• Welcome to Cavallo Planet - Forum Per gli appassionati di equitazione inglese e americana... e di cavalli..

Le radici etologiche dell'addomesticabilità e addestrabilità del cavallo

Aperto da alex, Ottobre 10, 2012, 08:19:40 AM

« precedente - successivo »

alex

In un altro topic recente, qualcuno (scusatemi se non ho il tempo di rintracciare topic e utente) si domandava: ma perchè nonostante una lunghissima domesticazione il cavallo in genere è ancora in gradi di inselvatichirsi e di sopravvivere libero? Com'è possibile che il suo istinto si sia conservato intatto per tanto tempo e non sia andato perduto?

La domanda non è affatto banale, anzi!!! In poche righe vi propongo la mia ipotesi.

Può essere che il  corredo di istinti, attitudini, capacità che permettono al cavallo una vita indipendente siano esattamente (o quasi) gli stessi che ci permettono di ammansirlo, addestrarlo e lavorare con lui. Poichè è nostro interesse curare, nella selezione artificiale mediante l'allevamento, che i caratteri istintivi e comportamentali del cavallo siano quelli adatti a imparare a lavorare e poi a lavorare, inconsapevolmente salvaguardiamo e perpetuiamo anche istinti e comportamenti che permettono al cavallo di vivere libero.

Che ne dite?

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Tu Reviens

Non sono in grado di fare un discorso organico. Però il tuo ragionamento mi ha fatto venire in mente il rapporto che potrebbe esserci tra il lavoro del cavallo montato e la sua atavica, istintiva paura. Vedo se riesco a spiegarmi.

In natura il cavallo si muove sostanzialmente per procacciarsi cibo/acqua e per fuggire davanti a  presunti/reali pericoli (quindi per reagire a uno stimolo che induce paura). Il cavallo scuderizzato non ha più necessità di muoversi per mangiare; sicuramente avverte una certa necessità di muoversi fine a sè stessa, dovuta al benessere e al buon mantenimento fisico che il movimento comporta, ma credo che si soddisfi in breve tempo. Resta, come movente al movimento, la paura. E forse è questa, almeno in parte, che noi cavalieri utilizziamo come motore. Non tanto perchè il cavallo abbia paura di noi, quanto perchè il mantenimento del meccanismo atavico della paura porta il cavallo a essere più "disponibile" a muoversi. Non so se mi spiego: se tu sei tutto tranquillone sul tuo divano, che sonnecchi davanti alla tv dopo cena, sei "impigrito", si fa più fatica a farti muovere rispetto a quando sei pieno di adrenalina perchè hai appena assistito a una rapina in  banca.

In sostanza ipotizzo - molto timidamente - che se nei cavalli odierni l'istinto atavico della paura fosse completamente spento, avremmo solo cavalli da spingere di brutto, molto ma molto meno brillanti di quelli che abbiamo (soprattutto io, che proprio oggi un capzo di cacciatore mi ha sparato a un metro dalla recinzione del maneggio, chiedimi quanto mi sono divertita).

alex

Io penso che la chiave sia nella socialità, che implica ricchezza di comunicazione e adattamento del proprio comportamento a quello "altrui"; però in senso lato potresti avere qualche ragione, perchè in fondo la socialità è paura della solitudine. Nelle prede a comportamento sociale obbligato, come il cavallo, essere soli significa essere morti.

Il secondo punto (non psicologico ma fisico) potrebbe essere la qualità del movimento, anch'essa molto utile per sopravvivere.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Tu Reviens

Vero, la socialità è paura della solitudine. Inoltre nei cavalli la solitudine ,di norma, aumenta anche il livello di paura generica: il branco rende tutti un po' più coraggiosi.
Il secondo punto tu lo definisci "utile per sopravvivere" perchè spesso la qualità del movimento è legata alla nevrilità, alla reattività (a quello che genericamente chiamiamo "sangue"?

alex

Non necessariamente... anche cose più banali: velocità, resistenza e .... assenza di manifestazioni di incertezza della deambulazione e tanto più di zoppia. I predatori sono molto attenti nel selezionare il più debole in un branco. C'è chi dice che i cavalli sono molto abili nel sopportare e mascherare il dolore, proprio per questo motivo; la conseguenza è che non è affatto facile accorgersi di un dolore  causato dal movimento quando è leggero, e che quando il cavallo manifesta un dolore in modo palese, il danno in genere è piuttosto serio. Noi potremmo vedere solo  "la punta dell'iceberg". I bravi fisioterapisti spesso mettono in evidenza, con specifiche manovre e con test piuttosto sottili, dolori misconosciuti, e che spesso si sono manifestati solo come resistenze o ribellioni, e sono stati "trattati" come tali....
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Tu Reviens

Ho citato la nevrilità/reattività proprio pensando alle "cose più banali" che nomini tu: perchè solitamente un cavallo nevrile è veloce ed è resistente, pensa al psa. Quindi forse stiamo dicendo la stessa cosa...oppure non ho capito niente.

alex

Non so....ho l'impressione che il giusto mix di velocità e resistenza non sia necessariamente legato alla nevrilità; ad esempio, non sono convinto che il PSI, che di certo è nevrile eccome, abbia la stessa resistenza del PSA.... e non ho esempi di casi in cui PSI e PSA, sfuggiti in libertà, ce l'abbiano fatta e abbiano trovato un vantaggio a propagare il loro "tipo" fisico e caratteriale; mustang e brumbies mi sembrano morfologicamente meno "esasperati", con una struttura più robusta e meno filiforme, eppure non è che non siano, per questo, meno veloci e resistenti.

Con in purosangue di entrambi i tipi forse siamo andati un po' oltre, nella selezione della "finezza", per permettere l'inselvatichimento.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Tu Reviens

Son d'accordo con te; peraltro ho citato il psa come esempio di nevrilità perchè rappresenta  l'archetipo della nevrilità, non perchè lo immagini adatto a una vita selvatica. Sicuramente è più adatto un mustang.
A proposito di caratteristiche che favoriscono la sopravvivenza in libertà, avevo letto tempo fa - ma non ho la fonte - di una ipotesi relativa alla differenziazione tra cavalli a sangue "caldo" e cavalli a sangue "freddo". I ricercatori si chiedevano come mai le razze a sangue caldo provenissero prevalentemente dai paesi del centrosud del mondo, mentre quelle a sangue freddo dalle zone nordiche. Ritenevano che fosse dipeso dai diversi tipi di predatori presenti nelle differenti zone del mondo: lupi o comunque canidi al nord, grossi felini al sud. Nello specifico, la tecnica di caccia del lupo è quella di inseguire la preda anche per giorni, instancabilmente, fino a farla crollare o comunque fino a indebolirla prima di attaccare (ovviamente nel caso di soggetto sano). Con un predatore del genere scappare serve a poco, e per questo - diceva la ricerca - al nord si erano rafforzate linee di sangue che producevano soggetti pesanti, linfatici, poco nevrili, poco inclini alla fuga ma portati a combattere: in pratica, cavalli adatti a prendere a zoccolate gli instancabili lupi.
Al sud, i grossi felini sono cacciatori pigri: hanno scatto, sono anche veloci ma si stancano presto di correre dietro a una preda sana e rapida. Per questo, sempre a detta degli autori dello studio, al sud erano state "premiate" la nevrilità e la velocità, in pratica la fuga.
Ora, ignoro l'attendibilità di uno studio del genere, però tutto questo discorso mi porta a riflettere sul fatto che l'adattamento, il buon adattamento, può cambiare a seconda delle condizioni di vita, a seconda del tipo di predatore che si incontra, della ricchezza/povertà dei pascoli e di chissà quante altre cose ancora.

raffaele de martinis

Una caratteristica - tra le altre della caccia dei lupi ai grandi mammiferi - è l'accerchiamento, e lo sbrancamento, comportamento innato anche nella specie canina e selezionato dall'uomo per cani da pastore.

Dunque, se una volta sbrancato, il soggetto che viene accerchiato dai lupi, rimanesse fermo le sue possibilità di salvezza sono pari allo zero.

Invece, se fosse in grado di correre velocemente a lungo, qualche minima possibilità di salvezza l'avrebbe.

Mi dirai che la selezione agisce sulla specie e non sull'individuo, è una teoria superata, pensaci.

Se ogni volta che i lupi, ma anche i licaoni, accerchiano la preda e questa restasse ferma, i licaoni e i lupi si moltiplicherebbero a dismisura causando prima la sparizione delle loro prede e poi di loro stessi.

Dunque, la questione non è così semplice, ma non c'entra con la domesticazione...



... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Finchè c'erano i lupi (e adesso sono tornati...) in Italia, circolava una credenza: che il morso del lupo avesse un influsso magico sui cavalli (pura superstizione....) e li rendesse particolarmente forte e veloci; perchè si era notato che i cavalli allevati allo stato brado, che sulla loro pelle portavano i segni del morso del lupo, avevano una marcia in più (cosa molto verosimile!).

Ma già le persone di cultura del tempo suggerivano ragionevolmente: questa è superstizione, il motivo è probabilmente soltanto che le cicatrici sono la prova che il cavallo è stato attaccato dai lupi e che aveva le capacità fisiche per sfuggire, e infatti è sfuggito, se è vivo!  :icon_rolleyes:

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Tu Reviens

Quindi Raffaele, ti ritieni (credo a ragione, è vero che c'è lo sbrancamento) che la teoria che ho letto tempo fa,  brevemente riassunta qui sopra, sia una bufala? In effetti non lo vedo bene un cavallo isolato che fa a ca**otti con un gruppo di lupi.

Alex: è vero che i lupi son tornati, e anche a quote abbastanza basse: spesso transitano nei campi sotto alla mia casa appenninica, che è molto isolata ma poco più che collinare (siamo poco sotto ai 700 metri). Per adesso mi pare che preferiscano i caprioli, dei quali trovo abbastanza sovente resti minimi - come uno zoccoletto o poco più - e spero non sviluppino alcun interesse nei confronti di un nuovo menù a base di cavalla baia. Certo, se la strategia giusta è scappare quella lo sa fare benissimo...

rhox

secondo me nei selvatici non si vedono purosangue e arabi perchè non erano la popolazione equina portata in america e australia all'inizio e perchè essendo miglioratori, ma tutto sommato sommessi come espressione del loro fenotipo (a guardare il percheron tutto si penserebbe meno che sia migliorato con l'arabo, idem tutte le varie razze tedesche con i psi.. giusto per citare i primi esempi) non si sono espressi fortemente in mustang e brumby
Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso