quanto un cavallo si era tagliato ed era da suturare.
Non chiesi ne come ne' dove si era tagliato. Abitavo da solo , e non dovevo rendere conto di orari  e non avevo nessun genere di impegni familiaripue essendo una vigilia di natale, se non fooorse l'arrivo di mio fratello in serata.
Parto e dopo circa un'ora sono a destinazione . Inerpicato su per una salita in fondo c'era una specie di ricovero per cavalli , in cui riconoscevo alcuni recinti. Non feci molto caso al fatto che i recinti erano di filo spinato. Si filo spinato.
All'arrivo si presentano in tre . età apparente sui 25 anni , due maschi ed una femmina.
Bene, cosa succede.. Le ripsote erano di mezze parole, borbottii difficili da decifrare,   mah..vieni. .andiamo.. dietro... li' sotto..
Insomma dopo 5 minuti  di dialog fra sordi scopro il fatto. Una cavalla era in calore  ed uno stallone  si era invaghito. lei da brava femmina voleva farsi conquistare  e  quindi decide  2 se mi vuoi , mi devi prendere.." e via a correre. Lui dietro da bravo ( e stupido ) maschietto.
Non appagata lei decide di saltare i recinti.  Lui idem...ma non si rende conto che mentre la femmina non ha appendici che pendono al di sotto e percio' non ha problemi ad evitare il filo spinato una volta che le zampe lo scavalcano, Lui appunto invece ha un di più che potrebbe provocare un guaio.
Cosi' è...  e ne saltare un recinti , qualcosa sottola pancia dello stallone  viene a contatto sfregando per bene contro il filo spinato e da qui i problemi.
Vabbe' , l'imbarazzo va calando. Decido di sedare per bene lo stallone  e che come effetto collaterale ha lo sfoderamento del pene.
Quindi lavaggi e disinfettanti. Alcuni tagli c'erano ma a dire il vero  abbastanza leievi . insomma qualche punto di sutura e sarebbe finita li.
Applicazione di anestetico locale vicino alle zone da cucire ,   e la cosa piano piano sembrava finire.
Alla fine quando ormai ero convinto di dover riporre fili , portaghi, etc..  decido di esaminare un po' tutto  e applico una bella trazione al 2 pisello 2 del cavallo facendolo fuoriuscire tutto. NOn so come ma proprio alla base , dove mai me lo sarei aspettato ecco un bello squarcio di almeno 6-7 cm profondo almeno 2-3 cm.
Dentro di me volano alcune imprecazioni, comunque il cavallo era buono, e gli astanti, rimasti in due appunto perche'  dato il carattere tranquillo dl soggetto, uno aveva valutato  che non c'era bisogno del suo aiuto. Quindi i due rimasti erano  una coppia , nel senso che erano fidanzati.
Lui si intendeva  ben poco di cavalli e piu' che altro li sopportava perche' piacevano alla morosa. Lei  invece era la cavallerizza.
Cio' che mi  complicava la  cosa era il fatto che per dare i punti  avrei dovuto tenre con una mano tutto il pisello tirato e con l'altra suturare. Mi serviva  una mano , nel senso  letterale e figurato del termine. Mi guardo un po' in giro  ed io , questa volta un po' imbarazzato,    finche' lei mi dice , " serve aiuto ?? "
Si , spiego. ci vorrebbe qualcuno che ... spiego il caso,  insomma qualcuno che lo tenga in mano , magari tirandolo. ovviamente mi aspettavo che il moroso si offrisse..ma... una sfinge..... Lei , Ok ti aiuto io.... Dentro di me penso... gagliarda la tipa..... e le dico,  Bene... vai in macchina e troverai dei guanti in lattice  , saranno un po' grandi , ma  dovrebbero andar bene...
lei si avvicina a me e perentoria...non mi servono, tanto ci sono abituata........
Non ci resisto , la guardo in faccia,  ...aggrotto le ciglia, piego la testa un po' di lato come per dire apppppperòòòòò la ragazza...... guardo il moroso e gli dico... ohe' , ti tratti bene tu però.....
e riguardo lei.... dopo circa tre secondi di empasse ..lei  ODDDDIOOOOO  che figura...... e diventa rosso fuoco .....
Io comicio ..ma no dai , e' un lavoro da donna... etc..etc.. e poi diventando serio ..insomma lo volgiamo cucire o no.
e si comincia, ma avvertivo l'imbarazzo della tipa che rifiutava ogni contatto con gli occhi  e teneva la testa girata.....

finito di cucire  mentre sistemavo le cose , ovviamente giravo il dito nella piaga ,    il moroso non sapeva piu' che faccia fare. Sulla faccia di lei si poteva cucinare un arrosto.
Alla fine me ne andai.
I mesi e gli anni son passati, mi ha richiamato parecchie volte  , tuttoggi mia cliente. ogni volta che la vedo la prima cosa che faccio e' di allungarle la mano e dirle invece di ciao come va...le dico , mi dai una mano, e lei di nuovo rossa.
L'utima volta circa un mese fa a  Travagliatocavalli la vedo, e  ancora prima di parlalre Lei " NO !, non dirmi niente ......"

ed io sempre a gurdarla come quella volta....
.Per inciso ha cambiato moroso poco dopo.

Lo stallone e' guarito e spero abbia imparato la lezione.

fm
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Maggio 21, 2012, 12:12:46 AM
Citazione da: Flavio - Maggio 20, 2012, 11:24:33 PM
lei si avvicina a me e perentoria...non mi servono, tanto ci sono abituata........
Non ci resisto , la guardo in faccia,  ...aggrotto le ciglia, piego la testa un po' di lato come per dire apppppperòòòòò la ragazza...... guardo il moroso e gli dico... ohe' , ti tratti bene tu però.....
e riguardo lei.... dopo circa tre secondi di empasse ..lei  ODDDDIOOOOO  che figura...... e diventa rosso fuoco .....

....
Sulla faccia di lei si poteva cucinare un arrosto.



:laughter-485: :laughter-485: :laughter-485: :laughter-485:


Però ammettilo, fai un gran bel lavoro...

... i due si son lasciati poco dopo.. le domande ora si sprecheranno e sarano del tipo:
- lui ha capito dalla frase che, se lei era abituata, evidentemente si vedeva con un altro
- lui non ha saputo superare la cosa, rendendosi conto di non poter regger il confronto
- lui..s'è reso conto che i suoi gusti erano cambiati  :horse-scared:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Melis - Maggio 21, 2012, 09:54:39 AM
HAhhahahahahahahahahahahahaha
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Midnight - Maggio 21, 2012, 10:35:28 AM
Evviva Flavio!!! Le lacrime!!!
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: rhox - Maggio 21, 2012, 11:35:23 AM
c'è da dire che devi aver fatto un gran bel lavoro per avercela ancora come cliente!
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: madamen67 - Maggio 21, 2012, 12:04:58 PM
Questi aneddoti sono fantastici  :grin3:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Shanna - Maggio 21, 2012, 12:40:20 PM
ahahahah cattivissimo flavio :D
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: vaniglia1981 - Maggio 23, 2012, 03:22:14 PM
Ne voglio assolutamente degli altriii! :happy1:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: lovely - Maggio 23, 2012, 03:46:36 PM
Ahahahah...troppo divertenti.

Ancora ancora....:)
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Maggio 24, 2012, 12:25:33 PM
cerchero' di scavare nella memoria,  ...ma non e' facile 

Comunque....


Italiano vero.

Aver cominciato  a cambiare casa a 3 anni poi a 5  ed in seguito molte altre volte , cambiando addirittura nazione, mi ha portato ad essere un attimo senza radici vere e proprie. Non che la genealogia mi aiuti, un nonno francese di origine spagnola ( ecco il cognome ), e l'altro   austro ungarico.... Dal lato femminile invece sostanzialmente stabile   nonne entrambe delle prealpi orobiche.
Detto questo non mi sonmai sentito legato ad un posto in maniera particolare. Si certo i ricordi  d'infanzia a Brescia citta'  sono molto cari.
Comunque  , girando appunto si viene incotro ad un sacco di gente con modi , abitudini,  mentalita' diverse .
Bisogna adattarsi. Non c'e verso. Non posso pretendere si ragionare come un cinese  se sono in irlanda e nemmeno come un tedesco se sono in congo...
Molto utile ancora, chi l'avrebbe mai detto,l'addestramento da militare  nel reparto di guerra psicologica, dove ci insegnarono anche ad interpretare il linguaggio del corpo ,  abbastanza simile dovunque , se con con piccole varianti. Piccole ma significative, per esempio si puo riconoscere un anglofono rispetto ad un latinofono  facendogli contare sulle dita da uno a cinque...

Allora nelle mie peregrinzioni arrivo ad un certo punto in australia, zona Sydney. E' qui che comincia la mia carriera  di vet di cavalli.
Prima clinica, 9 vet circa a 70 km dal centro si SYD , ma da loro e' come essere appena fuori citta'.
Con una discrtea , quanto fortunosa spinta trovo da fare tirocinio da loro, tirocinio che si tradurra' dopo qualche mese in lavoro.

Bene si aspettano  " l'italiano " vet , non fruttivendolo o edile, , ed ecco che un lunedi' mattina ariva in clinica un tale di 1,81 cm biondastro, occhi chiari, che ama il rugby, la birra e si intende ben poco di vino, e non beve il caffe'.  Inoltre parla bene inglese seppure con un marcato accento americano.......
I loro stereotipi sugli italiani spaghetti, vinorosso,  bassi e scuri   non reggono molto. Reggeva allora , o meglio avevo fatto credere loro che reggeva   ( leggere bene : avevo fatto credere , non che in realta' fosse vero ) lo stereotipo di italiano  cuccador , insomma sempre pronto
a darsi da fare con femmine ( altrui ) ed allora mi aiutava anche la foto che girava a fine anni 80 della cantante Madaonna la quale indossava una maglietta con  la scritta " Italians do it better ".

Lavorare sotto gente di ceppo inglese , non americani pero', comporta dover entrare nella loro testa. la cosa non era facile, all'inizio pensavo , forte di esperienza di anni in America, che piu' o meno fosse la stesa cosa, invece no.  Sebbene in Australia, la lor mentalita' era molto piu' europea, anzi anglo sassone di stampo inglese ,ma con una discreta influenza irlandese, e perche' no un buon effetto anche del sole  che la splende sempre.
Per educazione, credo,  i capi Facevano poche battute sul mio conto, o per lo meno non si facevano accorgere da me .  Gli altri vet invece  bene o male mi tiravano sempre qualche frecciata nonostante fossimo piuttosto amici , e tuttora ogni tanto ci scriviamo mails.

Non avevano fatto i conti con uno che il mondo l'aveva gia' girato, incluso appunto UK ed Irlanda, dove unpo' avevo lavorato. In piu' col rugby di  gallesi od inglesi ne avevo conosciuti , ma tanti, e con la scusa che sapevo la lingua me li appippavano sempre addosso. Conobbi la loro mentalita'.

Le battute piu' pungenti erano sul fatto che noi , dal loro punto di vista, non siamo affidabili. Iniziamo la guerra con un alleato e la finamo con un altro.....etc..etc..
Come marcia l'esercito italiano.... ...all'indietro,..etc..etc..
E qui  quella  su cui si  accentra il racconto... Qual'è il libro piu' corto della storia ????  Risp.   " quello sugli eroi di guerra italiani..."

Me l'avranno detto mille volte, ormai ci er abituato, inutile rispondete. Era fare il loro gioco.

Detto che non ero nei loro canoni di italiano medio etc.. ,la battutina arrivava sempre...

ORA
un giorno siamo in clinica e c'e da operare un puledro all'intestino.
Ok prepariamo , anestesie etc,, camici, guanti , strumenti vari etc..
Si fa l'operazione.
Era forse si e no la mia quarta settimana in clinica, ed allora  anche  a poter dare  solo dei punti di sutura o fare qualcosa manualmente mi sembrava  di toccare il cielo. Era cio' per cui ero li : imparare.  Il vet 3 , era il chirurgo e quanto , ma quanto mi ha insegnato. Ma pure con gli altri nonera male.
Quel giorno dunque Vet 3,  io, e vet 4 anestesista. Ormai siamo alla sutura dell'addome e chiedo al vet 3 se posso continuare a dare i punti io, e lui Ok .
Comincio a suturare  la breccia operatoria lungo la linea alba dell'addome. Muscolo uno, muscolo 2 , sottocute e cute erano i diversi piani di sutura.
Arrivato alla cute, entra in sala il vet 5, inglese vero, da circa un anno  in australia. La tensione dell'intervento  stava scemando via, per quanto devo dire che i vet australiani e' difficile vederli tesi sempre calmi e tranquilli , grande dote e grande sicurezza, .
vet 5 .... ah sta chiudendo Flavio... ed io , beh dai non e'  una cosa da einstein....
Poi cominciano a guardarsi fra di loro  e balbettando  vet 4 a vet 5 ...ma sai dvo fare un regalo, ma non voglio spendere.....
forse un libro , ma deve essere corto.
Gia' cominciavo a capire  dove volevan parare... quest'ironia tipica loro, il partire da lontanissimo...gia' conoscevo...
Poi vet 4 ...un libro corto....ma vediamo... ehi vet 3 conosci un libo corto, ma mooolto corto...
vet 3 pero' e' impegnato fa una faccia strana e se ne esce dalla stanza...
Restano 4 e 5 . sembre con facce come se stessero pensando al libro corto...
Mi mancan solo due punti alla fine, vet 4 che era l'addetto all'anestesia ormai ha chiuso il circolo dell'anestetico e c'e solo il flusso d'ossigeno. In pratica finito.
Ok mentre do 'il penultimo punto..intervengo io ....  beh un libro corto io lo conosco, se volete...    Bum !  li colgo in contropiede   ,ma sembrano divertiti, ed allora uno dei due ...ma guarda  Flavio conosce un libro corto.... ed io ..in verita' cortissimo, anzi il piu' corto mai scritto...
Ben volevano cacciarmi quello sugli eroi di guerra italiani..... ma questa volta ero preparato....
Allora sempre con fare finto sorpreso fra di loro ..oddio flavio sa un libro corto, ma quale sara'... ??
Eccomi : sembrava un film....   io all'utltima parte dell'ultimo punto.
Tiro il filo . Li guardo,  fissi.    Taglio il filo finale.   Mi raddrizzo e metto le mani dui fianchi , atteggiamento del corpo per intimidire gli aversari,
Ma senza alzare la voce  ....beh E' IL LIBRO SUGLI SCOPATORI BRITANNICI  ( book??..., well,...... it's the one about  british  screwers ).

TA PUM !

Gli vola la mascella in terra. Ben sapevano che  " lì " avevan ben poco da discutere con noi...  Incassando il colpo  , uno dice  Ahhh.
Ma conoscevo la loro testa.... Li avevo distrutti , umiliati, fregati, annichiliti,  trombati e chi piu' ne ha piu' ne metta..
Giuro, mi e' comparsa davnti agli occhi una nuvoletta  in mezzo alla quale c' era  la faccia di Garibaldi col suo basco rosso, la barba ed il fazzoletto rosso al collo,  che rivolgendosi a me mi disse " BRAVO !!" puntandomi l'indice.

La cosa fini' li , ma da quel giorno ebbero un attimo piu' di rispetto per me ; non che le cose andassero male,ma andarono ancora meglio.
Tuttoggi mi sento  con loro, chiedo pareri magari. Quando vado giu' passo a trovarli etc.. Però' gli stette un gran bene.

Non frequentavo Italiani quando ero in australia, ma ricordo di aver telefonato quella sera ad una signora  che era la presidentesa dell'associazione " Lombardi di Sydney "  , non era politica sia chiaro, solo un modo di trovarsi. Aveva  circa 65 anni, e gli raccontai la scena.
La sentii ridere e ridere, addirittura mi disse che lacrimava dal ridere. Mi   invito' a cena.  Diventai in seguito molto amico suo del marito e dei figli. Anche oggi  ci sentiamo.

Non son mai stato orgolgioso delle mie origini, ma non me ne sono mai vergognato nemmeno. Sono quelle punto e basta.
Quel giorno pero'....un po' Toto  Cotugno di quei tempi lo canticchiai andando a casa

fm
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Midnight - Maggio 24, 2012, 01:16:57 PM
Sembra un po':
Heaven is where
the police are British,
the cooks are French,
the mechanics are German,
the lovers are Italian a
nd it is all organised by the Swiss.

Hell is where
the police are German,
the cooks are English,
the mechanics are French,
the lovers are Swiss,
and it is all organised by the Italians

Ma una cosa mi chiedo... nella storia.. Vet 1 e Vet 2 dove stavano?
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Maggio 24, 2012, 02:25:34 PM
credo in giro per chiamate.
come 6 -7 ( unica donna ) ed 8.

In clinica si stava solo per chirurgia , poi eravamo sempre in giro presso scuderie od allevamenti etc..

flavio
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: rhox - Maggio 24, 2012, 02:30:25 PM
conoscendo poi un po' australiani e neozelandesi hanno uno strano concetto rispetto a noi sia dello sfottò che del pudore..

colpiti e affondati! :blob3:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: lovely - Maggio 27, 2012, 05:38:26 PM
Sei troppo divertente da leggere.

Aspetto presto altri racconti.
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Maggio 31, 2012, 10:51:14 PM
un cliente un po' duro...

Di casi ne ho visti di molti e dei piu' strani.  Bisogna imparare a capire col tempo se chi ti parla e' apprensivo od un minimizzalista , un ipocondriaco  col cavallo per forza malato , od il tipo che chiama solo per risparmiare sulla visita etc..etc...

Quando ho iniziato non c'erano nemmeno i cellulari...... ben ricordo la segreteria telefonica che si poteva ascoltare chiamando da un altro telefono, abitavo da solo allora,  e quindi ogni due ore circa non appena trovavo una cabina od altro via chiamare casa per vedere se c'erano messaggi...
Con l'avvento dei cellulari la cosa mi ha semplificato la vita , complicandomela  im un altro modo visto che mi trovan sempre . Per sempre dico sempre notte festivi etc..
Poi dal 1995 arriva internet , prima per pochi intimi e piano piano  arriva per me ad essere una cosa utilissima e mi sostituisce il cell. con appuntamenti per iscritto etc..etc.

Il punto e' che non si vede chi sta di là dal  monitor.
Una volta ricevo una mail da un tipo il quale , per altro scrivendo bene  esordisce  con gentilezza " so che lei e' in grado di  curare i cavalli che si son fatti male. la pregheri quindi se potesse venire da noi perche il cavallo di mio fratello piu' piccolo si e' " rotto " una zampa e dovrebbe  essere riparato etc.
A dire il vero  lo interpreto come un esg un po' strano, ma rispondo  " mi dia altri dati e quando posso venire "
Rispondono sempre di pomeriggio cosi' c'e anche la mamma etc..etc..

Chiedo se posso avere l'indirizzo ed il tel, e se i genitori son d'accordo. Arriva la risposta con indirizzo , tel  ..si la mamma dice che  si puo' aggiustare il cavallo.
Ok

arriva il giorno , parto , circa 35 km, arrivo. Villetta  senza nessun recinto o la benche' minima traccia di equino..
Boh, sara' qua vicino, mi porteranno loro , penso io.
Suono, ed ecco una signora sulla quarantina che esce...ah ecco  l'aspettavo,ma davvero si puo' riparare ??
Io .. beh vediamo cos'ha.... per il resto sta bene, mangia  etc..
Lei ride ,  si tutto aposto,  e ride , bella la battuta  mi dice, ma venga.
Io , beh prendo almeno  un termometro od altro, lei ride  ancora, ma e' sempre cosi' spiritoso ????Mi dice
ed io , beh, scusi come provo la febbre ad un cavallo,   e dicendo questo mi metto lo stetoscopio al collo.
L'espressione cambia improvvisamente... ma scusi mi chiede ...cosa fa , io non capisco bene cosa succede e comincio a pensare di avere a che fare con una matta.
Ma arrivano i bambini... quello di 11 anni era il mio interlocutore , tutti felici, mamma mamma, e' arrivato il veterinario, .....il piccolo dice che va a prendere il cavallo....
La mamma comincia ad arrossire ...fase di empasse ed ecco.....il caso clinico....
bello , scultoreo,  di taglia piccola,    un bel cavallino a dondolo in legno  con una gamba rotta.

La mamma pensava che fossi un falegname.......
Io quasi straluno,  " ma dove cavolo son finito  etc..etc.."

Vabbe ormai ci sono,  la signora non sa piu' come scusarsi , iperimbarazzata.
Comunque ormai ero li e decido di stare al gioco.
Signora , non deluda i suoi figli  vediamo se almeno loro possiamo farli felici,
e via
una bella pasta epossidica per rinsaldare il tutto. Quella che piu' o meno una volta preparate diventa dura come lo zoccolo.
ed una volta rinsaldato una bella fasciatura  giro di cotonetta, piu' tensioplat e giro di vetrap.
Dica ai suoi figli di toglierla fra due settimane. E fatemi sapere.

La signora non sapeva  piu' come ringraziarmi, altrimenti in casa avrebbe  avuto la rivoluzione.

So che la fasciatura e' stata tolta , ma ha fatto piu' arredo che qualche cavalacatina domestica coi figli.

Non cito molto quest'episodio, non so bene il perche' forse per non auto demoralizzarmi sulla considerazione che si ha per i vet. Oppure sorridere per la beata innocenza di due fratellini

Non mi hanno piu' chiamato per casi del genere. Non so ancora oggi dopo 20 anni se ho fatto bene a stare al gioco , o avrei dovuto risentirmi od altro. 
Di certo quel  cavallo  il giorno dopo non zoppicava piu'.
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Maggio 31, 2012, 11:54:40 PM
....cavolo.... questa è tenerissima!

Però dì la verità, quanto hai chiesto in parcella per un'operazione del genere, che alla fine non necessitava neanche di medicazioni??
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: lovely - Giugno 01, 2012, 12:38:43 AM
Citazione da: DivinityOfDarkness - Maggio 31, 2012, 11:54:40 PM
....cavolo.... questa è tenerissima!

Sono d'accordo.
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Shanna - Giugno 01, 2012, 08:40:11 AM
l'innocenza dei bambini... :)
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Ipparco - Giugno 01, 2012, 10:00:00 AM
Non lamentarti, non capita spesso di avere a che fare con cavalli così collaborativi..
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Morina - Giugno 01, 2012, 09:33:56 PM
Secondo me, ora che sono cresciuti, se la ridono un po'! Ma ti ricorderanno con piacere :) loro poi sono stati carini, hanno addirittura trovato un vet per cavalli, mica uno qualsiasi!
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Shanna - Giugno 05, 2012, 08:59:13 AM
Citazione da: Morina - Giugno 01, 2012, 09:33:56 PM
Secondo me, ora che sono cresciuti, se la ridono un po'! Ma ti ricorderanno con piacere :) loro poi sono stati carini, hanno addirittura trovato un vet per cavalli, mica uno qualsiasi!

secodno me è una di quelle storie che si tirano fuori ad ogni natale o festa comandata e ci si ride sopra... la racconteranno anche ai loro figli :D
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Giugno 05, 2012, 04:41:03 PM
Fidarsi dei cavalli ?? neanche da morti !

Tutti  quelli che hanno a che fare  con i cavalli sanno che son piu' o meno imprevedibili, pericolosi. Insomma che van presi con le pinze--
il cavalloaccompagna comunque l'uomo da millenni e da millenni lo ha aiutato nei suoi , dell'uomo, scopi. Ogni tanto il cavallo si vendica  come puo' e non e' certo teneero nel farlo.
Ricordo un curioso episodio  a riguardo  quando agli inizi della mia carriera per un breve periodo di tempo mi ritrovai  a fare il vet  di nome, ed il groom di fatto in una clinica in Irlanda,
Non ero molto considerato , nonostante un discreto sponsor.Venivo da alcuni anni passati negli USA e nella mia beata innocenza credevo di ritrivare la stessa solfa in Irlanda. Gia' parlavano molto diverso,  e comunque fuori dalla clinica , tempo a parte , non era male.  Imparai  che le ragazze giocavano molto ad hockey su prato  ed i maschi il football gaelico. Calcio e rugby era troppo inglesi, per quanto il fatto che non ero male a rugby era un punto a favore.
Mi   affiancano un vet  che  subito mi spedisce nelle scuderie dove ero un po' abbandonato a me stesso. Le oche volte che andavo in auto col vet , non avevo quasi il diritto di parola. L'unica breccia era il fatto che sapevo suonare  e mi piaceva la musica folk irlandese. Per il resto ero poco o niente .
Una consolazione postuma mi venne annni dopo quando lavoravo in australia e l'andazzo era molto differente. Lavoravo e mi iaceva e mi divertivoe strinsi amicizie  che  durano ancora oggi. In particolare vengo a contatto con Alistair un vet australiano   a cui  devo molto. Alistair anni  prima, piccolo mondo....., aveva lavorato in Sud Africa in una clinica nella quale aveva pure lavorato il vet irlandese  ( nord irlandese per la precisone ) con cui avevo avuto a che fare...

Vengo a sapere che il vet australiano , appunto quando era in sud afirca, se la spassava ogni tanto , ma mica poi cosi' tanto, con la morosa dl vet irlandese rendendolo di fatto cornuto.  Grande risata mia  eheh ehe.

Orbene
Nella clinica Irlandese ero una specie di cenerentolo, di fatto molto piu' inservienre che vet.  Un giorno arriva un tale co un van e scarica un cavallo.  A me dicon ben poco, ma riesco a capire che il cavallo era a fine carriera, NOn aveva malatttie , niente zoppie, solo che era un costo per il proprietario, nemmeno a regalarlo qualcuno lo voleva. insomma voleva disfarsene, in pratica : fatemelo fuori.  Nel mio ultrapiccolo ho cercato di capire il perche' ed il per come, inutilmente. Mi avicinai al cavallo, ma sembravo l'unico interessato.  Me lo fecero portare nel tondino, ma mi allontanai prima dell'iniezione letale, piuttosto dispiaciuto.
Una volta fatto mi incaricano di chiamare il tipo dello smaltimento. In IRL non mangiano la carne di cavallo , quindi od inceneritore oppure industrie per cibi per animali.

Ok arriva il tipo dello smaltimento, con una jeep al cui traino una specie di carrello di dimensioni minime. Le strade in IRL , almeno in quella interna sono speso strette e tortuose, con a lato muri a secco  e su ogni lato fossi di raccolta acqua , elemento molto presente in quel paese, dove piove almeno 300 giorni l'anno.

Io sempre muto, il tipo stacca il carrello,  lo sping(o)iamo vicino al cavallo e dopo lega il collo con una corda  e l'altro capo al traino della jeep  ed in qualche modo lo porta sul carrello non curandosi molto di un italiano che  quasi ci lascia dita e piedi nel tenere fermo ed inclinato il carrello.
Noto che le zampe del cavallo sporgono di almeno 50 cm fuori dal carrello stesso. Lo facccio notare , ma nessuno mi da il minimo peso, compresi quelli della clinica. Forse la mia faccia era eloquente,Ottengo solo un sorrisino ironico del tipo,  " taci sudeuropeo ignorante, noi sappiamo cosa fare con i cavalli ".

Sembrava finita lì.
  Il giorno dopo verso le 10.30 di mattina uno degli inservienti mi chiama per il tea delle 10.30......mai successo...
Arrivo nella cucina della clinica e mi vedo che piu' o meno tutti erano riuniti, e se da un lato idipendenti ridevano sottoi baffi, dall'altra i capi sembravano le avessero veramente girate...
Cosa era successo : allora il tipo della jeep e carrello , facendo una curva  colpiva con i piedi del cavallo un tale a lato della strada sbattendolo nel fosso, con qualche contusione. Morale notte in ospedale e qualche danno. Ma.... sul giornale locale un bel titolo degno ti tuta l'ironia britannica condita con la capacita' lessicale di un giornalista ... un bel titolo  " Ferito dal calcio di un cavallo morto "
L'articolo si soffermava , sul fatto della disattenzione di chi guidava e di chi aveva caricato.
Non so come  qualcuno aveva riferito che  " L'italiano " aveva fatto presente etrc..etc..ma era stato inascoltato.
Boh.. non capii mai chi fosse stata la quinta colonna , ma da allora qualcosa cambio'.
Non molto a dire il vero, ed a breve me ne andai per altri e migliori lidi.

Fu un breve periodo , mi servi' a  posteriori,  e per fortuna  andandomene fu una vera fortuna ,ma davvero, sebbene al momento fossi un attimo sul disperato.

Tengo a precisare che al di fuori della clinica ho trovato  l'Irlanda e gli Irlandesi splendidi.Di grande ospitalita' , popolo felice , da volerci ritornare.
Son poche le cose, tuttavia,  di qell'esperienza di  lavoro che ricordo con piacere, una fu una caccia a cavallo dove vidi davvero  gente che sapeva cavalcare  dai 6 ai 75 anni... ed l'altra appunto  il " calcio di un cavallo morto "

Voglio pensare che lo spirito di quel cavallo mi abbia un attimo aiutato. Ero forse l'unico a cui qualcosa della vita di quel cavallo era importato.  A suo modo ha avuro riconoscenza.

Circa un anno dopo quando seppi che il vet irlandese era cornuto, pensai ancora a quel cavallo ,
che dall'alto dei cieli tirava ancora sgroppate.
In futuro successe che qualceh altro vet  ando' in quella clinica in Irlanda. Ovvio che mandai i saluti del Vet australiano al vet Irlandese..

Ogni volta immaginavo quel cavallo sgroppare nei pascoli celesti.
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Amaranth - Giugno 05, 2012, 08:09:53 PM
questi racconti me li leggo tutti d'un fiato. sarà perchè sono al primo anno di medicina veterinaria, e mio padre è veterinario (anche se di cani e gatti), ma trovo interessantissimo e molto piacevole leggere queste avventure. solo, mi sento spiazzata dalla tua esperienza, hai viaggiato moltissimo! dev'essere davvero bello e immagino si imparino tantissime cose. spero di poter fare anche io così tante esperienze, nonostante sia frenata dalla mia cavalla a casa (mi spiacerebbe lasciarla per molto tempo), dagli altri miei animali e dalla poca conoscenza della lingua inglese... in particolare riguardo all'irlanda, ho sempre sognato di potermici trasferire un giorno...
aspetto altre esperienze divertenti (ma che fanno trasferire tante altre esperienze della professione),
Giulia
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Giugno 09, 2012, 12:34:01 AM
Citazione da: Flavio - Giugno 05, 2012, 04:41:03 PM.... sul giornale locale un bel titolo degno ti tuta l'ironia britannica condita con la capacita' lessicale di un giornalista ... un bel titolo  " Ferito dal calcio di un cavallo morto "

Ecco, questa è proprio un'inglesata pazzesca. Ma quanto sarà strano lo humor inglese....

Però cavolo, com'è che noi italici bipedi siamo sempre considerati il peggio del peggio, roba che pure il cane pulcioso del barbone del luogo è considerato di più?

Povero cavallonzo..mi dirai che non c'era un prato in irlanda in cui il proprietario poteva mollarlo? Sicuramente sarebbe morto con più dignità... :horse-scared:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Giugno 12, 2012, 05:19:26 PM
Aiuto : ci vuole il vet  Bay-watch


La domenica e' il giorno del riposo, dello svago , del divertimento.
Si può dormire,  insomma ci si riposa dalle fatiche della settimana appena finita , e si cerca di ricaricarsi per quella a venire.


Ad alcune categorie di persone questa regola non si applica.
Il veterinario di cavalli rientra in pieno in una di queste ultime.

Era l'inizio di maggio di qualche anno fa, domenica mattina. L'agenda libera da impegni. Finalmente potevo dormire. Ecco però che il telefono  suona. Le 8,30. Non proprio presto. Nemmeno tardi.

" il veterinario ?? "  ," si ",  " guardi avremmo bisogno del suo aiuto.... Il nostro cavallo e' caduto in piscina..., ma tocca , il collo e la testa sono fuori dall'acqua"  Al momento penso di essere a " scherzi a parte "  ma in seguito mi rendo conto che la cosa e' vera , e pur non sapendo bene cosa c'entra un vet con un recupero del cavallo in piscina, decido di andare, ma portandomi al seguito la videocamera per documentare il caso.

Dopo circa una mezzora  arrivo . Villa con grande giardino, campo da tennis , piscina di almeno 15 metri per 10.Nell'ordine vedo autobotti dei pompieri, macchina di polizia locale , auto dei carabinieri, ed un discreto numero di curiosi ed in padrone di casa in tenuta tennistica.
Riesco a farmi largo . Il cavallo in mezzo a tutto quel trambusto  sembrava l'essere più tranquillo di tutti.
Ognuno lanciava la sua idea . C'era chi aveva un amico a 100km di distanza con una imbracatura adatta al caso...chi voleva issarlo, chi mi proponeva di addormentarlo e poi legarlo e poi tirarlo fuori. E tante altre  teorie che a Parma ,dove ho studiato  all'univesità, avrebbero definito " zanate " o  " sanate " con la S dura simile a quella della parola " reso ".

La presenza di alcune forze dell'ordine facilitò le cose.  Ci fu un piccolo summit ,in cui  il capo dei vigili del fuoco fece presente di alcune difficoltà insorte . Più che altro per la presenza di troppa gente che pontificava  su ciò che c'era da fare.

Mentre tutti esponevano la propria soluzione un vigile del fuoco riuscì ad infilare la capezza al cavallo ed a portarlo vicino al bordo.
Orami il cavallo era a metà fuori dall'acqua, e sembrava quasi bearsi di questo imprevisto termale, a lui nuovo probabilmente, ma pareva gradito.
Nello stesso tempo un personaggio intorno ai 60 arriva . Guarda  . Senza nulla dire se ne va .  Dopo un quarto d'ora,mentre tutti discutevano  senza combinar nulla, il tipo ritorna con un camioncino carico di assi . Era evidentemente un carpentiere o simile.
Senza parlare costruisce in pochi minuti una specie di rampa fatta da una serie di 4 assi unite , affiancate , fra di loro  con listelli. Anzi due  file di 4 assi l'una  vengono unite. Si cala in acqua un cavalletto   su cui appoggiare  le assi.....
In 5  secondi il cavallo riconosce lo scivolo , ci cammina sopra ed esce.
Nessun problema . Do una controllatina quasi proforma, ed il cavallo sta bene.
Mentre ancora molti pontificavano sul da farsi, fra cui il padrone di casa , più attento a che l'acqua della piscina non bagnasse il campo da tennis che al cavallo,  mentre i " si deve far così " si sprecavano,  in pochi si accorsero che il cavallo era  fuori ,vivo e vegeto che pascolava in un'aiuola attigua.

Nel contempo il piccolo ingegnere aveva già rimesso le assi sul camioncino e se ne era andato,probabilmente a casa.
Poi di colpo ...un  nitrito.. davvero c,ome per dire..." ma la finite ...non vedete che son qui e sto bene !  "  Seguì un attimo di silenzio. Ricordo di aver incrociato lo sguardo del capo dei Vigili del Fuoco. Ci fu  intesa, immediata. Ce ne andammo  quasi ridendo.
Alle nostre spalle il leit motiv era cambiato, ma non il tono ed il volume delle voci : " visto ..l'avevo detto IO che era l 'unica maniera quella.. "
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Giugno 12, 2012, 05:23:29 PM
Spero che non vi stia stufando  conquesti miei ricordi di vet un o' strani e che poco hanno a che fare con operazioni , cliniche etc.. Ma davvero fan parte del lavoro.

se cominciassi ad annoiare , visto che in pratica sono solo io  a scrivere. Non esitate a farmelo sapere, Non mi offendo.

Flavio
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Ipparco - Giugno 12, 2012, 05:30:29 PM
No, anzi, più ne hai meglio è!
Sono storielle divertentissime, un minuto di distrazione dal tran tran quotidiano..
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Melis - Giugno 12, 2012, 05:44:10 PM
Anche a me divertono tantissimo, siam tutti qui, con la bava alla bocca, in attesa di qualche nuova (vecchia) storia. :)
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: maya - Giugno 12, 2012, 05:45:10 PM
dottore ma scherza...qui tutti leggono,nessuno proferisce parola perchè è in attesa del prossimo avvenimento!!! :happy1:..io il pop corn già ce l'ho! :happy1:
sono esileranti,assurde e pensare che siano realmente accadute..lasciano proprio con il sorriso da ebete!!! :blob3: :blob9: :blob3: :blob9:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: rhox - Giugno 12, 2012, 05:56:00 PM
macchè annoiare!!
in un certo senso sdrammatizzano pure noi che magari chiamiamo una volta in più il vet e poi è inutile... c'è qualcuno che ne fa anche di peggio! :chewyhorse: :angel5:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Giugno 12, 2012, 05:57:43 PM
Concordo, qui è come beautiful...si aspetta con curiosità la puntata successiva!

la scenetta mi ricorda tatissimo ciò che accade correntemente attorno ai cantieri in città, in cui il crocchio di vecchietti si riunisce e inizia il panegirico su cio che stanno facendo, cosa dovrebero fare, come lo dovreero fare e cosa non dovrebbero fare.... 
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Shanna - Giugno 12, 2012, 08:20:31 PM
:D
Ma il cavallo era caduto o ci si era buttato in piscina? :D

Citazione da: DivinityOfDarkness - Giugno 12, 2012, 05:57:43 PM

la scenetta mi ricorda tatissimo ciò che accade correntemente attorno ai cantieri in città, in cui il crocchio di vecchietti si riunisce e inizia il panegirico su cio che stanno facendo, cosa dovrebero fare, come lo dovreero fare e cosa non dovrebbero fare....

oh, al mio paese i vecchietti che guardavano il nuovo cantiere della scuola hanno fatto scoprire che scaricavano materiale illecito...
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Midnight - Giugno 12, 2012, 09:42:21 PM
Citazione da: Flavio - Giugno 05, 2012, 04:41:03 PM
Voglio pensare che lo spirito di quel cavallo mi abbia un attimo aiutato. Ero forse l'unico a cui qualcosa della vita di quel cavallo era importato.  A suo modo ha avuro riconoscenza.

Circa un anno dopo quando seppi che il vet irlandese era cornuto, pensai ancora a quel cavallo ,
che dall'alto dei cieli tirava ancora sgroppate.
[...]
Ogni volta immaginavo quel cavallo sgroppare nei pascoli celesti.
Leggerti è piacevole, divertente.. gli aneddoti buffissimi e tragicomici... ma tu sei una gran bella persona, mi ha fatto piacere leggere il passo quotato. :)
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Morina - Giugno 12, 2012, 09:51:54 PM
A me piacciono molto questi racconti, mi ricordi un po' Herriot e le sue creature! Anche a distanza di anni, ve ne capitano sempre delle belle!!!  :D
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: madamen67 - Giugno 12, 2012, 11:44:27 PM
All'unanimità si richiede prosecuzione della saga!!  :laughter-485:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: lovely - Giugno 16, 2012, 12:44:43 PM
Macchè annoiare...anzi alcuni sono molto divertenti. Continuate pure a scrivere.
Possono anche essere uno spunto per qualcuno che vorrà fare Veterinario.

Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Giugno 20, 2012, 01:35:31 PM
Aggiungi un posto a tavola


Parecchi, troppi forse , anni fa   mi ricordo di un episodio che fa sembrare tutto quel lasso di tempo  un attimo veloce.Ne vale la pena di ricordarlo.

Il tetano e' una malattia veicolata da un piccolo microbo , o meglio dalla tossina da esso prodotto.  Una volta venuti a contatto ne vengono colpiti i muscoli con progressiva difficolta' di movimento ed alla fine le conseguenze son tragiche per la paralisi dei muscoli respiratori. In medicina umana con respiratori artificiali e farmaci adeguati   ci si salva. In medicina  veterinaria ci si affida ad un programma di vaccinazioni ,di siero con immunoglobuline antitetano, penicillina e si spera di essere arrivati in tempo e che il cavallo,molto piu sensibile dell'uomo  al  tetano,  sia di fibra forte.

Un giorno di Maggio ricevo una chiamata per una cavalla  che " mangia a fatica ". Sintomo comune a molte problematiche. Senza essere troppo allarmato , ci vado.

La cavalla, haflinger di 7-8 anni, stava  nel bel mezzo di un giardino, o meglio  collinetta , sulla cui cima sorgeva una specie di casa chalet.  Sembrava non curarsi molto di cio' che succedeva. Scendo   dall'auto e cerco di avvicinarmi, ma gia'a 10 metri circa,  vedo i segni caratteristici del tetano: rigidissima nei movimenti  , si muoveva come un vecchio robot, e coda dritta.  Le sollevo la testa e protende sull'occhio la terza palpebra. Una palpebra che gli umani non hanno. La si vede bene nei gatti che si stanno per addormentare.
Ci siamo . Tetano. E' un verdetto con poche speranze.
Il padrone , ingegnere sulla quarantina e con due figlie in tenera eta',  a mio avviso non  realizza e forse questa  " non consapevolezza" , il fatto di essere abbastanza estraneo al mondo " cavallaro ", fa si che non si impressioni piu' du tanto. O meglio non lo da a vedere.
Quindi  decidiamo di procedere nonostante le sicure spese  in farmaci e le poche probabilita' di farcela.


Bene inizia la cura . Torno il giorno dopo, e la cavalla non presenta segni di peggioramento. E' già un buon segno. Proseguiamo i trattamenti.  Terzo giorno, sembra muoversi impercettibilmente meglio. Di  certo non peggiora, ma non capisco fin dove arrivi l'oggettività di giudizio ,  o sia la speranza che mi fa illudere. Però...
Decido di lasciare che i proprietari proseguan la cura .  Due giorni senza vederla. Al mio arrivo si muove , e senza ombra di dubbio, meglio di prima. Avanti!
Altri due giorni  e cammina quasi giusta..
Ulteriore controllo dopo  altri  quattro giorni  .Almeno la camminata  e' regolare, riesce ad allungare il collo fino in terra.
La cura vien  ridotta a giorni alterni. L'accordo  e' di sentirci per telefono. Passa una settimana.Forse forse.... Altra settimana  e la cura viene ulteriormente ridotta del 50 %..
Insomma passa un altro mese .Decido per il controllo finale. Arrivo e la vedo  nel prato tranquilla.
Parcheggio la macchina, scendo e la osservo. Di colpo inizia a correre e tira una sgroppata coi posteriori verso l'aria. E' guarita.

Senza l'assillo della tensione mi fermo a far due chiacchiere col proprietario, il quale mi chiede se desiderassi fermarmi a cena. Era ormai estate . Con piacere accetto l'invito.
La stanza in cui si mangiava era arredata con mobili in legno, stile chalet  alpino. Il tavolo era incassato in un angolo,rettangolare.
Il lato  lungo  ed uno dei due lati corti contro le pareti ed  avevano come posti a sedere una panca, gli altri due lati  le sedie.

Uno dei due lati corti ,quello con la panca era appena sotto vicino ad una  finestra. 

.Ci sediamo siamo in 5  , le due figlie, genitori , io. I piatti eran tuttavia 6, ma non ci faccio caso. Il sesto era sul lato corto del tavolo , quello vicino alla finestra,e non  aveva posate , né bicchiere. Pensavo servisse per appagarci qualcosa. Non mi posi certo il problema del perchè..

Dopo il primo , il padre chiese alle figlie dove fosse la cavalla, e fu allora che  a figlia maggiore prese un cucchiaio ed una pentola e cominciò a fare una specie di percussione per qualche secondo.
Ecco... rumore di zoccoli, e... dalla finestra aperta sul lato corto del tavolo sbuca la testa della cavalla che va ad annusare il piatto, purtroppo per lei tragicamente vuoto. L'altra figlia prende alcune carote e le deposita sul piatto per la gioia della loro quadrupede.

Resto abbastanza sorpreso a trovarmi come commensale una cavalla, ma cerco di nasconderlo. Lei , l'equina , sembrava usa a tutto ciò ed idem i suoi padroni. Dopo un paio di minuti forse il padre mangia la foglia e mi chiede se la cosa mi desse fastidio.
Ed io .. " cosa volete che sia, basta aggiungere un posto a tavola..."
E sebbene solo per pochi minuti avemmo  a tavola la cavalla insieme a noi.

Son passati parecchi anni da allora, ma non ho mai più avuto l'onore di poter mangiare allo stesso tavolo con un mio paziente.
Chissa' se mai  ne trovo uno per un aperitivo..


Per inciso , purtroppo non tutti i casi di tetano hanno questo lieto fine.
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: lovely - Giugno 20, 2012, 02:10:05 PM
Che bella storia, per fortuna a lieto fine.

Mi scusi signor Veterinario...la maggior parte dei casi di tetano sono mortali?
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: rhox - Giugno 20, 2012, 02:47:09 PM
non so perchè nel racconto ho pensato che fosse qualcosa che mangiava alla loro tavole che dava sintomi simili..

comunque comportamento strano, però sicuramente di grande affetto
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Laura - Giugno 20, 2012, 02:58:20 PM
Citazione da: rhox - Giugno 20, 2012, 02:47:09 PM
non so perchè nel racconto ho pensato che fosse qualcosa che mangiava alla loro tavole che dava sintomi simili..
anche io l'ho pensato!
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Melis - Giugno 20, 2012, 03:18:34 PM
Hahahahahahahahhahahaha fantastico! Esiste ancora la cavalla?
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Cielo Notturno - Giugno 20, 2012, 03:28:33 PM
che cosa tenera *_*
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Giugno 20, 2012, 05:04:55 PM
Citazione da: rhox - Giugno 20, 2012, 02:47:09 PM
non so perchè nel racconto ho pensato che fosse qualcosa che mangiava alla loro tavole che dava sintomi simili..

Anche io... pensavo uscisse furi che un alimento per noi comune desse certi sintomi..... ma proseguendo nel racconto..  :love4: :-* che meraviglia!...che tenerezza....
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: emma - Giugno 20, 2012, 07:05:19 PM
ahahaha anche io l ho pensato!  :horse-wink:

be Flavio, visto che sono stata l artefice dello spunto su questo topic.. rispondo alla domanda precedente.. ANNOIARCI???? ma scherzi????? :icon_eek:

leggo (e penso tutti :)  ) sempre con moooolto piacere, quasi fosse un nuovo capitolo di un libro.

racconti di vita vera, aneddoti ed esperienze curiose che solo chi fa il tuo lavoro puo vivere.

(siamo delle grandi ficcanaso! :smiley3:)

continua continua!!!

se vuoi puoi aggiungere anche casi clinici particolari che "insegnano" a noi come una buona intenzione puo rivelarsi una catastrofe.

belli comunque i tuoi racconti.. davvero da leggere !!! :horse-wink:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: maya - Giugno 20, 2012, 10:01:22 PM
quoto emma in toto e come gli altri supponevo che ci fosse un filo conduttore tra la cavalla con il teteano e l'abitudine di averla a tavola!

ps:lo sà che scrive benissimo e potrebbe davvero farne una raccolta???...sono davvero esileranti!quest'ultima molto tenera!
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Morina - Giugno 20, 2012, 11:15:06 PM
chissà perchè ho subito pensato che il piatto fosse per la cavalla...forse perchè potrei fare la stessa cosa  :horse-embarrassed:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Tylara - Giugno 21, 2012, 01:04:15 PM
Ho letto l'ultimo racconto col fiato sospeso: temevo che la cavallina sarebbe peggiorata da un momento all'altro!

Scrive davvero molto bene, secondo me potrebbe scrivere un libro sulle sue esperienze e pubblicarlo... Io lo comprerei di sicuro, ne ho già uno sulle esperienze di un veterinario di condotta ormai in pensione  :)
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Giugno 29, 2012, 06:29:12 PM
dimmi che mi ami .....

Uno dei limiti dell'università trovo che sia il non saper trasmettere agli studenti la grossa importanza che riveste il rapporto professionista cliente. Solo in seguito, dopo la laurea , mi son trovato a raffrontarmi con questa realtà ed ero completamente impreparato.
Non importa quanto bravo fossi , certi atteggiamenti al proprietario proprio non vanno, viceversa un vet puo' anche essere tecnicamente impreparato, ma se risulta simpatico agli occhi del cliente diventa il premio nobel della veterinaria, il resto lo fa il passa parola.

Ci sono realtà rurali in cui queste cose sono elevate ad alti valori esponenziali, nel  senso che le voci , in ambienti di piccoli paesi  sembrano andare tanto più veloci minore e' la dimensione della  comunita'.

In  una piccola isola   queste voci superano la velocita' della luce.
Il lago d'iseo , o Sebino,si trova a cavallo fra le provincie di Bergamo e Brescia,si distende per circa 25 km ed è lergo nel suo punto massimo circa 5 km. Ha la forma di una S e nel ventre di questa esse e' piu' largo . Qui si trova Monte Isola, l'Isola per gli strettamente locali,  appunto in mezzo al lago d'iseo. Una specie di collina un po' appiattita da un lato  ed il cui periplo misura 9 km, su cui si sviluppano 9 o 10 piccole frazioni, alcune lungo la riva e le altre  qui e la' sulla collina. Curiosità mi pare sia l'unico comune italiano, ma forse europero,  a status insulare, e che non si trova nel mare.

In quest'isola le uniche auto a circolare son quelle dei vigili urbani, del parroco, del medico . In compenso credo che sia il comune mondiale a piu' alta densita' di Vespe , intese come motocicli, e di motocarri a 3 ruote.
Ebbene  c'e anche qualche cavallo. Esiste infatti una specie di minitraghetto,  che e'in grado di trasportare qualche auto e piccoli camion, ma solo  con autorizzazione del sindaco et,,etc.. I passeggeri usano piccoli battelli di linea .
La traversata dura circa 5 minuti  forse.
Per i cavalli si usa il traghetto " commerciale", o meglio dopo un'esperienza un attimo traumatica in cui un cavallo a meta' strada , o meglio a metà traversata stava per buttarsi in acqua, si e' deciso di trasportare il van od il camion con dentro l'equino.

Anni ed anni fa  ricevo una chiamata per un cavallo sull'isola.....li  per li' resto un attimo impressionato...mi sembrava una presa in giro. In qualche modo appuro che la cosa ha una base,ma mi trovo ad risolvere alcuni problemi...
Primo di tutti  come trasportare di là i vari ecografi e macchina paer i raggi e etc..etc.. Poi come fare dall'approdo al cavallo  ?
Cerco di contattare il proprietario e  scopro che almeno la meta' della popolazione locale ha lo stesso cognome......vabbe' , contatto il veterinario ASL che segue l'isola  ed in qualche modo riesco  a rintracciarlo.
Nessun probblema secondo lui, vengo a prenderti con la vespa.. cerco di limitare il danno  chiedo almeno cos'ha il cavallo , scopro una zoppia.

Alla fine mi organizzo, zaino pieno di un po' di tutto e piuttosto pesante   e parto.
Biglietteria,  ,battello, ed arrivo di la'.  I locali si conoscon tutti fra di loro ,anche se sembrano spesso scansarsi. Un po' come quando ero al Liceo credo, in cui ci si conosceva tutti , ma non si passava il tempo certo a dirci ciao tutte le volte che ci vedevamo.
Quindi sbarco, e non sapevo chi dovevo incontrare, ma subito  un tale mi avvicina..." veterinario ? "  ...Si. Mi porge un casco e mi dice di montare e si parte. L'isola vista da non turista ha il suo fascino, si va con gente del posto dove i turisti non vanno e si scoprono panorami incantevoli  di questo lago incastrato fra alpi e prealpi orobiche.

Arrivo dal cavallo e scopro che in pratica e' una " bidonata " , ossia un acquisto dal solito  esperto e che si e' rivelato una fregatura. Alla visita erano presenti alcuni vicini di casa di , piu' o meno tutta la frazioncina che eran forse 10 case.
Ricordo che volaron parole non troppo gentili , non nei miei confronti ,ma di chi aveva venduto. Per fortuna il pagamento non era stato completato, e il tutto termino' con  l'affermazione...." tanto se li vuol prendere, deve venire qua " Capii solo col tempo cosa intendevano.  L'isola infatti a mio avviso e' una specie di repubblica autonoma, in cui c'e un codice rispettato di autodisciplina. Il forsetiero non e' molto ben accetto.  Un po' perplesso preparo il mio zaino per il ritorno, quando mi avvicina un ragazzo sui 16 -17 anni, locale, e molto educatamente mi chede se potesse accompagnarmi lui al traghetto e se  per favore potessi dare uno aguardo alla sua cavalla, giusto per un controllo. Aveva mai visto un vet.
Quindi altri 100 metri di vespa  e poi altri 200 metri di zaino in spalla, quasi nel punto piu' alto dell'isola, su di una spianata di circa 200 metri per 100 ecco un paddock. Ci avviciniamo ,e lui  " asiaaaaaa ", la cavalla da lontano si gira, nitrisce e subito trotterella verso l'entrata del paddock.
La cavalla si dimostra di una bonta' incredibile. Mi segue con lo sguardo come un cane, mi fiuta. Tranquillissima e calmissima .Addirittura mi cerca.
Ci provo: scusa ma hai fatto qualche corso di doma o simili ? Risponde  di no.
Ma io incalzo e vedo che il ragazzo, chiamiamolo Ermes,  mi guarda sempre piu' strano. Ok visito , la cavalla sta benone. E lui mi dice che  vorrebbe ingravidarla. Era Settembre e spiego che ci si pensa in primavera.
Per familiarizzare chiedo cosa se ne fa ,  chiaramente la situazione logistica escludeva gare o simili  e lui ,  sempre molto naif mi spiega che si diverte la domenica a girar e l'isola con la cavalla. Con molta dignità mi invita a casa sua per un ( eufemismo ) goccia da bere. Conosco la famiglia. Padre , madre, fratello maggiore. Tutti lavoratori incredibili. Sveglia intorno alle 4.15 di mattina. Traghetto alle 5. In furgone introno alle 5.15  ed arrivo sul cantiere  introno alle 7.30. Chiaramente edili. Ritorno a casa intorno alle 19.00. Da lunedi a venerdi.

Li saluto  e mi accompagna al traghetto. Intanto che arriva, l'attesa non supera mai i 15 minuti,  provo a chiedere come fosse la sua vita se  e' via da casa tutto il giorno, lavori e basta vero?'  Poi continuo...tu , morose  poche credo.. e .... stupore mi risponde che  ha una fidanzatina.
Arriva la barca , salgo  e nel breve tragitto mi chiedo come facesse a conciliare lavoro ,cavalla e morosa.. boh..
Passano alcune settimane e mi richiama, perche ' un suo conoscente , sempre all'isola, ha un cavallo etc..etc.. Ok vado.

Arrivo alla biglietteria in terra ferma. Mi avvicino e : " un biglietto andata -ritorno  "... ed il tipo al di la' del vetro...in stretto dialetto bresciano " Che gai i cahai " cioè cos'hanno i cavalli.. Resto sconvolto.. per la miseria sanno gia' che oggi arrivo, ma non all'isola , all'imbarcadero in terraferma..qui le voci girano eccome. Mi imbarco con la sensazione che tutti sapessero chi ero, mentre io conoscevo nessuno.

Arrivo ed il rituale vespa con casco in prestito si ripete. Arriviamo, visita,ma era una cavalla un po' piu' feroce. Ma la cosa procede. Ermes mi fa sempre da guida turistica .
La cosa comicio' a ripetersi concadenza periodica.Insomma ero diventato il vet dei cavalli dell'isola, pochi circa 6 o 7 , ma l'andarci aveva sempre un suo fascino. Ricordo una volta in febbraio dopo una nevicata. Il ritorno era verso le 17.30 , al tramonto, e dalla barca potevo ammirare tutte le montagne circostanti che a quell'ora assumevano un colore rosato. Tutto bianco, con le luci delle case e delle strade che  comiciavano ad accendersi.Da favola viste dal lago.
. L'ospitalita' era , rustica , calda. Il mio fegato forse non era contento. Ebbi il modo di conoscere l'olio extravergine dell'isola, quasi introvabile, i salamini locali,    l'attività  che oltre la pesca reggeva l'economia dell'isola insieme al turismo : i retifici.  Reti da pesca ovvio, ma anche le reti delle porte di calcio uscivan quasi tutte da li' idem le amache .Un giorno mi regalarono un'amaca fantastica.
I casi clinici  per fortuna non erano mai  da panico. Tossi , feritine, qualche tendinite,sobbattiture , ma mai nulla di grave. Le lettiere eran fatte da foglie di bosco.

Ora dopo ormai un anno dalla prima visita avevo una certa confidenza. Il solito sabato mattina vado all'isola, incontro Ermes per le solite cose. Finamo prima e ci fermiamo , guarda un po' , ad un bar . Io gli chiedo "allora... 'sta morosa  come sta ? " Lui abbassa gli occhi e mi fa capire che qualcosa non quadra..
Ahia ! Temo di aver toccato un dolente tasto....E lui sempre piu' o meno guardando in terra ,
.".sai lavoro .... son sempre preso...la cavalla.... i terreni.."
Ahhh capisco e cerco di tagliarla ..ma lui   prosegue ,
" sai si lamentava.."
Io cerco di fare il vecchio saggio  " beh, han ragione un po' di tempo bisogna dedicarglielo... insomma qualche diritto  ..dai... "
" Infatti " dice lui. " Sai e' venuta a discutere ed io le ho spiegato  come fossi preso,lavoro , la cavalla, la cavalla ed il tempo che avanzava era poco."  Comincio a capire....
" scusa Ermes..... Lei è venuta per chiederti un attimo di considerazione in piu' rispetto ad un , per quanto nobile, animale, e tu..tu.. tu le hai detto che preferisci la cavalla a lei ?? " .
Risposta..  "non proprio."..
Ed io " come '? " 
Lei mi ha chiesto se volevo piu' bene a lei od alla cavalla..
Io quasi per ridere rispondo , di certo hai detto alla cavalla. Ed Ermes : "praticamente si ! "
Cooooooooooosaaaaaa ???!!! Ma Ermes, ...., Ti rendi conto che hai distrutto una persona ... Una di 16 anni anni che si sente dire che il moroso preferisce una cavalla a lei ??
Stette zitto. Io tagliai, ma ero fra il ridere in maniera incredibile e la voglia di dargli due sberle.
Crescera' mi dissi. Certo non avrei voluto essere nei panni di quella ragazza.

Gli anni passarono , un giorno scopro che ha un'altra morosa, anche lei dell'isola , ma per meta' ossia la madre era locale  ed il padre   addirittura di fuori regione, e veniva a trascorrere le ferie all'isola.
  Probabilmente era maturato , fatto sta che nel giro di un anno  o due si son sposati , lui si e' trasferito fuori regione , oggi hanno una figlia . Sono tuttora in contatto con loro.

Non vedo piu' la cavalla addetrata a suon di carezza che mi seguiva come un cagnolino. Nessun corso , nessuna doma dolce, niente di niente ma  l'ndole delle cavalle tirate su da Ermes era incredibile. La cosa si ripete' con la puledra.
Oggi e' felice e spero abbia riversato questo suo dono sulla figlia e moglie.
Vado ancora all'isola,ma devo dire che  qualcosa quando ci vado mi manca
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Giugno 29, 2012, 10:37:00 PM
però che tenerezza dai.... i paesini così isolati (e più isolato d'un paesino su un'isola..che vuoi che ci sia?) magari a quell'età all'amore ci pensava poco....

Stava bene con la cavalla che di certo non chiedeva regali o cenette fuori...

Povera ragazza...
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Shanna - Luglio 02, 2012, 09:08:44 AM
infatti... che tenerezza. :)
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Morina - Luglio 02, 2012, 03:02:06 PM
Sicuramente avrà trovato una moglie...che si è innamorata della cavalla prima di innamorarsi di lui! E poi se l'è sposata!  :horse-wink:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: rhox - Luglio 02, 2012, 03:25:47 PM
eh, probabilmente quella cavalla gli ha dimostrato molto più affetto della fidanzatina..
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Muriel - Luglio 03, 2012, 08:59:14 AM
Ma qualcuno che sappia di computer potrebbe fare un bel file e raccogliere queste storie ? Ovviamente con permesso. E conservare ? Sono bellissime !
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Ipparco - Luglio 03, 2012, 09:25:25 AM
Se le vuoi conservare per te stessa basta fare copia/incolla su un file word o analogo..
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Luglio 03, 2012, 03:34:34 PM
io  le ho in un file che si chiama storie del vet. ne ho ancora una decina.
poi  ogni tanto mi riviene in mente qualche episodio , e butto giu' due righe  giusto per farne memoria , che poi in un secondo e terzo tempo sviluppo. Sia chiaro che non sono james herriott.

fm
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Muriel - Luglio 03, 2012, 06:20:07 PM
Citazione da: Flavio - Luglio 03, 2012, 03:34:34 PM
Sia chiaro che non sono james herriott.

fm

Ma........chissà?

Un tuo collega (che consoci) e' diventato scrittore di moto !
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Luglio 06, 2012, 12:05:59 AM
fanghi ( quasi termali )

L'Australia è una terra che affascina. Quante , ma quante volte mi son sentito dire  " perche' non ci sei rimasto, perchè sei tornato etc..etc.." .
Al di la ' delle motivazioni personali, noto che  l'idea che si ha da qui dell'Australia è alquanto distorta,  ci sono alcuni stereotipi, ma non e' che ci siano squali in ogni dove pronti a far fuori i bagnanti, e nemmeno canguri che vanno a spasso per Sydney o coccodrilli in ogni pozzanghera insiema a ragni e serpenti.

Primo e' grande come l'europa piu' o meno e con solo  20 milioni di abitanti dei quali almeno 8 sono concentrati in 5 citta'..... il resto sparso um po' qui un po' la in particolare sulla costa pacifica.
All'interno il vuoto.

Viverci , non da turista, e frequentando i locali, comporta una discreta capacita' di adattabilita'-
La prima cosa e' la vita tranquilla, fin troppo. Provare ad andare in giro per una citta dopo le 8 di sera  ,melbourne e sydney comprese, tranne che di venerdi e sabato..... Chi si alza dopo le 7 è' considerato un dormiglione, ma davvero. Di solito la sveglia si ha intorno alle 5,30  max 6.30-

le distanze..... 80 km fuori citta' e' periferia, Come paramentro direi che per  loro 100 km fan l'effetto  come a noi 15- 20 km .

Il clima . Ci si immagina deserti e siccita'. Vero . Ma ci son zone con foreste tropicali, laghi e fiumi.
Appunto quando arrivai mi aspettavo sole e sole, e parecchio. Infatti presi subito , su consiglio di chi  conosceva gli europei la crema solare protezione 72 e mi diedero un cappello da portare in auto, sempre. Ma presi tanta e tanta acqua anche.

La prima clinica dove lavorai era circa 80 km fuori Sydney, due ore per arrivarci con  15 minuti a piedi , primo treno, cambio, secondo treno, cambio, terzo treno .stazione, e 5 minuti a piedi.
2 volte al giorno. Ma non era lontana per loro.
Dopo la prima settimana comprai uno scooter.
Dopo la seconda settimana cominciai a chiedere se c'era un posto libero da qualche parte in zona. E presso un allevatore , cliente della clinica , c'era una stanza libera Solo  15 km dalla clinica. Un sogno, mi sembrava di averla fuori dalla porta.

Tenuta piccola  , una 50 di ettari. Con circa 30 fattrici , 4 stalloni ed altri recinti qua e la' . Zona collinare, e quindi, tipico australiano , in un avvallamenyo avevano fatto una specie di diga artificiale che favorivva la raccolta della preziosa acqua in tempi di siccita'. Dal laghetto cosi' creato si diramavano alcuni tubi che portavano a vasche da bagno usate e riadattate che fungevano da abbeveratoi.Pompe idrauliche aiutavano la risalita delll'acqua.

La casa era una simpatica gabbia di matti 4 cani, un ragazzo irlandese che lavorava in un altro allevamento, una ragazza di 17 anni che fungeva da groom . Il padrone di casa  wayne. Un personaggio simpaticissimo,pieno di amici ed amiche che venivano a visitarci. Spesso qualche ospite in piu' era la regola. Almeno una volta alla settimana un party. Lavoravo e dopo a casa mi divertivo davvero. Una campagnia fortissima.

La domenica ci alternavamo nella cura dei cavalli, il che si riduceva a dargli il  fieno. Spesso wayne e la ragazza erano in giro per concorsi ippici , partivan presto arrivavan tardi.
Io e l'irlandese ci arrangiavamo.  Si trattava in fin dei cnti di 15 -30 minuti.
C'eran due carriole su cui si caricavan le balle di fieno , si raggiungevanoi recinti e via a sparpagliare qua e la' il fieno.
Poi venivanoi 4 stalloni  ai quali priam andava pilito un attimo il paddock da cacche residue, e poi dato il fieno.
Sara' ma quandoio ero in quella zona la pioggia era quasi una costante alla faccia del sole , e che acqua, pensavo quasi che mi fossi tirato dietro ilclima dell'irlanda.
Una domenica di pioggia, ero di turno, Se pioveva le cacche potevano restare dov'erano, in un paddock di 30m X 10 m non davan tanto fastidio due o tre mucchietti. Quindi solo fieno.

Toccava me. In casa rimaneva l'irlandese, suo fratrello  con morosa che spesso ci facevan visita.
La temperatura era sui 35 gradi. Questa e' un'altra curiosita' faceva un caldo esagerato anche quando pioveva e le pozze  d'acqua erano calde , ma davvero.
Quindi  se avessi messo un k-way avrei avuto caldo ; un obrello impacciava. Decisi allora di andare in costume da bagno  , ripeto c'eran piu' di 30 gradi anche se nuvolo, e stivali- La zona era isolata ed uno vestito in pratica da scemo non avrebbe dato nell'occhio in quanto nessuno lo avrebbe visto.

Preparo le balle di fieno e parto con la mia carriola , sotto la pioggia, in costume. Avrei fatto una doccia in casa al rientro mi dico.
Tappa dalle fattrici.entro , e comincio a spandere il fieno. Nessun problema. Finisco in breve.
Esco , chiudo il cancello e mi avvio in leggera discesa verso gli stalloni.  4 reciti abbastaza vicini . Immaginare un rettangolo diviso per le linee medianein 4 rettangolini uguali.  I primi due dal lato lungo erano a monte, cioe' io arrivavo dall'alto e buttavo il fieno mezza balla di qua e mezza balla di la'.
Poi scendevo lungo il lato corto, circa 30 metri e dal basso, piu' faticosamente tiravo  la solita mezza balla  prima ad uno , poi all'altro , ma con piu' fatica ,essendo io a valle in questo caso.

Quindi , arrivo con carriola e fieno , io gia' bello fradicio, prima mezza balla e seconda mezza balla OK.
Devo precisare che i recinti eran vicini ,separati da almeno un metro e per impedire che gli stalloni si morsicassero etc.. Due giri di fili eletrici cerano montati su alcuni tubi di plastica inseriti diagonalemnte nella palizzata del recinto  in modo che gli stalloni se ne stessero alla larga.

Questi fili  se dal'alto non intralciavano  il lancio del fieno, dal basso complicavano un attimo la vita.
Orbene, arrivo dagli stalloni a valle, bagantissimo , un po' sudaticcio., e via al primo lancio. OK

Carriola , 20 metri verso l'ultimo stallone. Mi preparo per l'ultimo lancio. Mi avvicino , afferro la mezza balla e uno , due , e....scivolata sul fango , balla che parte e mano che tocca il filo elettrico.
BANG scossone che attraversa tutti i miei organi, non faccio tempo ad imprecare in italiano riferendomi all'anatomia dei maschi,che  mi appoggio per istinto al recito e BANGA altro scossone, e questa volta ancora piu' forte .Cado davanti dove non ci son piu' fili ma una bella pozzanghera , calda, ma fangosissima.Passato in qualche secondo lo shock mi rialzo  in uno stato pauroso coperto di fango dai piedi alla testa , ma davvero. Probabilmente insieme al fango c'era altro , ma sinceramente fra schock e terra non me ne sono reso conto.
Dopo circa un minuto in cui mi riprendo un attimo,  decido di andare , con la carriola verso casa.
Arrivo in un altro minuto, e qui .. che faccio ? In casa di certo non entro. Resto come un cretino sotto la pioggia sperando in una specie di doccia naturale. Ma si apre la porta .. e l'irlandese fratello ridendo  mi chiede cosa  avessi combinato per conciarmi in quel modo. Rispondo che sono  solo scivolato nel fango e per non sembrare troppo idiota  non racconto di aver toccato i  fili elettrici.
Allora esce la morosa con ombrello, e presi da pieta' prendon la canna dell'acqua e mi infilano dove si lavavano i cavallli e via a bagnarmi , e si divertivano pure. Arriva pure l'altro irlandese  e giu' a ridere.
La tiravano anche per le lunghe... alla fine dopo 5 interminabili minuti di getto continuo , piu' freddo dell' acqua piovana sia chiaro,  mi  passano una simil salvietta. Mi pseudoasciugo e via in casa per doccia calda liberatoria.
La sera arriva il padrone di casa che gia' sapeva tutto e rideva, idem la groom, idem in clinica il giorno dopo , mi son trovato subito un'inserviente che ridendo mi chiede se gli do una mano a dar da mangiare ai cavalli...
Non ho mai capito come mai la cosa li avesse cosi' divertiti. Boh forse la mia faccia da lottatore nel fango ?? Forse l'avermi innaffiato per bene a getto forte per 5 minuti. Forse avevan mai visto un vet conciato in tal modo..
Seguirono altre domeniche  con turni di  fieno e carriola. Ma tutto filo' liscio.
L'anno seguente  mi trovavo in un altra  clinica a circa 300 km  . Un giorno passa il vet della sede distaccata. Lo conoscevo pochissimo,  ed mi avvicina,  ci presentiamo, e lui so chi sei , sei quello che  sei volato nel fango  dando da mangiare agli stalloni giu ' vicino a sydney.
Si , infatti,  risposi, ma gli stalloni ebbero regolarmente la loro razione, fu l'unica cosa che riuscii a rispondere...
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Luglio 11, 2012, 05:05:02 PM
....devono aver ereditato e coltivato lo humor inglese, laggiù tra i canguri...
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Luglio 12, 2012, 04:57:04 PM
Ciao a tutti

Finora ho sempre raccontato episodi che mi sono capitati anni fa nel corso della mia carriera di vet . Ho sempre cercato di mettre la cosa quasi da un punto di vista umoristico,  o quanto meno di umanita' o che comunque non mi avessero fatto pentire di aver fatto il vet.
Purtroppo non è sempre così. Per nulla, Come in ogni mestiere può capitare che alle volte i toni degenerino   e succeda qualche discussione o peggio.
Giusto per far notare  che non lavoro in un limbo dorato od al di fuori delle cose quotidiane.

L'episodio a cui mi riferisco è recentissimo , dell'ordine piu' delle ore che dei giorni .A.D.2012

Circa 18 .15 di sera :  Ring Ring .... anzi DIN DON DAN  in quanto il mio cell ha come suoneria dei ben rintocchi di campana. Unica eccezione  quando mi cerca mia moglie o mia figlia che la suoneria e' regolata con la tromba dell'adunata militare....
Un signore che non riconosco, ma afferma  di avermi già contattato  tempo fa e dice che c'è un cavallo in colica .
Mi informo dove fosse il cavallo,  cosa stesse facendo e risponde  che lo stan facendo passeggiare.
Parto.
Dopo cira 30 minti arrivo . Mi avvicina il tipo, che non ricordo di aver mai  visto e mi racconta  che prima aveva il cavallo in un altro posto e solo allora comincio a rammentare qualcosa.
Bene , mi spiega che il cavallo NON è il suo ma di una ragazza che lo ha a meta' col moroso e si tratta di un trottatore da corsa che aveva gareggiato la sera prima. Li vedo a circa 30 metri che passeggiano, solo cavallo e ragazza . Niente moroso.

Dopo aver lavorato , in particolare i primi anni , molto in ambiente ippico, subito mi si sono drizzate le antenne,  vuoi per chissa' cosa han combinato al cavallo ,vuoi perche' spesso  in quell'ambiente ho avuto difficolta' , se non proprio impossibilita', anche che  i conti fossero saldati.
Preciso comunque che il mio miglior cliente di sempre e' stata una scuderia di cavalli galoppatori siepisti , e che purtroppo per me si e' trasferita di 300 km da casa mia, ma che tuttora ogni tanto mi chiama.

Orbene il tipo che mi aveva contattato mi chiarisce che in pratica la ragazza sa ben poco o niente di cavalli , solo che per stare col moroso, fanatico di corse , si sta adattando.

In effetti la vedo superagitata in preda al panico . Ad ogni raspata di zampa era un urlo e cosi' via.
Prima ancora che cominci la visita mi dice che la sera prima, dopo la corsa,  gli hanno fatto il bicarbonato...
Comincio a capire di avere a che fare  con soggetti , almeno  quelli non presenti al momento, a cui il cavallo interessa ben poco  , ma interessa che corra e corra e corra e basta.
La pratica del bicarbonato e' una vecchia pratica in cui dando questa bevanda si cerca di tamponare l'acido lattico  che si forma con lo sforzo. Ma non e' un recupero fisiologico, solo che  farlo capire a certi cavallari e' una battaglia contro un muro di gomma . E devo dire che da tempo mi sono arreso. NIENTE  da fare .

Le mie antenne gia' alte hanno un sussulto.
Comincio la visita , ed infatti l'intestino si muove  regolarmente dovunque, le mucose sono OK, . Certo raspava e cercava di sdraiarsi , il che indica che qualche fastidio c'era , ma a dire il vero si sedeva piu' che rotolarsi....
Ascolto il cuore BUM BUM BUM BUM  frequenza di circa 70 e rotti, come se avesse appena finito una corsa di 10 km.

Cerco di buttarla sul tranquillo ed esco " ..sembra uno che ha bevuto il caffè..." Che è un'altra pratica da cavallari ippici, ma la ragazza non ne sa niente....

Allora  decido che il cavallo va tranquillizzato e reidratato.

Leggero sedativo , ma prima di fare il resto pero' lo ispeziono, mi infilo il guanto lungo il braccio  , ci butto un attimo di vaselina sopra .... e la ragazza " " ma cosa faiiiiiiiiiiii" . La guardo un po' con la pressione in salita, e le dico, devo capire cosa succede nella pancia...
Lei iperagitata  mezzo  urlando sbofonchia qualcosa....Mi calmo e le dico.. "scusa  hai mai visto una visita per colica ?' Lei..".NO.." .ahhhhh Faccio io .  Il signore che mi aveva contattato la tranquillizza, ma quando mi avvicino con braccio alla coda , altro urlo... il cavallo si spaventa... ma riesco a trattenermi..
Alla fine ancora " ma cos'èèèèèèèè " con l'accento tipico della lombardia orientale dove allungano le ultime  vocali.  Io che non certo esco da Oxford esplodo, " gli ficco il braccio nel C**o , mi vuoi spiegare come faccio a capire se tutto funziona o meno. Lui purtroppo non parla !!! "

Lei si calma ed anch'io.
All'ispezione non sento nulla di particolarmente strano se non un gran caldo, e mi dico...questo soggetto ha la febbre. Cosa che verificata poco dopo si  confermava con un bel 39 gradi.

Avevo nella testa le idee piu' strane. Cavallo con dolori,  temperatura , intestino in ordine etc..etc..

Dimenticavo di scrivere che ogni 10 minuti squillava il cellulare della ragazza ed il moroso,  si informava , ma il suo tono sembrava alquanto alterato.

Ok decido di parlargli io...gli spiego le cose, sperando che mi dicesse un attimo COSA gli aveva fatto;  era EVIDENTE che qualcosa , e non solo il bicarbonato era stato fatto..... ma l'unica risposta, da buon cavallaro ippico :  per favore fammi la dichiarazione di quello che hai fatto. Questa e' una pratica comune nei cavalli da corsa in  van dichiarati i farmaci che in corso di visita son stati fatti, perche' se dovesse correre  appunto, la commissione antidoping va avvertita.

Nel ripassare il cell alla ragazza sento chiaramente che lui dice a lei che bisogna fare gli elettroliti...mi verrebbe da chiedere quali...

Il cavallo intanto peggiore, si butta in terra esausto.

Fiuto che la cosa sta prendendo una brutta piega e mi avvicino al tipo che mi aveva contattato e che comincio a maledire ...

Gl spiego, ascolta il cavallo e' messo male , ma non da colica ,ma chissa' da quale ( mal ) pratica. Lui mi dice che era stato la sera prima  all'ippodromo ed a fine gara il cavallo faceva impressione, schiumava dappertutto mente gli altri eran quasi normali. E che avrebbe avuto un'altra corsa da l' a 5 -6 giorni...Ma per lui era stata la prima e sarebbe stata l'ultima volta che era entrato in un ippodromo.

Aiuto !!!!

Decido per una flebo di ringer lattato . La sto montando, e suona il cell della ragazza che da me era distante 50 cm.
Lui chiede come va ,e lei risponde che stiamo per iniziare la flebo.
Ora Lui, urlando dice  testualmente  " ..ma ti fidi o non ti fidi di me , quello  è un cretino  , dove farlo prima , etc..etcc"
Lascio finire la telefonata  facendo finta di niente. Poi chiedo, ci son problemi ??
Lei ..eh si....
io  " cioè ? "
continuo ..vuoi  che vada avanti ?? mi devo fermare ? Insomma ditemi se devo curarlo o meno.
Lei  era certo fra l'incudine , io, ed il martello , il moroso . Insomma avrebbe voluto che il cavallo chiramente fosse curato , ma il moroso la stressava.

Decido per una volta di vuotare il sacco .
Stacco la Flebo, porto le mie robe in macchina, chiudo le portiere. Il tipo mi avvicina,   eeeeee " ma cosa fai ??? " , mezzo stupito..  Ed io ..".Ascolta un attimo, io facevo il vet prima ancora che il tipo al telefono nascesse. Mi sto dando fare per salvar il suo cavallo dopo che LUI ed i suoi soci chissa' cosa han combinato, e questo , che non mi ha mai visto ne' conosciuto , per telefono mi da del cretino..........."
Il tipo si gira verso la ragazza,  e lei annuisce.
Cerca invano di farmi ragionare , ma ormai sono esploso,  di questi ammazzacavalli son gia' stufo da anni. Vuole ammazzare il cavallo , cavoli suoi !
La ragazza piange... ma  a me ormai  non mi interessa piu'. Mi dice quanto mi deve, ed io  ..riceverete il conto del cretino.
Lei mi dice ti prego NON uscire di qua perche' se  lo incontri..... ,la blocco ..ah si???
Scendo dall'auto :
MI vedi ?? son ben grosso, fooorse e' il caso Lui che si sposti, ed inoltre ho un bel jeeppone  grosso , voglio vedere chi ha la peggio , il tutto urlando. 

Lei cerca  di  farmi capire che in effetti era combattuta fra l'amore per il cavallo ed il moroso.  Ma io continuo piu' calmo ... bel moroso che da superesperto  dà del cretino a chi cura il cavallo----- bell'ignorante... spero che abbia LUI problemi di cuore  e che chiami l'amico dell'ippodromo ,poi vediamo se preferisce un medico o meno...
Il tipo che tutto aveva organizzato e' stralunato ,mi chiede se potra' chimarmi ancora...  ma certo non vedo il perche'..

Mi allontano smoccolando, senza traccia di moroso in arrivo....

15 minuti dopo mi chiama  che mi aveva telefonato scusandosi ancora, e mi riferisce che pure lui si era schifato. E mi riferiva di una serie di punture di non si sa bene cosa etc....
Mi ha richiamato anche il giorno dopo , che il cavallo non sta certo bene....

Mia moglie mi ha cazziato per bene, " dovevi stare calmo  e fargli un conto da 300 euro ". Ok ha ragione , ma in quel momento col caldo,la tensione, il cavallo in terra , un tale che almeno 25 anni meno di me mi da del cretino nel mio mestiere...
sono esploso.
Pensavo in serata quando era l'ultima volta che mi ero arrabiato di brutto in corso di visita.... era circa 15  o 16 anni prima. Visita di compra vendita di un cavallo , da corsa..
Coincidenza ? Lo spero.
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Ipparco - Luglio 12, 2012, 05:29:10 PM
Che gentaglia..
E' uno dei motivi per cui secondo me la proprietà di un cavallo dovrebbe essere sottoposta a controllo. Una patente o qualcosa del genere..
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Luglio 12, 2012, 06:03:18 PM
aggiornamento

il giorno dopo quest'episodio intorno alle 16.00  con piu' di 30 ° il proprietario eì stato visto che allenava il cavallo col sulky.
Pensavo di averne viste di ogni... questa supera ognilimite di umanita'.
Mi han segnalato che levato il sulky , il cavallo e' stramazzato a terra..... in pratica in agonia..

f
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Shanna - Luglio 12, 2012, 08:53:52 PM
no ma sono da denuncia....
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Luglio 13, 2012, 12:54:45 AM
....ma....


sono sconcertata.

Flavio, se apro un paio di topic riguardanti ciascuno una pratica di cui ho sentito parlare, incluso il "fare il bicarbonato" mi chiariresti le idee?
E' che ho da poco fatto visita a una scuderia vicio casa dove allenano trottatori e, in 3 ore he son stata lì, ne ho sentite davvero tante... "che si fanno per far star bene il cavallo!"
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: rhox - Luglio 13, 2012, 06:55:27 AM
c'è sempre da restare senza parole..
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Luglio 13, 2012, 01:27:42 PM
no , per favore risparmiatemi . Non ho voglia di menzionare  e di scrivere riguardo le malpratiche  dell'ippica.

sono cose che si trascinano da decenni e decenni ed unabattaglia contro un muro di gomma.

f

Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Ipparco - Luglio 13, 2012, 01:51:14 PM
Ma il cavallo è morto? Non si può sporgere denuncia per maltrattamento?
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: vaniglia1981 - Luglio 13, 2012, 02:49:52 PM
Cosa possono avergli somministrato per aver avuto tali effetti?
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: bambolik - Luglio 13, 2012, 04:37:28 PM
ma è sopravvissuto?
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: lovely - Luglio 13, 2012, 06:16:10 PM
Povero cavallo.
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Luglio 19, 2012, 10:01:30 PM
Passiamo a cose migliori 

"Corso intensivo di artroscopia "

Verso la fine degli anni 80 cominciava ad affacciarsi anche in campo chirurgico equino la tecnica di operare lesioni all'interno delle articolazioni mediante l'uso dell'artroscopio.

Come funziona . Le articolazioni degli arti  sono costituite dalla giunzione di due o più' ossa, che sono rivestite da cartilagini per  evitare l'attrito e ogni articolazione e' contenuta in una specie di sacchetto che si chiama capsula articolare, al cui interno e' contenuto una specie di olio che le  lubrifica le ed e' di colore giallognolo, tip vino bianco , ma viscoso.

Ora  , quando c'era un problema alle articolazioni, vuoi frammento osseo vagante ( chip ) vuoi lesione cartilaginea,  l'unica tecnica era di incidere la capsula articolare col bisturi , esporre l'articolazione e rimuovere il problema.

Semplice, ma con molti strascichi. Si esponeva l'articolazione e questo la metteva a rischio di contaminazione, il periodo di recupero era lungo ed indaginoso con pericolo sempre di contaminazione.
L'artroscopia prevedeva l'impiego di due  tubicini di circa 5 mm di diametro  .
in uno era infilata una telecamera collegata a fibre ottiche  e un tubo in cui fare penetrare in articolazione soluzione fisiologica.
In questo modo si distendeva il sacchetto, capsula articolare , in maniera tale da creare spazio per muovere i tubicini. Nel secondo tubicino si poteva infilar ed una pinza con becco a coccodrillo in modo da afferrare il frammento, oppure una specie di mini cucchiaio per poter ripulire  eventuali lesioni. Una volta estratto poteva servire come " tubo di scarico " cioè' , da una parte  si immetteva soluzione fisiologica per lavare l'articolazione ed il liquido fuoriusciva dall'altro tubicino inserito nel secondo foro.
Tale tecnica aveva dei tempi di recupero velocissimi  e quasi rendeva quasi nullo il rischio di contaminazione.

Ad uno vet laureato da poco  all'univ. L'artroscopia sembrava una parola della luna. Di cui si era sentito parlare , ma in pratica mai vista.

Nella prima clinica dova avevo iniziato il tirocinio, in Australia, l'uso di questa nuova tecnica era già' pratica quasi quotidiana.
Ero riuscito a partecipare come assistente , ma mai fatta di persona. Sulla carta sapevo tutto , ma in pratica mai fatta.
Il vet chirurgo non mi affidava certo casi di artroscopia, mi spiegava bene..ma di fatto  ben poco.
Gli chiesi un giorno di come avrei potuto imparare se di fatto  non avessi mai usato le mie   mani. Lui mi disse che presto si sarebbe presentata l'occasione, prima pero' avrei dovuto fare un po' di allenamento. Come , non lo capivo.

Ma ecco che si presento' l'occasione.

La clinica si trovava circa 80 km fuori Sydney  ai piedi di quelle che loro chiamano le " blue mountains", all'inizio di una cittadina di circa 10.000 abitanti: questa città'  era divisa in due da un fiume, Hawksbury, che prendeva questo nome dopo che due affluenti provenienti dalle gole delle montagne si congiungevano, per altro in un posto da eden.
In Australia  , almeno quella interna, non si praticano grandi opere di ingegneria per le strade, spesso non asfaltate,  e dato lo scarsissimo traffico, spesso non costruiscono ponti , ma la strada passa nel letto del fiume  quasi sempre secco, oppure ponticelli minimi, ma che comunque garantiscono il passaggio anche quando c'è una rara pioggia.

Era il caso anche del ponte sull'Hawksbury , che percorrevo  2 volte al giorno nell'andare e nel tornare dalla clinica.
Orbene, piovve per 5  giorni di fila e dal terzo giorno in poi il ponte andò' sott'acqua.
Morale 3 vet su nove  nr1 john il boss,3 il chirurgo ed il 9 io, rimanemmo isolati e non potevamo tornare a casa.
Poco male ...si fa per dire.... allora la clinica era organizzata per dormire , due letti ed un terzo letto optional , cioè' il terzo letto era il tavolo operatorio comunque comodo.
Il clima era caldo per cui i vestiti era le tute da lavoro e ce ne erano a bizzeffe. Si tratto' in pratica di acquistare un attimo di " intimo " per ricambi e toelettatura varia.
Certo , le sere cercavamo di stare da alcuni clienti...ma intorno alle 8 ,..clinica.

Il boss aveva fatto una scorta di birra notevole e dopo le 9.30 in pratica era " dormiente "
il 3 , appassionato di volo, si dilettava a frequentare un vicino aeroporto militare, ed il  vet 9...si grattava .
Vista la noia 3 mi venne incontro. Mi arriva la seconda sera  verso le 22 con 2 gambe di cavallo un'anteriore  ed una posteriore.Dal carpo compreso in giù' la prima e dal garretto la seconda.
Bene , mi disse di tornare dopo 10 minuti , intanto lo sentivo armeggiare in sala chirurgica.
Dopo 10 minuti mi chiama e vedo l'artroscopio pronto per essere usato , e le due gambe sul tavolo operatorio.
Ok Flavio, vuoi allenarti in artroscopia.... Bene ho inserito alcuni chicchi di riso in un nodello, e nel vedi di riparar i danni alle ossa del tarso ( garretto ).
Qui c'è l'artroscopio, la teoria la sai. Divertiti , ciao. Ci sentiamo domani mattina.

Eccomi ,l'avevo voluto , bloccato in clinica, silenzio assoluto. Un certo odore di ...carne, Artroscopio in mano e poca possibilità di fare danni.
Come al solito la pratica e' ben diversa. Potevo comunque permettermi di sbagliare .
Dopo qualche tentativo, fatto con siringa ed ago riesco a centrare la capsula articolare del nodello  e comincio a gonfiarla. Si distende quasi come un arancio.  Quando la vedo ben tesa decido di inserire l'obbiettivo .

Il chè non fu difficile.  Il difficile era capire cosa si vedeva. Lente ad occhio di pesce che deformava le strutture . Istintivamente la spingevo all'interno , ma in questo modo diminuiva il campo visivo . Dopo circa 10 minuti di " qui ci capisco un ...."
Decidido di interpellare il 3 illudendomi che fosse rimasto......speranza vana..
Cerco il boss, ma nell'avvicinarmi alla stanza  dove vedevo la TV accesa, sento  un discreto rutto.... Rido,  ed il boss... Flavio vieni per una birra. Dura dire di no.... Ok vada per una birra, ma lo vedo in stato  niente male....
inutile chiedergli di artroscopia , l'unico argomento era barche e battute di pesca...
Ok ridiscendo, ricomincio.
Questa volta allento l'obiettivo e comincio a riconoscere le strutture, ma di chicchi di riso nemmeno l'ombra..
Ci provo, riprovo  ,riprovo...lascio perdere. Mi dichiaro ignorante .Ore 24 circa..

Ok decido per il garretto, ,ma qua era più' facile essendo in pratica quasi scoperto. Vedo alcune graffiatine,  e le sistemo , ma senza nemmeno  l'artroscopio.
Ore 00.45
Decido per l'altro nodello....
Inserisco l'ago, aspiro....non ci sono. Riprovo, mi sembra Ok , ma aspirando per controllare esce una cosa bluastra..... Buio completo.

Provo comunque a distendere e tutto va secondo norma. Buio ancora intenso.

Inserisco la telecamera... blu un po' attenuato... ma in pratica non vedevo niente...
Decido di inserire  l'altro tubo e procedo col lavaggio articolare , nel giro di 5 minuti la cosa si rischiara.  Ci vedo  e ....incredibile vedo anche un chicco di riso . Si trattava di afferrarlo. Inserisco il coccodrillo, ma la coordinazione fra cervello e mani e' un attimo difficoltosa. Facendola breve ci son voluti alcuni tentativi, ma alla fine lo estraggo. Ore 02.30 circa.
Rimetto in ordine il tutto  e decido che e' ora di dormire , sempre nella stessa stanza. Unica precauzione  : messe le zampe in cella frigorifera.

Non vedo l'ora di dirlo al 3 la mattina dopo, ma scopro che il vet 3 ha dovuto in qualche modo raggiungere casa, facendosi traghettare , perché' la sua bambina aveva problemi.
Vabbe'.
Lo rivedo la sera dopo e non mi fa nemmeno parlare...Ok OK stasera dovrebbe essere ancora una sera in clinica... dai altre artroscopie.
Più' o meno la stessa cosa della sera precedente, ma la differenza fu che la prima era blu e la seconda normale.....
Ma che patologia poteva essere ???  Blu... Boh...
Quella sera pure il vet 3 era in clinica, e viene a trovarmi.
Alle mie domande lui ridacchia. Ok penso qui mi prendono in giro.... dov'è la fregatura ???
Mi spiego' che un'articolazione era stata lasciata normale , in maniera tale che avrei potuto avere un riferimento di una sana. E la cosa ha una vera logica. Prima devo certo sapere come si vede una cosa normale , prima di capire come funziona quando qualcosa non va...
Ed il blu ???
Ah Ah .... semplice avevo introdotto il chicco di riso e poi un colorante giusto perché' alcune volte c'è sangue e non vedi. Solo che l'unica cosa a disposizione era il colorante blu......

ahhhhhhhhhhhhhh
Bene l'idea del lavaggio.
Insomma il corso era superato o quasi.
Ci voleva una birra, quindi birra per  vet 1 . vet 3 , tra l'altro eran cognati avendo sposato due sorelle, e vet 9.
ore 23 circa. Terza ed ultima notte sul letto operatorio.

Col tempo venne introdotto anche un monitor tipo TV collegato all'artroscopio, in cui si vedeva l'immagine dell'articolazione , ben in grande, rendendole cose più' facili. Ed in particolare  vet 3 poteva guidare le mie mani vedendo lo schermo....alza, gira, fai entrare liquido, aspira , afferra, esci..

wow !
Ok ci voleva una mini alluvione ed alcune notti su di un materasso verde,non cambiarsi per 3 giorni, un capo ubriaco o quasi, ma qualcosa nella direzione giusta si era mossa.
Cominciavo a capire come fare le artroscopie.
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Luglio 19, 2012, 11:29:30 PM
Citazione da: Flavio - Luglio 19, 2012, 10:01:30 PM
Mi arriva la seconda sera  verso le 22 con 2 gambe di cavallo un'anteriore  ed una posteriore.

Lì per lì, cooscendo i tipi, credevo si trattasse della......cena!

Ecco, la 'microchirurgia, la laparoscopia.. ma alla fine qual è l'aspetto più ostico della faccenda? La manualità che serve per fare movimenti minimi vedendoli però ingigantiti su uno schermo? Non si ha un senso di irrealtà?
A me capita quado uso il pad grafico sul pc: guardo il monitor ma..la mia mano sta agendo altrove, tipo ombre cinesi...
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: alex - Luglio 20, 2012, 01:22:47 AM
Grazie Flavio, il racconto mi fa venire in mente, come medico e pareggiatore dilettante, due cose.

La prima. Spesso la medicina veterinaria è un passo in avanti rispetto a quella umana. Non so se è avvenuto anche per le tecniche artroscopiche, ma il caso della fecondazione assistita è un classico. Suppongo che nel web - per chi è curioso - si trovino bizzeffe di filmati di interventi. Attualmente è sorprendente quello che si può fare in chirurgia umana in ogni cavità (torace, addome....). Il prossimo passo, probabilmente, saranno i microrobot realizzati con nanostrutture.

Un secondo ricordo, i monconi degli arti. Gran parte dei corsi di pareggio barefoot, probabilmente lo sapete, iniziano, in pratica, con il pareggio di parecchi monconi. Non tutti gli allievi gradiscono la cosa....
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Luglio 20, 2012, 10:46:39 AM
No fastidio per nulla. Avevo fatto la tesi in anatomia patologica / autopsie. Anzi per fortuna ho potuto allenarmi e molto su cadaveri.

a volte sentivo racconti di ortopedici umani su come poco loro potessero  " allenarsi "  rispetto a noi.

Credo che un pareggiatore  almeno agli inizi, non abbia avuto molto a che fare con  pezzi di cadavere e forse psicologicamente son disturbati un attimo. Tuttavia mi sembra una buona cosa imparare appunto prima su  reperti anatomici che su gambe vive e vitali, A rischio calci inoltre..

----------

La prossima sara' su come ho cominciato a farele chiamte da solo , pagato , in Australia...

f
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Agosto 11, 2012, 06:09:15 PM
Buata paga

Ho sempre avuto sin da bambino la voglia di girare il mondo. Un  desiderio quasi ossessivo.
Non dico di esserci riuscito in toto, ma qualcosa in giro ho visto .
Dopo l'agognata laurea le prospettive di girare aumentarono di molto. Tralasciando sul come son finito in Australia, ma in questo  il rugby gioca un ruolo determinante. Finita l'università appunto  mi trovai come quasi tutti veterinari  Italiani con una buona base teorica, ma molto carente in pratica.
Avevo bisogno di fare un di vero lavoro , affiancare qualcuno  che già' lo facesse , magari ad un discreto livello. Conoscere l'inglese bene e qualche aggancio rugbystico, un po' di fortuna  furono il mix che mi portò in Australia.

Le severe leggi australiane in fatto di immigrazione non mi permettevano di lavorare e la laurea italiana Non era riconosciuta e bisognava passare attraverso un esame teorico scritto ,ed uno pratico.
Nel frattempo potevo pero' affiancare vet per fare una specie di tirocinio , ma non venivo pagato.

Ok  decisi di affrontare le cose un po' per volta senza fretta.
Piano piano, appunto la strada si raddrizzava e sebbene dal punto di vista burocratico  i vari permessi ed esami  venivano concessi e superati ,  essere pagati era ancora un po' difficile.

Qui tratterò' di come son stato pagato la prima volta.

Ero si veterinario ed ormai da qualche mese anche in Australia. La seconda clinica in cui andai a far pratica era molto più' piccola della prima, solo due vet , ed il lavoro verteva esclusivamente su cavalli da corsa galoppatori. Ecografie, ginecologia, nulla di  nulla, in compenso medicina dello sport e zoppie all'ordine del giorno più' volte al giorno.

Il lavoro stesso  in clinica era minimo, sempre in giro per scuderie. Allora non capivo, anzi mi rompevo proprio, per il fatto che il boss si fermasse sempre a chiacchierare con in vari allenatori di scuderia. Con gli anni invece  arrivai a capire quanto fondamentale fosse nel lavoro questa prassi. Mi stufavo quando finite le visite  appunto il capo si fermava in ufficio per mezzore ed io cercavo in qualche modo di ingannare il tempo. Ma allora nessun cellulare o PC o simili. Insomma una vita da portaborse. Ogni tanto autista  in quanto  mi faceva guidare la macchina.
In compenso cominciai a conoscere più' o meno tutti i clienti, e sebbene educati , difficilmente trovai il modo di conversare in quanto ben poco conoscevo  dei galoppatori australiani e le varie rumors di ippodromi.

Il lavoro nelle varie scuderie consisteva spesso nel recupero post corsa e nella preparazione della corsa. Integratori , legali, erano la base di tutto. Più' qualche zoppia, ma di solito gli zoppi  gravi venivano subito inviati ai centri di recupero, dove venivan meglio visitati.

Il mio boss era veramente simpatico, e forse quello che più' di tutti ha lasciato un'impronta su di me. Divenne davvero un amico . Oggi lavora in Malesia, e nonostante la distanza siamo ancora in contatto. Era un individuo spassoso sempre di buon umore difficilmente irritabile. Una certa tendenza a  rincorrere sottane, ma molto dedicato al lavoro.

Col tempo riesco a capire che effettivamente spesso la sera non e' a casa, avendo qualche suo giro, ma la cosa mi interessa poco. 
Un giorno mi dice che la sera deve uscire con Mr xxx, ed io ci credo ben poco, ma lui mi spiega che mr xxx e' il marito di una che lui ogni tanto vede..... Ahi....
Sembrava pero' tranquillo.

Ok ci salutiamo e fissiamo come al solito l'appuntamento nostro quotidiano, per il giorno seguente alle 06.45 , come di regola.

Bene  06.45 il giorno dopo , casa sua, parcheggio etc..
All'apparenza tutto come sempre, sebbene nel tragitto casa ippodromo comincia dirmi di aver mal di testa.  E che la sera prima aveva forse, ma solo forse, esagerato nel bere.
Vuoi che guidi io ?? No No ...
Nel tragitto prosegue dicendomi che pensava che quell'uomo volesse ucciderlo...Beh pensai , in fin dei conti qualche ragione l'avrebbe anche avuta. Forse  da buon italiano latino pensavo a qualche scenata con urla   strilli . Gli anglosassoni invece avevano tecniche meno  teatrali ma tremendamente efficaci credetti di ritenere.
Insomma non so quanto whisky  avesse bevuto, ma arrivati dal primo cliente , il capo della scuderia si accorge che qualcosa non va. Mi chiede , ma domanda inutile, se fosse un attimo alterato-.... Domanda inutile,nella cultura aussie la sbronza non è vista poi cosi' male anzi fa parte del loro essere.

Morale lo portiamo in una stanza  e  lo mettiamo a smaltire i fumi, molto densi , residui dell'alcool. Ricordo che osai per la prima volta...Ehi , se vuoi ci penso io alle chiamate di stamattina, chiamo in clinica e vedo cosa c'è' da fare...
la risposta che in condizioni normali sarebbe stata un NO colossale,almeno ritenevo , fu un Grazie Flaff, vai tu  , e poi biascicando la lingua cominciava a spiegarmi come somministrare un integratore , cosa fatta almeno 1000 volte .. Era proprio fatto...

Bene , torno alla macchina. Mi sentivo un re . Cellulare portatile in auto , quando in Europa non si sapeva nemmeno cosa fossero...  chiamata in clinica e spiego il caso.  Ok vieni qua , circa 15 minuti di auto, ritira le chiamate e poi vai...
Arrivo in clinica ritiro il foglio, ed il bello che mentre per me era la VERA prima volta che dovevo fare tutto da solo , come un vero vet australiano, per loro sembrava tutto normale, tutti calmi...
Forse il fatto di avermi visto per lungo tempo, non so .
Non ero molto nervoso, solo felice, arrivai dal primo cliente  , solite cose, solita calma, idem il secondo e terzo.
Dopo passato mezzogiorno torno dal boss per vedere come va. Era strano , abituato al trambusto del primo mattino  nelle scuderie degli ippodromi, intorno alle 13 solo  silenzio.
Il boss si era ripreso, ma ancora non era il massimo. Sosta ulteriore di un'ora poi via per le cose pomeridiane. Io al volante, lui a recriminare che la sera prima l'altro , il cornuto aggiungo io, avesse  voluto ucciderlo. Ma mi tenevo i commenti per me.
Nel pomeriggio ci arrangiammo e verso le 18 ora del commiato le cose sembravano andare meglio. Gli raccomandai di stare calmo  quella sera.

Il venerdì' successivo ero in clinica e mi chiama la segretaria. Abitudine loro e' la paga non mensile ma settimanale o al max ogni due settimane, ed io al momento pensai ad altro. Ero bene o male ancora un tirocinante e non mi aspettavo niente.
Bene , cosa c'è'?  Lei mi allungo' una busta con un sorrisino, .....non capivo, pensavo ad un scherzo o qualcosa , arte in cui il boss era maestro, ma davvero...
Guardai dentro ed ecco  nei loro variopinti colori  due fogli da AUD 100 (100 dollari australiani ). Credevo fossero falsi..... Chiesi perché'  e lei..non so chiedi al capo , mi ha detto di darteli...
Corro dal capo ed appunto chiedo.....ma lui risponde che in pratica gli ho salvato la giornata etc..etc.. e quella era la ricompensa. Stentai a crederci...anzi forse non ci ho mai creduto , nemmeno quando li usai per pagare le spese... Io umile vet Italiano, all'estero ad imparare , ero stato pagato per il mio lavoro di Vet... Nel mio piccolo era una grande conquista.

Piano piano cl tempo ne seguirono altre di giornate, ma in modo diverso, nel senso che la sera prima ci si organizzava, e ...Ok Flaff domani tu vai qui e la' etc..etc.. Non era certo tutti i giorni,di solito il mercoledì' poi il lunedì' ed il mercoledì e piano piano in crescendo.

Un po' di merito  devo averlo avuto, ma mi chiedo se quel famoso mister xx cornuto, che non ho mai conosciuto non avesse fatto ubriacare il mio capo.....

F
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Agosto 13, 2012, 04:15:07 PM
Chissà quanto avrai gongolato e pensato, anche a distanza di tempo, "Che fortuna che il tizio fosse sbronzo"..ma i certe cose, come in questo caso, la fortuna è quando la capacità incontra l'occasione  :pollicesu:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Agosto 20, 2012, 10:28:52 PM
Terra della lunga nuvola bianca

Nel corso del mio periodo australiano  notai che era piuttosto facile  la possibilità di trovare lavoro presso altre strutture veterinarie per ricoprire la posizione di qualcuno che si era temporaneamente assentato.

Dopo circa due anni , mi venne voglia di vedere la Nuova Zelanda. Motivi ne avevo da vendere, vuoi perché' aveva il fascino della terra più lontana dall'Italia, e soprattutto per un fanatico di rugby come me, la terra dei leggendari All Blacks, la nazionale di rugby  di quel paese . I guerrieri tutti neri , che fan notizia solo quando , raramente , perdono. Volevo vedere se la NZ era come me la immaginavo, cioè'  rugby al posto del calcio nostrano.

Per la verità qualche contatto con neozelandesi  ne avevo avuto, fra AUS ed NZ esistono infatti un sacco di accordi fra cui il riconoscimento reciproco di ogni forma di laurea , ed i cittadini delle due nazioni  godevano una volta nell'altra degli stessi diritti dei residenti senza alcun balzello burocratico, ma davvero.  Erano equiparati al 100 %. Ciò' portava  molti giovani NZ a cercare lavoro in Aus e viceversa.  Nei vari allevamenti ne avevo conosciuti parecchi. Inoltre, giocavo a rugby, ed il fatto di essere venuto in contatto con qualche mostro sacro locale, aiutava , ma parecchio.
Morale ne parlo un giorno al  mio sponsor,  senza nessuna pretesa, ed ecco che nel giro di breve mi trovo due cliniche  disposte a tenermi per due mesi circa. Una nell'isola del Nord ed una nell'isola del Sud.

Prendo accordi , ed ecco che in un ottobre  dopo tre ore di jumbo  arrivo nella terra  "Art atearoa" , la" terra della Lunga Nuvola Bianca", che i bianchi  "pakeha "hanno ribattezzato nel 1838 New Zealand.

L'impatto  fu  non povero di novità.
Meno controlli doganali rispetto all'AUS , forse perché' appunto il volo proveniva da lì, poi nel tragitto aeroporto  cento di Auckland, notai un ristorante italiano con tanto di disegno della Ferrari....anche qui ..pensai.
Noleggiata un auto a lungo termine , mi  avviai verso una cittadina , che da noi sarebbe stato non più' di un pesino dal nome  curioso " Matamata " , per fortuna una sola " T " .
Non c'erano navigatori allora, ma mi ero ben documentato con cartine geografiche dettagliate e già' preparata una specie di itinerario.
Auckland era una metropoli di circa un milione di abitanti, il 25  e più' % della popolazione NZ, uscendo notai dapprima che le strade da 4 corsie divenne a 3 poi 2, poi  la grande arteria divenne ad una sola corsia.
Il traffico spari' dopo circa 40 minuti. La sensazione di essermi perso era forte.
Ad alcuni incroci tuttavia le mini indicazioni stradali , simili a quelle di un sentiero alpino, tuttavia indicavano che ero nella giusta direzione.
Abituato al secco australiano con scarsità' di vegetazione , rimasi colpito da quanto verde fosse. ME lo aspettavo , ma questo voleva dire anche tanta pioggia.. Dopo circa due ore arrivo nella regione di Waiakato.
E poco dopo eccomi a Matamata  in clinica.

Mi attendevano  e con sorpresa mi offrirono subito un alloggio in casa di uno dei vet. Mi feci un attimo di riguardo , e quasi questo si offende e di brutto anche..

Fu nel suo piccolo un periodo ricchissimo di esperienze. Prima di tutto il capo era un esperto mondiale, realmente, di Marketing Veterinario. Come organizzare una clinica, come disporre i tavoli, come organizzare la macchina;, rapporti con i partner, rapporti coi colleghi, eventuali problematiche con la famiglia etc..etc... cose che nel lavoro contano MOLTISSIMO, e che certo all'università non insegnano.
Il tutto era superorganizzato, la Germania o la Svizzera al confronto reggevano a stento.
Mi colpi' anche la situazione meteorologica. Avevo già' vissuto in USA costa est, Irlanda  Australia, ma il tempo in NZ non era imprevedibile, molto molto di più'.
Ricordo di essermi alzato una delle prime mattine, e vedere una giornata stupenda , chiara, limpida soleggiata , non una nuvola.
Bene faccio una doccia  , il tempo di riassestarmi,  faccio per uscire ..... pioggerellina battente dovunque e cielo senza la minima traccia di azzurro..

Il tempo di arrivare in clinica e lamentarmi dello strano tempo che c'era di nuovo il sole, per poi piovere un'ora dopo e cosi' di seguito.
La sera a cena facevo alcune osservazioni sulla variabilità' del tempo, ed il capo disse, " Flavio,.... non ti piace il tempo in NZ ?? ...... allora devi solo aspettare 5 minuti"
Ci impiegai poco ad ingranare in clinica, le distanze rispetto all'AUS erano minori. Meno caldo, qualche montagna ( Finalmente  ! ) e la possibilità' di sciare....
Nei periodi senza ancora internet , e due canali televisivi e basta , le sere diventavano pero' di una noia mortale, e solo verso il fine settimana si muoveva qualcosa , ma ben poco.

Fra quelle colline e montagne di origine vulcaniche , dove non era raro imbattersi in geyser o sorgenti calde con fanghi , si svolgeva il lavoro. I terreni per i cavalli erano ottimi. Loro dicono,che in NZ  c'era il clima  del kentucky, lo spazio dell'Australia,  l'erba  dell'Irlanda ( o forse il clima dell'Irlanda e l'erba del Kentucky ) , in pratica-il paradiso per i cavalli. Lo era. Mai visti paddock più' grandi e verdi. Il business si reggeva sulla produzione d ottimi cavalli , alcuni , pochi, restavano, ed erano i migliori,il resto spesso venduto ad asiatici poi , americani e qualcuno in Europa.
Fra le arie attività' della clinica  c'era il velveting.  Mai sentito prima. Velvet ?? Ok vuol dire velluto, ma non sapevo nulla a riguardo.
Uno dei vet mi chiede  un giorno di accompagnarlo a    a fare un po' di velveting.
Boh..... ok vado.  Dopo circa 3-4 km mi chiede se avessi mai fatto velveting... ed io  chiaramente no mai...  e lui .. " sai i cinesi ci fanno gli afrodisiaci...."
Il buio era totale..decisi di fare outing... Scusa Jeff, ma cos'è' velveting ???
E lui , ok andiamo a tagliare le corna ai cervi , poi le vendono ai cinesi e ci fan gli afrodisiaci...
Cervi ?!!   L'unica conoscenza che avevo dei cervi  era fooorse dai libri che erano ruminanti ungulati, mai toccato uno in vita mia..
la cosa  mi incuriosisce.
Arriviamo nel bel mezzo di nonsodove. Valle , nessuna persona , una casa specie di rifugio alpino, con strani recinti in legno intorno, e lungo i prati sulla montagna  recinti  altissimi e con fili elettrici trasversali piuttosto grossi. Sembrava la bella copia di un lager.
Entriamo in una stanza che sembrava una torre di controllo.
Monitor dovunque , registratori  e pulsanti.
Mi spiega che per fare avvicinare i cervi alla casa bisogna  fare dei rumori tipo spari,e  ci sono altoparlanti che  diffondono i suoni. Insomma premo il pulsante 1 e  si sente uno sparo  lontano. I cervi vicino a quel punto si spaventano e scappano avvicinandosi alla casa...

In pratica  si scatena una specie di guerra dei rumori che  fa scappare i cervi e si avvicinano , non tutti. Poi  quando sono abbastanza vicino alla casa, si chiude un recinto  ed alcuni restano dentro.
Da qui si cerca di  farne arrivare uno all'interno di un altro recinto più' piccolo. Una volta dentro . Lo si  fa andare in un altro ancora più' piccolo, e li lo si rinchiude. Recinti e' dire poco , son vere e proprie stanze senza il tetto talmente sono alte le pareti.
Una volta nell'ultima stanza, lo si spia da una feritoia e da qui ....lo si  stordisce  con un'iniezione sparata con cerbottana o con il fucile. Ci riuscimmo con la cerbottana, era infatti a non più' di 70 cm dalla feritoia.
Dopo circa 5 minuti il cervo era ben  sedato , ma mi disse di non avvicinarmi finché' non fosse completamente in terra- Occhio , il cervo  morde, calcia, rampa, ed incorna...capii col tempo che era molto vero.
Una volta in terra il lavoro era molto semplice , si doveva solamente segare le corna quasi alla base con una sega Gigli. Più' o meno un filo simile a quello dei freni della bicicletta  . Le corna  erano, vicino alla
base di circa 5 -6 cm di diametro , ma all'interno non erano molto dure. Afferrandole con la mano, almeno vicino alla base si ha la sensazione del velluto ....... o meglio ,direi io ,velluto sporco di grasso.
L'operazione fu velocissima, un minuto forse , il moncone poi viene tamponato . Finito il tutto , si fa l'antidoto per risvegliarlo , e dopo 5 minuti si riapre la porta e lui se ne va  via saltando e scornato.  Le corna sarebbero comunque ricresciute.
Ricordo di una foto  con queste enormi corna in mano.

Della NZ ho anche qualche ricordo collegato al rugby.
Allora negli anni 80 non c'era ancora il rugby professionistico di adesso. Anche i nazionali , i $$$   se li dovevano guadagnare lavorando. Non era raro allora che i grandissimi del tempo , avendo le stagioni opposte alle nostre , passassero  del tempo in squadre Italiane  fra ottobre e marzo, quando da loro non si giocava, dove qualcosa, non molto ma più' di niente si raccattava.
Avevo Conosciuto quindi qualche  nazionale australiano, anzi con uno divisi la casa per mesi, e neozelandese che  magari era stato in <Italia.
Mentre in AUS il rugby e' conosciuto, ma nulla e' in confronto al crickett o vela,  o football australiano,  in NZ il rugby e'  religione.

Una sera a casa,  chiesi quanto fosse lontana una certa cittadina,  , vorrei andare a trovare un conoscente... Scoprii che era meno di un'ora di auto.
Bene. Ci andrò' sabato. Continuai  chiedendo se potevo usare il telefono per cercare appunto il numero di questo tipo. Non c'era internet allora.. Il capo si offri'  di darmi un  mano.
Come si chiama il tuo conoscente ed io ..Guarda questo e'  'indirizzo....
vide il nome e sbianco'..... ma...ma...ma...ma.. ed io ...si gioca a rugby  e ci conosciamo, etc..
Sarebbe come dire  qui  che vi arriva in casa uno dalla NZ e vi dice che Sabato va trovare del Piero  o Totti  o Buffon.....
Il giorno dopo in clinica ero l'argomento del giorno, e a mezzogiorno ero l'argomento del paese....Flavio conosce RB, un all Black, wowowo il quale però  aveva  anche giocato nella sua off Season a Brescia..... spiegato il tutto.
Andai a trovarlo e fu bello per un  week end avere porte aperte dovunque etc.. senza degenerare nel divismo -gossip locale.

Le mie azioni in clinica salirono del 300 %. Il soggiorno duro' 7-settimane . Poi andai in un college di agricoltura nell'isola del sud vicino a Christchurch, la città' principale, ma solo per tre settimane.
L'isola del sud ricorda molto il Friuli-V.G. Ossia montagne altissime , fin oltre 4000 m che degradano a picco sul mare da un lato e leggermente più' dolcemente verso est.  Come appunto si vede in FG dalle Alpi verso  grado  Lignano o dintorni. Montagne poi colline una lingua di pianura e poi il mare.
SE l'isola del Nord e' poco popolata,l'isola del sud e' il  nulla fuori città'.
Molte ,ma molte pecore. Il sud dell'isola del sud ricorda i fiordi della Norvegia, ma senza una casa.
Vorrei ricordare un episodio  che accadde al college di agricoltura.

Non era una clinica veterinaria, ma un college in cui c'erano anche dei cavalli.
Il curioso e' che arrivando mi trovai due veterinari Italiani, che erano li' per una breve esperienza . Facemmo amicizia e mi aggiornarono su come andavano le cosa  a casa.  Eravamo considerati una specie di  extracomunitari . Era evidente che ci guardavano dall'alto in basso.
Ma venne il giorno della vendetta,e come  mi era già' capitato c'entrava il rapporto maschi femmine.

Si iniziava allora la pratica della fecondazione artificiale equina. Ed uno dei due vet italiani già' la faceva...ma detto da noi.....

questi NZ ci provavano ma senza successo.  Il problemone era la raccolta del seme dallo stallone.
In soldoni come si fa  : si usa una vagina artificiale che e' sostituita da , semplificando, un cilindro di alluminio,  al cui interno e' infilato una specie di preservativo gigante di gomma spessa. Fra l'alluminio e la gomma si forma quindi un intercapedine che va riempita con acqua calda.

I sacri testi dicono che l'acqua  deve avere la temp di 37 °.
Bene  loro facevano tutto secondo le regole , ma lo stallone non ne voleva sapere   e " batteva in ritirata " non appena gli si infilava la vagina artificiale.
La cosa durava uno due giorni.
Forse perché' sapevano l'inglese un po' meno di me , ma i due vet italiani non capivano cosa succedeva.  Io lo spiegai loro , e candidamente uno dei due disse...ma l'acqua devon metterla ad almeno 50 ° , il tempo di arrivare dallo stallone e si raffredda, se partono già' con 37° questo sente freddo e ti credo che  non gli garba...

Il terzo giorno i locali erano quasi alla disperazione e noi a guardare. Si arrivo' ad un punto in cui si ridussero , letteralmente, a domandare a noi  se avessimo qualche idea..
L'altro vet...mettete l'acqua a 50°. Fine.
Ci furono un attimo sguardi del tipo  macccheccavolo stai dicendo...Resto convinto ancora oggi che ci provarono a mettere l'acqua a 50 ° non tanto per convinzione, ma per poter poi denigrare ancor di più'  noi  che non capivamo o sapevamo un bel tubo .
Ok , vanno con i 50 ° eeeeeeeeeeee magia   ..TA  DAAAM
Lo stallone non batte in ritirata e tutto fila via ...

i miei due colleghi non fanno un a piega, solo un " Vistooooo" in Italiano. Loro li solo per pochi giorni  non conoscevano la mentalità' ed allora agli spiegai io per bene di  come li avessero trafitti . A dire il vero ai due  vet ITA la cosa sembrò interessare poco...Ma  a me no , Io godevo come un riccio.

Il giorno dopo riprovano la fecondazione , raccolta , acqua a 50 ° tutto Ok.
Finita la manovra uno dei vet locali passa vicino a noi , si ferma..... " certo che voi Italiani pur di trombare ne sapete più' di tutti "...
i due colleghi, piccola risatina , io piccola risatina fuori, ma dentro  un sentimento di grande vittoria. Mi sembrava di aver fatto meta agli all blacks!

Il soggiorno in NZ fini' a breve , ritrovai i due vet in Australia dove si fermarono circa due mesi.
A tutt'oggi ci vediamo ogni tanto a qualche congresso, e ricordiamo quel periodo, l'episodio dei 50 ° non manca mai. Adesso han realizzato di che colpo gli avevano inferto .

I ricordi della NZ son comunque positivi . Terra molto al naturale dove convive l'etnia locale Maori e quella bianca, piu' qualche isolano e qualche europeo in fuga dalla civiltà.
Una cosa  : scoprii dopo circa due settimane di soggiorno che nella casa in cui abitavo, bella villetta  con terreno , tranquillamente si beveva l'acqua piovana.
Sul tetto c'era un serbatoio di raccolta , un piccolo depuratore  e nient'altro. Cosi' anche in molte altre case.. Nessun disturbo o malattia accusati. Solo una strana sensazione quando lo scoprii..
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Sachiko.88 - Settembre 06, 2012, 07:34:49 PM
Caro Vet.. non ci avrà mica abbandonati?
cordialmente..
S
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Settembre 08, 2012, 03:21:17 PM
Ma... ma com'è che m'ero persa per strada questa puntata Neozelandese??

Ma Flavio... qualche foto dell'epoca??
Com'è vivere in un posto in cui non inciampi ad ogni passo in qualcosa di storico?
Qui in Italia, gira che ti rigira ti imbatti sempre in una muraglia medievale, in un palazzo rinascimentale, in un sito archeologico etrusco...
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Settembre 08, 2012, 05:42:22 PM
Si, qualcosa e' in arrivo, appena ho un attimo di tempo.

fm
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Sachiko.88 - Settembre 08, 2012, 06:16:06 PM
Rimaniamo in paziente attesa!
Grazie Vet!
Cordialmente S
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Settembre 11, 2012, 07:30:48 AM
Suedtirol

Scrivo spesso dei miei inizi come veterinario in Australia , ma non è che alle nostre latitudini non ci sia niente  da dire.

Ogni tanto , giusto per non tornare subito nelle prealpi lombarde, mi trovo ad affrontare qualche lunga trasferta, retaggio australiano dove percorrere km  era pratica ordinaria.

Nei primi anni 90 , sono stato uno dei primi vet  ad avere un ecografo, grazie all'esperienza maturata  all'estero ero già' in grado di usarlo, e grazie ad uno sponsor , anzi due, fratello e padre, son riuscito ad acquistarne uno.

Molti vet mi chiamavano allora per consulenze ecografiche per gravidanze o problemi tendinei, ed allora bazzicavo ancora il mondo del cavallo da corsa.
Un giorno all'ippodromo di Merano , sto ecografando qualche tendine e mi avvicina un tale ,oggi purtroppo passato a miglior vita, il cui aspetto  all'impatto ricordava proprio uno gnomo. Bassetto, con barbetta , un po' di pancia, ci mancava il cappello rosso o blu e poteva stare  in un giardino come nanetto. Forse era l'incrocio fra un satiro ed un nano.

Esprimendosi in correttissimo Italiano  , ma con un accento marcatamente tedesco, mi chiede alcune informazioni sull'ecografo , io spiego. Lui annuisce , e dopo circa 10 minuti mi chiede il numero di telefono.

Sembrava finita li', ed io non ci faccio tanto caso  . In pratica la sera al ritorno mi ero già belle dimenticato dell'episodio.

Passano si e no 5 giorni e ..drin ...drin ... mi suona il cellulare, e dall'altro capo un  accento tedesco mi dice , ciao , sono Heinrich, ci siamo visti a Meran ( senza la  " o " finale  , nella dizione tedesca ), mi servirebbero alcune ecografie ed un controllo a due puledri haflinger che han qualcosa sotto la pancia.

Ok  fissiamo giorno ed ora, il lavoro sembrava un bel po', per la mia goduria, tanto che decido di tirarmi appresso un neolaureato ( di allora ) di VR, che alla fine  vedrete che si renderà' utile per vari motivi.

Di buon mattino , appuntamento al casello di Affi della A22 lo raccatto e ci dirigiamo  verso la frazione di un paese dietro BZ.

Primo colpo..... arriviamo e ci son circa 22 cavalle gravide da esaminare.
Ma... troppo bello sarebbe........ ecco che Heinrich si avvicina e comincia una trattativa sul costo. La cosa mi innervosisce al quanto.
Lui chiarisce il punto , ci sarebbero altri due allevamenti da ecografare , totale 96 cavalle !!!! e due ernie ombelicali.......Troviamo l'accordo in due minuti.
I  posti sarebbero quindi 4  ; 3 per le eco ed uno per le due ernie...
cavolo ci vuole un sacco di tempo anche se siamo in due , muoversi in quelle valli  non e' come andare in autostrada fra curve e salite.
Benissimo , una telefonata a Trento ed ecco che contattiamo il terzo vet , vieni ad aiutarci please. Lui , vecchio amico, si offre.

Bene cominciamo le ecografie , il giovane vet di VR , dotato di grandi attributi, non si tira indietro ed in pratica gestisce le eco, mentre io passo in rassegna alcuni cavalli con piccoli problemi. Ben ricordo  il piede  di un haflinger. Gli avevano legato intorno una specie di sacco. Insomma lo zoccolo era immerso in un sacco in cui era contenuta della caccaccia di Vacca . A loro detta curava l'infiammazione.........

Arriva il vet TN , ed i mezzi di trasporto diventano due. Bene.
Ci separiamo, il vet  VR se ne va a fare le eco ,  TN ed io  andiamo per le ernie.  Inoltre il vet TN era già' pratico delle zone.
Guida lui. Partiamo ed e' circa mezzogiorno e  ci avviamo verso quella zona ad est di Bolzano lungo l'Isarco. Ad un certo punto svolta a destra per una valletta molto stretta. Ma dopo circa 15 minuti..... uno spettacolo, era maggio,   una bellissima giornata, ed arriviamo sull'altopiano dello Schilar...
Vista da cartolina ed un  maso in mezzo ad un altopiano.
Ci accolgono  due fratelli  sui  10 -12 anni e la loro madre. Non parlano benissimo italiano, per cui la scena e' che loro si rivolgono a me in tedesco ed io rispondo in italiano. Sembra tuttavia funzionare.

Ci portano due puledri haflinger, di circa 3-4 mesi ed entrambi hanno un rigonfiamento nella zona ombelicale. Per fortuna son solo piccole ernie risolvibili in campo.
Dopo aver sedato  i puledri , si pratica in zona un bel po' di anestesia locale.
In seguito, reperite 4 ballette di fieno si stende il cavallo sulla schiena e si mettono due balle ogni lato del cavallo.  Una serie di teli per delimitare la zona operatoria  quindi dosi industriali di disinfettanti, si rasa il pelo, giù ancora di disinfettanti,   e si inizia.
Si incide, si scollano i tessuti , quindi vet TN con una pinza chirurgica mi afferra il lembo del buchino, di circa 3 cm di diametro e lo solleva. Io nel frattempo lo suturo ,con tre punti ad U  , poi punti so sottocute e cute .
Questo per due volte visto che i cavalli erano due. Circa due ore fra il tutto , in se e per se l'operazione son circa 10 minuti, ma fra addormentare, disinfettare , risvegli etc..il tempo passa.
Ok finito dunque il secondo ecco che arrriva la signora con  tre bottiglie di birra ,  Schwarzbrot , il pane nero tipico loro e un po' di speck, ma tagliato a cubetti come si usa da quelle parti. Finale io e TN seduti  appoggiati ad una delle balle di fieno con birra e speck, i due ragazzi  e vicino i puledri  che si riprendevano piano piano. Sullo sfondo lo Schilar. Per un po' pensavo di essere in paradiso , o cosa avessi fatto di buono per meritarmi tanto.

Finito il tutto e' ora di riagganciare vet VR , scendiamo e lo troviamo stravolto da circa 70 ecografie, braccio ormai insensibile,  maglione irreversibilmente credo intriso di caccaccia all'altezza della spalla. Nell'ultimo posto facciamo io e TN circa 25 cavalle, ma essendo in tre la cosa  e' stata risolta in circa un'ora e mezza.

Che giornata ! Ci avviamo al ritorno  e ci fermiamo vicino a Trento dove il vet locale  ci porta in un bar-osteria-pasticceria.
Qui cominciano i guai ... Insomma volevamo festeggiare il buon esito per la davvero straordinaria giornata di lavoro, e cominciamo a mangiare e bere.
Io e TN ci diamo dentro alla grande,l'altro, giovane, si contiene.
Ad un certo punto VR fa capire che vorrebbe andare.... quasi lo sbrano... ormai alticcio  gli rammento urlando che chiunque esca con me Mai e poi mai mi deve fare problemi d'orario.  Non avevo ancora famiglia allora ed abitavo da solo , supersingle  senza mai un orario di rientro a casa...
Il vet  VR incassa e si calma.  Ad un certo punto ho un sussulto  di lucidità' e decido che si parta, ma di certo non potevo guidare.

Do' le chiavi a VR e dico, in inglese " take me home ", portami a casa.  Il suo sguardo  fu un programma , aggiunse qualcosa nel suo dialetto del tipo che  fatico a ricordare  ma suonava più' o meno come  "L' è fora " , ma riuscii ad alzarmi ed arrivare all'auto.  Mi sembro' un minuto, ma mi trovai  di nuovo al casello dell' A22  dopo circa 70 km e lui che voleva andare a casa.

Vai pure e grazie. Se ne andò' , io cercai di ricompormi,ma preferii fermarmi un attimo al parcheggio. Era ormai notte  quando realizzai che ero al parcheggio da circa 2 ore e mezza. Per fortuna ho in auto sempre una bottiglia d'acqua, la trangugiai  ,e  quasi sobrio via verso casa. Circa un'ora dopo arrivavo  a destinazione  sano ,salvo, sazio, appagato. Doccia veloce  e come spesso mi capitava allora mi addormento sul divano con tv accesa.

Ricordo ancora oggi quel giorno , e purtroppo son veramente pochi  i giorni del genere vuoi per la professione, per la compagnia, per i paesaggi, per la gente, per il buon tempo finale ;   un mix difficile da ottenere che si ripete molto ,ma molto raramente. Il mio fegato pero' la pensa diversamente....
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Settembre 16, 2012, 12:33:10 AM
 :horse-scared:

Spero che al ragazzo tu avessi fornito numerose scatole di guanti ascellari..  :horse-scared: :horse-scared:


Son curiosa di sapere secondo quale principio dovesse funzionare il sacco di letame al piede...
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: alex - Settembre 16, 2012, 01:35:26 AM
Ma come, Divy, non conosci e non apprezzi i rimedi naturali dei nostri nonni? L'impacco di cacca di mucca fresca agli zoccoli dei cavalli era noto e applicato anche da noi (e mica tanti anni fa.... ci giurerei che qualcuno ancora lo fa.... ).  Insieme alla purga, ovviamente. Vecchie buone terapie tradizionali. E tutti erano assolutamente, fermamente convinti di aver visto ottimi risultati con i loro occhi.
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Settembre 18, 2012, 03:01:40 PM
Sudtirolo 2

ogni veterinario di cavalli  ha la caratteristica di percorrere un bel po' di km . Ne conosco alcuni che da decenni percorrono circa 120.000 km l'anno, nel mio piccolo i primi anni percorrevo circa 70 -75.000 km annualmente , ora dopo 20 e più' anni sono sui 42.000 circa.
Dunque e percorrere molta strada fa parte della routine  e questo ci porta a trasferte anche lontane.

Ho per un po' di tempo collaborato con un vet australiano il quale ha sposato una signora svizzera, e per alcuni anni hanno vissuto  vicino a Zurigo. Questo mi ha fatto si che dovessi andare in quelle zone svariate volte. La lingua ufficiale della CH in quel cantone e' il tedesco, ma solo di facciata o negli scritti.  Nella realtà' e' un dialetto piuttosto incomprensibile ( schwitzdutsch ) a chi conosce il tedesco " alto " ( hochdeutsch ). Anche all'università' di Zurigo, sebbene i corsi dovrebbero essere tenuti in Tedesco classico, i professori inevitabilemte ricadono nel loro dialetto. Se glielo fai notare , si scusano, ricominciano in tedesco alto, ma dopo tre minuti  tutto come prima. Chiedere a qualche svizzero di madre lingua italiana o francese  cosa ne pensano a riguardo.
Comunque almeno i giornali  , o documenti ufficiali sono in tedesco " alto ", quello  normale.
Più' o meno la' registrano tutto o quasi, e quando andavamo a sistemare le tavole dentarie , lasciavamo al cliente alla fine una tabella , che oltre ad essere fattura era anche una vera e propria carta dentaria con tanto di schema  delle tavole  e le correzioni da noi apportate.
Ogni tanto venivo spedito da solo per qualche chiamata, e nella mia borsa dei documenti avevo alcune  copie di queste " Untersuchungtabelle  für Pferde ".

Le tabelle  erano ben accette dai clienti , e decisi allora di farne una traduzione  in Italiano, e quindi alcuni blocchetti di " Cartella dentaria per cavalli ", che generalmente compilo  dopo la visita. Scrivo cosa ho  fatto, quando ricontrollare, ed alla fine il conto  , fungendo anche da fattura.  Sono in doppia coppia, e quindi son ben comode per me , in cui riporto i casi ed apprezzate dal cliente.

Un giorno ricevo una telefonata dalla provincia di BZ, ma l'italiano era perfetto e non trasparivan inflessioni tedesche; ci mettiamo d'accordo per il controllo di alcuni cavalli  vicino a BZ.

Andare da quelle parti mi piace, vuoi perché' son sempre stato appassionato di sci nonostante qualche frattura rimediata nella pratica, vuoi perché' mi ricordan le vacanze  estive da piccolo coi miei sempre in quelle vallate, e per finire da adolescente sempre  comunque in quella regione per sciare d'inverno e passeggiate estive. Tuttora sono veterinario del comitato Trentino pur risiedendo fuori regione.

Bene , arrivo ,  tipica scuderia di montagna , ma ben tenuta, ed ovviamente non mancavano gli Haflinger, ma c'era anche qualche altro cavallo.
Una coppia , marito e moglie, ed una serie di  proprietarie, tutte donne  fra i 25 ed i 40 anni.
Con me parlavano in ottimo Italiano,  fra di loro in tedesco, non altissimo ma certo più' comprensibile dello scwitzdütsch di Zurigo e dintorni.
La giornata prosegue senza grossi intoppi. Scopro che una delle proprietarie e' una veterinaria di piccoli animali, che ha fatto l'università' a Vienna, ed in base agli accordi fra Italia ed Austria, aveva la laurea riconosciuta in Italia essendo lei sudtirolese di lingua tedesca. Adesso non ci son problemi per nessuno dato che l'Austria e' nella UE, ma allora non ne era ancora membro.

Il tutto comunque procede ed era abbastanza divertente ascoltare i loro  commenti in tedesco. Non che ci capissi tutto , fra il rumore delle raspe, la mia concentrazione sul cavallo ,  e la distanza dalle signore, ed onestamente non mastico bene il tedesco come l'inglese , però qualcosa percepivo , e sembravano abbastanza compiaciute per quanto la vista di raspe ed apribocca un po' le impressionasse.

La mia mente satanico-burlona comunque cominciava a premeditare  uno scherzetto.
Dopo circa 5-6 ore di lavoro, una brevissima pausa per un tea, si erano fatte più o meno le 4-5 del pomeriggio ; avevo  finito col lavoro manuale , e dovevo passare a quello burocratico di riempimento tabelle.
Invito  le signore a pazientare una attimo mentre preparavo  le carte dentarie. Nessun problema,loro continuano nella loro ciciaratoria ,ed io  seduto  sul ripiano  del portellone  posteriore della mia jeep a riempire le schede dentarie.

Pensando di fare loro un favore ( balla, volevo divertirmi anche ! ), decido di compilare  quelle   svizzere, cioè' in tedesco. Detto fatto .Dopo circa 10 minuti son pronto  e passo a distribuirle.
La scena fu quasi comica. La prima rimase seduta con tazza di tea in mano ,la bocca aperta  , ma non troppo sorpresa, un'altra invece corse da una terza e le chiese in tedesco  se anche lei avesse la tabella in tedesco, apparivano quasi  incredule. Tutte sembravano disorientate. Certo eran scritte in modo professionale etc..etc.. Finché una si lancia...ed in italiano mi dice...... "Ma,.... sono in tedesco......" Con stupore.
Io rispondo, in italiano, beh, mi pare che non facciate fatica a capirlo, ma se volete le ho in italiano..... Insomma ci furono due o tre minuti di una specie di empasse; queste si guardavano  fra di loro poi guardavan la tabella ,  le confrontavano. Non capivo bene se eran stupite dal fatto che eran in tedesco o dal fatto di avere una carta dentaria del cavallo, o dei difetti corretti del proprio cavallo, od un misto del tutto.
Alla fine realizzato che la tabella andava bene, mi arriva la domanda che mi aspettavo..... Ma tu parli tedesco ??  Rivoltami in italiano, ed io rispondo In italiano , beh ogni tanto sono  in CH e nel sud della D, e  mi arrangio in tedesco, sebbene in CH non sia proprio " Hochdeutsch ".

Ah ! Fece la tipa, poi continuo' .. " beh potevi dirlo ", ed io " Boh, non me l'avete chiesto..... ed inoltre voi parlate meglio l'italiano di quanto io parli il tedesco......"
Intanto stavo sistemando la roba nella mia macchina ed ero quasi alla fine pronto a ripartire per il ritorno.
Poi una si avvicino' e mi chiese , in tedesco, cosa fossero i problemi del suo cavallo riportati  in tabella. Ed  in tedesco risposi. Fortunatamente la parte tecnica del mio lavoro e' quella che so meglio nella lingua di Göthe, per il resto non son un gran ché, e comunque glielo spiego.

Le tipe sembrano apprezzare ,  una timidamente  si avvicina, e mi saluta   in italiano poi tedesco.
Alla fine io , inizio in italiano, " ok allora la prossima volta  se volete ..wir kann auf Deutsch sprechen , gerne, kein Problem , Tschuss"  ( trad , possiamo parlare in tedesco, volentieri, nessun problema, Ciaoo ).
Mi salutano tutte con  cenni della mano e sorrisi. Alcune con facce dubbiose... del tipo  ma chi è questo strano " walsch *" con tabelle in tedesco ?? Credo che un po'  si siano sentite prese in giro, ma questo Non era per niente vero, pero' un po' di risatine  me le son fatte.

Son ritornato qualche volta  negli anni successivi ; mi hanno sempre parlato in italiano, anche se qualche intercalata in tedesco la facevano. Invidiavo questo bilinguismo. E le loro facce erano meno sorprese.  Il padrone della stalla mi ha pure invitato a passare da loro qualche giorno d'estate. Bellissimo.
Le tabelle comunque sempre e rigorosamente  auf Deutsch.


* "WALSCH"  e' l'appellativo  che da quelle parti danno  a chi viene da sud del confine fra le provincie di BZ e TN
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Settembre 21, 2012, 09:56:02 AM
Il prossimo post  e' piu' che attinente alla veterinaria in se e per se e' una cosa un po' personale , e  spiega come spesso quello che studi conti abbastanza poco e spesso la fortuna gioca un ruolo importante.
Certo bisogna aggiungerci un attimo di capacita', di volonta' e di oportunismo.
Ma  senza ognuna di qieste cose si combina poco.

Potrei dirlo slidng doors, ma e' anche un omaggio ad un grande uomo.
He is a great Australian.

fm
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Settembre 21, 2012, 10:11:08 AM
A man to change my life.

Diventare un veterinario  di cavalli , come in ogni altra professione, comprende un certo percorso , di solito si pensa che uno abbia studiato e studiato, ed  molto vero, ma oltre l'impegno  entrano in ballo alcune circostanze, che richiedono un po' di fortuna e l'incontro con persone che , nel mio caso, senza nessun tornaconto mi hanno aiutato. Ad onor del vero sono pochissime. Senza ciò'   oggi  sarei qualcosa di molto diverso.

L'esperienza che più' mi ha segnato è stata di certo quella australiana, vuoi per la professione, ma anche per la mia crescita come persona , ed anche sportiva.

Non ne parlo mai e forse per la prima volta  vado a raccontare come si son svolte le cose.

Sin da piccolo, ma piccolo piccolo, ho sempre sognato di girare il mondo. In terza elementare invidiavo alla morte un mio compagno di classe che andò' in vacanza in Norvegia. Erano gli anni 60 ed era una cosa fuori dal comune. Ma ricordo bene le lacrime  in casa perché' pure io volevo andare  lontano , vedere posti
Mio padre gioco' un ruolo positivo in questo incentivandomi a viaggiare e conoscere gente posti , usi , costumi e posti diversi.
A parte qualche vacanza estiva  in paesi del mediterraneo , la prima vera occasione si presento' a 16 anni, e  mi trovai  in una cittadina  a circa  mezzora  di auto da Washington D.C, dove passai qualche mese , scuola compresa.
Conobbi l'America, ma non quella di New York o Los Angeles, ma quella   di una realtà' di 40.000 abitanti.  Non era proprio quella rurale de mid West, essendo la zona  molto  " ministerializzata "  ossia , la maggior parte della gente residente in zona aveva qualche incarico governativo , CIA ed FBI compresi cosi' come militari, in particolare della  U.S. Navy , essendo annapolis, il loro quartier generale molto vicino.
Non c'erano cellulari od internet allora, ed i collegamenti con l'Italia erano limitatissimi e costosi . Qualche telefonata rigorosamente  " collect call " con pagamento a carico del destinatario, e lettere con qualche amico.
Comunque imparai l'inglese sebbene con accento americano, abitando con una famiglia  di padre , madre e due figlie molto piccole , cui rubavo i libri di prima elementare per imparare i vocaboli.

Il destino volle che mio fratello si trasferì'  a Boston  nel Massachusetts,  e quindi la trasferta americana si prolungo' , ma per faccende scolastiche il ritorno in Italia si rese obbligatorio,  ed il servizio militare si mise di mezzo. Comunque avevo la fortuna di poter passare le mie estati sempre in Usa, gratis....Insomma ci passavo almeno 3 mesi l'anno.

Dopo l'università'  a Parma decisi di allargare il giro. Mi si presento' l'opportunità' di andare in Australia in vacanza per un mese , viaggio a mio carico,ma soggiorno gratuito  presso alcuni amici di un mio compagno di squadra di rugby che  era australiano, lui  in Europa per un anno.

Ricordo che arrivai in gennaio , intorno alle 7 di mattina. Mi vennero a prendere  all'aeroporto in due , e come prima cosa ,ancora prima di andare a casa mi portarono a fare un  tuffo in una spiaggia  ...
Fu una specie di shock passare dalle temperature vicino allo  zero di casa mia, ai 30 e rotti  di Sydney, vedere tutti alberi pieni di foglie. Mi piacque a prima vista.

Passai un mese circa a Sydney e dintorni, pura vacanza.
Un giorno  decisi di andare a vedere com'era l'università' di veterinaria di Sydney. Ero abituato al rapporto molto distaccato fra docenti e studenti che avevo avuto all'università', e mi sentivo ancora troppo studente, e sebbene l già' conclusa l'università' non avevo certo ancora la testa del vet.

L'università' di Sydney ricorda nell'architettura lo stile vittoriano inglese, sorge in un parco  quasi in cento a Sydney. Certo quando la fondarono era fuori città'.
All'interno tipico campus   anglo sassone. Avevo l'impressione di essere a Cambridge se non fosse stato per il clima. Orbene arrivo alla segreteria della facoltà'.
Chiedo informazioni, presentandomi, e gentilmente una  segretaria  un po' stupita mi  chiede, ma sei un vet, allora  vai direttamente al PGC.
PGC ??? eccccheèè Non sapevo cosa fosse .. Ohhhh easy , Post Graduate Committee  in veterinary science....
In pratica e' una branca dell'università' che gestisce i corsi di aggiornamento per i veterinari, ma non solo , sorveglia che i veterinari tengano un comportamento morale alto e professionalmente adeguato.  Ma questo lo capii dopo. E mi dissero di andare da Doctor DB che ne era il capo.
Io.... figurati se il capo ha tempo me, un wog ( termine australiano dispregiativo per i sud europei ). Molto scetticamente  avendo un bel niente da fare  cercai questo PGC...
Vengo a sapere che invece dell'università' si trova in pieno centro ( ora invece e' presso l'univ. ) anzi   centrissimo. Evabbe' mi dico, almeno se va male son vicino  alla metropolitana.
Arrivo in Pitt street, ed al numero indicato 280, me lo ricordo ancora a memoria, tutto poteva essere , negozi , uffici, banche, ma qualcosa con attinente alla veterinaria ... boh...
Entro in questa porta, e c'è un piccolo atrio con ascensore. L'ascensore era un vecchio modello , probabilmente anni 30 -40 , ed la curiosità' era che c'era una specie di autista per  prenderla. Insomma un tale   aveva come lavoro  l'andare su e giù' tutto il giorno con l'ascensore accompagnando chi scendeva e chi saliva. Niente di più' alienate. Aveva un piccolo sgabello all'interno dell'ascensore e da li' comandava una manopola   come un timoniere. Per fortuna aveva almeno un giornale. E credo avessero scelto non a caso un signore alto forse 1,50 cm  che  ingombrava di meno. 
Allora io in stile Fantozziano, chiedo ..scusi  PGC ? 
Ok 8th floor, con fortissimo accento australiano.
Salgo e via verso l'ottavo piano.  Scendo ed un comunissimo pianerottolo con due porte , una semiaperta ed una targhetta PGCVS.
Sempre in stile fantozziano  entro, e vedo almeno 5 o 6 impiegate, tutte donne.
May I  help you.... 
in 30 secondi spiego chi sono , che ero stao all'univ e mi avevano consigliato di venire qui.
Mi chiesero cosa volevo ,  testi, sapere se c'era lavoro, o parlare col capo...
farfugliai perché' nemmeno io sapevo cosa  dire... ed allora tagliando corto la tipa mi dice, vai dal capo, e' la'.

Non conoscevo ancora la mentalità' australiana, decisamente molto, ma molto , più' alla mano della nostra. Non conoscevo la sindrome del papavero alto  ( tall poppie syndrome ) , che affligge la società' australiana in cui il rampante di turno viene segato  e messo allo stesso livello degli altri.
Da noi per andare dal capo senza essere presentato se non raccomandato e' una trafila,la' l'impiegata nemmeno ti annuncia e ti dice direttamente " il capo è di là , vai a vedere un po' cosa può' fare. ".

Io pensavo ... capo .... cosa può' fare ...Bohhh.
Mai e poi mai  e poi mai ancora avrei pensato che quello era il giorno in cui le cose cambiarono.

Entro in questa specie di mini ufficio  di 3x3 metri forse e mi trovo un signore che dire distinto e' riduttivo, , capelli grigi  corti pettinato con riga in parte , occhiali, camicia a maniche lunghe e cravatta, cosa che in Australia era quasi sconosciuta .
Si presenta tendendomi la mano,   ed io  spavaldamente  DR Mambrito,  e mi fa accomodare.
Inizio ," sono un vet dall'Italia, che  e' qui in vacanza. Sono appena laureato e sto prendendo un mese di ferie , e tramite un compagno di squadra di rugby,  australiano , ho alcuni contatti...  eeee... " MI ferma,  "sai ho una figlia che studia Italiano a scuola  ed io sono arbitro di rugby...."

Il ghiaccio si ruppe subito, mi chiese in effetti cosa facevo, e le mie conoscenze di rugby sembravano più' interessarlo della professione. Questo e' un dettaglio che nel lavoro  da quelle parti si ripete' spesso  anche nelle varie cliniche.
Il tipo sembrò interessato a me, e quasi con imbarazzo mi chiese se la sera volessi andare a casa sua per un drink dove c'era la famiglia , od almeno una parte di essa, per un drink.....
Ok appuntamento alle 18  a casa sua in centro a Sydney.

L'appartamento era al 40° piano di un grattacielo con una vista su Sydney mozzafiato, baia, ponte, teatro , meglio di una cartolina. Mi accolgono in  3 lui e due figlie. La moglie era nella loro casa ad un paese a 400km da Sydney ed un figlio era militare di carriera in aviazione , pilota della RAAF.

Scoprii che solo da pochissimo tempo, forse un mese, aveva assunto l'incarico di direttore del PGC, ed è per quello che la moglie era ancora al paese, ma presto lo avrebbe seguito a Sydney. Una figlia era già' fuori di casa ed abitava in città' ed era venuta apposta su invito dl padre a ricevere l'ospite. L'altra   era all'ultimo anno di scuola superiore e.. Dio sa come, in un paese a 400 km da Sydney studiava italiano , e tedesco,  e   l'anno successivo , si sarebbe iscritta alla facoltà' di lingue di Sydney.

Facendola breve mi invitarono alla loro casa al paese nel week end. Bene pensai.
Mi accompagno' la figlia minore  dopo circa un'ora alla fermata del metrò e provo' a parlare in Italiano. Era la prima volta che ne vedeva uno dal  vivo, o meglio un italiano dell'Italia, non un immigrato . Tutto sommato si difendeva  in italiano, ma di certo preferiva allora l'inglese con me. Mi  disse anche che suo padre era un pilota ed avevano un piccolo aereo , con il quale saremmo andati al paese...

Caspita... il venerdì'  successivo alle 6 di mattina un mio amico mi accompagno da loro, e lo presentai al capo.... il capo si sbalordì' nel vedere arrivarmi con un tale che era un nazionale di rugby australiano... le mie quotazioni aumentarono.

Andammo all'aeroporto e senza tanta trafila, che qui sarebbe incredibile, andammo sulla pista e sembravamo 3  in attesa dell'autobus, poi vedo arrivare un  aeroplanino, un Piper 6 posti che si avvicina. Saliamo e mi offre di stare a fianco del pilota cioè' lui. Un suo amico  era venuto con l'aereo dal paese in città per prelevarlo, ma il proprietario dell'aereo , nonché' maniaco di aerei era il boss.

Fu fantastico  un viaggio di circa un'ora e mezza a bassa quota su Sydney  prima e poi verso l'interno, fino a Tamworth , una cittadina di 40,000 abitanti, per loro grande città', nel nord del NSW nuovo Galles del sud. Pieno bush australiano, cioè' country. Anzi Tamworth è la capitale australiana della musica country una specie di piccola Menphis.

La casa era circa 10 km fuori dal paese ed e' qui dove mi fermai una settimana che imparai  la vita   del bush australiano. A letto al max alle 9, svegli alle 5.prima chiamata  per il vet al max alle 6 . Alle 8 di mattina avevi già' voglia di fare il pranzo.
Fu in effetti il primo vet con cui uscii laggiù.  Ma quello che non sapevo era che in pratica DB era il capo , o meglio il direttore di tutti , dico tutti, i vet dell'Australia  un carico nemmeno da 90 ma da 360 , almeno.
Tornai in Italia un mese dopo ,  e , ripeto allora non c'era internet,  mandai alcune video cassette e riviste italiane a loro , e ne furono contenti per la figlia.
E ci scrivemmo.

Circa 10 mesi dopo , dopo  che venni bidonato alla grandissima da una clinica in Irlanda, mandai un fax in Australia  chiedendo se per caso ci fosse stato qualcuno presso cui avrei potuto fare tirocinio. Non chiedevo soldi od altro ,solo di imparare un  po' . Mi sarei arrangiato io con casa trasferte etc...

Passarono  24 ore  ricevetti un fax di  risposta con 3 cliniche in zona Sydney, od in alternativa dove volevo andare....
tempo 10 giorni ero di nuovo sull'aereo per l'Australia. Pensavo di rimanerci 3 mesi , diventarono anni. O meglio dovetti tornare in Italia dopo 6 mesi per sistemare visto e tutte le menate burocratiche e non fu certo facile. Prendere contatti per il riconoscimento della laurea , che non era possibile se non  dopo due esami uno scritto ed uno pratico etc..etc... Ma il solco era tracciato.

Col tempo capii che  avevo un buon sponsor. Capii anche che c'era molto meno formalità', ma anche che se sbagliavi pagavi eccome. Certo essere presentato dal megadirettoregalattico era un buon input, ma me ne resi conto solo dopo un anno circa di quanto fosse importante  il tipo..
Ah, sorvegliava anche me  che rigassi dritto..ricordo certe telefonate in clinica...Flavio....feel awre of the requirements of the clinic... in pratica era un avviso , o meglio ammonimento, a dirmi fa come ti dicono i capi e non lo scemo.

L'amicizia perduro' negli anni e tutt'oggi  ci sentiamo. Anni dopo sua figlia venne da me per 6 mesi a perfezionare l'italiano. Ma trovai modo di mandarla  in Germania prima , per migliorare il tedesco, ed anche in zona Bolzano dove poteva migliorare entrambi.

Nel 2000 andò in pensione e ci fu una cerimonia nell'aula degli onori dell'universita' di Sydney.
Ci fu una cerna formale in smoking " bow tie ". Tutti i megavet australiani, presidente dell'ordine , superprof etc..etc..   il cerimoniere , che era colui che gli succedette nell'incarico di direttore del PGC mi contatto' circa 4 mesi prima  se avessi potuto fare una sorpresa.. In pratica sarei dovuto essere l'ospite a sorpresa della serata. Accettai con piacere. tornare anceh se solo per 8 giorni in Australia non era poi male...
Me ne dovetti stare nascosto un attimo dietro le quinte ,  e tenere il discorso finale... un'emozione incredibile. Quando uscii allo scoperto DB scattò verso di me, incredulo , sorridente e poi commosso. Gli australiani son famosi  fra gli anglo sassoni per mascherare molto i loro sentimenti, ed è vero ! Quest'atteggiamento quasi latino, mi sorprese davvero...  un grande  abbraccio ed ebbi il posto alla suo fianco durante il banchetto ufficiale.  e' forse il piu' grande onore professionale che abbia avuto in tutta la mia carriera.
Il fatto che un italiano , insomma un emigrante, avesse lasciato un ricordo che meritava il posto d'onore accanto al grande capo nel giorno del suo ritiro , mi riempi' di orgoglio , ed un po' pomposamente in quel momento mi sentivo di aver fatto  qualcosa di buono , non solo per me , ma per tutti quegli emigrati che avevan dovut lasciare la loro terra per cercare  fortuna altrove, e non e' cosi' semplice.

Lo vidi l'ultima volta circa 4-5 anni fa quando passo' in Europa e venne a trovarmi.  Lui e la moglie,  stavan facendo il giro del mondo.
Ma oggi con e mail e social networks  teniamo facilmente i contatti.

Mi  viene da pensare che fu proprio un episodio da sliding doors, io  con niente da fare , lui idem un giorno di gennaio del 1988,  ed il resto.
Mi inserì' di qui e di la' ,mai volle un centesimo in cambio... serbo e serberò' un eterno debito con lui. Grazie Doug.


Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Settembre 21, 2012, 08:35:11 PM
Sono rimasta indietro come le palle dei cani... devo rimettermi in pari coi racconti!
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: maya - Settembre 23, 2012, 09:49:12 PM
che meraviglia leggere questo raconto..sapere che ci sono ancora persone "GRANDI"di cuore e d'animo che fanno qualcosa perchè se lo sentono, senza aspettarsi altro in cambio, se non un comportamento eticamente corretto...

davvero sliding doors dott. mambrito!
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Ottobre 02, 2012, 12:09:03 AM
Stakanov : L'ho inventato io !


Nella professione del vet può' capitare che le giornate  sarebbe meglio che avessero a volte più di 24 ore.
Ci sono momenti a dire il vero che  il lavoro langue , in particolare negli ultimi  anni la  deriva presa dalla situazione economica non certo aiuta.

A volte capita pero' che non si sa bene cosa possa succedere ed una giornata magari di routine, o  da disoccupato , possa di colpo diventare da incubo.
Son cose preventivate e dopo  un po' ci si fa l'abitudine. Dopo decenni di lavoro  questi " incubi " improvvisi diventano una seccatura, ma finora li accetto ancora senza troppo lamentarmi.
Ci sono tuttavia di casi limite , in cui  si comincia a reggere poco  sia mentalmente ed anche fisicamente.

Ricordo bene come  durante i primi anni di lavoro da solo, cioè tornato in Italia, dovevo sbrigarmela in tutto e per tutto per conto mio. In clinica c'erano segretarie, infermiere, contabile, inservienti vari. E fare solo il vet era bellissimo. Qui dovevo organizzarmi il tutto da solo. Quindi  di notte oppure nelle giornate di scarso lavoro , mi sedevo ed  via con  " lavoro d'ufficio "
Ai tempi non c'era internet od e-mail varie,  si cominciava con i cellulari, patacche da 1,5 kg , ma il ruolo chiave era fatto da segreterie telefoniche e fax.
Mi succedeva un cosa strana : uscivo la mattina , e dopo una bella dose di km a cui si si sommava il lavoro vero e proprio  verso sera tornavo a casa. Dico verso sera perché era estate, ma saranno state più' le 21 che le 20.  Abitavo  in un appartamento in una casa quadri familiare inserita in una specie di residence con 12 casette uguali.  Fino a casa la stanchezza la sentivo poco, ma non so cosa accadesse. Parcheggiavo l'auto nel garage al piano interrato. Salivo una brevissima rampa di scale, uscivo e dopo due metri c'era la porta di casa, la aprivo, entravo , e non appena la  richiudevo la porta ...BUUUM   sembrava che mi cadessero sulle spalle 30 kg. Avevo proprio la sensazione fisica di un peso addosso. Insomma crollavo. E questo si ripetè per qulche mese. Poi o mi sono adeguato  o lavoro di meno. Non l'ho ancora capito.

La volta in cui se fossi stato un autore dell'antica Roma avrei scritto il poema " De Coma " la raggiunsi quando mi si offri' la possibilità di fare il vet ad un concorso internazionale di dressage.

Sarà stato circa una decina di anni fa , e c'erano meno inghippi burocratici ; adesso la legislazione vet  impone dei protocolli  più' rigidi.
Allora . Vengo contattato da un comitato organizzatore per questo evento internazionale.  Wow ! Dressage non mi affascina molto, ma l'occasione di vedere  e stare  a contatto con grandi nomi  e super cavalli mi attirava.
Si trattava di un giovedì' venerdì , sabato e domenica.Perfetto o quasi sembrava.
Comincio i giorni precedenti ad organizzarmi.  Era Novembre  inoltrato, per cui oltre riviste e giornali ,libri , etc.. mi organizzai con vestiti pesanti , paraorecchie, guanti  etc..
Il tutto si svolgeva all'interno di una struttura coperta , ed alcuni box esterni.

Sorpresa  numero uno. Circa due giorni prima mi chiamano e la gara bisogna stringerla un attimo, ma non per mancanza di concorrenti, ma 4 giorni son troppi, si dove fare in 3 giorni.  Ok tre giorni siano.
A che ora dunque ?? Bene vieni venerdì  per le 07.00 di mattina.
Nessun problema, penso.  Il giovedì' sera metto a dormire mia figli allora  di-soli tre  anni e qualche mese e mi preparo per il week end di dressage.

La strada era molto familiare, era un circolo presso cui lavoravo spesso, e conoscevo un po' tutti. Passo in forneria per briosches e panini , qualcosa da bere, edicola per giornali  e via-
Arrivo e come di prassi mi parcheggio vicino all'ambulanza.

Non ero abituato a concorsi ippici in novembre , e la prima sorpresa fu vedere quasi nessuno. Ok la giuria    I pochi addetti, e qualche cavallo. Un sacco di reti e transenne dato che l'evento era internazionale e qualche guardia giurata.

Faccio il giro di routine giuria , etc.. e poi...ore 7,20 in pratica avevo finiti  compiti istituzionali.

Sorpresa due , scopro con rammarico che  all'interno del palazzetto od arena faceva più' freddo che fuori.... e sorpresa tre  il bar all'interno non poteva fare bevande calde  perché' il rumore della macchina del caffè avrebbe potuto spaventare il cavallo e fargli perdere punti..............Ci vollero ore per trovare una soluzione.....La cosa per me si riduceva a stare qualche momento in auto, poi una camminata  fino al bar . E poi dovevo inventarmi qualcosa.
Controllo passaporti etc... che di solito mi annoiava fare , sembrava una gioia poter stare all'interno con lo speaker  al caldo . Ma non ci misi molto a finire  pure quello.
I cavalli non erano molti, ma  facendone di media 5 ogni ora più' pause premiazioni , tirare il campo etc..per 20 cavalli ci volevano almeno 4-5 ore..

I veterinari FEI.....chi li vedeva....?? Antidoping ( nel dressage ...) . Insomma Piantato per conto mio con l'umidità' della pianura padana di novembre e nessuno o quasi con cui chiacchierare. Spettatori  quasi ( e son buono) zero.

Sorpresa finale  : l'orario delle gare .... l'ultimo cavallo sarebbe entrato alle 24ore e 21 minuti....... cioè' dopo mezzanotte.
Al  di là dell'incavolamento , mi chiedevo quale fosse la lucidità del cavallo o del cavaliere e dei giudici....
Insomma riesco in qualche modo a far passare la giornata. Una noia brutale, nemmeno un intervento, niente di niente. Auto-ambulanza.-similbar e appoggiato allo steccato.
Colpo di grazia finale : scopro che il primo cavallo del sabato mattina entra alle ore 07.00. pensai che se fossi riuscito a dormire 5 ore era bello.
Arrivo a casa , mia figlia dorme... e vabbe' la saluto domani...
La mattina alle 06.30  dorme ancora,  evvabbe' la saluto stasera.
Più o meno il sabato fu come il venerdì' , giornata meteorologicamente grigia, ma anche grigia in tutti i sensi . La routine fu quella del giorno precedente. Quasi.
Venni interrotto finalmente dalla visita del veterinario ufficiale della Fei, il quale dopo i salamelecchi ai vari presidenti di comitato e giuria, passo' da me  e.." tutto Ok ?? ci pensi tu ?? se ci son problemi questo è il mio cell.....Ma vedrai che tutto fila liscio...Ciao .."
Idem antidoping, dopo un paio di prelievi  ...ciao...ma almeno si trattennero un paio d'ore. In serata una curiosa chiamata... un signore tedesco mi chiama per farmi vistare il suo cavallo. Veniva dalla Germania centrale, col cavallo circa 18 ore di  per arrivare.  Mi chiesero di controllare il cavallo.  Cuore  mucose respiro etc.. era nella norma. Ma.....a lui non pagava l'occhio...
Morale , pur dovendo competere il giorno successivo decisero di riportarlo a casa, quindi mi chiesero di fare una  flebo di 3 litri di ringer lattato e 3 litri di fisiologica giusto per tenerlo su  e poi via verso casa...
Per certi versi ammirai il professionismo  che misero la salute del cavallo in primis... certo che se fosse stato cosi' male altre 18 ore di camion...
Verso le 21 cominciavo a sclerare . Volevo andare a casa, volevo fare una doccia,  mangiare qualcosa di decente, vedere i miei  ...UFF ancora fino a mezzanotte e con gli arretrati della notte prima...
Arrivai dopo mezzanotte e mezza a casa. Mia figlia dormiva.
Uscito verso le 06.40 , dormiva ancora.
Pensai, molto erroneamente, che la domenica sarebbe stata più' veloce. Macché programma fino alle 22 . Non riuscii a gioire per lo sconto di orario.
E di nuovo freddo, umido,  camminata da zombi , piroette e piaff , appoggiate varie  ormai non mi interessavano più . Arrivai al punto di pensare di telefonare  per dire che c'era una bomba... Ed alla fine scoppiai . Dopo le 13 ci fu il cambio di turno dei militi della croce rossa. Arrivato l'equipaggio del pomeriggio, li conoscevo, e  dissi loro " Ragazzi, qui non succede un ( censura ),  posso un attimo sdraiarmi sul lettino nell'ambulanza. Tanto se dovessero chiamarmi sono a 10 meri dall'entrata e l'altoparlante si sente chiaramente. Oppure se serve a voi sloggio in un secondo. "  la cosa smembro' non fargli né caldo né freddo. Ed io via finalmente mi allungai , a cercare di recuperare un po' di sonno, e recuperai pure una coperta di lana. Il sottofondo di musichette pro-cavalli da dressage, comunque tutte melodie,  era una ninna nanna. L'altoparlante non mi infastidiva  e nemmeno il periodico gracchiare della radio della croce rossa.
Fortunatamente non successe nulla di grave e per 5 ( cinque ) ore   fui sdraiato e mi alzai notevolmente rilassato. Ormai ero in dirittura, Ancora poche ore e via... avrei finito.
Fini' lo stesso verso mezzanotte.   Ricordo le facce dei giudici, addetti ed organizzatori  , mi chiedevo chi di loro il giorno dopo sarebbe , e come avrebbe fatto,  per andare a lavorare....
Arrivai a casa , la figlia dormiva.
Finalmente la mattina del lunedì'  riesco a parlare con lei  e la preparo per l'asilo. Mentre facciamo colazione  mi chiede " Papà , ma sei stato in Svizzera a lavorare " In effetti non  mi vedeva da quasi 4 giorni...
Mi presi la briga di fare i conti  in 3 giorni , cioè' 72 ore, ne  passai 53 ore  al concorso ( ok 5 le ho dormite , lo so ,lo so )  circa 3 in auto per il percorso casa -maneggio e nelle altre 16 ...son comprese tre notti di riposo , arrivo a casa, sistemazioni varie, risvegli etc..
Il lunedì' non sapevo nemmeno come mi chiamavo. Mi servi' per recuperare.
Fu un'esperienza tragica. Non  ho ancora capito oggi se i militi della croce rossa mi lasciarono dormire per gentilezza o o fecero a scopo terapeutico  vista la mia faccia...

E' pe rora il mio record di numero di ore lavorate in tre giorni di fila.
Non ho molta voglia di batterlo.

Ancora oggi ogni tanto incontro qualcuno che c'era o come giudice o altro , e  quando si fa riferimento a quella volta che....
Forse eravamo tutti pazzi ...boh..

L'anno dopo ci fu ancora l'internazionale di dressage........ Mi garantirono che  era di 4 giorni..... Così fu , ma dalle 08.30 fino alle 19.00 circa . Un'altra storia davvero.
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: maya - Ottobre 03, 2012, 11:35:36 AM
mamma mia che angoscia  :icon_eek:..io mi annoio dopo meno di un'ora a guardare le gare...per quanto mi piacciono i cavalli è proprio una cosa che trovo pallosa..ma lei ha davvero tutta la mia stima :ciao:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Ottobre 07, 2012, 01:55:38 AM
Ommioddio... mi prudevao gli occhi dalla voglia di legere piùveloce e vedere se succedeva qualcosa..
E invece nulla.. la cosa più emozionante è stata la dormita sulla barella.

I weekend di gara, per gli addetti ai lavori, sono piuttosto pallosi, ma qualcosa da fare bene o male lo hai: se fai lo speaker ogni tot hai a dire qualcosa, chiamare i binomi, annunciare gli score.. se fai il trattorista ogni tot devi passare il campo, la segreteria è sempre indaffarata...ma se fai parte della cerchia di persone che 'se servono ci devono essere' è una strapallagigatesca.

Domandona: avrai guaagato sicuramete 1 milione di lire al giorno per stare lì, ne?  :horse-cool:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Ottobre 07, 2012, 07:02:58 PM
 Tariffa FISE, ferma per altro da 10 anni
€ 220,00 al giorno  + IVA  e 0,21 ( oggi son  0,24 ) € per ogni km
quindi  il conto era (220 +14,40  ) + 19 % di IVA - R.A. 19 % allora.

Il netto era di 660  ..circa  12,50 euro l'ora , compreso il fatto che un giorno era domenica.
Son le tariffe CONI e FISE , non ci scappi.

Ah certo , l'intervento delle due flebo,  forse 30 o 40.

Si ha un po' un'idea errata sui nostri compensi. Cwerto ho fatto un bel tubo o quasi, ma provarci .....

fm
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Shanna - Ottobre 08, 2012, 10:54:14 AM
 sono stata ad un concorso da spettatrice/groom con tempi biblici e ritardi allucinanti... mi è tornato in mente questo tuo racconto... avrei voluto pure io la brandina della crocerossa :)
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Ottobre 11, 2012, 04:54:56 PM
infortuni

Tutti i mestieri hanno diverse sfaccettature. Visiti da fuori   si tende a vederne solo il lato che fa comodo. Magari un negozio di alimentari ci sembra più' caro , anche se di poco , rispetto ad un altro, senza approfondire che magari il secondo investe di più' in pulizia, qualità' degli alimenti etc..
Se ci mettiamo ad analizzare qualsiasi attività' ( sebbene per certi  molto immeritatamente  iperpagati incarichi pubblici forse no ) , si possono scoprire alcuni lati oscuri, o  che   spessissimo vengono sottovalutati trascurati  da chi ha solo saltuariamente contatti con altre attività'.

Sono un attimo contorto nello spiegarmi, ma è solo per far capire che spesso mi si invidia il mestiere che faccio, ed  vorrei in alcune righe far presente alcuni lati oscuri, od altre facce della medaglia.
Ci sono cose intrinseche del mestiere, aaltre personali.   Io   risulto spesso antipatico  o giù' di li, e solo dopo due o tre volte che mi chiamano cominciampo  ad entrare in sintonia. Ho una faccia , purtroppo,  molto giuliva. Me la trascino dall'asilo, elementari , medie fino all'università'  il commento era lo stesso. Quando qualcuno parla con me, che fosse la suora  dell'asilo, insegnamte elementare , professore etc.. ha l'impressione di essere preso in giro .  Anche mia moglie  mi accusa di ridere sempre...boh , mi iscriverò all'associazione di  " joyologist " , vedi  il film " Patch Adams " con Robin Williams.
Prscindendo dal mio aspetto che è una caratteristica intrinseca mia,
un grande problema che il vet di equini affronta son le distanze  kilometriche. Conosco dei colleghi che da decenni viaggiano sui 120.000 km annui. E' una media di 300 km al giorno  festivi inclusi.....dopo c'è anche il lavoro.  Essere SEMPRE sulla strada  non e' il massimo , costi, stress e pericoli......( quando avevo 18 anni , mia sorella che ne aveva 21 morì in un incidente stradale insieme ad altre 4 persone ).
I primi anni viaggiavo sui 70-73.000  all'anno, adesso sono sui 42.000.
Passando oltre una cosa che  POCHISSIMI, li posso contare sulla punta delle dita di una mano , in tutti questi anni, quando magari sto sostenendo una zampa posteriore con la schiena a pezzi  ( 3 ernie finora ) cercando di cucire  o medicare una zampa, con cavallo che non sta fermo..arriva l'osservazione di turno...." Povero cavallo ".... ed il povero vet che soffre e rischia pedate o pestate o simili.... Nulla  , ah si forse 3-4 volte in venticinque anni..povero vet, forse. Forse perché' alla fine c'è il conto.

Dopo questo  preambolo eccomi a raccontare di alcuni casi in cui qualcosa nelle visite è andato storto per me.
Penelope :  femmina araba grigia  aveva deciso di tirare una pedata ad una rete. Risultato un bello squarcio lungo  tutto lo stinco posteriore sinistro. Interveniamo una collega ed io e lo sistemiamo , ma andava anche seguito per alcuni giorni nelle medicazioni. Decidiamo di fare a turno , una lei -una volta io , per facilitarci le cose., visto che la padrona era all'ottavo mese di gravidanza , ed il marito lavorava.
Tutto procedeva bene , ed ormai eravamo alla fine e la ferita  era ormai prossima alla guarigione.  La volta che vado per l'ultima medicazione,,lego Penelope  al muro e controllo . Tutto Ok ,si trattava solo di fare l'ultima fasciatura. Bene, vado a prendere il tutto in auto e torno verso Penelope. La furba si era spostata un attimo ed il suo fianco sinistro era in pratica parallelo al muro.. Io molto allegramente e felice della ferita che stava guarendo, mi avvicino di buon passo ed arrivato vicino a lei con presupponenza e  senza nemmeno pensarci, con la mia mano destra le pianto una manata sulla groppa sinistra proprio mentre son dietro dicendo   " su spostati..."  e lei  di riflesso  mi pianta una bella pedatina e mi becca in piene...... beh...si capisce.....
In se e per se faceva male , pero' riuscivo a resistere, ma caddi a terra . Per fortuna non era ferrata  ed era una pedatina ,ne senso tirata senza sgroppata, ma felicemente andata al centro del bersaglio. La mia paura era di avere qualche stravaso interno , insomma pericolo di emorragia interna. Mentre ero ancora in terra si avvicino' la padrona di cui ricordo di vedere il pancione dal basso in alto. Mi chiese se poteva fare qualcosa... L'unica cosa che desideravo era forse un massaggio  , ma non era certo il caso....
Morale mi rialzai  e corsi  al pronto soccorso sempre in preda al terrore di emorragia interna. E continuavo a guardare le  mie gengive nel retrovisore dell'auto per vedere che le  non diventassero troppo bianche.
Non so come ma ci arrivai, Il bello fu che mi trovai il medico della squadra di rugby  di turno al pronto soccorso. Pur cercando di rimanere serio non riuscì a non ridere. Mi tennero un'ora in osservazione ,ma tutto si risolse con un po' di dolore ed un grosso spavento. Ci fu un piccolo seguito...  due sere dopo andai all'allenamento di rugby.
Bene negli spogliatoi mi sto cambiando quando l'allenatore  che era a me vicino caccia un urlo di spavento e mi  addita con l'indice proprio lì... Mi guardo ed urlo anch'io  uno stravaso , seppur lieve , aveva fatto si che la zona fosse diventata blu. Non faceva per niente male , ma il " look " era un attino impressionate. Mi venne in mente una canzone di Mina degli anni 60 che faceva " ..blu , blu. Le 1000 bolle blu..."   bastava sostituire a 1000 il numero 2  e  togliere la  " o " ed inserirci al su posto una " a ".....
Penelope guarì', il proprietario cerco' di scusarsi in 1000 modi, ma credo che la colpa fosse mia. Infatti  per sdrammatizzare gli dissi  occhio che adesso la cavalla andrà' un po zoppa..... Ma non la capì...  Incontrai la moglie con bambina circa 6 mesi dopo e  tornammo sull'accaduto. Mi disse che il marito proprio non capiva perché' dovesse andare zoppa ; lei gli chiarifico' il senso della battuta,  ed allora il tipo si lascio' andare ... ecco , io mi preoccupo e lui mi tira in giro..

Teodora :  Saltatrice , femmina grigia
Il più' grave infortunio lo ebbi il 6 giugno 1996 ; curioso il giorno dell'anniversario ( 21° )  della scomparsa di mia madre ed a circa 100 metri in linea d'aria dal punto dell'incidente stradale in cui perì mia sorella.....coincidenza..destino... chi lo sa..
Comunque, anche qua avevo più' o meno finito tutto quando un cliente mi chiama e mi chiede di controllare i denti della sua cavalla se fossero da fare o meno. Avevo l'apribocca in auto , cioè' a circa 20 metri. Troppi.
Decisi di farne a meno,, La cavalla si trovava in un corridoio  ai cui lati c'erano i boxes. La larghezza del corridoio era di forse 2,5 metri,
Orbene mi avvicino  metto una mano sul naso e l'altra su labbro e la cavalla va in difesa ed alza la testa. Riprovo  , stessa cosa. Ritento  : idem.
Allora cerco di fare il duro, wow , credendo di essere figlio di superman...
Bene dito in bocca , lei alza la testa , ed io , brillante idea , con la mano cerco di  afferrare l'orecchio della cavalla.  Per  tutta risposta lei fa una specie di piccola impennata con me attaccato all'orecchio , in contemporanea cerca di fare un passo indietro....eee swishhhhhh , scivola di lato verso il muro  schiacciandomi tipo sottiletta  contro di esso.
Reggere 500 kg addosso non è male..  Risultato spalla e testa riparati  dal mio gomito, , fianco che regge l'urto ,ma gamba sinistra che regge fin che può, ed il legamento collaterale del ginocchio fa crack........
Quindi , ospedale, operazione  e 40 giorni di gesso e due mesi di rieducazione.
A posteriori   forse un po' brutalmente , ma mi servirono quei  tre mesi fermo, ebbi modo di ristrutturare  e di riorganizzare il mio modo di lavorare, passando da un vet generalista che si occupava un po' di tutto , ad uno orientato in una particolare branca.
Ricordo che in quel periodo di gesso , mi fece  qualche volta da autista uno studente ed ogni tanto andavamo  a fare qualche visita. O meglio faceva tutto lui,  compreso guidare , ed io dirigevo, ma era poca cosa.
Una cosa la rammento meglio ancora..dopo circa 30 giorni di gesso, ricevo una chiamata alle 4 di mattina per un cavallo  con  un posteriore gonfissimo. Chi mi chiamava era una che  mi conosceva...che sapeva che ero ingessato...gli dissi  .." scusa ma come faccio a guidare  '  tranquillamente mi disse ,  se potevo farcela con una gamba... mando' il maniscalco, suo moroso , a prendermi....ma sembrava scocciata del fatto che non riuscivo a cavarmela da solo.
Era un flemmone risolto con sulfamidici.

Tengo a precisare che da quando ho iniziato ad interessarmi di denti in maniera professionale, il mio " Master " , mi ha cambiato r-a-d-i-c-a-l-m-e-n-t-e l'approccio ai cavalli.
Oggi di certo non rifarei lo stesso errore dell'orecchio.

Gegua : femmina grigia
idem come sopra , controllo dentario, ma apribocca in auto, circa 20 metri: Troppi.
Io , superman ....prendo la lingua, e la cavalla sta buona , la piego, tutto ok, passo il pollice destro sui denti.. e lei.......... muove la mandibola di lato  ed il mio bel pollicione si trova a farei conti  fra pre molari superiori ed inferiori..... Una bella compressione. Un male cane.
L'unghia diventa nera  e pulsa da paura. Davanti alla cliente fascio il duro ... son cose che succedono.. e parto. Circa 2 km dopo in campagna mi fermo scendo dall'auto e caccio un urlo fantozziano che fece scappare tutti gli uccelli  nel raggio di 1 km. Patii ancora per un'ora circa. Avevo trovato rifugio nel bar  che allora frequentavo, ed il barista, ex meccanico, vedendo che il male ed era molto , che pativo , mi  suggerì di bucar l'unghia con un ago. Lo presi per matto, ma dopo un'ulteriore mezz'ora di dolore, decisi che avevo niente da perdere. Presi un ago. Misura 18 G , quelli grossi con collo rosa. L'apertura ricorda in-qualche modo la fetta di salame leggerissimamente cominciai a farlo girare sull'unghia , senza spingere , tipo avvitando. Senza che quasi me ne accorgessi uscirono 3 gocce, forse 5o 6 di sangue . Avevo allentato la pressione dello stravaso sanguigno.... e quasi  incredibilmente il dolore passo'. Wow. Lo strascico fu  che cadde l'unghia  ed impiego' circa due mesi  a ricrescere.

Ignoto....maschio ..baio.
Questo fu il colmo.. Ero in visita ad un cavallo. Siamo ai convenevoli iniziali  ed io mi accosto al box vicino al cavallo da visitare.  I tutto si svolgeva all'aperto nel senso che c'era una fila di box con tettoia, ma non all'interno di una struttura, ma in pratica alla base di una collina. Bene  mi dice il proprietario del cavallo vicino di box , " occhio che lo faccio uscire ed esce sempre di corsa " . Ok allora mi sposto dalla porta scorrevole ed avanzo di circa un metro in direzione  box cavallo da visitare . Sono circa perpendicolare al box, nel senso che il mi fianco dx era a contatto o quasi col box, e nel frattempo chiacchieravo col cliente.
Sento aprire il box, ma non me curo e sento partire il cavallo che di fronte aveva una collina.
Ma circa  due secondi dopo sento una botta  fuori misura nella coscia sinistra. D'istinto  faccio due passi con un male cane, capisco che almeno la gamba non è rotta perché' il passo regge bene; La guardo e vedo un'immensa macchia rossa sui miei pantaloni verdi tipo chirurgo, con un bel 7 in . Guardo meglio ed il bel 7 c'era anche nella coscia . Credo che solo l'ottimo tono muscolare che   allenamenti  e anni di rugby mi aveva formato impedì al femore di rompersi. Ebbi un capogiro e mi accompagnarono in auto.
Eravamo un po' fuori dal mondo. Cosa era successo, ? Il cavallo invece di uscire dritto era uscito in diagonale e dopo soli due metri decise di distendersi e rifilo una doppietta ed il suo zoccolo destro a fine corsa  impatto' con la mia coscia sinistra.
Fu l'unico caso in cui non mi sentii di essere stato superficiale.  Tamponai la ferita e dovetti bere una buona dose di liquidi. Riuscii , ma con un po' di fatica , ad arrivare al negozio di mia moglie e mio cognato mi accompagno' all'ospedale dove  , un altro medico  che ben conoscevo , mi suturo'.  La cosa che mi diede fastidio che si fregarono i 3 giorni di ferie che avevo programmato per Pasqua, era il venerdì santo infatti. Ma Cosa mi  lascio' ,e di molto ,l'amaro in bocca che  il tipo del cavallo, amico del mio cliente, bene, né lui né il cliente mi fecero uno straccio di telefonata per sapere come stavo..

Potrei raccontarne altri , ma questi sono i più' vivi nei miei ricordi. Quando un giovane vet viene da me , gli ricordo sempre che se vuol lavorare gli conviene anche una buona assicurazione sugli infortuni, ma davvero. Io , almeno quella , l'avevo.
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Ottobre 15, 2012, 02:37:36 PM
 :laughter-485: :laughter-485: :laughter-485: :laughter-485: :laughter-485:

Fantastico... non ti vedrò più con gli stessi occhi  :laughter-485: :laughter-485: :laughter-485:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Ottobre 29, 2012, 06:24:10 AM
Pronto soccorso alpino

In tutti questi anni  mi son fatto l'idea , e non credo proprio di sbagliarmi , che la professione del medico veterinario ( dico MEDICO VETERINARIO , in quanto la laurea è in effetti in Medicina Veterinaria ) sia vista dalla maggior parte delle persone come una specie di cosa Naif , almeno in Italia. In  Australia per accedere alla facoltà' di Med Vet, ci vogliono crediti più' alti rispetto alla classica " Medicina e Chirurgia" dei miei colleghi umani.

Comunque da noi  il vet viene visto come un'anima pia che si occupa degli indifesi animali e che lo fa per buon cuore.
Se dovessi farmi pagare alla stregua di altri professionisti , avrei una villa a St.Moritz ed una ai caraibi.
Ricordo bene quando nel lontano 1993 cominciai fra i primi vet a lavorare con l'ecografo. Incontrai un mio amico di Infanzia, con cui condivisi elementari e medie, e di cui tutt'oggi sono grande  amico. Lui appunto med umano, cardiologo.
Gli proposi alcune ecografie, e per tutta risposta ricevetti " seeeee ...con quello dei cani...". Ok , Lo invitai allora a provare una volta a venire con me e leggermi l'ecografia  avevo un caso di  " idropericardite " ,  cioè' un riempimento di liquido  fra i  foglietti  ( specie di sacchetti ) che avvolgono il cuore.
Quando vide come funzionava , non disse niente, ma nel giro di due settimane mi chiamo ' lui se si potevano fare alcune eco....

In effetti medicina veterinaria e' una  medicina vera e propria con le sue branche.  Nei piccoli animali si avvicina molto a quella umana. Certo neurologia  e gerontologia sono branche che si studia di meno , ma non tanto. In medicina umana c'è certo più' ricerca , più' fondi, più' casi, ma pure noi non siamo quelli che  dell'amaro  Montenegro, ossia  arrivo,  uno sguardo , un'auscultata, due pacche sul fianco , e.... cavallo in piedi, e via a bere l'amaro col padrone contento.

PARENTESI
per i più' giovani
Negli anni 80 girava uno spot pubblicitario in cui in una scuderia c'era un cavallo in terra.  Si allertava il vet il quale arrivava col sidecar poco dopo, vestito come se fosse un modello ad una sfilata, si inginocchia  a fianco del cavallo , lo guarda un po' ,  una palpatina qui e la' , due pacche ed ohhhhp cavallo in piedi.
Facce sorridenti tutt'intorno  ed il finale era  vet , proprietario  seduti accanto ad un focolare a degustarsi l'amaro dal sapore vero....

Qualche mio collega , e qualcuno  era addirittura compagno di studi,  di Cremona decise che ne aveva piene le tasche  di questa immagine, e decise di far causa alla casa produttrice.  Forse per  buone entrature , forse per effettiva  realtà' della cosa , vinsero la causa, e da allora cessarono  le pubblicità' con l'amaro del veterinario.
A cascata questa neosocieta' culturale di vet  ebbe un impulso di iscrizioni, forse più' per curiosità'  che per altro , , ma seppero raccogliere  la palla al balzo e nacque la più' grande società' culturale  veterinaria italiana  che poi si diramo' nelle diverse branche delle specialità, dapprima di piccoli animali , ma in seguito anche di cavalli ed animali da reddito ed esotici.

Mi si chiede spesso  se voglio bene agli animali..... Ma certo , non avrei fatto il vet. Ma ancora di più' credo che vogliano bene all'animale chi in effetti si occupa tutti i giorni di lui. I proprietari, i quali alla fine pagano anche il conto del vet.
Discorso un po' diverso per animali da reddito  e relativi allevamenti, ma da questi,   il vet riceve più' rispetto.

Ho fatto questo similpolemico preambolo prima di descrivere  un episodio , ma non è di certo l'unico,  in cui il medico vet , e' diventato   quasi medico umano  a tutti gli effetti.

Estate di qualche anno fa, agosto. Per me agosto è un periodo di discreto lavoro, la gente è in ferie  e può' dedicarsi maggiormente  ai cavalli, e quindi   la presenza del vet diventa più' necessaria.
Qualche fortunato può' permettersi portarsi il cavallo in vacanza .
C'era un gruppo  che si era organizzato per trascorrere alcuni giorni in montagna, e si erano portati appresso i loro cavalli  parcheggiati in una baita nei dintorni, e ne approfittavano per alcune passeggiate.
Non sto a disquisire sul fatto di gente ben poco allenata , con cavalli ben poco allenati ,ma soprattutto poco usi a sentieri di alta montagna, che decidono di portare loro  ed i loro destrieri   su percorsi a cui nessuno di loro e' abituato.

Allora , pomeriggio agostano  ..drin drin ....   " ciao  sono Bruno,  sai abbiamo un cavallo che si è tagliato  cadendo  etc..etc.." Ok dove siete ??  Mi spiegano il tutto : amena località climatica dell'alta val Camonica , a circa   un centinaio di km da casa mia.
Faccio presente che ci vorrà circa un'ora e mezza – due , e mi avvio.
Arrivo verso le cinque e mezza , e  trovo una cavalla tagliuzzata in diversi punti  sulla coscia destra e qualche taglietto qui e la'. Un bel po' di lavoro di cucitura , ma per fortuna niente di veramente pericoloso.
Il cavaliere mi spiega l'accaduto . Solito sentiero di montagna , cavallo che si spaventa, e si ribalta  e la pendenza fa il resto.
Resto un attimo colpito dal fatto che lui stesso non appoggia una gamba. Gli chiedo come stesse ed in effetti risponde che fa piuttosto male.
Guardo gli altri  , e ...." ascolta sono un vet e tu se i peggio di un animale, fammi dare uno sguardo alla tua caviglia ".  Noto sguardi di assenso fra gli altri 4 -5 presenti.
Non ci volle molto, anzi pochissimo per capire che  qualcosa non quadrava.
Alla palpazione era evidente una rottura  strappo di legamenti della caviglia,e foorse una fratturina.
Decido che prima del cavallo andava sistemato il cavaliere.  Vado in macchina, prendo alcune bende cotonate ed alcune bende sintetiche  similingessatura.
Gli faccio mettere una tuta da ginnastica ben larga e da una parte la solleva fino al ginocchio. E via bende  bendine ed  ingessatura con queste bende sintetiche che van bagnate in acqua tiepide  e dopo un minuto circa son dure  come un diamante.
Nel giro di 15 minuti ecco fatto un bel gambaletto gessato che blocca la caviglia. Il tipo sembra avere sollievo.
Adesso per favore VAI al pronto soccorso dell'ospedale più' vicino e fatti controllare.
Così un amico si offre di accompagnarlo e partono. L'ospedale era a circa 20 km.

Posso dedicarmi al cavallo. Anzi alla cavalla. La conoscevo  era una vipera, ed il pensiero di suturargli una coscia mi lasciava poco tranquillo; il pericolo  pedata era altissimo. Il villico locale però venne in aiuto sotto forma di un travaglio per bovine, in cui si infilano le vacche quando bisogna medicarle. Il punto era farla entrare.
Riesco a sedarla per bene  con un'endovena ,  e senza poi troppo tribolare la infiliamo nel travaglio. Un bel paio di sbarre di ghisa mi proteggono da eventuali pedate. La cavalla cosi' bloccata mi rende più' rilassato e quindi riesco in tutte le manovre . Un bel carico di anestetico locale nei punti dove ci sarà' da suturare , una bella disinfezione , rasatura del pelo intorno alle ferite, di nuovo disinfezione,  preparazione di aghi , portaaghi , pinzette varie   ,fili etc.. guanti , disinfezione ulteriore del campo e degli strumenti , e via si comincia a suturare.
A distanza di anni non ricordo bene quanto impiegai  ma almeno due ore ; i tagli non erano profondissimi, ma erano davvero tanti, qua e la'. Verso La fine comunque la cavalla cominciava a dare evidenti segni di risveglio, o forse aveva già metabolizzato i farmaci e ricominciava ad essere sensibile. Le sbarre di ghisa palesarono la loro efficacia.  Comunque l'aver potuto lavora in piedi , e non con schiena piegata, il fatto di essere tranquillo , sugli eventuali rischi mi fece finire il lavoro senza la consueta dose di stanchezza che di solito mi assale alla fine, ero infatti ancora abbastanza  vivace.

Alla fine ripongo via attrezzi , farmaci etc.. fatta la solita prescrizione, ero libero. Gentilmente i signori mi invitano a cena.  Compare pero' fra i vari presenti , il tipo che aveva accompagnato il cavaliere infortunato all'ospedale. Già di ritorno ?' Com' e' andata ?, Insomma le solite domande.
Lui :".Sembra bene , l'hanno già' dimesso ed e' in albergo".
Si decide di fare un salto all'albergo che lo ospitava li' vicino.
Saliamo ...ed ecco che il tipo se ne sta , ancora un po' scosso a dire il vero ,,  nel letto, ma comunque in buono stato.
Con sorpresa noto che il mio bendaggio duro , era ancora sulla gamba....
Ma?? come, non ti han fatto lastre o simili.??

Si ,rispose lui," lastre e controllo ,ma il capo dice che sistemata in questo modo va benissimo, di stare cosi' due settimane e poi di toglierlo....anzi se vuoi me lo togli tu..."

Resto un attimo basito, non capivo fin dove ero stato bravo io , o fin dove erano lazzaroni od incapaci al pronto soccorso.
Preferi' non venire alla cena, e rimase in camera , ma si riprese e già' il mattino seguente  era di buon umore mi dissero, ed in breve si riprese del tutto, compreso il montare a cavallo.

Non ci feci caso più' di tanto dopo qualche ora, ma sulla via di casa, qualche dubbio mi veniva... o sono un genio , o sono loro incapaci...mah...

Passarono  mesi o forse anche uno o due anni. Mi trovai un giorno in un maneggio non troppo lontano dall'ospedale in causa,ma non collegavo ormai più' l'episodio.

Ricordo che avevo alcuni denti da sistemare, alla fine parlai con uno dei proprietari e scopro che era il capo  del reparto di ortopedia  di QUELL'ospedale..... Non feci domande , non chiesi nulla se non  " è molto che lavori in valle ?? " La risposta fu affermativa, o meglio di certo  da prima di quell'accaduto.

Lasciai perdere, pero' mentre stavo per partire mi disse che secondo lui noi vet eravamo sottovalutati......WOW!!  lo ringraziai,  ogni tanto fa piacere vedere che qualcuno ci apprezza... e lui continuo'.... " sai una volta arrivò un tale  che era caduto da cavallo ,in ospedale con una benda gessata con materiale super , sembrava fatta da un esperto, che doveva avere gli occhi di superman; senza una lastra aveva bloccato bene l'articolazione tutto in sede. Insomma davvero un lavoro ben fatto.   Il bello che era stato un tuo collega sul posto per curare il cavallo....."
Risposi  cercando di non dare alcun segno di emozione; mi girai verso il dr.  gli dissi solo "....... Eh si, credo che ci sottovalutino ".
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Fioravante Patrone - Ottobre 29, 2012, 07:50:31 AM
Citazione da: Flavio - Ottobre 29, 2012, 06:24:10 AMPARENTESI
per i più' giovani
Negli anni 80 girava uno spot pubblicitario in cui in una scuderia c'era un cavallo in terra.  Si allertava il vet il quale arrivava col sidecar poco dopo, vestito come se fosse un modello ad una sfilata, si inginocchia  a fianco del cavallo , lo guarda un po' ,  una palpatina qui e la' , due pacche ed ohhhhp cavallo in piedi.
Facce sorridenti tutt'intorno  ed il finale era  vet , proprietario  seduti accanto ad un focolare a degustarsi l'amaro dal sapore vero....

Qualche mio collega , e qualcuno  era addirittura compagno di studi,  di Cremona decise che ne aveva piene le tasche  di questa immagine, e decise di far causa alla casa produttrice.  Forse per  buone entrature , forse per effettiva  realtà' della cosa , vinsero la causa, e da allora cessarono  le pubblicità' con l'amaro del veterinario.
Mi ricordo che la casa produttrice di amari aveva avuto dei problemi con i suoi spot e dovette fare dei cambiamenti. Ora ne apprendo i retroscena! Bello!!!

E' una caratteristica dei veterinari alzarsi presto? In particolare al lunedì...
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Novembre 03, 2012, 12:49:01 AM
5 sassi

Fare esperienze all'estero comporta un cambiamento delle proprie abitudini. Al di la' della lingua  si deve imparare  ,  la diversa mentalità  ed entrare nell'ordine di idee della gente del posto. Abituarsi ad i loro punti di vista, ai loro ritmi , al loro humour ,  ed alle visioni che essi hanno dell'  Italia, che spesso manco sanno cosa sia se non per i comuni stereotipi.

Ho avuto , la fortuna da ragazzo di poter girare parecchio, e fondamentale è stato l'esperienza scolastica negli stati uniti. Certo arrivare a 16 anni dall'Italia, catapultato in una cittadina della provincia americana,  e' stato un certo shock, vissuto tuttavia molto piacevolmente. Si calcoli che allora , anni 70, non esisteva internet, ne fax , ne' cellulari, e comunicare con casa  era mooolto costoso. Ci si affidava alle vecchie e care lettere.

Quindi quando ebbi l'opportunità' a fine università di andare in Australia non me lo feci ripetere due volte. Forte  di alcuni amici di rugby , e della conoscenza dell'inglese, una maggiore' maturità',  ed il gioco fu fatto.
Ero a circa 16.000 km da  casa , cioè' un po' troppo lontano per tornare a casa nel week end ed un po' caro per farlo una volta al mese. La cosa tuttavia non mi pesava , pian piano , nel giro di uno  o due trimestri cominciai ad entrare nella mentalità locale e questo facilitò le cose. 

Esistevano i primi fax e questo semplificava le comunicazioni , l'ostacolo più' forte sembrava essere il fuso orario, avanti rispetto a noi di 10 ore d'inverno ed 8 ore d'estate. A Sydney esisteva anche un'edicola, di stampa italiana e non vedevo l'ora il giovedì' se riuscivo ed il sabato di andarmi a comprare un paio di giornali. Il posto era anche un punto d'incontro , ma a dire il vero frequentavo poco la comunità' italiana  visto anche che il mio lavoro mi portava ad essere spesso, fuori città'  e se in città' ero negli ippodromi. Insomma il centro lo vedevo la mattina verso le 6,30 e la sera al ritorno. In più' il poco tempo libero lo dedicavo al rugby.

Per ricordarmi casa , mi ero messo in valigia alcune cose , nessuna foto  o simili, ma alcune cassette, per poi scoprire  che esisteva a sydney  un canale radio in italiano.... avrei voluto una zolletta del mio giardino, ma sapevo che le leggi della dogana australiana erano ferree e se mi avessero trovato con un pezzo di terra di sicuro l'avrebbero  sequestrato ed io magari avrei passato  qualche guaio.
Abitavo allora vicino al lago d'Iseo, cosi la scelta cadde  su alcuni sassi di lago, abbastanza piccoli,insomma un sacchettino con forse 5-6 pietre di quel lago.  Mi seguirono, ma a dire il vero erano sempre in valigia.

La seconda clinica presso cui lavorai, trattava in pratica al 100 % con cavalli da corsa, e seguiva i cavalli preso le scuderie di tre ippodromi di Sydney. Il mercoledì' invece si andava fuori città' per andare dove i cavalli  infortunati stavan recuperando e si controllava come andava.

Il sabato se non ero di turno, lo dedicavo al rugby e la domenica spesso facevo un bel  niente.
Allora  usciva due volte alla settimana un giornale per gli italiani del posto. " La Fiamma " senza nessun riferimento politico sia chiaro, ed era per me una compagnia   leggere la cronaca locale  in italiano e le vicende della nostra comunità  che lì viveva.
Adesso  esce tutti i giorni, ma son anni che manco e per cui le cose potrebbero essere cambiate.

Comunque  un sabato di aprile  pioveva  che era un piacere , e la partita di rugby era stata rinviata.
Mi trovavo quindi verso mezzogiorno con un bel niente in prospettiva da fare , solo  pioggia. Dividevo in quel periodo la casa con una coinquilina con cui pero' non andavo molto d'accordo , ed infatti ben presto me ne andai ; ma insomma sembrava proprio un sabato di M... ed a ciò' si aggiunga che la le distanze erano abbastanza lunghe, niente cellulari, od almeno per pochissimi eletti. Che fare ???
Ok diamo uno sguardo al giornale.

Ero talmente sugli affari inutili che letti tutti gli articoli, non mi rimaneva altro che le ultime due pagine.... di cui la contro copertina era pubblicità e la penultima pagina gli annunci mortuari....
Allegria....
La curiosità' degli annunci mortuari era che indicavano per ogni persona il luogo d'origine in Italia.
Passai velocemente gli occhi,  dando poca o scarsissima importanza,  quando fra i cognomi lessi un cognome tipico delle mie zone , mi fermai , e   il dipartito veniva indicato come originario di un paese sponda bresciana del  lago d' Iseo..... Appppperò ...pensai  guarda qua..... uno   che viene da vicino a me....
Era indicato dove  si trovava e che il funerale sarebbe stato il giorno dopo.  Notai che  era forse a due km da dove abitavo, in pratica fuori dalla porta per un australiano.
Finì lì.  E chiusi il giornale.
Visto il completo essere sugli affari inutili, e che già' meditavo un cambio casa, decisi di fare un po' di ordine fra i miei bagagli.
Quindi  , giù' le due valige , sposta qui e la' , e..... saltan fuori i sassi del lago d'Iseo... Volevo in pratica disfarmene , visto che non soffrivo molto la nostalgia di casa.
MA.... fui quasi folgorato da un pensiero...non so come mi venne ..... a me ...In pratica mi venne idea di portare come ultimo omaggio a quel signore appena dipartito dei sassi del lago che lo vide nascere......
Senza nulla sapere chi fosse , cosa facesse , senza conoscere qualcuno dei suoi,  in 15 minuti mi trovai in auto direzione quell'indirizzo riportato dalla " Fiamma ".
Il sobborgo di Burwood a Sydney  allora non era certo uno dei quartieri alti, abbastanza popolare, ma non certo pericoloso, mi ricordavo d un negozio che vendeva dischi italiani.

Arrivo  faccio un attimo fatica a trovare la casa, quando la trovo , scopro che e' un servizio di onoranze funebri, e lì si trovava la salma.
Scendo e cerco di darmi un tono,  entro ed infatti trovo l'avviso che  e' " presente  " nella stanza  1
il compianto etc...  Beh di stanze ne vedo una solo ed un piccolo gruppetto di forse 6 -7 persone...

Entro .....tutti mi guardano  come  dire " chi e' costui ?? " L'imbarazzo in me è notevole... Ma ormai ero li'. Sentii un'emozione montare dentro di me,  ed estrassi dal giubbino il sacchetto con i sassi.
Mi avvicino' un tale, il figlio,  e mi disse  in inglese , grazie per essere venuto....Ok dissi io, in inglese,  guardi io non sono nessuno, ho giusto letto sul giornale che.... sapete, io vengo da 7 km da dove lui e' nato...  a quel punto l'imbarazzo si ruppe,  e tutti diventarono curiosi, mi si avvicinarono, e stavo per continuare,,quando  in un italiano  stentato, nel senso che era molto più' un dialetto, il MIO dialetto, d'origine, mi disse una signora " ma lei e' italiano "... non so come ma risposi  in Italiano forzando la cadenza BS   " si,  son di vicino ad  Iseo ".
Continuai in Italiano,  e dissi che quei sassi eran de lago  e me li ero portati  quando ero venuto in Australia come ricordo di casa.  Ma avendo letto sul giornale che uno del lago se ne era andato avevo pensato che o forse sarebbe stato bello se nella bara con lui ci fosse stato anche un pezzo della sua terra lontana. Quei sassi del lago erano per lui.
La commozione prese tutti , a dire il vero  anche me un po' . La cosa venne apprezzata, a dir poco.
In  tre minuti ero diventato uno di loro,  un amico , un fratello , un figlio, un nipote.
Ci scambiammo i numeri di telefono,  e ci sentimmo ,pero' a dire il vero, solo nel corso di alcuni eventi di feste dei " lombardi di Sydney ",  sebbene con molto piacere, ma le occasioni furono poche.


Passarono mesi, gli anni, tornai in Italia.
L'episodio finì nei ricordi e non ebbi modo di ricordarlo ad alcuno. Faceva parte del passato.
Mi trovai un giorno  una chiamata per un cavallo presso un agricoltore. UN cavallo di scarso o valore economico, tenuto più' per compagnia che per altro. Tossiva un po' troppo e mi contattarono.
Il caso da esaminare  si trovava a non piu' di 6-7km dal paese dove attualmente risiedo, a cavallo tra le provincie di BS e BG, dal Lago di una volta son circa 15 km.
Arrivo e visito il cavallo. Eran circa le 6 di sera di un maggio di qualche anno fa. Finito il tutto mi invitano in casa loro per  bere qualcosa, ed apprezzo la gentilezza.

Mentre discorriamo del piu' e del meno, fra le altre cose  mi chiedono di dove sono , e spiego che sto  li' , a circa 7 km  ,  ma non son  del paese, e quasi ridendo , dico sapete ..prima ero in Australia.
La moglie, una sulla settantina e forse più'  si alza dal tavolo, e si allontana un attimo ed io continuo nelle mie logorroiche spiegazioni al marito senza fare tanto caso al fatto che lei si sia allontanata.
Circa un minuto dopo ritorna.... si risiede ed ha qualcosa in mano... la porge verso di me , e riconosco una foto  di quelle   che si fanno quando uno  ci lascia,  con data di nascita e di morte ed il nome  e di solito requiem o R.I.P o simili.
P-A.  Iseo 1908  -Sydney 1989
Mi assale un fremito ... e dico ...ma certo..... mi ricordo.....  la signora  mi interrompe  .... " Non me lo dica.... Lei è il veterinario dei sassi ....... P.A. Era mio fratello ....."

"Si signora "risposi, " Son proprio il veterinario dei sassi ". Sapeva tutto,  e di quanto a lei ed a tutti i suoi  qui e la', la cosa avesse fatto piacere .
Mi volle abbracciare , e finalmente poteva scrivere o dire o non so cosa ai suoi che mi avevan ritrovato. Un figlio venne l'anno successivo e mi volle incontrare, ricordandomi ancora di come la cosa li avesse colpiti.

Non ho più' notizie di loro dall'Australia, ma non importa, credo che mi ricordino come io ricordo loro. Il cavallo qui vicino ci ha lascito pure lui qualche anno dopo  a 28 anni...

Se penso che il tutto e' nato  da una schifosa giornata di pioggia con partita rinviata, e dall'aver un bel niente da fare dal ridurmi dalla disperazione sia a leggere gli annunci di mortuari ( obituaries in inglese )   sia , e questo era una vera rarità, a  riordinare le mie cose , .... appunto nacque  una cosa che ancora oggi dopo più' di 20 anni  fa parte dei miei ricordi più' vivi, se si può' usare questo aggettivo.  Un'emozione intensa quando la ricordo ..Anche se con il mio lavoro , alla fine, ha ben poca attinenza.
...  Ma guarda 5 sassi cosa posson fare..

Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: madamen67 - Novembre 04, 2012, 04:43:32 PM
Questa dei 5 sassi è una delle più belle cose che ho letto finora tra i tuoi racconti...hai avuto una vita davvero piena anche di questi momenti intensi e di coincidenze straordinarie, un "bagaglio" davvero da invidiare anche se non è proprio la parola giusta!
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Shanna - Novembre 08, 2012, 12:46:00 PM
ha quasi commosso anche a me... Chissà, il fato o il destino ti avran fatto leggere proprio quell'annuncio e scatenare questa serie di eventi?
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Dicembre 17, 2012, 09:29:39 PM
Pennuto che non si alza

Mi  son laureato in Dicembre  e negli immediati mesi successivi , prima ancora di dedicarmi anima e corpo agli equini passai alcuni mesi   affiancando un veterinario di bovini e nel contempo  trovavo anche il tempo di frequentare allevamenti di suini, sebbene l'idea dei cavalli prendesse piano  piano consistenza.

Dopo 3 mesi mi trovai ad affrontare l'esame di stato. In pratica l'ultima prova da studente. Non fu difficile ma nemmeno facile, e forse lo presi troppo  sotto gamba. Fatto sta che appena finito  provai una sensazione di vuoto .... " eee adessooo ??? "..Piano piano cercai di organizzare quello che sarebbe diventato il mio mestiere.

Abitavo allora  ,da poco, in  un paese di 800 abitanti , piena zona di produzione del  franciacorta , in cui ci si conosceva tutti . Per quanto cercassi di essere schivo  la voce di un nuovo veterinario si sparse velocemente.
Nella mia mente comunque c'era già l'idea di andarmene all'estero e mi curavo più di guardarmi  dove finire, che  cosa fare vicino a casa.

Una domenica mattina di  giugno, comunque, mi suona il telefono, di casa, i cellulari non esistevano ancora.
Abitavo da solo,  ed avrebbe potuto essere chiunque, amici , parenti , altro.
Dall'altro capo una voce femminile che si esprimeva in un italiano correttissimo, domandò del veterinario.
Subito pensai ad uno scherzo, la massa dei clienti di solito  non aveva una simile proprietà di linguaggio, "villici vulgari ", e feci finta di starci.
Facendo un attimo il cascamorto  prosegui , mi dica , mi dica...
La signora mi disse che  aveva un problema con il suo merlo.
" Ma va ?! " replicai... Forse anche in altre zone ,  ma da quelle parti   era una frase che si prestava a molti ( certi ) doppi sensi...... pensai subito ad una mia compagna di liceo molto burlona ,  la quale  spesso accompagnava il suo moroso  che era un medico , e non di rado guardia medica del fine settimana  nel paese dove risiedevo .
La  " signora " proseguì , affermando  che  " il suo merlo non si alzava ".
Alèèèèèèè
Stavo per esplodere e rispondere per le rime , ma non so come  e perché le chiesi i sintomi.

Cominciò a descrivermi una gabbia, e che appena sveglia aveva notato il pennuto sdraiato sul fondo etc..etc..
Capii che davvero si stava riferendo ad un volatile domestico.  Cercai di essere un attimo professionale, ma in realtà cercavo di mascherare una completa ignoranza in materia.   Lei pero' mi lanciò una specie di salvagente scusandosi perché era domenica e che sicuramente io ero pieno di impegni ( zero....). La rinfrancai   assicurandole che in un paio d'ore sarei andato da loro . La distanza era di forse 2 km, e ci salutammo.

Bell'esordio..... la mia prima chiamata da vero vet senza che nessuno intercedesse per me... certo ero già' andato altre  volte ma sempre per  indisponibilità' di qualcun altro. Ossia cercavano  il capo , questo non poteva e mandava me. Questa volta no. Cercavano me e me volevano. Ma per un merlo, un Turdus Merula.

Cercai fra i miei libri universitari.... patologia aviare .... il merk veterinary manual.... e per circa un'ora e mezza  cercai di raccattare più' informazioni possibili. Mi sembrava quelle volte in cui  prima di un esame si stava fuori dall'aula ripassando  la materia , come se in 30 minuti si riuscisse a ripassare un esame intero...

Non sapevo davvero come girarmi. Comunque partii.  Cerco di raccattare uno stetoscopio, guanti, piccole siringhe, e poco altro. Arrivo in questa casa e trovo una  villa del 700 con affreschi etc.. Una villa davvero signorile , con tanto e tanto di giardino.
Suono e si apre il cancello carraio.
Entro e mi  viene incontro una signora sui 45 anni, molto distinta . Ed io che pensavo ad una burlona con il merlo che non si alzava...
Quasi stupita e come scusandosi , mi avvicina e con quasi gioia mi annuncia che adesso il merlo vola....
Questa volta non penso nemmeno ad uno scherzo o doppio senso,  e chiesi se potessi comunque vederlo.
Arriviamo alla gabbia  ed il merlo...era una merla... In questa specie infatti esiste un discreto dimorfismo sessuale. Il merlo maschio e' scuro col becco giallo , mentre la femmina e' decisamente dal piumaggio più' grigio ed il becco scuro.
Saltava qua e là per la gabbia. Mi accorsi anche del perché non si alzasse prima: nel bel mezzo di un simil nido fatto da cotone e semi  sgusciati si vedeva un bell'ovetto appena deposto.
Spiegai alla signora del perché. Lei vide l'ovetto e rimase attonita ; riuscì solo a dire , stupendosi  " ..ma è azzurro....."  Era infatti ignara che le merle depongono uova azzurrine.  Chiarii  pure  questo punto.
Ai suoi occhi ero davvero un esperto ornitologo. Poco contava il fatto che l'aver vissuto in campagna  con merli che nidificavano nelle siepi avesse contato più' dei libri di testo.

Mentre mi riaccompagnava alla mia auto, io diedi fondo alle poche nozioni  che nelle due ore precedenti mi ero fatto .  Lei sembrava davvero stupita ed alla fine mi congedo'  con un  " son così felice , se avessi bisogno so che lei  è qua vicino....". Io al contrario incrociavo dita ed il resto  sperando di non aver mai più una  chiamata del genere.

Col tempo entrai in contatto anche con un collega che si occupa di  canarini ed uccelli  in genere, intendo non quelli da reddito come possono essere oche , polli, tacchini e faraone. Gli raccontai quella del " merlo che non si alza ",  e si divertì parecchio . Mi disse che lui , pur occupandosi da anni ed anni di pennuti una chiamata con sintomo simile non l'aveva mai avuta.

Non raccontai molto in giro quello che  mi accade quella lontana domenica mattina.  Non so quanti mi avrebbero creduto.   Insomma mettetevi nei panni di uno  di 28 anni ,che abitava da solo, abbastanza godereccio che racconta agli amici... sapete , domenica  mi ha chiamato una che aveva il merlo che non si alzava.... Non so quanti avrebbero creduto che  fosse stata davvero una chiamata di lavoro...

Negli anni successivi  ad eccezione di alcuni struzzi di un vicino di casa, non son mai più' stato contattato per specie avicole.
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Dicembre 23, 2012, 10:34:20 PM
Quella tizia sarebbe potuta benissimo essere..me. Eccezion fatta per l'età, la villa, laria distinta, la proprietà di linguaggio, gli affreschi e il tanto e tanto di giardino  :firuu:.

Perchè qualche mese fa noto che il Peppo (all'anagrafe è Mario, ma per gli amici 'Il Peppo' o 'Il Pep') se ne stava in un angolino della gabbia, tutto acquattato in un angolo diverso dal solito. Spessissimo, infatti, se ne stava sul fondo della gabbia nell'angolo più vicino al mio letto e, approfittando del fatto che la vaschetta fosse trasparente, si metteva lì e mi guardava, bussava col beccone.

E invece se ne stava nell'angolo opposto, tutto schiacciato sul fondo, roba che se mi avvicinavo mi attaccava (e v'assicuro che non è piacevole, fa piuttosto male!!). Non volava, noin saltava sull'altalena, non andava a mangiare.

Insomma, che si scopre? Che il Peppo..era ovaiolo.
Chiamo la vet "Buonasera..sì salve...ha presente il Peppo? Beh no ecco, è una Peppa" ..poi le chiedo se è il caso di lasciarle le uova o di levarle, mi fa le congratulazioni..io comprai pure dei confetti rosa  :icon_pidu:"...

Fece 2 uova, le covava (male, perchè ci stava accanto, NON sopra), io gli...le  versavo i semini per terra e lui mangiava. Poi un giorno si stufò di covarle e via, riprese la vita normale.
Rifece un paio di uova un mesetto dopo, ma ci giocava allegramente a calcio.

Ed eccovi...la Peppa, sul mio polso destro.

(http://img72.imageshack.us/img72/8684/20120930530.jpg)

Al contrario dei merli comuni, in cui il dimorfismo sessuale è lampante per chiunque non sia fortemente daltonico  :chewyhorse: , la Peppa è un Agapornis Fischeri (in questo caso è una mutazione viola, ma non c'entra col sesso) razza in cui il dimorfismo sessuale è assente. Infatti si verifica il sesso con endoscopia o tramite esame del sangue, ma noi d'ufficio le assegnammo il sesso maschile..ora non c'è dubbio alcuno...è proprio una Peppa
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Dicembre 24, 2012, 12:12:43 AM
Citazione da: Flavio - Ottobre 29, 2012, 06:24:10 AM
PARENTESI
per i più' giovani
Negli anni 80 girava uno spot pubblicitario in cui in una scuderia c'era un cavallo in terra.  Si allertava il vet il quale arrivava col sidecar poco dopo, vestito come se fosse un modello ad una sfilata, si inginocchia  a fianco del cavallo , lo guarda un po' ,  una palpatina qui e la' , due pacche ed ohhhhp cavallo in piedi.
Facce sorridenti tutt'intorno  ed il finale era  vet , proprietario  seduti accanto ad un focolare a degustarsi l'amaro dal sapore vero....

Qualche mio collega , e qualcuno  era addirittura compagno di studi,  di Cremona decise che ne aveva piene le tasche  di questa immagine, e decise di far causa alla casa produttrice.  Forse per  buone entrature , forse per effettiva  realtà' della cosa , vinsero la causa, e da allora cessarono  le pubblicità' con l'amaro del veterinario.
A cascata questa neosocieta' culturale di vet  ebbe un impulso di iscrizioni, forse più' per curiosità'  che per altro , , ma seppero raccogliere  la palla al balzo e nacque la più' grande società' culturale  veterinaria italiana  che poi si diramo' nelle diverse branche delle specialità, dapprima di piccoli animali , ma in seguito anche di cavalli ed animali da reddito ed esotici.

Eccolo!!!!

https://www.youtube.com/watch?v=lGV8PjSWnM0 (https://www.youtube.com/watch?v=lGV8PjSWnM0)


Invece io mi ricordavo dello spot più recente, quello del puledro giù nel burrone... perlomeno non c'erano vet maghi

https://www.youtube.com/watch?v=RPmepM8XCCo (https://www.youtube.com/watch?v=RPmepM8XCCo)

Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Dicembre 24, 2012, 05:01:49 PM
wow  grazie per  il link alla pubblicità anni 80 !
erano decenni hce non la vedevo.

Complimenti tuttavia al tipo che l'ha ideata, a distanza di 25 anni non son pochi a chiedemi ancora se bevo l'amaro   " del veterinario "....
Ha fatto una grande pubblicita' alla categoria.
arma a doppio taglio, molti bambini di allora decisero di voler fare il vet...quindi  moti vet ( di allora ) temerono un grande aumento di colleghi in arrivo e di dover dividere la torta ( quale poi ?? ) in troppe fette. Ed altri si sentirono  denigrati e messi allo stesso livello di stregoni .
da qui si passo' alle vie legali e vinsero la causa e la montenegro dovette rinunciare agli spot col vet.
A distanza di anni  non ho ancora capito se fosse il caso ose non fosse il caso  di rinunciare  a quegli spot.
E' vero in effetti che la figura veniva vista un po' come uno sciamano , ma ci ha fatto anche conoscere che esistiamo.

Flavio
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Gennaio 02, 2013, 05:24:57 PM
Sutura super


Quando si raccontano proprie esperienze ad altre persone spesso si tende un attimo, od anche due attimi ad enfatizzare .  Se si racconta di essersi trovati in auto in una lunga coda in autostrada , invece di 4 km , magari si dice di essere stati per ore in attesa con 10 km di colonna.  Se faceva freddo a +3 gradi ,  il racconto fa scendere la temperatura di qualche grado. Questo per attirare inconsciamente l'attenzione su chi racconta, e il narratore vuole evidenziare come sia stato in grado di superare non semplici difficoltà' per ostentare il suo ( per lui ) forte ego.

Ricordo che alla fine del militare  incontrai sul treno del ritorno altri congedanti .. sembravano avessero fatto due anni in Iraq a sentir loro. In realtà' null'altro era che un semplice servizio in qualche  caserma italiana del nord est dove al massimo si era fatto un campo estivo.

Questo preambolo non per enfatizzare quello che sto per scrivere ; ci son casi mooolto più' complessi con cui  ho avuto a che fare, ma da un punto di vista spettacolare e' forse uno di quelli che ricordo in maniera più' viva. La buona riuscita del caso , inoltre me lo fa tenere fra i migliori ricordi.

Antefatto: sono sempre stato un tipo " amante"  degli infortuni. A 13 anni avevo già' collezionato  tre fratture di tibie varie, un femore, un metatarso due peroni, qual che sutura  nelle varie parti del corpo. La mia povera madre era davvero disperata. E per non smentirmi intrapresi a giocare a rugby, appunto : la convinse un amico di famiglia, sostenendo che avrei potuto incanalare la mia esuberanza in uno sport un attimo selvaggio che pero' era pieno di regole ferree e comportava una certa forma educativa. Infatti era insegnato nei migliori colleges inglesi e di alto rango un po' dovunque. I miei ci credevano poco , ma i fatti diedero ragione all'amico..
Morale infortuni, botte , tagli etc.. divennero parte un po' della mia routine.
All'università  passai il periodo della tesi fra  il macello di Parma ed il reparto di autopsie e di nuovo tagli  ferite , squarci etc..  un'infinità di suture sui cadaveri da ricomporre.
Al mio arrivo in Australia affianco il vet chirurgo della clinica. Oltre interventi di elezione, cioè'  su appuntamenti, artroscopie,  o deviazione di arti,castrazioni etc.. mi trovai  anche casi   che non avrei mai creduto esistessero.  Un giorno si presenti' un cavallo trafitto nel collo da una specie di lancia..... ed arrivo' con la lancia ancora conficcata dentro......
Ho visto sarcomi grandi come  piccoli tronchi , che abbiamo asportato con coltelli da macellaio , ma davvero, e ricordo un'asportazione di un ovaia grossa come un'anguria, 18 km di peso, che dovetti tenere sollevata mentre sotto legavano i vai sanguigni prima dell'asportazione. Ricordo ancora la faticaccia e non potevo mollare...
Insomma ne ho viste davvero di ogni.
Veniamo al caso .
Giorno feriale di giugno di molti anni fa, forse 20.
son circa le 18 e son a casa da poco. Primi calori estivi: nel residence dove abitavo c'era la piscina ed un gruppo di ragazzi davvero piacevole. Abitavo da solo, e passare qualche momento in piscina in compagnia era  gradevole, magari ci scappava  la pizzata insieme.
Ma ecco che squilla il cellulare uno dei primi usciti , pesava 1,5 kg e si riceveva male. Per parlare , non so come, dovevo salire in piedi sulla sedia .
All'altro capo un cliente mi chiama concitato pregandomi di correre perché' era successo un brutto guaio.
Addio piscina.  Si trattava solo di 8 km  e conoscevo bene il tipo. Non era uno sprovveduto in materia.  In 5 minuti parto.

Si trattava di un maneggino privato,qualche cavallo , un buon campo scoperto e qualche box ben riparato.
All'arrivo mi trovo davanti 4 o 5 persone  con facce stralunate. Vedo un cavallo in piedi, con uno squarcio nel petto notevole.
Rendo l'idea : il cavallo correva  credo nel paddock o nel campo e galoppava.
Probabilmente i suoi freni erano un attimo in cattive condizioni e calcolando male le distanze per una frenata , un palo di un ponteggio si era infilato nel suo muscolo pettorale per circa 60-70 cm.
Iniziando dalla punta dello sterno era proseguito per appunto  tutti quei cm  sezionando il muscolo e creando un lembo che  cadeva di lato .
Insomma e' come se una lama avesse tagliato per una profondità' di 20 cm e per una lunghezza di 60  70 cm il pettorale. Le costole sotto erano bene evidenti.. Alla fine le dimensioni erano  70 cm , largo una ventina e fondo una ventina di cm, con lembo che penzolava appunto per 20 cm .
Da vedere era davvero orribile, ma nella sfortuna era solo uno squarcio muscolare . Nessun organo leso. Nessuna articolazione interessata. Nessun vaso  arterioso di grosso calibro che perdesse  alla grande.
Quindi ,alla luce del mio passato, non mi impressionai più' di tanto. Ma di certo ci voleva un grande stomaco.
Decido di passare all'azione. Torno verso la macchina, quando il tipo che mi aveva chiamato mi avvicina. Non era il proprietario, ma gestiva le cose al maneggino. Mi disse "  Oh " , anzi " oohhh" con l'accento  tipico locale dove si allungano le ultime ," guardami negli occhiiiii ! "  Io rimasi un attimo sorpreso vedendolo cosi' agitato . Lo conoscevo bene, era ed è un esperto di cavalli. Mai l'avevo visto cosi' preoccupato. " Mambri..è un caso che ne vale la pena  perché' altrimenti ......"  Io forse incoscientemente , risposi con un  " si può' fare , sarà' un po' lunga, ma ne vale la pena...." Forse di quei 4 o 5 o 6 presenti fu l'unico a darmi un briciolo di fiducia. Gli sguardi degli altri  la dicevano ben diversamente.
In effetti  vedersi uno squarcio del genere ed un lembo che penzolava per 20 cm e lungo 60  era quasi da shock. A completare il quadro la pelle del cavallo si era scuoiata ben oltre il margine della ferita.
Fortunatamente in auto tenevo sempre una buona scorta di  materiale  . Ma in questo caso ne occorreva davvero una dose industriale.

Comincio  l'appello : soluzioni di fisiologica per lavare  la zona ; disinfettante 1 per insaponare e lavaggio sommario ; di nuovo fisiologica ; acqua ossigenata  a litri ; di nuovo fisiologica ; disinfettante 2 ; alcool ;  ciclo da ripetere de o tre volte e durante la sutura.
Sedativo , ok . Flaconi di anestetico  locale, più' di ogni altra molecola avrebbe giocato un ruolo chiave dato il numero esorbitante di punti di sutura che sarebbero stati necessari. Ok spero basti.
Vaschetta per strumenti chirurgici e relativo disinfettante , OK.
Fili di sutura.....   ce ne volevano  un numero esagerato.
Garze , cotone, in abbondanza. Rasoi per tricotomia , levare tutto quel pelaccio dai margini  della ferita non si prospettava una cosa  di breve durata.
Il positivo in questo , oltre che si trattava  " solo " un uno squarcio muscolare  era che  innanzitutto era di fronte al cavallo e non dietro, e la posizione era a mezza altezza. La mia schiena altrimenti non so se avrebbe retto. Il cavallo inoltre sembrava tranquillo.
Avrei lavorato molto stando in ginocchio, quindi mi feci passare un paio di cuscini  che servissero al caso.
Il resto l'avrei deciso punto per punto.
Ore 19.00 circa inizio a lavorare.
Prima dose di sedativo. Non esagerata. Pensai che fosse meglio invece di una dose bomba, di aggiungere  un po' alla volta non appena il cavallo desse segni di agitazione.  Dopo due minuti inserisco una flebo in vena. Mi avrebbe facilitato le cose, nella somministrazione dei sedativi e degli altri farmaci: qualsiasi astante infatti sarebbe stato in grado di infilare l'ago delle siringhe nel manicotto in gomma del deflussore senza inoltre disturbare il cavallo.
Si parte col primo grossolano lavaggio; acqua con disinfettante tensioattivo , arrivo un po' dappertutto e riesco a farmi un certa idea della reale dimensione del danno. Dall'inizio del pettorale alla fine in pratica era la lunghezza del mio braccio; più' largo della mi  spanna, profondo  quasi una mia spanna.
Sentivo distintamente  la mia mano toccare la parte esterna delle costole. Per fortuna nessun danno ai muscoli intercostali e nessuna " fessura " che entrasse in cavità toracica.
Riparto con disinfettanti  e nel mentre  che  aspetto l'effetto, comincio a rasare il pelo.  Beh, capii che se non fossi funzionato come vet, non  avrei potuto comunque fare il barbiere. Non so quante lame " usa e getta" mi occorsero. In contemporanea dovevo iniettare anestesia locale nelle zone dove avrei suturato. Ma con attenzione . La pelle sarebbe stata l'ultima cosa , e quando ci sarei arrivato , era probabile che sarebbe già' esaurito l'effetto del farmaco. Comunque non mi risparmiai.
Questa toelettatura  e preparazione del campo duro' molto, e mi venivano in mente le parole del mio prof. Di  medicina operatoria dell'università' e di quanto insistesse sul fatto di non elemosinare sui disinfettanti.
Non mi rendevo conto ,ma la luce  cominciava a diminuire, per fortuna  mi vennero in soccorso con un faretto. La sede  del tutto era nel corridoio fra i box del maneggio.
Il primo passaggio della sutura fu cercare di ancorare il lembo che debordava ai muscoli intercostali. Per l'uopo era necessario un ago simil scimitarra ed un filo piuttosto spesso. Sarebbe stata una sutura di ancoraggio su cui dopo avrei lavorato con altre suture. Insomma avrebbero tenuto la posizione.
Il cavallo rimaneva tranquillo nonostante mi muovessi fra le sue gambe anteriori.  Aggancia , buca, tira ,  ribuca , ritira e riaggancia. Il lembo pendulo  piano piano cominciava ad aderire agli intercostali ed alla fine  il muscolo sembrava quasi avere solo un taglione , ma i margini erano ancora distati due o tre cm.
In quel momento accadde forse la cosa  che molto contribuì alla buon esito :  mi portarono uno sgabellino  come quello che usavano i mungitori. Potevo sedermi e lavorare con comodo.

La parte successiva prevedeva un a sutura un po' più forte per avvicinare e consolidare fra di loro i lembi muscolari. Si trattava di una sutura a due livelli se non tre , ma ne bastarono due. Mi spiego visto che lo spesso del muscolo era di circa 5 cm se non di più' , un solo piano non sarebbe bastato bisognava suturare  su due livelli. Il primo, quello più' profondo  prevedeva ancora l'ago scimitarra  ed un filo spesso. Sutura continua. Infilo l'agone in fondo nello spessore del muscolo e lo ancoro con un nodo.,poi zac nell'altro lembo e tiro. Così per alcune volte ed i lembi cominciano se non proprio a combaciare  di certo si avvicinano per bene. Il secondo piano di sutura, quello più' in superficie, lo do' a punti staccati.  Sempre il grande ago ed il grande filo riassorbibile. Procede bene.
Son circa le 22 quando la sutura del muscolo finisce.
Siamo rimasti in 3 , e  capisco che si è già un po' più ottimisti.
Siamo al sottocute . Cambiano le dimensioni si a degli aghi che del filo. Più piccoli.  Mi accorgo pero' che suturare  tutta quella parte squoiata diventa un'impresa, non tanto tecnicamente , ma di una durata infinita.

Inoltre e, questo mi preoccupava più di tutto, non sapevo certo se lacute  sarebbe rimasta integra. Era come riappiccicare una carta da tappezzeria su una superficie non certo liscia. Comincio come  i sacri testi descrivono, cioe' ago nello spessore della pelle e  l'altro aggancio nel sottocute..... dopo 4 o 5 punti mi accorgo che ci impiegherei troppe ore  facendo una maglia fitta . Impossibile.
Decido, Ok , vado in sutura buco da parte a parte la pelle , ne metto più' che posso e spero che il resto faccia adesione confidando che la pelle si riattacchi.
Riesco a velocizzare la cosa , ma non di molto. Il ragionamento  era che la pelle di certo comunque avrebbe opposto una forte barriera contro le contaminazioni ambientali ed intano sotto si sarebbe riorganizzato.
Via a chiudere. Avevo proprio l'impressione di essere come un tappezziere che rivestiva una poltrona nei minimi dettagli.
Il cavallo sulla cute cominciava ad essere sensibile e quindi altro anestetico locale. Comunque riuscivo a gestire la situazione.
Alla fine il tutto era ricucito . I commenti dei due che erano sopravvissuti  vicino a me erano di entusiasmo. Copertura antibiotica ed antinfiammatoria ; assicurato che fosse  vaccinato .Ripulito il tutto, e cominciavo a metter via le mie cose.
Sarei passato  comunque i giorni successivi a vedere gli sviluppi.
Non era male , faceva un attimo impressione nella zona del petto vedere tutti quei punti come se davvero fosse passato un tappezziere con la graffettatrice.
Non che i punti fossero di metallo , che per altro esistono, erano  con filo riassorbibile,ma l'effetto, appunto,  era quello.

Salgo in auto e  vado verso casa. Accendo la radio  , stavano trasmettendo il radiogiornale della mezzanotte... Calcolo che erano state più di 5 ore di suture.....
Cercai di ricordarmi quanti punti avessi messo, ma smisi di cercare di rammentare il numero quando giunsi sui 360. Forse 400 o 450 o 500..

Nei giorni successivi, la cosa andò bene ; come previsto la pelle degenero' e sembrava  fosse avvolto in zona da una specie di membrana di tamburo. Ma fece il suo dovere. Protesse la parte sottostante che intanto  si rigenerava. Dopo qualche settimana il cavallo era in pratica uguale a prima.

Passarono atri tre mesi e si giunse a fine estate e....... telefonata per una sutura in un altro maneggio.
Giunsi la' e mi ritrovo lo stesso cavallo.  Stralunai.
Altro squarcio , ma di misura "minore " sul fianco e sul collo, forse un centinaio di punti.. Me la cavai in due ore.

Ma a quel punto consigliai davvero di farlo vedere da un vet oculista. Probabilmente non ci vedeva bene e calcolava male  i tempi dei arresto . Lo fecero guarire  e poi ,credo, sia stato venduto. Da allora solo vaghe notizie  per un po' di tempo , poi più' nulla.

Mi son capitati molti casi in tanti anni, ma 6  ore o giù' di li' di sutura mai più'.

Avevo una pizza surgelata in casa quella sera per cena di ( oltre ) mezzanotte . Una volta riscaldata la mangiai selvaticamente solo con le mani.  Affettarla col coltello  con una mano e con l'altra di infilare la fetta sulla forchetta  mi veniva male . Ripetevo  gestualità' di una sutura. Meglio fu  usare le mani.

Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Gennaio 02, 2013, 07:54:39 PM
Citazione da: Flavio - Gennaio 02, 2013, 05:24:57 PM
Ma a quel punto consigliai davvero di farlo vedere da un vet oculista.

Ommioddio, stavo davvero per mettermi a ridere quando ho letto questa frase, dopo molte righe di descrizione di una scena che, sicuramente, sarà stata molto splatter.

In pratica, per i profani, la prima cucitura la hai fatta dentro il corpo del cavallo, on le mani immerse nella sua carne fino ai polsi, poi hai fatto un'altra cucitura più superficiale per riappiccicare la parte destra e la parte sinistra del cavallo..e poi, su tutto questo, hai riappiccicato la pelle penzolante e sbrindellata e che, all'inizio, hai depilato con cura?
Il tutto fatto con cavallo in piedi e tu con la tua faccia all'altezza del suo petto, roba che, se rampava, dovevano suturare pure te?  :horse-scared:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Gennaio 02, 2013, 09:38:04 PM
beh,era sedato . Se avesse creato problemi finiva in clinica. Ripeto Lo squarcio a prima vista era impressonante,ma nella sf**a era solo muscolo .
Certo 5 ore e rotti di suture.....

Poi 3 o 4 mesi dipo si ridistrugge o quasi... probabilmente era presbite  o con qualche difetto visivo.

F.
 
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Gennaio 02, 2013, 09:43:08 PM
ah  tecnicamente

ho ancorato il lembo al " soffitto" per ancorare.
Poi  con i  due mgini una volta piu' vicini e sullo stesso  piano , una sutura  continua inella parte profonda. Partivo  dalla terminazione caudale dello sterno , e suturavo venendo verso la parte craniale dello stesso.  Non mi ricordo se ho fatto due o tre piani di sutura perche era muscolo  , pettoralemolto spesso.
Rinsaldato il muscolo c'era la pelle che lo ricopriva che si era squiata per un bel pezzo. rattopparla e' stata un'impresa di pazienza ...

ciao
f
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: madamen67 - Gennaio 04, 2013, 12:17:22 PM
Che lavoro certosino ed estenuante, per certi versi !! In effetti poi la situazione ha ben consigliato la visita di uno specialista degli occhi. Comunque da quello che dici (o da quello che ho capito dopo aver letto) non c'è stato bisogno di trasfusioni perchè alla fine il cavallo non aveva lesioni gravi dal punto di vista di vene e arterie...questa nella sfortuna è stata una fortuna
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Gennaio 16, 2013, 09:36:35 PM
Voliamo in prima classe

Girare il mondo  piace. Il mezzo più' veloce ed piu' impiegato e' l'aereo. Per alcuni punti del globo impenetrabili si ricorre ad una serie di mezzi  aereo , elicotteri, navi ,battelli. Per le rotte commerciali  passeggeri, l'aereo e' di gran lunga il più impiegato.
C'è chi viaggia poco chi spesso chi spessissimo. Passando da un continente  all'altro si viene a contatto con una miriade  di persone del genere umano, di diverse culture,  di usi , abitudini etc..etc..

Durante i miei anni vissuti in Australia ho percorso parecchie volte l'ultima tratta  di solito da una città' asiatica, vuoi Bangkok, Kuala Lumpur, Singapore, etc. per generalmente Sydney e viceversa.
Capitava  anche di dover essere chiamati  dall'Australia in qualche parte dell'Asia, Hong Kong, o Seul od altro.  Insomma  si  doveva volare parecchio.

Il destino volle che uno dei vet con cui lavorai, e con il quale forse strinsi il miglior rapporto , si trasferì' in Malaysia, e dopo circa due anni , mise famiglia in quel paese e si trova ancora la'.

Era meta' o fine giugno,periodo in cui in Australia il lavoro per cavalli cala un attimo. Generalmente coincideva con il periodo delle ferie mie.  A parte andare a sciare in nuova Zelanda, tempo meteorologico permettendo,  usavo quelle 4 -6 settimane libere  ( non pagate sia chiaro )  per tornare in Europa e godermi un ulteriore estate. 
L'ultimo anno contattai il vet in Malaysia, e gli chiesi se sulla mia strada per casa potessi fare tappa da  lui , prima di tornare in Europa.
Ne fu felice  in quanto aveva appena preso la gestione o quasi di tutte le scuderie dell'ippodromo di Ipoh ( Nord Malaysia ),ed una mano gli avrebbe fatto comodo.
Ok , Sidney  _Singapore   quasi 7 ore di volo, poi  Singapore -Kuala Lumpur circa un'ora e quindi arrivare ad Ipoh ...250 km da fare in treno in autobus o non so come.
Non avevo un gran bagaglio, e non era certo la Malaysia attuale,  ricordo che appena uscito dall'aeroporto rimasi colpito dalla confusione, dal caldo e dalla vegetazione lussureggiante.
Non sapevo come orientarmi, l'idea  era di andare alla stazione centrale di KL e trovare un treno che mi portasse a nord....
Trovo un taxi...il conducente aveva sui 50 -60 anni mi si offre di portarmi in centro. Avrei accettato qualsiasi cosa pur di uscire da quella confusione.
Ok dopo circa due  tre km il traffico si calma un attimo e chiedo al tipo se sapesse se ci son treni per il nord e più' o meno ogni quanto........SILENZIO.
Certo continuai, sarebbe bello in Taxi,ma  credo costi troppo.... Lui  ci penso' e disse  ma ci vorrebbero circa  ( mettiamolo in moneta attuale )  70 euro.....
rimasi stravolto, dal basso costo, meno che dal centro di Roma a Fiumicino... ma erano 250 km--
Gli dissi , "ma lei intende dire che se gli do 70 euro  ,lei mi porta fino ad Ipoh ?"
Ci penso' un attimo .. e disse, Beh , dovrei avvertire casa che faro' tardi, ma non è un problema, e poi il costo non è 70 , ma 71 , in quanto c'è un ponte a pedaggio "........

Ok gli dissi , se per lei va bene per me va bene pure.
OK, rispose, si attacco alla radio del suo taxi, disse qualcosa in malese e Via.

Fu  un viaggio di circa 3- 4 ore, e spesso mi chiesi se  mi avesse mollato  li' cosa cavolo avrei potuto fare. Ero completamente nelle sue mani e non c'erano cellulari od altro allora... Guidava in un modo che dire azzardato era poco. Era una macchina per me uscita dagli anni 60, grande , ma un super baraccone. Son passati gli anni ma ben ricordo di aver raccomandato l'anima più' di una volta visto certi sorpassi.. Fu interessante  una piccola tappa in cui  ci fermammo ad una specie di chioschetto al lato della strada dove vendevano da bere e frutta tropicale . Compari un mango, più' per non offendere la gente presente che per vera voglia. Ero in Malaysia da circa due ore , però già odiavo la musica locale. Un continuo gong e piatti  la si sentiva alla radio, al chiosco   ,dappertutto. Aiuto !!!
Finalmente arrivo ad Ipoh e l'albergo dove stavo era proprio il primo entrando in città' . Bello davvero e convenzionato con l'ippodromo. Scendo dal taxi , e subito mi vengono incontro dei tipi vestiti con bottoni d'oro per trasportarmi i bagagli , uno zaino, . Faccio capire che mi arrangio, ma sembrano offendersi,
Ok , vabbe' andiamo, alzo gli occhi e mi cadono su una scritta, sul ristorante dell'albergo, ad Ipoh , nord Malaysia " Restaurant  L'antipasto " . Ricordai che ad Aukland in Nuova Zelanda la prima cosa che vidi in città' fu un ristorante italiano " la Ferrari " con tanto di logo..... ma in Malaysia proprio non me l'aspettavo.
Ok , mi sistemo, contatto il vet, era ormai sera e rimaniamo d'accordo per la mattina dopo sarebbe passato a prendermi. A dire il vero venne dopo 30 minuti per salutarmi , e mi fece piacere, non era solo lavoro ma anche amicizia. Solo qualche minuto , il tempo di una birra , ma lo apprezzai davvero.

Poi provai L'antipasto...... dosi industriali ,ma di Italiano ben poco. Parlai con il personale ed appena saputo che ero italiano.... wowow . Venne il capo che era un indiano il quale aveva vissuto in Italia, per poi tornare in Malaysia ed aprire Lui un ristorante italiano... voleva qualche dritta : Mi venne utile l'esperienza fatta da ragazzo dove spesso d'estate facevo il cameriere in  una pizzeria vicino a casa, ed ancora di più ' aver fatto il cameriere in un ristorante ,sempre vicino a casa,  ma solo per matrimoni. Comunque ci fu un discreto scambio di idee.
Mi rimpinzarono  davvero ed il pasto fu più' o meno gratis...

Mi fermai circa tre settimane,ed imparai a non allontanarmi troppo dalla Pista di allenamento dei cavalli, intendo quella di una scuderia nel bel mezzo di non so dove. Come mai ??  Presenza di cobra, insettacci vari  etc...
All'ippodromo ogni box aveva il suo condizionatore, c'era una bella piscina per cavalli. Nel Pomeriggio verso le 16.00  tutti al riparo : piogge . Ma che piogge !
Acquazzoni biblici, e questo spiegava il lussureggiare della flora, caldo ed acqua in continuazione da milioni d'anni.  Verdissimo. E cappi anche perché' ai lati delle strade c'erano scolmatori per l'acqua profondi 50 cm.
Imparai che la Malaysia ha una popolazione composta da tre etnie, indiani, cinesi e malesi, ognuna delle quali occupa un preciso settore : commercio i cinesi , polizia  ed impalcatura dello stato  gli indiani, il resto i malesi. Forse le cose dopo 20 anni son cambiate , ma non saprei dire.
Imparai a gustare la cucina locale,indiana o cinese che fosse, ma onestamente avevo un attimo schifo ad assaggiare le loro cose, non per il cibo in se e per se, ma per le condizioni igieniche in cui  queste specie di  ,nemmeno ristorantini , sotto un portico di solito, preparavan la roba. Forse i locali avevano anticorpi giganti. 
Imparai che se volevo comprare qualcosa era meglio andare con qualcuno del posto,  la moglie del vet ,  malese etnia cinese,   fu il  mio asso nella manica.
Ottimo te',  frutta esotica  eccezionale.

Il lavoro non fu un gran che , routine più' o meno, tranne una fastidiosa influenza che  aveva colpito alcune scuderie.
Scoprii pure che c'era un aeroporto , e mi organizzai per il ritorno a Singapore , da dove avrei ripreso un volo per Roma e de li' a Milano.

Venne il giorno della partenza,era sera. Abbracci e lacrime, la solita confusione, e via   verso Singapore.

Tutto normale. Poi   imbarco  sul volo  Singapore  Roma. Chiaramente classe turistica , ma ero vicino al portello d'entrata e potevo allungare le gambe, che in un volo di oltre 10 ore era una manna.
Decollo , tutto regolare   e volo tranquillo. Dopo circa un'ora mi alzo un attimo   faccio per chieder da bere, ad uno steward, il quale sembrava intento a leggere un giornale , anzi la parte riguardante le corse di galoppo. Feci finta di interessarmi. Lui rimase un attimo perplesso, ed oso'  " si interessa di corse? '

" Gli spiegai che ero un vet di cavalli, ero appena stato all'ippodromo, ed aggiunsi , se fossi in lei non scommetterei su questi cavalli ,  c'è in ballo una forma influenzale e non van forte.  Sul giornale  era indicato oltre al nome del cavallo anche la scuderia, e ben riconobbi i nomi si alcune  che avevo visitato le settimane precedenti. .
E me ne tornai a sedere. Passarono forse 5 minuti quando lo stesso steward insieme ad un altro steward   vennero verso di me ... e sentii uno dire all'altro , questo signore e' un vet e sa come stanno i cavalli etc..etc.. Mi feci un attimo serio cercando di tirarmela, ma dentro di me ridevo, Infatti sapevo ben poco, e non conoscevo nemmeno uno dei nomi dei cavalli. Ok le scuderie ( alcune e poche ) ma i cavalli proprio...

Gentilmente mi dissero se volevo accomodarmi davanti e di prendere i miei bagagli.
Non ci penso molto,non credo mi volessero buttar giù' dal  jumbo747.
Dopo 3 minuti mi trovai in prima classe servito e riverito e questo col giornale a chiedermi dei cavalli.

Allora con calma gli spiegai che ..non avrei dovuto... che non si potrebbe... che in via del tutto eccezionale...  Non sapevo chi avrebbe vinto , ma di certo sapevo chi era fuori forma per via dell'influenza etc..etc..
presero un sacco di appunti  segnarono i nomi sul giornale cerchiandoli etc,,e davvero sembravano compiaciuti della " mandrakata ".

Volare in prima classe su un volo di 10 ore fu un sogno, sedile reclinabile, champagne a go-go,  nessun passeggero, cioè uno si,  pranzo  alla carta , etc..etc..
Fu bello vedere l'Italia all'alba  di un giorno di giugno dopo quasi un anno,dai finestrini anteriori di un Jumbo , riconobbi la Puglia, il Gargano  e poi dentro sull'irpinia credo, per poi vedere il tirreno e planare lentamente verso Roma.
Sceso per primo senza trambusto, con i due tipi sorridentissimi a salutarmi.

Non capita spesso una fortuna simile, mi piacerebbe solo sapere se poi i tipi avessero  vinto qualcosa scommettendo o meno.  Magari nel viaggio d ritorno mi avrebbero messo nella stiva...

Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Gennaio 16, 2013, 11:23:54 PM
Citazione da: Flavio - Gennaio 16, 2013, 09:36:35 PM

...appena preso la gestione o quasi di tutte le scuderie dell'ippodromo di Ipoh ( Nord Malaysia )

Mi fermo qui con la lettura, proseguirò dopo.
Ma non potevo non notare che..è il luogo di nascita di mia madre  :horse-embarrassed: :horse-embarrassed: :horse-embarrassed: :horse-embarrassed:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Fioravante Patrone - Febbraio 05, 2013, 02:58:36 PM
Citazione da: DivinityOfDarkness - Gennaio 16, 2013, 11:23:54 PM
Citazione da: Flavio - Gennaio 16, 2013, 09:36:35 PM

...appena preso la gestione o quasi di tutte le scuderie dell'ippodromo di Ipoh ( Nord Malaysia )
Ma non potevo non notare che..è il luogo di nascita di mia madre

:icon_eek:
Il mondo è piccolo!

D'altronde, il viaggio in taxi descritto dal vet freelance mi ricorda molto il mio di tanti anni fa, in Perù. Grosso modo stessa distanza, macchina simile, la sosta al chiosco... Autista però più affidabile
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Giugno 30, 2013, 10:36:55 PM
E' un attimo di tempo che non scrivo qui , ma l'episodio che mi è accaduto qualche giorno fa ne vale pena.

Qualche giorni fa una sera mi suona il telefono : ciao sono Orazio ( nome di fantasia ), ascolta il mio cavallo mastica male etc..etc.. Mentre parlava io cercavo di capire chi fosse, immediatamente il nome mi si era accostato ad un commerciante della zona col nome  uguale,ma mi sembrava non fosse lui, quindi brancolavo nel buio. per fortuna mi passo' un maniscalco  il quale avrebbe dovuto spiegarmi come avvicinarmi al cavallo. Il maniscalco lo conosco bene  ed in breve riuscii a fare 1 + 1 ed a ricordarmi di Orazio, del posto , del maniscalco, ma non del cavallo.
O meglio sapevo dov'era  e tutto   ma non ricordavo di averlo mai trattato.
Mi veniva descritto come una furia, ma di solito non faccio molto caso , di casi furiosi poi fatti senza sedativo e di cavalli buonissimi  dovuti sedare alla grande , ormai non ricordo il numero.
Vabbe' ci mettiamo d'accordo su posto ed ora.

Cascina di alta pianura lombarda, ai piedi delle prealpi,  conduzione familiare. Posto ordinato gestito a livello familiare .  Insomma di quelli dove  ci vado abbastanza volentieri.
arrivo un attimo in anticipo , ed essendo mattina e tutti al lavoro, son  l'unico.
Ok parcheggio l'auto e comincio a preparare tutto l'armamentario necessario per il caso cioè' secchio  raspe, teli etc..
Esce dal cancello principale una della casa  che ben sapeva che sarei passato.
" Ciao , devi fare lo stallone di Orazio ? " ,
- SI
Lei fa una faccia  stile  " mo' so ca**i tuoi " e si fa il segno della croce.
Allegria.......Penso io.
Ok arriva Orazio e mi spiega che il cavallo è si un po' agitato , ma sotto sotto  non e' poi cosi' feroce.
Bene, cerchiamo di prenderlo nel suo box.
Capezza ok, lunghina Ok.
Cerco di non aver fretta  e lascio passare un paio di minuti, tenendo la lunghina, ma senza fare alcun passo in direzione del cavallo e restando appoggiato al muro chiacchierando con Orazio. nel frattempo ci raggiunge un terzo individuo di cui non ricordo il nome, facciamo Mario per comodità'. Pero' aiutava nella gestione il maneggio.
Non lesina proprio complimenti allo stallone , anzi, ma Orazio non fa una piega.
Ok comincio ad avvicinarmi al cavallo e l'equino cerca quasi esclusivamente di mordermi  il braccio. credo che lo faccia quasi per gioco, si , ma gioco per lui..........
Passano altri 5 minuti e nulla nemmeno un dito in bocca, sempre questa testa che va su e giù e tentativi  di mordere.  Insomma questo 650 kg di cavallo proprio non si  vuole calmare. oddio non era proprio furioso,  , effettivamente era davvero una specie di gioco,ma ....
Decidiamo di uscire dal box e lo leghiamo ad un anello attaccato ad un muro.

a questi punto cominciano le pontificazioni di Mario. " IO lo conosco e' una T.d.C ( chi vuol capire capisca ), bisogna fargli 2 cc ( DUE ML ) di sedativo nel petto  buttando dentro la siringa e schiacciando velocemente.

fare il sedativo intramuscolo è molto aleatorio, non si sa mai dopo quanto fa effetto 10, 15 .20 30 minuti e lo fa in maniera diversa che fatto in vena, e la dose bisogna davvero triplicarla, per cui 2 cc in muscolo  ci possono stare.  A me tuttavia farlo in muscolo rompe un attimo l'anima ; forse perché' in 15 anni e rotti di dentista l'avrò' fatto 3 forse 4 volte compresa questa. Inoltre il sedativo  non è che costi pochissimo  , un cc di detomidina ...... se va bene son circa 10 euro. E data la mole del cavallo e la sua testa ero certo che 2 cc non sarebbero bastati in muscolo. Ci sarebbe voluta una dose supplementare in vena , e relativi costi. Spiegare poi al cliente come mai il conto sale sarebbe diventata dura.

Comunque mi avvicino ancora allo stallone  eeeeeeeeee ------- ZAM !, i suoi incisivi presero le misure dello spessore del mio mignolo destro.
Ne avevo abbastanza , ero li' da 45 minuti ed avevo rimediato solo una morsicata.
Vada per il sedativo.
Avevo già' caricato una siringa da 2,5 cc con 2 cc di sedativo. Sembrava quasi piena. 
Al padrone  viene un'idea, va in selleria, prende sottosella e sella. Appoggia il sotto sella.....ed il cavallo di colpo si calma di un buon 70 % .
Allora decido di riprovare a fare il sedativo in vena,  ma , per quanto in misura minore si agitava sempre rendendo un attimo dura  l'esecuzione della manovra.
Dopo altri 10 minuti ,  Mario  " Dammi qua che gliela faccio IO ! "  , mi prende la siringa  con i due cc  . toglie l'ago e  lo pianta nel petto dello stallone.
La reazione del soggetto  non fu  delle peggiori,ma di certo  fu una buona cosa per tutti fare un salto indietro d un metro.  L'ago cadde in terra.
Io : " OK ne prendo uno nuovo .."
Mario . " Mava' tanto  a questo non succede niente" e raccoglie l'ago caduto in terra per reinserirlo...... Una manovra del genere e sarei ancora all'università a cercare di passare per la 500esima volta l'esame di medicina operatoria. Mi meravigliava che il padrone, Orazio, non si lamentasse ...

Dai, secondo tentativo.  Questa volta l'ago entra ed il cavallo tutto sommato diventa trattabile.
Mario pero' non deve essere un esperto di dinamica dei fluidi: se una siringa  è piccola  per premere tutto il liquido all'interno occorre molto  più' forza che ad esempio se metto lo stesso  in una siringa di calibro maggiore. Ma lui la forza ce l'ha. E preme fortissimo. Vince anche la forza di resistenza fra  il collo dell'ago  e la siringa col risultato che  un bello zampillo di sedativo  fuoriesce dal collo dell'ago data la alta pressione esercitata e  colpisce  la faccia , la lingua del vet che li' vicino teneva la lunghina.
Dentro di me pensavo ai 20 euro buttati via.
Ne avevo abbastanza.
Presi in mano la situazione e dopo circa 10 minuti rifaccio io 2 cc  di sedativo nel collo al cavallo usando una siringa da 10 cc, ed un ago più' grosso.
Ci riesco  ed andiamo in attesa.
Passano 15 minuti ed in effetti qualcosina .........

Decido  di riprovare in vena 0,5 cc  e finalmente dopo circa 90 minuti il cavallo diventa gestibile.
Comincio a lavorarlo in bocca e si' qualcosina c'era , ma poco più dell'ordinario.
Pensavo ai 4,5 cc di sedativo che eran serviti  di cui due persi, e notavo che le fauci eran davvero secche. Un effetto collaterale  e' infatti la riduzione della salivazione. E quindi  mi armai di siringoni e tenevo la zona umida.

Finalmente finito.
Nel  frattempo , pure io avevo un attimo la bocca secca, era circa l'una del pomeriggio e faceva abbastanza caldo , per fortuna in auto avevo una bottiglia d'acqua.
Bevo. Siamo ai convenevoli ed uno dei due mi dice " hai la faccia stanca  .." In effetti mi sentivo un po' balordo ma avendo dormito solo 4-5 ore  avendo la disgrazia o quasi di un figlio  piccolo  appassionato di calcio   ( io Non lo sono )
mi era toccato star sveglio a pipparmi una partita  di nonsochecavolo di nazionale   che giocava in Brasile e dato il fuso orario da noi era notte.  Pensavo che l'effetto stanchezza fosse al fatto di aver dormito poco ed allo stress dello stallone.
Salgo in macchina ed ho ancora sete e la bocca secca.  Ribevo.
Ero ad una ventina di Km da casa  ci sarei arrivato in appunto circa 20 minuti.

Dopo circa due km ho di novo la bocca secca, e pensavo ... ho la bocca secca come lo stallone....avrò' somatizzato ...Pensai.
Ma dopo un dubbio , che di dubbio aveva poco, mi assali'.... Ok la  bocca secca , ma non posso aver somatizzato anche la balordaggine....
Tutto chiaro.... Lo zampillo di detomidina che mi era finito sulla lingua stava facendo il suo effetto. Inoltre la detomidina ha proprio un forte assorbimento sublinguale. In pratica mi stavo sedando.

Chiamai subito un collega se mai avesse avuto un'esperienza simile , e questo mi dice di no e di andare a casa.  Grazie !
Ne chiamo un altro , dentista pure lui,  e mi dice che una volta si era bucato il dito con una siringa carica di detomidina , ma nessun effetto perché' in effetti non c'era stata iniezione.
Questo capisce il mio stato e si offre di stare al telefono finché' non fossi arrivato a casa, facendomi parlare.
Senza grossi patemi ed un ' tonto  comunque arrivo a casa.
Lo racconto a mia moglie e questa cade quasi nel panico. La tranquillizzo  e dico  che pero' devo stendermi.
Mi stendo nel letto che ho nello studio di casa mia.  Vicino una bottiglia d'acqua.
Dormo per 2-3 ore al risveglio va meglio . Meglio di certo. Ma non ero Ok al 100 %  La secchezza non c'era più' .ed ero meno tonto.
Verso sera ero all' 85 % . La mattina dopo tutto OK

Curioso che prima di dormire 'ultima immagine e' mia moglie  che va su internet a cercare gli effetti della detomidina.  Ok ero un attimo tonto , ma  c'ero ancora. E le dico , ed e' la verità : guarda che esiste un principio attivo che spiazza detomidina ( alfa due bloccante ) dai  recettori e ci si sveglia prima.
La ioimbina ( alfa due stimolante ) in effetti funziona cosi' . Ben ricordavo  quando lavorai in Nuova Zelanda sui cervi , come per farli risvegliare o rinsavire, facessimo delle punture di ioimbina.

Allora le dissi , esiste un antagonista , se vuoi  puoi andarlo a prendere....
I nostri figli eran fuori casa  in oratori vari. Io intanto dormo..
e lei   ..Ok dimmi cosa devo prendere...
io  - ioimbina , cerca un farmaco con questo principio attico e vai in farmacia

lei la sentii battere i tasti sul computer. Ma poi si alzo' e torno' alle sue faccende domestiche o simili.

Io , prima di crollare " allora ci vai o o no in farmacia ? "

lei :  " ok vediamo  dopo  se non passa "...

Fini' li'.

Ma io ben sapevo    cosa stava accadendo nella sua mente....

Provate a digitare ioimbina  e vedete cosa salta fuori.........

vi aiuto io  ? :  argaiv

( .. ma leggetelo al contrario )
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Melis - Luglio 01, 2013, 10:44:40 AM
HAhahahahahahahahahaahahaha ha funzionato?
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Fioravante Patrone - Luglio 01, 2013, 10:53:22 AM
Che storie che si raccontano alla moglie, o equivalente, per non ammettere che si ha bisogno di un aiutino!
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Shanna - Luglio 01, 2013, 01:41:26 PM
Citazione da: Fioravante Patrone - Luglio 01, 2013, 10:53:22 AM
Che storie che si raccontano alla moglie, o equivalente, per non ammettere che si ha bisogno di un aiutino!

ahahahahahahh!!!

questa cosa del v....a mi pare di averla sentita su un canale di sky dove facevano un documentario sulla droga. Parlavano di gente che prendeva tranquillanti per cavalli, e poi per ripigliarsi si faceva di pilloline blu... (e dicevano che le usavano anche sui cavalli per farli risvegliare prima... ma è vero???)
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: ofelia - Luglio 02, 2013, 01:10:12 PM
che spasso l'ultima parte :)
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: madamen67 - Luglio 03, 2013, 12:26:55 PM
Hahahahahahahaha te la sei cavata anche stavolta!!
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Silvia_Jimbo - Aprile 16, 2014, 04:22:48 PM
Mi sono letta tutti i racconti tutto d'un fiato, proprio come un bel libro!!
Tempo e voglia permettendo riamngo ina ttesa di nuove puntate :blob3: :blob3:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Aprile 25, 2014, 09:01:01 PM
Dopo un bel po' riprendo alcuni racconti

Svenimenti

C'è un aspetto del lavoro del vet mai preso in considerazione. Nessun professore all'università , ma non vedo  in che materia avrebbero dovuto, ci abbia mai insegnato la gestione del cliente  in generale ed emotivo in particolare.

Con il procedere della routine quotidiana del lavoro ci si abitua ad alcune cose ed ad altre si va proprio in assuefazione.
Nel mio caso la vista di siringhe ed aghi o l'odore dei disinfettanti o farmaci è cosa ordinaria. Non così per alcuni clienti.  Idem dare punti di sutura , drenare ascessi od altre manovre del genere che si possono fare in campo od in clinica.

Ci son persone a cui la vista o l'odore di farmaci e para-farmaci e presìdi farmaceutici o manovre varie  lascia del tutto indifferenti, ma ci sono anche altre categorie:
indifferenti  ai farmaci e simili , ma molto sensibili quando si tocca il loro cavallo.
Indifferenti ai farmaci , ma che scappano alla vista di un ago.
Indifferenti agli aghi, ma alla vista / odore di un farmaco o disinfettante han qualche problema
Sensibili sia alla vista di aghi che  di  farmaci / disinfettanti e relativi odori
Come l'ultima categoria , ma ne sono inconsapevoli.

Alcuni brevi episodi  che mi sono successi  negli anni  appunto a riguardo.

I duri
Rientrano in questo gruppo quelli che sostengono  di essere  di " scorza dura " .........Ma dopo 5 minuti di armeggio ,ormai li riconosco. Spesso il oro orgoglio  li porta a non dire quello che in effetti stanno provando, cioè una sorta di nausea mista  a schifo, con  prodromi di vomito.  Quindi di solito cominciano a chinarsi in avanti, tiran qualche colpo di tosse. Ma qui mi si alzan le orecchie , non è la tosse  di chi ha problemi polmonari  , ma una  specie di liberazione , perché  la salivazione aumenta .  Se non me ne accorgo , generalmente il soggetto , con la scusa della tosse si allontana un attimo , fino ad essere fuori portata visivo / olfattiva per poi fermarsi e riprendere l'atteggiamento da tronfio, " A me quelle cose scivolano via ...."  .
Se me ne accorgo, io, allora invento la scusa che come effetto  dell'odore del farmaco potrebbe esserci una specie di voglia di vomitare, e quindi  è meglio.... Non aggiungo mai altro perché il soggetto si è già allontanato  , non aspettava altro che avere un beneplacito , o scusa per potersi portare a distanza di sicurezza. Solo pochi ammettono che non avrebbero pensato di una tale loro reazione. Molti proseguon nell'atteggiamento da finto superman , ma  a distanza.



Paperino.

Tanti anni fa mi chiamarono in una stalla in  cui una volta albergavano bovini, ma  c'eran solo tre cavalli. La struttura era ,credo , risalente almeno alla prima metà del 900 , visto come eran strutturate  le poste per i bovini , il tetto , e la mancanza di prefabbricati. Soffitto a volte.
Il cavallo non aveva in sé e per sé un gran problema,  un piccolo taglio sulla coscia che comunque necessitava sutura.
Preparare tutto il necessario per una sutura richiede un certo tempo : garze, cotone, siringhe di vario calibro, aghi , aghi a farfalla, farmaci  vari, disinfettanti , spray antibiotico,   strumentario per dare i punti, fili di sutura, forbici, fasce e quant'altro.  Io usavo una specie di carrellino pieghevole,  un mobile da giardino, verde scuro , a due piani su cui in ordine appoggiavo un po' tutto ,tranne un secchio d'acqua che mi tenevo in parte.
La prima parte consisteva nel lavaggio della zona per bene, anzi benone. Molto spesso il siero fuoriuscito dalla ferita aveva reso i peli della zona appiccicosi se non uniti in grandi matasse difficile da sbrogliare. Quindi  lavaggio con disinfettante   che fungeva anche da sapone e poi passaggio di acqua ossigenata.  La cosa si ripeteva per due o tre volte in base alla grandezza della ferita; al fatto se era già stata lavata o meno. Quindi si passava alla rasatura dl pelo in zona ,  prima con forbice se lungo e poi con una bella serie di rasoi usa e getta. Dimenticavo che prassi era sedare un attimo il soggetto prima di compiere tali manovre  ed anche un po' di anestesia locale non guastava certo.

Finalmente si evidenziava la ferita vera e propria e si passava alla sua disinfezione , e purtroppo spesso si evidenziavano spiacevoli sorprese nel senso che era più' grande o profonde di quanto si pensasse , oppure  ,meno comunemente , il contrario.

Infatti in questo caso mi resi conto che la ferita era un attimo più profonda, e cominciai una maggiore disinfezione che richiese più tempo, e quindi in seguito  si iniziò col primo piano di sutura. Insomma invece di mezz'ora ci voleva almeno un'ora od anche più.
In stalla eravamo in tre oltre ad i cavalli : marito  che mi aiutava un attimo, più o meno mio coetaneo, sua moglie  leggermente più giovane, ed un attimo in disparte  ed io.
Tutto procedeva abbastanza bene, quando ad un tratto la signora fece ulteriormente un paio di passi indietro. Era vestita con una salopette bianco crema, e non sembrava ci fosse alcunché  di strano.  Tuttavia chiamò il marito e le disse che le girava un attimo la testa. Benché ancora giovane ed alle prime esperienze , era comunque qualche anno che lavoravo, e di colpo capii cosa stava per succedere. La invitai ad allontanarsi un attimo , cercando come al solito di metterla sull'umoristico ed accusando i farmaci di fare questi scherzi. Sembrò funzionare. ,lei si allontanò di qualche metro ed appoggiò la sua schiena contro il muro della stalla. Le cose sembravano calmarsi , ma con tenevo lo sguardo un attimo sulla ferita che pian piano veniva chiusa, ed appena potevo lo rivolgevo alla signora. Dopo circa un minuto, la vidi diventare bianca in volto.
Ok ci siamo, invitai il marito a lasciar perdere il cavallo, potevo andare avanti da solo, ed a guardare cosa stesse succedendo alla moglie.  Si girò ed  ecco che lei scivolò lungo il muro . Sembrava Paperino colpito da un pugno : con la schiena appoggiata al muro scivolò lentamente in terra dove alla fine si ritrovò seduta  con gambe distese e schiena ancora appoggiata al muro.
Solo allora il marito si rese conto che sua moglie era di fatto svenuta. Si avvicino', e la chiamò per nome  due o tre volte.  Le scosse le spalle , mentre io suggerivo di distenderla ed alzarle le gambe. Per fortuna   lo scossone del marito, impresario edile , la ridestarono, e sembrava come se qualcuno la avesse svegliata dal sonno. Lo invitai a portarla all'esterno e farla sedere , e così fu . Dopo circa 4-5 minuti lui rientrò e mi disse che andava meglio.
Io ormai ero a più di metà strada e gli dissi  di stare pure dal a moglie e se avessi avuto bisogno lo avrei chiamato.
Dopo circa 10 , 15 minuti completai la sutura .  Tutto ritornò  nella routine, solamente mi chiese se avessi potuto fermarmi da loro  per cena, giusto in caso la scena si ripetesse. Non sono certo un medico umano, e feci finta di accettare quasi fosse un dovere, ma in realtà ero ben contento di  fermarmi. Allora ero single ed ogni occasione di evitarmi di farmi da mangiare e mettere in ordine la casa , era moooolto di buon grado accettata.  Mi fermai per una pasta al ragù'.  Ormai la moglie stava benissimo, avevan due figli  sugli 8 - 10 anni , maschio e femmina. Ricordo che il capofamiglia si prese almeno 4 etti di pasta per se , era già condita con ottimo ragù. Ma decise di aggiungerci sopra sulla sua porzione una scatola intera di tonno. Ricordo che mi impressionò la cosa molto di più della ferita.
Era un piatto di almeno 750 grammi fra pasta , ragù e tonno. Quasi svenivo io nel vederlo mangiare, eppure era più piccolo di me  ed anche più magro. Probabilmente  sul lavoro bruciava molte energie, o  almeno volli credere che fosse così. Chiamai  dopo sue giorni, cavallo e moglie stavan bene.

Steccato rotto

Quest'episodio e' quasi sovrapponibile al precedente. Cambia lo scenario.
Colline della Franciacorta, zona vinicola ad ovest di Brescia , vicino al lago d'Iseo , Lombardia centro orientale. Castrazione di un puledro in un paddock.
Marito , moglie ed io.
Nei miei anni australiani mi insegnaron a castrare un cavallo tutto da solo. L'importante era prenderlo, ed una volta sedato la cosa si facilitava . Nel frattempo il solito carrello verde scuro , con il secchio in parte era pronto con tutto l'occorrente del caso.
Bene cavallo preso, sedato,  buttato a terra, si inizia il tutto. Il marito mi dava un attimo una mano, nel senso che  tramite l'uso di una lunghina che da una parte fatta girare intorno al pastorale di un arto posteriore del cavallo a mo' di cappio, e l'altro capo era tenuto dal marito che in questo modo divaricava i posteriori ed io potevo lavorare in zona. Se fossi stato da solo avrei sempre fatto il cappio intorno al pastorale posteriore e quindi tirato la gamba in avanti, sempre col cavallo a terra su di un fianco. La gamba posteriore l'avrei appunto tirata  fino a quasi che lo zoccolo toccasse la faccia e qui avrei fissato  la lunghina alla capezza in modo che la coscia fosse talmente portata in avanti che i testicoli sporgessero dietro di essa permettendomi il lavoro. Certo in due era meglio.
Tutto andò secondo copione, ed alla fine , liberata la gamba dalla lunghina , come al solito dissi. Il bello viene ora, perché è un attimo rintontito dai farmaci e farà un attimo fatica ad alzarsi ed a trovare l'equilibrio..
Così fu, solite scene di cavallo che si alza , cade , si rialza, sbanda di qua e di là, poi piano piano trova l'equilibrio, sta fermo. Quindi si muove , e dopo un po' comincia a camminare, ed alla fine quando è stabile lo si porta nel box. In questo caso il box era il paddock.
Una volta in piedi , il cavallo cerco' di camminare ma sbandava  notevolmente . Io lo tenevo per la coda ed il marito per la  lunghina  che era a sua volta allacciata alla capezza. Ma comunque procedeva.  Lu mi chiese come avrei potuto fare se fossi stato da solo, ed io risposi che avrei solo guardato il cavallo alzarsi, visto che il paddock era grande , e probabilmente avrebbe fatto qualche caduta in più, ma che avrei cercato di tenerlo a terra il più possibile , sedendomi sul collo ed impedendo  tentativi di stare in piedi troppo affrettati, giocando sul fatto che una volta in grado di sbalzarmi dal collo , era anche in grado di reggersi da solo.
Eravamo tranquilli,  sereni e concentrati sul cavallo. Tutto sembrava filare liscio quando a circa 10 metri da noi  la moglie accusò un conato di vomito , cercò di appoggiarsi allo steccato, ma svenne prima di arrivarci e cadde in avanti, solo che con la propria testa andò a sbattere sullo steccato. Per fortuna lo steccato in quel punto doveva essere si pessima qualità , ed anche  per fortuna ancora lei nel cadere portò le braccia in avanti, e morale la parte alta dello steccato si ruppe e la signora rimase  con le gambe nel paddock ed il resto del corpo sulla fila bassa  del legno della staccionata, mentre quella superiore si era rotta.
Mollammo il cavallo e corremmo da lei.  Si era  già' ripresa, era conscia, ma sul volto evidenti i segni della botta.
Per fortuna in casa, a circa 50 metri c'erano altre persone che vennero in aiuto.
Lei si era ripresa , almeno era presente e vigile,  La  sostennero un attimo ed appena fu in grado di reggersi la portarono su un dondolo da giardino lì vicino.
Tutto si risolse bene, cavallo e moglie. Oddio il cavallo forse non la pensò così. La moglie qualche graffio sul volto e qualche botta qua e là.

Bombola di ossigeno

Mi son sempre occupato solo di equini, ma alcune volte , in particolare d'inverno,  se non avevo visite in corso  andavo in un ambulatorio di piccoli animali  da un collega ed amico, ed anche compagno di squadra di rugby.
Era l'intervallo di pranzo di un giorno normale ; ora in cui spesso di dedicava a qualche operazione chirurgica,e mi chiede se avessi potuto  dargli un aiuto, cosa che quando ero da lui capitava spesso.  Lui dirigeva  ed io aiutavo.
C'era un cane  a cui andava messo un fissatore esterno per via di una frattura alla tibia. Non bruttissima ,ma richiedeva  l'intervento chirurgico.
Invidiavo  in questi casi lo stare al caldo in clinica, con tutti i ferri disposti, . Lampada operatoria, ed il paziente sedato , intubato etc..
La padrona ci chiese se avesse potuto assistere. Lui disse di sì, ed io  feci presente  che magari certe visoni avrebbero potuto impressionare, ma lei sicura  disse di non impressionarsi.
Ok iniziamo e rispetto ai cavalli , forse per le dimensioni  1 :10  mi sembrava fosse tutto più veloce, rasatura , disinfezione etc..
Tutto filava liscio, , ma al momento di incominciare  a trapanare l'osso per l'inserimento del primo perno  la proprietaria perse i sensi e cadde a peso morto di lato, andando a sbattere con la la testa e con la spalla contro la bombola dell'ossigeno. Il risultato fu un bel  " Boingggggg ", che a distanza di anni posso dirlo  ci fede davvero ridere . Anzi , piantammo un attimo il cane e non riuscivamo a trattenerci dal ridere. Scena  : un cane sul tavolo operatorio,
noi due  in verde con cuffie e maschere  piegati in due , e questa tipa a terra.
Sapevamo che dovevamo alzarle le gambe, ma  eravamo anche in imbarazzo. Insomma era una tipa sulla trentina, neanche male, dovevamo toccarle le gambe..... magari respirazione bocca a bocca, e perché no massaggio cardiaco.
La nostra professionalità sembrava  aver preso il volo. Per fortuna dopo circa 10 secondi scosse il capo  ed aprì gli occhi ed in contemporanea noi riprendemmo il nostro contegno professionale. Io la aiutai a sollevarsi  e la portai nell'altra sala , facendola accomodare  su di una sedia, offendo acqua da bere. Rimasi  cinque minuti con lei ,finché si riprese. Sembrava imbarazzata ,dopo essere stata avvisata che magari avrebbe potuto svenire, e lei disse  " certo  che no " ,  era di fatto svenuta. Dopo 5 minuti tornai dal cane , mi cambiai maschera ed i guanti. L'operazione andò bene, anche se eravamo un attimo preoccupati a che non svenisse di nuovo,ed ogni tanto le lanciavamo un urlo del tipo " è ancora sveglia?? tutto ok ?? "
Me ne andai subito dopo l'intervento, ma seppi che pure la signora stava bene.
Ogni tanto  quando ci vediamo, ricordiamo quel " Boinggg " ed il breve ma  ridicolissimo periodo di risate prima che lei si riprendesse.



Fino adesso ho parlato di figure  femminili che son svenute, ma non è loro esclusiva , per niente. Ho un cliente,un capitano d'industria, cresciuto dal nulla e capace di far crescere un'azienda leader nel suo settore , con decine dipendenti e  in cui ora lavorano i figli. Oltre al capo.
Questo boss, era comunque restato legato ad una sua passione giovanile , legata al tempo in cui per lavorare nei mercati della sue zone in piena pianura padana , si trasferiva da un mercato all'altro con  un carro trainato da cavalli.
Adesso poteva dopo decenni permettersi una carrozza.
Aveva qualche cavallo, ed io ero il suo vet di fiducia , od almeno uno di quelli che chiamava più spesso.
Non mi è mai svenuto vicino, ma lui ne era ben conscio, e non appena scartavo una siringa, si allontanava di almeno 20metri lontano dalla vista di aghi e farmaci vari. Mi son sempre chiesto come un uomo delle sue capacità, imprenditorialità,  intelligenza, ed anche un marcantonio di 1,90  per almeno 120 kg , fuggisse di fronte ad una vaccinazione ad un cavallo,  di durata forse 5 secondi.  Davvero l'elefante che ha paura del topolino. Ho sempre comunque ammirato la sua sincerità nell'ammettere questo limite.  Salivazione ne ho vista, ma non mi è mai svenuto vicino. Rialzarlo avrebbe richiesto l'intervento almeno di una ruspa.

Mi capita comunque molte volte , anche come dentista,  che molta gente se ne stia lontana mente pareggio i denti ai cavalli. Chi proprio va a farsi un giro, chi si nasconde dietro al muro ; ho visto anche qualcuno prendersi dei calmanti, ed una volta una ragazza sui 30  anni dare quasi in escandescenza.
Eran due cavalli da controllare  il suo e quello del suo fidanzato lì presente.
Non volevano che li sedassi.   D'accordo, fatto il primo  mi misi a fare il secondo , quello di lei.  Non era proprio un gran cooperativo il soggetto, ma comunque il lavoro procedeva.  La faccia ed il linguaggio del corpo della proprietaria era tutto dire. Cercavo di tranquillizzare , parlando, ma lei proprio soffriva.  Ogni minimo colpo di raspa  era accompagnato da un  suo urletto o gemito. Se ci fosse stata una persona bendata lì vicino di certo avrebbe detto che in quel omento lei stesse facendo qualcosa di molto più piacevole con lui, inteso  come il suo fidanzato.
Non aveva il coraggio di dirmi di smettere.  L'aver vissuto all'estero anni ed anni, aver visto diverse mentalità ed un attimo  il fatto di aver farro il militare nel reparto di guerra psicologica mi venne certo d'aiuto.  La signora infatti non era italiana.  Misi insieme le mie conoscenze e decisi che ne avevo abbastanza. Tanto non mi avrebbe più richiamato. Non voleva sedare il cavallo, non voleva che lo toccassi ,  era chiaro  che nella sua testa il cavallo stesse soffrendo troppo ed il beneficio , a lei sconosciuto, di una corretta occlusione dei denti, era sopraffatto dall'emozione di vedere , secondo la sua opinione , il cavallo soffrire.  Dovevo battere in ritirata.
Nella sua testa  era diventata una tortura,  e di certo ne avrebbe parlato con amici e conoscenti, insomma una bella pubblicità negativa. E non c''era nulla da fare, inutile spiegare, inutile sedare.
Mi fermai e dissi.  Ascolta il dolore e' tolto,   il cavallo non soffre ,  se preferisci  mi fermo qui. Ma deve essere una tua scelta. Perché il lavoro non sarebbe proprio completato. Le rimarcai questo, dicendo però pure che comunque non era certo in pericolo di vita. Era stato fatto solo il minimo indispensabile. Un po' come uno che porta l'auto dal meccanico per un tagliando e cambia solo l'olio.
Non ci mise che due secondi a dirmi che poteva bastare.  Gli urletti finirono, il cavallo tornò nel box.
Non li ho più visti da allora.
In altri maneggi ho visto gente imbottirsi di tranquillanti , o rimedi omeopatici per calmarsi. Altri davano i  fiori di Bach ai cavalli, altri nascondersi dietro ai muri . Una volta mi hanno acceso un cero vicino al cavallo. Ed ho sempre in mente una bambina sui 7 anni che vedendomi armeggiare  in bocca ad un cavallo  ad   ogni minuto a cadenza regolare ripeteva  "  Ma è disgustosoooo".


Verona castrazione

Questo è il caso che forse più di tutti mi ha messo per qualche minuto in vera ansia e crisi.
Fui chiamato per andare a castrare un cavallo  vicino a Verona . Erano i primissimi anni  90, da poco erto tornato in Italia, ed allora sembrava quasi una novità che uno castrasse tutto da solo ed in pochi minuti.
Fra gli amanti di monta western della zona si diffuse la voce , ed ecco che mi trovai a  fare simili servizi a parecchi puledri  Quarter Horses.

Il puledro di quel giorno  aveva a disposizione un grande appezzamento di terreno, e questo mi facilitava le cose  soprattutto per il risveglio quando i cavalli non son certo stabili sulle loro gambe.

Un'abitudine che avevo era quella di tenere in macchina tutte le attrezzature pronte come se fossi proprio sul punto di qualche grande operazione chirurgica. Teli sterili , e strumentario tutto rigorosamente impacchettato in sacchetti sterili. Anche se non me lo ammettevo , quasi mai  ne avevo la necessità.
Quel giorno dunque, primavera inoltrata , mi reco sul posto, e dopo i convenevoli, spiegai  come al solito , appunto  quale sarebbe stata la procedura  passo per passo.  Il cliente si offri' di aiutarmi,  e feci presente che avrebbe potuto impressionarlo ,ma non sembrò curarsene.
Iniziai con il tranquillante, poi la sedazione vera e propria; il cavallo andò a terra steso su un fianco, e legata a cappio la lunghina intorno ad un pastorale posteriore affidai l'altro capo al cliente il quale ne fece un giro intorno ai suoi fianchi e quindi arretrando di un passo tese la lunghina che a sua volta divaricò la gamba lasciandomi  lo spazio per lavorare.
Cominciai ad incidere, e  quindi dopo l'estrazione del primo testicolo apposi la pinza di sicurezza  sul funicolo ( quella serie di strutture che connette il testicolo all'organismo, ha un po' l'aspetto di un cordone perlaceo ,ed è in effetti quello che si trancia,lasciano cadere il testicolo all'esterno) , quindi presi il primo emasculatore  e  lo recisi .
L'emasculatore è grossolanamente palando , un'elaborazione di  un trinciapollo, o della cesoia che serve a tagliare i rami di piccoli arbusti. É costituito da due parti , una che taglia, appunto la cesoia, a cui e' sovrapposta un'alta parte non tagliente , ma che  fa si che il cordone venga schiacciato e faccia  due o te pieghe, in pratica  chiude il margine della ferita. E dopo aver reciso lo si lascia  appunto in zona per permettere  che i tessuti aderiscano, i piccoli vasi si chiudano , il primo passo di chiusura della ferita. Poiché son momenti sempre comunque  con un attimo di tensione  , il trucco era ricordarsi che l'emasculatore presentava da un  lato una specie di vite a farfalla, la quale doveva essere sempre in vista e  durante l'operazione questa avrebbe dovuto essere  sempre  vicino all'epididimo, una struttura che ricorda  nella forma  una piccola  cornucopia  posizionata sopra il testicolo.
Semplicemente  mi insegnarono di ricordarmi  che queste due cose la vite e l'epididimo era due specie di " nodi " e quindi quando si castra l'emasculatore deve aver la posizione " nodo – nodo " per non castrare al contrario.  Cioè recidendo con l'emasculatore capovolto , si sarebbe lo stesso tagliato il cordone, ma vi sarebbe restato attaccato il testicolo, ed il cordone sarebbe scivolato all'interno dei visceri lungo il canale inguinale o chissà dove senza essere chiuso e con conseguente pericolo di emorragia ed in alcuni (rari )casi di fuoriuscita dei visceri. Da qui la necessita' di inserire  a monte , prossimalmente in termini medici, una pinzetta, in modo tale che se tutto sfuggisse  si sarebbe potuto recuperarlo  per poi chiudere.

Quindi  recisi il primo cordone  , e la recisone spesso è accompagnata da un suono non proprio simpatico , simile a quando si schiaccia un po di carta ,ma in questo caso son tessuti organici.  Tutto andò' secondo i piani.

Cominciai ad estrarre il secondo testicolo,  ed essendolo scroto ormai inciso  era una manovra più' veloce. Dietro di me sentii un colpo di tosse (........)  e con la coda dell'occhio vidi il cliente piegarsi un attimo ,ma non ci posi attenzione, ero proprio al clou della castrazione. Ok testicolo estratto pinzetta di sicurezza posizionata, o credevo di averla posizionata bene, ma un altro colpo di tosse mi tolse l'attenzione mentre la chiudevo, girai brevemente gli occhi  per un attimo, e pensai , speriamo che non svenga proprio adesso,e comincia a mettere in posizione l'emasculatore.
Ma ecco che di colpo  il tipo mi rovinò addosso. Io riuscii a malapena a chiudere l'emasculatore e poi finii sulla spalla del cavallo.
Il cliente giaceva svenuto sul fianco del cavallo con la faccia vicinissimo al campo operatorio. Con le non troppo buone lo spostai di qualche metro , e dentro di me volavano imprecazioni in 4 lingue diverse. Ricordo che lo portai a circa 5 / 6 metri di distanza trascinandolo e non me ne curai proprio. Ritenevo il cavallo priorità uno.
Tornai dal cavallo portai la lunghina verso la capezza,fissai il tutto e ripresi la castrazione che però credevo di aver in pratica finito.
Ma........una visone mi atterrì, vidi il secondo emasculatore a terra con attaccato il secondo testicolo.... La regola nodo-nodo non era stata eseguita; nel rovinarmi addosso  probabilmente non mi accorsi che l'emasculatore era capovolto e l'improvvisa caduta del cliente fece il resto. Ed io nella convulsione  e voglia di chiudere avevo anche tolto o spostato la pinza di sicurezza.
In pratica il cordone reciso era rientrato nello scroto e da qui nel canale inguinale. Che fare ? Ero talmente concentrato sul caso  che non mi accorsi che il cliente si era ripreso ,ma si era un attimo allontanato.  Riuscii ad essere freddo,  e corsi in macchina dove presi alcune pinze chirurgiche lunghissime,   in pratica erano come forbici ma non taglienti, e terminavano con una specie di  beccuccio atto appunto a pinzare tessuti in profondità'  e quindi retraendole, ad esteriorizzarli.
Il fatto che fossero pronti all'uso, già' sterili , fu davvero una buona cosa.
Ritornai dal cavallo e fra me e me pensai " Ok è  venuto il momento  per cui hai tanto studiato e praticato, sei stato ben allenato,ed hai imparato ". Riuscii a tranquillizzarmi, ma davvero sentii gocce di sudore freddo sulla fronte. Prima  volta nella mia vita.  Tramite la lunghina tirai la gamba vicino alla testa e fissai la lunghina alla capezza bloccando la gamba posteriore.
Bene , aprii un paio di guanti sterili dopo aver ripulito la zona,  e cercai il canale inguinale  con le dita. Lo trovai e ci infilai l'indice ed il medio ,piano piano . Sentii a quel punto un getto di sangue , probabilmente di una piccola arteria, che ogni due tre secondi  raggiungeva le mie dita. Capii che non dovevo essere lontano dal moncone reciso.
Presi la pinza lunga con l'altra mano  e la fedi scivolare luno ,l'altro braccio,poi lungo il polso quindi li palmo e pi le dita della mano infilata nel canale.
Provai a pinzare e quindi ad estrarla. Nulla.
Secondo tentativo : nulla .   Terzo tentativo, mi spingo un attimo più' basso ed estraggo. Non appena esteriorizzo un getto di sangue mi colpisce il viso. Era l'arteria. Riconosco le strutture, blocco con la pinza e riprendo l'emasculatore , posizionato correttamente e chiudo.
Problema risolto. Ancor oggi non so bene fin dove sia stato bravo  oppure fin dove sa stato fortunato. Comunque le cose erano sistemate e non ci fu nessun problema secondario.

Al cliente non dissi nulla; nel frattempo se ne stava a circa 50 metri. Dopo qualche minuto , ormai ad emasculatori staccati e cavallo che dava segni di risveglio, gli chiesi se se la risentisse di avvicinarsi, ma preferì  rimanere dov'era.
Allora mollai il cavallo del tutto  e lo lasciai alzare da solo,  cosa che avvenne dopo uno o due tentativi , ma tutto sommato non male.
Nell'andare a casa non sapevo appunto se complimentarmi con me stesso,  oppure ringraziare  la fortuna. Allora pensai 50 -50  oggi forse  direi  70 io 30 la fortuna.  Da allora non ci furono più errori nella posizione  Nodo-Nodo, ma nessun cliente mi è più svenuto addosso nel corso di una castrazione.

Per completare l'opera vicino a casa mia al ritorno mi fermarono i carabinieri per un normale controllo, e in due secondi mi trovai un mitra a circa 20 cm dalla faccia. Misi le mani in bella vista, e chiesi il perché  di un tale atteggiamento.   Mi chiesero come mai ero sporco di sangue in faccia..... io sempre con le mani in bella vista,  gli chiesi di dare un sguardo  al parabrezza dove allora tenevo l'adesivo di iscrizione all'ordine dei veterinari, e poi spiegai che stavo tornando da una castrazione , non spiegai i dettagli ma  dissi che probabilmente nell'asciugarmi la fronte mi ero sporcato la faccia.  Se fossi potuto scendere dall'auto gli avrei aperto il vano bagagli e mostrato gli strumentari. Così avvenne , e mi lasciarono andare senza  altri intoppi , quasi incuriositi. Certo che un mitra a 20 cm...


FM
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: aDy_90 - Aprile 26, 2014, 11:22:52 PM
Interessante anche questo aspetto... Mi aggiungo a quelli facilmente impressionabili ... Ammetto che per aghi, infiltrazioni e prelievi dopo qualche anno mi sono fatta le ossa e sto serena, ma ad esempio ad una castrazione non potrei mai assistere ... Fortuna che non sto studiando veterinaria :horse-smile:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Aprile 27, 2014, 03:41:00 PM
Capisco benissimo......

In caso di cose un pelino più invasive di un'iniezione, spesso faccio fatica a non dondolare come un pendolo se distolgo lo sguardo dal 'particolare' e mi metto a osservare la scena nel complesso.

Credo di non poter sopportare la vista di una suturazione in corso, di una ferita aperta o di una castrazione. Già se mi focalizzo sul particolare, sul lembetto di pelle, sull'aspetto anatomico della ferita è un conto, ma se tolgo lo zoom mentale e dò un'occhiata panoramica e vedo che attaccato a quella pelle da cucire c'è un cavallo, ecco che so che inizierei a trasalire.

Però ecco fare le endovenose, prelievi, vaccini, reggere un arto durante un'infiltrazione o assistere al posizionamento del PRP nei tendini della cavalla mentre con l'ecografo si controllava la posizione dell'ago nel tendine stesso beh, son situazioni che affronto con la masima serenità.

Ma ferite aperte e suture... no no grazie.... non credo reggerei.. sarei una tipa da BOINGGGGGG o da paparini vari... (poi magari no, ma non ci scommetterei)
Ho assistito alla castrazione del mio gatto senza fare una piega..ma trattasi sempre di robette da pochi cm quadrati...  probabilmente quello che mi frega è l'estensione delle aperture.

Invece farmaci e puzzi vari non mi urtano per nulla... almeno non fino ad ora...
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Flavio - Luglio 23, 2014, 12:02:23 PM
Questo è Notevole.


Vedo , non vedo ; vedo!

Ogni tanto  si va incontro ad esperienze  brutte e che lasciano  il segno , e son tante. Molte volte mi son sentito impotente di fronte a situazioni in cui vedevo anni di studi e di lavoro  serviti a nulla , non riuscivo  a fare qualcosa per il cavallo o sapevo di combattere una battaglia persa, ed il dolore  , se non disperazione del proprietario o dei proprietari o di chi comunque gestiva il cavallo non faceva altro che  aumentare la mia frustrazione.

A volte  tuttavia  c'erano episodi  in cui  benedivo il fatto di aver fatto questa scelta, e ripagavano di tutto, e facevano addirittura dimenticare molte problematiche  di vita e di lavoro.

Questo è senz'altro uno di quelli.

Mia figlia  allora aveva 11 anni  , e già da anni coltivava passione per il cavallo. Purtroppo non sono mai riuscito , almeno finora , a comprargliene uno , ma  si arrangiava spesso con cavalli presenti nei maneggi, o  qualche mio cliente spesso la faceva montare mentre ero al lavoro nello stesso maneggio o scuderia.  D'estate era solita fare una specie di summer camp  presso un'azienda   vitivinicola del Garda Bresciano, in cui c'era annessa una scuderia, e  vi si fermava  una settimana . Capitava durante l'anno di andare altre volte in questa scuderia, e allora lei mi seguiva approfittando dell'ottimo  clima che vi regnava e dell'amicizia con la conduttrice . Mentre lavoravo , lei  si divertiva a cavallo.
Purtroppo un giorno mentre  ero al lavoro , lei montava un cavallo un attimo  estroverso il quale ad un certo  punto prese a correre . Mia figlia riuscì in qualche modo a fermarsi , ma lo spavento fu enorme per lei.

Nei mesi successivi  capii che qualcosa non andava.  Il suo modo di montare palesava paura. Alle mie domande se per caso avesse appunto timore a montare   seguivano risposte  ad altissima voce , dei " NOOOOOOOO ! " che chiaramente  evidenziavano che il nervo era stato toccato.  Tornando nello stesso maneggio , voleva montare , ma una volta sul cavallo eran  lacrime..

In un altro maneggio, non riusciva a fare altro che andature al passo...
Dopo circa 6 mesi cominciavo a preoccuparmi di questa situazione contraddittoria : voleva montare , ma aveva paura.

Una notte di febbraio ebbi una specie di folgorazione. Un nome di un mio cliente , Giuseppe, cominciò a sbattermi da un lato all'altro del cervello.  Questi gestiva un maneggio ad una 20 di km da casa mia, e mi era sempre piaciuta la sua concretezza, la sua correttezza, e vedevo spesso bambini da lui.

Il giorno successivi senza dire niente a mia figlia andai da lui e gli esposi il caso. Semplicemente rispose , " Beh, portala qui e vediamo ".

Ne parlai con mia figlia che forse c'è un maneggio dove ci son tanti bambini etc.  Bene dopo due giorni ci andammo.  Dopo circa 20 minuti , mi si avvicina Giuseppe,  e perentoriamente  " Flavio . Tua figlia è t-e-r-r-o-r-i-z-z-a-t-a "
Lo so , lo so   risposi, ed allargai le braccia. Lui  corrugando un attimo la fronte rispose :" Bisogna ricominciare  con un cavallo piccolo, meglio un pony."

La prese in gestione , e nel volgere di  qualche lezione   si cominciarono ad evidenziare dei miglioramenti nella gestione del cavallo ; dopo un paio di mesetti  sembrava le fosse passata.
All'inizio dell'estate  ci fu in quel maneggio un stage di una settimana con altri suoi coetanei. Fu un attimo pesante portarla la mattina, 20 km e riprenderla la sera , 20 km andare ed altri 20 a tornare, ma  la sera era sempre sorridente.

Giuseppe inoltre mi disse che un giorno mentre erano nell'intervallo di pranzo  sentiva ridere a crepapelle. Questi intorno ad un  tavolo improvvisato stavan mangiando  i loro spuntini e nel contempo ad uno venne l'idea di  raccontare  ad alta voce  un episodio che veramente l'aveva spaventato  o creato imbarazzo o robe simili.  Per cui  uno raccontò come nel corso dei suoi primi salti alla fine si ritrovò ad avere i pantaloni bagnati.... E gli altri a ridere... Allora un secondo  a raccontare un episodio sulla stessa falsariga... Giuseppe mi  disse " Guarda che tua figlia l'ha buttata fuori, appunto ha raccontato davanti a tutti di un cavallo mezzo impazzito , che l'ha fatta sudare freddo  per non dire farla sotto del tutto,  ma il tutto seguito da una risata sua e di tutti gli altri 10 presenti,".

Da allora quello per lei è " il maneggio "  ci va abbastanza regolarmente e pur senza cavallo si è integrata nel gruppo dove ha stretto varie amicizie.

Insomma Giuseppe aveva fatto un piccolo ,miracolo. NIENTE , tuttavia a quello che vidi in seguito.

Dopo due o tre anni mi capita di  un giorno di andare a trovare un mio collega  il quale aveva subito un leggero intervento chirurgico. Un veterinario principalmente di bovini, campo nel quale  era davvero un'eccellenza. Trovandosi la casa a poche centinaia di metri dal maneggio di Giuseppe decisi di  passare a salutarlo, giusto 10 minuti.  Casualmente avevo anche mia figlia, la quale sparì subito nei box  .  Giuseppe si avvicino per i soliti "  come va e come non va". Ero nel campo ostacoli , vicino allo steccato su cui mi appoggiavo e si fermò vicino a noi una bambina, che montava un cavallo della scuola ,che riconobbi in quanto era già stato oggetto di cura . Questa bambina appunto mostrava  circa 11-12 anni  vestita di tutto punto , capelli biondi con coda e sopra il cap nero.  Chiese due cose a Giuseppe , e non potei fare a meno di notare qualcosa di strano nel suo sguardo, ma non ci feci caso.
Giuseppe le disse ancora di fare un paio di giri  e lei si allontanò.  Fu allora che lui mi disse, " Vedi , quella bambina è una ipovedente, vede al massimo fino ad un metro. Le piacciono i i cavalli, il suo sogno  sarebbe girare in campagna , ma finora negli altri maneggi l'hanno mossa solo alla corda. "

Arrivò mia figlia che  nel frattempo aveva già raccolto più informazioni del padre.  Non avevo tempo ma la cosa mi prese molto.   Giuseppe capì e mi disse , "passa fra qualche giorno e vediamo come va."
Passo solo una settimana e tornai, anzi a dire il vero fu  lui che mi chiamò e mi disse di venire , ma non per lavoro..
Ok verso  sera arrivo e mi trovo   i ragazzi del maneggio  schierati quasi ci fosse un'ispezione  , tutti in riga  e ben vestiti.    Il campo ostacoli con un piccolo percorso , con il particolare che prima  di ogni ostacolo  c'era una specie di corridoio di fiori , quasi segnalasse appunto come avvicinarsi all'ostacolo. Pensai ad una gara sociale e quasi mi  salì la pressione in quanto avrei portato di certo mia figlia. Ma non era così. Arrivarono de macchine e scese una famiglia ,  con tanto  di nonni  etc.. fra cui questa bambina  ipovedente.  Andò nei box e dopo circa due tre minuti uscì montando , wilkito ,il pony.

Beppe entro' nel campo e cominciò quella che sembrava una normale lezione.
NORMALE  ho scritto. Questa bambina  non solo andava al passo, ma trotterellava ed anche  qualche piccolo galoppo.

La madre non ce la fece a trattenere le lacrime,  i noni nemmeno. Il padre stava  filmando.  A dire il vero gli occhi rossi nel maneggio non si contavano più , compresi quello del veterinario spettatore.
Ma non finì lì. Dopo circa 15 minuti i ragazzi si dispose due per ostacolo e lei  si avvicinò a Giuseppe,  lui le diede un foglietto che lei avvicinò alla faccia. Dopo circa due minuti .Parti e   completò il percorso  saltando gli ostacoli , d'accordo massimo  60 cm,  ma ce la fece.  All'ultimo ostacolo superato  ci fu una specie di boato; applausi ,  i " Brava , brava "  si susseguivano.  Io ero felicemente attonito. Per qualche attimo riuscii a dimenticare tutti i problemi e vivevo in una specie di estasi.  Dentro di me pensai " solo Giuseppe fa queste cose " , e ne gioivo.
Mi spiegò in seguiti Giuseppe che sul foglietto aveva disegnato il percorso che lei  aveva così memorizzato ed i fiori servivano , con il loro colore forte ed intenso odore  a segnalarle che si stava avvicinando l'ostacolo. Perfetto !

La cosa non finì quel giorno, la Domenica successiva ,   arrivano al maneggio di buon'ora la bimba con suo padre, Giuseppe li aspettava. Sellati i due cavalli e Wilkito ,  eccoli partire per una passeggiata per le campagne.
Certo percorsi di pianura  Giuseppe davanti, in mezzo Lei, e dietro suo padre.
Eccoli, belli,  sereni.
Una bimba  a cui il destino ha dato un brutto colpo riusciva a realizzare un sogno che covava da anni. Via , libera per le campagne della pianura bresciana. Respirare l'aria  delle risorgive che lì vicino si trovano, udire il fruscio delle foglie  di querce  , carpini,  pioppi e robinie.
Giuseppe  forse non realizzava nemmeno lui cosa avesse fatto  di  tanto buono.
Certo ci vuole un mix di fattori ,la famiglia che sostiene la bimba, l'istruttore , la scuderia, ed il cavallo.
Lo avvicinai dopo  e gli dissi " Ehi ,avranno messo  una tua fotografia in casa  adesso "  Non si scompose molto,  e mi guardò dicendo " Più che la mia foto , dovranno mettere la foto  di  Wilkito. Lui  è i suoi occhi".
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Shanna - Luglio 23, 2014, 12:28:32 PM
bellissimo.
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: DivinityOfDarkness - Luglio 24, 2014, 05:07:54 PM
Senza parole.

Fantastico scenario, esperienza di un'umanità infinita..e raccontata da un vet grande e grosso beh, tanto di guadagnato!
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Kimimela - Luglio 25, 2014, 01:50:53 PM
questo racconto e' a dir poco meraviglioso. :horse-embarrassed:
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Silvia_Jimbo - Ottobre 06, 2014, 11:30:00 AM
Assolutamente bellissimo e molto molto toccante.
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: Melis - Ottobre 06, 2014, 05:23:57 PM
commuovente, davvero...
Titolo: Re:Ricordi di un vet freelance
Inserito da: maya - Novembre 17, 2015, 02:18:08 PM
Dr.Mambrito non ero più passata a leggere i suoi racconti,quest'ultimo è davvero commovente,ancora di più l'umiltà di Giuseppe che pur avendo regalato un'emozione così grande a quella bimba,gira tutto il merito al pony,sicuramente molto bravo anche lui!!! :love4:

Anche se avrà sicuramente un mare di cose a cui pensare,appena ha modo Torni a scrivere!!!! :blob3: :blob9: